Il procuratore federale ha deferito alla sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale la società biancoscudata, il presidente Giuseppe Bergamin e il dirigente delegato ai rapporti con la tifoseria Massimo Candotti per i cori di discriminazione razziale all’indirizzo del giocatore Keita in occasione dell’amichevole Lazio-Padova disputata il 20 luglio ad Auronzo di Cadore.
[…]Interpellato, il presidente Bergamin dice: «Ne eravamo a conoscenza, ed è una cosa che dà fastidio. La procura federale ha proceduto d’ufficio considerata la risonanza che l’episodio ha avuto dai media, e la situazione è in mano al nostro avvocato Simone Perazzolo». Ecco allora Perazzolo: «Siamo stati già sentiti a fine agosto dalla procura federale. E’ un fatto spiacevole dal quale la società aveva già preso le distanze attraverso le parole del presidente Bergamin e dell’amministratore delegato Roberto Bonetto, ed era stato condannato anche dall’amministrazione comunale. Non si tratta di negare l’innegabile, ma siamo in contatto con la procura federale per cercare di arrivare a una sanzione che possa essere reputata equa, considerato che anche il Padova è vittima di quanto accaduto. Tra l’altro simili episodi non si sono più ripetuti e siamo sicuri che non capiteranno per tutto l’anno». La sanzione potrebbe essere di natura economica, ma potrebbe essere anche disposta la chiusura di un settore dello stadio per una gara o addirittura la disputa di una partita a porte chiuse.
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)