Con il mercato invernale finalmente alle spalle, da ora in avanti sarà solo il campo a parlare. Soprattutto per chi, nelle ultime settimane, ha visto il proprio nome accostato ad altri club. È il caso di Luis Alfageme, che proprio negli ultimi giorni di gennaio è tornato ad essere chiacchierato. Ha scelto lui, in prima persona, di rimanere in biancoscudato. E il motivo è presto detto. «Io ho sempre pensato al campo e al Padova, a dire la verità», le parole dell’attaccante argentino. «Non ho mai avuto l’intenzione di muovermi da qui, le mie partite sin qui le ho sempre giocate e dal tecnico mi sono sempre sentito considerato. Per questo ero tranquillo».
Per lo meno, fino a che negli ultimi giorni non è arrivata l’offerta della Casertana, l’unico club in cui avrebbe potuto nuovamente trasferirsi. «Da quando sono arrivato in Italia già due volte mi sono spostato a gennaio. E non è che sia andata male, però cambiare a campionato in corso è sempre un passo complicato. Qui a Padova abbiamo costruito una base, c’è un gruppo di bravi ragazzi, una vera famiglia all’interno della quale mi trovo bene, con tutti. A Caserta sarei tornato in un ambiente e in una città che già conosco, ma qui so che cosa può fare la squadra, e ci credo fortemente».
Questione di obiettivi, quindi? «Ci crederò fino alla fine, sono convinto che il Padova possa giocarsi tutte le sue carte per la promozione in Serie B, e io ho deciso per questo di declinare la proposta che mi è arrivata. In attacco siamo in tanti, ci sono ottimi giocatori, ma non è il semplice numero delle presenze che cambia la mia stagione: anche se non posso giocare sempre, non mi tirerò mai indietro». Uscito Germinale, entrato De Cenco: lì davanti i numeri sono rimasti gli stessi anche dopo il mercato. «Il mister ci chiede di dare tutti quanti il massimo, siamo quattro attaccanti molto validi e tra noi c’è una sana concorrenza: l’importante è che ci sia sempre una soluzione. Altinier e Neto stanno giocando bene, le loro qualità non si discutono, ma noi siamo pronti a dire la nostra quando ce n’è bisogno».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)