Berardocco, com’è andato il debutto con il Padova? «Sono soddisfatto. È stata una giornata di festa, era il compleanno della società, c’era tanta gente allo stadio, non potevamo sbagliare partita. E infatti l’abbiamo portata a casa, giocando un buon calcio. Direi che è stata una bella sensazione. Quanto a me, ho cercato di non strafare, posso fare ancora di più». La sensazione, infatti, è che lei abbia giocato scegliendo la semplicità. «E’ così, ho cercato di fare solo le cose che mi aveva chiesto il mister. Loro hanno pressato alto soprattutto nel primo tempo e ho cercato di far viaggiare il pallone. Ogni partita fa storia a sé». Com’è stato ritrovare qui il suo vecchio amico Francesco Dettori? «Ci conosciamo molto bene, l’anno scorso abbiamo militato assieme nella Carrarese, quindi ognuno sa come gioca l’altro e come fare per trovarlo. Non serve nemmeno parlarci a volte, so come si muove Ciccio e lui sa come mi muovo io. Credo che la squadra ne abbia beneficiato, ma quello che mi ha favorevolmente impressionato del Padova è che c’è un grande gruppo. Uno spirito di squadra non comune».
Lei si crede nella promozione diretta? «L’ho detto sin dal primo giorno: ci credo. E sarà bene cercare di pensare solo a noi stessi, senza stare lì a guardare troppo la classifica. Domenica c’è stato un turno favorevole, abbiamo recuperato due punti a Venezia, Parma e Pordenone, la vetta adesso è distante solo quattro punti. Ma ci vuole tanta pazienza, il campionato è ancora molto lungo, verrà il tempo degli scontri diretti. Insomma, ne devono succedere ancora di cose…».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)