Innanzitutto una premessa: dispiace e fa male vedere ancora una volta il Padova ridotto in queste condizioni. Dispiace anche vedere tanti insulti e offese a chi comunque ha fatto rinascere questa società dalle ceneri, un malvezzo acuito dall’uso che si fa dei social network, vero e proprio sfogatoio rispetto a tante chiacchiere che una volta rimanevano confinate fra quattro mura di un bar e che, adesso, al contrario finiscono scolpite nero su bianco. Un peccato, perché rispetto a quanto pensavo in estate circa il valore della squadra, non torno indietro.
Ritengo che Giorgio Zamuner abbia costruito una buona squadra, con qualche difetto certo, ma che può essere facilmente sistemata a gennaio e che, per una serie di ragioni, ha reso largamente al di sotto delle proprie possibilità fino a questo momento. Avevo il sospetto in estate che la scelta di Oscar Brevi fosse stata sbagliata, perché come ho già avuto modo di ribadire più volte, passi non confermare Pillon (scelta che avrebbe avuto una logica precisa sotto il segno della continuità), ma se proprio si voleva cambiare si sarebbe dovuto andare su un allenatore quantomeno di pari pedigree. Il 15 agosto sulla squadra scrivevo: ” La campagna acquisti è buona, mirata, ispirata da una logica che non si vedeva da tempo. Le certezze: Bindi, Madonna, Dettori, Emerson (se recupererà una condizione quantomeno accettabile). Le conferme: Altinier, Neto Pereira, De Risio, Favalli, Sbraga, tutti giocatori dal pedigree di razza. Le incognite: Filipe, perché in un centrocampo a tre con Dettori e De Risio mi sembra ci siano troppi piedi buoni e poca corsa e per questo motivo Mandorlini per me avrà molto spazio; Germinale, perché reduce da un infortunio; Alfageme, che dovrà inserirsi in un meccanismo complesso e che almeno sulla carta non garantisce il salto di qualità che avrebbe garantito, per esempio, Caetano Calil; la difesa, perché al posto di Diniz non è arrivato un sostituto di pari valore, ma due buoni giocatori come Russo e Cappelletti. Tavano, per come sono andati gli eventi, sono contento che non sia arrivato. Mi sbilancio, non avrebbe avuto gli stimoli giusti, quanto accaduto parla chiaro e i rimpianti non sono giustificati.”
Non ho cambiato idea, ma Zamuner secondo me sbaglia a voler insistere su Brevi. Si è creato un cortocircuito totale, con una lenta agonia che era esattamente quello che temevo dopo la partita con la Maceratese e il cui punto finale potrebbe essere lunedì con la Reggiana. Brevi, dopo la sconfitta con la Sambenedettese, in tutta evidenza andava cambiato. Non c’è nessun segnale interno ed esterno che mi faccia pensare che si possa svoltare con questo allenatore. La squadra gioca un calcio d’altri tempi, con 8 e talvolta 9 uomini dietro la linea della palla, con gli esterni abbassati all’altezza dei tre centrali difensivi e con il baricentro talmente basso che Altinier è costretto a giocare a cinquanta metri dalla porta. Negli ultimi tempi le prestazioni sono sempre state scadenti: negativa con il Gubbio al di là del risultato, pessima contro il Mantova, appena sufficiente (per essere generosi) contro il Teramo e di nuovo pessima a San Benedetto. Zamuner ha voluto fare una puntata al buio, in questo dimostrando pure una certa coerenza rispetto alle scelte fatte in estate, ma secondo me si tratta di un ulteriore azzardo: sperare che lunedì la squadra ribalti tutto con un colpo di coda è francamente difficile da immaginare. Allo stesso tempo sarebbe stato probabilmente molto più facile per lui svincolarsi da Brevi e cercare di salvare il suo lavoro, difendendo un allenatore che conosce da tempo adesso rischia di affondare con lui.
Cosa è successo negli ultimi due giorni? Di quello che scrivo sono certo e credo di essermi conquistato negli anni una certa credibilità con il mio lavoro. L’accordo fra il Padova e Mario Petrone è stato trovato, il problema è che ancora (come ho specificato chiaramente nonostante a qualcuno manchi la capacità di comprendere la lingua italiana) l’Ascoli non ha dato il via libera per la propria parte, complice l’assenza del presidente al momento negli Stati Uniti e con cui mi risulta che Petrone abbia avuto qualche frizione. Apparentemente l’Ascoli ha tutto l’interesse a venire incontro al Padova, ma credo serva un colloquio diretto fra i due presidenti se si vuole davvero arrivare fino in fondo. In mezzo a tutto questo c’è Zamuner, che spera ancora di salvare la sua scelta estiva. Lo ripeto, la reputavo rischiosa e azzardata a suo tempo, la reputo sbagliata adesso, anche al di là dei demeriti di Brevi. Che ci sono e sono di fronte agli occhi di tutti. C’è anche un’ultima possibilità: che dietro le quinte quelle voci (che tutti, ma proprio tutti, smentiscono con forza) che parlano di un tentativo per riportare a Padova Andrea Mandorlini, abbiano un fondo di verità. Un tentativo, che se davvero è stato compiuto o è in corso d’essere, ha poche possibilità di riuscita per mille ragioni, a cominciare da quella economica. Eppure l’attesa snervante che precede una partita surreale come quella di lunedì contro la Reggiana (che nasce sotto i peggiori auspici) magari serve proprio a questo: “Non cambieremo tanto per cambiare..” è la frase che si sente ripetere dietro le quinte. E se Zamuner stesse davvero aspettando la risposta di Mandorlini?