Live 24! Padova-Bassano, -5: tre turni di stop a Madonna, attesa per Neto Pereira…

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Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Paolo Marchi è tornato il muro per il quale il Pordenone aveva investito del proprio all’inizio della stagione scorsa. L’intesa con Mirko Stefani è sempre più affinata e la coppia di terzini è tornata a volare sulle fasce. Così il Pordenone, dopo un periodo in versione colabrodo (dato valido perlomeno in trasferta), è di nuovo una squadra a cui è difficilissimo fare gol. Ne sa qualcosa l’Ancona, che ci ha provato per 90′ al Conero, ma ha dovuto rivivere ciò che aveva passato sulla sua pelle il ramarro all’andata. L’assalto non è andato a buon fine e, complice un rigore sbagliato in avvio di ripresa, la porta di Marco D’Arsiè è rimasta inviolata. Eccolo, l’ultimo elemento del pacchetto arretrato. Da riserva, D’Arsiè è stato gettato nella mischia nelle ultime due partite a causa dell’infortunio di Matteo Tomei. Risultato: zero gol subiti in 180′ e fiducia ampiamente meritata per l’ex dorico. […]

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quello al Conero è stato il quarto centro stagionale (escludendo il pallone infilato nella porta neroverde a Teramo) per Daniel Semenzato. Gol, dedicato come sempre alla figlia Vittoria, che ha aperto la strada per il ritorno al successo esterno del Pordenone dopo 5 flop di fila. Determinante per restare al quarto posto a quota 54, lasciarsi alle spalle la Reggiana (52, allungato nel frattempo il contratto al portiere pordenonese Davide Narduzzo) e accorciare le distanze dal Parma (57 dopo il harahiri interno, 0-1, con il Fano), scavalcato dal Padova (59) che ora guida il gruppo all’inseguimento del Venezia (che ieri sera, nel posticipo, ha battuto in trasferta il Bassano per 2-1). […] Chissà se il giorno dopo ogni centro Semenzato manda un biglietto di ringraziamento a Burrai. «Domenica afferma il laterale la palla di Salvatore era perfetta. Come sempre. Sono schemi rivela provati e riprovati in allenamento. Sono stato fortunato e abile a intervenire sull’invito». Gol importante, che ha rotto la supremazia iniziale dell’Ancona e spianato la strada al successo. «Tanto quanto fa il modesto il terzino goleador il secondo di Stefano Padovan. Ci voleva, per tornare a vincere lontano dal Bottecchia. In avvio di ripresa l’Ancona avrebbe potuto riaprire la partita, ma Voltan ha calciato alto il rigore. Da lì in poi giudica Daniel, dimenticando la traversa non abbiamo più sofferto. Anzi, avremmo potuto mettere dentro anche il terzo pallone».

Ore 19.50 – (Messaggero Veneto) Tre settimane fa sembrava una cosa impossibile, visto come aveva iniziato il 2017. Ora invece è un traguardo raggiungibile. Non è più un’utopia il secondo posto per il Pordenone. Certo, la distanza dal Padova rimane di 5 punti, tuttavia con lo scontro diretto da giocare al Bottecchia ad aprile la prospettiva cambia. […] Visto l’impegno di sabato col Lumezzane (alle 16.30 al Bottecchia) Tedino ha deciso di annullare la doppia seduta di oggi e concentrarsi sull’allenamento al pomeriggio: il via alle 15 al De Marchi. Stesso orario per i lavori di domani e giovedì mentre venerdì la rifinitura è in programma alle 10.30 a porte chiuse. Da valutare le condizioni di Berrettoni (ma sarà in gruppo), Tomei e Ingegneri ancora indisponibili. Quest’ultimo non dovrebbe tornare prima di due settimane.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Senza di lui in panchina il Pordenone ha vinto tre gare su tre. «Meglio che stia a casa», afferma sorridendo Bruno Tedino. Non si è ancora ripreso del tutto dall’influenza intestinale che l’ha bloccato ad Ancona, il tecnico neroverde. Tuttavia ha voglia di parlare della sua squadra e dell’importante successo al Del Conero, che ha rotto il tabù trasferta (successo dopo 5 ko di fila) e rilanciato le ambizioni, visti il rovescio del Parma e il pari della Reggiana. «Sono contento ma non montiamoci la testa – resta cauto Tedino –. Il periodo delicato non è ancora passato del tutto». Non c’è un po’ di entusiasmo dopo la seconda affermazione di fila, mister? «Conosco i risultati, vedo la classifica, che per me è sempre meglio guardare in modi differenti: un occhio rivolto verso chi ci sta sopra e l’altro a chi ci sta sotto. Il momento passerà quando ritroveremo tutti gli effettivi: la differenza la fa come e con chi ci si allena in settimana. Avere l’intero gruppo a disposizione mantiene alta la tensione lavorativa». […] Quali sono gli obiettivi, visto che il terzo posto è a soli 4 punti e il secondo a 5 con lo scontro diretto da giocare in casa (col Padova)? «Gli obiettivi li dà la società. Noi pensiamo a fare bene in queste ultime 8 gare e poi tireremo le somme. Sono fiducioso perché rivedo certi giocatori nuovamente al livello che voglio: Buratto per esempio, tornato pimpante». […] Tedino, in conclusione: sabato la rivedremo in panchina? «I risultati direbbero che è meglio non ci torni (sorride, ndr). Scherzi a parte sono contento per lo staff: sono orgoglioso di lavorare con loro e si meritano questo momento».

Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Erano attese e sono arrivate. Parliamo delle penalizzazioni in serie B che ieri hanno colpito il Pisa che ha subito altri tre punti di penalità per i mancati pagamenti di ritenute e contributi di luglio, agosto, settembre e ottobre e il non versamento delle mensilità di settembre ed ottobre. Il Pisa è sceso così a 30 punti in classifica, al terz’ultimo posto davanti a Trapani e Ternana. Ma la classifica cambierà, forse già in settimana, anche per il Latina che rischia dai 4 ai 5 punti di penalità. Per la società pontina i giudici hanno dichiarato il fallimento, concedendo però l’esercizio provvisorio che permetterà alla squadra laziale di terminare il campionato. Il Latina rischia quindi di scivolare a quota 28, al penultimo posto della classifica, aggravando una situazione già molto pesante. Ma oltre a Pisa e Latina — le cui penalizzazioni sono già ufficiali per il Pisa e, di fatto, certe per il Latina — rischia molto anche l’Avellino per il quale la Procura Federale ha chiesto 7 punti di penalità a causa di due presunti illeciti sportivi relativi alle partite del 2014 Avellino-Reggina e Modena -Avellino. […]

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) A dividere Vicenza e Brescia ci sono 118 chilometri, 32 anni di radicata rivalità e, oggi, un solo punto in classifica: margine risicatissimo, praticamente inesistente, che tuttavia in questo momento farebbe la differenza tra la salvezza senza playout e la retrocessione immediata in serie C. Ecco perché la partita che si giocherà al Menti domenica pomeriggio, tradizionalmente molto sentita dalla due tifoserie, avrà un valore emotivo e concreto ancora maggiore. Peraltro ancora non si sa se i tifosi bresciani potranno essere sugli spalti del Menti. Il Viminale, nei giorni scorsi, ha cautelativamente bloccato la vendita dei biglietti: «Per l’incontro Vicenza-Brescia, connotato da profili di rischio, anche in ragione della rivalità tra le due tifoserie sfociata in passato in azione violente, l’Osservatorio sospende il giudizio al fine di approfondire l’analisi, attraverso l’acquisizione di ulteriori elementi di valutazione e, nel frattempo, incarica la Lega di Serie B di dare comunicazione al Vicenza Calcio di non avviare ovvero sospendere la vendita dei tagliandi ai residenti nella Regione Lombardia, con contestuale, momentanea sospensione del programma di fidelizzazione del Brescia Calcio». La decisione definitiva è attesa per mercoledì. Sia a livello sportivo, sia nel mondo ultras, gli screzi tra rondinelle e biancorossi hanno una data d’origine ben definita: 6 gennaio 1985, terz’ultima giornata del girone d’andata del campionato di serie C. Entrambe le squadre puntano alla promozione e tanti tifosi seguono il Lane nella trasferta lombarda. Sul campo i padroni di casa prevalgono per 3-1 e nel dopogara i due gruppi di ultras entrano in contatto fisico. Scontri tra tifosi si registrarono anche al ritorno il 26 maggio 1985, con i supporter bresciani spalleggiati da una rappresentanza di padovani; la partita si era conclusa in parità (1-1), risultato che di fatto spianò la strada ai lombardi per la promozione diretta come primi in classifica, mentre i biancorossi secondi dovettero penare fino allo spareggio di Firenze con il Piacenza. […]

Ore 17.50 – (Gazzettino) Una tripletta non si scorda facilmente. Se la segni con la tua squadra in inferiorità numerica, in trasferta e in un derby che vale tanto non solo per il prestigio ma anche in termini di classifica, allora diventa indimenticabile. Se l’Este ha compiuto un passo forse decisivo verso la salvezza, lo deve al tris realizzato ad Abano da Vincenzo Ferrara, che sul rettangolo di Monteortone si è presentato, tra l’altro, con un inedito taglio di capelli da marines americano. «Ogni tanto mi diverto a giocare un po’ con la pettinatura», scherza l’attaccante giallorosso. «Già quando militavo nella Virtus Castelfranco, una volta me li ero rapati e anche allora portò bene. Magari la prossima stagione la inizierò già con i capelli corti, chissà che non riesca ad aumentare il bottino personale», ride. Motivi per essere contenta, la punta campana effettivamente ne ha parecchi. «Sono molto contento per il risultato di domenica, a livello personale ma anche per la squadra e la società. Nel girone d’andata siamo stati un po’ sfortunati e abbiamo perso qualche gara di troppo, poi i nuovi innesti giunti nel mercato invernale, la crescita dei giovani e il lavoro specifico cui ci ha sottoposti il tecnico Florindo, ci hanno permesso di crescere e di tenere, nel ritorno, un passo da play off». […] Alle porte c’è un altro derby importantissimo, domenica tra le mura amiche con il Campodarsego. «Sarà una partita difficile, dovremo giocarla con il coltello tra i denti, lottando su ogni palla e cercando di infilarli quando sarà possibile, senza guardare ai punti di differenza in classifica. Questo torneo è stranissimo, la graduatoria è cortissima e noi dobbiamo pensare a raggiungere il prima possibile la quota salvezza».

Ore 17.20 – (Gazzettino) Dopo l’espulsione rimediata sabato scorso ad Ascoli, Manuel Iori ha capito che deve badare anche a compiti non suoi e soprattutto a come possono essere interpretate certe situazioni dall’arbitro. Il contatto con Cassata e il rosso diretto esibito nei suoi confronti da parte dell’arbitro Aureliano di Bologna sono così spiegati dal capitano granata: «Volevo recuperare velocemente il pallone per battere la punizione assegnata per il fallo subìto da Bartolomei. Cassata ha fatto ostruzionismo e c’è stato contatto. L’arbitro è corso verso di me estraendo il cartellino rosso. Ho ritenuto la decisione assurda e ho chiesto spiegazione, lui mi ha detto che avrei potuto rompere la rotula all’avversario». In pratica un avversario impedisce di recuperare il pallone a chi deve calciare la punizione provocando un contrasto e l’arbitro gli dà ragione. Ma c’è di più. «Mi sono rivisto le immagini – sottolinea Iori – e ho avuto la conferma delle sensazioni provate in campo. A mio avviso andava ammonito Cassata che ha allontanato il pallone e inciampando su di me ha fatto la sceneggiata. Da parte mia non ho alzata la gamba e non ho fatto alcun tipo di gesto per fargli male perchè non era nelle mie intenzioni. In carriera non sono mai stato buttato fuori in questo modo. Non riesco ancora a capire come l’arbitro abbia potuto farsi una visione così diversa». Invece piove sul bagnato in quanto il rosso con il ruolo di capitano potrebbe avere conseguenze pesanti. «Certamente l’arbitro avrà scritto ciò che ha visto – riprende il giocatore – I regolamenti non si possono disquisire, ma mi auguro che vengano guardate anche le immagini e non solo ciò che è stato riportato nel referto del direttore di gara. Sono curioso di vedere la durata della squalifica». […]

Ore 17.00 – (Gazzettino) Ieri alla ripresa della preparazione erano in gruppo sia Strizzolo che Iunco, mentre Pelagatti e Salvi hanno svolto lavoro differenziato; assenti Varnier e Vido, rispettivamente con la nazionale under 19, impegnata in Belgio nella fase Elite dell’Europeo, e con l’Italia under 20 di scena in Polonia nel 4 Nazioni. L’attaccante rientrerà giovedì sera, mentre il difensore resterà con gli azzurrini di sicuro fino al 28 marzo e poi dipenderà dagli esiti del torneo. Per la partita di sabato alle 18 con lo Spezia il tecnico Venturato dovrà fare a meno degli squalificati Iori (espulso a Ascoli) e Scaglia (ammonito in diffida).

Ore 16.40 – (Mattino di Padova) Manuel Iori esce dagli spogliatoi del Tombolato con in mano il telefonino. Il video che riprende i pochi secondi “incriminati” è già pronto per trasmettere quella che il capitano del Cittadella definisce come «qualcosa che non mi era mai capitato in 15 anni di carriera fra i professionisti». Difficile non tornare con la testa all’espulsione di Ascoli. Ci racconta la sua versione dei fatti? «C’era stato il fallo su Bartolomei. Io sono andato a prendere il pallone per battere velocemente la punizione. Cassata l’ha buttato via e io sono finito con il piede in mezzo alle sue gambe. Lui, inciampando, ha fatto un po’ di sceneggiata e l’arbitro ha estratto il rosso». Ha parlato con il direttore di gara, Aureliano? «Gli ho chiesto: perché mi espelli, e la sua spiegazione è stata: potevi rompergli la rotula. Onestamente, non volevo far male a nessuno. È stata una valutazione completamente sbagliata e non so nemmeno spiegarmi come sia arrivato a maturarla, perché la mia gamba non era alta e non c’era slancio. Se proprio voleva ammonirmi, poteva farlo, ma credo che il giallo toccasse a Cassata, che a gioco fermo ha allontanato il pallone». Ripensando a quei momenti, ha comunque qualcosa da rimproverarsi? «Il mio errore, forse, è stato quello di aver dato all’arbitro l’opportunità di sbagliare. Ma se pensi anche a questo, allora in campo non ti muovi più. Sono convinto di non aver fatto niente. Poi si può anche dire che sono stato ingenuo, ma io volevo solo riprendere il gioco velocemente, come capita mille volte a partita». […]

Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento. Si attendono notizie sulle condizioni fisiche di Neto Pereira.

Ore 15.50 – Qui Guizza: arriva anche Neto Pereira in borghese.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto. Non vi partecipano Sbraga, Favalli e Mandorlini, che corrono a parte.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro in palestra per Alfageme e Mazzocco.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.50 – Queste le dichiarazioni di Giorgio Zamuner a proposito delle tre giornate di squalifica di Nicola Madonna da parte del giudice sportivo : “Non ho visto nulla perché ero nel tunnel degli spogliatoi. Leggendo le motivazioni della squalifica di Madonna perché ha esultato davanti alla panchina del Modena pronunciando un’espressione blasfema tre giornate mi sembrano tantine. Malizia? Dobbiamo giocare col Parma fra tre domeniche…. Quello della Procura ha fatto il referto, l’arbitro non c’entra. Se valesse questo principio per lo stesso motivo allora ieri sera i giocatori del Venezia perché hanno esultato giustamente al gol al 94′ avrebbero dovuto essere tutti squalificati. Faremo ricorso d’urgenza contro i tre turni e ci auguriamo vivamente che vengano ridotte, perché mi pare sanzione abnorme. Se si dovesse essere squalificati per una bestemmia, dovrebbero essere squalificati decine di giocatori ogni settimana”.

Ore 14.30 – Stangata del giudice sportivo sul Padova dopo la trasferta di Modena. Tremila euro di multa al club di Viale Rocco “perchè propri sostenitori, in campo avverso, più volte durante la gara, intonavano cori offensivi verso le forze dell’ordine; per indebita presenza negli spogliatoi al termine della gara di persona non identificata ma riconducibile alla società che rivolgeva frasi offensive ad un addetto federale” e tre giornate di squalifica a Nicola Madonna “perchè al termine della gara assumeva comportamento provocatorio verso gli occupanti la panchina avversaria provocandone la reazione e profferiva una espressione blasfema (r.cc e proc.fed.)”.

Ore 14.10 – Queste le dichiarazioni di Oscar Brevi dopo Modena-Padova e Bassano-Venezia: “Ci sono ancora otto partite, non dobbiamo fare previsioni né calcoli. Ieri il Venezia non l’ho visto per cui non posso esprimere un giudizio. Siamo secondi, gli episodi tante volte fanno la differenza. Non vorrei tornare tutte le settimane sullo stesso argomento, fino a quando la matematica non ci dirà che non abbiamo più speranze per il primo posto. Fossi nei panni del Venezia vinco otto gare e sono certo di vincere il campionato, fossi nei panni del Bassano anche se vincessi tutte le otto gare non posso arrivare primo. La classifica rimane ottima, il nostro lavoro è ripagato da quello che stiamo facendo: penso che apprezzino i tifosi e anche i giornalisti che seguono una squadra che va bene. A Modena avremmo potuto sfruttare ancora meglio il fatto di essere andati in vantaggio. Penso sia normale che si possa incontrare qualche difficoltà, nel secondo tempo c’è stata minor intensità. Neto Pereira? Oggi farà alcuni accertamenti e mi auguro non ci sia niente di grave, non voglio espormi fino a quando non ci sarà il verdetto degli esami. Sbraga aveva un affaticamento al flessore, stessa cosa Favalli, De Risio ha fatto un’ottima gara ed era un po’ provato, Alfageme lo stesso. Dovremo tutti verificarli oggi. Il rinnovo del contratto? Sono valutazioni che non spettano a me. Il gol del Venezia al 94? Torino – Mantova al 117′ poteva finire in un modo, invece finì in un altro. E passi da coglione a eroe in pochi minuti per un episodio”.

Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Pippo Inzaghi? Macchè, Marcello Falzerano. Sì, proprio lui, l’uomo della discordia che manda in estasi la curva arancioneroverde al 94′ e fa imbestialire il “Mercante”. «Se ho esultato così tanto, credetemi – spiega l’autore del raddoppio quasi allo scadere – è stato perchè mi sono reso conto di aver segnato proprio all’ultimo e di aver regalato una vittoria importante alla mia squadra. Nient’altro…». Sul tiro di Falzerano, la deviazione di Modolo dall’alto s’è vista, ma l’ex giallorosso fuga ogni dubbio. «No no, è mio – dice – già quest’anno mi hanno tolto un gol. Volete che me ne levino un altro?».

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Valerio Bertotto ha lo sguardo fiero di chi è uscito sconfitto, ma sapendo di aver ottenuto meno di quanto avrebbe realmente meritato. Non ci pensa una volta di più ad elogiare i suoi giocatori per la prova fornita contro la capolista. «La mia squadra ha le palle – mette in chiaro il tecnico giallorosso – mi dispiace molto che i ragazzi non ottengano quello che meriterebbero, perchè dopo una gara del genere, disputata con buona qualità per settanta minuti, perdere fa male; il rammarico è molto grande». Nella ripresa, il tentativo per acciuffare il pareggio è stato fatto. Con una mossa tattica, Bertotto ha centrato l’obiettivo, almeno in un primo momento. «Candido ha giocato più avanti, in appoggio a Maistrello. Mi serviva un uomo che agisse tra le linee e mettesse in difficoltà la difesa avversaria. La scelta si è rivelata azzeccata».Il periodaccio del Bassano non abbatte l’allenatore, che anzi infonde coraggio e fiducia, perchè solo così la Virtus può continuare ad inseguire i playoff. «Si tratta di alzare un po’ di più l’asticella. In questo particolare momento, di carenza di risultati – analizza Bertotto, pacato e lucido – la cura dei dettagli risulta essere ancora più preziosa. I miei ragazzi corrono tanto e bene, non posso imputare nulla a nessuno di loro, ma purtroppo alla minima sbavatura vengono puniti. La sconfitta, così all’ultimo, brucia tanto, ma per fortuna il calcio non regala soltanto delusioni; domenica c’è un’altra gara». […]

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Una zampata dell’ex Falzerano all’ultimo assalto e il Bassano cade nel baratro. Sesta sconfitta di fila, nel modo peggiore, quando cioè avevi assaporato il gusto di un punto strappato con i denti e con il cuore alla capolista Venezia. Una beffa che rischia di incidere ancora di più nella psiche di una squadra in crisi, con un attacco spuntato e delle amnesie difensive che fanno preoccupare. Una beffa doppia se si considera che il pareggio era arrivato al 42` della ripresa su un`autorete di Modolo. Invece finisce con i giallorossi con le mani sui capelli e Bertotto che riunisce il gruppo a metà campo, in cerchio, probabilmente per rincuorare gli animi e caricare le pile a terra. I giallorossi si schierano all`avvio con un 4-2-3-1 che però appare subito troppo fragile sugli esterni dove Garofalo e Falzerano riescono spesso a eludere i movimenti a scalare dei centrocampisti bassanesi, inondando l’aerea di Bastianoni di cross velenosamente tagliati, pane per i denti di Geijo e Moreo. […] Il Bassano continua a produrre il gioco ma la sensazione è che il Venezia riesca agevolmente a controllare. E` il 42` quando Candido da sinistra mette in mezzo un cross teso e tagliato sul quale Modolo si avventa in modo sciagurato svirgolando il pallone nella propria porta. Il Bassano si rianima e addirittura prova a vincere. Nel recupero Malomo su cross da destra trova il colpo di testa che Bastianoni devia in angolo con difficoltà. Sembra fatta, ma proprio dal corner la palla arriva fuori area a Falzerano che colpisce forte e preciso: il tiro incrociato trova anche il velo di Zampano, in posizione regolare, e inganna l`incolpevole Bastianoni per la più amara delle beffe. Mentre i giocatori del Venezia esultano l`arbitro fischia la fine. Sesta sconfitta, immeritata, ma questa squadra deve sicuramente recuperare tutti i suoi attaccanti. Così com’è è proprio dura fare gol.

Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pare sia proprio l’anno del Venezia. Di sicuro non è una squadra adatta ai deboli di cuore, visto come fa soffrire i suoi sostenitori: li illude, li fa tremare a quattro minuti dalla fine e poi li manda in paradiso con un gol sul filo del fischio finale. Otto punti sulla seconda il Padova – grazie a un bolide a venti secondi dalla fine del recupero dell’ex Falzerano forse toccato forse no dal tacco di Bentivoglio a due passi da Bastianoni che fa esplodere per la seconda volta il settore ospiti: oltre cinquecento tifosi arrivati a Bassano dalla laguna. Un successo meritato e al solito voluto sino oltre il 90′, situazione ormai abituale per l’undici di Pippo Inzaghi che anche ieri al Mercante è riuscito a far valere la forza del proprio organico. Lo stop del Parma e quindi la possibilità di allungare ancora di un punto la distanza dalla seconda che ora è il Padova a -8, spinge il Venezia ad affrontare con grande decisione il Bassano sin dal fischio d’avvio. La propensione offensiva lagunare trova in Moreo un protagonista attivissimo quanto sfortunato ma è il classico calcio da fermo a sbloccare il risultato dopo poco più di sette minuti: Garofalo per Modolo che incorna alle spalle di Bastianoni e il settore ospite del Mercante esplode per la prima volta. La gara si indirizza in favore del Venezia e il gioco ristanga a centrocampo con il Bassano che non appare troppo organizzato per impensierire la porta ospite. Qualche colpo da fuori ma senza ambizioni particolari con tanto spazio concesso al Venezia. Provano ad approfittarne sia Fabiano sia Moreo spesso imbeccato con precisione dal uno scatenato Garofalo ma il raddoppio non arriva. Dopo l’intervallo il Venezia ripiega un po’ troppo lasciando spazio a Minesso e Candido che porta avanti con insistenza la manovra giallorossa. In avanti c’è Geijo che cerca di tenere il più alta possibile la squadra. Lavoro continuo per allentare la pressione dei giallorossi che colgono i frutti nel finale con una palla calciata da Minesso e toccata da Modolo alle spalle di Facchin. Ma il pareggio non piega le gambe al Venezia che attacca ancora e trova proprio all’ultimo la zampata vincente. […]

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Entusiasta il presidente Joe Tacopina che non ce l’ha fatta a rinunciare alla puntata di fine gara sotto il settore dei tifosi lagunari. “Ho stretto le loro mani, ho visto la gioia nei loro occhi racconta mi è venuta la pelle d’oca dalla felicità. E’ stata una sensazione stupenda”. Il Venezia ha vinto al 94′ il derby di Bassano dopo essere stato in vantaggio per gran parte del match facendosi raggiungere solo nel finale. Zampata dell’ex Falzerano a venti secondi dalla fine per la gioia del presidente che ora sogna sempre più: otto punti di vantaggio sul Padova secondo in classifica a otto giornate dalla fine sono un margine importante. “E’ la forza del destino. In questa stagione ho imparato che non bisogna mollare mai, nemmeno quando mancano cinque secondi alla fine. I ragazzi sono stati fantastici a capire a loro volta questo concetto e applicarlo sul campo. Il risultato l’abbiamo davanti agli occhi. Ho sempre creduto nelle possibilità di passaggio in serie B di questo Venezia sin da avvio campionato, quando eravamo al quarto posto. Non abbiamo fatto ancora niente, ma sono sicuro che la promozione non ci sfuggirà”. […]

Ore 12.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pippo Inzaghi è entusiasta per il successo del suo gruppo a Bassano e svela un retroscena. “Sono stato fortunato perchè ero intenzionato a sostituire Falzerano con Fabris e invece l’infortunio di Moreo mi ha fatto cambiare scelta. Bene così al ’94 l’ex bassanese era in campo e ci ha regalato la vittoria”. Una partita difficile che siete riusciti a portare a casa positivamente. “Grazie alla rete di Modolo è andata subito in discesa ma non siamo riusciti a chiuderla. Non abbiamo sofferto contro i giallorossi e credo di ricordare una sola parata importante di Facchin. Purtroppo un tocco maldestro di Modolo ha portato al pareggio del Bassano al quale abbiamo saputo rimediare in extremis”. Otto punti di vantaggio sul Padova sono un bel margine. “Siamo davanti ma non abbiamo ancora fatto nulla. Dobbaimo continuare il nostro cammino gara per gara”.

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) No, non può essere un caso. Come in un film, il gol dell’ex all’ultimo respiro disegna un finale che ha tutta l’aria di essere una sentenza definitiva o quasi. Il Padova sperava in un passo falso del Venezia per riaprire il campionato e da Bassano arriva, invece, un verdetto pressoché inappellabile. La capolista passa 2-1 al Mercante, il Bassano si arrende. Tutto d’un fiato: gol su calcio piazzato di Modolo, pari quasi casuale giallorosso su autorete dello stesso Modolo e, all’ultimo tuffo, come nel miglior thriller, ecco il gol dell’ex, quello di Marcello Falzerano che indovina un tiro formidabile da fuori area (forse deviato da Bentivoglio) che buca Bastianoni. Un epilogo incredibile, che premia ancora una volta la determinazione una squadra che non si arrende di fronte a nulla: perché una volta può essere fortuna, due pure, ma quando il marchio di fabbrica si ripete costantemente, no, non può essere un caso. […] Il Bassano guadagna metri, ma nell’aria l’impressione è che solo un episodio potrebbe cambiare la serata. Eccolo al 42’, con Modolo che devia in modo maldestro alle spalle di Facchin un tiro cross di Candido. Ma c’è ancora tempo. Quello del veleno dell’ex, il morso che fa più male: al 49’, a un soffio dal finale, per l’esultanza incredibile di Pippo Inzaghi in panchina. Finisce così, con la gioia del Venezia che «vede» la serie B e la disperazione del Bassano, che questa sconfitta non l’avrebbe meritata, in fondo, e che non riesce ad uscire da un tunnel sempre più scuro e profondo. Due facce della stessa medaglia, alla fine di un derby da cuori forti.

Ore 11.20 – (La Nuova Venezia) Finisce con il trionfo dei trionfi, il gol del 2-1 al 94’ poi neanche palla al centro. Segnatevela, perchè questa è la partita che mette il campionato in discesa. Il Venezia espugna Bassano e vola. Ci stava il pari per il Bassano? Forse. Ma non è un problema veneziano, nel momento dell’entusiasmo alle stelle. La differenza tra le due squadre sta nel tasso di qualità ma anche in uno stato di salute che a tutt’oggi permette al Venezia di correre a velocità doppia rispetto al Bassano e agli avversari in contrati nell’ultimo periodo. C’è anche una novità sul piano tattico, una soluzione in più messa in campo da Pippo Inzaghi che nell’occasione si richiama al suo grande maestro Ancelotti: l’assenza di Marsura (lieve risentimento muscolare al termine della rifinitura) dà via libera a Gianni Fabiano, sicchè il tecnico presenta il celebre “albero di Natale”, quel 4-3-2-1 che non piaceva a Berlusconi ma che ha regalato tante soddisfazioni al Milan. Con il 4-3-3 va in campo anche il Bassano e va detto che la squadra di Bertotto gioca una partita gagliarda, ma raramente riesce a creare problemi agli arancioneroverdi, che hanno in Bentivoglio il direttore d’orchestra. […] E al 42’ arriva il conto, il pallone piazzato da Candido viene svirgolato da Modolo, quel tanto che basta per fregare Facchin. Finita? Mai con il Venezia. Ultimo pallone, 94’, botta di Falzerano, velo o deviazione di Bentivoglio poco importa. Palla dentro e lo stadio esplode. Padova a otto punti, saluti al Parma. I canti dei tifosi finiscono per B.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Fermo restando che stiamo vivendo il momento clou del campionato, se la sente di dare un voto ai biancoscudati per quello che hanno fatto finora? «Sono molto soddisfatto per la posizione che abbiamo in classifica e potevamo essere anche più avanti. Il secondo posto dimostra che la squadra è stata costruita bene, e sono contento. Poi se devo dare un voto, direi un sette». Ricordava che da qui alla fine il Padova gioca cinque volte all’Euganeo, compresi gli scontri diretti con Parma e Venezia. L’iniziativa Fai squadra per il Padova punta proprio a incrementare il numero di tifosi allo stadio. «Squadra e società meritano qualche presenza in più e c’è anche lo stimolo dell’attuale secondo posto. Sappiamo quanto sia importante sul piano psicologico la spinta del pubblico ai giocatori».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Tra l’altro il capitombolo casalingo del Parma con il Fano è valso il sorpasso, con tanto di secondo posto in classifica. «Non me l’aspettavo che i ducali perdessero. Anche se è stata una sconfitta immeritata, è accaduto. Bisognerebbe che succedesse qualche volta anche al Venezia. Il secondo posto? Già questo è un bell’obiettivo, e va sottolineato. Una vittoria come quella di domenica ti dà morale: si sono viste autostima, grinta e voglia di essere un gruppo unito nelle difficoltà». Quante possibilità ancora ci sono di andare a prendere il primo posto? «Io ci credo e lo ritengo possibile, anche se realisticamente mi rendo conto che è una rimonta abbastanza improbabile visto che non dipende solo da noi e davanti c’è una compagine importante come il Venezia».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «I ragazzi mi hanno fatto gli auguri e li ho ringraziati anche per la vittoria, un bel regalo di compleanno». A parlare è il presidente Giuseppe Bergamin che sabato ha festeggiato 65 anni in famiglia e domenica si è goduto il successo del Padova al Braglia. […] In questo rush finale chi ha il calendario più abbordabile tra Venezia, Padova e Parma? «Direi che tutte le gare sono difficili. Il fatto comunque di giocarne cinque su otto in casa ci aiuterà un po’. In ogni caso ciascuna partita farà storia a sé, bisogna essere molto bravi a interpretarla al meglio e poi ci vuole anche un pizzico di fortuna. Fare previsioni è complicato, dobbiamo comunque metterci la determinazione vista al Braglia. Abbiamo le qualità per giocare meglio ma – ripeto – apprezzo lo spirito di sacrificio che ci hanno messo i ragazzi e anche la voglia di portare a casa la vittoria».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Si conoscerà oggi l’entità del problema muscolare accusato da Neto Pereira, costretto a uscire con il Modena nel finale del primo tempo. Qualche minuto dopo avere segnato il gol che è valso la vittoria, l’attaccante brasiliano ha lasciato il terreno di gioco per un problema al flessore della gamba destra, inconveniente analogo a quello accusato nella trasferta con il Mantova. Questa mattina il giocatore si sottoporrà a un’ecografia e l’esito sarà reso noto già alla ripresa degli allenamenti fissata alle 14.30 alla Guizza. «Ha sentito indurirsi il muscolo – spiega il direttore generale Giorgio Zamuner – Mi ha detto di non avere sentito dolore, speriamo che si tratti solo di una contrattura». Anche Favalli è stato sostituito per precauzione a causa di un affaticamento ai flessori, e Sbraga non ha finito la gara al meglio: a incidere potrebbe essere stato il terreno di gioco del Braglia che non era in condizioni ottimali. […]

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) […] Bassano e Feralpi Salò, poi gli scontri diretti. È in questo mese che si decide tutto? «I campionati si decidono sempre tra marzo e aprile, stavolta ancora di più perché coincidono con gli scontri diretti. La squadra ha raggiunto la giusta maturità anche nei momenti di sofferenza, e questo ci fa ben sperare. Nelle prossime 5 gare capiremo a cosa potremo ambire». Quanti punti pensa siano necessari per garantirsi almeno il secondo posto? «Mancano 8 partite, secondo me con 18-20 punti potremo essere tranquilli, ammesso però che si vinca contro gli emiliani». Neto Pereira? «Farà un’ecografia, e speriamo che come venti giorni fa sia solo una contrattura. Se così fosse, potremmo perderlo solo per domenica col Bassano. Abbiamo già superato momenti di difficoltà e abbiamo le risorse per ovviare a qualche assenza».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Penso che una filosofia vincente ci sia, ma si devono creare le giuste alchimie tra gruppo di lavoro, società, tifosi e ogni altra componente dell’ambiente. Il segreto del calcio è che se tutti remano dalla stessa parte, i risultati arrivano. La mia abilità, o la mia fortuna, è stata trovare ragazzi con la testa giusta, anche chi gioca un po’ meno». Ormai lo si può dire: con le frenate di Reggiana e Parma, solo il Padova riesce a tenere il ritmo della capolista. «Oggi il campionato dice questo. All’inizio erano due le corazzate accreditate per vincere il campionato, noi ci siamo in mezzo e questo ci deve rendere orgogliosi e ancora più consapevoli dei nostri mezzi. Spero che lo scetticismo iniziale sia scomparso definitivamente». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Giorgio Zamuner, il secondo posto è una sua piccola rivincita? «Principalmente è una rivincita per Oscar, che era stato bistrattato e accolto con diffidenza, vuoi anche per una partenza non ottimale. Nessuno si aspettava un’inversione così decisa, la formazione la fa lui e per questo era finito nell’occhio del ciclone, e io con lui di conseguenza. Non è tanto una rivincita, quanto più il veder coronato quello che speravo potesse accadere: conoscevo il valore della squadra e del tecnico, ed ero convinto che potesse esserci una svolta. E che sia avvenuta, in maniera così importante, è molto gratificante». L’anno scorso arrivò secondo con il Pordenone, quest’anno è secondo con il Padova: il calcio non è una scienza esatta, ma forse c’è un segreto per costruire squadre in grado di competere ad alti livelli.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova chiama lo sport padovano a soffiare sulle vele dei biancoscudati. In occasione di Padova – Bassano, in programma domenica 26 marzo alle 20.30, la società ha deciso di mettere a disposizione 1000 biglietti a 1 euro per gli atleti tesserati padovani. L’invito è rivolto a tutte le realtà sportive padovane affiliate al Coni. Non solo di calcio, quindi. Dal rugby al basket, dalla pallavolo al ciclismo, da nuoto alla ginnastica ritmica. Per richiedere i biglietti occorre che la società interessata invii una mail a “biglietteria@padovacalcio.it” indicando il proprio numero di matricola Coni assieme alla lista dei nominativi degli atleti completa di nome, cognome, luogo e data di nascita entro le 12 di giovedì 23 marzo. […]

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Non si vinceva da mezzo secolo al Braglia, un’impresa figlia della prodezza di Neto Pereira e delle super parate di Giacomo Bindi. «Sapevamo in estate che Bindi poteva essere il portiere giusto — ammette Zamuner — e fin da subito è stato in cima ai nostri pensieri. Domenica ha fatto almeno tre parate determinanti e, se siamo tornati da Modena con i tre punti in tasca, lo dobbiamo anche e soprattutto a lui». Il sorpasso sul Parma è la prima pietra accatastata di un lungo cammino, pieno di ostacoli e che domenica metterà di fronte al Padova il Bassano visto all’opera ieri sera contro il Venezia. «Al di là del risultato di ieri sera — spiega Zamuner — è chiaro che, rispetto all’andata, sono cambiate tante cose. La nostra sconfitta al Mercante ci poteva stare, erano forse nel momento migliore della loro stagione. Poi sono andati in difficoltà ma attenzione, hanno valori importanti. Non parliamo poi, in prospettiva playoff, dell’incognita di trovarsi di fronte il Bassano in classifica su partita secca. A questo proposito è evidente che arrivare secondi o terzi, nell’eventualità, fa una bella differenza. E noi questo vantaggio, se non riuscissimo ad arrivare primi, non vorremmo certo trascurarlo. Anzi, siamo perfettamente consapevoli di quello che rappresenterebbe la piazza d’onore rispetto ad un terzo posto». Insomma, non si vuole lasciare nulla al caso. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Certo l’inseguimento resta sempre complesso, ai limiti dell’impresa epica, ma questo Padova che non si ferma mai, che mette la freccia e sorpassa il Parma, espugna pure Modena dopo 50 anni, che in media inglese viaggia a ritmo da promozione diretta, fa sognare i tifosi. Talmente abituati a delusioni anche cocenti da rimanere prudentissimi (e non potrebbe essere altrimenti) anche dopo il risultato di ieri a Bassano. Al Mercante c’era pure Giorgio Zamumer, che spiega il da farsi dopo gli eventi delle ultime ore. «Con la vittoria di ieri del Venezia — ha detto il direttore generale biancoscudato — la vedo molto dura adesso per noi rimontare. Non ci saranno tante altre occasioni per il Venezia di perdere punti, otto lunghezze di vantaggio con una partita in meno da giocare sono oggettivamente tante. Noi comunque ci proveremo fino alla fine, abbiamo l’obbligo di crederci senza perdere in fiducia, tenendo sempre presente che avremo lo scontro diretto da giocare all’Euganeo. Quindi dobbiamo andare avanti sereni credendo in noi stessi: segnali come quelli di Modena sono da tenere in debita considerazione».




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