Il presidente Giuseppe Bergamin ha voluto andare al cuore del problema e già di prima mattina si è incontrato a Roma Fiumicino (dov’era in programma l’assemblea per l’elezione del presidente federale) con il designatore della Can Pro, Antonio Giannoccaro. Il quale, ovviamente, è arrivato preparato all’appuntamento: «Sapeva di cosa dovevamo parlare, già domenica sera gli era stato riferito l’episodio», ha rivelato Bergamin. «Gli ho espresso il nostro sentimento di ingiustizia per quello che non definisco nemmeno un errore. Non è stato un errore, l’arbitro aveva preso la decisione giusta e poi se l’è rimangiata. L’assistente, che era a 50 metri di distanza da dove è stato commesso il fallo, si era avvicinato solo perché attendeva che venisse battuto il rigore. L’arbitro ha annullato la sua decisione, una cosa che non ha precedenti». Giannoccaro cosa le ha risposto? «Che avrà un incontro con Camplone per cercare di capire cosa possa essere successo. Al momento non sa che spiegazione darsi, visto che lo considera uno dei direttori di gara più preparati della categoria. Il designatore incontra gli arbitri ogni settimana, approfondirà questa vicenda, ci risentiremo e mi farà sapere».
Voi, come società, pensate di muovervi ancora a livello istituzionale? «Credo di aver fatto ciò che era doveroso fare. Se le cose vengono dette nella maniera giusta, ci sono più probabilità che siano recepite. È corretto avere un confronto bilaterale. Non chiediamo ovviamente favori, ma in un’ottica di collaborazione è giusto esprimere le proprie perplessità anche per cercare di aiutare chi prenderà le decisioni a farlo nella maniera più approfondita e accurata possibile». A freddo, che idea si è fatto di quanto è successo? «Abbiamo subìto una grandissima ingiustizia, l’arbitro penso abbia peccato in personalità e fermezza. Non può essere che 20 persone ti saltano addosso e ti fanno cambiare idea. Io ho sperato molto che questo episodio alla fine non si rivelasse decisivo, ma così purtroppo non è stato. Arrivati a questo punto della stagione, decisioni del genere possono compromettere un campionato. Un arbitro può sbagliare, ci mancherebbe! Ma dev’essere convinto della sua scelta, anche se errata».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Un faccia a faccia di circa mezz’ora con Danilo Giannoccaro per fare sentire le proprie ragioni. Dopo il torto subito dall’arbitro Giacomo Camplone di Pescara nella sfida con la Reggiana, il presidente Giuseppe Bergamin ha avuto modo di tornare sull’episodio incriminato con il designatore dei fischietti di Lega Pro all’Hilton Hotel di Fiumicino, dove ieri si è tenuta l’assemblea federale che ha rieletto Carlo Tavecchio alla presidenza della Federcalcio fino al 2021. «È la prima persona che ho cercato quando sono arrivato – racconta Bergamin – Abbiamo parlato a quattr’occhi, mi ha detto di essere al corrente di quanto è accaduto e di essere dispiaciuto. Anche se non ha avuto ancora tempo per approfondire l’episodio: lo analizzerà perché considera Camplone uno dei direttori di gara più accreditati della Lega Pro, e non si spiega questo atteggiamento. Mi ha ringraziato tanto, visto che considera il nostro giudizio molto importante, e ci risentiremo nei prossimi giorni. Non cambierà qualcosa, ma cerco di essere collaborativo. E mi aspetto qualcosa di concreto, nel senso che ci sia una presa di posizione del designatore. Non è sufficiente che un arbitro sia solo bravo tecnicamente, deve avere anche personalità». Il che lascia pensare che una volta analizzato a fondo l’accaduto, Giannoccaro prenda la decisione di tenere Camplone lontano dai campi per qualche domenica.
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)