Il detto è sin troppo noto: “Veneziani, gran Signori; Padovani, gran Dotori ecc. ecc.”. Poi si potrà disquisire se il “Dotori” va con una sola “t” o, come vuole l’italiano corretto, con due, fatto sta che, in chiave calcistica biancoscudata, si potrebbe ritoccare per una volta con una variante di vocale: la “e” al posto della prima “o”. Ne uscirebbe così un “Padovani, gran Detori”. E non ne sarebbe fiero Francesco “Ciccio” Dettori, 34 anni il prossimo 2 marzo, che con un suo gol – il quarto stagionale, il terzo all’Euganeo – è riuscito a venire a capo, insieme ai compagni, della gara con il Teramo, scorbutica e sofferta quanto basta? Pensiamo proprio di sì, per cui consentiteci di attingere a piene mani alla filastrocca dei popoli veneti per fare la sintesi compiuta della quindicesima vittoria del Padova in campionato, che vale la conferma del terzo posto per gli uomini di Brevi alle spalle della capolista Venezia (passata a San Benedetto del Tronto) e della sua immediata inseguitrice Parma (che ha espugnato il campo di Salò). I punti di distacco dal vertice rimangono sei, ma l’importante era restare lì, agganciati al treno che conta, e non battere colpi a vuoto. Plauso doppio, perciò, alla squadra, che ha abbattuto l’ostacolo con pazienza e tenacia, non mollando mai, anche quando i minuti passavano veloci nella ripresa e il risultato non si schiodava dallo 0 a 0 di partenza. È il sesto 1 a 0 colto da Emerson (capitano per l’occasione) e soci da settembre ad oggi (all’andata con Gubbio e Modena), il quarto nel girone di ritorno (così si è vinto contro Sambenedettese, Maceratese e Mantova), ed è pure il sesto en plein ottenuto in otto partite dopo aver virato la boa di metà torneo, a dimostrazione di come il Padova stia correndo ad una media da promozione diretta più che da playoff, dato che con gli ultimi tre sono adesso 19 i punti introitati in due mesi dal 23 dicembre scorso (data d’inizio del ritorno, appunto). Non solo: sempre da ieri quella di Brevi è la miglior difesa del girone B, con appena 21 palloni finiti alle spalle dei portieri Bindi e Favaro (una sola presenza all’attivo per lui sin qui) in 27 giornate, uno in meno della prima della classe e due rispetto alla Reggiana. Eppure, nonostante numeri importanti, non si riesce ancora a rosicchiare nulla dello svantaggio accumulato nei riguardi delle due “corazzate” e si deve faticare ogni volta le proverbiali sette camicie per far pendere il piatto della bilancia dalla propria parte. Anche se stavolta esservi riusciti con tutti i problemi sofferti in settimana accresce i meriti del gruppo, che non ha mai mollato, esibendo personalità e carattere.
[…]Domenica si va a Reggio Emilia (ore 16.30): è scontro diretto per il terzo posto e per il Padova è un’altra prova-verità prima dei big match di aprile.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)