Una porta chiusa a quattro mandate. Per il Padova cinque risultati utili di fila prima della sosta, con un bottino di 11 punti, ma il dato più interessante è quello che ha visto la porta difesa da Giacomo Bindi inviolata da quattro gare. Per la precisione, dall’ultimo gol subìto dai biancoscudati, autore Momentè dell’Ancona nel finale della gara in trasferta del 7 dicembre, i minuti d’imbattibilità sono arrivati a quota 388. «Una situazione che mi piace – commenta l’interessato e spero possa durare più a lungo possibile. Noi portieri siamo valutati anche per questo, ma in realtà si tratta di un dato di squadra perché a monte ci devono essere il giusto equilibrio e l’armonia tra i reparti. Non subendo reti, del resto, poi ne basta una per vincere».
In precedenza, nell’attuale torneo, la squadra vantava un filotto di tre gare (Gubbio, Mantova e Teramo) senza reti al passivo, ma Bindi detiene un primato ancora più importante. «A Catanzaro, con Brevi in panchina nella stagione 2013-14, sono rimasto imbattuto per quasi otto partite (710 minuti, ndr) e così sono tra i primi dieci portieri italiani nella graduatoria delle strisce più lunghe». Davanti a lui Buffon (973) e gente del calibro di Zoff e Sebastiano Rossi. Ma non finisce qui. «Escluso Siena, negli ultimi quattro anni le squadre in cui ho militato hanno sempre chiuso con la migliore o la seconda difesa. Se si tratta di fortuna o bravura? Lasciamo intatto questo mix senza sviscerare troppo…».
Il 2016 di Bindi è stato ricco di soddisfazioni. «Un anno positivo con il finale di stagione meraviglioso a Pisa, una promozione che sapeva di rinascita e ancora più sentita della precedente a Latina, e poi l’esperienza a Padova, fortemente voluta a livello personale. Parliamo di una piazza stimolante, una squadra forte e una proprietà che fa programmazione. Ora siamo a tre punti dalla prima. Perché non provarci?». Inevitabilmente si passa ai propositi per il 2017. «Sono nel pieno della maturità come giocatore e vorrei vivere l’anno migliore a livello personale, augurandomi che questo serva alla squadra per ottenere il risultato più grande». Sarà una lotta a cinque? «Per il primo posto aspetterei marzo, ma penso che ci sarà un’ulteriore scrematura e che saranno due o tre le formazioni in lizza, mi auguro anche il Padova. Saranno fondamentali queste prime partite, in un periodo di transizione e cambiamento in cui, per chi sta avanti, non sono più ammessi scivoloni perché i margini di errore si assottigliano».
[…](Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)