Padova, quotidiani concordi: “Brevi sempre più in bilico”. Ma chi al suo posto?

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Oscar Brevi ha le ore contate. La sua esperienza al Padova si chiuderà probabilmente in giornata, quando da viale Nereo Rocco dovrebbe arrivare la comunicazione del suo esonero. Il colpo di grazia al tecnico milanese lo ha dato la squadra, con la disastrosa prestazione nella partita di recupero contro la Sambenedettese (ora capolista), andata in scena martedì al “Riviera delle Palme” della città marchigiana. «È stato peggio che con il Mantova…», le parole strappate a forza al direttore generale biancoscudato Giorgio Zamuner, che ha vissuto ieri una giornata intensa, fra telefonate e incontri con i giocatori, prima di chiudersi, intorno alle 18, nell’ufficio del presidente, nella sede della società, all’Euganeo, e valutare il da farsi. La sensazione, anzi si può parlare ormai di certezza, è che l’avventura di Brevi sia giunta al capolinea. L’altalenanza di prestazioni del suo Padova, la mancanza di personalità in campo, il fatto, in sostanza, di non essere una squadra nel senso compiuto del termine sono le lacune evidenziate nelle prime otto giornate, e che inducono adesso la proprietà a cambiare rotta. Proprio come un anno fa, quando Carmine Parlato, dopo un positivo avvio (8 punti nelle prime 4 giornate), venne rilevato da Bepi Pillon, il quale poi chiuse il campionato al quinto posto. Il viaggio di ritorno insieme. In sala-stampa, a San Benedetto del Tronto, il patron, visibilmente scosso e attaccato al telefono (presumibilmente con l’a.d. e socio storico Roberto Bonetto, in Indonesia per impegni di lavoro), non ha voluto parlare, lasciando allo stesso Zamuner il compito di fare il punto della situazione. Poi i due sono saliti sull’auto del d.g. e hanno compiuto il viaggio di ritorno insieme, sviscerando a fondo i problemi e le situazioni negative emersi da fine agosto ad oggi. Lungo il tragitto si è parlato anche dei candidati alla successione di Brevi, ma soprattutto dei giocatori. Un’approfondita disamina su tutti, a cui ieri è stato dato un seguito diretto.

L’incontro con i “senatori”. Cos’è successo? Semplicemente che, prima di prendere la decisione definitiva sul conto dell’allenatore, Bergamin e Bonetto hanno chiesto di sentire i principali responsabili del momento-no, e Zamuner ha avuto colloqui riservati alla Guizza con gli elementi più “esperti” della rosa, da Emerson ad Altinier, da Bindi a Neto Pereira, da Madonna a Favalli, da Dettori ad Alfageme. «Voglio capire anch’io se, confrontandomi con i singoli, c’è qualcosa che non va, nel rapporto con il mister», l’altra frase scucita al direttore generale, il quale per sua stessa ammissione, si è detto «preoccupato nel vedere che, se qualche spiraglio c’era stato sabato con il Teramo, con la Samb siamo tornati indietro di brutto». Carta bianca a Bergamin. La palla passa al numero uno del Padova, e oggi Bergamin, su indicazione di Zamuner, al quale spetta il compito di indicare il successore di Brevi, incontrerà il nuovo mister, prima di annunciarne il nome. «Ribadisco di avere estrema fiducia nel d.g.», ha chiarito ieri sera dopo il summit, «ma è anche vero che, se cambieremo, non potremo sbagliare ancora». Parole chiare, che non hanno bisogno di commento. Da Petrone a Serena. I nomi dei papabili alla panchina biancoscudati sono già quelli circolati la scorsa estate, quando dal mazzo si estrasse la carta Brevi. Dunque Mario Petrone, la cui richiesta però fu giudicata proibitiva (chiedeva un triennale, difficile che si accontenti di soli 8 mesi, sino a giugno), Roberto D’Aversa, ex Lanciano (un altro che costa molto), Cristiano Scazzola, l’anno passato esonerato dalla Pro Vercelli che chiamò al suo posto Claudio Foscarini, salvandosi all’ultima giornata in B, e Vincenzo Torrente, esonerato a febbraio dalla Salernitana, sempre tra i cadetti. Ma sullo sfondo c’è pure la figura di quel Michele Serena che due anni e mezzo fa, subentrato a Bortolo Mutti dopo la brevissima esperienza di Dario Marcolin, non riuscì a salvare i biancoscudati dalla retrocessione, pur avendo lottato sino alle ultime giornate e nonostante gli immensi problemi creati dalla gestione di Diego Penocchio. Il tecnico veneziano, come Pillon nell’ultimo torneo, potrebbe fare al caso: conosce bene la piazza, insegue una rivincita, ha un debito morale con la tifoseria, che l’ha sempre considerato positivamente. E non è detto che, se sarà lui, non si arrivi a cambiare modulo. Il 3-5-2 non piace proprio a nessuno.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)

La giornata più difficile di Giorgio Zamuner da quando ha assunto il ruolo di direttore generale del Padova è andata in scena fra tanti silenzi, qualche soffiata e mille tentennamenti. La posizione di Oscar Brevi rimane a forte rischio, ma a ieri sera non era ancora stata presa una decisione definitiva. Probabilmente anche per l’assenza di Roberto Bonetto, che dovrebbe tornare in Italia domani dal viaggio di lavoro in Indonesia. La certezza è che sono stati contattati almeno quattro allenatori: il quinto, Gianluca Atzori, era stato proposto ma è stato scartato. I nomi sono quelli di Mario Petrone, Roberto D’Aversa, Vincenzo Torrente e Cristiano Scazzola. Il profilo che intriga di più e che piace sia a Giuseppe Bergamin che alla famiglia Bonetto è quello di Mario Petrone, reduce dalle promozioni con Santarcangelo e Bassano e da quella ad Ascoli tramite ripescaggio dopo i playoff persi nei minuti di recupero. Ma Petrone, attualmente sotto contratto con l’Ascoli, è anche quello che ha fatto le richieste più importanti, anche dal punto di vista tecnico. D’Aversa piace, Scazzola ha all’attivo una promozione con la Pro Vercelli, Torrente è reduce da qualche esperienza negativa ma intriga. E Brevi? Oggi dovrebbe guidare l’allenamento ma resta in bilico e al momento è davvero complicato capire se la svolta sarà immediata o se si andrà a dopo la partita con la Reggiana.

Zamuner è combattuto. Da un lato vorrebbe salvare Brevi, dall’altro è pressato da tutte le altre componenti della società, la cui pazienza si è esaurita dopo la scadente prestazione a San Benedetto del Tronto. In tre mesi l’allenatore milanese non ha saputo dare un gioco, un’identità e uno spirito combattivo alla squadra. Ieri Zamuner ha tenuto a rapporto una decina di giocatori per sondare gli umori dello spogliatoio. Fra i «convocati» per un colloquio privato ci sono sicuramente Emerson, Altinier, Neto Pereira, Madonna, Favalli e Dettori. Zamuner ha voluto capire l’aria che tira nello spogliatoio attorno alla figura dell’attuale allenatore. Difficile capire cosa ne sia emerso e la reale efficacia di questa operazione, anche perché ben difficilmente in questi casi i giocatori si espongono contro la guida tecnica fino a quando non hanno la certezza dell’allontanamento. In definitiva, Zamuner è a un bivio. La proprietà gli ha fatto trapelare chiaramente la propria insoddisfazione, confermandogli allo stesso tempo la fiducia. Zamuner, dal canto suo, si è assunto la responsabilità della scelta di Brevi e si sente quantomeno corresponsabile di quanto sta accadendo. La classifica deficitaria della squadra, appena 10 punti nelle prime otto giornate nonostante un calendario più che favorevole, sembra già una sentenza.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)

Oscar Brevi è sempre più in bilico. Oggi alle 11 il tecnico dirigerà l’allenamento, ma l’ipotesi di un suo esonero, con il passare delle ore, prevale nettamente sulla possibilità di rivederlo in sella al Padova. La società, al termine di un un lungo mercoledì fatto di incontri, telefonate, confronti e convocazioni, si è presa ancora qualche ora prima di assumere una posizione definitiva, ma pur non escludendo totalmente l’ipotesi di un ultimo appello lunedì sera nel posticipo all’Euganeo con la Reggiana, l’impressione è che questo lasso di tempo serva soprattutto per la scelta del sostituto. Il ko di martedì a San Benedetto del Tronto, al termine di una prova da dimenticare, ha cancellato i timidi segnali di ripresa evidenziati nella precedente partita a Teramo, così come il deludente 0-0 casalingo con il Mantova aveva riportato sulla terra chi pensava, dopo il successo a Gubbio, a un Padova pronto per il salto di qualità. E proprio per comprendere le cause di una situazione tutt’altro che felice, il direttore generale Giorgio Zamuner, che martedì era rientrato in auto in città dalle Marche insieme al presidente Bergamin per un approfondito scambio di opinioni, ieri ha voluto convocare in sede tutt’insieme i giocatori biancoscudati più esperti per valutare capire se esiste una via di uscita. Analogamente il diggì ha avuto ulteriori confronti in mattinata con lo stesso Brevi sempre nell’ottica di valutare i possibili rimedi, siano essi legati a cambi di modulo o interpreti, oltre naturalmente che nell’atteggiamento. Nel tardo pomeriggio un ulteriore incontro all’Euganeo con il presidente Bergamin che a sua volta si è tenuto in contatto con i soci e con l’amministratore delegato Roberto Bonetto attualmente in Indonesia per motivi di lavoro.

Ovviamente non è mancata qualche telefonata ai possibili sostituti in panchina per sondare il terreno, in maniera più o meno approfondita. Dei candidati in ballottaggio con Brevi la scorsa estate Mario Petrone sembra godere di maggiori possibilità rispetto a Roberto D’Aversa. Napoletano classe ’73, è vincolato fino a giugno 2017 con l’Ascoli con cui ha conquistato nella stagione 2014-15 la promozione in B dopo la penalizzazione per illecito del Teramo. In precedenza ha vinto i campionati di C2 con San Marino e Bassano. Tra gli ostacoli da superare, come qualche mese fa, la richiesta di un contratto che vada oltre giugno. Da escludere l’ipotesi di un ritorno di Pillon, la lista dei possibili allenatori biancoscudati contiene più di qualche nome, da Gianluca Atzori a Cristiano Scazzola, passando per Vincenzo Torrente, ma questi profili non sembrano scaldare gli animi della società, alla ricerca di un tecnico in grado di fornire soprattutto una scossa temperamentale alla squadra, apparsa carente in termini di personalità, a dispetto dell’esperienza di gran parte dei suoi elementi. Al tempo stesso si punta a una persona che possa immediatamente creare un buon feeling con i tifosi e portare un minimo di entusiasmo nella piazza che sin da luglio si è sempre mostrata fredda e scettica sulla figura di Brevi. In tale ottica non vanno dunque tralasciate le piste che portano a Michele Serena, rimasto nel cuore dei sostenitori biancoscudati nonostante la retrocessione in Lega Pro nella drammatica stagione 2013-14, o a Carlo Sabatini, anche in questo caso un clamoroso ritorno dopo che a Como, entrando a stagione in corso, ha ripetuto l’exploit della promozione in B del 2009.

(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)




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