E pensare che, nelle idee iniziali di Giorgio Zamuner, direttore generale e responsabile dell’area tecnica biancoscudato, sulla panchina del Padova adesso si sarebbe dovuto sedere Bruno Tedino. Strani incroci, quelli sulla direttiva che collega la città del Santo al Friuli, che portarono l’attuale tecnico del Pordenone all’inizio dell’estate a un passo dal trasferimento in Veneto, sulla strada già percorsa da Zamuner. […] Bruno Tedino, ci racconta come andò l’estate scorsa? «Sono state scritte inesattezze che vorrei chiarire bene, a scanso di equivoci». Prego… «Zamuner lo conosco da trent’anni, il suo assistente Mateos lo allenai all’inizio della sua carriera. Giorgio è un professionista serio e non mi ha mai, sottolineo il “mai”, chiesto di trasferirmi al Padova fino al 29 maggio, quando uscimmo in semifinale playoff contro il Pisa. Poi, quando ha capito che non c’erano margini col Pordenone, ha scelto un’altra soluzione. Questo lo dico perché la tempistica è importante e Oscar Brevi a Padova è stato massacrato e adesso invece… ».
Ammetterà che la chiamata del Padova, se fosse arrivata, non l’avrebbe lasciata indifferente… «Ci mancherebbe, è una piazza eccezionale che respira e vive il calcio con grande passione, ma io ero, sono e sarò l’allenatore del Pordenone, visto che ho rinnovato fino al 2019. Qui mi trovo a meraviglia: lo scorso anno assieme a Zamuner abbiamo condiviso un lavoro a 360 gradi e forse anche oltre. Sarà bello vivere Padova-Pordenone respirando aria di alta classifica e cercare di vincere». E Mandorlini? «Gli rimprovero solo la tempistica della scelta, che ci mise in difficoltà. Per il resto capisco le sue ambizioni». Affrontate il Padova forse nel momento peggiore… «Anche quando era in apnea, si vedeva che c’era del lavoro dietro, che c’era della qualità. Secondo me Venezia, Parma e Reggiana hanno qualcosa in più di tutte le altre, poi ci sono Padova, Bassano e mettiamoci pure il Pordenone. Cercheremo di proseguire il lavoro fatto lo scorso anno».
[…](Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)