Samb-Padova, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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Una disfatta, più ancora di quanto non dica il punteggio finale (2-0 per la Samb, che sta stretto ai ragazzi di Ottavio Palladini). Il Padova cade ancora e fallisce per la terza volta l’appuntamento con la partita che avrebbe potuto regalare la svolta alla stagione. E, adesso, si interroga anche sulla posizione di Oscar Brevi. L’allenatore milanese è a forte rischio esonero: nel pomeriggio di ieri pare ci sia stato un primo contatto fra Roberto Bonetto, in Indonesia per lavoro, e il presidente Giuseppe Bergamin che ha disertato per la prima volta la sala stampa. Rabbuiato come mai prima, il numero uno di viale Rocco ha esaurito la pazienza e, confrontandosi con il proprio socio storico di riferimento, si è preso una nottata di riflessione prima di decidere, assieme alla famiglia Bonetto, se esonerare Brevi oppure se concedergli un’ultima chance lunedì sera nel posticipo contro la Reggiana. Di questo Padova risulta difficile salvare qualcosa: 5-3-2 con nove uomini dietro la linea della palla, un gioco d’altri tempi fatto di lanci lunghi e senza nessuna trama, un solo tiro in porta in 90 minuti. Insomma, zero di zero e francamente nessuna delle promesse estive è stata mantenuta. La sensazione è che la squadra non creda fino in fondo nell’allenatore e che non si sia creato un gruppo all’interno dello spogliatoio. Ora spetta a Giorgio Zamuner prendere una decisione: insistere in quello che in tutta evidenza è un vicolo cieco oppure battersi il petto, recitare il mea culpa e ammettere l’errore estivo fatto scegliendo l’allenatore milanese.

Le qualità della squadra costruita in estate ci sono ma restano sommerse sotto un’organizzazione di gioco assai fragile e mille contraddizioni. Il nome più caldo che circola dietro le quinte come sostituto di Oscar Brevi è quello di Mario Petrone (ieri il suo vice Cristian La Grotteria era allo stadio a San Benedetto), che tuttavia difficilmente accetterebbe un contratto fino a giugno. Da non scartare neppure altre soluzioni come quella che porta a Michele Serena, che ha lasciato un buon ricordo nella piazza nonostante la retrocessione, Roberto D’Aversa o il ritorno di Giuseppe Pillon. Sul taccuino in novanta minuti c’è solo un tiro, quello di Alfageme al 15’ che non trova lo specchio della porta. La Sambenedettese gioca un calcio spumeggiante, si costruisce tre occasioni nitide (gran parata di Bindi su Mancuso al 35’) e alla quarta passa con una spettacolare triangolazione fra Mancuso e Di Massimo, che in diagonale al 40’ fa secco Bindi per l’1-0. Ti aspetti la reazione che invece non arriva. Nella ripresa, anzi, la Sambenedettese insiste e all’11’ reclama un rigore per un fallo (appena fuori area) di Madonna su Tortolano: l’arbitro lascia proseguire ma quando Filipe al 20’ stende lo stesso Tortolano non ha dubbi. Sul dischetto Berardocco che fulmina Bindi. E nel finale la Sambenedettese, che grazie al 2-0 odierno vola in testa alla classifica del girone, sfiora ripetutamente il tris, che non arriva soltanto per puro caso.

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)




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