Un cuore diviso a metà costretto a fare l’ago della bilancia. Chiedete a Michele Serena, veneziano doc ma biancoscudato acquisito, chi preferirebbe veder prevalere tra Venezia e Padova nella corsa alla Serie B: diplomaticamente, legato com’è ad entrambe le piazze, preferirà non sbilanciarsi. Al di là del tifo, però, c’è il campo: tra domani e mercoledì la FeralpiSalò, allenata dall’ultimo tecnico del Padova pre-fallimento, ma nonostante ciò immensamente stimato dalla tifoseria, affronterà le prime due della classe, una dopo l’altra, portandole allo scontro diretto all’Euganeo del 10 aprile. «Il tifo lo faccio, ma non lo svelo», l’anticipazione del mister mestrino.
«Venezia è la città in cui vivo, Padova quella che mi ha dato le emozioni più grandi da quando alleno. Che se la sbrighino tra loro, con le rispettive qualità: sentimenti forti mi legano ad entrambe, e per rispetto non mi sbilancio. Ma già domani, affrontando il Padova, tornerà l’emozione fortissima che l’anno scorso la tifoseria mi regalò». Lei e il Padova vi eravate incontrati di nuovo un anno e mezzo fa, prima dell’esonero e del ritorno, lo scorso febbraio, sulla panchina della Feralpi. Stavolta come se l’immagina? «La tensione sarà diversa, il sentimento no. Allora era la quarta d’andata dello scorso campionato, un 1-1 culminato in quella mia chiamata sotto la curva biancoscudata. Oggi entrambe le squadre hanno obiettivi importanti, e le motivazioni sono molto più forti».
Domani il Padova, tra quattro giorni il Venezia: uno scoglio importante per la sua Feralpi. «Affrontiamo le prime due della classe proprio alla vigilia dello scontro diretto in cui si deciderà tutto. I biancoscudati hanno fatto una grandissima rincorsa, e la mia sensazione è che 6 punti di svantaggio non siano tantissimi, con un faccia a faccia ancora da giocare: al momento il Venezia è favorito, lo dice la classifica, ma se il 10 aprile vince Brevi, può cambiare tutto. Sarebbe la seconda sconfitta, Inzaghi ha perso già all’andata, e sarebbe un segnale inequivocabile che potrebbe riaprire tutto».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Ha vissuto in panchina il momento più buio del vecchio Padova, eppure per lui il Biancoscudo ha sempre rappresentato qualcosa di speciale tanto da non averne fatto mai mistero. Michele Serena è tornato da poco meno di due mesi alla guida del Feralpi Salò, avversario domani di Emerson e compagni. Non una sfida qualsiasi per il tecnico veneziano, che ha lasciato un buon ricordo anche tra i tifosi padovani. «È senz’altro una partita particolare, Padova mi ha dato le emozioni più forti della mia carriera», racconta l’interessato. Che domani tra l’altro ritroverà Oscar Brevi, suo giocatore ai tempi del Venezia. «Ci siamo visti anche lunedì a Coverciano in occasione del ritrovo di tutti gli allenatori (la consegna delle panchine d’oro, ndr). Abbiamo parlato un po’ delle nostre situazioni in squadra, però domenica saremo avversari. Sono contento per Oscar perché è una persona bravissima e molto seria, ed è un grandissimo lavoratore».
In settimana il tecnico biancoscudato ha sottolineato la grande stima nei confronti di Serena. «Lo ringrazio, vale lo stesso per me. È stato anche un mio giocatore e spero di avere contribuito almeno per lo 0,5 per cento al suo bagaglio d’esperienza. In campo era senza dubbio un ragazzo con grande personalità, e riusciva a trasmetterla ai compagni e a trascinarli». Tornando all’attualità del campionato, il Padova affronterà la trasferta in riva al Garda con l’obiettivo di centrare il bottino pieno per dare seguito alla rincorsa alla vetta. «Ci troveremo di fronte una squadra forte, che ha piena consapevolezza nei suoi mezzi e che ha grande continuità nei risultati. Se temo qualcosa in particolare dei biancoscudati? Direi che stanno dimostrando grande compattezza in campo e sono consapevoli di potersela giocare con il Venezia. Questo vuole dire che sono in una condizione psicofisica ottimale, dettata dall’entusiasmo e dalla rincorsa che stanno facendo, e non è sicuramente poco».
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpalo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)