L’arrabbiatura finale, al 92’ della sfida con il Gubbio, ha un po’ guastato il week end dal sapore speciale di Neto Pereira. «Sono stati giorni impegnativi», sottolinea l’attaccante brasiliano da Varese, dov’è tornato per stare vicino alla famiglia. «Tra venerdì e sabato è nata Bianca, ho dormito tre ore e mi sono messo in viaggio per venire ad allenarmi sabato mattina, e poi, domenica, dopo la partita di nuovo a Varese per stare con Elena. È stato un fine settimana molto movimentato, ma vedere gli occhi di Bianca mi ripaga di qualsiasi cosa». Come si sta da papà? «È una sensazione strana, ma bellissima. Dal momento in cui è nata, da quando l’ho presa in braccio per la prima volta, ho capito che la mia vita adesso è cambiata. Ho avvertito una grande gioia, qualcosa di unico e speciale. Elena ed io siamo al massimo della felicità, il parto è andato bene, ed è stata una gioia unica vedere la luce nello sguardo di Bianca. Per ora sembra abbia preso gli occhi da me, ma in cuor mio spero che con il tempo diventino più simili a quelli della mamma, che di sicuro sono più belli. Ora entrambe rimarranno qualche giorno a Varese con i nonni, e appena Elena starà un po’ meglio, le porterò qui a Padova».
[…]E adesso che Neto è diventato papà, magari riesce a guardare positivamente ogni cosa. Persino un pareggio al 92’… «A dire la verità non del tutto, perché l’arrabbiatura c’è stata ed è stata forte. Fortunatamente dopo la partita sono tornato subito a Varese, e nel rivedere le mie due donne mi è tornato il sorriso e questo ha aiutato a farmi passare il nervosismo per quel gol nel recupero».
[…]Non è la prima volta che il Padova commette un’ingenuità del genere. «Vero, era già successo che proprio alla fine lasciassimo per strada punti importanti. I dati dicono questo, è inutile nasconderlo: non abbiamo la scusante della giovane età, perché siamo una squadra molto esperta, che certe ingenuità non dovrebbe commetterle, quindi se accade ancora significa che dobbiamo rimanere più concentrati nel corso delle partite. Non solo fino al 90’, ma anche fino al 94’. C’è stata anche un po’ di sfortuna, perché quel rimpallo poteva finire ovunque ed è andato a posizionarsi proprio davanti all’avversario, ma sappiamo che dobbiamo migliorare ancora tanto».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)