Quant’è lontana Benevento da Cittadella? 729 chilometri, stando alle mappe; 33 anni, stando ai ricordi. Quelli di Stefano Marchetti, “ex” di lusso della sfida in programma domani pomeriggio allo stadio Vigorito del capoluogo campano. E chissà se all’epoca, quand’era solo un promettente attaccante di grandi speranze, l’attuale direttore generale granata avrebbe mai immaginato quale piega avrebbe preso il suo futuro. «Ho giocato lì nella stagione 1982/83, la ricordo come una bellissima esperienza», racconta il d.g. di Fontaniva, che chiuse l’annata, in Serie C/1, infilando 25 presenze e 3 gol. «Avevo già vissuto fuori casa, avendo frequentato il settore giovanile dell’Inter, ma muovevo i primi passi tra i professionisti. Il mio cartellino era in mano al Padova, che mi mandò a Benevento scambiandomi con un altro giocatore. Bisogna tener presente che, all’epoca, i calciatori avevano meno peso nelle decisioni delle società, ma a me non dispiaceva l’idea di fare esperienza altrove».
[…]Il suo nome è stato accostato al Benevento anche più di recente: nell’estate del 2013 la società campana le fece la corte. È stato vicino ad andare a fare il direttore da loro? «Mi chiamò il presidente e ovviamente fu un attestato di stima, di quelli che fanno piacere. Io, per una forma di rispetto, parlo sempre con chiunque mi contatti, poi, però, lo sapete, ho sempre scelto con il cuore e non pensando al portafogli. E sono rimasto qui». Veniamo all’attualità: cosa pensa della gara di domani? «Che non sarà per niente semplice. Parliamo del Benevento come di una neopromossa solo perché arriva dalla Lega Pro. Se consideriamo i giocatori che ha preso, non sono certo quelli di una “matricola”, e cito soltanto Ceravolo. È una squadra completa in tutti i reparti, ma proprio davanti è particolarmente attrezzata, con elementi rapidi e tecnici. Sta disputando un ottimo campionato ed è in alto con merito».
[…](Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)