FeralpiSalò-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Mamma mia, che imbarcata! Sulla sponda bresciana del lago di Garda il Padova affonda inaspettatamente al via del trittico di partite decisivo per cercare di avvicinare la capolista Venezia e provare a giocarsi con gli arancioneroverdi la promozione diretta in Serie B. A Salò, in casa dei leoni verdeblù, la squadra di Brevi arresta la sua rincorsa, subendo una sconfitta senza attenuanti. La sesta stagionale, la seconda del girone di ritorno (dopo quella di Forlì). Materializzatasi in modo netto e indiscutibile nei primi 45’, dove la differenza l’hanno fatta le ripartenze micidiali degli uomini di Michele Serena, un “ex” sempre bravo e misurato, e invocato prima dell’inizio dai tifosi biancoscudati, e gli errori di posizione di una difesa che, per essere (ancora) la migliore del campionato, non ha tenuto fede ai numeri che sbandiera. La conseguenza di questo flop imprevisto è la perdita del secondo posto in classifica, che torna proprietà del Parma, vincitore sulla Maceratese, con il quale mercoledì sera, all’Euganeo, andrà in scena un vero e proprio spareggio per accreditarsi come miglior squadra del girone alla lotteria dei futuri playoff. Non c’è stata praticamente storia nei primi 34’, con i biancoscudati sorpresi dallo scatto iniziale dei bresciani, bravi a sfruttare la vena delle due punte Gerardi e Ferretti, supportate da un signor trequartista come Bracaletti.

Il Padova è parso troppo contratto, fragile a centrocampo e molle nei contrasti, ma soprattutto debole dietro, dove tutti e tre i difensori titolari (rientravano sia Emerson che Russo) hanno imbroccato la classica domenica-no. In più Brevi aveva deciso, a sorpresa, di ridisegnare il mosaico centrale, inserendo Mazzocco per De Risio e affidando la regia al redivivo Berardocco. Così, per non rischiare, ha lasciato Dettori in panchina, in quanto, essendo diffidato, avrebbe rischiato un’ammonizione pesantissima, da scontare in uno dei prossimi due big-match. Scelte che il campo ha dimostrato non essere felici, perché sia l’ex Parma che l’ex Sambenedettese hanno pasticciato troppo, non incidendo sull’esito della sfida come avrebbero potuto e dovuto. Lì, proprio dove si costruisce il gioco, gli ospiti hanno lasciato molto a desiderare, pagando dazio.

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L’insistenza con cui poi il Padova ha inseguito il pareggio è servita a poco: qualche pericolo lo ha corso pure Bindi, mentre, più che altro, il serrate ospite è stato caratterizzato da poca lucidità. Un bagno gelido fuori stagione, dunque, per un Padova che deve solo battersi il petto e fare mea culpa. Ora l’attendono due battaglie, possibilmente da vincere entrambe. Chiudere al secondo posto è possibile, ma la lezione di ieri va archiviata in fretta. Facendone comunque gran tesoro.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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