Ore 21.30 – (Il Piccolo) Dopo tanti anni, la tifoseria alabardata sembra aver trovato come beniamino un altro bomber di razza, uno quelli che fanno sognare, da oltre 20 gol a stagione. Visti i suoi incredibili numeri del passato recente e la partenza scoppiettante che ha avuto in questo campionato (7 reti in cinque partite), facendo ovviamente tutti gli scongiuri possibili, Carlos França sembra infatti avere il potenziale per una stagione ricca di gol. Il sinistro potente, la capacità di colpire di testa e soprattutto il suo micidiale fiuto del gol, hanno già conquistato i cuori dei tifosi alabardati. Ma soprattutto queste qualità e un repertorio così ricco, fanno del brasiliano un papabile candidato ad entrare nella la ristretta cerchia degli alabardati da oltre venti reti a stagione, anche se magari ottenuta in una categoria inferiore rispetto agli altri. Il record assoluto, come noto, è di Totò De Falco, che con 25 reti nella stagione 1982/83, in serie C, detiene ancora il trono dei bomber alabardati di tutti i tempi per segnature in un campionato. Del resto Totò dimostrò di saper andare a segno con regolarità anche in serie B con 14 e 16 gol nelle due stagioni successive al suo top. Il record di De Falco fu messo in serie pericolo nel 2007/08 dall’uruguaiano Pablo Granoche, che con la Triestina fra i cadetti fu protagonista di una stagione eccezionale, fermandosi però a 24 reti a quattro giornate dalla fine causa il grave infortunio al ginocchio. L’unico altro giocatore a superare quota venti con la maglia della Triestina fu Dino Fava, autore di 22 gol in quella stagione 2002/03 che fece sognare a tutta Trieste il grande ritorno in serie A. Naturalmente, anche se non ha superato la fatidica soglia, anche Denis Godeas merita di stare nei bomber alabardati del cuore: le sue stagioni top sono la 2004/05 in B con 14 gol, la 2011/12 in C con 14 gol e la 2013/14 in serie D con 17 reti. Del resto proprio l’ariete di Medea è quello che ha segnato più di tutti in carriera con i colori alabardati addosso. Per il resto di grandi bomber a Trieste non se ne sono visti: ha vissuto la sua stagione di gloria Moscardelli con 16 reti in B nel 2003/04, anche Daniele Rocco è andato forte due anni fa con 14 gol. Ora, dopo una stagione da dimenticare quanto ad attaccanti , ecco di nuovo un giocatore con il gol nel sangue come França. E guarda caso un altro sudamericano, come Granoche, che potrebbe sistemarsi con la coppia italiana De Falco-Fava nel gotha alabardato. Certo, questa è serie D, ma i gol è difficile farli in ogni categoria. E dopo quello che hanno passato, i tifosi meritano un altro bomber del cuore, di quelli che gonfiano puntualmente la rete e vanno a esultare con continuità sotto la curva Furlan. E in tutti campi del triveneto, naturalmente.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Gianpiero Perissinotto è il presidente del Belluno da un anno e nei due derby dello scorso torneo è imbattuto, avendo raccolto un pareggio al Boscherai e una vittoria al Polisportivo. «Speriamo di mantenere questa tradizione – commenta con un sorriso malizioso il numero uno – i derby sono partite particolari, non solo per la squadra, che sicuramente sente molto la partita, ma anche per me che sono il presidente». Avrà modo di parlare alla squadra prima del match? Cosa le dirà? «Sicuramente andrò a salutare i ragazzi prima del fischio di inizio ma non dirò nulla. A volte è meglio stare in silenzio, rischierei magari di fare danni. La squadra ha un condottiero come Roberto Vecchiato che sa bene come fare e cosa fare per motivare la squadra nel modo giusto». Se guardiamo il Belluno e l’Union Feltre sulla carta, si equivalgono? «Non mi piace guardare in casa degli altri, preferisco parlare del Belluno. Abbiamo costruito questa squadra per poter giocarcela con tutte le formazioni del campionato e possiamo farlo quindi anche con i cugini di Feltre». La squadra gialloblù che si è vista fino ad ora ti è piaciuta? «Il Belluno ha sbagliato una sola partita, quella contro il Carenipievigina. Lì abbiamo meritato di perdere ma avremmo potuto sicuramente fare meglio e li abbiamo perso dei punti importanti. Ci manca, a detta di molti, non è solo un mio pensiero, un punto a Campodarsego. Per il resto il Belluno ha punti che si è meritato». Chi perde domani si ritrova in difficoltà? «Noi siamo in una condizione più difficile, perchè siamo sotto in classifica e se uscissimo sconfitti nel derby vorrebbe dire andare a meno cinque lunghezze dall’ Union Feltre e rimanere nelle ultime posizioni. Per loro sarebbe un po’ diverso. Ma è ovvio che entrambe le squadre vogliono vincere». Presidente, ci fa un pronostico? «Non mi piace farli. Che vinca il migliore». Il Cobra c’è. Pare rientrato l’allarme per il problema fisico di Simone Corbanese. Sia Vecchiato che il ds Fardin assicurano che il capitano sarà regolarmente in campo. Precedenti. Il primo anno di serie D del Ripa Fenadora (2013-2104) al Polisportivo finì 2-1 per il Belluno mentre al ritorno al Boscherai i neroverdi si imposero con un netto 4-1. La stagione successiva due pareggi. Entrambi i derby di Coppa Italia sono finiti pari e a passare ai calci di rigore sono sempre stati i nerovedi. L’anno scorso, dopo l’1-1 al Boscherai, il Belluno si è imposto per 2-1 grazie alla rete in zona Cesarini, di Sebastiano Sommacal. I gialloblù sono in vantaggio sui cugini, che non vincono dal 2014. Chi ha segnato per primo in un derby non ha mai portato a casa la vittoria.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Conoscendo i protagonisti, che fin dal primo improbabile atto ufficiale (cessione quote il 5 agosto, ndr) affermarono la necessità di «tutelare la riservatezza». Il tempo è passato, soldi ne sono usciti pochini ed entro lunedì va posta fine alla telenovela societaria per la quale, con atto finalmente d’imperio, la Lega Pro ha chiesto soluzione nella giornata di lunedì ed entro domani ci sarà il summit. Dal Tevere (sponda “Zoldan”) nemmen si muovono le onde, dal Mincio (sponda Leonessa) qualche parola arriva, scarsa per numero ma sufficiente per capire come la situazione volga al chiarimento, che logica vuole in tempi più corti di quel cerino che da tempo si passano di mano in viale Te e locali annessi. Il presidente biancorosso Sandro Musso e il rappresentante della maggioranza Marco Claudio De Sanctis starebbero prendendo in esame l’eventualità dell’opzione di acquisto, che potrebbe essere realizzata con alcune condizioni semplicemente così riassumibili: versamento entro fine anno solare di una quota vicina ai 100.000 euro consegnati alle 15,15 di un giorno di metà settembre; nuovo versamento di una nuova rata, con modalità analoghe, da consegnare entro marzo-aprile; presentazione delle garanzie di solidità e onorabilità. Con tutto ciò vien da pensare che a fine campionato i soci bresciani potrebbero consentire agli altri compagni di cordata di esercitare un’opzione d’acquisto. La sensazione è però che fino a lunedì sarà difficile conoscere l’effettiva situazione societaria.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Ha fatto più danni della grandine la conclusione dell’allenamento di mercoledì, con Zammarini che da ieri mattina gira con le stampelle per uno stiramento al legamento collaterale del ginocchio destro (stamane la risonanza), con Maccabiti che si è procurato uno stiramento e con Bandini che ieri mattina ha dovuto sottoporsi ad un’infiltrazione i cui eventuali effetti positivi si potranno constatare solamente nelle prossime ore. Ma non basta, visto che anche Boniperti dovrà rinunciare alla seconda trasferta consecutiva per il riacutizzarsi di un’ernia addominale e che Gargiulo anche ieri ha dovuto restare a riposo, sia pure precauzionalmente. Notizie positive, perlomeno, arrivano da Skolnik e Salifu sui quali mister Prina potrà contare per la partita di domani (ore 16.30). A disposizione ci sarà anche Caridi, che da martedì si allena con i compagni e che potrebbe disputare uno spezzone di partita. Analogamente Ruopolo potrebbe far parte della lista dfei convocati, pur se nel suo caso il rientro è previsto per la partita col Bassano (sabato 15 alle 20.30) o per la successiva trasferta di Parma (sabato 22, sempre alle 20.30). Siniscalchi tornerà ad allenarsi con i compagni da lunedì e quindi per la prossima partita al Martelli sarà disponibile. Alle prese con questo rebus il mister biancorosso ha una ragione in più per non svelare lo schieramento, anche se le intenzioni dovrebbero portare a considerare una formazione con poche variazioni rispetto a quella che sabato ha impattato a reti bianche a Padiova. Fra i pali è scontata la presenza di Bonato, con la difesa a tre composta da Gargiulo, Carini e Cristiani; a centrocampo le variazioni principali: a destra Bandini (se non dovesse farcela potrebbe esserci spazio per Di Santantonio) e a sinistra Regoli, il reparto verrebbe completato da Skolnik, Salifu e Raggio Garibaldi mentre l’attacco sarà forzatamente composto da Marchi e da Tripoli, con Caridi e Ruopolo pronti ad entrare in campo in caso di necessità a gara in corso. Fra i biancorossi in recupero, dopo avere smaltito il malanno al fianco, c’è Paolo Regoli che a distanza di un mese e mezzo dal suo arrivo con alle spalle le esperienze in B con Latina e Avellino ha smoccolato di brutto per non avere visto entrare in rete la sua bordata nel finale della partita di Padova: «Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una buona prestazione generale – sottolinea l’esterno – non sarebbe stata uno scandalo la nostra vittoria, purtroppo il destino ci ha messo lo zampino e devo rinviare alla prossima occasione l’appuntamento con il primo gol in maglia biancorossa». Sfida salvezza, quella di sabato a Macerata? Regoli ci crede poco: «In questo momento del campionato, anche a causa del regolamento, i ruoli non sono ben definiti. Mi auguro che si riesca a tornare a far gol, non mi interessa chi segna ma quanto si segna. È questa la cosa importante, una squadra come la nostra è fatta per andare a rete con tanti elementi». Elemento fondamentale per pensare positivo è la compattezza della squadra: «Sotto questo aspetto – spiega Regoli – ci siamo, la fiducia di far bene a Macerata non ci manca».
Ore 20.10 – (Gazzetta di Modena) Basso ha continuato a lavorare a parte anche ieri ed è a questo punto molto difficile, se non impossibile, che per la gara con il Sudtirol sia disponibile almeno per la panchina. Oltre all’esterno offensivo ex Venezia e Trapani, mister Pavan dovrà fare a meno di Salifu, Osuji e quasi sicuramente anche Bajner, di rientro oggi dall’Ungheria dopo il gravissimo lutto che ha colpito lui e la sua famiglia, mentre è in dubbio Ravasi, ieri assente dopo il problema accusato nel finale della seduta di allenamento di mercoledì. Nessun problema, invece, per Marino, che si era fermato proprio assieme all’attaccante. Contro il Sudtirol sarà ancora 4-4-2 con diverse incognite soprattutto da centrocampo in su. Per affiancare Giorico è ballottaggio tra Laner ed Olivera, sulle corsie esterne l’opzione Sakaj, sperimentata in settimana, dovrebbe per il momento essere messa in secondo piano rispetto alla soluzione con Schiavi a destra e Loi sul lato opposto. Nel tandem offensivo sarà Tulissi ad affiancare Diakite. In difesa ballottaggio Cossentino-Aldrovandi, probabile la conferma di Minarini a sinistra.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Modena) Daniele Giorico non si nasconde, sa bene che il Modena sta deludendo e che le difficoltà non stanno solo nel segnare ma ultimamente, troppo spesso, anche nel fare gioco. L’assenza di una vittoria scacciacrisi inizia a farsi pesante, per questo diventa fondamentale provare ad invertire la rotta sfruttando la seconda gara casalinga consecutiva, quella in programma alle 14,30 di domani con il Sudtirol. Giorico, non si può più rinviare l’appuntamento con i tre punti. «Abbiamo assolutamente bisogno di una vittoria, l’occasione di giocare di nuovo in casa contro il Sudtirol è troppo importante e non possiamo fallirla. Dobbiamo conquistare finalmente i tre punti e ritrovare un minimo di serenità». Quanto manca la vittoria? «Tanto. La sconfitta nel derby e le ultime due partite hanno inciso sul nostro morale. Servono in fretta i tre punti per dare un’iniezione di fiducia a noi e alla piazza, che ci ha sempre sostenuto ma che legittimamente, nell’ultima gara, ha anche fischiato aspettandosi di più da noi». Perché il Modena fa così fatica? «Nelle ultime partite siamo mancati sotto l’aspetto del gioco, abbiamo creato poco ed è colpa di tutti se non abbiamo segnato, non solo degli attaccanti. In questa categoria è difficile sbloccare le partite, ma stiamo lavorando per risolvere il problema». La domanda è ormai classica: qual è la soluzione? «Dobbiamo cercare di creare qualche pericolo in più e di essere cattivi quando ci sono occasioni sotto porta. Speriamo di trovare contro il Sudtirol la concretezza che ci è mancata, per sbloccarci davanti ai nostri tifosi e muovere la classifica». Su quattro gare casalinghe, tre 0-0 e una sconfitta nel derby con la Reggiana. «Con il Bassano abbiamo sicuramente giocato con attenzione, senza mai sbilanciarci e a mio avviso proprio per questo motivo ne è venuta fuori una brutta partita. Dobbiamo capire che il Lega Pro ci saranno tante gare così, nelle quali avremo pochi spazi e tempi di giocata limitati perché i nostri avversari si preoccuperanno solo di pressarci a tutto campo e non farci ragionare. Stiamo entrando in quest’ottica penso che con il Bassano si sia visto, perché abbiamo fatto una partita dove si è badato a rischiare poco piuttosto che a fraseggiare o fare possesso palla. A tutti piacerebbe giocare in modo diverso, ma dobbiamo adattarci alle squadre che al nostro livello giocano così e fare in modo di provare a vincere anche in queste situazioni». Con il Sudtirol, molto probabilmente, il copione sarà simile. «Non sarà semplice come non lo è alcuna gara in questa categoria. Mi immagino una sfida simile a quella con la Maceratese, contro una squadra che verrà qui più per rompere che per creare gioco. Non so come sarà la partita, so solo che il nostro obiettivo dovrà essere quello di entrare in campo determinati per portare a casa il risultato. Servirà il giusto atteggiamento, perché abbiamo bisogno di dare un segnale a noi stessi e ai tifosi».
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Un incontro a Natale con il vescovo Massimo Camisasca per chiudere sui campi di via Agosti. È quanto ha in agenda il presidente della Reggiana Mike Piazza in vista del suo ritorno in città a fine anno. Il faccia a faccia servirà ad approfondire la trattativa per l’acquisizione degli impianti sportivi di via Agosti e via Mogadiscio e relativi fabbricati di pertinenza, tra cui la sede e Villa Granata. Ai primi di settembre il presidente granata, che è un cattolico praticante, aveva incontrato per la prima volta il vescovo insieme alla moglie Alicia Rickter: in quella occasione al religioso venne regalata una maglia granata. Nel prossimo incontro il dossier della trattativa sarà dunque portato avanti ai livelli più rappresentativi, anche perché tra domanda (3.300.000 euro) e offerta (1.850.000) c’è circa un milione e mezzo di euro e non deve essere facile smussare la differenza. Va ricordato che monsignor Camisasca è un noto appassionato di calcio, per anni è stato il cappellano del Milan di Silvio Berlusconi ai tempi d’oro in cui sulla panchina sedeva Arrigo Sacchi. A coordinare i tecnici impegnati nella progettazione del Campus e a seguire la futura realizzazione è stato delegato Maurizio Franzone. «Il progetto è veramente bello-confessa il direttore generale-però costa caro. Ci stiamo ancora lavorando per apportare ulteriori ritocchi migliorativi. Quando tutto sarà pronto lo presenteremo alla città». Perché ciò avvenga è necessario che almeno si formalizzi qualche intesa di massima. Anche Franzone è fiducioso sul filo diretto tra Mike Piazza e il Vescovo per incardinare la trattativa finale, indirizzando su possibili convergenze, poi saranno i consulenti delle parti a portare avanti i dettagli. Intanto la Reggiana ha nel cassetto un contratto d’affitto della durata di dodici anni che non prevede oneri mensili da pagare, ma un impegno a investire nel periodo un controvalore di 500.000 euro. In questi giorni sta rinnovando il suo contratto d’affitto anche il comitato provinciale del Csi, a cui sono destinati, sempre in via Agosti, l’immobile della sede attuale, il teatro Regio e i due campi attigui di calcio. Vale lo stesso criterio, dodici anni di durata a canone zero, con in cambio migliorie per una cifra già ipotizzata. Si sta limando su piccoli particolari e sulla configurazione di alcune particelle di mappali. La Curia poi passerà a trattare la pratica degli immobili in cui svolge l’attività da decenni la bocciofila e il circolo che ha come presidente storico Antonio Frignani. Qui, stando ad alcune indiscrezioni, la patata è bollente, prevedibilmente si assisterà a un braccio di ferro.
Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Siamo già alla vigilia di Reggiana-Fano, ottava di campionato di Lega Pro, che prenderà il via domani alle 20.30 al Città del Tricolore dove i granata cercheranno di rifarsi dopo il doppio 0-0 delle ultime due gare. E’ molto probabile che mister Leonardi Colucci si presenti all’appuntamento coi pesaresi facendo nuovamente un piccolo turnover per dare un po’ di respiro a chi gioca da sempre. In quest’ottica è possibile l’esordio dal primo minuto di giocatori come Trevisan e Lafuente mentre la squalifica di Maltese a centrocampo apre il ballottaggio tra Calvano ed Angiulli per chi affiancherà Bovo e Sbaffo. Anche Nolè potrebbe beneficiare di un turno di riposo se le condizioni di Manconi, ieri uscito durante la partitella per un problema al ginocchio, non dovessero essere gravi dal momento che anche Falcone era fermo a causa di un fastidio ad un adduttore. Il trainer avrà a disposizione il recuperato Bonetto per la mediana mentre davanti Marchi e Cesarini continuano a lavorare a parte.
Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Essendo un ex allenatore della Pro Patria l’anno scorso Giovanni Cusatis, il tecnico del Fano che domani affronterà la Reggiana, era venuto in via Agosti a salutare i tanti amici provenienti da Busto. Per lui collaborazioni con Chievo, Watford, Catania, Carpi ed ora ha deciso di tornare a dirigere dalla panchina, optando per quella marchigiana. «Proprio così – conferma mister Cusatis – quando ho ricevuto la chiamata del Fano ne ho parlato con mr. Sannino (i due hanno spesso lavorato insieme in panchina, ndc) che stava per iniziare l’avventura a Salerno perché avevo voglia di ricominciare da primo allenatore. Avevo altre proposte ma questa mi ha convinto pur sapendo che non sarà una passeggiata». Stagione ’08-’09, era vice allenatore di Attilio Lombardo: vide i primi calci del figlio Mattia, ora alla Reggiana? «Intanto ci tengo a sottolineare il bellissimo rapporto che mi lega alla famiglia Lombardo. Mattia ricordo di averlo visto in passato un paio di volte con la maglia della Sampdoria». Granata e Fano hanno però obiettivi diversi. «La Reggiana ha elementi importanti per la categoria in tutti i reparti e lotterà per vincere il campionato mentre noi sappiamo che dovremo faticare contro tutte». I granata vengono da molte gare ravvicinate. «Hanno 25-26 giocatori titolari perciò troveranno risorse fresche per affrontarci, piuttosto mi aspetto una squadra indiavolata per non aver vinto col Santarcangelo e con una gran voglia di riscatto, reazione che spero abbiano anche i miei visto lo 0-0 immeritato di sabato con la Maceratese, non concretizzando 4-5 palle gol». Tenterà di imbrigliarla per farle perdere certezze? «Nell’arco di una gara ci saranno momenti dove si attacca e altri dove ci si difende, l’approcceremo come le altre». Qual è la forza del Fano? «Dovrà essere il gruppo perché siamo una squadra ripescata che è stata allestita in pochi giorni e tenendo sempre in considerazione il budget». Quale sarà la chiave della partita? «Se manca Marchi c’è Guidone, manca Cesarini c’è Nolè, c’è Manconi, ci sono giocatori come Sbaffo e Spanò spesso in panchina. Sarà una partita difficile per noi». Girone impegnativo? «Per tutte, perché ci sono almeno nove squadre attrezzate per vincerlo, a maggior ragione per noi perché le più piccole conoscono bene la categoria». Quando si capiranno i veri valori? «Tra 3-4 mesi. Nell’economia di un campionato squadre come Reggiana, Parma, Venezia, Padova o Feralpisalò il colpo lo trovano sempre. Per completezza d’organico la Reggiana mi sembra leggermente più forte di tutte, anche se dovrà sudare fino in fondo».
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Almeno 130 supporter domani sera (si giocherà alle 20.30) seguiranno i ramarri al Mercante di Bassano del Grappa, tra pullman organizzati e mezzi privati. La prevendita è ancora in corso, fino al pomeriggio, al Bar Libertà di viale Libertà 67 a Pordenone e nel Caffè Nogaredo di via Sclavons 194 a Cordenons. Terminerà oggi alle 19. I residenti in Friuli Venezia Giulia potranno acquistare i biglietti soltanto se in possesso della Tessera del tifoso, mentre la Virtus Bassano aderisce al programma «Invita due amici allo stadio». I prezzi: tribuna ospiti (coperta) 12 euro; autorità 55, tribuna centrale 18 (under 4), numerata 12 (ridotto 10, under 2), scoperta 12 (under 1). Le riduzioni valgono per donne, over 65 e ragazzi dai 20 ai 25 anni. I ridotti per under sono dedicati ai ragazzi dai 6 ai 20, quelli giovani a chi ha fino a 25 anni. Ingresso gratuito per gli under 6. I ticket si possono acquistare anche online (prezzo intero più diritti di prevendita), previa registrazione sul sito, da http://www.ticketland1000.com, stampandoli a casa.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Il presidente vede la Virtus favorita per la promozione in B? Sarà per noi un ulteriore stimolo per fare bene anche al Mercante». Bruno Tedino accetta la sfida lanciata da Mauro Lovisa e domani sera andrà a Bassano insieme ai suoi ragazzi con la voglia e il proposito di prolungare il momento magico. VIRTÙ DELLA VIRTUS – «Il nostro presidente – continua Tedino – se ne intende. La Virtus è un’ottima squadra. Da quattro anni staziona nell’alta classifica. Ha un ottimo tecnico come Luca D’Angelo, che sa mettere bene in campo i suoi uomini, tutta gente di grande qualità, e una costruzione di gioco che parte da dietro. Sarà – prevede e promette – una bellissima partita». I MAGNIFICI 7 – Nessuno vorrebbe mancare la sfida del Grappa. In particolare i 7 ex giallorossi che ora vestono neroverde. L’impressione però è che dall’inizio giocheranno solo in 5, gli stessi (Stefani, Semenzato, Ingegneri, Misuraca e Berrettoni) che hanno cominciato la gara con il Venezia. «Capisco che per alcuni dei miei questa sia una sfida tutta particolare, ma – vuole ricordare Tedino – veniamo da un’ottima prova con il Venezia e cambiare diventa difficile». Cattaneo e Pietribiasi dovrebbero quindi restare inizialmente in panca. Sempre che il mister non faccia pretattica. MENTALITÀ – «Indipendentemente dagli uomini che cominceranno o scenderanno in campo – riprende il tecnico-manager -, sarà importante conservare la mentalità che ha regalato a noi stessi e a tutto il popolo neroverde questa meravigliosa settimana da capolista. Siamo veramente orgogliosi di ciò che siamo riusciti a fare sabato scorso. Al Mercante dovremo fornire un’altra prova di grande intelligenza». Ci si chiede se, da capolista con 2 punti di vantaggio sull’immediata inseguitrice (Venezia), cambierà l’atteggiamento del Pordenone. In altre parole: Tedino comincerà a valutare l’opportunità di fare una partita più attendista? «Io conosco – si sottovaluta Bruno – un solo modo di far calcio ed è un modo propositivo. Inoltre sono convinto che, più che dalle situazioni che maturano durante le partite, le nostre attuali fortune dipendano dal lavoro settimanale e dallo spirito di sacrificio dei ragazzi durante gli allenamenti. Sotto questo aspetto – conclude – vado a Bassano con fiducia, perché è stata un’altra grande settimana di lavoro». Sino a ieri era indisponibile solo Buratto, infortunatosi con il Venezia. Dovrebbe quindi partire dall’inizio Suciu. Intanto l’ex Ramadani ha firmato per la Maceratese.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) E’ stato lui l’anno scorso a segnare il gol in seguito al quale il Pordenone uscì sconfitto dal Mercante. «Stavolta invece spero proprio di regalare una gioia alla mia squadra». Parola di Gianvito Misuraca, fresco ex del Bassano e centrocampista dalla scorsa estate dei “ramarri”, ancora alla ricerca del primo centro con la sua nuova formazione. Il suo obiettivo è più che chiaro a poche ore dalla sfida, che per lui e i suoi compagni equivale all’ultima curva di un mese nel quale ci sono stati i match con Venezia e Parma. «Sarà una partita molto difficile – attacca la mezzala classe ’90 –: il Bassano è un collettivo forte, che da anni gioca per le prime posizioni in Lega Pro. Mi piacerebbe segnare, perché in questo avvio mi è mancato solamente il gol. E sarebbe bello se potesse regalare i tre punti a me e ai miei compagni». Esulterebbe, in caso di rete, Misuraca, «se non altro per rispetto nei confronti della mia squadra», ma soprattutto sarebbe felice se il Pordenone rimanesse ancora in vetta alla classifica. «Noi siamo lassù e vogliamo rimanerci il più possibile – continua il centrocampista palermitano –: adesso dobbiamo sfruttare il momento, la convinzione che ci ha regalato la vittoria col Venezia. A mio parere questo gruppo aveva bisogno di un successo con un’altra grande per credere ulteriormente in se stesso: adesso possiamo soltanto continuare sfruttando la scia di quei tre punti». Per Misuraca la ricetta per vincere a Bassano è la solita del Pordenone. «Dobbiamo fare la partita – spiega –. Non sempre ci riesce, ma è nel nostro Dna provare a farlo. Così possiamo toglierci un’altra soddisfazione». Da agosto in neroverde, dopo avere sfiorato la B con la Spal, Misuraca traccia un bilancio positivo dei suoi primi mesi in città. «Mi sto trovando bene – fa sapere –, il Pordenone è un club che ha tutto per fare un salto di qualità». Intanto la squadra ieri si è allenata a porte chiuse. Oggi rifinitura nuovamente lontana da sguardi indiscreti. Tedino ha tutti a disposizione eccetto Buratto, che ne avrà per 45 giorni. Probabile che si vada verso la conferma della squadra vista con il Venezia, magari con il 4-4-2 in fase difensiva. In chiusura una notizia di mercato. Alban Ramadani, centrocampista classe ’94, neroverde da gennaio a maggio di quest’anno, ha trovato sistemazione firmando con la Maceratese. Sarà legato ai marchigiani sino a fine stagione. Il centrocampista svizzero tornerà allo stadio Bottecchia da avversario, visto che i biancorossi sono nello stesso girone dei neroverdi: appuntamento domenica 12 febbraio.
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Bassano e Pordenone, il nuovo che avanza in Lega Pro. Seconda e terza nello scorso campionato, prima e quarta nell’attuale, le due squadre rappresentano il Triveneto che fa la voce grossa nella terza serie nazionale e si affronteranno domani sera al Mercante. In palio un primato da difendere con determinazione da una parte e la voglia di operare l’aggancio dall’altra. Senza dimenticare l’esercito di ex che animerà il sabato sera del Mercante: Stefani, Berrettoni, Cattaneo, Pietribiasi, Semenzato, Misuraca e Ingegneri. Quello ora più in difficoltà è Pietribiasi, un pupillo del presidente Stefano Rosso che sta trovando poco spazio a Pordenone: la convivenza con Rachid Arma è assai complicata, viste le caratteristiche molto simili dei due. Sinora Tedino ha sacrificato Pietribiasi ma quella di domani potrebbe essere la partita giusta per lasciare il segno.
Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Quindici anni di milizia virtussina, giovanili incluse, fanno di Nicola Bizzotto l’insindacabile simbolo del Bassano attuale.Capitano, ma in settimana con i tanti ex vi siete sentiti?Io ho cominciato a sentire Semenzato sabato sera. Ero in pullman di ritorno da Modena, lui in quel momento ha segnato il gol decisivo col Venezia e io mentre era ancora in campo gli ho lasciato un messaggio audio sul cellulare. Poi man mano che si avvicina la partita si diradano anche gli sms, normale sia così. Però col Condor Pietribiasi piuttosto che con Misuraca un saluto c’è stato.Le farà un certo effetto vedere tutti quegli amici dall’altra parte del campo…Indubbiamente. Tuttavia presumo che si tratti di un’emozione che durerà il tempo del passaggio nel tunnel verso il campo e l’ingresso sul rettangolo di gioco. Partite del genere non necessitano di stimoli ulteriori…Esatto. In caso di successo, oltre a gasare l’ambiente consolideremmo la nostra posizione nell’alta classifica e potrebbe essere la premessa per cercare un mini filotto di risultati che poi è quello che ti cambia graduatoria e prospettive.Il punto di Modena?Lo ritengo assolutamente un buon punto che può diventare preziosissimo se irrobustito da una vittoria magari già domani sera in quello che anche se non è un derby strettamente geografico lo diventa per i tanti ex in pista. Diciamo un derby nel derby.Altre squadre nei vari campionati sono davanti con un calcio fatto di difesa e ripartenze. A voi non pesa cercare la manovra a tutti i costi?Dallo scorso anno già con Sottili abbiamo intrapreso un cammino scandito dalla ricerca del gioco e dall’azione impostata sin dalla retrovia. Concetti che con D’Angelo abbiamo ulteriormente ampliato. Credo che la strada sia quella giusta. Anzi, vedo diverse analogie con lo scorso torneo, ovvero tutti nel mucchio sino a Natale e nessuno che scappa via. Poi teniamo conto che questo è un gruppo rinnovato e abbisogna di tempi fisiologici per stabilizzarsi. In tanti se lo dimenticano.Occorre maggiore incisività…Intanto ci stiamo registrando dietro: da due partite non si becca gol ed è basilare. Poi, è vero, c’è da finalizzare di più davanti ma ci arriveremo. E ora sotto col Pordenone, in città si respira l’atmosfera dell’evento speciale. Noi ci siamo.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia in debito con i tifosi, Inzaghi chiede di saldare i conti battendo la Sambenedettese. Un altro big match attende gli arancioneroverdi domani al Penzo (ore 16.30) con il team marchigiano, terzo a -1 dal Venezia e a -3 dalla vetta del Pordenone. Da parte sua Pippo Inzaghi ha ampiamente digerito lo 0-1 sul campo della neo capolista friulana, e oltre a predicare equilibrio («Perché passare dall’euforia alla depressione? Le nostre prestazioni sono sempre state buone, io sono sereno e penso si sia parlato un po’ troppo di un ko che può anche essere salutare») tende la mano agli appassionati. «La nostra prima sconfitta ci è dispiaciuta soprattutto per i nostri tifosi, che proprio da Pordenone hanno ricominciato a seguirci in trasferta, con grandissimo entusiasmo tant’è che al Bottecchia si sentivano solo loro. Va da sè che vogliamo riscattarci subito nel nostro stadio per continuare a lottare per restare in alto». Oggi al Taliercio verso le ore 18, al termine della seduta di rifinitura, la squadra consegnerà simbolicamente agli ultras lo striscione «VeneziaMestre 1987» acquistato con una colletta cui hanno contribuito gli stessi giocatori. Un gesto di ringraziamento da parte della squadra verso i tifosi che hanno deciso di accantonare la lotta alla Supporter Card, tesserandosi pur di tornare a seguire Domizzi (domani assente per noie muscolari) e compagni anche lontano dal Penzo. «Non mi stupisce una Sambenedettese attaccata a noi pur con una gara da recuperare. Sappiamo che in casa nostra l’atteggiamento degli avversari sarà innanzitutto molto accorto, noi ci siamo preparati nei dettagli e saremo pronti a fronteggiarli sul piano della corsa e della sostanza». Tutti aspettano i gol di Geijo, Ferrari e in generale delle punte, tra le quali si rivede Fabiano dopo un mese. «Agli attaccanti non posso rimproverare nulla, si sacrificano molto e sono dei grandissimi giocatori. Fabiano si è allenato al cento per cento con il gruppo e mi ha piacevolmente colpito vederlo così pimpante. Comunque abbiamo sempre creato tanto, ma dobbiamo fare ancora di più e migliorare tutti la finalizzazione».
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Due giornate a guardare i compagni dalla tribuna e a scalpitare. Per Agostino Garofalo e Dario Baldanzeddu è arrivato il momento di riprendersi la maglia. Domani i due terzini torneranno titolari nella sfida del Penzo contro la Sambenedettese (ore 16,30). «Stare fuori per due giornate non è mai bello. Sono carico, non vedo l’ora di tornare in campo. Ma è tutta la squadra che non vede l’ora di giocare», conferma Garofalo. Gli arancioneroverdi vogliono riprendere il discorso interrotto dopo il ko di Pordenone, archiviandolo come un incidente di percorso. «Non fa mai piacere perdere, anche se la prestazione della squadra è stata positiva. Ora dobbiamo dimostrare di aver superato questa sconfitta. Faremo la nostra partita all’attacco, vogliamo portare a casa i tre punti e rilanciarci nella corsa per il primo posto. Abbiamo due partite casalinghe da sfruttare», aggiunge il terzino sinistro pensando al doppio appuntamento con Samb e Teramo nell’arco dei prossimi otto giorni. Il rientro dei due difensori è molto importante, così come il recupero di Fabiano che domani sarà tra i convocati e potrebbe partire dalla panchina, per poi subentrare a partita in corso. Mancherà invece capitan Domizzi, alle prese con un guaio muscolare. «L’assenza di Domizzi si farà certamente sentire — sottolinea Garofalo — perché lui è un leader e un punto di riferimento per la squadra. Sa comandare alla perfezione la linea di difesa, sa guidare l’azione. Ci mancherà senz’altro, ma abbiamo una rosa ampia con importanti sostituti. Chi scenderà in campo al suo posto farà sicuramente bene». Per sostituire Domizzi al centro della difesa, accanto a Modolo, sono in ballottaggio Cernuto e Malomo, con quest’ultimo leggermente favorito nella scelta. L’avversaria di domani è a un solo punto di distanza dal Venezia. «La Samb sta facendo molto bene e non mi sorprende. E’ una squadra che, come molte in Lega Pro, si difende bene, sa essere compatta e colpire in contropiede. Sa cogliere l’occasione e fare male. Noi – chiude Garofalo – dovremo essere bravi negli appoggi per impedire le ripartenze».
Ore 16.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia mette nel mirino la Sambenedettese e stavolta non sarà una amichevole come quella di fine luglio, chiusa in parità (0-0) a Cascia. Tre punti per riprendere il volo, dopo lo stop di Pordenone, contro una squadra potenzialmente capolista (i marchigiani devono recuperare il match casalingo con il Padova), che in trasferta ha vinto tre gare su tre e che una settimana fa ha fatto tremare anche il Parma. «Prima o poi si fermerà anche la Samb» avverte l’allenatore Inzaghi nell’incontro del giovedì con la stampa «noi siamo pronti per sbarrarle la strada e riprendere la corsa. Non potevamo pensare di vincere tutte le partite. Sarei preoccupato se a Pordenone non ci fosse stata una prestazione positiva. Mi sembra che al di fuori si passi con facilità dall’eccessivo entusiasmo alla facile depressione». Inzaghi recupera in difesa gli esterni difensivi Baldanzeddu e Garofalo, che hanno scontato le rispettive squalifiche, ma perde Domizzi. «Maurizio è un giocatore di carisma e di esperienza, ma ho pronti Malomo o Cernuto, due garanzie». In attacco, il tecnico potrà contare nuovamente su Gianni Fabiano, assente dalla trasferta di Mantova. «Dopo un mese di lontananza, mi ha sorpreso per la determinazione, la voglia. Non pensavo di ritrovarlo così pimpante dopo 30 giorni. Non può essere al 100%, per cui inizialmente andrà in panchina, ma sarà un’arma in più su cui contare nel corso del match. La Sambendettese? Squadra tosta, compatta, abile nelle ripartenze, non sarà una partita semplice, ma il Venezia ha le qualità per scardinare la difesa marchigiana». Il Venezia migliorare nella fase offensiva. «Io sono contento dei miei attaccanti» osserva Inzaghi, «se il Venezia ha preso pochissimi gol, il merito è anche del gran lavoro che fanno le punte. I gol arriveranno, sono sicuro, viste le occasioni create in ogni partita». Inzaghi dovrebbe riproporre il 4-4-2 delle ultime partite, magari con il ritorno di Ferrari al fianco di Gejio. Nella Sambenedettese, neopromossa come il Venezia, i candidati per sostituire gli squalificati Radi in difesa e Lulli a centrocampo sono Ferrario e Damonte, arrivato l’ultimo giorno di mercato dalla Pistoiese, o Candellori. Striscione. Oggi pomeriggio, alla fine dell’allenamento, una rappresentanza di VeneziaMestre 1987 incontrerà i giocatori del Venezia per ricevere il nuovo striscione, che comparirà domani allo stadio Penzo, al quale hanno contribuito alle spese anche Soligo e compagni. Servizi. Il Venezia in occasione della partita di domani ha predisposto un mezzo per i tifosi, in partenza da San Giuliano alle ore 15.15 (costo del biglietto andata e ritorno 3 euro), con ritorno da Sant’Elena alle 18.25.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tre giorni di allenamenti non possono aver cambiato il volto di una squadra in chiara difficoltà, ma di sicuro il lavoro impostato da Pierpaolo Bisoli è molto differente da quello di Franco Lerda. Se sarà migliorativo lo diranno i risultati del campo, ma al centro tecnico di Isola Vicentina l’intensità e la velocità che chiede il nuovo allenatore ai suoi giocatori è l’aspetto nuovo che si nota. La costante invece è purtroppo l’indisponibilità di giocatori importanti come Rizzo in mediana, Giacomelli in attacco e Zaccardo e D’Elia in difesa. E proprio l’assenza del terzino sinistro biancorosso è la nota più negativa della giornata di ieri, dopo che D’Elia aveva lavorato con i compagni martedì e mercoledì mattina per poi non partecipare all’allenamento pomeridiano di ieri. Da via Schio non sono arrivate notizie circa la condizione del difensore biancorosso, ma pare scontato che la sua assenza dal campo ieri porti ad una indisponibilità nel match di domenica che si disputerà al Menti contro il Cesena. Proprio il ruolo di terzino sinistro sta facendo un po’ preoccupare Bisoli che ha provato diverse soluzioni che, in apparenza, non lo hanno convinto molto. Pucino dovrebbe giocare nel suo ruolo naturale di terzino destro, Esposito, centrale di ruolo, è parso a disagio spostato a sinistra, tanto che la maglia da titolare potrebbero contendersela Bianchi, che nel ruolo ha già giocato con discreti risultati, e Zivkov che finora non si è mai visto in campo a causa del lungo infortunio muscolare che l’ha bloccato fin dal ritiro. Contro il Cesena mancherà anche Raicevic, convocato dalla Nazionale del Montenegro, ma nel reparto offensivo Bisoli ha possibilità di scelta a cui si potrebbe aggiungere anche Vita, che impegnato da seconda punta ha fatto vedere buone cose. Non ci sarà nemmeno Giacomelli e questa non è una sorpresa, ma la condizione fisica dell’esterno offensivo pescarese sta migliorando giorno dopo giorno tanto che proprio lo stesso Giacomelli al termine della seduta si è lasciato sfuggire che «tra quindici giorni contro il Frosinone dovrei essere a disposizione dell’allenatore». Anche ieri Bisoli ha lavorato impostando la squadra con il 4-4-2 con il centrocampo a rombo con Bellomo vertice basso davanti alla difesa e Galano in posizione più avanzata. Nel reparto offensivo il giocatore che sembra avere le maggiori chance di giocare dal primo minuto è Fabinho, con Di Piazza, Cernigoi e, un po’ a sorpresa, Vita che si contendono l’altra maglia.
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) I terzini titolari sono fuori uso, occorre trovare alternative. Purtroppo anche D’Elia, nonostante i segnali incoraggianti di inizio settimana, non riuscirà a recuperare per essere a disposizione contro il Cesena. Ieri pomeriggio, mentre il resto del gruppo si allenava in campo (corse ed esercizi a parte per Giacomelli, Rizzo e Zaccardo), il mancino campano si è limitato alle terapie e alla palestra: Bisoli quindi non potrà contare né su di lui, né su Zaccardo per il suo debutto ufficiale sulla panchina biancorossa. Per sostituirli ieri il nuovo tecnico del Vicenza ha alternato Pucino e Bianchi a destra, mentre a sinistra le ipotesi sono l’allargamento di Esposito o l’esordio di Zivkov. Sono questi probabilmente i dubbi maggiori che Bisoli proverà a risolvere nell’allenamento di oggi pomeriggio e nella rifinitura di domani: anche quest’ultimo test dovrebbe tenersi al Morosini a porte aperte. 4-3-1-2 CONFERMATO. Anche ieri, intanto, il Vicenza ha provato il modulo 4-3-1-2, con il centrocampo a rombo: Galano ne sarà il vertice avanzato, in posizione di trequartista, mentre sul vertice basso come regista davanti alla difesa restano in lizza Bellomo e Urso. Signori e Siega sembrano ormai individuati come mezzali, rispettivamente sul centrosinistra e sul centrodestra. In difesa, detto dei dubbi sui terzini, la coppia centrale sarà composta da Adejo ed Esposito. TOCCA A FABINHO? Per quanto riguarda la coppia d’attacco, con Raicevic impegnato in Nazionale, salgono le quotazioni di Fabinho: per far coppia con il brasiliano, che domenica potrebbe dunque debuttare da titolare, si contendono il posto Di Piazza e Vita, ieri particolarmente ispirato in allenamento. Ma oltre agli uomini, conteranno molto testa e atteggiamento: anche ieri Bisoli ha insistito molto sulla rapidità d’esecuzione, sull’intensità nelle chiusure e sulla concretezza. «Siamo ultimi in classifica, evitiamo i colpi di tacco!», «Non attendiamo i palloni spalle alla porta nella nostra metà campo: abbiamo già preso 13 gol…». Oggi pomeriggio alle 15 nuovo appuntamento al Morosini.
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Verde, il colore della speranza. E la speranza per Cristian Galano, che nei giorni scorsi ha ricevuto il primo cartellino verde per il fair play nella storia del calcio italiano, è quella di poter centrare finalmente con i suoi compagni la prima vittoria stagionale al Menti, domenica alle 15 contro il Cesena. «Deve essere la partita della svolta, di un nuovo inizio per noi e per i nostri tifosi, che da troppo tempo devono masticare bocconi amari – dice il giocatore pugliese -. Adesso che è stato esonerato Lerda, pagando per tutti, non abbiamo più alibi. Certo Bisoli ci potrà dare utilissime indicazioni, ha già iniziato a farlo, ma in campo ci andiamo noi, siamo noi giocatori a doverci scrollare di dosso la negatività che ci stiamo portando dietro dall’inizio di questo campionato».Per lei è la seconda stagione al Vicenza, ed è il secondo esonero dell’allenatore. Ha riscontrato delle analogie?Purtroppo nel calcio va così, quando le cose cominciano a non girare per il verso giusto a rimetterci è quasi sempre l’allenatore. Con Marino avevamo iniziato molto bene, poi ad un certo punto è come se ci fossimo appiattiti, smarriti. Lerda è stato bravissimo a riaccenderci, facendoci vivere un finale di stagione incredibile, eppure con lo stesso tecnico quest’anno non siamo riusciti ad ingranare. Personalmente mi spiace moltissimo, anche a livello umano, perché a Lerda devo tanto, con lui di fatto sono rinato.Qualcuno ha ipotizzato che lo spogliatoio non fosse più compatto nel seguire il tecnico piemontese.Queste voci non hanno alcun fondamento. Ogni giocatore tenta sempre di dare il massimo: essere contro l’allenatore significherebbe essere contro se stessi, non avrebbe senso. Purtroppo però non sempre l’impegno si traduce in un gioco efficace e in risultati apprezzabili.La stessa risposta vale anche per le critiche personali, per chi la accusa di essere un po’ spento, poco determinato?So che da me ci si aspetta molto, e questo mi lusinga. Però è inevitabile che, quando non riesco a fare la differenza, anche le critiche possono essere più pesanti. Purtroppo mi rendo conto che in questo avvio di stagione raramente la squadra è riuscita ad essere propositiva ed efficace in avanti, e io per primo, quindi, ho reso al di sotto delle attese, ma l’impegno, quello non è mai mancato.Tra tante critiche, un sorriso è arrivato con il cartellino verde per avere “rinunciato” a un calcio d’angolo contro l’Entella.Mi fa piacere, ma non ritengo di aver fatto nulla di straordinario. Per me è stato un gesto istintivo, normale: la correttezza, l’umiltà e l’onestà vengono prima di tutto, in campo e fuori. Ogni cosa positiva va guadagnata per i propri meriti, non per errori altrui.Adesso, però, da lei si attendono soprattutto i gol che aiutino il Vicenza a risollevarsi in classifica.Lo so, non vedo l’ora di sbloccarmi, assieme ai miei compagni. Secondo me solo se troviamo compattezza a livello di gruppo, se ci aiutiamo in ogni momento l’uno con l’altro, possiamo uscirne presto, essere lì in fondo comincia a bruciare parecchio. I tanti gol presi ci hanno un po’ demoralizzati, ma adesso questa delusione deve diventare voglia di riscatto. E come sempre una vittoria sarebbe la migliore medicina: di colpo il morale tornerebbe alto, quindi dobbiamo sfruttare questa partita in casa con il Cesena, una squadra che punta ai playoff ma in questo avvio ha trovato qualche difficoltà imprevista.Le prime indicazioni di Bisoli?Ci ha spronati a credere nelle nostre potenzialità, a rialzare la testa, e poi ha impostato il modulo con il rombo a centrocampo in cui io posso fare il trequartista o una delle due punte: tutte posizioni in cui credo di potermi esprimere bene per le mie caratteristiche.Cosa si sente di dire ai tifosi che saranno al Menti domenica?Li invito a sostenerci prima e durante la partita, come hanno sempre fatto, perché abbiamo bisogno del loro supporto ora più che mai. I fischi, se li meriteremo, spero arrivino solo alla fine, ma non ci voglio neanche pensare: daremo il massimo per poter finalmente festeggiare insieme quella vittoria che loro meritano più di tutti.
Ore 14.30 – (Gazzettino) Serata in salsa brasiliana per il Cittadella. Mercoledì sera Lucas Chiaretti ha organizzato un ritrovo particolare per la squadra, che si è data appuntamento al Tombolato per una cena in stile brasiliano, con il “churrasco” piatto principale (è una grigliata mista di vari tipi di carne, tagliati a pezzettoni o lasciati interi, marinati e poi cotti). «È il secondo anno che ripropongo il menu – racconta Chiaretti -. Piace a tutti, dai compagni di squadra al direttore, sino all’intero staff tecnico».
Anche questo fa gruppo: «È principalmente questo lo scopo del ritrovo, perché non c’era una ricorrenza particolare da festeggiare. Anche l’anno scorso abbiamo organizzato la serata a inizio ottobre, una cosa diversa dal solito. Siamo un gruppo unito, in campo e fuori, come testimoniano queste belle iniziative». Non solo carne, il menu era davvero completo: «I miei amici che gestiscono un ristorante a tema a Padova, il “Bom Boi”, ci hanno fornito riso, fagioli, e la “picanha”, un taglio di carne tipica della cucina sudamericana, molto tenera e saporita, che piace davvero a tutti. È uno degli ingredienti principali del churrasco. Ci siamo divertiti, e io personalmente mi sono sentito quasi a casa, in Brasile». Solitamente in queste occasioni, oltre a saldare i rapporti, ci si promette qualcosa… «No, non ci siamo dati alcun obiettivo. Abbiamo invece chiuso la serata con grandi e serrati duelli alla play station. Solo divertimento». Un piacevole diversivo in vista dell’importante appuntamento di domani sera: nell’anticipo del Tombolato arriverà il Frosinone… «Sarà una partita molto tosta, il Frosinone anche se non sta attraversando un grande momento resta una squadra forte, è una retrocessa dalla serie A. Vorrà riscattarsi di fronte alla capolista, ma noi ci stiamo preparando bene: faremo la nostra gara, cercando di imporre il gioco. La vivremo così, senza paura».
Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Io do un paio di giocatori a te e tu ne dai 26 a me. Funzionassero sul serio così le trattative di mercato, il giochino si potrebbe fare barattando Dionisi e Bardi del Frosinone con l’intera rosa del Cittadella, comprendendo nel conto pure i ragazzi promossi in prima squadra dal settore giovanile. E il bello è che, in aggiunta, la società granata dovrebbe aggiungere una valigetta piena di quattrini per pareggiare il conto. In fondo, il bello del calcio è anche questo: gli “schei” non fanno la classifica. Aiutano, certo. Ma poi serve altro. La sfida di domani sera alle 20.30, al Tombolato, permetterà di vedere all’opera i due giocatori più cari dell’intera Serie B, appunto i già citati Federico Dionisi – 29enne punta centrale, autore di 9 reti nello scorso campionato di Serie A con i ciociari, e già a segno tre volte in questo – e il 24enne Francesco Bardi, già portiere dell’Under 21 azzurra, transitato come Enrico Alfonso dalle giovanili dell’Inter, e per qualche mese anche alla guardia dei pali dell’Espanyol, nella Liga spagnola, prima di rientrare nel Belpaese. A portarseli a casa entrambi si spenderebbero 7 milioni di euro, 3,50 per ognuno dei due. Ecco: l’intera rosa granata, valutata ad inizio stagione, ne vale 6,23. Per dire: Bardi costa quasi 9 volte i 400 mila euro che occorrerebbe spendere per il para-rigori Alfonso. Dionisi sette volte la cifra che servirebbe sborsare per Litteri, ovvero 500 mila euro. Tutto il Frosinone verrebbe via a 21,05 milioni, terza rosa più preziosa della serie cadetta dietro al Carpi e al Verona, con il Citta capolista, come noto, in fondo in fondo a chiudere la classifica. Contro la cabala. Per fortuna, in campo non scende il conto in banca. Certo è che nemmeno i precedenti sono beneauguranti. Perché, se è vero che il risultato che ricorre più spesso tra le due squadre è l’1-1, con cui si sono conclusi gli ultimi 4 confronti diretti (Scaglia e Bizzotto i marcatori nella stagione 2014/15), è altrettanto assodato che il Citta non ha mai superato i ciociari, né al Tombolato né al Matusa, ottenendo la miseria di 3 pareggi e 5 sconfitte in 8 gare. Che sia finalmente giunta la volta buona? Lora in dubbio. Filippo Lora continua ad allenarsi a parte. Il centrocampista, che accusa una lombalgia, ieri ha svolto assieme ai compagni soltanto una parte della seduta, mentre alla mattina ha continuato a sottoporsi a terapie al centro Fisio&Sport di Cittadella. Oggi dovrebbe rientrare in gruppo a tutti gli effetti per l’allenamento della vigilia, in programma alle 15 – preceduto dalla conferenza-stampa del tecnico Venturato – ma resta in forse per domani sera. Nelle file ospiti sono indisponibili Kragl e Brighenti, mentre è dato per molto probabile il rientro di capitan Frara in regìa, con Soddimo ad accomodarsi in panca. Nel tridente offensivo sono confermati Paganini e Dionisi ai lati di Ciofani. Occhio a La Penna. A dirigere la sfida è stato designato il signor Federico La Penna di Roma. Non proprio esaltanti i precedenti del fischietto capitolino con il Cittadella, che l’ha avuto come arbitro in 11 occasioni, con un bilancio di 1 solo successo, 3 pareggi (fra cui il 2-2 di Lanciano del febbraio 2015, ultimo match granata da lui diretto) e 7 sconfitte.
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto) Da una settimana è fuori dall’Italia, per una trasferta di lavoro in Corea del Sud. Andrea Gabrielli, però, è in costante contatto con l’Italia e non ha mancato di cercare informazioni sul suo Cittadella. Sabato sera, quando era già in procinto di partire per l’Estremo Oriente, ha ricevuto la telefonata del direttore generale Stefano Marchetti. «Mi ha telefonato per dirmi che avevamo vinto anche a Trapani — racconta al telefono il presidente — e devo dire che è stato un piacere quando ho saputo del 2-0. Sono orgoglioso della reazione della squadra dopo la sconfitta con il Brescia, ma conosco il valore del gruppo e di tutto lo staff di Venturato, ho tanta fiducia in loro». E così Gabrielli ha trascorso l’intera settimana lontano dall’Italia, in attesa di rientrare a Cittadella nella tarda serata di domenica. «E’ stato bello vivere ancora una volta una settimana da primi in classifica — ammette — è una sensazione inebriante e sono sicuro che i ragazzi faranno di tutto per mantenerla anche contro il Frosinone. Io rientrerò dopo la partita, mi auguro di scendere dall’aereo, accendere il telefono e ricevere la notizia che abbiamo vinto. Sarebbe fantastico, continuiamo a coltivare il nostro sogno con tutta la voglia di rimanere in alto che ci scorre nelle vene». La linea telefonica cade subito dopo, il Cittadella invece è vivo e vegeto. E domani sera al Tombolato vuole acuire la crisi del Frosinone. Non ci sarà Lora, alle prese con la lombalgia e out anche Caccin e Fasolo. Rispetto alla formazione di Trapani cambierà poco. I ballottaggi a centrocampo, dove Valzania e Schenetti si giocheranno una maglia, e in attacco con Strizzolo che se la gioca con Arrighini.
Ore 13.20 – (Il Centro) Quella di domani è una gara speciale per il bomber Marco Sansovini, che ritrova da avversari Francesco “Ciccio” Dettori e Luis Alfageme, ex compagni di squadra del “Sindaco” ai tempi del Pescara. Sansovini e Alfageme, tra l’altro, hanno condiviso anche la prima parte della stagione 2009-2010, con la maglia del Grosseto (in serie B). Sul fronte formazione del Teramo da opporre domani al Padova, il tecnico Federico Nofri non si sbottona. L’ex allenatore della Viterbese, come di consueto, preferisce non dare anticipazioni sullo schieramento titolare per tenere sulla corda tutti i giocatori. Certa, comunque, l’assenza del trequartista Carraro, che non ha ancora del tutto smaltito i problemi muscolari. Nella seduta di ieri della squadra si è allenato a parte, a scopo precauzionale, il brasiliano Jefferson. Il difensore Luca Orlando, dopo aver superato gli acciacchi d’inizio stagione, è invece rientrato in gruppo da qualche giorno. Nel Padova sono out la mezzala De Risio, il difensore Monteleone e l’attaccante Neto Pereira. Il club di via Oberdan, intanto, ha reso noto che l’estrazione della lotteria “Biancorossi in festa”, promossa dall’Asd Biancorossi Teramo 1913, è stata rinviata dal 20 ottobre al 16 dicembre, per motivi organizzativi. I biglietti della lotteria (al costo di 2,50 euro) restano comunque ancora in vendita nella sede sociale del club e in quattro location cittadine.
Ore 13.00 – (Il Centro) È la vigilia della partita contro il Padova, in casa Teramo. Il match del Bonolis, in programma domani alle 18,30, è il test più impegnativo da quando il tecnico Federico Nofri siede sulla panchina biancorossa. La difficoltà dell’incontro è certificata dal blasone dell’avversario (il Padova ha 16 campionati di serie A e 37 di serie B alle spalle) e da una squadra che ha tra le sue fila giocatori dal passato importante, come gli ex pescaresi Dettori e Alfageme, l’ex livornese Emerson, l’ex ascolano Altinier e il figlio d’arte Matteo Mandorlini. Il Teramo, dunque, è chiamato a una prova maiuscola per dare seguito al momento positivo (5 punti nelle 3 gare della gestione Nofri) e provare lo scatto verso le zone medio-alte della classifica. Il capitano Ivan Speranza, classe 1985, carica il gruppo mantenendo, come di consueto, i piedi ben piantati a terra: «Ogni turno è importante. La classifica è corta e dobbiamo cercare di vincere contro il Padova, sfruttando il vantaggio di giocare in casa. Partite facili, comunque, non ce ne sono. Dobbiamo ragionare come se fossimo gli ultimi della classe e andare in campo sempre come se affrontassimo tutte finali di Champions League. Se pensiamo ad altro, secondo me, facciamo male. Prima usciamo dalle zone basse della classifica, in questo momento, e meglio è. Questo ci permetterebbe di giocare mentalmente più liberi e tranquilli». Il pensiero del 31enne difensore biancorosso va alle vittorie sfumate contro Santarcangelo e Sudtirol, nelle ultime due trasferte: «Quei pareggi ci lasciano ancora l’amaro in bocca, è inutile negarlo. Forse ci manca un po’ l’istinto del killer. Potevamo essere più cinici sotto porta ed è questo un aspetto da migliorare assolutamente. Se avessimo vinto a Bolzano saremmo stati meglio a livello di classifica, in vista dei prossimi impegni che ci attendono». A proposito degli obiettivi stagionali del Teramo, Speranza sottolinea: «Vogliamo arrivare il più in alto possibile. Non dimentichiamo che da quest’anno anche il decimo posto permette di accedere ai play off. Ma è presto per fare qualsiasi discorso e per guardare troppo in là. Pertanto, pensiamo prima a toglierci dalle sabbie mobili della classifica e poi vedremo dove si potrà arrivare». La chiusura del capitano è sul tecnico Federico Nofri, che domani affronta la quarta partita sulla panchina del Teramo: «È un bravo allenatore ed è molto preparato. Ha tantissima voglia e ce la trasmette. Si vede che ha tanta fame e ambizioni personali. Ce lo dice sempre, tra l’altro, che non ha mai fatto questa categoria e che ci tiene a fare bene. Questo non significa che mister Zauli (esonerato a metà settembre, ndc) non ci avesse trasmesso voglia, ci tengo a precisarlo».
Ore 12.40 – Queste le dichiarazioni rilasciate da mister Oscar Brevi alla vigilia della sfida tra Teramo e Padova: “Abbiamo due impegni ravvicinati, e dobbiamo sfruttare l’opportunità per fare più punti possibili. Ci aspettiamo dei miglioramenti, anche perché abbiamo recuperato alcuni elementi. Filipe? Ha avuto questo infortunio particolare, chi ha preso il suo posto ha fatto bene ma con altre caratteristiche e quindi in fase di impostazione si è sentita la differenza. Lui dall’inizio? Dobbiamo valutare anche l’impegno ravvicinato perché ovviamente non può fare due partite di seguito, ma credo che lo schiererò dall’inizio e poi vedremo quanto reggerà e con che intensità perché è un punto di domanda per lui ma anche per noi. Sbraga torna titolare? Abbiamo una rosa ampia, possiamo permetterci determinate valutazioni. E poi abbiamo bisogno di tutti, ancor di più adesso! Novità sulle fasce? Abbiamo alternative importanti anche lì. Il Teramo? È in un buon momento ed è una squadra aggressiva con determinate caratteristiche. Servirà una gara attenta ma di coraggio, con una miglior circolazione della palla per sfruttare anche le caratteristiche di Alfageme. E dovremo adattarci al sintetico soprattutto con la testa più che a livello muscolare, quindi capendo subito che la palla circolerà più velocemente e rimbalzerà in maniera differente”.
Ore 12.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 12.00 – Qui Guizza: partitella e schemi in corso.
Ore 11.40 – Qui Guizza: assente De Risio, recuperato Mazzocco.
Ore 11.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 11.00 – Qui Guizza: lunga seduta video per i Biancoscudati.
Ore 10.40 – (Gazzettino) A Teramo ha giocato due volte nella passata stagione con Siena e Pisa. «Loro puntano molto sul fattore campo, dato che è un sintetico assolutamente non in condizioni ottimali e nel quale è anche pericoloso giocare essendo fine e duro. Dovremo adattarci presto perché loro saranno più pronti di noi, tenendo botta inizialmente per poi aggredirli e andare a fare gol. Senza dimenticare che il Teramo va a caccia di punti dato che anche per loro la classifica è un pò inaspettata avendo allestito una squadra per stare nelle prime posizioni. Due anni fa avrebbero vinto il campionato senza l’illecito sportivo, e hanno mantenuto buona parte di quella rosa aggiungendo elementi di qualità». È Sansovini il pericolo numero uno? «Lui è quello che ha segnato di più in carriera, ma c’è da prestare attenzione anche a Jefferson e a Croce».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Sul piano del gioco infatti i biancoscudati non hanno ancora trovato la chiave giusta per decollare. Da cosa dipende? «Non è per il fatto che ci chiamiamo Padova che si deve pensare di stravincere tutte le partite giocando bene. Il processo di crescita avviene gradualmente attraverso le prestazioni, le vittorie e limando di volta in volta gli errori. Anche perché siamo una squadra che è stata messa insieme quest’anno ed è impensabile un processo repentino. Se lo capiamo noi e l’ambiente che ci sta attorno, si riuscirà a creare quella compattezza che serve. In questo momento è fondamentale avere fiducia in noi stessi e che i tifosi capiscano che ci vuole tempo». Alle porte c’è la sfida con il Teramo, prima delle due trasferte ravvicinate dato che martedì è fissato il recupero della prima giornata con la Sambenedettese. «Affrontiamo due squadre fortissime, e dire che siano partite facili sarebbe da bugiardi. Il Teramo ha un attacco con nomi tra i più forti nella categoria, la Sambenedettese è in un ottimo momento di forma. Sono trasferte difficili che comporteranno un grande dispendio di energie fisiche e mentali, e servirà tutta la rosa per affrontarle al meglio considerato anche il successivo impegno con la Reggiana. Non dobbiamo pensare che sarà la settimana risolutiva, ma di sicuro dobbiamo affrontare questo trittico con massima concentrazione perché è importante fare punti».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Se il Padova non ha trovato ancora il passo giusto sul piano dei risultati come testimoniano i nove punti in classifica, c’è un dato nel quale eccelle. Ci riferiamo al numero dei gol subiti: cinque al pari del Modena, alle spalle solo di Reggiana (quattro) e Venezia (tre). Senza tralasciare che tre sono stati incassati in un colpo solo nella trasferta con il Fano, occasione nella quale tra l’altro Giacomo Bindi era stato costretto al forfait durante il riscaldamento pre gara. Il che significa che il portierone ex Pisa è quello finora meno battuto. «Fa senz’altro piacere, ma è ancora presto per andare a vedere queste cose. Di sicuro è solo un bene che la squadra sia sulla strada giusta per raggiungere una buona compattezza e che abbia preso pochi gol, anche se in questo momento il nostro obiettivo è essere più concreti e incisivi».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La speranza è che già domani, al “Bonolis” di Teramo, si registrino passi in avanti: il rientro in cabina di regia del brasiliano Filipe potrebbe dare maggiore “aria” alla manovra, e permettere a Mandorlini di agire in una posizione a lui più congeniale. Senza De Risio, ancora ai box con una caviglia malconcia, l’ex Pordenone sarà chiamato anche al pressing sul portatore avversario: il recupero della palla sulla trequarti, con la possibilità di una veloce ripartenza immediata, è mancato terribilmente dopo l’infortunio del mediano abruzzese, aggiungendosi al problema di una squadra che quasi mai è riuscita, nelle ultime gare, ad arrivare con il pallone sui piedi davanti al portiere avversario. Quanto alla spinta sulle fasce, la soluzione potrebbe essere l’inserimento di un giovane per dare più intraprendenza: Fantacci al posto di Madonna, oppure il pimpante Tentardini per un Favalli apparso sabato scorso lontano dai suoi standard migliori dopo il rientro dall’infortunio muscolare.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il precedente periodo di “buio” risaliva infatti ai 350’ di astinenza tra la diciassettesima e la ventesima giornata dello scorso campionato. Ma c’è di più: Luis Alfageme non segna ormai dallo scorso 7 maggio, quando con la Casertana, all’ultima di campionato, rifilò una doppietta alla Paganese, mentre l’ultimo gol di Domenico Germinale, complice il lungo infortunio al ginocchio, risale addirittura al 14 novembre dell’anno scorso, quando al 25’ di Pavia-Bassano siglò il momentaneo 0-1 per i vicentini. Le reti, insomma, servono eccome: al Padova, ma pure alle sue punte. Come riuscirci. Il problema, tuttavia, non è solo degli attaccanti. Le ultime gare dei biancoscudati hanno messo in evidenza, infatti, come alla base della scarsa verve realizzativa ci sia principalmente la difficoltà nel creare gioco. All’Euganeo il Padova va a rete mediamente una volta ogni 97’, e in trasferta ogni 94’30”. I problemi, evidentemente, nascono dal basso: a centrocampo la palla gira con una velocità ancora troppo bassa, sulle fasce si spinge poco, in area di rigore i palloni non arrivano quasi mai, e l’azione parte sempre dalla retroguardia.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Cercasi gol, possibilmente degli attaccanti. Alla vigilia della trasferta di Teramo, il Padova prova ad invertire la tendenza. Servono punti e serve una vittoria, questo è abbastanza scontato: dalla doppia trasferta nel giro di quattro giorni (domani in Abruzzo, e martedì alle 14.30 in casa della Samb, recupero della sfida rinviata alla prima giornata per il terremoto), la squadra di Oscar Brevi deve tornare con un bottino che le permetta di riagganciare il treno delle prime della classe, e risollevare così gli animi della piazza intera. Ma soprattutto, elemento ben più importante, il Padova ha bisogno di ritrovare gioco e gol. Attaccanti a secco. Altinier, Alfageme e Germinale: sono questi i tre attaccanti a cui, in assenza di Neto Pereira, che dopo l’intervento al menisco ne avrà almeno sino a fine ottobre, il tecnico chiede di far svoltare la squadra. E i numeri, redatti anche dal supertifoso Stefano Fassina (lo Statistico per eccellenza), la dicono lunga sul momento-no del reparto avanzato. Cristian Altinier, il capocannoniere della passata stagione, è l’unico finora ad aver trovato la via della rete, contro Albinoleffe e Forlì, nelle prime due gare. Poi, però, si è fermato: il bomber mantovano non va a segno da ben 420 minuti, la striscia di astinenza più lunga da quando veste la maglia biancoscudata.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova di domani è ancora top secret: il tecnico Brevi nella seduta a porte chiuse di ieri pomeriggio, svoltasi allo stadio Appiani, ha potuto testare l’undici che affronterà il Teramo lontano da occhi indiscreti. Solo l’ultima rifinitura di questa mattina alla Guizza, in programma alle 10.30, prima della partenza per l’Abruzzo, potrà quindi fugare i dubbi: scontato il rientro dal primo minuto di Filipe, affiancato da Mandorlini e Dettori, le novità potrebbero arrivare negli altri reparti. Sbraga insidia Russo per una maglia da titolare nella retroguardia, davanti è ballottaggio tra Alfageme e Germinale per affiancare Altinier, e pure sulle fasce potrebbe esserci qualche novità. Stasera, intanto, chiude la prevendita dei biglietti per il settore ospiti del “Bonolis”: domani a Teramo sono attesi circa 70 tifosi padovani, visto che in Abruzzo arriveranno il pullman organizzato dalla Tribuna Fattori e alcuni tifosi con mezzi propri.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Certo, bisognerebbe attribuire compiti più offensivi a Madonna e più difensivi a Favalli per supportare Emerson, più adatto alla difesa a tre. Variante, questa, che sulla carta potrebbe essere sostenuta senza snaturare gli elementi in rosa. Le cessioni di Ilari e Petrilli privano Brevi di giocatori in grado di permettere un cambio di modulo con le ali aperte. Certo, c’è Fantacci che potrebbe essere adattato a sinistra, ma in rosa non esistono mancini naturali. Alfageme è destro, idem Neto Pereira e Dettori, così come a centrocampo sono destri Mandorlini, De Risio e Filipe. La variante del 4-3-2-1 potrebbe essere utilizzata con Dettori e Neto a sostegno di Altinier. L’unica possibilità concreta sarebbe quella di utilizzare Alfageme a destra, Dettori adattato a sinistra (o Fantacci), Altinier o Germinale punta centrale. In questo caso il sacrificato sarebbe Neto Pereira, che difficilmente potrebbe agire da esterno d’attacco. Come detto la società interverrà sul mercato. Sul taccuino una mezzala molto dinamica (fra le varie opzioni Zaccagni se dovesse continuare a non giocare a Verona). E magari anche un attaccante.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Avanti col 3-5-2, tema che si non cambia nonostante un Padova che non decolla. Oscar Brevi anche a Teramo non si muoverà dal modulo per cui è stata assemblata la squadra in estate, ma ci sono possibili varianti. Senza contare che a gennaio la società tornerà sul mercato: obiettivi da centrare una mezzala (Zaccagni?) e, quasi sicuramente, un attaccante. Partiamo da Teramo: il ritorno di Filipe, quello mancato di De Risio, la conferma di Alfageme accanto ad Altinier, la tentazione di giocare con il doppio centravanti lanciando dal primo minuto Germinale al posto dell’argentino. Tutto ruota attorno a Filipe, più volte indicato come il tassello mancante all’interno di un centrocampo che non decolla: «Non ho i 90 minuti sulle gambe — ha spiegato l’ex Perugia — sono fermo da più di un mese ma sono convinto di poter dare una mano alla squadra. Da solo non posso fare niente, insieme possiamo fare tanto». Ma la domanda vera è: come potrebbe cambiare il Padova se si decidesse di variare il tema tattico base? L’assenza di esterni offensivi di ruolo (eccetto Alfageme) rende complicato un 4-3-3 puro. Più naturale ragionare di un 4-3-1-2 con Madonna e Favalli sulle fasce, Emerson e Cappelletti difensori centrali, Filipe regista, De Risio e Mandorlini a centrocampo da mezzali, Dettori trequartista e il duo Neto Pereira-Altinier in avanti.