È bergamasco doc con un passato alle spalle nell’Albinoleffe. Sarà come giocare in casa domani per Nicola Madonna, che conosce alla perfezione lo stadio Atleti Azzurri d’Italia avendolo calcato con Atalanta e appunto Albinoleffe, compagine quest’ultima nella quale ha disputato quattro campionati. «È un campo che mi ha dato sempre emozioni – esordisce l’interessato – Sarà così anche in questa occasione, tanto più che ci torno per la prima volta da avversario. Quando ero bambino tifavo Atalanta e ci andavo da spettatore. La passione per i nerazzurri è un po’ scemata, però anche adesso è il primo risultato che guardo». Nell’ultima stagione con l’Albinoleffe ha avuto come allenatore suo padre Armando, ex ala destra di Atalanta, Piacenza e Lazio, e attuale tecnico della Virtus Bergamo in serie D. «Proveniva dalla squadra Primavera ed era subentrato ad Agostinelli, mentre io era già da un po’ che giocavo titolare e quindi non si poteva dire che venivo impiegato perché c’era papà. È stata comunque una situazione strana, anche se a livello professionale è andata bene perché a fine anno sono stato ricomprato dall’Atalanta. Se mi piacerebbe ripeterla? Sinceramente no, è meglio tenere separati gli affetti dal lavoro».
Tornando all’attualità, all’andata è stato un pareggio amaro con tanto di rischio beffa nel finale. «La prestazione era stata positiva, anche se il risultato non è arrivato. Da quell’esordio in campionato siamo cresciuti molto e oggi siamo una compagine difficile da battere. Siamo vicini alle prime in classifica e vogliamo restarci il più a lungo possibile. Ci attende una gara molto tosta con un avversario che finora ha dato filo da torcere a tutti». Stilando la classifica delle ultime dodici giornate, il Padova è primo. «Potevamo fare anche qualche punto in più, penso ai pareggi con Ancona e Lumezzane. Dopo la vittoria con la Reggiana abbiamo iniziato un altro campionato e vogliamo continuare su questa strada». La sensazione è che abbiate le carte in regola per giocarvi la promozione diretta. «Sarebbe una cosa straordinaria, anche perché ci sono società che hanno speso molto più del Padova. Bisogna riuscire a restare attaccati alla zona di testa fino a quattro-cinque gare dalla fine, perché lì si decide tutto. Noi ci crediamo».
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)