Samb-Padova, l’analisi de “Il Gazzettino” e l’editoriale di Claudio Malagoli

Condividi

Il Padova stecca di brutto con la Sambenedettese, e ora la crisi deflagra in tutta la sua portata. Chi si aspettava una conferma dopo i timidi segnali di ripresa ostentati con il Teramo, è rimasto deluso dalla pochezza dimostrata dai biancoscudati. Un ko su tutta la linea, visto che anche il gioco è apparso da minimo sindacale. Con tutti i giocatori ben al di sotto del loro standard (si salva solo Bindi), e apparsi come frastornati dopo essere andati sotto, tanto da essere incapaci di organizzare una reazione. Inevitabile a questo punto mettere sul banco degli imputati Brevi, che rischia il posto (Petrone, D’Aversa e Serena i possibili sostituti, a meno di un clamoroso ritorno di Pillon). Dopo otto giornate il suo Padova è da encefalogramma piatto, e all’orizzonte non si intravedono spiragli incoraggianti. Confermato in partenza lo stesso undici di Teramo. Il Padova appare però subito monocorde, e non trova mai il cambio di passo per poter arrivare a impensierire i marchigiani. Il giro palla viaggia spesso per linee orizzontali, le fasce in fase di spinta sono sfruttate con il contagocce e i rifornimenti per Altinier e Alfageme latitano.

Per contro va detto che per almeno mezz’ora la Sambendettese non trova la chiave per scardinare la difesa biancoscudata, che bada soprattutto al sodo. Anche se non manca qualche svarione da brivido, come quando Filipe con un retropassaggio errato innesca Mancuso, provvidenziale la chiusura di Emerson in angolo. L’unica azione degna di rilievo è impostata da Dettori per Alfageme, che invece di tirare al limite, si intestardisce in un dribbling di troppo e quando calcia manda sul fondo. È dalla mezz’ora in avanti però che arrivano i dolori, perché i marchigiani accelerano e il Padova va palesemente in affanno. Ancora un regalo di Filipe che dà palla a Di Massimo, la conclusione è rimpallata e sul prosieguo dell’azione Bindi si oppone con il corpo al tentativo ravvicinato di Mancuso. Pochi istanti, e questa volta i biancoscudati vanno sotto davanti alla combinazione veloce dei marchigiani. Tortolano si accentra da sinistra, assist in mezzo all’area dove Di Massimo fa velo e riceve lo scambio da Mancuso, per poi insaccare al volo con un diagonale. Bindi non prendeva gol da 310 minuti.

Prima del riposo il timido tentativo di reazione è affidato ad Alfageme, parato centralmente. In avvio di ripresa il Padova prova a osare qualcosa di più. Favalli in area per Altinier, che commette fallo. Poi Alfageme svirgola da buona posizione. È comunque solo un fuoco di paglia, perché la squadra torna ben presto nel suo grigiore generale. Madonna rischia grosso su Tortolano che reclama invano il rigore, anche se la trattenuta (non fischiata) era iniziata a fuori area. Proprio Madonna viene sostituito pochi attimi più tardi, al suo posto Fantacci. Poco prima Altinier era uscito per Germinale. La debacle biancoscudata assume contorni più ampi a metà frazione, quando Filipe atterra in area Tortolano: penalty ineccepibile. Dal dischetto Berardocco trasforma. Entra anche Mazzocco (fuori Filipe), ma ormai il Padova appare rassegnato, e viene graziato da Sorrentino che fallisce il possibile tris. Non che resta che attendere solo il triplice fischio, con una quarantina di ultras eloquenti nei confronti dei giocatori: «Meritiamo di più».

(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)

Comprendiamo il tentativo del diggì Zamuner di difendere Brevi e il progetto di cui lui stesso è artefice, ma la sua presa di posizione ci sembra un azzardo. Quella vista all’opera a San Benedetto del Tronto è stata infatti una squadra inesistente sul piano del gioco, svuotata a livello caratteriale e priva di qualsiasi dimensione collettiva. Senza contare che l’onda lunga del malumore nei confronti dell’allenatore sta montando a vista d’occhio. Passata l’emotività del momento, sarebbe opportuno che la società sviluppasse un’analisi più approfondita e trasparente, senza istruire processi ma partendo da una domanda semplice semplice: i giocatori rendono così poco perchè sono stati sopravvalutati a livello tecnico e di personalità oppure è Brevi che non riesce a scuoterli dal torpore agonistico e a trasmettere loro un’idea di gioco? Individuata con cognizione di causa la diagnosi, servirà una presa di posizione netta. Il tutto mostrando autorevolezza e non ambiguità.

(Fonte: Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Serve una presa di posizione netta”)




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com