Padova-FeralpiSalò, l’analisi del “Mattino di Padova”

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Il sorpasso in classifica c’è stato, come ci si augurava alla vigilia, ma la FeralpiSalò deve solo battersi il petto e recitare il “mea culpa”, perché aveva in mano la partita sino a dopo la mezz’ora della ripresa e l’ha persa nel giro di 4 minuti, fra il 33’ e il 37’, per un paio di corbellerie dei propri giocatori pagate a carissimo prezzo. E così il Padova ha fatto festa alla sagra degli errori andata in scena ieri pomeriggio all’Euganeo, centrando la sesta vittoria in campionato (su 13 partite) e salendo a quota 22, insieme al Gubbio, in attesa di sapere se sarà a sua volta superato dalla Sambenedettese, impegnata oggi nella sfida con il Teramo. È comunque di nuovo sesta, la truppa di Brevi, brava a credere nella possibilità di riagguantare un risultato che sembrava insperato, complice il fatto che la rodata macchina difensiva dei bresciani ha clamorosamente “grippato” nell’ultimo quarto d’ora. Quando trovi avversari che giocano a calcio senza tanti accorgimenti tattici, propensi ad offendere più che a difendere, devi provare ad opporti al meglio sia sul piano tattico che come qualità dei singoli. Ebbene, i biancoscudati, partiti molto bene – già al 2’ Favalli ha avuto sui piedi la palla dell’ipotetico vantaggio, ma se l’è fatta neutralizzare da Livieri in angolo, e all’11’ Cappelletti di testa ha indirizzato sulla parte superiore della traversa – hanno sofferto un po’ troppo, con il passare dei minuti, la spigliatezza di manovra e gli inserimenti tra le linee degli uomini di Asta, schierati inizialmente con il 4-3-3, che in vari momenti diventava un 4-2-4 assai fastidioso e pericoloso, con i quattro davanti (Settembrini spesso avanzato sulla linea dei vari Bracaletti, Gerardi e Guerra) bravi a creare seri problemi alla retroguardia padovana.

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È andata bene, con un pizzico di fortuna che non guasta, ma il Padova non è ancora quello che si vorrebbe: difetta la continuità soprattutto nell’arco dei 90’. A fine gara Brevi ha esultato a suo modo, ma è stato contestato da alcuni tifosi della tribuna Ovest. E anche in Est molti non hanno gradito. Che l’allenatore non sia amato da una parte della tifoseria è un dato di fatto, da qui però ad insultarlo ce ne corre… Ma questa è Padova, purtroppo.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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