LA REPUBBLICA (C. CITO) – La storia delle seconde squadre, o squadre B, modello di riferimento o semplicemente ampio parcheggio di giovani in attesa di futuro è il terreno sui cui si svolgerà a breve una delle battaglie più importanti del calcio italiano. Sulla loro istituzione c’è un’apertura del presidente federale Tavecchio ad Andrea Agnelli(«Presentatemi un piano e lo valuteremo»). OraAdriano Galliani, candidato forte alla presidenza della Lega di A, al telefono con Repubblica annuncia la sua svolta in questa direzione: «Le squadre B sono un’ottima soluzione per tenere vicini i giovani migliori e non mortificarli con prestiti eterni in giro per l’Italia». Agnelli, nell’ultima assemblea degli azionisti della Juventus, le ha definite «una priorità». Nell’ultima occasione utile, a giugno, inserita in una votazione in Lega A sulla riforma del campionato Primavera, l’idea è stata bocciata nettamente. E sul tavolo della Figc la discussione non è mai arrivata concretamente.
Per capire di cosa parliamo quando parliamo di squadre B, teniamo presente ciò che accade in Spagna. Lì ogni grande club ha una squadra “riserve”. Queste formazioni partecipano ai campionati minori, non possono militare nella stessa serie del club madre e nemmeno disputare la Coppa nazionale. Non esiste limite di età, ma il passaggio verso la squadra A e viceversa al di fuori delle finestre di mercato è consentito solo a giocatori Under 23 o Under 25 con contratto professionistico. Quasi tutti i grandi club spagnoli, Barcellona compreso, hanno le loro seconde squadre nella Segunda Division B, l’equivalente della nostra Lega Pro. I vantaggi del modello: stadi veri, campionato credibile, impegno di buon livello per i giocatori. La formazione dei ragazzi e la trasmigrazione dei talenti tra la Masia e il club principale avviene attraverso un ambiente-cuscinetto, competitivo ma non troppo, slegato da logiche di risultato, improntato alla pura e semplice formazione. Le medie spettatori sono di tutto rispetto, anche 5.000 paganti per il piccolo Clasico Real Castilla-Barcellona B. Anche inGermania esistono le squadre B, possono giocare al massimo in 3. Bundesliga, senza limiti di età, e c’è libertà di passaggio dei giocatori tra prima e seconda squadra al di fuori delle finestre di mercato. In Inghilterra, invece, c’è una sorta di Premier League 2, un campionato a parte di sole squadre B Under 23 con sistema di promozione-retrocessione. Le partite si giocano all’interno dei centri sportivi dei rispettivi club, con scarsissimo pubblico, non troppo diversamente dal campionato Primavera italiano. Diverso quindi da ciò che da noi si vorrebbe introdurre.
In Italia, è stato redatto un progetto dalla Lega Pro che prevede l’accoglimento in serie C delle seconde squadre dei grossi club (quelli con licenza Uefa, idonei a giocare le coppe), con divieto di promozione e di partecipazione ai playoff, ma con possibilità di retrocedere.Quest’ultimo aspetto è assolutamente centrale per impedire che un club, di fatto esterno al campionato, lo condizioni con atteggiamenti scarsamente sportivi. L’ipotesi fin qui discussa è di mettere a bando un numero limitato di posti in Lega Pro (partendo da 3), da assegnare ai club che assicurino stabilità finanziaria e i migliori progetti sportivi a medio-lungo termine. Sono favorevoli le grandi, con le loro rose sterminate, costrette ad antieconomiche manovre per non perdere il controllo dei giovani. L’alternativa è rappresentata dalle doppie proprietà, di fatto vietate in Italia (Lotito possiede in deroga Lazio e Salernitana), ma che consentirebbe alle città più piccole di vivere con il proprio nome e il proprio stemma, ricevendo investimenti e giocatori dalle big.
Il presidente del Südtirol Walter Baumgartner: «Esistiamo già noi squadre di Lega Pro, catalizziamo le forze giovani dal territorio, la Figc valorizzi anche economicamente le realtà come la nostra e non punti all’introduzione nel sistema di forze esterne ». «Ecco qual è il guaio – replica Galliani – siamo il paese dei mille campanili, con questa logica siamo destinati a restare eternamente fermi».