Padova-Bassano, l’analisi del “Gazzettino”

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Era un’occasione imperdibile per ridurre a sei i punti di distacco dal Venezia, fermato nel pomeriggio sul pareggio dal Santarcangelo. E il Padova l’ha colta al volo, anche se tra molte sofferenze. A decidere la sfida dell’Euganeo il gol realizzato nella ripresa dal brasiliano De Cenco, che ha così confermato la sua fama di castigatore del Bassano dopo la tripletta dell’anno scorso con il Pordenone e la rete ai tempi del Monza. Nel primo tempo meglio la squadra ospite sul piano del fraseggio e nella ricerca della porta. Imprecise e a volte anche troppo frenetiche le giocate invece dei biancoscudati, fortemente penalizzati dalle assenze di Emerson, Neto Pereira e Madonna. Non a caso le migliori occasioni sono state del Bassano, due volte vicino al vantaggio in prossimità della mezz’ora.

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E il Padova ha iniziato la ripresa con Berardocco al posto di Boniotti. Diverso anche il modulo: dal 3-5-2 al 4-4-2. Evidente l’intenzione del tecnico di coprire meglio il campo e garantire più rifornimenti alle punte. La squadra ha però faticato all’inizio ad adattarsi al nuovo sistema di gioco a livello di compattezza, concedendo due situazioni pericolose al Bassano, tra cui una punizione dal limite non sfruttata da Minesso.

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Mazzocco allargato a destra è stata la seconda mossa di Brevi. E di lì a poco è arrivato il gol che ha deciso l’incontro. Ad avviare l’azione è stato Mandorlini, bravo a conquistare il pallone in mezzo al campo e a resistere al ritorno di due avversari, tocco centrale per Altinier che di prima intenzione ha liberato De Cenco sulla sinistra. L’attaccante ha messo a sedere Bortot e da distanza ravvicinata non ha dato scampo a Rossi. Grande l’esultanza dei biancoscudati e grande invece la rabbia del tecnico ospite Bertotto che si è tolto la giacca e l’ha scagliata contro la panchina. Il Bassano ha cercato fino all’ultimo di evitare la settima sconfitta consecutiva, collezionando soprattutto calci d’angolo. Nei minuti di recupero l’ex granata Minesso ci ha provato con un destro destinato all’angolino, ma Bindi si è allungato in tuffo e con la punta delle dita ha sventato la minaccia. Una parata da tre punti.

(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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