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Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) Robert Gucher farà 26 anni fra pochi giorni, è in Italia da quasi 10, a Frosinone é stato adottato al punto che definirlo austrociociaro non è un’offesa ma per lui una sorta di medaglia al valore, dell’Italia ormai conosce tanto e ne ha viste tante. Ma, certo, a un “plot twist” come quello maturato sabato al San Nicola non aveva mai assistito. Un colpo di scena in piena regola, sempreché le regole non siano quelle del calcio moderno dove, per l’appunto, capita che a infilzarti dolorosamente nel finale siano in tandem quelli che sino a ieri l’altro erano i tuoi compagni di squadra. Leggi Cristian Galano e Filip Raicevic. «Eh sì, il calcio va così. Peccato, non solo non ci voleva, ma questa sconfitta è del tutto immeritata», dice mentre l’eco del successo dei galletti, e del come e grazie a chi è maturato, rimbomba ancora e risuonerà per qualche giorno sulle sponde adriatiche battute dallo scirocco. Gucher, sembrava fatta. Cos’è successo al Vicenza in quei minuti? “Beh, intanto posso dire che abbiamo fatto una gran bella partita e su questo credo non ci siano dubbi. Fa certamente male ricevere complimenti da tutti e tornarsene a casa senza un punto”. Il pareggio le sarebbe stato stretto? “Sì. Il Bari deve ringraziare il portiere Micai, che ha fatto dei veri miracoli. É stato straordinario, semplicemente straordinario. Gli ha risolto la gara”. Per la verità l’hanno risolta i suoi due ex compagni. “Vero, ma il risultato non dice la dice giusta sulla nostra prestazione. Poi sì, Filip e Cristian hanno fatto un bel lavoro e a quel punto mancava poco alla fine, rimediare era difficile”. È mancato qualcosa a questo Vicenza? “Certo: i tre punti. Quelli e solo quelli. Non saprei sinceramente cosa trovare di negativo in una prova come la nostra qui a Bari”. Su Galano poteva esserci anche un intervento da rigore ma pure su Esposito… “L’arbitro non ha visto ed é inutile recriminare. Per questo guardo già avanti”. […]
Ore 20.30 – (Gazzettino) Filippo Scaglia accetto di buon grado il pareggio di sabato, proprio come aveva fatto Roberto Venturato commentando la partita con la Pro Vercelli. «Vedo il bicchiere mezzo pieno – sottolinea il difensore – perché abbiamo raccolto un buon pareggio. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, la Pro Vercelli è venuta da noi per fare risultato e tirarsi fuori da una complicata situazione di classifica, e usando tanta umiltà si è schierata tutta dietro, a protezione della propria area. C’era poi da fare i conti con il campo reso pesante e insidioso dalla pioggia. Gare come queste rischi di perderle, è già successo in passato, mi viene in mente la sfida dello scorso anno con il Feralpisalò, noi avevamo fatto la partita, loro i gol in contropiede. Certo, potevamo fare meglio, ma non abbiamo preso gol ed è un buon punto sul quale ripartire». Lo 0-0 finale però ha fatto storcere il naso a qualche tifoso esigente che si è lamentato a fine gara, attirando le ire di Enrico Alfonso che si è sfogato su Facebook. Il portiere granata quando parla (o scrive) è schietto e diretto. «Non accetto di sentire brontolare… – si legge nel post pubblicato sul social – Questo Cittadella va sostenuto e incitato fino a quando si merita di esserlo. Stiamo lavorando per migliorare i nostri limiti. Senza è vero saremmo primi perché siamo forti, tutti. Rispetto chi viene allo stadio, chi spende i propri soldi per noi, ma voglio che vengano rispettati anche i miei compagni, voglio che anche i più giovani si esaltino al Tombolato e non giochino tesi». […] Due gare senza gol realizzati, quanto manca un riferimento davanti? «Per il nostro tipo di gioco, tanto. Arrighini e Iunco non hanno comunque fatto male, Vido è un bravissimo ragazzo, ma è appena arrivato». A proposito di ragazzi, l’affiatamento con Varnier sta migliorando partita dopo partita. «Lui è forte, davvero. La personalità arriverà giocando, ma sa stare bene in campo, e penso stia facendo buone cose». E c’è sempre Pascali. «Manuel ha altre caratteristiche, e grande carattere. Le qualità le hanno pure Pasa e Pelagatti, le hanno evidenziate quando hanno giocato. Decide l’allenatore chi mandare in campo, quest’anno li ho avuti tutti al mio fianco».
Ore 20.00 – (Mattino di Padova) Difficile esaltarsi per uno 0-0 casalingo contro la quart’ultima della classe. Ma, di fronte al primo pareggio a reti bianche della stagione del Cittadella, non è nemmeno il caso di storcere troppo il naso. La pensa così anche Filippo Scaglia, pilastro della difesa granata. «Sabato ci aspettavamo una partita del genere», attacca. «La Pro Vercelli si è chiusa davanti al portiere dal primo minuto, Comi e Morra, i suoi attaccanti, aiutavano spesso la difesa. E però va detto che tante volte, l’anno scorso, partite del genere le abbiamo perse per un mezzo episodio sfortunato, stavolta no. Sicuramente avremmo potuto creare più occasioni, però questo punto ci consente di muovere la classifica dopo lo stop di Terni. E poteva starci anche un rigore per noi, se solo Chiaretti si fosse lasciato andare in area avversaria». A proposito, avete avuto modo di confrontarvi con l’arbitro sull’episodio in questione? «Sì, ci ha detto che potenzialmente il rigore ci sarebbe stato e sinceramente è la stessa sensazione che ho avuto io, che ero qualche metro più indietro. La dinamica dell’azione ha ricordato quella del rigore concesso al Verona per il fallo su Souprayen, nell’anticipo di questo turno contro il Benevento». Dietro sembrate aver ritrovato solidità: nelle ultime tre gare avete incassato solo il gol che è costato la sconfitta a Terni e con la Pro Vercelli praticamente non avete concesso occasioni all’avversario. «È quel “praticamente” che spesso ci ha fregato in questa stagione. Credo che la partita con la Pro Vercelli lasci un senso di solidità, ci sono state le conclusioni pericolose di Germano e Mammarella, ma non ricordo opportunità da gol nitide per i piemontesi». […]
Ore 19.30 – (Giornale di Vicenza) Renzo Rosso abbandona lo stadio con sorriso compiaciuto. «Bella vittoria – dichiara – di quelle che danno morale. Ci voleva». Il presidente Stefano maledice per un attimo l’infortunio di Laurenti («Piove sul bagnato, in tutti i sensi», sbuffa), quindi applaude il gruppo. «Vittoria nitida nonostante i tanti indisponibili e con l’atteggiamento in campo che piace a me», sottolinea il presidente. «Questa è la dimostrazione da giocatori che ci tengono – chiarisce – e questi sono i fatti e i risultati. Le parole non contano…», con riferimento palese ai pensieri al veleno che hanno accompagnato l’uscita di taluni pezzi pregiati nella sessione invernale di mercato. Quanto a Luca D’Angelo è impassibile, ma si intuisce che è felice. Perchè molti dei meriti di questa affermazione vanno ascritti al timoniere virtussino che ha fronteggiato l’ennesima emergenza senza smarrire la bussola. «Sì, sono molto contento poiché abbiamo fabbricato un primo tempo di gran carriera dove l’1-0 di metà gara era un risultato risicato – ammette – loro si erano resi pericolosi con un palo ma soltanto con quello. Noi abbiamo prodotto minimo 3 o 4 opportunità cristalline e come minimo ci stava il 2-0 già all’intervallo. Poi nella ripresa si è spinto forte e il raddoppio avremmo potuto realizzarlo anche prima. Ma di sicuro il punteggio non fa una grinza». Cosa si può migliorare? «Diciamo che sul piano della finalizzazione possiamo fare meglio ed essere più incisivi. Certe gare possibilmente vanno chiuse prima. Adesso però la priorità è riattivare al più presto i tanti infortunati e influenzati perchè se siamo in pochi è anche complicato sostenere certi ritmi. Difatti alla distanza siamo un po’ calati fisicamente pur azzerando o quasi i pericoli. E ora recuperiamo le forze e lavoriamo già con la testa a Santarcangelo domenica perchè là sarà durissima». […]
Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Tutti a berciare e a strepitare di una squadra indebolita e tuttavia il Bassano con cerotti e bende si pappa con il drink in mano anche il Lumezzane e corre nel ritorno in perfetta media inglese, alè. Prima del via anche Formiconi, colpito da un attacco febbrile nella notte si iscrive al lungo elenco di indisponibili: cinque pedine in riparazione (con lui anche Bizzotto, Bianchi, Zibert e Proietti) e D’Angelo imperturbabile che non fa una piega: Luca riscrive il copione ridisegnando un 3-5-2 per l’occasione, senza timore di far esordire Trainotti e Gerli sin dal pronti via e completando il rimpasto di centrocampo con un quintetto di mediana. C’erano solo rischi a carico, peraltro acuiti da un terreno pesantissimo (ha diluviato ininterrottamente) e da un ventaccio tipo bora giuliana che non agevolava chi era intenzionato a proporre un minimo di palleggio. Eppure Bassano è schizzato via ugualmente in tromba con i suoi scattisti Candido e Minesso a slalomeggiare nel pantano e una cerniera senza muscolari a cavarsela egregiamente anche nella melma. Perché se fai viaggiare il pallone non è indispensabile che occorrano poi pure i chili. […] Bassano gestisce saggiamente e placidamente e riguadagna alla sera ciò che al pomeriggio quei birbanti di Gubbio e Sambenedettese gli avevano sottratto per qualche ora: il tesoro del sesto posto, quello che vale i playoff in casa e che al momento pare anche l’obiettivo massimo per una formazione perennemente rabberciata, per di più con le battistrada che vanno come treni. Intanto però Bassano marcia già a +3 rispetto al girone di andata. Molto meglio di un cazzotto nei denti.
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Remuntada, come all’andata. Questa volta fa più male perché sino all’88’ il Pordenone vinceva (2-1) con pieno merito, giocando di squadra. Poi nelle teste neroverdi la luce si è spenta e al buio hanno avuto la meglio il maggior tasso tecnico e la maggior esperienza dei crociati. Splendido il gol in rovesciata al 2′ di recupero di Calaiò, che ha fissato il risultato sul 3-2 e conquistato per i suoi una vittoria fondamentale per la storia di questo campionato. Per il Pordenone lo è di certo, perché i ramarri in 3′ sono passati dal potenziale secondo posto (dovendo recuperare il match di Teramo), a -1 dalla capolista Venezia, al quinto, staccati da Parma e Padova e superati anche dalla Reggiana. Peccato perché Stefani e compagni avevano disputato un grande primo tempo. Nella ripresa avevano sofferto il ritorno dei ducali, ma nulla lasciava presagire il ribaltamento del risultato negli ultimi 5 minuti. Tedino si è affidato inizialmente al suo usato sicuro e i fatti sembravano dargli ragione. D’Aversa ha mandato in campo (4-3-3 con Nocciolini, Calaiò e Baraye in prima linea) quasi tutti i pezzi da 90 messigli a disposizione dal ds Faggiani, rinunciando addirittura al fedelissimo Nunzella, il giocatore più utilizzato in tutta la Lega Pro. […] All’89’ pareggia Munari su cross dell’infaticabile Barayò. Un minuto dopo Stefani si immola (rosso) per salvare almeno il pareggio. Non basta. Al 92′ arriva la splendida rovesciata di Calaiò che infrange definitivamente il sogno dei 100 instancabili tifosi naoniani che si sono fatti sentire dal primo all’ultimo minuto fra i 10 mila crociati.
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Sono una magra consolazione le parole di mister D’Aversa. Il tecnico del Parma parla di ottima prestazione da parte di un’ottima squadra, il Pordenone, che potrà lottare sino alla fine per un posto al sole. Complimenti che fanno certamente piacere, ma non attenuano la rabbia dei neroverdi e l’amarezza di Bruno Tedino, molto deluso in sala stampa. Un cronista locale gli fa notare che, forse, il risultato è giusto. Lui sobbalza, conta fino a dieci e alla fine riesce a conservare il suo proverbiale aplomb. «Il calcio è bello perché opinabile – afferma il tecnico neroverde – e ognuno la vede a modo proprio, però credo che il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio. Per quello che abbiamo fatto avremmo meritato di più. Il Parma ha avuto 20 minuti di grande pressione nel secondo tempo, eravamo riusciti a contenerlo, poi nel finale abbiamo incassato questi due gol. Peccato perché soprattutto nella prima frazione avevamo avuto un grande coraggio e eravamo stati bravi ad aprire spazi per la nostra manovra offensiva. Quindi non siamo riusciti, nella seconda parte, a essere ugualmente cattivi. Mi assumo la responsabilità di questo risultato perché sono io l’allenatore, e dico che dovremo essere più bravi a gestire certe situazioni. È inaccettabile subire due gol così su palla inattiva dopo essere stati belli e divertenti contro un avversario di tale levatura». […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) L’incredibile beffa si consuma all’ultimo minuto di una serata gelida, sotto il diluvio di Parma. Proprio mentre il Pordenone si prepara a festeggiare la più bella impresa della sua storia, nel glorioso stadio Tardini di Parma. Arrivano infatti a cavallo del 90’ i due gol che ribaltano un risultato pazzesco. E la grande impresa si trasforma nella più cocente delle delusioni: 1-0 per il Parma, poi la splendida rimonta nel primo tempo, la partita gestita con intelligenza nella seconda frazione, rintuzzando ogni attacco della corazzata gialloblù. E, proprio quando sembra finita, quei due minuti di follia, proprio come nel match d’andata, che costano una sconfitta immeritata e dura, durissima da mandare giù. Che costa cara non solo a livello di morale, visto che nella 24a giornata vincono tutte le “big” e i neroverdi si ritrovano al quinto posto, sia pure con una partita da recuperare. […] Quando ormai i ramarri pregustano la doccia calda, il Parma preme con ancora maggiore veemenza. Al 38’ grande occasione con Baraye che dalla sinistra crossa al centro e in mischia, sotto posta, per un soffio a Calaiò non riesce il tocco vincente. Ma poco prima della segnalazione del recupero, al 45’, su cross dalla destra del solito Baraye, Tomei esita nel l’uscita e il nuovo acquisto Munari sigla di testa il pareggio sul secondo palo. Potrebbe bastare così, e il risultato sarebbe giusto. Invece, meno di due minuti dopo, è il bailamme: fallo da ultimo uomo di Stefani al limite ed espulsione. Punizione di Scozzarella deviata in angolo, sull’azione susseguente cross dalla sinistra sporcato di Nunzella, e Calaiò con una magica rovesciata insacca la rete della vittoria. Un numero d’alta scuola che testimonia lo strapotere della corazzata gialloblù. Di fronte a campioni del genere c’è poco da fare, ma l’amarezza resta, e come.
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un pesantissimo gol da tre punti, all’ultimo respiro, sotto la curva sud. L’uomo del giorno è senza dubbio Davide Marsura, l’esterno d’attacco che con una deviazione sottomisura ha consentito al Venezia di mantenere un prezioso vantaggio in classifica su tutte le inseguitrici. E’ la sua prima rete di testa in questo campionato, ma non è certo la prima rete decisiva che segna quest’anno. Anche all’andata, nella trasferta di Ancona, il gol da tre punti lo segnò proprio il 22enne originario di Valdobbiadene, che si sta dimostrando sempre più un fattore determinante per la sua squadra. Questo avversario mi porta fortuna, quest’anno non ci giochiamo più contro? scherza in sala stampa, ricevendo una pacca sulla spalla da mister Inzaghi. Poi il numero 17 si fa serio: Sono molto contento. Non conta in che modo fai gol, i più belli sono sempre quelli che valgono tre punti. A maggior ragione in una partita del genere, dove la vittoria a un certo punto sembrava tutt’altro che scontata. Siamo stati tutti sorpresi e amareggiati per il gol subito dopo nemmeno un minuto, è stata una doccia fredda ma va detto che abbiamo reagito da grande squadra. Il campo non era certo nelle condizioni migliori prosegue – ed essere passati subito in svantaggio ci ha complicato le cose perché non è mai facile giocare per 90 minuti contro una squadra così chiusa nella propria metà campo. […]
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Abbiamo conquistato 10 punti nelle ultime quattro partite avendo giocato con Reggiana e Parma. Questi tre contro l’Ancona però valgono davvero doppio. Le altre squadre di vertice non mollano di un millimetro, ma per noi essere primi da soli da sette giornate è un grande motivo di orgoglio». Dopo lo scampato pericolo Pippo Inzaghi sottolinea tutti i meriti del suo Venezia, capace di confermarsi capolista solitario seppur con qualche affanno di troppo. «Avevamo impostato una gara d’attacco perché ho tanti giocatori per farlo spiega il tecnico lagunare riferendosi al 4-2-4 di partenza , poi dopo un attimo ci siamo trovati in svantaggio per una situazione che davvero avrebbe potuto tagliarci le gambe. Quel gol incredibile dopo pochi secondi ho voluto rivederlo subito: un cross messo col contagiri, Facchin tagliato fuori e impossibilitato ad intervenire e un pallone giusto sulla testa del loro attaccante. Eravamo piazzati bene due contro due in marcatura, ma ci siamo fatti sorprendere e dobbiamo prestare più attenzione». […]
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Piove. Tantissimo. Ma lo stellone di Pippo Inzaghi non si bagna, splende sempre.
Anche ieri contro l’Ancona l’allenatore del Venezia ha potuto contare sulla sua solita componente di fortuna per portare a casa un successo che pareva davvero impossibile per come si era messo il match. Invece ancora una volta il Venezia ha permesso alla sua tifoseria – stavolta ridotta nel numero dalle condizioni atmosferiche difficili – di tornare a casa con il sorriso e con la convinzione che quest’annata potrebbe essere davvero un’altra di quelle giuste. Già, perchè se partite come questa con i marchigiani finiscono con tre punti in saccoccia c’è da dire che la fortuna non è di certo nemica. Gara difficile già in avvio perchè è una di quelle che potrebbe consentire l’allungo. Il Venezia – come noto – non è mai riuscito a sfruttare pienamente una di queste occasioni (e alla fine, con la vittoria del Parma, non sarà così nemmeno stavolta), quindi la tensione è palpabile. Per non farsi mancare nessuna emozione il Venezia decide di partire bene: appena cinquanta secondi – forse meno – e l’Ancona è già avanti con una rete di Del Sante imbeccato da Barilaro che lascia di stucco Garofalo. Il modulo sbilanciatissimo in avanti scelto da Inzaghi – un 4-2-4 che diventa un 2-4-4 attaccando con Fabris e Garofalo che salgono sulle fasce, ha già dato i primi frutti. In negativo. E il correre della partita non riserva scossoni favorevoli ai lagunari. L’Ancona sparisce dall’area presidiata da Facchin e già pregusta un successo che è però distantissimo da concretizzare. […] Sorride il Venezia, come detto: stavolta ha giocato davvero male ma si è portato a casa tre punti pesantissimi. Tiene a distanza il Parma e anche il Padova, può guardare avanti con una certa fiducia. A condizione però che Inzaghi compia una seria riflessione su quanto proposto ad avvio match: uno schieramento che può andare bene forse a gara in corso – specie se alla ricerca del risultato – ma non dall’inizio. […]
Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Primo gol di testa in stagione per Davide Marsura al quale, evidentemente, l’Ancona porta fortuna, vedi il gol-vittoria anche all’andata al Conero. Anche al Penzo la stessa scena. «Peccato, non li affronteremo più in questa stagione» sorride l’esterno del Venezia «ma sono contento che la mia rete sia stata decisiva per il successo. Dopo lo svantaggio iniziale, abbiamo reagito da grande squadra, una volta andati sotto, si faticava a trovare degli spazi ma la vittoria è meritata». Sul modulo con quattro attaccanti, Marsura si dice disponibile al sacrificio. «Nel calcio di oggi bisogna saper fare tutto» continua «ma per me non cambia nulla: fare una corsa in più e la diagonale non mi è pesato». Il 2017 non poteva iniziare meglio per Stefano Moreo, sempre a segno con il nuovo anno e decisivo anche stavolta: dalla sua testa è partita la riscossa nel secondo tempo. «Sono contento per come stanno andando le cose in questo periodo» dice «ma lo sono anche perché siamo riusciti a ribaltare questa gara. Sapevamo che non sarebbe stato un incontro facile; l’avvio loro ci ha sorpresi ma con il cuore e il sacrificio abbiamo ottenuto i tre punti. Il campo era pesante, spesso si usava il lancio lungo, e si faticava a trovare delle giocate in verticale, forse perché ci si muoveva poco. A inizio secondo tempo è arrivato il pareggio e questo ci ha dato la carica: la partita era ancora molto lunga. Poi per fortuna Marsura è riuscito a segnare». […]
Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Il gol a freddo dell’Ancona non ha scombinato i piani tattici di Filippo Inzaghi. Anzi, motivo in più per continuare a giocare con un modulo molto offensivo (il 4-2-4, ndr) per cercare il pareggio e poi la vittoria. «Sotto dopo nemmeno un minuto di gioco, con la partita impostata per andare all’attacco, non è stato proprio un buon inizio», commenta il tecnico del Venezia, «potendo giocarla però così, abbiamo continuato ad attaccare e non ho fatto modifiche tattiche. Un gol a freddo può tagliarti le gambe, e il Venezia non può permettersi di prendere una rete del genere. La loro è stata un’azione perfetta, è venuto tutto bene, ma davvero non si può così, perché eravamo piazzati in due contro due davanti alla porta. Bravo Barilaro che ha fatto un cross con il contagiri e ci ha sorpresi». Il Venezia è una squadra che più volte in questa stagione ha dimostrato di valere la vetta della classifica, e nel proseguo della partita non ha mollato più un centimetro ai marchigiani. «Siamo stati bravi, abbiamo creato molto, trovato altre occasioni da gol e la vittoria è stata importantissima» prosegue Inzaghi, «abbiamo portato a casa tre punti che valgono doppio. Con tanti giocatori non al meglio, in termini di condizioni fisiche, rischi di perderle queste sfide». […] E sulla trasferta di mercoledì a Como assicura: «Teniamo moltissimo alla Coppa Italia, e lo abbiamo fin qui sempre dimostrato. Oltretutto ora che potrebbe esserci un nuovo derby in semifinale. In campionato siamo invece in testa da soli da sette partite, un motivo di orgoglio e soddisfazione. Il Padova e la Reggiana però non mollano, e ovviamente ci sono Parma e Pordenone. Tutte squadre attrezzate per la serie B, ma ne va su una sola».
Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Riecco il Venezia, quello brutto e vincente. Quello che lancia un altro segnale al campionato: state attenti, concorrenti e rivali, il Venezia insegue la strada del concreto e bene o male vince partite come queste – stavolta il 2-1 va sul conto dell’Ancona – partite che in altre situazioni o in altre stagioni avrebbe finito col perderle. E invece no, nonostante una prestazione con poche idee, poche occasioni, una formazione con qualche scelta discutibile e una partita cominciata da 0-1, visto che il gol dell’Ancona arriva dopo neanche 50” di gioco. Chi vince ha sempre ragione, comunque, soprattutto quando le chiacchiere non servono ma servono i punti. Tre bei punti, buoni per mantenere il vantaggio sul Parma (che in un finale da infarto batte 3-2 il Pordenone) e sul Padova, insomma classifica invariata ma un’altra tappa in meno per arrivare al traguardo. […]
Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Vito Antonelli è sconsolato ma non inconsolabile: «Come ho detto ai ragazzi, ai quali va il mio plauso, il corso degli eventi ci sta mettendo a dura prova a livello morale. Stavamo premendo per segnare il gol della vittoria e invece, come sette giorni fa, arriva una sconfitta all’ultimo minuto. Voglio però che loro imparino ad accettare e affrontare queste situazioni che possono verificarsi anche nella vita. È una sconfitta difficilissima da digerire, ma non c’è altra strada oltre a lottare e crederci. La classifica sempre abbastanza corta, ci serve soltanto un risultato positivo. Ancora non ci credo di aver perso questa partita, mi sembra di sognare». […]
Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Quando il tabellino riportava ancora il punteggio parziale di 2-2, nessun vigontino ci avrebbe messo la firma in calce, tanto era l’animo e la tenzone a favore dei padovani che il pareggio sarebbe stato avvertito come un’ingiustizia. Invece, al 90′, arriva l’improvvido e inatteso 2-3 di Bandiera che scaraventa la Vigontina nella depressione. Neanche la pioggia lava via la fuliggine della “squadra Calimero” allenata da Vito Antonelli, ieri in tribuna per squalifica, tanto volenterosa e meritevole, quanto sfortunata e perdente, come – i più grandicelli lo ricorderanno – il celebre pulcino del Carosello. Il rischio, adesso, è che i padovani si abbandonino alla “sindrome di Calimero”, ossia sentirsi vittima di trame avverse e soverchianti. […] «È un’ingiustizia però!», recitava Calimero al termine delle sue sventure. In classifica, la Vigontina San Paolo resta penultima a 15 punti, a meno cinque dalla bagarre playout; la Calvi Noale si porta a 23.
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Dopo la gara, il tecnico dell’Este Michele Florindo si gode il pareggio: «Penso che sul risultato non ci sia nulla da dire», commenta. «Noi abbiamo trovato il gol su un episodio, anche se il rigore pareva abbastanza netto. Se non ci fosse stata quella parabola di Bertagno forse avremmo portato a casa l’intera posta in palio. Vista la giornata e visto anche l’ottimo stato di forma del Belluno penso sia andata bene così». […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) L’1-1 è un risultato che pare cucito addosso ad Este e Belluno. Un po’ perché, storicamente, negli scontri diretti le due compagini faticano a superarsi e un po’ per una prestazione che vede nessuna delle due più forte, più fortunata o perlomeno più caparbia. […] Il terreno bagnato non premia il bel gioco, tant’è che le due squadre, spesso e volentieri, tagliano corto sulla manovra d’attacco cercando la staffilata viscida. […] Il match si sblocca al 7’: Ferrara fa tutto da solo sulla fascia sinistra poi serve Marchetti a centro area che viene affondato da Calcagnotto. Per l’arbitro Nicolini è rigore, trasformato a botta sicura da Marco Vianello. Il Belluno, colpito nell’orgoglio, ha un lampo al 15’: Miniati improvvisa uno spiovente che, aiutato dal vento, per poco non beffa Lorello. Il capitano atestino si deve superare sul tiro cross di Mosca, alzando la parabola in angolo (19’). È il preludio del pari: Bertagno calcia un corner, il pallone, aiutato dal vento, inganna tutti e s’infila in rete. […]
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Il mister dei padovani, Luca Tiozzo “Peschiero” la prende con filosofia. Innanzitutto, senza tanti peli sulla lingua, non dà scampo all’Eclisse: «Prospettive? Per come ha approcciato la partita, è una squadra già retrocessa. Mi spiace per qualche ragazzo che conosco, come Baggio, Zanardo e Zanette, ma non si può giocare così, superando la metà campo un paio di volte in 90 minuti. Per me sono già retrocessi. Due punti persi per l’Abano? No, non direi, il pareggio è sempre un punto guadagnato»
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Dopo aver sfiorato l’impresa con la corazzata Triestina (seconda in classifica), l’ultima della classe fa … 13 (punti) e riesce finalmente a fermare una delle grandi della serie D, bloccando sullo 0-0 la quarta forza del campionato. Un pareggio meritato quello contro l’Abano di Tiozzo per l’Eclisse Carenipievigina di Bisioli, squalificato e sostituito in panchina dal vice Turchetto, ma che aumenta i già tanti rammarichi per una stagione che, visti anche i risultati altalenanti delle avversarie dirette, non riesce a decollare o, meglio, ad imprimere una svolta in chiave-salvezza. Il punto conquistato contro i neroverdi padovani, squadra molto solida ed organizzata, lascia infatti inalterate le distanze dalla zona play-out: in attesa del derby del San Vigilio (in programma domenica 26 febbraio), i cugini del Montebelluna restano a +7, mentre il divario dei pievigini da Calvi Noale e Tamai (a quota 23, cioè 10 punti sopra) sembra francamente proibitivo. Eppure anche contro l’Abano, nonostante un super-Villanova, autore di almeno un paio di parate da categoria superiore, l’Eclisse Carenipievigina non è mai andata in affanno, patendo a tratti lo (sterile) forcing degli ospiti, ma mai perdendo la testa. Che dire: un punto che fa morale, ma che serve a poco per scalare una montagna che domenica prossima propone la capolista Mestre a Mogliano. […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) Sorride a denti stretti Cristiano Masitto al termine della partita, accogliendo il pari quasi allargando le braccia, dicendo che più di così, era impossibile fare: «Abbiamo disputato una prova gagliarda. Su questo tipo di terreno, reso quasi impraticabile dalla pioggia, solitamente escono poche occasioni per fare gol. Noi ne abbiamo costruite qualcuna, loro meno di noi». Una partita che, forse, non si doveva nemmeno iniziare. «Le difficoltà nel giocare su un campo del genere sono enormi, per entrambe le squadre, lo spettacolo si azzera perché saltano tutti gli schemi che hai preparato durante la settimana». L’allenatore elogia i suoi giocatori: «Sono contento della prestazione, ho poco da appuntare ai miei». Magari un po’ più di precisione negli ultimi metri. «Era difficile arrivare nell’area avversaria giocando il pallone a terra, è vero che in un paio di circostanze abbiamo avuto un po’ troppa fretta nel tirare, dovevamo magari attendere l’inserimento del compagno». Masitto parlava di episodi: «A volte le partite le sblocchi anche con un calcio di punizione, noi facciamo davvero fatica a procurarcene qualcuna di interessante al limite dell’area. Sotto questo aspetto dobbiamo ancora crescere». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Termina a reti bianche la sfida d’alta classifica tra Campodarsego e Virtus Vecomp, giocata su un campo al limite della praticabilità eppure combattuta e vibrante. Gli unici rimpianti sono per l’undici di casa, che dopo un primo tempo equilibrato si era proposto di più nella ripresa, senza però riuscire a segnare e a rifarsi del ko dell’andata. Il primo tentativo della partita è di Lauria, al quale segue il pallonetto in area di D’Appolonia fuori di poco. La Virtus risponde prima con Alba, poi con Farina su azione di contropiede che inventa un gran tiro dal limite deviato prontamente sulla traversa da Brino. Ancora rossoblu veronesi protagonisti al quarto d’ora, con Farina che crossa basso per Cattivera, la conclusione s’infrange sulle gambe avversarie. Si riporta in avanti il Campo che però deve stare attento alle ripartenze ospiti, con Peroni che effettua un tiro-cross dalla distanza e colpisce la traversa. Poi il gioco sbiadisce da ambo le parti, anche in virtù delle condizioni atmosferiche avverse: in alcuni punti il terreno appare simile a un acquitrino. […] Pertanto la classifica vede Campodarsego a 41 punti a Virtus a 34, mentre la capolista Mestre e la vice Triestina allungano.
Ore 11.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Bindi 7.5; Cappelletti 6.5, Emerson 7, Russo 7; Madonna 6, Mandorlini 6, Berardocco 6 (Mazzocco 6), Dettori 6, Favalli 7; Neto Pereira 6.5 (Alfageme sv), Altinier 6 (De Cenco 5.5).
Ore 11.00 – (Gazzettino) Contava soprattutto conquistare i tre punti per restare in scia a Venezia e Parma, entrambe vittoriose al fotofinish. E il Padova c’è riuscito con grande personalità, dominando per lunghi tratti l’avversario, sbagliando la solita quantità industriale di opportunità da gol e alla fine soffrendo il giusto nel difendere l’1-0 maturato a inizio ripresa grazie a un rigore trasformato dallo specialista Russo. Generoso nella circostanza il fischio dell’arbitro Mantelli, perchè Sabato aveva il braccio attaccato al corpo quando il pallone calciato con violenza da Madonna gli è finito addosso. Ma un rigore molto più netto i biancoscudati lo avrebbero meritato quasi in apertura di partita per una vistosa trattenuta di Marchetti su Russo che stava andando a impattare la sfera a colpo sicuro davanti alla porta. E nella circostanza il difensore marchigiano avrebbe dovuto anche essere espulso. Il tutto sotto gli occhi del direttore di gara che però ha lasciato proseguire il gioco. Sviscerato il capitolo rigori, è giusto sottolineare i tanti meriti della truppa di Brevi che di fronte a una Maceratese in serie positiva da sette giornate ha sfoderato una prestazione di spessore. Neto Pereira e compagni hanno preso subito l’iniziativa e per tutto il primo tempo sono stati assoluti padroni della partita, lasciando agli avversari (in una inconsueta maglia azzurra) appena le briciole. […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) […] È il turno di Bindi, protagonista nel finale di gara. «La parata più difficile? La seconda, mi sono trovato in un tu per tu e quando l’avversario ha colpito di testa ho avuto un riflesso e sono riuscito a deviarla anche abbastanza lontano. Sulla prima parata sono partito leggermente in anticipo perché sapevo come Quadri tirava le punizioni: se non ci fossi andato un po’ prima, forse non ci sarei arrivato». Nelle ultime sette gare ha preso gol solo a Forlì. «È un bel vanto per me e per tutta la difesa, ed è un punto di forza per la nostra squadra». Si può prendere il Venezia? «Assolutamente sì. Le partite fondamentali sono da qui a marzo perché possono darci lo slancio in vista del rush finale».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Abbiamo dato un segnale importante, non era facile vincere qui». Brevi promuove i biancoscudati e tiene la barra dritta in vista dei prossimi appuntamenti. «La Maceratese è una squadra forte che ha creato sempre molte difficoltà a tutti, abbiamo disputato davvero un grande primo tempo anche se non siamo stati bravi a trovare il gol. Nella ripresa la squadra è ripartita bene, poi quando siamo andati in vantaggio la Maceratese ha fatto uno sforzo ulteriore creandoci qualche difficoltà soprattutto nelle palle inattive, dato che per il resto abbiamo concesso poco. E nel finale è stato molto bravo Bindi con due parate importanti». Ancora una volta è piaciuto l’approccio della squadra alla gara. «Nelle ultime due trasferte siamo partiti assai bene creando molto, anche se per una ragione o per un’altra non siamo andati in rete. Non è solo un discorso di attaccanti, dato che abbiamo avuto anche altri giocatori che potevano segnare. Ma ci sono periodi nei quali crei tanto e concretizzi meno. Comunque sono contento. L’avevo detto anche dopo il ko di Forlì: se la squadra continua ad avere questa intensità, atteggiamento e approccio, sono convinto che sia più facile vincere le partite». […]
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “I playoff ci sono ma i biancoscudati possono osare di più”) Il girone di ritorno della Lega Pro parla sempre veneto: al Venezia, che bene o male continua a mietere successi, respingendo l’assalto delle avversarie al suo trono, si affianca un Padova che viaggia a mille. […] Nessuno trascura le potenzialità di Parma, Pordenone e Reggiana, che sono lì a sgomitare con Neto Pereira & C., ma i biancoscudati, grazie anche ad una politica saggia di rinforzi seguita nella finestra invernale di mercato, sembrano finalmente in grado di lottare per qualcosa in più che sia l’obiettivo (minimo) dei playoff. Sprecano troppo, questo è altrettanto vero, in rapporto a quanto creano, ma hanno carattere, personalità e capacità di reggere le pressioni con profitto. Un tempo partite come quelle di Macerata non le avrebbero portate via. […]
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Volpe): Bindi 7; Cappelletti 6, Emerson 6.5, Russo 6.5; Madonna 6.5, Mandorlini 6, Berardocco 6 (Mazzocco sv), Dettori 6, Favalli 7; Neto Pereira 6 (Alfageme sv), Altinier 6 (De Cenco 6).
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Padova ha fatto 13. Non al Totocalcio, perché non c’era nessuna schedina da giocare, ma nel computo delle vittorie stagionali. Tredici come la Reggiana e il Parma, uno scalino sotto al Venezia, che pur con qualche affanno è riuscito ad aver ragione dell’Ancona al “Penzo” e continua a guardare tutti dall’alto, forte delle 3 lunghezze di vantaggio nei confronti dei ducali e delle 4 sui biancoscudati. I quali sono risaliti sul podio, occupando sempre il terzo gradino, da cui erano scesi inaspettatamente dopo lo scivolone di Forlì. Allo stadio “Helvia Recina” di Macerata, dove i tifosi di casa erano convinti di festeggiare con un risultato positivo il 95º compleanno della società marchigiana – con la squadra scesa in campo indossando un’insolita maglia celeste, perché fu la prima casacca nella storia del club, al posto di quella tradizionale biancorossa – Neto Pereira & C. non hanno sbagliato approccio nè tattica, ma per far propria la posta in palio c’è stato bisogno di un rigore (che peraltro, rivisto anche in tv, è apparso netto) in avvio di ripresa, dopo aver sprecato l’inenarrabile sino all’intervallo. Ma, visto cosa hanno combinato le avversarie dirette, l’importante era restare in scia alla capolista. Dodici punti su 15 nel girone di ritorno stanno a testimoniare che il Padova c’è, può dire la sua nella lotta per la promozione, a patto che soffra di meno nel chiudere le partite. Nel finale di gara, infatti, Bindi ci ha messo una pezza straordinaria su Franchini, dopo aver sventato già al 20’ della ripresa la possibile punizione-pareggio di Quadri, e il palo colpito da Sabato, sulla successiva ribattuta, ha fatto correre un lungo brivido sulla schiena allo stesso estremo difensore e ai compagni. […] Ora c’è la Coppa Italia, mercoledì, a Pontedera con il Tuttocuoio (quarto di finale secco), poi domenica il Gubbio all’Euganeo. È il momento di insistere, questo Padova deve solo continuare così.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] Questo grande equilibrio al vertice quante chance può darvi di raggiungere il Venezia? «Il campionato sta dicendo che anche la squadra più titolata può perdere su ogni campo. Da qui alla fine saranno tutte battaglie, noi vogliamo farci trovare sempre pronti e attenti. Questa vittoria, in tal senso, ha mandato un gran segnale». Ha reso onore al Padova anche l’allenatore della Maceratese, Federico Giunti: «Nel primo tempo ci hanno surclassato fisicamente, mettendoci in grave difficoltà. È stato un successo chiudere sullo 0-0. Dopo il loro gol abbiamo fatto molto meglio, ma non è bastato. Il Padova è veramente una signora squadra, ha grandi individualità e il giocatore, secondo me, più forte della categoria: Neto Pereira».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ha rivisto i fantasmi di Forlì, quasi non ci voleva credere, ma alla fine ha incassato vittoria, sorrisi e complimenti degli avversari. Può esultare ancora una volta mister Oscar Brevi, che continua nella sua marcia a ridosso dei primi posti dopo aver cambiato il volto ad un Padova che, all’inizio del girone d’andata, era completamente diverso. Ed è questo ciò che più ha sorpreso una Maceratese caduta dopo sei risultati utili di fila: «Sì, rispetto alla gara d’andata siamo notevolmente migliorati dal punto di vista fisico e tattico», il commento del tecnico biancoscudato. «Abbiamo disputato un gran primo tempo, contro una squadra che ultimamente aveva sempre creato difficoltà a tutti. Come già successo a Forlì, non abbiamo concretizzato diverse palle-gol, ma una volta passati in vantaggio ci siamo difesi bene, concedendo molto poco fino ai due grandi interventi di Bindi». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Giacomo Bindi studia. E anche tanto. Non solo sui banchi del corso di laurea in Psicoeconomia, ma anche gli avversari più pericolosi. È così che si spiega la grande parata sulla punizione di Quadri al 20′ della ripresa: «Lo conosco, avevo visto i suoi filmati e so come calcia», rivela il portiere biancoscudato. […] Secondo Bindi, tuttavia, la parata più difficile è stata un’altra: «Quella nel finale sul colpo di testa di Franchini. Ho avuto un buon riflesso laterale, poi siamo stati fortunati che sulla respinta Sabato ha centrato il palo. A quel punto speravo che la gara finisse il prima possibile». E dire che fino a metà ripresa non era mai stato impegnato… «Diciamo che è lo scotto da pagare quando si fa parte di in una grande squadra. Si gioca contro il tempo e bisogna essere pronti e reattivi nelle poche volte in cui si è chiamati in causa. Nel Padova tutti i singoli possono determinare una sfida, stavolta è toccato a me, in tante altre occasioni sono stati i miei compagni. Se riusciamo a metterci sempre la testa e a dare ogni domenica qualcosa in più, possiamo insidiare la prima sino alla fine. Il Venezia è raggiungibile, molto dipenderà da cosa succederà da qui a marzo. Se arriveremo di slancio, ce la potremo giocare negli scontri diretti». […]
Ore 09.00 – Lega Pro girone B, la classifica aggiornata: Venezia 49, Parma 46, Padova 45, Reggiana 43, Pordenone* 42, Bassano 40, Gubbio* e Sambenedettese 38, FeralpiSalò 35, AlbinoLeffe 33, Maceratese* e Santarcangelo 28, SüdTirol 27, Ancona e Forlì 23, Lumezzane* e Modena* 22, Mantova e Teramo* 20, Fano 16.
Ore 08.50 – Lega Pro girone B, i risultati della ventiquattresima giornata: Reggiana-Modena 1-0 (Carlini (Re) al 3′ st), Fano-Sambenedettese 1-2 (Mancuso (Sa) al 11′ pt, Agodirin (Sa) al 13′ pt, Germinale (Fa) su rigore al 29′ pt), Gubbio-FeralpiSalò 2-1 (Ferretti (Gu) al 12′ pt, Ferri Marini (Gu) al 31′ pt, Guerra (Fs) al 17′ st), Maceratese-Padova 0-1 (Russo (Pd) su rigore al 4′ st), Mantova-AlbinoLeffe 1-2 (aut. Donnarumma (Mn) al 19′ pt, Di Santantonio (Mn) al 11′ st, Gonzi (Al) al 20′ st), Teramo-Santarcangelo 1-1 (Cori (Sa) su rigore al 17′ pt, Sansovini (Te) al 46′ st), Venezia-Ancona 2-1 (Del Sante (An) al 2′ pt, Moreo (Ve) al 4′ st, Marsura (Ve) al 43′ st), Bassano-Lumezzane 1-0 (Pasini (Ba) al 27′ pt), Parma-Pordenone 3-2 (Scavone (Pr) al 10′ pt, aut. Frattali (Pn) al 29′ pt, Misuraca (Pn) al 42′ pt, Munari (Pr) al 44′ st, Calaiò (Pr) al 45′ st), Forlì-SudTirol 1-3
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