Il suo primo gol biancoscudato risale a un girone fa proprio nella sfida con la Maceratese, che sarà domenica di nuovo sulla strada del Padova lanciato più che mai nella corsa al vertice. Il protagonista in questione è Francesco Dettori, pronto a suonare la carica in vista dell’appuntamento in terra marchigiana. «Ho un ricordo agrodolce di quella partita, nel senso che ero contento per essermi sbloccato, ma anche rammaricato per una gara stregata dato che dopo aver dominato avevamo subito il pareggio nell’ultima azione. Di sicuro oggi siamo una squadra più matura e convinta dei nostri mezzi, mentre in quella occasione attraversavamo un momento non felicissimo che aveva influito anche sul risultato».
«Domenica comunque ci vorrà attenzione, perché anche la Maceratese è più forte avendo un organico che le permette di stare a ridosso della zona play off. Troveremo una formazione che in casa ha faticato sempre un po’ essendo abituata a giocare di rimessa, e ciò significa che nel fare la partita non dovremo scoprirci prestando il fianco alle loro ripartenze». Naturalmente si punta al risultato pieno nell’auspicio di rosicchiare ulteriore terreno a Venezia e Parma, che sono comunque a portata di mano. «La cosa più importante, che ci siamo anche detti tra noi giocatori durante la sosta, è restare agganciati il più possibile al treno di testa perché il campionato si deciderà in primavera, e dobbiamo arrivarci nelle migliori condizioni mentali e di graduatoria».
«Siamo quattro-cinque squadre a poter puntare in alto: oltre a Venezia e Parma, con quest’ultimo che ha fatto un mercato invernale fuori classifica, la Reggiana ha un organico attrezzatissimo e il Pordenone mi ha impressionato per il suo gioco. Quanto a noi, dobbiamo continuare a usare le nostre armi come abbiamo fatto fino adesso, mettendoci fame e umiltà». […] Tra i nuovi arrivati c’è anche Luca Berardocco, che è già stato suo compagno un anno fa alla Carrarese e ancora prima al Pescara. «Lo conosco bene. E’ un bravissimo ragazzo e sa giocare a calcio. Ci darà una grande mano anche perché è un giocatore dotato di personalità: si fa dare la palla e non ha paura di niente. Ma è tutta la squadra che deve continuare a esprimersi con la convinzione di potersela giocare fino alla fine. Sappiamo che non dobbiamo mollare mai». […]
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)