In poco più di 90’, recupero compreso, l’allenatore milanese si gioca tutto.
[…]È solo, Brevi, perché hanno fatto di tutto per lasciarlo in tali condizioni,ma è anche vero che ci ha messo molto del suo per arrivare a tanto, aggiungendoci ieri un carico da novanta con uno sfogo durissimo nei confronti dell’ambiente che non sappiamo quali reazioni provocherà nei tifosi presenti alla sfida odierna con gli emiliani. Andiamo per ordine. In questa piazza non ci saranno forse le mezze misure, ma di una cosa possiamo essere certi: se si parla chiaro, la gente capisce e non prende lucciole per lanterne. Ma, appunto, bisogna essere espliciti su ciò che si vuol fare, e indicare dove, soprattutto, si intende puntare. Qui la proprietà del Padova ha commesso il primo, grossolano errore: scelta la strada del “si cambia tutto”, con discussioni spesso tese tra i due soci storici del club per la volontà, manifestata espressamente dalla famiglia Bonetto, di stoppare il progetto triennale sposato al momento della rifondazione (in tre stagioni dalla Serie D alla B), le pressioni sono giunte proprio da viale Nereo Rocco. Al tecnico, che – va detto – era il meno costoso tra quelli proposti dal d.g. Zamuner, è stato detto in modo esplicito: bisogna far meglio del quinto posto ottenuto a maggio. La “rivoluzione” è scattata subito, con l’ingaggio, sì, di buoni giocatori sulla carta (i curricula parlano per loro), da assemblare però in squadra vera. Squadra che non si è mai vista, intesa come collettivo di personalità, con un’anima bene identificabile, con elementi convinti di ciò che occorre fare, e nella quale, una volta in campo, si sommino cattiveria agonistica e spirito di sacrificio gli uni per gli altri.
[…]Gli infortuni di De Risio, Filipe, Altinier e, buon ultimo, Neto? Arrivati ad agosto, in due casi su quattro, dunque a mercato ancora aperto. Come mai non si è intervenuti per porvi rimedio, se erano così gravi? Brevi lancia accuse all’ambiente, ma anche velatamente all’interno del club (ce l’ha forse con lo staff medico?). Ma rendersi conto che le cose non andavano come avrebbe voluto sarebbe stato suo dovere. Non ha avvertito la necessità di far presente alla società che si stava rischiando, nè la società (Zamuner, altrimenti, che ci sta a fare?) si è preoccupata più di tanto.
[…]E adesso? Adesso si va all’assalto della Reggiana come un’armata Brancaleone, con lo stesso Brevi delegittimato dalle mosse di una dirigenza che contatta allenatori convinta della necessità del cambio, per poi bloccarsi e tornare sui propri passi, e con giocatori che, finiti sul banco degli imputati, hanno un ottimo alibi per giustificarsi agli occhi della piazza in caso di sconfitta: tanto, è colpa del mister… No, signori, questa è una farsa bell’e buona, i cui interpreti hanno un nome e cognome e ruoli ben precisi. Raramente ci era capitato di registrare un comportamento del genere nel calcio: e vi raccomandiamo la strategia della comunicazione, di cui non c’è minima traccia.
[…]Non abbiamo sentito nessuna ammissione di colpe personali, nè da Bergamin e Bonetto nè da Brevi. Avanti così, con la presunzione alla base di ogni ragionamento, non si va da nessuna parte. Ma il Padova tutto deve cambiare musica, e da subito, per meritare un credito sfumato in poco meno di due mesi.
(Fonte: Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un uomo solo in panchina, e lafarsa continua”. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)