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Ore 22.40 – Lega Pro girone B, fischio finale: Parma-Forlì 1-1.
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Al gong dell’arbitro prevalgono incredulità e delusione, qualcuno esce dalle righe e un tifoso imbufalito avvicina il presidente Stefano Rosso dopo aver urlato qualcosa al direttore Seeber. Il tifoso va in pressing sul presidente, gli chiede conto del mercato al ribasso di gennaio finché Rosso sbotta. «Basta! – strilla – Falzerano è partito perché lui voleva andarsene, sia chiaro. Mi sono stufato di questa storia. E Cenetti non si è più messo a disposizione».Per un attimo la tensione si taglia col coltello, il vicepresidente Roberto Masiero si adopera perché torni la calma e accompagna Stefano all’uscita della tribuna. Nei minuti conclusivi del match dalla Gradinata Est, spicchio abituale del Gruppo Grappa, gli ultrà giallorossi avevano alzato un paio di cori contro la società, dopo che, per tutto l’incontro erano stati encomiabili a incitare la squadra. Non solo: sabato pomeriggio si erano presentati al campo di Sacro Cuore di Romano alla rifinitura, per spronare e spingere il Soccer Team a rialzare la testa. Tutto inutile. Quanto a Valerio Bertotto, accolto dagli applausi all’ingresso in campo, davanti ai taccuini si sforza di essere propositivo. «Mi tengo l’inizio e la reazione conclusiva – analizza il nuovo allenatore della Virtus – dobbiamo ripartire dalla dimensione caratteriale degli ultimi 15-20 minuti quando abbiamo messo alle corde il Mantova. Dopo la rete di Stevanin ho anche creduto nel pareggio perché li stavamo schiacciando nella loro area. E in un momento come questo anche un punto sarebbe stato d’oro non tanto per la classifica, quanto per spezzare la serie negativa, psicologicamente ne abbiamo un gran bisogno. Ora siamo convalescenti, è evidente – incalza – ogni situazione può farci male: avevamo approcciato la sfida bene, poi una volta incassato lo 0-1 è calata la fiducia e siamo andati in difficoltà. Ma sarebbe limitativo ascrivere il ko a una questione solo mentale». […]
Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Anche il Mantova si beve Bassano come un frizzantino al bar gelando gli effetti dell’avvento di Bertotto ed è la quarta sconfitta di fila. Non accadeva da cinque anni e due mesi una striscia dell’orrore del genere. Non si deve ancora premere il pulsante d’emergenza, ma è bene attivare lo stato d’allerta perché i segnali sono di una formazione in caduta libera e chissà che basti Bertotto a frenare l’emorragia. Dovrà indossare i panni del Dr. House, perché salvo l’inizio e la fine, ieri Bassano ha avuto un andamento lento, lentissimo, da coma profondo. Intanto i posti playoff se li pappano gli altri.Il film della partita è, forse, una seconda visione di una sala di periferia, si rimane solo perché l’alternativa è la domenica sul divano davanti alla tv con la suocera in cucina. Persino quel fervido credente del pallone che è Bertotto dovrà aggiornare la propria fede: dovrà armarsi di pazienza e ascetismo tibetano per raddrizzare questo sgangheratissimo Bassano che, se il campionato iniziasse ora, stenterebbe a portare a casa la buccia. D’accordo che gli interpreti non sono più quelli dell’autunno caldo e razzente, ma anche i superstiti di allora hanno lo stesso dinamismo del Generale Giardino in viale delle Fosse: la squadra pare impiombatissima, mentalmente zavorrata e pure le gambe girano a vuoto, poco e male. Il Mantova si dimostra più pimpante e brillante del Modena, ma ai virgiliani non occorrono gli effetti speciali per saccheggiare il Mercante e firmare, al pari dei canarini, la loro prima razzìa da viaggio stagionale. Il Bassano odierno ha il pregio di rilanciare tutti, chissà che non ci riesca anche con sé stesso. […]
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) È un Vicenza che sa lottare e soffrire. Se fosse servita una nuova conferma, è arrivata sabato pomeriggio al Manuzzi di Cesena. In questo delicato confronto diretto infatti i biancorossi, pur con la rosa ridotta all’osso dagli infortuni, hanno tenuto il campo con ordine, senza perdere la bussola nemmeno dopo lo svantaggio quasi immediato (6 minuti scarsi di gioco quando Ciano ha sorpreso l’incerto Benussi). Il carattere giusto per sgomitare nella lotta per la salvezza (va bene chiamarla così, piuttosto che per non retrocedere?), insomma, c’è. […] La fase difensiva del Vicenza nel suo complesso a Cesena è stata davvero encomiabile. Non sarebbe stato possibile, altrimenti, concedere ai romagnoli padroni di casa un lunghissimo periodo di permanenza nella metà campo d’attacco (ben 15 minuti e mezzo, quasi il triplo di quanto De Luca e compagni abbiano fatto capolino dalla parte opposta) arrivando però a concludere a rete e centrare lo specchio solo 4 volte. I biancorossi hanno saputo contenere il tentativo di accerchiamento e sfondamento dei bianconeri, capitalizzando al meglio i pochi tiri scoccati ripartendo verso la porta di Agazzi: su 3 tentativi totali, 2 hanno centrato il bersaglio dei pali e sono risultati entrambi molto efficaci (il gol di Orlando e il colpo di testa di Adejo che ha costretto ad una difficile deviazione il portiere avversario). […]
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) In campo, subito dopo il gol, Bisoli l’ha quasi alzato da terra tirandolo per il ciuffo. Pare che l’abbia persino minacciato: «Te ne faccio fare altri cinque o sei di gol così!». E Giacomelli, ancora in panchina, l’ha strapazzato così forte da togliergli quasi il respiro. In sala stampa, poi, ci ha pensato l’insospettabile Gucher: complimenti, ma anche furberie. «Ti sei accontentato dopo che hai fatto gol!». Non farà certo male un po’ di sano cameratismo al buon Francesco Orlando: l’«Orlandino» dell’esordio di Vercelli si sta facendo grande. Sul cross di Bellomo è riuscito a ingannare sia Rigione che Ligi, rimasti entrambi su De Luca: Orlando è diventato anche un opportunista? “Il mister durante la settimana mi ha continuato a ripetere: “Attacca il secondo palo, attacca lì perché vedrai che la palla ti arriva”. E così quando ho visto che Bellomo andava sul fondo ho detto: mi posiziono qui. E per fortuna è arrivato il mio secondo gol. Sono molto contento”. Un gol provvidenziale anche perché è arrivato nel momento più delicato, a un soffio dall’intervallo. “Abbiamo preso gol dopo 6′, ma siamo stati bravi a rimanere lì e aspettare il momento giusto. Abbiamo portato a casa un punto importante. Come sempre il gol è un’emozione fantastica, e lo aspettavo da molto. Ma sarà più importante lo scontro decisivo con il Pisa e dovremo prepararci alla grande”. Questo suo secondo gol in B ha una dedica? “Lo dedico a tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto, fin dal primo momento: la mia famiglia, i miei parenti, mio nonno, gli amici che hanno sempre creduto in me”. […] «Orlandino» è cresciuto? “I compagni mi chiamano il “Piccolino”, ma è un soprannome di cui vado fiero”. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Onore a Tedino che non vuole minimamente parlare degli assenti. Non si nasconde dietro l’impossibilità di utilizzare 4 pezzi da novanta come Berrettoni, Burrai, Misuraca e Ingegneri. «Non mi sembra giusto toccare questo tasto. Siamo scesi in campo in 11 comunque». Bruno non ha visto una prestazione tanto negativa dei suoi ragazzi al Valentino Mazzola. «Abbiamo disputato un buon primo tempo. Forse uno dei migliori. I ragazzi hanno giocato bene e provato con grande disponibilità a eseguire quanto avevo chiesto loro. Onestamente, chiusa la prima frazione in vantaggio, nulla mi lasciava presagire che ci sarebbe sfuggita la vittoria. Una vittoria che sarebbe stata importante per noi e per l’ambiente». Cosa è successo allora? «Ci hanno fatto gol nella prima distrazione. Abbiamo subito il pareggio dopo 5′ per una disattenzione sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Non è la prima volta che ci capita. Non è che nella ripresa abbiamo giocato peggio di quanto fatto nei primi 45′: abbiamo semplicemente pagato le situazioni da calcio da fermo. È una nostra pecca. Non sono ancora riuscito a eliminarla. Dovrò riuscirci, perché o miglioriamo anche in questa fase di gioco o saremo costretti a restare sempre nella mediocrità». Bruno guarda poi avanti. «Come si riparte dopo questa sconfitta? Io si risponde da solo conosco un unico metodo, basato sul lavoro con la mentalità dei professionisti e il carattere di chi vuole reagire». Ramarri sempre quinti, ma ora a 13 punti dalla capolista Venezia, che ha vinto 4-1 a Teramo. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Lontano dal Bottecchia il Pordenone non fa più punti. A Santarcangelo è arrivata la quarta sconfitta consecutiva in trasferta di questo 2017. Tre sono stati i gol finiti nel sacco di Matteo Tomei, esattamente come all’andata al Bottecchia. Però contrariamente a gara uno, quando i ramarri riuscirono per tre volte a recuperare lo svantaggio, in Romagna non sono riusciti a battere Nardi nemmeno una volta. Anche la rete del momentaneo e illusorio vantaggio neroverde al Valentino Mazzola è stato infatti uno sfortunato e imbarazzante autogol di Rossi. Troppi quattro top player assenti per questo Pordenone. Oltre a Burrai e Berrettoni, nemmeno saliti sul pullman partito dal Centro De Marchi al pari di Pellegrini e Parodi, Tedino ha dovuto rinunciare a Ingegneri (in panca perché non in condizione) e a Misuraca (febbricitante e rimasto in albergo). Non è mancata la buona volontà, a Stefani e compagni, come testimoniano gli 11 calci dalla bandierina. Sono mancati invece automatismi, fluidità nel far correre la palla e precisione in fase di conclusione. Sicché, dopo aver chiuso la prima frazione in vantaggio, i ramarri hanno subito la reazione dei padroni di casa, trascinati dal neoentrato Jadid. Ancora una volta sono state pagate a caro prezzo le situazioni derivanti da calci d’angolo che hanno portato ai gol di Cori e di Adorni. Viste le assenze contemporanee a centrocampo di Burrai e Misuraca, il tecnico neroverde è partito con un 4-3-2-1 che prevedeva Cattaneo esterno di centrocampo e Padovan e Martignago larghi in attacco, a supporto di Arma. Marcolini ha risposto con un 3-5-2 molto prudente. […]
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Difficilmente Bruno Tedino ha parole dure nei confronti della sua squadra. Tuttavia stavolta anche un tecnico come lui che vede sempre positivo non ha pietà nel definire il secondo tempo del suo Pordenone. «Non mi sarei mai aspettato un crollo del genere – tuona a fine gara il trainer –: non va bene. Bisogna fare un salto di qualità e io lo esigo visto che non voglio stare nella mediocrità». Il Pordenone torna dalla Romagna amani vuote, un’occasione sprecata per agganciare la Reggiana al quarto posto e Tedino non ci sta. «Queste gare insegnano una cosa: bisogna sempre stare concentrati per 100’, nessuno fa sconti – afferma in conferenza stampa a Santarcangelo –. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo, forse il migliore della stagione. Poi, entrati nella ripresa, abbiamo commesso un errore che ha originato il calcio d’angolo dell’1-1. Quindi abbiamo mollato e gli avversari hanno segnato il secondo e il terzo gol: non è la prima volta capita – continua – ed è colpa soprattutto mia visto che sono il responsabile tecnico. Dobbiamo lavorare perché queste cose non le tollero: stiamo buttando via un’occasione d’oro». A parziale discolpa vanno menzionate le assenze pesanti che gravavano sulla squadra: erano out Misuraca, Berrettoni, Ingegneri e Burrai, ben quattro titolari in ogni settore del campo. «Non accetto questo tipo di alibi – spiega Tedino –. Nel primo tempo abbiamo fatto bene anche senza di loro, quindi la squadra è pronta e viva. Non mi va proprio di parlare di questo aspetto perché chi gioca ha la mia fiducia. Oggi (ieri, ndr) dobbiamo solo recitare il mea culpa». […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Un’altra brutta sconfitta, simile a quella di Teramo. Il Pordenone in trasferta proprio non va, arriva il quinto stop esterno di fila. A Santarcangelo Tedino ha tutte le attenuanti del caso, dovendo presentare una formazione mai così rimaneggiata: alle assenze annunciate di Berrettoni, Burrai, Pellegrini e Parodi si aggiungono quelle di Ingegneri – era in dubbio, non ce l’ha fatta a recuperare – e Misuraca, messo ko da un improvviso attacco febbrile. In panchina soltanto sei giocatori, tra cui lo stesso, inutilizzabile Ingegneri. Emergenza piena, dunque, ma tutto ciò non basta a spiegare una prestazione ottima nel primo tempo e totalmente disastrosa nel secondo, un’inspiegabile metamorfosi incominciata con il gol del provvisorio 1-1 dei padroni di casa, che ha dato il la alla rimonta vincente. […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia sbanca Teramo rifilando un 4-1 meritatissimo ai diavoli rossi ed in sala stampa, dopo la legittima soddisfazione di mister Inzaghi, arrivano anche i calciatori. In particolar modo, al Bonolis, compare il centrocampista Simone Bentivoglio sempre pronto ad osannare il successo: «Vittoria bella e meritata, raccogliamo tre punti importanti che ci permettono di mantenere il primato e continuare a sognare la promozione diretta». […] Quasi inutile chiedere il finale di gara con il 4-1 che ha sancito la definitiva vittoria arancioneroverde. Bentivoglio passa ad altro. Mercoledì c’è il retour-match di Coppa Italia contro il Padova. In vista di questo impegno l’ex clivense lancia il guanto di sfida ai patavini: «Abbiamo sempre dimostrato di avere una rosa lunga e competitiva. Chiunque scende in campo dà il suo contributo, e questo accadrà lo stesso anche nel derby di ritorno. Vogliamo la finale e faremo di tutto per ottenerla».
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Subito dopo la fine del match disputato sul sintetico di Piano d’Accio, mister Inzaghi appare molto soddisfatto per il risultato raggiunto dai suoi ragazzi: «Nelle ultime undici partite abbiamo ottenuto 9 vittorie e 2 pareggi. È difficile chiedere qualcosa in più alla mia squadra, con una marcia del genere dovremmo avere qualche punto in più sulla seconda. Purtroppo dietro di noi c’è il Parma che non molla e dovremo soffrire fino all’ultima giornata se vogliamo la promozione diretta. Se fossimo stati in un girone diverso probabilmente il discorso sarebbe stato già chiuso da tempo». […] Infine Inzaghi rivolge un appello al pubblico lagunare: «Adesso è il momento che la gente di Venezia torni in massa al Penzo. Ci stiamo giocando la Serie B, e questi ragazzi meritano di giocare in uno stadio pieno». Troppe volte i suoi ragazzi hanno notato vuoti sulle tribune del proprio stadio.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia rifila un sonoro poker al Teramo, quattro schiaffoni che bruciano, e tanto, sulla pelle di una squadra che sperava di risalire la china e che, invece, si trova sempre più invischiata nella zona rossa della classifica. Gli arancioneroverdi, va detto, hanno dominato, specie nella ripresa, quando le forze dei diavoli sono venute meno ed i cambi sapienti di Inzaghi, che ha intasato le linee difensive, hanno fatto il resto. Il gol di Marsura, però, è stato lo spartiacque della gara. Arrivato in chiusura della prima frazione, è parso come una manna per il Venezia ed una mazzata tra capo e collo per i teramani. Sullo 0-1, infatti, la speranza di un golletto c’era sempre, il 2-0, invece, ha costretto i biancorossi a scoprirsi ancor di più per rimontare, ed il Venezia è andato a nozze colpendo con Bentivoglio e poi difendendosi con ordine dai disordinati, quanto sempre più stanchi, attacchi dei diavoli rossi. Ricette per cambiare la storia non ce ne sono. Ugolotti dovrà cercare, da oggi in avanti, di fare punti perché il fondo classifica si avvicina a grandi passi, per il Venezia, invece, solo conferme. Un impianto di gioco solido, una difesa impenetrabile, un centrocampo dinamico e concreto al tempo stesso, un attacco che ha fatto il suo con pieno merito. Ed un 4-1 conseguenziale. A lungo i biancorossi hanno sperato, difendendosi in origine anche a 5, di sorprendere Vicario. Niente da fare. […]
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Sei punti nelle trasferte di San Benedetto del Tronto e Teramo e il Venezia dà un segnale importante al campionato. «Nelle ultime 11 gare», commenta l’allenatore Filippo Inzaghi, «abbiamo ottenuto 9 vittorie e 2 pareggi. Con questo ritmo avremmo dovuto avere qualche punto in più sulla seconda, ma sappiamo che il Parma è una grande squadra e non perde un colpo. Sapevamo che la trasferta di Teramo non sarebbe stata facile. Si giocava sul sintetico, non siamo abituati, e pure l’avversario era temibile. Segnare il 2-0 a fine del primo tempo è stato importante, ma potevamo farlo anche prima nei contropiedi avuti. Poi siamo tornati in campo con un approccio che mi è piaciuto, abbiamo centrato il 3-0 e ho fatto dei cambi perché loro non riaprissero la gara: se vai sul 2-3 tutto torna in discussione e ho preferito inserire Cernuto. Stiamo tenendo un passo incredibile, cresciamo incontro dopo incontro». […] Al debutto in Lega Pro, Guglielmo Vicario. «I compagni mi hanno aiutato molto», dice il portiere, «e sono sempre stato tranquillo. Il Teramo è una buona squadra, ha ottimi giocatori come Sansovini, ma noi siamo forti e in un buon momento di forma. Ora arriva il Padova. Non so se scenderò il campo, ma ho a fianco un compagno come Facchin che mi sostiene». Entra e segna, invece, Ferrari, con una rete che dà morale all’attaccante pure in vista del Padova. «Sono entrato in una fase delicata della partita», spiega, «e ho sfruttato gli spazi. Sono felice a Venezia, spero si arrivi alla serie B». Per Marcello Falzerano è stata una prova di forza: «Abbiamo tanti giocatori che sanno leggere le partite. Siamo molto determinati».
Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Se volete facciamo parlare prima i numeri: due trasferte, San Benedetto e Teramo, sei punti, sette gol, e siamo alla quinta vittoria consecutiva. Ecco a voi il Venezia, squadra padrona del campionato, squadra che ha gettato la maschera non perché il Carnevale sia finito ma perché ha trovato anche la continuità di risultati, di gioco, di concretezza. Tre palloni l’altra settimana alla Sambenedettese, quattro palloni stavolta al Teramo, non sarà par condicio (in effetti alla Samb è andata meglio) ma è un segnale di forza che poco alla volta comincia a mettere panico negli avversari di turno e di classifica. Punteggio tuonante al “Bonolis” di Teramo. Il diluvio di una mattinata grigia si trasforma in raggi di sole quando la Inzaghi-team entra in campo. Il Teramo non merita la classifica che ha, ma spesso dimentica che gli errori contro le squadre forti costano cari e hanno pagamento immediato. Sicché bastano 8’ per arrivare al primo gol. Bravo Domizzi a mettere la testina sul cross di Zampano, bel gol. Ma se invece di farlo il Venezia un gol così, l’avesse preso Inzaghi, starebbe ancora urlando di rabbia. […] Finisce in gloria, 4-1 fuori casa è tanta roba, ma più del punteggio vale l’atteggiamento di una squadra di valore, che chiude sotto la curva, a dire grazie a chi si è sciroppato la trasferta più lunga della stagione. Ma ne valeva la pena.
Ore 15.00 – (Gazzettino) Tutte le dirette avversarie di classifica hanno vinto, e il Cittadella se vuole ancora coltivare il sogno dei play off deve tornare al successo in trasferta, per restare aggrappato al suo piccolo, grande sogno. L’ostacolo, questa volta, è di quelli da circoletto rosso, perché si andrà a giocare sul campo della prima della classe, il Frosinone, che Venturato nella conferenza stampa della vigilia ha definito «La squadra più forte». Il Cittadella, però, non alza la bandiera bianca senza provarci, e anche al cospetto della capolista non snaturerà il suo gioco. «È giusto che i miei giocatori cerchino sempre di fare la partita, di giocare come sanno, senza cambiare mentalità e schemi a seconda dell’avversario. Sicuramente c’è da migliorare, molto, nella lettura dei momenti salienti dell’incontro dobbiamo essere più lucidi, determinati e cattivi quando conta veramente, a Frosinone ancora di più perché ci troveremo di fronte la formazione più brava della categoria, e lo sapevamo già da inizio stagione». Il tecnico nutre grande rispetto per la squadra di Marino. «Vuole ritornare subito in serie A, e ha una rosa all’altezza dell’obiettivo. A gennaio, oltretutto, si è ulteriormente rafforzata. Il Frosinone ha trovato la giusta continuità nei risultati, è la più regolare». […] Venturato dovrà fare a meno di Benedetti, Paolucci e Strizzolo, quest’ultimo alle prese con un’infiammazione al tendine rotuleo. Partirà Litteri dal primo minuto? «Parlerò con il giocatore al mattino, mi confronterò con lui per capire come poterlo impiegare. È rientrato martedì scorso dopo due mesi di inattività», spiega Venturato. Tutto fa presumere comunque che sia proprio Litteri il compagno di reparto di Arrighini; i dubbi maggiori sono a centrocampo dove Schenetti, Valzania, Pasa e Bartolomei sono in corsa per due maglie.
Ore 14.40 – (Mattino di Padova) Ci sono una posizione da migliorare, un tabù da sfatare e un sortilegio da interrompere. La posizione è l’attuale ottavo posto, l’ultimo utile per accedere ai playoff. Il tabù è tutto legato al Frosinone, squadra che il Cittadella nella sua storia ha affrontato nove volte, rimediando 5 pareggi e 4 sconfitte, senza mai riuscire a imporsi nemmeno in un’occasione. Il sortilegio è quello legato alle gare esterne, con Iori e compagni capaci di raccogliere la miseria di 2 punti nelle ultime 9 trasferte. Eccolo qui, Frosinone-Cittadella, posticipo dell’ottava giornata di ritorno in Serie B. Gli uomini di Venturato sono partiti ieri pomeriggio con un volo Venezia-Roma e rientreranno nella città murata soltanto domani sera, allenandosi in loco di mattina, prima di raggiungere l’aeroporto. Sono rimasti a casa Strizzolo (infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio destro), Paolucci (contusione alla coscia) e Benedetti (che ancora non ha superato del tutto i postumi della distorsione alla caviglia rimediata prima del match di Brescia). La buona notizia è che Kouamé è tornato invece fra i convocati a più di due mesi di distanza dall’ultima volta. Mister, il forfait di Strizzolo la spingerà a mandare in campo da subito Litteri, che pure, per sua stessa ammissione, non è ancora al 50% della condizione? «Valuteremo in queste ore. Gianluca è rientrato martedì scorso dopo due mesi, ci parlerò assieme e vedremo come poterlo impiegare». L’avversario di turno regala già da solo motivazioni. In più c’è il ricordo del 2-3 incassato al Tombolato che ancora brucia. Farà leva anche su quella partita per caricare i suoi? «In quella gara abbiamo commesso alcune ingenuità, contro un avversario pronto a punirci al primo errore. Ma è accaduto perché, di fronte, avevamo una squadra scesa dalla Serie A, e che nella scorsa stagione è andata vicina a salvarsi». […]
Ore 14.10 – (Gazzettino) «Farsi rincorrere dalla seconda forza del campionato direi che spiega molto bene la sfida». Esordisce così Vincenzo Italiano nel dopo gara. Tornato sulla panchina della Vigontina San Paolo, l’ex capitano del Padova è soddisfatto della prova dei suoi. «Sulla carta non ci doveva essere partita ma con grande grinta e attenzione siamo riusciti a dire la nostra anche contro una corazzata come la Triestina. Purtroppo non tutto è stato fatto nel modo giusto prosegue Italiano Nel primo tempo abbiamo creato diverse azioni pericolose. Invece nella ripresa siamo stati troppo precipitosi e poco lucidi nel fare girare la palla, infatti siamo mancati in area di rigore. Resta una prestazione positiva che muove la classifica e soprattutto serve per il morale. Io sono soddisfatto per la prestazione di lo sono anche i ragazzi conclude l’allenatore padovano con questo spirito possiamo anche fare punti». La Vigontina San Paolo resta all’ultimo posto del girone ma lo spirito del gruppo è sempre combattivo, come testimonia Andrea Guagnetti. «Abbiamo dimostrato che non siamo ancora spacciati – dichiara il capitano vigontino – il gruppo si è tirato su di morale e dobbiamo provarci fino all’ultimo. Mancano otto partite, il punto conquistato prova che possiamo tornare alla vittoria contro avversari alla nostra portata».
Ore 13.50 – (Gazzettino) Sembrava una partita scontata alla vigilia, ma una buona Vigontina San Paolo ha messo paura alla Triestina, fermata sul 1-1. Ha dato la scossa sperata ai padovani il ritorno in panchina di Vincenzo Italiano, dimessosi a gennaio e sostituito fino alla scorsa settimana da Vito Antonelli. I bianconeri hanno giocato una partita di livello, passando in vantaggio e fronteggiando senza paura la corazzata alabardata, costretta a giocare in dieci per un’ora. Fin dai primi secondi i padroni di casa dimostrano grande grinta e non sono intimoriti dalla forza dell’avversario. Al 4′ si sblocca il risultato. Azione solitaria sulla sinistra di Minozzi che, appena entrato in area, viene atterrato da Di Dionisio. Per l’arbitro è calcio di rigore con cartellino giallo per il centrale triestino. Sul dischetto si presenta Casagrande che realizza nonostante il tocco di Voltolini. […] Altro episodio chiave al 33′ quando Di Dionisio commette un altro fallo da ammonizione, l’arbitro sventola il secondo giallo e poi il cartellino rosso per il difensore ospite. Il tecnico degli alabardati Andreucci ridisegna la squadra con Turea che si abbassa a fare il terzino destro mentre Bajic passa centrale di difesa. Nonostante l’uomo in meno i giuliani acciuffano il pareggio. Sugli sviluppi di un corner l’arbitro vede un fallo di Pregnolato su Marchiori e assegna un rigore. Dal dischetto França non sbaglia e fa 1-1 (36′). […] Buon punto per la truppa di Italiano che muove la classifica (agganciata la Carenipievigina) e alza il morale dello spogliatoio.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Dopo la gara, nello spogliatoio dell’Este regna il silenzio. Il primo a parlare è il tecnico Michele Florindo: «Non dovevamo concedere un rigore del genere, a mio avviso un’enorme ingenuità. Tuttavia, può capitare di andare sotto di un gol. La reazione nel secondo tempo c’è stata e abbiamo creato tante occasioni ma una partita così bisogna almeno pareggiarla. Sono molto amareggiato: sono mancati il piglio giusto nei primi 20 minuti, l’attenzione per non concedere quel rigore, la cattiveria sotto porta e la prestazione di alcuni giocatori». […]
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Un regalo al Montebelluna. Non si può definire altrimenti lo 0-1 dell’Este, incappato nella domenica sbagliata in un momento altrettanto sbagliato. Perché il campionato, si sa, si decide proprio nel rush finale e una sconfitta nello scontro diretto, magari con qualche rimpianto, pesa, e non poco, sugli equilibri della lotta per la salvezza diretta. Il Monte, dal canto suo, non può che sorridere, ringraziare e tornarsene nella Marca con tre punti in saccoccia, resi ancora più preziosi dalla sconfitte della Carenipievigina (sempre più lontana a -14 punti) e dal pareggio dell’Altovicentino, sorpassato proprio grazie all’acuto nelle lande atestine. […] Al 35’ cambia la partita: Gilli, un po’ in apnea dopo qualche affondo interessante sulla destra, si fa superare da De Vido e poi lo atterra, provocando un rigore che, nonostante le proteste, appare piuttosto netto. Dal dischetto, il bomber di turno Soncin (fino a quel momento estraneo al gioco) trova l’angolino e la rete del vantaggio. […]
Ore 12.50 – (Gazzettino) L’Abano torna a casa dalla trasferta di Valdagno con un punto ma anche con un po’ di amaro in bocca, riacciuffato in extremis dall’Altovicentino con un’incornata di Trinchieri a tre minuti dalla fine del tempo regolamentare.
Dopo un primo tempo in cui i neroverdi fanno vedere in campo le cose migliori, su tutti un clamoroso legno di De Vita, ad inizio ripresa l’Altovicentino sblocca il match con Simoncelli. L’Abano però non si scoraggia: prima pareggia grazie ad un’autorete di Gregora e poi mette la freccia del sorpasso con un gran gol di De Vita. Quando i tre punti sembrano assodati, nel finale i vicentini agguantano gli aponensi. Risultato che lascia comodamente al quarto posto la truppa di Tiozzo, con distacchi invariati dalle dirette rivali, che hanno tutte pareggiato. […] Nonostante la vittoria sfumata nel finale, il tecnico Luca Tiozzo è soddisfatto: «I nostri avversari sono stati bravi a pareggiare nel finale con i loro uomini più forti, ma noi abbiamo giocato da grande squadra, a livello di volontà, idee e pressing. Sono molto soddisfatto, abbiamo un punto in più in classifica rispetto all’andata. Dobbiamo continuare su questa strada e migliorarci sempre».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Lauria illude, Tresoldi stoppa subito il tentativo di fuga. Alla fine è pareggio per il Campodarsego, risultato in linea con le altre compagini d’alta classifica anche se resta un pizzico di rammarico per non avere sfruttato l’occasione per accorciare le distanze dalla Triestina e allungare sull’Abano. Ai punti avrebbe meritato qualcosa di più la truppa di Masitto, che anche nel finale di gara ha avuto l’occasionissima per uccidere il match, ma Aliù non ha trovato la porta dopo la respinta di Belogravic sulla conclusione di Radrezza. Meglio i padovani nella prima frazione, che tengono a lungo la manovra, mentre i veronesi badano a contenere per tentare poi la ripartenza. […] Non succede più nulla negli ultimi minuti, e cala il sipario con un pareggio che interrompe la mini serie di due vittorie consecutive.
Ore 12.00 – (Gazzetta di Reggio) Adesso la Reggiana può pensare solo ai playoff. Non c’erano molti dubbi sul fatto che il discorso primo posto era ampiamente chiuso. Ma la striscia positiva di quattro vittorie e un pareggio in cinque gare autorizzava qualche volo pindarico. Non più. Da ieri bisogna pensare solo ad arrivare nelle migliori condizioni possibile alla fase finale, senza ipotizzare improbabili riconcorse alla vetta. La Reggiana di Leonardo Menichini ha colto un ottimo pareggio contro un forte Padova, che avrebbe meritato qualcosa di più e che recrimina per un rigore solare prima assegnato e poi, clamorosamente, revocato. L’obiettivo era scavalcare i veneti, che invece restano al quarto posto, due punti avanti e comunque ancora alla portata. Il Padova attende all’Eugenao il Venezia e il Parma e dunque coltiva ancora qualche residua speranze. I lagunari di Pippo Inzaghi sono però inarrestabili, a 10 punti di distanza, mentre il Parma se la vedrà questa sera in casa con il Forlì ed è difficile che non faccia sua l’intera posta in palio. La partita di ieri al Città del Tricolore, giocata in una bella cornice di pubblico, quasi 7.400 gli spettatori, dice che la Reggiana è in grado di competere con una squadra di vertice come il Padova e di lottare fino al 90′. È chiaro però che i granata non sono una schiacciasassi e in futuro avranno bisogno di qualcosa in più per puntare al primato, a partire da un attaccante che segni con continuità. La partita ieri si era messa subito bene, grazie a un rigore realizzato all’8′ da Alessandro Cesarini, autore ancora una volta di una grande gara. Ma dopo 2′ il mantovano Cristian Altinier ha realizzato un gol bellissimo, il sesto in nove gare contro la Reggiana. Allo scadere del primo tempo l’episodio che ha segnato la partita. L’arbitro Giacomo Camplone fischia un rigore per gli ospiti per un tocco di mano di Luca Ghiringhelli: poi la sua attenzione viene richiamata da un collaboratore. Dopo un conciliabolo la giacchetta nera revoca la sua decisione. Le proteste fioccano immediatamente e nella ripresa non si placano, dato che negli spogliatoi arriva la conferma che il rigore era netto. […]
Ore 11.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Bindi 6.5; Sbraga 6.5, Emerson 6.5, Cappelletti 6.5; Madonna 7, De Risio 6 (Mazzocco sv), Mandorlini 6, Dettori 6, Favalli 6; Altinier 7 (De Cenc sv), Neto Pereira 6.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Il torto subìto non ha abbattuto il Padova, anzi lo ha caricato ancora di più. E di lì a poco è arrivata la rete del pareggio. Illuminante il lancio di Emerson a liberare Madonna sulla corsia di destra, cross in corsa e girata vincente di Altinier, abile a sottrarsi dalla marcatura dei due difensori centrali della Reggiana. L’1-1 ha restituito equilibrio alla sfida. […] Sui titoli di coda del primo tempo ecco il secondo abbaglio di Camplone. Nel contrastare Sbraga in un duello aereo, Contessa ha toccato la palla con il gomito. L’arbitro ha fischiato il rigore, poi di fronte alle proteste dei giocatori di casa si è fatto prendere dai dubbi ed è andato a consultare l’assistente. Il breve conciliabolo ha prodotto il dietrofront. E il gioco è ripreso come se nulla fosse. […]
Ore 11.10 – (Gazzettino) È legittima la rabbia del Padova per il pessimo arbitraggio che ha condizionato la partita del Mapei Stadium e complicato maledettamente la rincorsa al primo posto. L’1-1 finale allontana infatti i biancoscudati a otto punti dalla capolista Venezia quando mancano dieci giornate. D’accordo che c’è ancora da giocare lo scontro diretto, ma ora la rimonta ha il sapore di un’impresa titanica. Tanto più che di mezzo c’è anche il Parma, in campo stasera nel posticipo con il Forlì. Le decisioni del pescarese Camplone hanno scippato la truppa di Brevi di una vittoria che sembrava alla portata vista la personalità esibita in campo. La disastrosa giornata del fischietto abruzzese è cominciata dopo appena sette minuti quando ha assegnato un rigore più generoso che mai alla Reggiana. Il cross dalla destra di Bovo ha sbattuto in pieno sulla faccia di Mandorlini e poi gli è rimbalzato sulla mano. L’arbitro non ha avuto esitazioni nell’indicare il dischetto. Praticamente nullo in questo caso l’aiuto dell’assistente sotto la tribuna che sicuramente era meglio posizionato rispetto al direttore di gara. Chirugica la trasformazione dello specialista Cesarini.
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Loro parlano, parlano e alla fine gli vengono dati i rigori, noi ne avevamo uno netto che non ci è stato concesso. La differenza sta qui. Poi loro saranno più bravi, complimenti se vinceranno il campionato, ma che non lo facciano piangendo in continuazione come stanno facendo. Nel momento che si lamentavano che il Pordenone aveva troppi rigori, non gliene hanno fischiati più, se non contro. Facciamoci qualche domanda, per me uno più uno fa due». Poi aggiunge: «Meritavamo di vincere, facendo una bella prestazione, abbiamo subìto gol su un rigore su cui non si è protestato, abbiamo pareggiato e avuto opportunità e un rigore netto. L’arbitro ha detto che gli è scappato il fischio, ma si è visto chiaramente che indicava con la mano il dischetto. Sono cose ridicole, meritiamo più rispetto, non saremo il Parma o il Venezia e non avremo i loro soldi, ma siamo una società gloriosa da rispettare e chiediamo ci venga dato quanto ci spetta».
Ore 10.50 – (Gazzettino) A fine gara si parla inevitabilmente delle decisioni arbitrali ai danni del Padova, tanto che Oscar Brevi preferisce disertare la sala stampa, sostituito da Giorgio Zamuner. «L’allenatore non è venuto in sala stampa – spiega il direttore generale – perché particolarmente arrabbiato e non voleva parlare a caldo per l’episodio che secondo noi ha condizionato la gara. Non credo che gli arbitri ce l’abbiamo con il Padova, ma è evidente che ci sia stato un errore clamoroso che penalizza il nostro risultato e incide molto sul nostro cammino. L’arbitro era in posizione invidiabile per valutare l’azione e purtroppo si è fatto influenzare dall’assistente che si trovava dall’altra parte. Forse siamo troppo bravi perché ci siamo lamentati poco di sviste o torti. Peccato perché avevamo fatto un’ottima partita contro una squadra forte che adesso sta bene. La distanza con le prime è importante, ma noi non molliamo e dobbiamo crederci». Decisamente più pesanti le parole di Roberto Bonetto. «C’è da rimanere allibiti e questa è un’ulteriore dimostrazione che chi tace ha torto. Il signor Perinetti avrà molta più esperienza di me e Bergamin e lo si vede adesso».
Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Volpe): Bindi 6; Sbraga 6.5, Emerson 7, Cappelletti 6; Madonna 7, De Risio 6 (Mazzocco 5.5), Mandorlini 6, Dettori 6.5, Favalli 6.5; Neto Pereira 6, Altinier 7 (De Cenco 6).
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il resto è fuffa, appartiene ad una gara giocata comunque con spirito agonistico e voglia di superarsi da parte di entrambe le squadre, ma condizionata da una decisione senza precedenti e che può spingere molti dei protagonisti in campo a chiedersi: ma allora le proteste con certi arbitri servono, eccome se servono? E non ci troviamo di fronte all’ennesimo “caso” che adombra la sudditanza psicologica nei confronti delle società di nome? La storia della Reggiana la conosciamo, ma anche il Padova ha 107 anni di cronache gloriose alle spalle e non può essere trattato in questo modo. Il penalty dato e poi tolto offende chi continua a credere che ci sia sempre un giudice onesto, in grado di far rispettare le regole del gioco. Nulla di tutto questo, e la domanda sorge spontanea: e se fosse successo al Venezia, che non trascorre domenica in cui non reclami, attraverso il direttore generale Perinetti, per le presunte ingiustizie patite? La risposta non l’abbiamo, ma la possiamo immaginare: dossier al veleno contro le giacchette nere e ipotesi di congiura sbandierate ai quattro venti. […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Perché l’episodio incriminato, che pesa come un macigno sull’esito della contesa, è avvenuto al 43’ del primo tempo: angolo di Emerson dalla destra, la palla spiove in area, e nel solito grappolo umano che si forma per andare a colpirla Sbraga salta più in alto dell’avversario, che in quel momento è Contessa. La sfera viene smorzata nettamente dal braccio destro proteso in avanti del terzino granata. Il direttore di gara è lì e indica subito il dischetto degli 11 metri. Giusto, l’intervento è da massima punizione, visto che l’arto non è aderente al corpo. Capitan Genevier e compagni circondano il fischietto abruzzese e lo convincono ad andare a consultare l’assistente campano, che agisce sotto la tribuna opposta, là dove Emerson ha calciato, dunque ad una distanza di almeno 40 metri dal punto d’impatto con il pallone da parte di Sbraga. Il capannello di giocatori è folto, e dopo oltre un minuto, fra la sorpresa generale e lo sconcerto dei biancoscudati, Camplone torna sui suoi passi e cancella tutto ciò che aveva accordato. Come se non avesse mai fischiato il penalty. Inviperiti, Emerson e gli altri si sentono dare una spiegazione assurda: “Mi sono sbagliato, il fallo di mano era involontario”. Ma come? Sei lì, a pochi metri dall’azione, vedi tutto, quindi sei in grado di giudicare meglio di chiunque altro, e ti fai condizionare dal tuo collaboratore che ha visto l’azione da lontano, quindi con una visuale sicuramente peggiore della tua? Una cosa mai vista.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Stavolta le immagini parlano da sole, nette ed inequivocabili. E ci dicono che il Padova ha subìto un furto, di quelli calcistici ovviamente, pesante per le conseguenze che ha provocato sulla classifica del girone B di Lega Pro, dove i biancoscudati restano terzi, distanti però adesso dal Venezia capolista non più 6 lunghezze bensì 8 (61 contro 53 punti). Sull’1-1 con la Reggiana, dopo il botta e risposta iniziale fra Cesarini (rigore, concesso per un pallone finito prima in faccia e quindi sul braccio sinistro aperto di Mandorlini, 7’, e trasformazione dell’attaccante granata all’8’) e Altinier (splendida girata al volo, di destro, appena fuori l’area piccola su cross di Madonna, 10’), il signor Giacomo Camplone, arbitro designato per il big match, è salito in cattedra insieme all’assistente Lorenzo Abagnara di Nocera Inferiore, mettendo in scena, nel giro di poco più di un minuto, il delitto perfetto. Ovvero: come non fare giustizia di un episodio apparso cristallino a tutti, sul terreno di gioco e fuori, al punto da far pensare seriamente a qualcosa di premeditato, o comunque di “sporco”. Prima lo concede, poi lo nega. La partita è rimasta sino alla fine sull’1-1, materializzatosi in quei primi 10 minuti, ma la squadra di Brevi è uscita imbufalita dallo splendido “Mapei Stadium-Città del Tricolore”, a prescindere dal risultato ottenuto, comunque positivo, e che porta il bottino del girone di ritorno a 20 punti in 9 giornate (6 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta).
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Durissima anche la presa di posizione di Emerson, che rivela quanto successo in campo dopo l’assegnazione iniziale del rigore: «Eravamo pronti a battere dal dischetto, e sarebbe andato Altinier», il racconto del brasiliano. «Ad un certo punto l’arbitro, pressato dai giocatori della Reggiana, va a parlare con il guardalinee, con i nostri avversari sempre attorno a loro, cosa vietata dal regolamento. Dopo un minuto cambia decisione, sostenendo di aver sbagliato e che il tocco di mano era stato involontario. Ma come? Aveva fischiato subito e poi torna indietro? Forse se l’è fatta addosso (testuale, ndr) per le proteste della Reggiana. In vent’anni di calcio non avevo mai sentito una cosa del genere. Gli ho risposto che avrei abbandonato il campo e sono stato ammonito. Per rispetto nostro e dei tifosi che pagano il biglietto non si può assistere a cose del genere. Non vogliamo regali, solo rispetto. Ci stanno gli errori, ma queste cose non sono proprio accettabili. Bisogna essere onesti e non mancare di rispetto». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] «Abbiamo subìto un torto», esordisce il presidente. «La decisione presa inizialmente dall’arbitro era corretta, non riesco proprio a capire il motivo per cui sia stata stravolta. Evidentemente la pressione dei giocatori della Reggiana lo ha convinto ad ascoltare l’assistente che era dall’altra parte. Ma come si può pensare che quest’ultimo abbia potuto vedere meglio? Quando i punti pesano così tanto, è un vero peccato subìre un’ingiustizia. Lamentarsi dopo può sembrare facile, ma in questo caso abbiamo ragione. Domani (oggi, ndr) sarò a Roma per l’elezione del presidente federale, protesterò e farò valere qualche ragione, viste anche le immagini che ci supportano». Non fa nemmeno a tempo a finire il suo discorso, Bergamin, che viene incalzato dalla furia del socio Roberto Bonetto. Molto pesanti le parole dell’a.d.: «Devono smetterla, Parma e Venezia, di lamentarsi», il suo sfogo. «Noi siamo il Padova e dobbiamo essere rispettati. Siamo sempre stati in silenzio, ma in questo caso c’è stato un furto legalizzato. Il Venezia deve vincere sul campo, non piangendo per quello che non gli danno. Il Padova meritava di vincere, il rigore concessoci era netto, ma poi c’è stato incredibilmente negato».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Ci crede ancora anche Andrea Sbraga, protagonista suo mal grado nell’occasione del rigore negato: «Ho colpito di testa, la palla ha sbattuto sul braccio dell’avversario, era una chiara occasione da gol e non capisco come l’arbitro abbia potuto cambiare idea», spiega il difensore. «Otto punti di ritardo dal Venezia sono tanti, ma non molliamo. Stiamo continuando a dimostrare la nostra forza. Da parte mia sono contento di come ho giocato, con il passare dei minuti ho preso fiducia».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Oscar Brevi non si presenta in sala-stampa al termine della partita. E il motivo lo spiega chiaramente Giorgio Zamuner, che siede al posto del mister : «Era particolarmente amareggiato perché ci è stato fatto un grosso torto e a caldo si rischia di dire cose che non si dovrebbero dire. Così ha preferito non commentare l’episodio». L’analisi tecnica della partita spetta, quindi, al direttore generale: «Posto che il rigore che ci è stato tolto poteva cambiare l’andamento della partita, la gara è stata bella e giocata a viso aperto tra due squadre forti». Il Padova ne esce con un solo punto. È compromessa la rincorsa al primo posto? «La distanza si è fatta importante ma ci crediamo ancora, perché abbiamo dimostrato anche su un campo difficile come quello di Reggio che siamo forti. È chiaro che per noi passa tutto dagli scontri diretti con Parma e Venezia. Poi anche queste due squadre dovranno compiere passi falsi, altrimenti ci sarà poco da fare». […]