Alessandro Favalli è una delle tante “stelline” passate nella galassia parmense e adesso, con i suoi 24 anni compiuti proprio due giorni fa, si sta riprendendo quello che a Parma non aveva ottenuto. «Vero, ero stato preso in comproprietà dalla Cremonese, ma non ho fatto né un giorno di ritiro, né tanto meno un allenamento con quella maglia», i ricordi del terzino biancoscudato. «Se alla sera firmavo il mio primo contratto con il Parma, il mattino successivo ero già sulla strada per Nova Gorica: mi avevano girato subito nella loro società satellite, senza trattenermi nemmeno un giorno perché il campionato sloveno iniziava presto». Non si può dire, insomma, che Parma abbia avuto per lei un grande significato… «L’estate in cui mi presero pensavo che avrebbero puntato su di me, mi dissero un giorno che avrei potuto far parte della prima squadra. E invece andai subito in Slovenia, e già dai primi mesi si capiva che qualcosa non andava. Alcuni giocatori cominciarono a non ricevere più gli stipendi, si era capito che tirava una brutta aria in società».
«L’anno dopo, poi, tornai alla Cremonese e il club parmigiano arrivò al fallimento definitivo: ci sono rimasto male, credevo di avere un’opportunità per mettermi in mostra, e invece è andata come è andata». Come fu l’esperienza al Nova Gorica? «Dal punto di vista tecnico e umano, molto buona. Mi sono trovato bene, eravamo una squadra quasi tutta italiana e c’erano tanti ragazzi che il Parma aveva appena comprato, come me. Abbiamo fatto un buon campionato e vinto la coppa nazionale». Il suo allenatore era Luigi Apolloni, che sabato ritroverà sulla panchina proprio del Parma. Che ricordo ha di lui? «Ci siamo sempre trovati bene, è un allenatore preparato e il 4-3-3 che utilizzava era tarato sulle nostre caratteristiche. Non lasciava nulla al caso, non c’era un aspetto predominante nella sua preparazione, fase difensiva e offensiva lavoravano bene, quindi mi aspetto che anche il Parma di sabato sia organizzato sotto tutti gli aspetti».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)