Mantova-Padova, l’analisi del “Gazzettino”

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Una vittoria all’ultimo respiro, frutto di una super giocata tutta sudamericana: il brasiliano Emerson ha conquistato il pallone davanti all’area e si è inventato un lancio di quasi sessanta metri a premiare lo scatto in profondità dell’argentino Alfageme che dopo avere bruciato in velocità i due difensori centrali del Mantova ha infilato il portiere con un sinistro di potenza. Al minuto 91 il Padova si è preso i tre punti, restando così in scia a Venezia e Parma. Quello stesso minuto che l’altra domenica aveva sorriso al Gubbio nella sfida dell’Euganeo, senza dimenticare l’occasione fallita nei secondi finali proprio da Alfageme, al quale non erano state risparmiate le critiche. Tutto dunque è tornato al proprio posto: il Padova si è ripreso quanto aveva smarrito per strada nel turno precedente e l’argentino si è rifatto con gli interessi. Unica nota stonata l’infortunio a Neto Pereira. Il capitano è stato costretto ad abbandonare la contesa dopo una ventina di minuti (al suo posto è entrato De Cenco): nell’inseguire un avversario in prossimità della linea di metacampo ha sentito tirare il flessore della coscia destra. E un indurimento muscolare ha messo fuori causa anche Altinier alla fine del primo tempo.

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Quanto al gioco, onestamente va detto che se n’è visto poco. Il Padova ha avuto un buon approccio, ma tutto è durato lo spazio di una decina di minuti (tre calci d’angolo e una pericolosa inzuccata in torsione di Altinier). Poi tanta buona volontà, ma pochissima lucidità e anche parecchi errori sul piano tecnico. Il Mantova si è ben disimpegnato nella fase di non possesso, chiudendo le corsie esterne e soffocando gli attaccanti. Il demerito dei biancoscudati è stato quello di non riuscire mai ad alzare il ritmo dell’azione. Incerte le geometrie di Mandorlini, quasi mai nel vivo della manovra il rientrante De Risio, ridotto all’osso il movimento delle punte. Il solo Dettori si è preso la briga di prendere qualche iniziativa, ma predicando quasi sempre nel deserto.

(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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