Sarà stata pure Coppa Italia, ma quando di mezzo ci sono un derby e il pass per vincere un trofeo di sicuro a nessuno piace perdere. E così è stato: sul campo alla fine è 1-1 e tutto rimane sostanzialmente in gioco fino al ritorno, in programma mercoledì 8 marzo alle 19 al Penzo. Cosa emerge dal ring dell’Euganeo? Che Brevi continua a credere al primo posto, considerata formazione iniziale e cambi effettuati, senza dimenticare i giocatori spediti in tribuna. Che Inzaghi punta dritto a conservare la vetta e da ieri sorride un po’ di più, annotato il ko del Pordenone nel recupero di Teramo che di fatto elimina una pretendente dalla corsa alla Serie B, ma che allo stesso tempo strizza l’occhio alla finale. Lo dimostra la presenza in campo fra i prescelti per la missione padovana di Modolo e Falzerano. E, già che ci siamo, un po’ di sana pretattica non guasta mai: Brevi comunica i convocati alle 18 e, come previsto i vari Cappelletti, Emerson, Dettori, Mandorlini, Madonna e Favalli finiscono in tribuna. La sorpresa, se così vogliamo chiamarla, è tattica, visto che il modulo scelto è un laborioso 4-4-1-1, con Bobb in appoggio a De Cenco, doppio play con Gaiola e Berardocco, Mazzocco e Tentardini esterni alti e Boniotti a sinistra come esterno basso. Inzaghi risponde con il 4-3-3, Caccavallo, Ferrari e Tortori di punta, Fabiano in panchina e Falzerano mezzala e Modolo titolare. In tribuna il clima è disteso, Tacopina e Bergamin si abbracciano calorosamente e il presidente del Venezia riceve pure la notizia dell’accoglimento del ricorso da parte della Corte Federale dopo inibizione e multa successive al suo ormai celeberrimo «We’ll kick Padova’s ass» pronunciato in occasione della presentazione ufficiale della squadra.
[…]Il pari tutto sommato è giusto. Ed è solo il secondo capitolo della sfida, in attesa delle prossime due, cerchiate in rosso sul calendario: 8 marzo e 10 aprile, non mancate.
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)