Era dall’inebriante 3-1 di Venezia (28 novembre) che il Padova non vinceva in trasferta. I biancoscudati hanno scelto il modo migliore per chiudere l’anno in bellezza, riassaporando il gusto dei tre punti lontano dell’Euganeo e soprattutto sfoderando una prestazione da manuale per rigorosità, freddezza ed organizzazione (quarta gara di fila senza incassare gol). Un 3-0 che certifica l’ottimo stato di salute della squadra, protagonista di una rincorsa esaltante nelle ultime tredici giornate (nessuno ha fatto meglio del Padova) dopo che un avvio un po’ stentato e soprattutto il desolante ko di San Benedetto del Tronto avevano fatto scivolare Brevi e la società sull’orlo del baratro. Poi, d’improvviso, si è accesa la luce e le critiche si sono trasformate in elogi. Bravo l’allenatore a tenere duro nella sua strategia tecnico-tattica che ha come requisiti cardini l’equilibrio e la capacità di soffrire; bravi i giocatori a recepire la scossa; bravo il direttore generale Zamuner a metterci la faccia nel difendere a spada tratta le sue scelte; bravi Bergamin e Bonetto a ricompattarsi e a trasmettere unità d’intenti all’ambiente. Da qui a dire che il Padova andrà in serie B ovviamente ce ne passa, ma la strada intrapresa (profilo basso e obiettivi alti) di sicuro porta lontano.
(Fonte: Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Profilo basso e obiettivi alti”. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)