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Ore 20.40 – (Il Piccolo) Sono passati pochi mesi, eppure sembra un’altra era. Ancora a inizio 2016 la Triestina viaggiava nelle ultime posizioni della serie D, con una società allo sbando e un rapporto con i tifosi inesistente. Adesso c’è una squadra prima in classifica, una società solida che ha riportato entusiasmo e soprattutto è riesploso l’amore con i tifosi alabardati. Non si tratta solo delle sempre crescenti presenze allo stadio durante le partite, ma anche di un fiorire di iniziative sempre più interessanti. E così, dopo le varie feste di quest’estate, ecco un’altra kermesse che la Triestina, in collaborazione con la Curva Furlan, organizza per questo week-end, venerdì 14 e sabato 15 ottobre, allo stadio Rocco, nella zona della tribuna Pasinati (entrata gratuita, si può accedere da piazzale Atleti Azzurri d’Italia e da via Valmaura). E a confermare il legame sempre più stretto tra questa Triestina del nuovo corso e i tifosi, la festa è stata denominata “Siamo una cosa sola”. Si tratta di un evento spalmato su due giorni, che vedrà coinvolti i giocatori della prima squadra e di quella femminile, tra divertimento e solidarietà, tornei e conferenze, musica, chioschi e documentari. Ma vediamo nel dettaglio il programma. La festa “Siamo una cosa sola” prenderà il via venerdì alle ore 18 con l’apertura degli stand enogastronomici e la presentazione delle squadre partecipanti al torneo di shoot out “Trofeo Valmaura”: alle 19, infatti, sul prato del Rocco, ci sarà una curiosa sfida di rigori fra la prima squadra della Triestina, il team femminile, il Centro di coordinamento e la Curva Furlan. Alle 21 le premiazioni del torneo e un’asta benefica per l’ospedale infantile Burlo Garofalo con le maglie “Siamo una cosa sola” indossate dalle quattro squadre. Dalle 21.30 in poi musica anni 80/90 italiana con DJ Sergio. Decisamente di spessore gli appuntamenti in programma sabato. Si prospetta interessante, soprattutto per il futuro della tifoseria alabardata, l’incontro denominato “La Triestina si fa conoscere ai giovani” che si svolgerà alle ore 17 nella sala stampa dello stadio Rocco. Si tratta infatti di un appuntamento aperto a tutti gli studenti e ai professori di scuole elementari, medie, superiori e università. I dirigenti della Triestina, i giocatori alabardati e i portavoce del tifo cercheranno di ribadire agli studenti degli istituti triestini il concetto di tifare la squadra della propria città, per riportare finalmente l’attaccamento ai colori della città. Alle 18 l’apertura degli stand enogastronomici e aperitivo alabardato con il buffet offerto dalla Triestina Calcio. Alle 19 altro evento molto atteso, ovvero la presentazione del docufilm “Torneranno gli anni belli”, ovvero le storie, i luoghi e la vita degli ultimi 10 anni della Curva Furlan con presentazione dell’opera attraverso un dibattito con i protagonisti e la proiezione promozionale di un video sul film. Dalle ore 20 in poi “Il Pub sugli spalti”, con tavoli e DJ set per tutta la sera.
Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) «Dobbiamo pensare ad evitare i playout”. Dopo l’avvio di stagione deludente del Belluno, cambiano gli scenari e gli obiettivi, frutto di tre stagioni fantastiche e giocate oltre i propri limiti. Il ds Fardin è deluso, come tutta la società, e ci tiene a sottolineare che non scherza quando dice che ora, il suo primo pensiero, è quello di essere fuori dalla zona playout a fine anno. «Adesso l’obiettivo è quello e non è uno scherzo. Sono amareggiato per come sta andando, perché sono convinto che avremmo potuto fare meglio di così. Il motivo? Non lo so, ma non penso si possa parlare di crisi, quella è un’altra cosa. È vero che le cose non ci stanno girando per il verso giusto, ma non può essere assolutamente un alibi. Sicuramente in classifica potevamo avere qualche punto in più: a Oderzo, se l’arbitro avesse adottato lo stesso metro di giudizio del derby contro l’Union Feltre, avremmo avuto un rigore e un’espulsione a favore». Se lo aspettava un inizio così difficile? «Sinceramente no, almeno non così – continua Fardin – però qualche segnale c’era stato. Sapevo che sarebbe stata dura, non c’è niente di facile, ma così tanto no, non me lo aspettavo. Cosa possiamo fare? Lavorare, lavorare e ancora lavorare. Bisogna lasciare la squadra serena ad allenarsi, sono certo che ne verremo fuori. Bisogna però avere pazienza e seguire le indicazioni dell’allenatore». A dicembre il Belluno ha le risorse per tornare sul mercato? «Assolutamente no, è fuori discussione che possa arrivare qualcuno. Sono convinto che con questa squadra si possa fare bene, e lo faremo». Come giudica la prestazione della squadra nella sconfitta per 2-1 contro l’Union Feltre? «Il Belluno ha fatto la partita, i nostri avversari hanno giocato di ripartenze. A mio avviso il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Per quanto riguarda i due rigori, mi limito a dire che sono stati entrambi generosi e poteva starcene uno anche per noi per un fallo di mano in area». Domenica arriva al Polisportivo l’ArzignanoChiampo, un’altra sfida difficile… «Non ci sono partite semplici, ma lo sapevamo prima che iniziasse il campionato. Vecchiato ed io conosciamo i giocatori e ce ne siamo resi conto, leggendo le rose dei nostri avversari quest’estate. Anno diverso rispetto ai precedenti? Sicuramente sarà più duro».
Ore 19.50 – Padovagoal news: il futuro di Oscar Brevi è sempre appeso a un filo. Sono terminate poco fa le consultazioni di Giorgio Zamuner, che si è incontrato con il presidente Giuseppe Bergamin per fare il punto della situazione. La certezza è che sono stati contattati diversi allenatori (Petrone, Scazzola, D’Aversa e Torrente, mentre è stata scartata pochi minuti fa la soluzione Atzori, che era stato proposto ma che non viene ritenuto il profilo adatto per un’eventuale successione di Brevi), ma che per la decisione definitiva si andrà a domani. Il profilo che intriga di più e che piace sia a Bergamin che a Bonetto è quello di Mario Petrone, reduce dalle promozioni con Santarcangelo e Bassano e da quella ad Ascoli tramite ripescaggio dopo i playoff persi nei minuti di recupero. Ma Petrone è anche quello che ha fatto le richieste più importanti, anche dal punto di vista tecnico. D’Aversa piace ed era sotto contratto col Lanciano prima del fallimento del club abruzzese, Scazzola ha all’attivo una promozione con la Pro Vercelli, Torrente è reduce da qualche esperienza negativa ma intriga. E Brevi? Domani mattina è fissata la ripresa, al momento è davvero complicato capire se la svolta sarà immediata o se (più probabilmente) si andrà a dopo la partita con la Reggiana.
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova continua a preparare la sfida in programma sabato (ore 20.30) al Martelli con il Bassano e mister Luca Prina sembra intenzionato a rispolverare il modulo 3-4-3 di inizio stagione. L’allenatore biancorosso era passato al 3-5-2 dopo il ko di Bergamo contro l’Albinoleffe (1-0), in concomitanza anche con l’indisponibilità di Caridi e di altri attaccanti. Nell’ultimo match di Macerata Prina è tornato al 3-4-3 nel secondo tempo e adesso pare deciso a continuare su questa strada, almeno stando ai primi allenamenti di questa settimana. L’infermeria si sta svuotando e Siniscalchi, Bandini e Zammarini, che anche ieri hanno evitato la partitella in famiglia, dovrebbero essere recuperati per sabato. Out resteranno invece Maccabiti (lieve stiramento muscolare) e Boniperti. Quest’ultimo, che lamenta un dolore addominale nella stessa zona in cui lo scorso anno fu operato per un’ernia, ieri è stato sottoposto a risonanza magnetica, che ha dato esito negativo escludendo così problemi gravi. Stamani Boniperti sarà visitato dal dottor Zanini per definire un programma terapeutico. La squadra tornerà ad allenarsi oggi pomeriggio e completerà poi la preparazione con le sedute matuttine di giovedì e venerdì. Per quanto riguarda la formazione, a grandi linee l’idea potrebbe essere questa: davanti a Bonato una difesa composta da Cristini, Siniscalchi e Carini; sulle fasce Bandini e Regoli; in mediana Zammarini e Raggio Garibaldi; in attacco Tripoli, Marchi e Caridi. Nell’undici titolare potrebbe però trovare spazio anche Di Santantonio, che a Macerata è stato fra i migliori in campo e che meriterebbe dunque una conferma. Mantova-Bassano sarà arbitrata da Andrea Capone di Palermo (guardalinee Fusco di Torino e Cassarà di Cuneo). Il fischietto siciliano arbitrò due anni fa Mantova-Torres 2-0.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) In casa Mantova è ancora corsa contro il tempo per trovare (e formalizzare) un’intesa societaria che possa evitare guai grossi con la Figc e che assicuri al contempo le condizioni per il pagamento degli stipendi, che dovranno essere versati entro lunedì. «Stiamo facendo passi avanti su entrambe le questioni, ma non mi sbilancerò fino a quando tutto sarà definito» si limita a dire l’abbottonatissimo presidente Sandro Musso. Il socio romano Marco Claudio De Sanctis è invece più aperto e spiega su quali basi si può arrivare alla definitiva fumata bianca. In sostanza, la soluzione potrebbe essere questa: la maggioranza del Mantova torna in mano a Musso e Di Loreto, i soci romani Folgori e Barberis vanno via mentre De Sanctis resta in minoranza con delega al marketing e all’area tecnica. «Questa sarebbe un’ipotesi molto percorribile – afferma lo stesso Marco Claudio De Sanctis -, ma non c’è ancora nulla di chiuso. Alla Lega Pro stiamo comunque rispondendo e ribadisco che su quel fronte non avremo problemi per l’iscrizione al prossimo campionato. Tutti i soci sono concordi nel fare di tutto per salvaguardare gli interessi del Mantova». E su questo tema De Sanctis tiene a mettere l’accento: «Se Folgori e Barberis dovessero retrocedere, sarebbe soltanto per fare l’interesse e il bene del Mantova proprio in relazione alla vicenda con la Lega e ai rapporti che hanno causato questa situazione. Se questo dovesse avvenire, dunque, andrebbe riconosciuto a Folgori e Barberis il merito di aver contribuito a risolvere una situazione complicata, oltre a quello di non aver agito in maniera sospetta o in malagestio, dato che non abbiamo gestito proprio nulla dal 5 agosto a oggi». I contatti tra i legali delle due parti restano comunque febbrili e l’obiettivo è verosimilmente quello di arrivare a un’intesa scritta (se non un vero e proprio atto notarile) fra oggi e venerdì. Le cose vanno infatti chiarite in fretta, sia perché l’iter verso il processo avviato dal passaggio dei documenti dalla Lega alla Figc va bloccato al più presto e sia perché l’assetto societario deve essere stabilito prima del pagamento degli stipendi. È infatti ovvio che Musso e Di Loreto farebbero fatica a versare gli emolumenti a giocatori e staff tecnico se non avessero in mano la certezza di essere nuovamente i proprietari del club. Riguardo alle scadenze, va ricordato che per evitare penalizzazioni in classifica basterebbe pagare Irpef e contributi delle mensilità di luglio e agosto. Per il codice di autoregolamentazione della Lega Pro, invece, occorrerebbe pagare anche gli stipendi netti di settembre. Totale, pare, poco meno di 350mila euro.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Modena) Simon Laner, meranese, è tornato in campo proprio per affrontare il Sudtirol, l’unica squadra della sua regione che attualmente milita tra i professionisti. Una sfida del cuore dal sapore anche di derby per lui, cresciuto in quella Virtus Don Bosco che ora si è fusa con il Bolzano e gioca in serie D: «È sempre una gara particolare per me, che sono altoatesino, ed evidentemente mi porta anche bene, visto che avevo affrontato il Sudtirol per l’ultima volta una decina di anni fa segnando un gol. Il calcio non è di certo lo sport più gettonato nella mia terra, io stesso da piccolo giocavo come tanti ad hokcey su ghiaccio ed ora mi ritrovo ad essere uno dei cinque o sei calciatori professionisti della mia regione. In pochi sono arrivati in serie A, il top è stato Schwoch». Dagli aneddoti personali, l’esperto centrocampista gialloblù è presto passato a parlare della sua condizione fisica e soprattutto del ritorno alla vittoria del Modena: «Cercavamo un successo casalingo da tanto, l’importante è che sia arrivato e non come. Ci servivano tre punti, era fondamentale per il morale: vittoria chiama vittoria, dunque una bella boccata d’ossigeno è il miglior modo per poter affrontare con maggiore serenità i prossimi impegni. Difensivamente siamo compatti, la manovra ancora non è decollata ma sono convinto che presto migliorerà, perché questa squadra è molto giovane ed ha bisogno di tempo. Dobbiamo stare tranquilli e lavorare con serenità, a partire dagli attaccanti. Nel frattempo, ben vengano i gol dei difensori e le vittorie “brutte”. Dobbiamo andare a Lumezzane consapevoli di poter fare la nostra figura, cercando continuità per dare un segnale importante alla piazza. Capiamo l’esigenza dei tifosi e non la sottovalutiamo, cerchiamo di ricostruire ciò che una retrocessione ha distrutto e facciamo il possibile in ogni gara. Io, Basso e Manfredini, insomma chi ha più esperienza, dobbiamo essere bravi a guidare i più giovani. Per quanto mi riguarda vengo da un mese tribolato, non sono ancora al top, ma cerco e cercherò sempre di dare il massimo per questa maglia, i tifosi, la squadra e lo staff».
Ore 18.50 – (Gazzetta di Modena) Evidentemente, è destino che il Modena in questo periodo al massimo possa gioire a metà. Così, giusto il tempo di gustarsi il ritorno al successo al Braglia grazie al gol in extremis di Cossentino che ha piegato il Sudtirol, ecco abbattersi immediatamente una nuova tegola sui canarini. Come purtroppo si temeva, l’infortunio che aveva costretto Antonio Marino ad abbandonare il terreno di gioco al 35’ della sfida con gli altoatesini si è rivelato gravissimo. “Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro” è il responso arrivato dalla risonanza magnetica alla quale si è sottoposto ieri il difensore 28enne di Mazara del Vallo. La prognosi, come si legge nel bollettino medico pubblicato dal Modena sul proprio sito, è di circa quattro mesi, ma si sa bene che per infortuni simili i tempi di recupero sono quantificati al minimo entro questi termini e potrebbero dunque essere anche più lunghi, perché molto dipende dalle risposte del ginocchio in fase riabilitativa. Marino verrà sottoposto ad intervento chirurgico nei prossimi giorni e tornerà in campo la prossima primavera, quando il campionato sarà già avviato verso il rush finale. Una perdita pesantissima per il Modena, che proprio nel centrale siciliano aveva trovato un leader, il giocatore capace con la sua esperienza di guidare i compagni più giovani e di dare un enorme contributo nel permettere alla difesa canarina di essere sin qui la meno battuta del girone B assieme a Reggiana e Venezia. Con Zucchini squalificato per due giornate dopo l’espulsione rimediata dalla panchina contro il Sudtirol, mister Pavan a Lumezzane avrà le scelte quasi obbligate: la coppia centrale sarà quella vista all’opera proprio nel momento in cui Marino si è infortunato sabato scorso, quindi con Aldrovandi accanto a Cossentino, mentre Accardi e Minarini verranno confermati sulle corsie laterali. A disposizione per la panchina soltanto Calapai e Popescu, ironia della sorte due tra i pochi giocatori reduci dalla retrocessione che a forza di accumulare svarioni ed incertezze hanno perso la maglia da titolare. Il Modena ieri ha proseguito gli allenamenti allo Zelocchi, dopo essersi trasferito nella giornata di lunedì a Marzaglia, e dalla doppia seduta effettuata nel suo quartier generale è emerso un quadro preoccupante a livello di acciacchi: ai box sono infatti rimasti Diakite, costretto ad uscire per una botta al ginocchio contro il Sudtirol, Ravasi, Tulissi e Cossentino, questi ultimi a scopo precauzionale, mentre Giorico si è limitato ad un lavoro differenziato con la palla. Tutti, insomma, sembrano recuperabili, ma di sicuro le loro condizioni ad inizio settimana non possono essere giudicate ottimali. A questi acciaccati vanno aggiunti il lungodegente Osuji e gli altri due centrocampisti Besea e Salifu, indisponibili anche per Lumezzane. Almeno, uniche buone notizie, Basso e Olivera sono recuperati.
Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana ha ripreso dopo un paio di giorni di sosta la preparazione in vista del posticipo di lunedì sera a Padova (Rai Sport, ore 20.45). Manconi a riposo precauzionale, per il resto non ci sono novità importanti per una gara che vedrà il ritorno a disposizione di Maltese dopo la squalifica e forse di Marchi in avanti, ma in questo caso il condizionale è d’obbligo perché l’attaccante ha svolto solo parte della seduta coi compagni. Continuano il differenziato per Cesarini e le terapie per Pedrelli. Oggi allenamento alle ore 15.30 in via Agosti. Nel girone dei granata salta a sorpresa la panchina di Antonio Filippini a Lumezzane nonostante il buon inizio di campionato e al suo posto è stato scelto Luciano De Paola. Giorni di riflessione a Padova dove si sta valutando la posizione di Oscar Brevi dopo la sconfitta di San Benedetto. Designazioni arbitrali. A dirigere Padova-Reggiana sarà Francesco Guccini di Alassio assistito da Michele Lombardi di Brescia e Fabrizio Lombardo di Sesto San Giovanni.
Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) I tifosi lo aspettano con ansia. Ogni volta che si manifesta un problema nel gioco il pensiero corre a lui. Alessandro Cesarini è per molti l’uomo che farà fare il salto di qualità alla Reggiana. Insieme al bomber Ettore Marchi è stato uno dei pezzi pregiati del mercato estivo. Il trequartista 27enne di Sarzana, detto “il mago”, prosegue il suo lavoro di recupero dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere un’ernia inguinale che avrebbe potuto compromettergli la carriera. «So che il derby col Parma è sentito e capitando a dicembre chissà…», ha detto ieri il calciatore, presentato ieri per la prima volta ai Petali. Ad introdurre poi il giocatore è stato il ds granata Andrea Grammatica che ha spiegato i motivi per i quali la società ha investito su di lui. «Il ragazzo si presenta da solo per quanto visto negli anni infatti aveva parecchio mercato anche in categorie superiori e credo che la nostra amicizia abbia influito nella decisione di arrivare a Reggio. Sa saltare l’uomo e con una giocata può spostare gli equilibri di una partita, ha imparato a sacrificarsi per la squadra e ci auguriamo di vederlo in campo al più presto. Sta recuperando la condizione ma non lo rischieremo perché ultimamente giocava con infiltrazioni perciò lo aspetteremo senza forzarne il rientro. Nel nostro 4-3-1-2 o 4-3-2-1 è funzionale e ci innalza la qualità della manovra perché può creare entusiasmo ed organizzazione tra le linee». Poi la parola passa a Cesarini che chiarisce subito l’origine del “mago”. «È nato a Pavia da capitan Soncin e poi lo speaker dello stadio lo riprese. Mi fa piacere e me lo tengo. Ho fatto tanta gavetta, partendo dalla D, ma sono contento della mia carriera anche se in passato ho fatto scelte particolari ed ora, per come sono io, la scelta di Reggio va oltre le parole. Qua mi sono stati tutti vicini già prima dell’operazione: il ds che conosco dai tempi della Sarzanese, Mr. Colucci che mi chiamò la sera prima, oltre ai tanti messaggi di incitamento ricevuti dai tifosi. Poi non dimentico che Ghiringhelli, amico di famiglia grazie alle nostre mogli, dal ritiro di Villa Minozzo tutti i giorni mi spronava a venire». «È un onore essere qua ed indossare una maglia gloriosa – continua il mago- e non vedo l’ora di iniziare. In riabilitazione a Pontremoli tutto ok ma ero sempre da solo invece qua mi sento in mezzo al gruppo, pur lavorando a parte col preparatore Christian Freghieri. Non abbiamo fissato i tempi di recupero anche se sto meglio e pian piano mi unirò alla squadra ma senza forzare perché quando entrerò voglio essere al 100%.». Sulla Reggiana il fantasista la pensa così. «Arrivo in una squadra forte e competitiva col giusto mix di giovani ed esperti e ci sono le premesse per far bene. Ho sfidato Marchi per anni ed è fortissimo perciò spero in una bella intesa con lui e con gli altri. Ho ricoperto diversi ruoli nell’attacco, spero di divertirmi e di fare divertire i tifosi». Ieri gli onori di casa sono stati fatti da Simone Priori, direttore del centro commerciale I Petali. «Da cremonese riconosco la grande passione attorno alla squadra da parte dei tifosi. Siamo contenti di collaborare con la Reggiana».
Ore 17.45 – Padovagoal news: continuano le consultazioni di Giorgio Zamuner, che nella giornata odierna ha tenuto a rapporto i senatori della squadra sondando il terreno circa la posizione di Oscar Brevi. Fra i “convocati” per un colloquio privato strettamente riservato ci sono sicuramente Emerson, Altinier, Neto Pereira, Madonna, Favalli e Dettori. Zamuner ha voluto capire l’aria che tira nello spogliatoio attorno alla figura dell’attuale allenatore. Nonostante i contatti diretti con Petrone e D’Aversa e i sondaggi con Atzori, Scazzola e Torrente, Brevi potrebbe avere un’altra chance lunedì contro la Reggiana. Oggi la squadra non si è allenata, la ripresa è fissata per domani e non è da escludere che venga diretta proprio da Brevi.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La Lega Pro riempie il Bottecchia, che contro il Venezia ha visto la presenza (record storico) di 2400 persone. Merito della Terza serie, di quel salto effettuato dal Pordenone nel 2014. Ma se Mauro Lovisa cerca ancora imprenditori in grado di aumentare le potenzialità d’investimento del club, un motivo c’è: la C unica costa. Esattamente il 126% in più rispetto alla serie D. Una percentuale a tre cifre. I dati sono riferiti all’ultimo bilancio consultabile della società, relativo al 2015 (stagione d’esordio della Lega Pro unica), ma fungono da esempio. Nel 2014, quando militava in D, il Pordenone chiudeva il capitolo spese a quota 1,6 milioni di euro. Un anno dopo la stessa voce lievitava a 3,8 milioni. Un aumento dovuto soprattutto alla vera e propria impennata dei costi del personale (stipendi da contratto dei calciatori professionisti e oneri sociali, come l’iscrizione al campionato), corroborato un anno dopo dalla spesa sostenuta dal club per garantirsi il ripescaggio dopo la retrocessione. E i ricavi? Sono rimasti pressoché invariati, nonostante il cambio di categoria. Traduzione immediata: in C non si guadagna di più rispetto alla militanza in D, e chi si deve fare in quattro per tirare avanti la società sono sempre i soci. Alla voce entrate, in effetti, è rimasta quasi la stessa cifra, pari a circa 1,4 milioni. «Le risorse finanziarie dei soci rimangono al momento le più importanti fonti finanziarie di copertura delle perdite d’esercizio», informa la relazione.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Cambio della guardia. In testa va la Sambenedettese, che ha battuto il Padova (2-0) nel recupero della gara rinviata alla prima giornata. Al De Marchi il sorpasso viene appreso con qualche rammarico. In pratica cambia poco: l’ammucchiata si era già verificata. Nello spazio di 2 punti sono raggruppate 7 squadre: Samb (17), Pordenone, Gubbio, FeralpiSalò (16), Bassano, Reggiana e Venezia (15). TUTTI MATTI – Il primato della Feralpi, che lunedì sera aveva agganciato Pordenone e Gubbio in testa, è durato 19 ore appena. Cambia poco anche sul Garda, dove sono tutti matti per Maracchi. Come a Pordenone, a Salò «el mulo» ha conquistato i tifosi. È stato tra i migliori anche lunedì al Tardini, dove la Feralpi ha battuto il Parma (2-1). Suo l’assist per il gol del pordenonese Gerardi. Due soli minuti prima, «Fede» aveva tolto dai piedi di Nocciolini il pallone del possibile vantaggio emiliano. AGGANCIO PARTICOLARE – Maracchi non nasconde l’emozione per l’aggancio ai ramarri. «Sì – annuisce -, ci ho pensato subito. Non ho scordato i tempi passati in riva al Noncello. Stavo bene, mi sentivo a casa e non ero distante da Trieste. Ora sono più lontano, ma anche qui sto benone. Sono realtà simili, tranquille, senza pressioni. Questo ci permetterà di restare entrambi a lungo nella zona alta». Per lui quello attuale è il più equilibrato fra gli ultimi campionati. Non doveva essere così, in presenza di squadroni come Venezia, Parma e Padova. «Prima o poi – afferma Federico – verranno fuori anche Parma e Padova. Venezia c’è già. Vedo bene pure Reggiana e Sambenedettese. Saremo in 6-7, a contenderci la promozione». DERBY A DISTANZA – Il “mulo”, che ha metà del cuore neroverde, sta vivendo quasi un derby a distanza. «Del “mio” Pordenone – ricorda – è rimasto solo Matteo Buratto. Conosco gli altri di nome. Un bel gruppo. Lo eravamo anche noi, con l’arrivo di Rossitto. Peccato per lo sfortunato playout con il Monza. Se lo avessimo vinto, saremmo qui a raccontare tutta un’altra storia. La Feralpi – torna alla sua casa attuale – ha un buon attacco con Gerardi, Romero, Bracaletti, Guerra e un centrocampo compatto. All’inizio prendevamo tanti gol. Poi ci siamo sistemati anche in difesa e infatti – sorride – siamo arrivati in cima». Derby a distanza, ma poi arriverà lo scontro vero: «Mi verrebbe voglia di pronosticare una vittoria a testa, come nella scorsa stagione. Questa volta però la sfida arriverà alla penultima e potrebbe essere decisiva per la promozione. Mi spiace per i tanti pordenonesi, ma dico Feralpi. Mi perdonino». Possibilità di rivederlo in neroverde? «Mai dire mai», conclude, e senti che non gli dispiacerebbe.
Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Tedino invoca un Bottecchia pieno. E la società gli dà una mano, con un’iniziativa mirata a riempire gli spalti, che ha ricevuto la benedizione dell’amministrazione comunale. Il Pordenone ha, infatti, invitato allo stadio, in occasione del prossimo match di campionato con il Santarcangelo, tutti i settori giovanili delle altre associazioni sportive della città. «I risultati della nostra squadra – ha commentato il presidente neroverde, Mauro Lovisa – vanno condivisi con un territorio che già segue con sempre maggior passione capitan Stefani e compagni». Tutti i giovani che si recheranno sabato al Bottecchia avranno diritto a un biglietto omaggio. Un’iniziativa condivisa anche dai vertici del Comune. «Accogliamo con piacere questo progetto – hanno fatto sapere all’unisono il sindaco Alessandro Ciriani e l’assessore allo Sport, Walter De Bortoli – e invitiamo anche noi tutte le società a essere presenti con i propri giovani allo stadio. Che sia una bella festa di sport, al motto di tutti al Bottecchia». La squadra, intanto, continua il cammino di avvicinamento al difficile confronto con il team romagnolo. Ieri al De Marchi la truppa neroverde si è sottoposta a una doppia seduta di allenamento. Tutti a disposizione di mister Tedino, tranne l’infortunato Buratto. Ingegneri è alle prese con una dolorosa botta al costato, ma la sua presenza con il Santarcangelo non è in dubbio. Ormai recuperato a tutti gli effetti Marchi, che può rivelarsi una preziosa alternativa in difesa. Oggi e domani allenamenti pomeridiani (dalle 15), quindi venerdì rifinitura a porte chiuse (sempre dalle 15). Non solo campionato. Da ieri è attiva pure la prevendita dei biglietti per la sfida interna di coppa Italia con l’Alto Adige in programma martedì prossimo (inizio alle 17.30). È possibile acquistarli nei consueti punti vendita del Bar Libertà e del Caffè Nogaredo a Cordenons.
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Che fosse una sorta di “B2” questa Lega Pro, Bruno Tedino l’aveva previsto in tempi non sospetti. E i fatti gli stanno dando ragione. Da ieri 7 squadre in un fazzoletto di appena 2 punti. Con una novità di rilievo che di certo non fa felici i tifosi neroverdi: il Pordenone non è più in testa alla classifica, in compagnia di Gubbio e Feralpisalò. La Sambenedettese ha operato il sorpasso nei confronti di tutte e tre, battendo nettamente il Padova nel recupero della prima giornata di campionato. Marchigiani ora in vetta da soli a quota 17, con un punto in più del terzetto che deteneva la leadership del girone. Ora uniti. Meglio inseguitore o lepre? Il tecnico del Pordenone accetta il sorpasso e già si proietta sulla sfida di sabato con il Santarcangelo. «Questa situazione significa una cosa sola, ovvero che ogni gara vale quando uno scontro diretto. È per questo che sabato mi attendo un’altra grande dimostrazione d’affetto dei nostri tifosi. Voglio un Bottecchia gremito, anche quando non ci sono Parma o Venezia, perché soltanto tutti assieme possiamo provare a sfidare le corazzate di questo girone così equilibrato e livellato verso l’alto». Sul quesito iniziale, Tedino non fa grosse differenze: «Primi o secondi in questo momento cambia poco. Dobbiamo pensare a fare la nostra corsa e a migliorare i nostri limiti. Solo così possiamo sperare di andare distanti». Graticola. Il sorpasso ai danni del Pordenone si è consumato in un pomeriggio piovoso, in cui la Sambenedettese non ha lasciato scampo a un Padova inaspettatamente rinunciatario e molle. Un gol nel primo tempo (Di Massimo), quindi un rigore nella ripresa (Berardocco) hanno confezionato il più classico dei risultati (2-0) a favore della squadra di Ottavio Palladini. Mentre il collega patavino, Oscar Brevi, è ora finito sulla graticola. Dieci punti in 8 giornate sono «meno di quanto ci aspettavamo alla vigilia del torneo», ha ammesso il dg biancoscudato ed ex consulente di mercato del Pordenone, Giorgio Zamuner, aggiungendo che ci sarà «un confronto con la proprietà». Salvo non si affrettino i tempi, la prossima gara interna con la Reggiana dovrebbe essere decisiva per la panchina di Brevi. Esonero. È già saltata quella di Antonio Filippini, ormai ex tecnico del Lumezzane, formazione che il Pordenone affronterà in trasferta sabato 5 novembre. Al termine di un vivace confronto con il presidente, le parti hanno optato per il divorzio (resta da capire se con la formula dell’esonero o delle dimissioni) e il club bresciano ha affidato la guida tecnica a Luciano De Paola, la scorsa stagione al Lecco. Terna. Intanto, designata la terna che dirigerà la gara tra Pordenone e Santarcangelo in programma sabato (alle 18.30). Arbitro Mauro Giosuè D’Apice della sezione di Arezzo, coadiuvato da Rodolfo Zambelli di Finale Emilia e Vittorio Pappalardo di Parma.
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Bersagliato da pubblico e critica dopo un avvio stagionale al di sotto delle aspettative per un portiere col suo curriculum, ora che il suo rendimento si è impennato verso l’alto, Elia Bastianoni non va a caccia di rivincite né cerca regolamenti di conti. Anche perché per chi ha vissuto situazioni analoghe soltanto lo scorso campionato in una piazza in perenne ebollizione come Catania dove sparavano ad alzo zero, qualche valutazione al ribasso può fare al massimo il solletico.Bastianoni, adesso ha rintracciato i suoi standard abituali…Personalmente non mi sento un fenomeno ora come non mi consideravo scarso prima. Un po’ hanno inciso i 6 mesi di inattività sino a gennaio di quest’anno, bisogna ritrovare il colpo d’occhio. Ma il calcio ti obbliga a restare sempre in guardia. Magari la prossima partita indovino due o tre interventi decisivi, poi sbaglio l’uscita chiave a 30 secondi dalla fine. Tutto può succedere. Bisogna solo restare tranquilli, conservare equilibrio ed essere consapevoli del proprio valore. Continuando a lavorare ogni giorno per migliorarsi. E in ogni caso non mi permetterei mai di contestare un giudizio o un’opinione sul giornale. Non l’ho mai fatto, non comincio certo adesso.Come è riuscito a riemergere da un periodo comunque complicato?Grazie all’appoggio della società che ho sentito sempre vicina e all’incita- mento dei compagni. Tutti mi hanno incoraggiato ma un pensiero in particolare va a Julien Rantier che dopo la gara con l’Alto Adige mi ha invitato a cena a casa sua parlandomi parecchio e sostenendomi un bel po’. Poi lo so anche io che puoi avere il conforto di mille persone ma se la reazione non viene da dentro di te, dal tuo temperamento fai fatica a risollevarti. Il calcio ti mette alla prova ogni momento.Quale errore l’ha disturbata di più?Quello subito con l’Alto Adige. Il pallone mi è passato sotto le gambe su un tiro potente e uno che legge e non ha visto la partita può pensare a chissà quale papera e invece è stata meno clamorosa di quanto si possa credere. Però col tempo ho sviluppato un modo di parare coi piedi, specie nei tiri ravvicinati e allora una rete presa così mi ha molto infastidito. Mi ha fatto incavolare anche il gol che ho subito con l’Andria e il terzo con la Sampdoria. Meno quello con la Reggiana, più fortuito e rocambolesco.Bassano è ancora per lei una rampa di lancio?Come no. Continuo a ritenere questo club il mio nuovo inizio. Non ho la pretesa di tornare a giocare in serie B a tutti i costi ma inseguo piuttosto la conferma in giallorosso a giugno. E per questo obiettivo lotterò fino all’ultima giornata per guadagnarmi questo obiettivo. Perché un gruppo come il nostro non deve avere paura di nulla. Non ci sentiamo inferiori a nessuna di quelle che ci stanno davanti, anzi meritavamo come minimo anche un paio di punti in più.
Ore 16.00 – (Il Centro) Sono otto i punti che dividono in classifica il Teramo dal Venezia. La sfida di sabato al Penzo (ore 16,30), almeno sulla carta, assegna i favori del pronostico alla squadra di Pippo Inzaghi. E’ una fase del campionato, però, che sorride di più al Diavolo. I biancorossi sono in serie positiva da quattro giornate (e sono imbattuti da quando Nofri è in panchina), mentre il Venezia ha raccolto solo un punto negli ultimi due turni, perdendo la leadership del girone B, che da ieri è nelle mani della sorprendente Sambenedettese di Ottavio Palladini. Il Teramo, dunque, guarda con fiducia all’impegno in Laguna. «Stiamo lavorando con serenità», dice il terzino Stefano Scipioni, «facendo leva sul momento positivo. A Venezia gli stimoli verranno da soli, ma siamo consapevoli di affrontare una squadra fortissima e guidata da un tecnico (Inzaghi, ndc) che ha giocato e segnato in serie A e Champions League. Sabato vincerà chi sbaglierà di meno. Io non firmo a priori per un pareggio». Il numero 19 biancorosso, classe 1987, parla degli obiettivi del Teramo: «La squadra è forte e umile. Presto ci tireremo fuori da questa situazione di classifica. L’inizio negativo ci ha condizionato parecchio e ci lascia dei rimpianti. Sono però convinto che possiamo provare a centrare un posto nei play off. Il modulo? Con il 3-5-2 c’è superiorità a centrocampo e la difesa è più protetta. Io mi trovo bene anche con il 4-4-2. La scelta dipende dagli interpreti e dallo stato di forma di alcune pedine importanti per noi». A proposito delle sue condizioni fisiche, Scipioni sottolinea: «Mi trascino da luglio un problema al tendine che sto risolvendo. Non è un alibi, in campo sto dando comunque il massimo e spero di essere presto al top». Verso Venezia. Dopo la doppia seduta di ieri, il Teramo proverà qualche soluzione tattica nel consueto test a ranghi misti di oggi pomeriggio. L’attaccante brasiliano Jefferson sta meglio e, salvo intoppi, dovrebbe essere regolarmente a disposizione di Nofri per il match di sabato. Possibili novità a centrocampo. Di Paolantonio, Carraro e Petermann scalpitano per un posto da titolare. Il Venezia, dal canto suo, potrebbe recuperare in difesa Malomo e l’esperto Domizzi. Due gli ex della sfida del Penzo: il terzino Sales, tra i biancorossi, e l’attaccante Moreo, tra i veneziani. Quest’ultimo si giocherà una maglia, nel reparto avanzato, con l’ex lancianese Ferrari e lo spagnolo (di passaporto svizzero) Geijo. L’arbitro designato è Giovanni Luciano, di Lamezia Terme. I recuperi. La Sambenedettese, battendo 2-0 il Padova con i gol degli abruzzesi Di Massimo e Berardocco, ha conquistato la vetta della classifica. Nell’altro recupero Albinoleffe-Maceratese 3-2 (gol di Giorgione, Loviso, Colombi, Gattari e Gonzi). L’esonero. La Lupa Roma (girone A), prossima avversaria del Teramo nella coppa Italia di Lega Pro, ha esonerato il tecnico David Di Michele. Al suo posto ingaggiato il 52enne Agenore Maurizi, che aveva già guidato la Lupa Roma nella prima parte della stagione scorsa
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nessuna fuga, nemmeno abbozzata, poche sorprese e Parma e Padova come principali delusioni. Dopo otto giornate il girone B è di gran lunga il più incerto della Lega Pro: nel gruppo A l’Alessandria è in testa con 22 punti, nel C Foggia e Lecce con 20, nel B invece da ieri comanda a quota 17 proprio la Sambenedettese, che dopo il 2-2 di sabato al Penzo ha battuto 2-0 il Padova nel recupero. Il tutto con 9 squadre raccolte in appena 5 punti, fino ai 12 di un Parma che è caduto per 2-1 al Tardini anche contro la FeralpiSalò. «Siamo tutti lì, onestamente non mi aspettavo niente di diverso e, al di là della strategia estiva di scaricarsi a vicenda i favori del pronostico – ammette il ds Giorgio Perinetti – devo dire di non aver mai creduto al possibile strapotere del Parma, né che un’altra squadra potesse fare corsa a sè». Gli stenti dei ducali oltre a stupire smentiscono il presidente della Sambenedettese, Franco Fedeli, il quale dopo il 2-2 del Penzo era esploso parlando di campionato già assegnato con riferimento proprio a Parma e Venezia. «Il Parma dall’inizio ha difficoltà di manovra, a Pordenone pur riuscendo a vincere aveva sofferto più del Venezia. In più occasioni Nocciolini aveva tolto le castagne dal fuoco, lunedì non c’era ed è arrivata la sconfitta. Quanto alle polemiche dico solo il calcio è così, ora tocca a te domani a me, e comunque a noi hanno dato il primo rigore all’ottava giornata, quindi…». La Feralpi è seconda con Pordenone e Gubbio, a -1 dalla vetta e a +1 da Venezia, Reggiana e Bassano. «Di tutte queste formazioni l’unica vera sorpresa è il Gubbio che sta andando oltre le previsioni, la Sambenedettese era invece più prevedibile, mentre il Padova non sta rispettando le promesse. Vedremo anche se e come inciderà il mercato di gennaio, comunque oggi la Feralpi su tutti è straripante per gioco e condizione. Poi bisognerà vedere quanto reggerà e in che condizioni saremo tutti nelle ultime 8 giornate». Gli arancioneroverdi di Pippo Inzaghi (sabato al Penzo opposti al Teramo, ore 16.30) dopo aver assaporato la vetta solitaria sono lì nel mucchio. «Ho sempre detto che il Venezia può vincere sulla distanza, perché le maggiori possibilità di scelta di una rosa ricca, che oggi forse creano qualche problemino, alla lunga ci consentiranno di avere più gamba delle altre nel momento clou. Un presupposto importante per pensare di vedere emergere il nostro tasso tecnico che non tutti hanno. Finora stiamo anche sopperendo bene a squalifiche e infortuni, merito di un gruppo coeso che sa reggere l’alternanza interna concentrandosi sugli aspetti da migliorare». Ieri al Taliercio doppia seduta, per il Teramo recupera Malomo mentre capitan Domizzi sarà monitorato giorno per giorno.
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Dobbiamo riuscire a essere più concreti in attacco. Dobbiamo cercare di sbloccare noi il risultato, perché soltanto così si possono poi aprire degli spazi». E un varco è riuscito a trovarlo per sé, sabato scorso, Simone Bentivoglio per segnare il gol del 2-2 con la Sambenedettese. «Per come si era messa la partita possiamo essere contenti del punto guadagnato, alla fine è stato un pareggio prezioso. Dovevamo andare in vantaggio e allora le cose sarebbero andate diversamente. Purtroppo dobbiamo sapere che capiterà molto spesso di trovarci di fronte avversarie che si chiudono. Di sicuro ci capiterà sabato con il Teramo». Il prossimo appuntamento è di nuovo al Penzo, contro una squadra di medio-bassa classifica che tenderà ad occupare gli spazi per impedire il gioco degli arancioneroverdi. «Ma noi, dopo aver infilato due pareggi consecutivi, adesso vogliamo i tre punti», avverte l’ex Sampdoria. I due mezzi passi falsi del Venezia hanno determinato un arretramento in classifica, complici anche alcuni recuperi disputati tra lunedì e martedì. Scivolata al sesto posto, in realtà, la squadra di mister Inzaghi è solo a -2 dalla vetta e sono ben sette le squadre condensate tra quota 15 e quota 17. Davanti a tutti, ora, c’è proprio la Sambenedettese che, dopo il pareggio al Penzo, ha battuto ieri il Padova, scavalcando così il terzetto composto dal Gubbio, dal Pordenone e dalla Feralpisalò, che lunedì ha sconfitto il Parma, ora attardato a 12 punti. Insieme al Venezia, si trovano invece a quota 15 Reggiana e Bassano Virtus. «Con una classifica così corta — osserva Bentivoglio — è come se tutte queste squadre partissero da zero. Per quanto ci riguarda, dobbiamo però tenere conto di aver già affrontato in queste prime otto giornate molte delle squadre ritenute favorite sulla carta». Il Venezia è al lavoro per preparare il match di sabato ed è quasi al completo, fatta eccezione per Fabiano, che dovrà stare fermo circa 45 giorni per la frattura del perone, Domizzi e Malomo. Il capitano, uscito contro il Pordenone per un guaio muscolare, si è sottoposto lunedì ai controlli di rito ed è emersa una elongazione di primo grado al muscolo della gamba sinistra. E’ in miglioramento, si sta allenando a parte e sarà monitorato giorno per giorno. Malomo, invece, aveva dato forfait poco prima dell’inizio della partita con la Samb per una leggera distorsione. Non dovrebbe essere nulla di grave, ma anche ieri si è allenato a parte. Tra le situazioni su cui si sta concentrando il lavoro degli arancioneroverdi, c’è soprattutto la parte conclusiva delle azioni, quegli ultimi metri che fanno la differenza. «Sicuramente dobbiamo riuscire ad essere più concreti. Però – aggiunge Bentivoglio – sabato abbiamo preso quattro legni: non capita di frequente. Dobbiamo essere più bravi a sfruttare le occasioni». La sua, Bentivoglio, l’ha sfruttata molto bene buttandosi letteralmente in porta con pallone e difensore avversario. Le proteste degli avversari per un presunto fallo di mano non hanno ragion d’essere. come spiega il centrocampista arancioneroverde: «Ho toccato il pallone con il piede. Ero davanti all’avversario, che mi ha sbilanciato e fatto cadere. Sono sicuro che se non fossi entrato in porta sarebbe stato rigore con espulsione del difensore». Domani una folta delegazione della squadra, guidata dal presidente Joe Tacopina, sarà presente alla «Festa del tesseramento» organizzata da VeneziaUnited, in programma a Marghera al Marciano Pub di via Rossarol dalle ore 18.
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Mano o non mano? Volontarietà o no. Il gol del pareggio di Simone Bentivoglio, il primo stagionale per il centrocampista, non è stato digerito nel post partita dai dirigenti della Sambenedettese, ma ancor prima era stato fortemente contestato dai giocatori in campo. La radiografia della mezzala arancioneroverde serve a fare chiarezza. «Il portiere della Samb ha ribattuto il tiro di Ferrari» ricorda Bentivoglio, «io ho preso il tempo al difensore, mettendomi davanti a lui. Ho colpito il pallone di piede, poi siamo finiti insieme in porta, non mi sono reso conto se il pallone è poi carambolato sulla mano. In ogni caso sarebbe stato un tocco involontario, non ho cercato il pallone. Invece posso affermare che se il pallone non fosse entrato, sarebbe stato rigore netto, mi ha steso». Chissà se a quel punto l’arbitro, dopo averne già assegnati due al Venezia, il secondo una manciata di minuti prima, avrebbe fischiato anche il terzo. Sambenedettese che non a caso adesso è in cima alla classifica. «Per come si era messa la partita, va benissimo anche il punto» ammette Bentivoglio, «dovevamo chiudere il primo tempo in vantaggio, invece al quarto d’ora della ripresa ci siamo ritrovati sotto di due gol. Non siamo stati efficaci come volevamo nella prima parte della gara, quindi dovevamo sfruttare meglio le poche occasioni avute. Questa è una squadra che ha comunque confermato di avere un gran carattere, sullo 0-2 non so in queste sarebbero state in grado di reagire e acciuffare il pareggio. Non ci siamo poi accontentati. In effetti è vero che dobbiamo essere più concreti sotto porta, ma non ricordo una partita in cui la squadra in cui giocavo ha centrato quattro legni. Il pareggio è stato ampiamente meritato». Sabato arriva al Penzo il Teramo. «Partita assolutamente da vincere, dopo aver preso un punto con Pordenone e Sambenedettese è fondamentale fare bottino pieno». Monitoraggio quotidiano per Maurizio Domizzi con la speranza di vederlo in campo sabato (ore 16.30) contro il Teramo. Il difensore ex udinese ha riportato l’elongazione di primo grado della gamba destra, anche ieri ha lavorato a parte, come del resto Alessandro Malomo, che prova a debellare la distorsione alla caviglia destra rimediata nella rifinitura di venerdì. Fermo, ovviamente, Gianni Fabiano, mentre oggi si riaggregherà alla squadra il centrocampista Leo Stulac, impegnato ieri nell’ultimo appuntamento con l’Under 21 della Slovenia in Serbia.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La prima vittoria al Menti non è arrivata nemmeno contro il Cesena, nel match in cui Pierpaolo Bisoli ha esordito sulla panchina biancorossa. In cinque giorni era impensabile che il tecnico di Porretta Terme riuscisse a modificare la squadra biancorossa secondo il suo credo calcistico, anche se qualcosa di diverso rispetto alle sette partite precedenti si è visto. «Venivamo dalla pesante sconfitta subita a Chiavari — spiega il direttore sportivo del Vicenza, Antonio Tesoro — e domenica abbiamo affrontato un avversario forte come il Cesena, che in estate è stato costruito per puntare ai playoff. La classifica dei romagnoli non inganni: credo che se uno va a leggere i nomi che compongono l’organico, capisce subito che il Cesena risalirà presto la classifica per posizionarsi nelle zone alte. Per noi era una partita delicata — continua il dirigente biancorosso — e qualche segnale positivo si è visto. Chiaro che c’è bisogno di tempo e di tanto lavoro per vedere un Vicenza guarito, ma sono convinto che siamo sulla buona strada». Al momento i numeri sono impietosi: 13 gol subiti, di cui 11 lontano dal Menti e appena quattro gol fatti, tutti in trasferta. «Purtroppo questa è la realtà ma guardare a quello che è stato non serve — precisa Tesoro — la partita con il Cesena deve essere il punto da cui ripartire perché rispetto alle prestazioni precedenti si è vista una squadra più compatta, con almeno quattro clamorose occasioni da rete costruite e purtroppo fallite. La cosa importante però è creare le condizioni per il gol, contro l’Avellino eravamo stati molto meno pericolosi. Domenica scorsa il problema è che siamo stati poco concreti e precisi, ma se si continua a creare occasioni in cui c’è la possibilità si segnare, il gol arriverà». Per Bisoli c’è molto da lavorare ma, come lo stesso tecnico ha spesso ripetuto in questi giorni, se non ci fossero stati dei problemi non ci sarebbe stata la necessità del cambio in panchina. «Purtroppo è così — ammette Tesoro — e per me è stato doloroso esonera Lerda visto che l’avevo portato io a Vicenza. Dopo l’ottimo finale di stagione dello scorso campionato tutti speravamo in una partenza diversa, invece l‘avvio della stagione è stato negativo. In questi casi nel calcio l’allenatore spesso paga per tutti e così è accaduto anche stavolta». In molti sostengono che il Vicenza abbia bisogno di rinforzi, c’è chi ritiene che nel mercato di gennaio ci sia la necessità di rinforzare pesantemente l’organico. «Siamo ai primi giorni di ottobre e parlare del mercato di gennaio mi sembra un po’ prematuro — sottolinea il direttore sportivo biancorosso — c’è un allenatore nuovo che cambierà probabilmente modo di stare in campo e avrà bisogno di tempo anche per conoscere bene tutti i giocatori che ha a disposizione. Con il mister a tempo debito ci confronteremo, adesso parlare di mercato è fuori luogo: la speranza è di avere presto a disposizione anche Zaccardo, Rizzo, D’Elia e Giacomelli che stanno recuperando. Per Zaccardo e Rizzo siamo fiduciosi di poterli mettere a disposizione del mister già a Pisa, mentre per Giacomelli e D’Elia forse servirà una settimana in più». Sabato dovrebbe esserci anche Raicevic che tornerà oggi dalla convocazione con la Nazionale del Montenegro. «Il mister valuterà la sua condizione ma chiunque scenderà in campo deve essere pronto ad affrontare una partita molto difficile. Il Pisa è guidato da un allenatore tosto come Rino Gattuso. Sarà un match duro, vero, ma che non possiamo sbagliare».
Ore 14.10 – Padovagoal news: La lista di Giorgio Zamuner per la successione di Oscar Brevi (svolta ancora da certificare nei fatti) si arricchisce in questi minuti di altri due nomi. Si tratta di Vincenzo Torrente e di Cristiano Scazzola, che si affiancano a quelli di Mario Petrone, Roberto D’Aversa e di Gianluca Atzori. Confermati i contatti anche per Scazzola e Torrente per quanto riguarda i papabili alla panchina del Padova, mentre ci è stata smentita la pista che porta ad Angelo Gregucci.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Finalmente insieme. Quando Pierpaolo Bisoli è diventato il nuovo allenatore del Vicenza, il casertano Raffaele Pucino ha tirato un sospiro di sollievo. «Tante volte ci siamo incontrati da avversari ed era un bel rompiscatole. È molto meglio averlo dalla propria parte, credetemi».Dopo le quattro sberle di Chiavari, siete riusciti ad annullare l’attacco del Cesena.Nel complesso abbiamo disputato una buona prova e portato a casa un punto che fa morale.La vittoria al Menti, però, è ancora rimandata.Quello che conta è sempre il risultato, è vero, però la prestazione fatta, contro una squadra che punta almeno ai playoff, è di buon auspicio. Ce la siamo giocata alla pari, per alcuni tratti della partita avremmo anche meritato. Lavorando così non manca molto alla vittoria.Come ci si sente a stare penultimi?Il campionato di serie B è lungo, abbiamo fatto solo otto partite ed è presto per tirare le somme.Però il trend è da retrocessione, non crede?Il Livorno lo scorso anno ha ottenuto cinque vittorie nelle prime cinque partite, poi è retrocesso.Quindi?Non dobbiamo basarci sulle giornate iniziali. Siamo in ripresa e sono fiducioso perchè la squadra ha dimostrato attaccamento alla maglia, spirito di sacrificio, voglia di riprendersi e lasciare alle spalle un po’ di problemi.Parliamo della sua prova: la migliore da quando è in biancorosso.Credo in effetti di essermi comportato bene e sono soddisfatto. Questa era la seconda gara che giocavo a destra, nel mio ruolo.Il vero Pucino perciò non l’abbiamo potuto apprezzare finora…C’era la necessità di giocare a sinistra e non ho avuto problemi a farlo, ma certamente rendo meglio dalla parte opposta e penso si sia notato. In ogni caso non mi piace cercare alibi, un giocatore deve pensare a giocare e farlo al meglio.L’eroe col Cesena è stato Benussi, ma anche lei non ha scherzato con quell’intervento su Rodriguez.Sono contento di aver fatto una chiusura provvidenziale, quella giocata sull’attaccante ha contribuito a rendere positiva la mia prova.I tifosi non hanno nascosto al nostro Giornale una certa delusione. Da lei, infatti, si aspettano di più.Sono convinto di non aver reso al massimo delle mie possibilità finora, ma già contro il Cesena ho compiuto un passo in avanti e soprattutto nella ripresa sono riuscito a spingere. Posso e devo crescere ancora, sono concentrato solo su questo.In generale lei ha comunque più doti difensive.Sì, ma ho dimostrato di saper anche attaccare.Bisoli è arrivato da una settimana. L’impatto com’è stato?Parla il campo. Domenica abbiamo dato tutto, siamo usciti stremati. Il mister ci ha detto di mettere davanti il “noi” all'”io” e su questa strada andremo avanti.A lei ha chiesto qualcosa in particolare?Mi conosce bene, mi ha detto che si aspetta molto e in settimana mi ha fatto sentire un elemento importante.Il tecnico ha detto di avervi trovati depressi.L’aspetto mentale è fondamentale per un giocatore e una squadra. Subito il mister ci ha detto che non meritavamo questa posizione in classifica e ha ragione. Dobbiamo stare calmi, i risultati arriveranno.Vi aspetta un Pisa appesantito dalle difficoltà ma più alto di voi in classifica.È guidato da un tecnico che ha fatto una grande carriera da giocatore e ha trasmesso il suo carattere ai giocatori. Quello che non mancherà al Pisa, contro di noi, sarà proprio la carica mentale.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Per risalire la china, occorre individuare i punti fermi ai quali aggrapparsi. Partita dopo partita, Nicholas Siega sta dimostrando di poter rappresentare un riferimento solido per questo Vicenza: il venticinquenne novarese, giunto dalla Reggiana con la fama del giocatore di talento per la Lega Pro, sta infatti confermando di avere i mezzi per dire la sua anche in serie B, tanto che Pierpaolo Bisoli, come già aveva fatto Franco Lerda, ha subito puntato su di lui.PRIMA IN B. Le doti tecniche, la propensione a tentare l’uno contro uno, erano le caratteristiche di Siega che già si conoscevano. La piacevole sorpresa è stata la sua duttilità, che gli ha consentito di trovare spazio con ogni modulo ricoprendo diverse posizioni. «Io cerco di mettermi a disposizione dell’allenatore e dei compagni con il massimo dell’umiltà e dell’impegno – dice -. Per mia fortuna non sento particolari differenze nel giocare un po’ più avanti o un po’ più indietro, su una fascia o sull’altra. In passato mi avevano già detto che forse avevo le caratteristiche per fare la mezzala, e in effetti quest’anno che ne ho l’occasione devo dire che, avendo una certa facilità di corsa, non è un problema ripiegare per andare in contrasto sugli avversari». Non è stato destabilizzante nemmeno l’approdo nel campionato cadetto, che Siega sta affrontando per la prima volta: «Più che l’aspetto tecnico, credo che la differenza stia nell’intensità a livello atletico, nella rapidità con cui gli spazi vengono aggrediti – spiega -. I giocatori di talento, invece, ci sono anche in Lega Pro, ma a volte non hanno le occasioni giuste per sfondare».FIDUCIA NEL GRUPPO. La classifica dice che il Vicenza nel suo complesso ha faticato molto a reggere l’impatto con questo campionato. Siega, tuttavia, è convinto che il gruppo biancorosso valga più di quanto non dica il penultimo posto attuale: «Per carità, nessuno nega che abbiamo sbagliato completamente un paio di partite, ma in molte altre secondo me abbiamo raccolto meno di quanto avremmo meritato. Ci è mancata anche la fortuna di concretizzare le occasioni giuste: penso ad esempio a domenica con il Cesena, quando le palle gol più nitide le abbiamo sprecate proprio noi». Il centrocampista crede nelle qualità dei suoi compagni: «Il gruppo si è molto rinnovato, ci sono tanti giovani, ma fin dal ritiro si è cominciato a creare lo spirito giusto – assicura -. Se qualcuno teme che non ci sia compattezza, sbaglia: remiamo tutti dalla stessa parte, e io sono convinto che ci siano i valori per riemergere, perché non vedo tante squadre più forti di noi. Basterebbe infilare un paio di vittorie per far girare completamente la stagione: dobbiamo crederci e volerlo con tutte le nostre forze. E anch’io spero di aiutare con quei 5 o 6 gol che in genere riesco a fare ogni anno».IL NUMERO DEL CUORE. Se in campo Siega non si tira indietro, fuori si definisce un ragazzo tranquillo e riservato. «Non faccio tanta vita mondana, anche perché da sette anni sono felicemente fidanzato con Federica, che mi aspetta a Novara – racconta -. A lei ho dedicato il numero di maglia di questa prima stagione in serie B, il 24, che è il giorno del suo compleanno. A casa con lei c’è il mio amatissimo cane Tyson, un bolldog inglese che considero quasi come un figlio. In questo Vicenza, comunque, ho trovato ragazzi molto simpatici, che stanno diventando amici veri: soprattutto con Fabinho, Cernigoi, Zivkov, Vita si è creato un bellissimo rapporto».CAMBIO DI MENTALITÀ. Con il cambio di allenatore, è come se fosse iniziato un nuovo percorso: «Bisoli mi ha colpito per la sua mentalità positiva e vincente – sottolinea -. Pretende tanto da noi perché è convinto che possiamo dare tanto: sta a noi seguirlo, affidarci alla sua guida esperta e cominciare a macinare subito punti e gioco. A Pisa ci sarà un ambiente particolare, ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi e andare là convinti di poter finalmente ritrovare la vittoria».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Qualcuno dice che i soldi non danno la felicità. A Cittadella si potrebbe replicare che la danno eccome, purché spesi nella quantità e nella maniera giusta. La classifica del campionato cadetto vede infatti la truppa granata in vetta, seguita a una lunghezza dal Verona. E se questo è il provvisorio ma ineludibile, verdetto puro e semplice del campo, aggiungendo nell’analisi altri elementi, quali il valore della rosa, il monte ingaggi e le entrate societarie, il vantaggio dell’undici di Venturato rispetto ai cugini gialloblù assume virtualmente connotati assai più ampi. Secondo il sito Transfermarkt il valore di mercato dell’organico del Cittadella è in assoluto il più basso della serie B ed è quantificato in 6,23 milioni di euro. Il giocatore con la valutazione più alta è il difensore Scaglia (575 mila euro), seguito da una punta (Litteri 500 mila) e, terzi a pari merito, dal portiere Alfonso e dal centrocampista Paolucci a quota 400 mila. Su questo fronte il Verona può vantare cifre quasi quattro volte superiori (23,95 milioni di euro) ed è preceduto in questa specifica graduatoria dal solo Carpi (24,18). Scorrendo la lista dei gialloblù è curioso poi notare come con due soli giocatori, il centrocampista Romulo valutato 3,5 milioni e l’esterno offensivo Siligardi (2.5), sarebbe teoricamente possibile ottenere l’intera rosa granata in un ipotetico scambio. In generale sono dieci i giocatori veronesi con valutazioni non inferiori a un milione, e otto di loro fanno parte della top 50 dei calciatori di maggiore valore della serie B che non comprende alcun rappresentante del Cittadella. Ma se le valutazioni dei calciatori possono essere un parametro opinabile, e comunque soggetti alle leggi di mercato, alla carta d’identità e ad altre variabili, il monte ingaggi di una squadra costituisce invece un dato incontrovertibile. Ebbene, sotto tale profilo il lavoro portato avanti all’ombra delle mura viene ulteriormente esaltato, con la squadra granata che guarda tutti dall’alto in classifica seppure con il costo del lavoro più basso dell’intera serie B. Tra parco giocatori e staff tecnico si viaggia intorno ai 2,5 milioni lordi, meno della metà rispetto al monte ingaggi medio della categoria della passata stagione che si aggirava sui 5,3 milioni. Come nel caso delle valutazioni, dunque, anche sul fronte ingaggi, si può dire che con la somma necessaria per un paio di giocatori del Verona si potrebbe coprire l’intera spesa della rosa granata, ma pure di molte altre squadre del torneo cadetto. Il confronto tra le due realtà venete si fa ancora più impari, infine, guardando alle rispettive entrate, naturale presupposto per gli investimenti. Già limitandosi a quelle legate a incassi e sponsor, considerate l’importanza e il bacino d’utenza della piazza scaligera, la differenza sarebbe enorme. A tutto questo va però aggiunta la cosiddetta mutualità che permette all’Hellas, in quanto retrocesso dalla serie A dopo tre anni di permanenza, di godere per l’attuale stagione di un paracadute (introito garantito dalla Lega di serie A) di 25 milioni. Per usare un riferimento biblico, dunque, si può dire che Davide sta battendo Golia.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Saranno un centinaio i tifosi del Cittadella che sabato sosterranno la squadra allo stadio Curi di Perugia. Già completo il pullman organizzato dal club Granata Cittadellese di Roberto Zanon, che con orgoglio sostiene: «Ho prenotato per novanta persone il pranzo all’agriturismo Colle Mancio nei pressi di Perugia. Con noi ci saranno anche una quarantina di tifosi che arriveranno con tre pulmini e auto private. Il menù è tipico del luogo con specialità umbre, fra cui le tagliatelle al tartuffo nero e cinghiale. È bella questa forma di aggregazione nello spirito della collaborazione fra club del Centro di coordinamento».
Ore 13.00 – Ancora ore di riflessione sulla posizione di Oscar Brevi, anche se le voci sembrano sempre più insistenti in direzione di un esonero dell’allenatore milanese. Al momento sono confermati contatti diretti con tre nomi: Mario Petrone, Roberto D’Aversa e Gianluca Atzori. Tutti e tre hanno dato la propria disponibilità, anche se le richieste sono diverse e in base a quanto raccolto, verrà decisa la linea da intraprendere. Ancora non da escludere che venga data un’ultima chance a Brevi contro la Reggiana. La decisione verrà presa probabilmente in giornata.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) La squadra più in forma del momento contro quella che in trasferta ha sempre vinto. Perugia-Cittadella promette spettacolo, con gli umbri reduci dalle affermazioni su Spal (1-0), Frosinone (1-2 esterno) e Avellino (3-0), e i granata che, considerando anche la scorsa stagione, vantano una striscia esterna positiva di sette gare consecutive. «Con il Frosinone è stata la classica partita in cui porta a casa i tre punti chi sbaglia meno. Ma di gare del genere non vogliamo più ripeterne», afferma il fantasista carioca Lucas Chiaretti. C’è una ragione se il Cittadella si esprime meglio lontano dal Tombolato? «Fa molto male- prendere tre gol in due partite consecutive davanti al nostro pubblico, ma credo sia un caso: a Trapani, ad esempio, abbiamo giocato meno bene e abbiamo vinto ugualmente. Il Frosinone si è dimostrato grande perché ha saputo sfruttare i nostri errori: si vede che ha l’esperienza di chi è stato in Serie A». Come si riparte dopo questo scivolone? «Occorre rimanere calmi e servono sacrificio e lavoro. Studiare gli errori commessi e non ripeterli». Sabato ha trovato il suo secondo gol stagionale, nonostante, ancora una volta, sia stato controllato a uomo per tutti i 90′. «È normale che sia così e guardate che già l’anno scorso non era molto diverso. In ogni caso stiamo parlando di Serie B, è logico che gli avversari ci studino e che vengano a pressarci alti, dedicando attenzioni particolari a me e ad altri miei compagni». SI SCALDA PELAGATTI. Manuel Pascali ha iniziato ieri le terapie di recupero dallo stiramento al retto femorale della gamba destra, rimediato negli ultimi minuti della gara con il Frosinone. I tempi per rivederlo in campo sono stimati fra i 30 e i 40 giorni: è Pelagatti l’indiziato numero uno per sostituirlo nel cuore della difesa, accanto a Scaglia. GRANATA IN PEDIATRIA. Stamattina Iori & C. saranno protagonisti di un’iniziativa particolare: dalle 10.30 faranno visita ai bimbi ricoverati al reparto di Pediatria dell’Ospedale di Cittadella per il progetto “Un Giorno per la nostra città”, voluto dalla Lega serie B. IN 100 A PERUGIA. Saranno circa un centinaio i tifosi che, sabato alle 15, sosterranno gli uomini di Venturato a Perugia, spartiti fra una corriera completa da 54 posti, già esaurita, tre pulmini e varie auto. Partiranno tutti assieme dallo Stadio Tombolato alle 6. La trasferta è organizzata dal Club Granata Cittadellese di Roberto Zanon, in collaborazione con il Centro Coordinamento Club Granata, al prezzo di 30 euro tutto compreso: viaggio, pranzo in agriturismo alle porte di Perugia e biglietto per la partita. ANTICIPO. Resi noti gli orari dei match di novembre: Cittadella-Salernitana sabato 5 alle 15, Benevento-Cittadella domenica 13 alle 15, Cittadella-Verona venerdì 18 alle 20.30, Carpi-Cittadella sabato 26 alle 15.
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto) Febbre da Cittadella, l’entusiasmo per il primato difeso con le unghie nonostante la sconfitta interna col Frosinone si scatena anche in trasferta. Sabato 15 ottobre una delegazione di un centinaio di tifosi, suddivisi in un pullman completo da 54 posti, tre pullmini e varie auto partiranno dallo stadio Pier Cesare Tombolato per assistere a Perugia-Cittadella. Il pullman è organizzato dal Club granata cittadellese presieduto da Roberto Zanon, in collaborazione con il Centro coordinamento club granata. In previsione c’è una levataccia, visto che il ritrovo è fissato alle ore 6 del mattino con pranzo alle 11 organizzato al caratteristico agriturismo Angelucci a Collemancio di Cannara, alle porte di Perugia. E non è finita qui, perché il primo posto in classifica continua a stuzzicare l’interesse delle televisioni, con una concentrazione di anticipi e posticipi mai così intensa a queste latitudini. E, d’altra parte, il primato dei granata continua a suscitare attenzioni anche nei media nazionali: domenica scorsa, complice lo «stop» della serie A per la concomitanza degli impegni della Nazionale di Ventura, c’è stato ampio spazio per un’ospitata di Roberto Venturato alla Domenica sportiva. Tornando al programma delle prossime gironate per il Cittadella, venerdì 21 ottobre alle 19 è in programma l’anticipo serale contro l’Ascoli allo stadio Tombolato, anche per evitare disagi vista la presenza in contemporanea della Fiera di Cittadella. Lunedì 24 ecco Spezia-Cittadella alle 20.30, senza dimenticare che il superderby col Verona è stato fissato in anticipo, proprio ieri, per venerdì 18 novembre alle 20,30. Martedì prossimo, infine, è in programma la tradizionale Festa del Tifoso al Tendone Fieristico-Gastronomico di Villa Rina. Un appuntamento che ogni anno non manca di attirare moltissimi tifosi e appassionati granata.
Ore 12.00 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Serve una presa di posizione netta”) Comprendiamo il tentativo del diggì Zamuner di difendere Brevi e il progetto di cui lui stesso è artefice, ma la sua presa di posizione ci sembra un azzardo. Quella vista all’opera a San Benedetto del Tronto è stata infatti una squadra inesistente sul piano del gioco, svuotata a livello caratteriale e priva di qualsiasi dimensione collettiva. Senza contare che l’onda lunga del malumore nei confronti dell’allenatore sta montando a vista d’occhio. Passata l’emotività del momento, sarebbe opportuno che la società sviluppasse un’analisi più approfondita e trasparente, senza istruire processi ma partendo da una domanda semplice semplice: i giocatori rendono così poco perchè sono stati sopravvalutati a livello tecnico e di personalità oppure è Brevi che non riesce a scuoterli dal torpore agonistico e a trasmettere loro un’idea di gioco? Individuata con cognizione di causa la diagnosi, servirà una presa di posizione netta. Il tutto mostrando autorevolezza e non ambiguità.
Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Bindi 6; Cappelletti 5.5, Emerson 5.5, Russo 5.5; Madonna 5 (Fantacci sv), Mandorlini 5, Filipe 4.5 (Mazzocco sv), Dettori 5, Favalli 5; Alfageme 5, Altinier 5 (st 14′ Germinale 5).
Ore 11.40 – (Gazzettino) Prima del riposo il timido tentativo di reazione è affidato ad Alfageme, parato centralmente. In avvio di ripresa il Padova prova a osare qualcosa di più. Favalli in area per Altinier, che commette fallo. Poi Alfageme svirgola da buona posizione. È comunque solo un fuoco di paglia, perché la squadra torna ben presto nel suo grigiore generale. Madonna rischia grosso su Tortolano che reclama invano il rigore, anche se la trattenuta (non fischiata) era iniziata a fuori area. Proprio Madonna viene sostituito pochi attimi più tardi, al suo posto Fantacci. Poco prima Altinier era uscito per Germinale. La debacle biancoscudata assume contorni più ampi a metà frazione, quando Filipe atterra in area Tortolano: penalty ineccepibile. Dal dischetto Berardocco trasforma. Entra anche Mazzocco (fuori Filipe), ma ormai il Padova appare rassegnato, e viene graziato da Sorrentino che fallisce il possibile tris. Non che resta che attendere solo il triplice fischio, con una quarantina di ultras eloquenti nei confronti dei giocatori: «Meritiamo di più».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Per contro va detto che per almeno mezz’ora la Sambendettese non trova la chiave per scardinare la difesa biancoscudata, che bada soprattutto al sodo. Anche se non manca qualche svarione da brivido, come quando Filipe con un retropassaggio errato innesca Mancuso, provvidenziale la chiusura di Emerson in angolo. L’unica azione degna di rilievo è impostata da Dettori per Alfageme, che invece di tirare al limite, si intestardisce in un dribbling di troppo e quando calcia manda sul fondo. È dalla mezz’ora in avanti però che arrivano i dolori, perché i marchigiani accelerano e il Padova va palesemente in affanno. Ancora un regalo di Filipe che dà palla a Di Massimo, la conclusione è rimpallata e sul prosieguo dell’azione Bindi si oppone con il corpo al tentativo ravvicinato di Mancuso. Pochi istanti, e questa volta i biancoscudati vanno sotto davanti alla combinazione veloce dei marchigiani. Tortolano si accentra da sinistra, assist in mezzo all’area dove Di Massimo fa velo e riceve lo scambio da Mancuso, per poi insaccare al volo con un diagonale. Bindi non prendeva gol da 310 minuti.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Il Padova stecca di brutto con la Sambenedettese, e ora la crisi deflagra in tutta la sua portata. Chi si aspettava una conferma dopo i timidi segnali di ripresa ostentati con il Teramo, è rimasto deluso dalla pochezza dimostrata dai biancoscudati. Un ko su tutta la linea, visto che anche il gioco è apparso da minimo sindacale. Con tutti i giocatori ben al di sotto del loro standard (si salva solo Bindi), e apparsi come frastornati dopo essere andati sotto, tanto da essere incapaci di organizzare una reazione. Inevitabile a questo punto mettere sul banco degli imputati Brevi, che rischia il posto (Petrone, D’Aversa e Serena i possibili sostituti, a meno di un clamoroso ritorno di Pillon). Dopo otto giornate il suo Padova è da encefalogramma piatto, e all’orizzonte non si intravedono spiragli incoraggianti. Confermato in partenza lo stesso undici di Teramo. Il Padova appare però subito monocorde, e non trova mai il cambio di passo per poter arrivare a impensierire i marchigiani. Il giro palla viaggia spesso per linee orizzontali, le fasce in fase di spinta sono sfruttate con il contagocce e i rifornimenti per Altinier e Alfageme latitano.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Non avevamo mai visto il presidente Bergamin così provato. «È normale che ci sia preoccupazione. Pensavamo di essere in crescita e oggi abbiamo visto che non lo siamo». Gli ultras hanno chiamato sotto la curva la squadra, i giocatori ci sono andati, l’allenatore no. Anche questo un segnale che è in difficoltà? «Immagino che non sia felice. Non vedessi gli allenamenti… Mi aspettavo tutt’altra prestazione, avevamo preparato la gara nel modo giusto. Abbiamo dato noi coraggio alla Sambenedettese con errori in giocate semplici, e ci hanno messo sotto con le ripartenze. L’aspetto più negativo è che non siamo riusciti a mettere in difficoltà nella prima mezz’ora una squadra che ci aspettava». Lei è preoccupato? «Sì, perchè non abbiamo creato presupposti per segnare». E aggiunge: «Non si può mettere in discussione la vittoria della Samb: siamo stati poco incisivi e pericolosi, e il rigore ci ha ammazzato psicologicamente». Un flash di Emerson: «Brevi in discussione? Troppo facile prendersela con il tecnico, ci mettiamo tutti in discussione perchè siamo noi ad andare in campo. E dobbiamo restare uniti, inclusi stampa e tifosi, altrimenti si butta tutto per aria. Sappiamo che possiamo e dobbiamo dare di più per superare questo momento difficile che non fa piacere a nessuno». Cosa vi manca? «L’equilibrio di capire cosa si deve fare nei vari momenti della gara. I nomi nel calcio non bastano, bisogna metterci qualcosa di più anche sul piano della cattiveria agonistica». C’è qualcuno che non si è calato ancora mentalmente nella categoria? «Tutti, non ce ne è uno solo. Mi ci metto anch’io, dobbiamo dare di più».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Lo sguardo corrucciato, quasi perso nel vuoto. Bastava vedere in faccia il presidente Giuseppe Bergamin seduto sui gradoni in tribuna subito dopo il triplice fischio per capire quanto è difficile il momento che sta attraversando il Padova. Pochi secondi nei quali il patron biancoscudato, con la sigaretta in mano, si è lasciato andare a un timido sorriso di cortesia, con la promessa di rivederci in sala stampa. Dove si è presentato qualche minuto più tardi, senza però rilasciare dichiarazioni contrariamente al solito. Un silenzio più rumoroso di qualsiasi parola, accompagnato dal viso tirato. Il presidente è poi rientrato in auto a Padova insieme a Zamuner. Considerato che Roberto Bonetto si trova in Indonesia per motivi di lavoro, a presentarsi davanti ai cronisti è stato il direttore generale che sulla posizione di Brevi ha sgombrato subito il campo: «Per me non è a rischio, io lo confermo. Non possiamo pensare che sia solo una responsabilità dell’allenatore. Sono stati commessi errori troppo evidenti dal punto di vista tecnico da giocatori bravi. È chiaro che va fatta un’analisi profonda: se sabato eravamo abbastanza contenti per l’ottimo primo tempo, in questa occasione abbiamo sbagliato troppe cose». Dieci punti in otto partite, la situazione non è allegra anche perchè la squadra manca di personalità e cattiveria, e quando va sotto non recupera. Ragionerete attorno a un tavolo con la proprietà? «Questo sicuramente andrà fatto, non siamo in linea con i programmi iniziali. Sicuramente parlerò con il presidente. Non sono tanto i numeri che fanno la differenza, ma un certo tipo di prestazione che ti porta a essere più preoccupato. Ripeto, sabato eravamo contenti, questa volta abbiamo fatto un passo indietro».
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Se mi sento a rischio? Il nostro lavoro ci porta sempre a essere in discussione. Dobbiamo continuare a lavorare sereni, mettendoci massimo impegno». Oscar Brevi replica così nel dopo partita alla domanda di un cronista, più che lecita di fronte alla pochezza dimostrata dai biancoscudati sul terreno di gioco. Il tecnico comunque ostenta tranquillità nella sala stampa affollata di San Benedetto del Tronto, anche se ovviamente non è il ritratto della felicità alla luce di una sconfitta senza attenuanti. Gli ultras, che prima della gara sono stati accolti da uno striscione dei colleghi di casa («La mentalità va oltre i colori, ringraziamo gli ultras della Fattori» per la loro mobilitazione in occasione del terremoto), a fine partita hanno chiamato sotto la curva i giocatori chiedendo a gran voce ben altro spettacolo. «La Sambenedettese ha meritato la vittoria – sottolinea Brevi – anche se stavamo facendo la nostra partita. Abbiamo commesso troppi errori di misura nei passaggi, concedendo due-tre ripartenze importanti e gli avversari hanno preso coraggio. In occasione del loro primo gol eravamo schierati, ma non abbiamo difeso bene. Nel secondo tempo abbiamo cercato di fare qualcosa di più, ma abbiamo commesso un altro errore concedendo il rigore che ha portato al loro raddoppio». Si tratta della seconda sconfitta in trasferta. «Ma questa è diversa rispetto a quella di Fano. Ripeto, abbiamo fatto troppi errori anche nella costruzione del gioco che di solito non commettiamo, sbagliando passaggi anche semplici». Altinier è stato sostituito quasi subito nella ripresa, e non è la prima volta. «Non è assolutamente un caso. Abbiamo tre attaccanti, lui aveva giocato quasi tutta la partita con il Teramo e l’ho visto un po’ in difficoltà, per cui ho preferito mettere al suo posto Germinale. Però, ribadisco, non c’è alcun caso Altinier». Intanto, sui social network i tifosi non hanno preso bene la prestazione incolore dei biancoscudati, con annessa sconfitta, e l’allenatore è finito nuovamente nell’occhio del ciclone.
Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Bindi 6; Cappelletti 5.5, Emerson 5.5, Russo 5; Madonna 5 (Fantacci 5), Mandorlini 5, Filipe 5 (Mazzocco 5.5), Dettori 4.5, Favalli 5; Altinier 5 (Germinale 5), Alfageme 5.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Azione bellissima, ma vantaggio favorito dalla “dormita” della retroguardia ospite. Dopo 310’ di imbattibilità, dunque, la porta di Bindi è capitolata. Il rigore chiude la gara. Nella ripresa, dopo aver rischiato il rigore per una trattenuta di Madonna su Tortolano (ma il fallo sarebbe avvenuto fuori area), su cui l’arbitro ha sorvolato (12’), la capitolazione dei biancoscudati è giunta proprio dal dischetto, grazie a Berardocco. Penalty concesso per uno sgambetto netto di Filipe ai danni del solito Tortolano, avvenuto all’interno dei 16 metri (20’). Lì è calato il sipario, inutili i modesti tentativi per riaprire la gara da parte degli uomini di Brevi, a parte qualche mischia sotto porta. Sostituito (seconda volta in quattro giorni) Altinier, l’ombra di se stesso ma anche – va detto – servito sempre spalle alla rete avversaria, in debito di ossigeno il regista brasiliano: insomma, un gruppo privo di alcuni punti di riferimento fondamentali. Alla fine, i giocatori sono stati chiamati sotto la curva (ma dov’era il mister? Già negli spogliatoi…) dalla quarantina di ragazzi della “Fattori” sciroppatisi una trasferta di 800 chilometri (fra andata e ritorno) per assistere ad una prova scialba e fastidiosa. E che hanno urlato alla squadra: «Meritiamo di più». Come dare loro torto? Lunedì prossimo, in notturna, arriva la Reggiana all’Euganeo: e se non succede nulla in settimana, per Brevi sarà l’ultima spiaggia, questo è poco ma sicuro.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Le prossime ore potrebbero anche essere decisive per la sorte di Brevi: tanti bei nomi in rosa, ma un collettivo che latita, senza personalità, psicologicamente fragile e soprattutto non in grado di recuperare il risultato, una volta sotto. L’attacco è lo specchio di questa impotenza, con le punte che evidenziano limiti inaspettati non solo sotto rete, ma anche nel modo stesso di interpretare il proprio ruolo. A Bergamin, Bonetto (che peraltro è in Indonesia) e agli altri soci il peso di dover affrontare una situazione imprevista, la peggiore possibile, ma che giunti a questo punto impone loro scelte coraggiose per non far precipitare ulteriormente le cose: se non possono pagare i giocatori, è inevitabile che sia chi li guida a finire sotto accusa. Dieci punti in otto giornate rappresentano un consuntivo da far cascare le braccia. Splendido gol. Quello di San Benedetto è uno stadio tabù per Altinier & C., se è vero che, con questa, siamo a 5 battute d’arresto nella storia dei confronti diretti, a cui si aggiungono 4 pareggi. Mai il Padova ha sbancato il tavolo da gioco, e la tradizione è stata confermata pure stavolta. C’è stato, è vero, un avvio di partita incoraggiante, eppure mai Pegorin ha dovuto sporcarsi i guantoni per rimediare a situazioni davvero pericolose. E quando la Samb, prima attenta a controllare i biancoscudati, ha preso coraggio ed è uscita dalla sua metà campo, sono arrivati i dolori. Sino alla stilettata mortale, al 40’: complice un paio di errori difensivi, Tortolano è partito da sinistra e ha messo in mezzo, “velo” di Di Massimo, con palla a Mancuso, che nello stretto ha scambiato con il compagno, bravissimo a liberarsi e ad infilare sul palo opposto a quello del tiro.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Illusione finita. Due pareggi (Mantova in casa e Teramo fuori) e la vittoria di Gubbio ci avevano fatto credere che il Padova fosse in ripresa e potesse iniziare una lenta, ma progressiva risalita verso le posizioni di vertice della classifica. Al “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto, nella partita di recupero della prima giornata di campionato rinviata il 28 agosto per il terremoto, i biancoscudati subiscono invece una sconfitta netta, nel punteggio e nel gioco, ripiombando nella mediocrità. La Samb, “matricola” sbarazzina ma con un’identità precisa, che sa perfettamente ciò che vuole, e che ha fatto tremare il Venezia sabato scorso, balza meritatamente in testa alla classifica, a quota 17, scavalcando in un colpo solo sei avversarie che la precedevano. Sorpresa fino ad un certo punto, perché quella di Palladini è una signora squadra, interprete di un calcio semplice ma terribilmente efficace e che ha nel trio avanzato il suo punto di forza, insieme alla lucida regia di Sabatino. Brevi traballa. Sei punti in cinque partite, con un solo gol all’attivo (Cappelletti a Gubbio) e due miseri 0 a 0 nelle successive giornate, è la serie di risultati messa insieme dal tecnico milanese in poco più di un mese e mezzo. E Brevi adesso è sulla graticola, perché i suoi uomini anche nelle Marche, dove già ci avevano rimesso le penne a Fano, e in modo rovinoso, hanno lasciato troppo a desiderare. Discreti per mezz’ora, poi crollati sotto i colpi dei rossoblù e incapaci di reagire come una “grande” (ma siamo sicuri che sia tale, poi?) avrebbe dovuto fare.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Siamo quasi al giro di boia del girone d’andata, e il Padova ha mostrato davvero poco di quanto potenzialmente potrebbe fare. «Con la proprietà dovremo fare il punto della situazione, ci sarà un confronto con il presidente, perché di certo non siamo in linea con le aspettative. E non è una questione solo di punti in classifica, sono le prestazioni che ci preoccupano: abbiamo fatto un passo indietro, doveva essere una prestazione diversa. Sono preoccupato, perché questa squadra non ha creato i presupposti per tenere in piedi la gara. Ma per me l’allenatore è confermato». Dalla voce del diretto interessato, comunque, la dichiarazione di resa non giunge ancora: Brevi non si rassegna, ma sventola una frase più di circostanza che di sincera preoccupazione. «Nel nostro lavoro siamo sempre in discussione», le sue prime parole. «Ma dobbiamo continuare a lavorare sereni e con il massimo impegno. La Samb ha meritato di vincere, noi eravamo partiti discretamente ma abbiamo commesso degli errori che hanno condizionato la gara permettendo agli avversari di prendere coraggio. Anche se nella prima mezz’ora eravamo partiti abbastanza bene, abbiamo commesso troppi errori di misura del passaggio, abbiamo concesso ripartenze che non dovevamo, e la Samb ha preso il sopravvento». Oggi riposo, domani alla Guizza ripresa in vista del posticipo di lunedì con la Reggiana. E c’è da credere che il clima sarà molto pesante.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) E adesso cosa succede? La domanda è lecita, e rimbalza nella mente di tutti. La panchina di Oscar Brevi, dopo lo 0-2 di San Benedetto, ormai traballa davvero. E il volto del presidente Giuseppe Bergamin in sala-stampa la dice lunga: il patron biancoscudato è comparso nel post-gara passeggiando nervosamente, il volto scuro e nessuna voglia di rilasciare dichiarazioni. L’altro socio di maggioranza, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, allo stadio nemmeno c’era, poichè impegnato in un viaggio di lavoro in Indonesia. A presentarsi per fare il punto della situazione, quindi, è stato il direttore generale Giorgio Zamuner, che – almeno a parole – ha confermato la fiducia al tecnico. «Per me Brevi non è in discussione», la rassicurazione del d.g. «Non possiamo pensare che la responsabilità sia solo sua: conoscevamo le difficoltà che avremmo potuto incontrare qui, avevamo preparato bene la gara e in rifinitura avevo visto una squadra brillante, ma abbiamo commesso degli errori tecnici evidenti, anche da parte di giocatori esperti. Siamo stati poco pericolosi, poco incisivi, abbiamo giocato sotto tono e va fatta un’analisi profonda: se a Teramo potevamo essere abbastanza contenti, oggi (ieri, ndr) non lo siamo. Non mi aspettavo una prestazione del genere, ero convinto che avremmo avuto una personalità diversa, l’aspetto più negativo è che non siamo riusciti a mettere la Samb in difficoltà nemmeno nella prima mezz’ora in cui ci aspettava».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Troppo facile prendersela solo con l’allenatore»: le parole in sala-stampa di Emerson risuonano forti, perchécoinvolgono nelle doverose riflessioni l’intera squadra. «Qui non può esserci solo il tecnico in discussione», l’ammissione del brasiliano. «Tutti noi giocatori dobbiamo metterci in discussione. È facile prendersela con mister Brevi, o con il preparatore atletico, che ho visto criticato nelle ultime uscite. Il fatto è che qui, dal presidente all’ultimo dei magazzinieri, siamo un gruppo unico: dobbiamo alzare la testa e sudare per questa maglia, e solo così ne verremo fuori». Qual è il vero problema della squadra? «Se le cose non ci riescono, è perché tutto il gruppo non gira, non solo una persona. Ci manca equilibrio, ci mancano la pazienza e la cattiveria agonistica: è solo questo ciò che serve in questa categoria. In questo momento siamo in difficoltà, è inutile nasconderci o pararci il c… (testuale, ndr). In squadra abbiamo nomi, ma i nomi non vanno in campo: Venezia, Parma e Padova per ora sono indietro, e in testa ci sono squadre come Samb e FeralpiSalò, che riescono a dare qual qualcosa in più». Questo significa che qualcuno, in squadra, non si è ancora calato bene nella categoria? «Non solo qualcuno, tutti. Se si scende in campo senza dare tutto quello che si ha in corpo, in questa categoria non si va lontano, il rischio concreto è di fare figuracce con qualunque avversario. Dobbiamo dare tutti di più». E ve l’hanno chiesto anche i tifosi, a fine gara… «Hanno ragione, non c’è niente da dire a chi si fa mille chilometri per venire a vederci. Eravamo partiti bene, ma alla distanza loro sono usciti perché sono più in salute di noi: questa sconfitta brucia, perché il nostro momento-no dura da ormai troppo tempo. Abbiamo subìto due reti viziate da due nostri errori difensivi, e poi non siamo più riusciti a recuperare. Dobbiamo solo pensare a scendere in campo lunedì con la Reggiana onorando questa maglia e sudando fino all’ultimo minuto».
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Bindi 6; Cappelletti 4.5, Emerson 6, Russo 4.5; Madonna 4.5 (Fantacci 5), Mandorlini 5, Filipe 4.5 (Mazzocco 5), Dettori 4.5, Favalli 5; Altinier 5 (Germinale 5), Alfageme 6.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Le qualità della squadra costruita in estate ci sono ma restano sommerse sotto un’organizzazione di gioco assai fragile e mille contraddizioni. Il nome più caldo che circola dietro le quinte come sostituto di Oscar Brevi è quello di Mario Petrone (ieri il suo vice Cristian La Grotteria era allo stadio a San Benedetto), che tuttavia difficilmente accetterebbe un contratto fino a giugno. Da non scartare neppure altre soluzioni come quella che porta a Michele Serena, che ha lasciato un buon ricordo nella piazza nonostante la retrocessione, Roberto D’Aversa o il ritorno di Giuseppe Pillon. Sul taccuino in novanta minuti c’è solo un tiro, quello di Alfageme al 15’ che non trova lo specchio della porta. La Sambenedettese gioca un calcio spumeggiante, si costruisce tre occasioni nitide (gran parata di Bindi su Mancuso al 35’) e alla quarta passa con una spettacolare triangolazione fra Mancuso e Di Massimo, che in diagonale al 40’ fa secco Bindi per l’1-0. Ti aspetti la reazione che invece non arriva. Nella ripresa, anzi, la Sambenedettese insiste e all’11’ reclama un rigore per un fallo (appena fuori area) di Madonna su Tortolano: l’arbitro lascia proseguire ma quando Filipe al 20’ stende lo stesso Tortolano non ha dubbi. Sul dischetto Berardocco che fulmina Bindi. E nel finale la Sambenedettese, che grazie al 2-0 odierno vola in testa alla classifica del girone, sfiora ripetutamente il tris, che non arriva soltanto per puro caso.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Una disfatta, più ancora di quanto non dica il punteggio finale (2-0 per la Samb, che sta stretto ai ragazzi di Ottavio Palladini). Il Padova cade ancora e fallisce per la terza volta l’appuntamento con la partita che avrebbe potuto regalare la svolta alla stagione. E, adesso, si interroga anche sulla posizione di Oscar Brevi. L’allenatore milanese è a forte rischio esonero: nel pomeriggio di ieri pare ci sia stato un primo contatto fra Roberto Bonetto, in Indonesia per lavoro, e il presidente Giuseppe Bergamin che ha disertato per la prima volta la sala stampa. Rabbuiato come mai prima, il numero uno di viale Rocco ha esaurito la pazienza e, confrontandosi con il proprio socio storico di riferimento, si è preso una nottata di riflessione prima di decidere, assieme alla famiglia Bonetto, se esonerare Brevi oppure se concedergli un’ultima chance lunedì sera nel posticipo contro la Reggiana. Di questo Padova risulta difficile salvare qualcosa: 5-3-2 con nove uomini dietro la linea della palla, un gioco d’altri tempi fatto di lanci lunghi e senza nessuna trama, un solo tiro in porta in 90 minuti. Insomma, zero di zero e francamente nessuna delle promesse estive è stata mantenuta. La sensazione è che la squadra non creda fino in fondo nell’allenatore e che non si sia creato un gruppo all’interno dello spogliatoio. Ora spetta a Giorgio Zamuner prendere una decisione: insistere in quello che in tutta evidenza è un vicolo cieco oppure battersi il petto, recitare il mea culpa e ammettere l’errore estivo fatto scegliendo l’allenatore milanese.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La scena che fa riflettere è vedere il presidente Giuseppe Bergamin che si attacca subito al telefono. Diserta microfoni e taccuini e prende la strada del ritorno. In sala stampa si presenta prima di tutti il tecnico Oscar Brevi: « Mi sento a rischio? È il nostro lavoro, un allenatore si deve sentire in discussione dal primo giorno, ma devo continuare a lavorare con serenità perché abbiamo un’altra partita lunedì. Nel primo tempo la gara era sullo stesso binario, poi abbiamo iniziato a commettere troppi errori banali, la Samb ha preso coraggio e ci ha puniti meritando la vittoria: ha giocato meglio. In occasione del primo gol eravamo schierati ma non abbiamo difeso bene. Poi nella ripresa abbiamo provato a riprenderci ma, commettendo il fallo che ha portato al rigore, ci siamo giocati tutto. La squadra ha corso, però non è bastato». Tocca al dg Giorgio Zamuner certificare la crisi e parlare anche del futuro sulla panchina biancoscudata: «Non possiamo incolpare solo Brevi — dice il dirigente padovano — perché indubbiamente sono stati commessi errori banali anche da giocatori esperti. Con la proprietà ci troveremo e ci confronteremo, non siamo in linea con i programmi; sei gol segnati sono pochi e anche oggi (ieri per chi legge, ndr )non abbiamo avuto occasioni pericolose. Il presidente è provato e preoccupato, come è normale che sia: pensavamo di essere in crescita ed invece è il contrario». Le parole più dure sono quelle di Emerson, tra i pochi a salvarsi dal naufragio: «Se l’allenatore è in discussione – spiega – allora dobbiamo metterci in discussione pure noi. Troppo facile prendersela con Brevi, del resto noi abbiamo i nomi, ma se i nomi non giocano… Siamo in difficoltà, è inutile nascondersi»
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