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Ore 22.00 – Queste le dichiarazioni di Filippo Inzaghi: “Vittoria meritata, siamo in finale e stiamo facendo qualcosa di eccezionale. La vittoria più bella è quella di aver coinvolto tutti i giocatori in quello che stiamo facendo. Non abbiamo mai sofferto, abbiamo sempre condotto la partita e abbiamo concesso pochissimo. Non ero preoccupato sul 2-1, vedevo la squadra molto sicura, abbiamo creato occasioni e preso una traversa. Acquadro ha subito un brutto intervento, penso una distorsione alla caviglia. Sono felice delle parole di Fabiano, è un problema sceglierne undici e lui è stato un professionista esemplare. È stato fuori due mesi per infortunio, era un titolare, le gerarchie sono cambiate ma lui può essere un grande acquisto per noi. Il Padova aveva giocatori in campo che erano scesi in campo di meno, ha messo Madonna e poi Dettori e Neto Pereira. Ci teneva ed era l’unica squadra ad averci battuto al Penzo. Cinque punti sono un buon vantaggio sul Parma, ma è ancora lunga. Domenica non ci sono scuse, mi auguro che ci sia il pienone, poi è facile magari a maggio venire a esultare se riusciremo a completare questa impresa. Giochiamo alle 16.30, spero di vedere lo stadio pieno perché ce lo meritiamo”.
Ore 21.50 – Gianni Fabiano (attaccante Venezia): “Siamo felicissimi di aver raggiunto la finale, col Matera sarà dura ma non abbiamo paura di nessuno. Siamo consapevoli della nostra forza. Da qualche mese non dobbiamo fare la corsa su nessuno, siamo sempre davanti a tutti. Nessuno pensava che il Parma potesse perdere punti col Forlì, se noi giochiamo con la cattiveria agonistica degli ultimi mesi sarà difficile batterci. La mia doppietta? Una grande gioia, sono felicissimo. Non so che intenzione avesse il mister, forse voleva togliermi. In ogni caso ha tardato qualche minuto ed è arrivato il terzo gol e la mia doppietta. Stare fuori non è facile per nessuno, ma stiamo lavorando per un grande obiettivo e questo ci aiuta molto, anche chi magari gioca meno”.
Ore 21.40 – Caio De Cenco (attaccante Padova): “Un peccato, perché sul 2-1 ci credevo. Peccato essere andati sotto subito, questo ha complicato molto la nostra partita. Perdere non ti lascia mai contento, ci tenevamo tanto perché ci stavamo giocando la finale, ce l’abbiamo messa tutta. Per quanto mi riguarda spero di raggiungere la miglior condizione il prima possibile, sto lavorando duro perché a Trapani avevo giocato poco e questo un po’ mi ha condizionato. Il gol? Fa sempre piacere segnare, ma questo è un gol inutile, la gioia non c’è proprio”
Ore 21.30 – Oscar Brevi (allenatore Padova): “Dopo tre minuti su una palla lunga abbiamo preso gol facendo un errore di posizionamento. A inizio secondo tempo è successo più o meno la stessa cosa, ma alla fine eravamo riusciti anche a rimetterla in piedi e abbiamo preso il terzo gol in modo stupido. Ci può stare perdere col Venezia, che ha una rosa molto importante e che ha giocato molto bene facendo meglio di noi. Molti giocatori non hanno reso secondo le possibilità, nel primo tempo ce la siamo giocata, la formazione era competitiva. I cambi nel secondo tempo li ho fatti per cercare di recuperare. La defezione di Altinier in mattinata ci ha tolto qualcosa, sia lui che Bindi hanno avuto un virus intestinale. Eravamo senza i due attaccanti che avrebbero potuto darci qualcosa in più recuperando magari il risultato. Secondo me era una partita in equilibrio, il terzo gol ci ha tagliato le gambe. Mettere in campo undici titolari non sarebbe stato giusto per chi ci aveva portato sin qui. Parlare dopo è sempre facile, non si possono avere rimpianti”
Ore 20.55 – Fischio finale: Venezia-Padova 3-1.
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Dicono che l’abbia già prenotato il Pescara in B, anche se ora c’ha pure la serie A che l’ha messo nel mirino. Sta di fatto che Leo Mancuso a suon di gol a grappoli sta tenendo la Sambenedettese nel drappello playoff: 18 reti sinora, per adesso è lui il re del gol in Lega Pro. E quando sottoporta vanti un tizio che da solo garantisce quasi la metà dell’intero fatturato (18 timbri su 40 globali e ci siamo già capiti) hai la strada spianata a meno che non ci sia un pupazzo tra i pali e non è il caso della Samb. Mancuso domenica a Bolzano ha autografato 4 dei cinque peri con cui i marchigiani hanno crivellato l’Alto Adige a domicilio e in ogni caso all’andata al Mercante firmò una bollente doppietta nel vulcanico 4-3 conclusivo. […] Dopo Pordenone avevamo scritto che per la squadra con l’avvento di Bertotto al volante gli alibi erano finiti. Ecco, una sollecita e rigogliosa reazione è doveroso aspettarsela adesso anche dai giocatori, il quarto d’ora vibrante dell’ultimo spezzone di gara col Mantova è buono solo per salvare la dignità. Ma per vincere le partite serve ben altro. È tempo che lo spogliatoio cominci a mostrare gli artigli e a far affiorare un minimo di personalità.D’accordo che i leader designati, da Bizzotto, a Proietti allo stesso Grandolfo, sono in riparazione, ma è essenziale che la comitiva muti drasticamente registro caratteriale, i bonus sono finiti da un pezzo. Alcuni veterani devono darsi una mossa e la scossa non può darla da solo Fabietto Gerli, la più piacevole novità del mercato che a 20 anni si muove in mezzo al campo con l’autorevolezza di un big.È in prestito secco dall’Entella in B ma se i liguri rinnovassero il parcheggio al Soccer Team anche nella prossima stagione sarebbe il sostituto ideale del partente Proietti in regia. Non un’operazione facile poiché Chiavari punta forte su di lui in futuro.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il suo addio estivo non suscitò lo stesso clamore generato invece dalla partenza di Luca Strizzolo. Eppure la destinazione era la stessa: Cittadella, serie B. Per questo, per la sua pacatezza e i suoi modi sempre gentili, ancora oggi è un piacere parlare dei ramarri con il pasianese Marco Martin. E lo è soprattutto nella fase di avvicinamento a quella che per certi versi può essere la sua partita: Pordenone-Sudtirol. Il terzino parla dall’aeroporto di Fiumicino, di rientro dal posticipo Frosinone-Cittadella (1-1). «Un buon punto», lo definisce. Poi il mancino inizia a viaggiare tra i ricordi del periodo altoatesino (5 anni e mezzo) e di quello neroverde (solo 6 mesi, ma intensi). «Devo ringraziare il Pordenone – dice il laterale granata – perché in città ho vissuto mesi bellissimi, caratterizzati da una cavalcata entusiasmante. Se oggi sono al Cittadella, lo devo soprattutto a quella squadra». Un gruppo che oggi, seppur modificato, appare in leggera crisi. «Ma la Lega Pro di quest’anno – ammette Martin – non è quella di 12 mesi fa. È molto più dura, tosta in ogni giornata. Sento ancora Bruno Tedino e sono sicuro che il gruppo uscirà dal momento difficile». Il pasianese ha pure la ricetta da seguire per arrivare in fondo. «Il ramarro – spiega – deve puntare al terzo posto, perché può arrivare davanti a Reggiana e Padova. Ben venga il calo, se arriva adesso. L’importante sarà essere pronti poco prima dei playoff, quando conterà avere birra in corpo». […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarri in difficoltà? Se è così il Sudtirol, ospite domenica alle 16.30 al Bottecchia, almeno dal punto di vista psicologico, non è il miglior avversario da affrontare. Gli altoatesini, privi per squalifica di Bassoli, hanno già battuto due volte il Pordenone in questa stagione. La prima in Coppa Italia (1-2 al Bottecchia), la seconda in campionato (1-3 a Bolzano). La prima domanda del popolo neroverde è: gioca Spagnoli? L’ex sacilese fu determinante sia in Coppa (gol e assist) che in campionato (terzo gol biancorosso). Più che per Spagno, Tedino è preoccupato per la situazione in infermeria. Agli acciaccati Berrettoni, Burrai, Misuraca, Parodi e Pellegrini e all’influenzato Misuraca si è aggiunto Bulevardi, colpito dalla bronchite. Fortunatamente mancano 4 giorni a domenica e c’è il tempo per recupere qualcuno. Intanto si sta allenando con il gruppo, per riprendere confidenza con il campo (è svincolato dal dicembre 2015), l’attaccante Paulo Vitor Barreto, allievo di Tedino ai tempi della Primavera del Treviso. […]
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone di Rossitto 2014-15 meglio di quello di Tedino 2016-17. Limitatamente alle prime 9 giornate del girone di ritorno. Allora Maccan e compagni incassarono 11 punti. Stefani e soci solo 10. Eppure il valore della rosa di Tedino è indubbiamente superiore a quello del gruppo del Crociato. «Storie diverse – blocca Rossitto – che non possono essere confrontate. Io avevo una squadra che arrivava da un girone d’andata traumatico, originato da errori in fase di costruzione commessi e ammessi dalla società. I miei ragazzi andarono ben oltre quelle che al giro di boa erano le speranze. Tecnica e tattica non sarebbero state sufficienti per fare la meravigliosa rimonta e raggiungere i playout. Ci vollero cuore, orgoglio e voglia di andare oltre i limiti. Peccato che poi tutto sia stato vanificato nello spareggio con il Monza. Il Pordenone di oggi – continua Rossitto -, costruito per ben altri obiettivi, ha fatto uno straordinario girone d’andata. Anche il gruppo di Bruno nelle prime 19 partite è andato oltre le più rosee previsioni, contendendo il primato a squadre più attrezzate e a società di maggior peso e blasone. Ha rallentato solo quando alcuni fra i protagonisti, come Arma, Berrettoni, Cattaneo e Burrai, per infortuni o stanchezza, hanno cominciato a tirare il fiato e a saltare qualche partita. L’organico di Bruno non è profondo come quelli di Venezia, Parma, Padova e Reggiana, tanto per citare chi sta davanti e a gennaio ha speso tanto per rinforzarsi ulteriormente». […]
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) […] Intanto la squadra ha ripreso ieri ad allenarsi agli ordini del tecnico Bruno Tedino. Ingegneri è regolarmente in gruppo assieme a Misuraca, entrambi assenti domenica scorsa a Santarcangelo di Romagna. Out invece Bulevardi per febbre, Pellegrini, Parodi e Berrettoni per problemi fisici. A parte e poi con la squadra Salvatore Burrai le cui condizioni sono sempre monitorate dallo staff medico. Le scelte della formazione di domenica ruoteranno tutte attorno al recupero di Burrai e Berrettoni, giocatori fondamentali per la squadra sia dal punto di vista tecnico sia da quello della personalità. Nell’Alto Adige si rivedrà il fresco ex Broh, che proprio con il team di Bolzano giocò la sua miglior gara in neroverde.
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Un dato che balza all’occhio relativo al Pordenone è la distribuzione delle reti segnate e subite. Per sintetizzare, la squadra di Tedino è devastante nei primi tempi e quasi disastrosa nella ripresa. Le cifre dicono questo: per quanto riguarda i gol segnati nella frazione iniziale di gioco i neroverdi sono al top del girone B di Lega Pro. Nessuno è riuscito a segnare nei 45’ del lato “A” 24 gol, neanche Parma e Venezia. Tuttavia, a fare da contraltare, solo Mantova e Teramo sono stati capaci di incassare un numero maggiore di reti dei ramarri nel corso della ripresa: lombardi e abruzzesi ne hanno subite 24 a fronte delle 21 prese da Tomei. Ciò che fa all’inizio il Pordenone getta alla fine, se così si può dire. Da considerare il crollo dell’ultimo quarto d’ora: nei minuti dal 76 al 90’ (recupero compreso) i neroverdi hanno subìto 11 reti. […]
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) È vero che i numeri vanno interpretati e spesso tracciano bilanci sommari. Tuttavia in alcuni casi non lasciano scampo. Come in questo: la classifica che si riferisce ai risultati del 2017 dice che il Pordenone viaggia a una media da retrocessione. Con soli 7 punti totalizzati da gennaio a domenica scorsa i ramarri si trovano al quartultimo posto nella speciale graduatoria, in piena zona playout. Nessun campanello d’allarme, la squadra è pur sempre quinta in classifica e ha principi di gioco e qualità di calciatori che non la faranno sbandare eccessivamente, tuttavia serve una scossa per tornare sulla strada “maestra”. È in questo periodo che il Pordenone ha subìto il distacco da parte delle corazzate del campionato. Basta vedere quanti punti hanno incamerato le prime delle classe nelle 7 partite giocate nel nuovo anno: il Venezia ha “toppato” una sola gara e portato a casa 19 punti su 21 a disposizione, il Parma con due pari ha incamerato 17 punti; Padova e Reggiana sono riuscite a centrarne 14, comunque un ottimo bottino. La squadra di Tedino si è così allontanata di 12 lunghezze dalle due battistrada e 7 da veneti ed emiliani, ritrovandosi a lottare al massimo per il terzo posto. […]
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’era molta attesa ieri al centro tecnico di Isola Vicentina per verificare le condizioni dei tanti infortunati che nell’ultimo mese hanno pesantemente limitato le scelte di Pierpaolo Bisoli. Il tecnico del Vicenza a Cesena aveva spiegato come sperava di recuperare Ebagua, Vita e D’Elia contro il Pisa e i tre giocatori ieri hanno lavorato a parte con il preparatore atletico, con un lavoro impostato sulla corsa ed in seguito con il pallone. La prima seduta della settimana fa sperare che Ebagua, Vita e D’Elia possano essere a disposizione per il match che si disputerà domenica al Menti contro il Pisa con i prossimi giorni che chiariranno meglio la condizione dei giocatori in questione. Più indietro nella fase di recupero sono sembrati Zivkov, che lamenta ancora dolore alla caviglia infortunata durante l’amichevole contro i russi del Terek Grozny, e Cernigoi che pure ieri ha inanellato giri di campo a buon ritmo. In campo ha lavorato anche Siega, il cui recupero è previsto per fine mese, mentre non si sono visti Pucino, che lamenta sempre dolore per un principio di pubalgia, e Fabinho che oggi dovrebbe ricominciare a correre dopo l’operazione sostenuta il 13 febbraio scorso. Nei campi del centro tecnico non si sono visti i portieri Costa, Vigorito e Benussi, tutti e tre in forte dubbio in vista della gara di domenica contro il Pisa. […]
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Chi si rivede, Giulio Ebagua. Non illudetevi troppo: è presto per accertare la sua presenza, almeno in panchina, domenica al Menti con il Pisa. Intanto, però, la punta ha effettuato ieri pomeriggio, al centro tecnico Morosini, il riscaldamento con i compagni, che di per sé é già una notizia positiva. L’aveva detto Pierpaolo Bisoli giorni fa: c’era la possibilità che Ebagua si riaggregasse alla squadra martedì. A Isola, comunque, la presenza del nigeriano non è assolutamente passata inosservata, tanto che un tifoso (ieri al di là della rete era presente un bel gruppetto nutrito e divertito di supporters biancorossi) ha esclamato: «Ecco il nostro Dio, ciao Giulio!». Ed Ebagua, divertito, ha risposto con un grande sorriso.Dopo qualche giro di campo, Ebagua ha svolto una seduta personalizzata con lavoro di corsa ed esercitazioni con la palla; Renato Barbosa si è regolarmente allenato con il gruppo; Salvatore D’Elia e Alessio Vita hanno svolto un allenamento differenziato sul campo; Iacopo Cernigoi e Petar Zivkov hanno corso sul campo; programma personalizzato per Nicholas Siega (esercitazioni con la palla); terapie e palestra per Francesco Benussi, Mauro Vigorito, Davide Costa, Fabinho e Raffaele Pucino; Seydou Doumbia non ha preso parte all’allenamento per un virus influenzale. […]
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Andrea Pregnolato ha un’unica “colpa”. Quella, se così si può dire, di aver incrociato il destino del difensore della Triestina Alberto Marchiori provocando il rigore – trasformato poi da Franca al 36’ – valso domenica scorsa il pareggio degli alabardati sulla Vigontina San Paolo. Per carità, strappare un punto alla Triestina, di questi tempi, è un’impresa e la “Vigo” ci è riuscita anche grazie all’ottima prestazione dello stopper vicentino, affiancato dall’ormai esperto Andrea Guagnetti. «Abbiamo giocato a viso aperto contro una grande squadra», afferma il centrale 22enne, arrivato a dicembre dal Montebelluna. «Certo, la Triestina ha avuto ottime occasioni, ma noi abbiamo sempre risposto con carattere». […] La lotta per non retrocedere, avvicendamenti in panca a parte, si fa sempre più dura: nell’ultimo turno hanno vinto sia la Calvi Noale (4-0 al Vigasio) che il Montebelluna (corsaro ad Este grazie al rigore di Soncin), proprio le due squadre da voi messe nel mirino. «Abbiamo fatto un passo in avanti, ma i risultati delle altre non ci hanno aiutato. Dobbiamo recuperare 12 punti e, ora come ora, più che in un’impresa dobbiamo sperare in un vero e proprio “miracolo”. Abbiamo otto partite per entrare nei playout e ci crediamo, soprattutto dopo la bella prestazione con la Triestina». La Serie D, domenica 12, osserverà un turno di riposo. Le quattro padovane torneranno in campo il 19 marzo con il derby Abano-Este, oltre a Cordenons-Vigontina e Campodarsego-Eclisse Carenipievigina.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Sul campo della capolista Frosinone, nel posticipo televisivo, dove hai addosso gli occhi di tutti. Nella bella cornice di pubblico del Matusa, in una serata dalle condizioni atmosferiche da veri leoni. Paolo Bartolomei non s’è fatto mancare davvero niente per il suo primo gol in serie B. Una rete rocambolesca, con il pallone maldestramente spazzato via da Mazzotta che gli sbatte sullo stinco e finisce nel sacco. Ma chissenefrega com’è arrivata, l’importante è che abbia permesso al Cittadella di portare a casa un prezioso pareggio al cospetto della capolista, che aveva ottenuto tre vittorie e due pareggi nelle ultime cinque partite disputate. Bloccando la corsa del Frosinone, i granata hanno fatto felici Verona e Spal, le due immediate inseguitrici dei ciociari, ma prima di tutto il Cittadella il regalo l’ha fatto a se stesso, perché si porta a casa oltre al punto anche una bella iniezione di fiducia e autostima, per riprendere la corsa verso i play off. Tra i più contenti della trasferta c’è Paolo Bartolomei, appunto, che non ha saputo tenere a freno l’esultanza per il primo sigillo in maglia granata. «Ho fatto una corsa sfrenata, ero troppo felice, non sapevo nemmeno io come festeggiare e quindi mi sono messo a correre e urlare. Sono partito dall’Eccellenza, e arrivare a far gol in serie B mi ripaga dei sacrifici fatti. Non lo scorderò mai. Sono molto contento, era da tanto tempo che ci provavo. La soddisfazione è ancora più grande per averlo realizzato davanti alla capolista». […] Cosa vi restituisce un pareggio così importante? «Sicurezza e forza. Arriviamo alla partita di sabato liberi mentalmente, e quando riusciamo a giocare come sappiamo, siamo davvero forti». Ci sono tante squadre in corsa per i play off. Da qui alla fine sarà una finale dietro l’altra. «Meglio pensare a una gara per volta, tra un mese guarderemo meglio la classifica». Il Cittadella è rientrato a casa nel tardo pomeriggio, oggi la squadra granata si allenerà al Tombolato, dove ieri hanno lavorato Benedetti, Paolucci e Strizzolo.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Il primo gol è come il primo bacio. Sarà per questo che Paolo Bartolomei dedica il primo sigillo in Serie B della sua carriera alla compagna. «Sono davvero contento, era da tanto che lo inseguivo ed è arrivato in una partita importantissima», racconta il centrocampista lucchese, ingannando l’attesa dell’aereo che da Roma ieri pomeriggio ha riportato lui e i compagni del Cittadella a casa. «Ho seguito l’azione e, quando ho visto che Mazzotta stava calciando, ho provato il tutto per tutto. Ho avuto anche un po’ di fortuna, non lo nego, ma sono stato bravo a crederci. E così è arrivato l’1-1». Dediche? «Alla mia ragazza Pamela e alla famiglia. Non scorderò mai questo gol, perché l’ho realizzato in una partita importantissima, in casa della capolista e perché ci ha permesso di raggiungere un pareggio che vale molto. Siamo stati bravi a contenere il Frosinone e a ripartire quando potevamo farlo. Fondamentale è stato non disunirci mai, rimanendo sempre compatti». C’è chi ha letto una nota polemica nella sua corsa sfrenata, come se fosse una risposta ai fischi con il Trapani. «No, quanto accaduto martedì non c’entra niente. L’esultanza rabbiosa è dipesa solo dal fatto che… ero felicissimo. Ho ripensato a tutti i sacrifici fatti per arrivare qui, il gol è stato una sorta di liberazione. Non sapevo nemmeno io cosa fare in quel momento, la mia è stata una corsa spontanea. Sono partito dall’Eccellenza segnando in tutte le categorie in cui ho giocato, ed ecco anche la B». Ad un certo punto avete anche accarezzato il sogno del colpaccio. Gli ingressi di Vido, Iunco e Schenetti hanno dato nuove energie e, nell’ultimo spicchio di partita, è sembrato che ne aveste di più rispetto agli avversari. «Avremmo potuto anche vincere. Ripenso, in particolare, all’azione creata tra Vido e Schenetti negli ultimi minuti. Ne abbiamo discusso anche in spogliatoio: un difensore ha spinto un po’ Schenetti impedendogli di arrivare puntuale alla deviazione. Poco male, comunque». […]
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Quattro punti per ripartire. E una mezz’ora finale sul campo della capolista che ha fatto luccicare gli occhi. Il Cittadella si guarda allo specchio e si riscopre bello e capace di soffrire: va sotto e subisce a lungo a Frosinone, ma poi si rialza e chiude alla grande. Blindando l’1-1 e sfiorando persino la vittoria piena in un finale da fuochi d’artificio. Insomma, il quinto posto e la bagarre in zona playoff rendono merito al grande lavoro di Roberto Venturato e stridono ancor più con i fischi ascoltati al Tombolato martedì, quando la squadra era sotto col Trapani in casa. Tanto da far dire a Venturato nel prepartita che «i tifosi dovrebbero essere orgogliosi di quello che stiamo facendo. Lo scorso anno eravamo in Lega Pro e credo che nel nostro paese manchi la cultura calcistica». Lo si può anche comprendere l’allenatore italo-australiano, perché forse non c’è sufficiente consapevolezza che il Cittadella, con il budget più basso della serie B, è lì a sgomitare per i primi posti, riuscendo persino a mascherare i suoi difetti difensivi. Perché quando reggi l’urto di Dionisi-Ciofani con la coppia Pelagatti-Varnier, capisci che qualcosa di grande è stato fatto e l’orgoglio di Venturato è normale. «Credo che il pareggio ci possa stare — spiega — con una squadra così forte ci gratifica essere riusciti a portare via un punto. Nel complesso abbiamo fatto una buonissima prestazione, come ripeto spesso la continuità di prestazioni è fondamentale: se fossimo riusciti a portare a casa qualche pareggio in più ora la nostra classifica sarebbe ancora migliore». […]
Ore 12.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un Venezia sempre più padrone della Lega Pro vuole dribblare il Padova (ore 19 al Penzo) per dominare anche in Coppa Italia. […] «Abbiamo il 50 per cento di possibilità di passare – mette in chiaro Inzaghi – non c’è da gestire nulla ma solo da giocare come facciamo sempre. Turnover? Ho dimostrato di avere 25 uomini, quindi non schiererò riserve ma altri titolari. È vero che il campionato pressa, nelle vittoriose trasferte con Sambenedettese e Teramo abbiamo speso molto, quindi valuterò la condizione di tutti nella rifinitura di stamani e vedrò chi far rifiatare». Il modulo sarà il consueto 4-3-3: tra i pali conferma per il numero uno di coppa Vicario, in difesa straordinari per Modolo (che sarà assente per squalifica domenica al Penzo, ore 16.30, contro il Modena) al cui fianco ci sarà Cernuto, con Malomo terzino a destra dopo il turno di stop e uno tra Galli e Pellicanò a sinistra. In regìa rifiata Bentivoglio a favore dello sloveno Stulac, il quale sarà supportato da Fabris e Acquadro, mentre davanti con il bomber di coppa Ferrari (5 reti nella competizione compresa quella dellandata all’Euganeo, poi vanificata da Mazzocco) si giocano due maglie Caccavallo, Tortori e Fabiano. […] «Padova, Parma, Reggiana e Pordenone sono al nostro livello. È normale che adesso la Coppa Italia possa diventare il primo obiettivo, ma si sappia che per il Venezia oggi è lo stesso» chiosa Inzaghi.
Ore 11.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] A sentire Pippo Inzaghi da un lato si coglie come ci sia poca sorpresa nel fatto che Brevi non molli per la vetta, dall’altro decriptando il suo pensiero si ascolta anche un assai significativo «è normale che il Padova rispetto all’andata porti tutti i titolari, è ovvio che adesso magari possano mettere nel mirino la Coppa Italia e che possa diventare il primo obiettivo, sarà così anche per noi. E poi, per quello che ci riguarda, dobbiamo pensare a noi stessi. Tutti dicono che la Coppa non interessa ma quando poi si arriva in fondo tutti vogliono vincerla». Detto che nessuno pensa all’ultimo atto, perché l’ostacolo da superare è comunque duro, l’impressione è che i due allenatori penseranno fino all’ultimo a chi schierare. […] E Inzaghi glissa sulle polemiche echeggiate in settimana, sottolineando che «ha già detto tutto bene il direttore. Il pareggio del Parma con il Forlì? Fa piacere, certo, ma la strada è ancora lunga». Al Penzo non ci sarà il pienone e probabilmente non si toccherà neppure quota tremila. Ma tant’è, l’orario è a dir poco insolito e la componente logistica è la solita. Nessuna sorpresa, insomma. E derby sia.
Ore 11.30 – (La Nuova Venezia) «Vogliamo la finale, credo che questo gruppo se lo meriti». Pippo Inzaghi va diretto, mette il Padova nel mirino e punta al pass all’epilogo della Coppa Italia. Venezia che riparte dal pareggio con gol (1-1) dell’Euganeo, un piccolo vantaggio per gli arancioneroverdi che però il tecnico piacentino non considera fondamentale. «Sì, è vero, partiamo dall’uno a uno di Padova e giochiamo in casa», ha osservato Pippo Inzaghi, «però abbiamo il 50% di probabilità di qualificarci per la finale. E’ un piccolo vantaggio, un buon risultato all’andata, ma non scenderemo in campo pensando di poter anche pareggiare senza reti, risultato tra l’altro quasi mai uscito nelle nostre partite». Bisogna infatti risalire alla seconda giornata, a Mantova, per ritrovare l’unico 0-0 del Venezia in campionato, mentre al Penzo ha segnato sempre al meno una rete. «Non è nel nostro dna giocare per lo 0-0, cercheremo di impostare la nostra solita partita». Venezia che punta alla finale di Coppa Italia di Lega Pro, traguardo mai centrato, visto che nel 1991 la corsa si fermò proprio in semifinale con il Monza. «La Coppa Italia a inizio stagione può essere vista come un peso che chi punta al campionato», ha spiegato Inzaghi, «ma strada facendo acquista sempre più importanza e vogliamo compiere l’ultimo passo. Finale anticipata? Non credo proprio. Ci saranno poi altre due partite contro Matera o Ancona». Come avvenuto nelle gare a eliminazione diretta (Sudtirol 4-0, Reggiana 5-3 ai rigori, Como 2-1 e Padova 1-1), il tecnico effettuerà un ampio turn-over. «Ho sempre detto che ho 25 titolari, le due trasferte con Samb e Teramo sono state molto dispendiose, giocherà chi starà meglio». […]
Ore 11.00 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Favaro; Sbraga, Russo, Monteleone; Madonna, Gaiola, Berardocco, Bobb, Tentardini; Dettori; De Cenco.
Ore 10.50 – (Gazzettino) «L’affrontiamo con le nostre caratteristiche e cercheremo di creare più difficoltà possibili al Venezia. Fermo restando che è una sfida particolare e dobbiamo essere bravi e attenti perché è aperta a qualsiasi risultato. Magari non dobbiamo cercare di ribaltare subito il risultato, ma bisogna avere pazienza e cercare di giocarci al massimo le nostre carte». Vincere la Coppa equivale come arrivare secondo in campionato, con tanto di primo turno play off saltato. «Vero, però credo che anche il Venezia abbia le stesse nostre motivazioni perché puoi portare a casa un trofeo». In dubbio Alfageme, che ieri è rimasto ai box, oltre a De Cenco in attacco rispetto all’andata Brevi potrà contare su Neto Pereira (ieri raggiunto alla Guizza dalla compagna Elena e dalla piccola Bianca nel passeggino) e Altinier. «Sono entrambi disponibili, ma dobbiamo utilizzarli sempre pensando che il campionato non è finito».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Le scorie post-Reggiana non sono state ancora del tutto assorbite, ma il Padova torna già oggi in campo per il secondo atto della semifinale di Coppa Italia con il Venezia al Penzo. Per approdare alla finale (andata 22 marzo, ritorno 26 aprile) i biancoscudati, oltre alla vittoria, possono contare sul pareggio con almeno due gol. Nel caso in cui invece il tempo regolamentare terminasse 1-1 come all’Euganeo, sono previsti supplementari ed eventuali rigori. «È una partita da dentro o fuori – esordisce Brevi – e ci teniamo ad andare in finale. Sappiamo di dover segnare, ma finora abbiamo fatto pochi 0-0, quindi l’auspicio c’è». Magari una spinta in più arriva anche dalla rabbia per il torto arbitrale di Reggio. «È passato talmente poco tempo da domenica, ma già si è detto di tutto e di più e dobbiamo mettere ogni cosa alle spalle. Non è semplice, però questa è un’altra partita e il Venezia non ha responsabilità per quello che è accaduto. Non possiamo avere gesti isterici per una gara che sappiamo essere importante visto che, ripeto, è da dentro o fuori».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Anche oggi non mancherà al Penzo un adeguato sostegno da parte del popolo biancoscudato, pronto a trascinare la squadra nel derby che potrebbe regalare la finale di Coppa Italia. Ieri, alla chiusura della relativa prevendita, i biglietti venduti per il settore ospiti, che oggi non saranno disponibili ai botteghini dello stadio veneziano, erano 294 su 1.950 complessivamente acquistati. […] Così il tecnico veneziano Pippo Inzaghi alla vigilia del derby: «Grazie al pareggio per 1-1 dell’andata, abbiamo un piccolo vantaggio, ma non potremo certo giocare per lo 0-0. Oltretutto non è nelle nostre caratteristiche speculare sul risultato, visto che cerchiamo sempre di imporre il nostro gioco. La formazione? Devo fare ancora delle valutazioni in considerazione delle partite a distanza ravvicinata».
Ore 10.10 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Favaro; Sbraga, Russo, Monteleone; Madonna, Gaiola, Berardocco, Bobb, Tentardini; Dettori; De Cenco.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E meno male che ha tutti a disposizione… «Dobbiamo verificare solo Alfageme, che domenica era in panchina ma non stava benissimo. Gli attaccanti ci sono, dobbiamo pensare anche al campionato, ma sapendo che è una gara da dentro o fuori, che possiamo solo vincere o pareggiare con più di un gol, l’imperativo è segnare». […] La partita con la Reggiana, insomma, ha lasciato strascichi sull’umore e sulla classifica. Ma a dieci giornate dal termine del torneo, nonostante tutto, il Padova continua a sperare nella grande rimonta. «Non è finita, siamo a 8 punti dal Venezia ma abbiamo tutte le carte in regola per giocarcela, quindi bisogna continuare a crederci», ripete Brevi. «Contro una squadra forte come la Reggiana la risposta della squadra è stata ottima: stiamo dimostrando di potercela giocare, e continueremo a farlo». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Oscar Brevi se la vuole giocare al massimo delle possibilità. Il campionato rimane la priorità, un leggero turnover ci sarà, ma nessuno dei “big” verrà lasciato deliberatamente a riposo in vista del match con il Santarcangelo di domenica 12. «Nessuno resterà a casa», l’annuncio alla vigilia del tecnico. «Valuteremo le condizioni di tutti, ma se nelle altre gare avevamo portato i ragazzi della Berretti, stavolta non lo faremo. Ormai siamo vicini alla finale, e forse serve più a noi, visto che la Coppa darà l’accesso ai playoff come seconda, ma penso che entrambe le squadre ci tengano. Cercheremo di creare più problemi possibili all’avversario, dovremo essere bravi e attenti perché sarà una partita aperta a qualsiasi risultato: non dobbiamo provare a ribaltare l’1-1 dell’andata da subito, ma avere pazienza e giocarci le nostre carte».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Dentro o fuori. Una sola partita per decidere chi, tra Venezia e Padova, andrà a giocarsi la finale di Coppa Italia di Lega Pro contro la vincente di Ancona-Matera (0-1 all’andata, oggi alle 14.30 il ritorno allo stadio “Del Conero”). Questa sera i biancoscudati tornano al “Penzo”: l’impianto che fu il “teatro dei sogni” lo scorso novembre vive un appuntamento senza appello, perché la semifinale si decide qui. Si riparte dall’1-1 del 22 febbraio all’Euganeo, il che significa che chi vince passa il turno: con lo 0-0 si qualifica la squadra di Inzaghi, con un altro 1-1 si va ai supplementari ed eventualmente ai rigori, mentre qualunque pareggio dal 2-2 in su premia il Padova. Che, scivolato a 8 punti dalla vetta del girone B dopo la discussa partita di Reggio Emilia, le cui ferite non sono ancora rimarginate, avrà un motivo in più per tentare l’assalto alla Coppa.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Non ci sarà il grande esodo registrato in occasione della sfida d’andata in campionato, ma i tifosi biancoscudati al “Penzo” faranno comunque sentire la loro voce e spingeranno la squadra verso una finale che manca da ben 37 anni: ieri sera si è chiusa la prevendita per il settore ospiti, e la quota raggiunta è stata di 297 biglietti staccati, su un totale di 1.950. Oggi, all’esterno dello stadio veneziano, saranno venduti i tagliandi per gli altri settori, con la promozione ad un solo euro per le donne. Visto lo sciopero nazionale dei treni, in vigore dalla notte scorsa e sino alle 21 odierne, per i tifosi padovani che raggiungeranno la laguna è stato predisposto un servizio-navetta da Marghera: i padovani potranno salire, tassativamente entro le 17, sui pullman che dal parcheggio Expo Aquae (via Galileo Ferraris, 14, Venezia) li porteranno a Santa Marta, dove saranno imbarcati su un vaporetto appositamente predisposto per trasferirli al “Penzo”. Il tutto per un costo complessivo di 8 euro, fra andata e ritorno.
Ore 09.10 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Favaro; Sbraga, Russo, Monteleone; Madonna, Gaiola, Berardocco, Bobb, Tentardini; Dettori; De Cenco.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) L’orario non aiuta, la voglia di finale sì, le polemiche mettono pepe in tavola ma stavolta si cerca anche di spargere acqua sul fuoco. Insomma, la battaglia dovrà esserci solo sul rettangolo verde, come è giusto che sia. Venezia-Padova, capitolo tre in stagione. Ore 19, stadio Penzo, terza sfida stagionale tra le due grandi rivali, distanziate in campionato da otto punti e da un oceano di rivalità. Rivalità sana però, tutta sportiva, perché a leggere i commenti sui social da entrambe le parti c’è felicità e voglia di continuare questo derby infinito, tanto che qualcuno in laguna augura al Padova già di vincere i playoff. Immaginando, chiaro, un primo posto blindato del Venezia, ancor più dopo il pari fra Parma e Forlì, che rallenta — eccome se la rallenta — la corsa dei Ducali al primo posto. Oggi, però, il tema dominante sarà solo la Coppa Italia: in palio la finale e il fatto che Oscar Brevi porti al Penzo non più i ragazzi della Berretti come all’andata ma pure i titolari fa intendere che il Padova ci proverà, a staccare il pass per l’ultimo atto della competizione. Anche se poi, stringi stringi, non si capisce bene se l’allenatore milanese consideri o meno un vantaggio il fatto di poter saltare un turno agli eventuali playoff. Da un lato perché, come precisa lui stesso «credo ancora al primo posto, anche dopo il pari di domenica e nonostante i punti di ritardo dal Venezia siano otto», dall’altro perché «c’è anche chi pensa che stare fermi quindici giorni saltando un turno ai playoff possa essere anche uno svantaggio. A fine stagione, quando le energie vanno gestite, dipende molto da come ci si arriva». […]