Gabriele Graziani è biancorosso nell’anima e nella mente senza sforzo alcuno, vive come un ragazzo della Te gioie e successi di quel Mantova che da 17 anni è parte integrante della sua vita.
[…]A maggior ragione in questi giorni che precedono la sfida contro il Padova di Oscar Brevi, signore che da queste parti ben ricorda chi vide il furto perpetrato dal Torino negli spareggi della A 2005-2006. «Sono passati quasi undici anni – dice Ciccio sforzandosi di apparire pacato, lui che se potesse ancor oggi chissà che farebbe a chi gli rubò il sogno della A – ora siamo entrambi allenatori, è un capitolo chiuso. Mi limito a dire che all’epoca furono gli arbitri (Pieri e Farina, ndr) e lo sciacallaggio di Urbano Cairo che con quell’atteggiamento decisero l’esito della sfida, i falli a Brevi furono permessi. Il mister del Padova non c’entra, quella è una ferita che non guarirà mai più soprattutto perchè frutto d’ingiustizia». Ha voglia di sorridere, Ciccio, ha voglia di gioire per la prova di un Mantova che, vincendo a Salò, sta dimostrando di essere sulla strada. La voglia è tanta ma la sua professionalità gli impone di frenare: «Vedremo nelle prossime partite se saremo sulla strada giusta. Ora pensiamo a fare risultato contro il Padova. Loro o qualsiasi altra squadra vanno affrontati in un unico modo, lavorando sodo. Non puoi far vacanza tutta la settimana e alla domenica sperare che il turbo si accenda. Vai a mille alla domenica solo se sei andato a mille dal lunedì, non ci si scappa. E se vinci è perchè la tua maglia gronda sudore anche in ogni allenamento. Chi non ci sta può andarsene».
[…](Fonte: Gazzetta di Mantova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)