Michele Marcolini ha visto giocare il Padova solo due volte, in questa stagione. E dalle due gare – quella di Fano, seguita dagli spalti, e quella con la Reggiana, vista in tv – ha ricevuto indicazioni contrastanti.
[…]«Ho visto i biancoscudati con il Fano e con la Reggiana», spiega l’ex del 2011/12, «e lunedì mi sono sembrati una squadra tonica, compatta, con grande voglia di fare il risultato. Hanno vinto meritatamente contro una delle favorite del girone, confermando finalmente i loro valori». Come valuta i problemi del Padova in quest’avvio di campionato? «La Lega Pro è difficilissima e, nonostante ci siano sempre squadre costruite con investimenti importanti, non è mai facile fare risultato con tutte. Noi ne siamo la dimostrazione: ci sono 8-10 club che hanno investito molto, e poi ci sono le “piccole” che, spendendo meno, sono comunque competitive e organizzate. Non dico che sia normale, ma all’inizio è fisiologico che qualcuno possa incontrare più difficoltà di altri. Alla fine, però, i valori delle squadre importanti alla lunga emergono, e il Padova è una di queste: ne verrà fuori».
[…]Il Padova, invece, è partito male e Brevi ha detto: “Questa è una piazza sempre pronta a puntare il dito, capisco perché qui molti allenatori hanno fallito”. Lei che ne pensa, essendoci passato? «Il Padova ha grande seguito, la città rivolge molta attenzione a ciò che succede. La pressione c’è, ma gli allenatori ormai sono sotto pressione ovunque: bisogna vincere subito e si ha sempre meno pazienza, i passi falsi sono vere e proprie tragedie, ma a Padova non ho mai avvertito un’esasperazione più accentuata rispetto ad altre realtà. Capita anche ad allenatori di club medio-bassi, ma comunque con la mentalità di chi non si accontenta mai, di vivere simili situazioni».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)