Il “Lume”, inteso come Lumezzane, non si spegne e il Padova resta lì, sospeso a mezz’aria, con la mano sull’interruttore, che però non vuole saperne di staccare il contatto con la luce. E allora ci sta la mezza arrabbiatura, anzi più la delusione del nervosismo per ciò che poteva essere e, un’altra volta nelle ultime due trasferte, non è stato. Ad Ancona sotto di un gol, recuperato e sorpassato l’avversario, si è stati ripresi a pochi minuti dal 90’; qui, in Val Gobbia, nè in vantaggio nè costretti ad inseguire, si sono fallite sette occasioni nitide sotto porta per scavare il fossato incolmabile tra sè e i rossoblù bresciani. Morale: il Padova chiude il girone d’andata con il sesto pareggio della stagione (terzo 0 a 0 dopo quelli con Mantova e Teramo), al quarto posto in classifica, ma con un rammarico di fondo pienamente giustificato: una quantità industriale di punti lasciati per strada nel primo mese e altre quattro regalati proprio nei viaggi dicembrini tra Marche e Lombardia. Bilancio al giro di boa: 9 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte, 33 punti all’attivo, con 28 gol realizzati e 19 subìti. Si poteva fare di più, indiscutibilmente. Con 14 reti prese in 19 partite il Lumezzane vanta la seconda miglior difesa del torneo, ma nella circostanza ha sicuramente concesso parecchio ai biancoscudati, salvandosi da situazioni pericolose davanti a Pasotti con un pizzico di fortuna e anche, va sottolineato, aiutato dagli errori di mira e dallo scarso cinismo di cui hanno dato prova gli uomini di Brevi.
[…]In ottica playoff e per le aspettative della proprietà di viale Rocco, che si augura di migliorare il quinto posto della passata stagione, il punto colto allo stadio “Saleri”, dove ci ha lasciato le penne il Bassano, non è negativo. Lo è, invece, se si punta alla vittoria in assoluto nel campionato. Perché il Venezia si è fatto imporre un rocambolesco pareggio al “Penzo” dalla Maceratese restando primo, ma a quota 39, non scappando. Sei lunghezze sopra i biancoscudati. Che, in serie utile da tre giornate, restano in corsa per la promozione diretta. A patto che la mira venga aggiustata e che diventino più “cattivi” con le formazioni di medio-bassa classifica.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)