Cercasi gol, possibilmente degli attaccanti. Alla vigilia della trasferta di Teramo, il Padova prova ad invertire la tendenza. Servono punti e serve una vittoria, questo è abbastanza scontato: dalla doppia trasferta nel giro di quattro giorni (domani in Abruzzo, e martedì alle 14.30 in casa della Samb, recupero della sfida rinviata alla prima giornata per il terremoto), la squadra di Oscar Brevi deve tornare con un bottino che le permetta di riagganciare il treno delle prime della classe, e risollevare così gli animi della piazza intera. Ma soprattutto, elemento ben più importante, il Padova ha bisogno di ritrovare gioco e gol. Attaccanti a secco. Altinier, Alfageme e Germinale: sono questi i tre attaccanti a cui, in assenza di Neto Pereira, che dopo l’intervento al menisco ne avrà almeno sino a fine ottobre, il tecnico chiede di far svoltare la squadra. E i numeri, redatti anche dal supertifoso Stefano Fassina (lo Statistico per eccellenza), la dicono lunga sul momento-no del reparto avanzato. Cristian Altinier, il capocannoniere della passata stagione, è l’unico finora ad aver trovato la via della rete, contro Albinoleffe e Forlì, nelle prime due gare. Poi, però, si è fermato: il bomber mantovano non va a segno da ben 420 minuti, la striscia di astinenza più lunga da quando veste la maglia biancoscudata.
Il precedente periodo di “buio” risaliva infatti ai 350’ di astinenza tra la diciassettesima e la ventesima giornata dello scorso campionato. Ma c’è di più: Luis Alfageme non segna ormai dallo scorso 7 maggio, quando con la Casertana, all’ultima di campionato, rifilò una doppietta alla Paganese, mentre l’ultimo gol di Domenico Germinale, complice il lungo infortunio al ginocchio, risale addirittura al 14 novembre dell’anno scorso, quando al 25’ di Pavia-Bassano siglò il momentaneo 0-1 per i vicentini. Le reti, insomma, servono eccome: al Padova, ma pure alle sue punte. Come riuscirci. Il problema, tuttavia, non è solo degli attaccanti. Le ultime gare dei biancoscudati hanno messo in evidenza, infatti, come alla base della scarsa verve realizzativa ci sia principalmente la difficoltà nel creare gioco. All’Euganeo il Padova va a rete mediamente una volta ogni 97’, e in trasferta ogni 94’30”. I problemi, evidentemente, nascono dal basso: a centrocampo la palla gira con una velocità ancora troppo bassa, sulle fasce si spinge poco, in area di rigore i palloni non arrivano quasi mai, e l’azione parte sempre dalla retroguardia.
La speranza è che già domani, al “Bonolis” di Teramo, si registrino passi in avanti: il rientro in cabina di regia del brasiliano Filipe potrebbe dare maggiore “aria” alla manovra, e permettere a Mandorlini di agire in una posizione a lui più congeniale. Senza De Risio, ancora ai box con una caviglia malconcia, l’ex Pordenone sarà chiamato anche al pressing sul portatore avversario: il recupero della palla sulla trequarti, con la possibilità di una veloce ripartenza immediata, è mancato terribilmente dopo l’infortunio del mediano abruzzese, aggiungendosi al problema di una squadra che quasi mai è riuscita, nelle ultime gare, ad arrivare con il pallone sui piedi davanti al portiere avversario. Quanto alla spinta sulle fasce, la soluzione potrebbe essere l’inserimento di un giovane per dare più intraprendenza: Fantacci al posto di Madonna, oppure il pimpante Tentardini per un Favalli apparso sabato scorso lontano dai suoi standard migliori dopo il rientro dall’infortunio muscolare.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)