Live 24! Teramo-Padova, -2: ancora porte chiuse all’Appiani, allenamento top secret

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Una squadra che vuole puntare al vertice, non solo deve avere una panchina lunga, ma deve anche sbagliare pochissimo nell’utilizzarla. Sotto questo aspetto, il cammino della Triestina finora è stato quasi impeccabile: non solo mister Andreucci ha azzeccato tempi e scelte delle sostituzioni, ma anche i giocatori partiti dalla panchina hanno dimostrato la capacità di calarsi subito nel clima partita, risultando spesso utili non solo sul piano tattico, ma anche decisivi in tema di assist. Il caso più lampante riguarda le ultime due partite di Dos Santos, nelle quali il brasiliano non era negli undici iniziali: contro l’Altovicentino è entrato nella ripresa e nel finale quella sua caparbia azione con traversone teso dalla sinistra per França ha dato la vittoria all’Unione e fatto venire giù il Rocco. Sette giorni prima a Legnago, pochi minuti dopo aver messo piede in campo, triangolava in modo perfetto con Bajic mettendo davanti la porta il terzino per il gol che sigillava il successo alabardato. Ancora prima a Pordenone, contro il Cordenons, in un momento di difficoltà nella ripresa Andreucci mandò in campo Corteggiano e Celestri: ebbene l’italo-argentino si posizionò in difesa a sinistra, dove la Triestina stava soffrendo, e annullò le ambizioni di rimonta della neopromossa, mentre Celestri addirittura con una bella iniziativa sulla sinistra servì il gol del 3-1 proprio a Dos Santos, che in quella occasione era invece titolare. Perfino nell’unica partita non vinta dalla Triestina, quella con l’Union Feltre, i cambi permisero un finale decisamente più vivace perché le entrate di Turea, Corteggiano e Bradaschia alzarono il ritmo delle trame offensive. Tutto questo senza dimenticare l’importanza tattica delle entrate di Frulla e Carraro a centrocampo per dare maggior copertura, di Marchiori per tamponare ancora di più e alzare i centimetri della squadra (cosa a cui sarà in futuro utile anche Di Dionisio), e il fatto che l’altro unico cambio (a parte il portiere) che finora non ha visto campo, ovvero Crosato, è comunque una garanzia considerati i due campionati già giocati in serie D. Insomma, la Triestina finora ha dimostrato di essere squadra di vertice anche in un settore complicato e pieno di insidie come quello delle sostituzioni. Non è solo un discorso di capacità del tecnico nelle scelte e nel timing dei cambi, ma conta moltissimo anche l’atteggiamento dei giocatori. Restare in panchina non fa piacere a nessuno, soprattutto quando si è in pratica sullo stesso livello dei titolari. Ma se quando si entra, lo si fa anche con la testa e con l’anima e magari si è capaci anche della zampata decisiva, allora significa il gruppo c’è e può puntare in alto.

Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Il collega dell’Union di derby ne ha già giocato uno. La straprovinciale bellunese è invece una novità per Nicola Borghetto. Uno che a suon di prestazioni sta convincendo parecchio, ed è al momento tra quelli con la media volto più alta in casa gialloblù. Qualcuno poteva avere qualche dubbio sull’affidabilità di un portiere classe 1998 come Menegazzo e un 1999 come lui, ma per ora non sta andando male, specie per quanto riguarda l’ex Liventina. Pronto, salvo sorprese dell’ultimo minuto, a difendere i pali sabato allo Zugni. «Però io al momento non la sento più di altre partite. È solo un match da vincere». Ed allora meglio allargare lo sguardo a questa prima esperienza fuori dal settore giovanile del club di Motta di Livenza. «Mi sto trovando bene, la società è fantastica, i compagni pure. Una presenza in serie D l’avevo già fatta lo scorso anno ma quest’anno è diverso. Anche lì il gruppo era fantastico ma, mentre con la Liventina in campo si andava più alla ricerca dell’episodio favorevole, quest’anno qui si punta a giocare un buon calcio». Solo che fino ad ora i risultati non stanno dando immediate soddisfazioni. «Si però tieni conto che al di fuori della partita con il Careni, dove abbiamo sbagliato molto, potevamo vincerle tutte. Serve più concentrazione dietro e determinazione davanti: così secondo me possiamo risollevarci». L’Union ha in rosa due vecchi compagni di squadra di Borghetto come Ghedini e soprattutto Vianello. «Lo conosco bene, può segnare in qualsiasi momento e da qualsiasi distanza. Non so perché stia giocando poco, soprattutto non conosco la qualità degli altri attaccanti che hanno in rosa. Ma penso troverà spazio, ne sono sicuro». Nessuna squalifica. Saranno al completo Union e Belluno, almeno per i provvedimenti del giudice sportivo, dato che specie i feltrini hanno in infermeria due pedine importanti come Ghedini e Dal Monte. Dopo cinque giornate verdegranata e gialloblù non hanno neppure diffidato ed è di certo una buona notizia. Juniores lunedì con i riflettori. Non solo prima squadra. Lunedì sera è in programma anche il derby tra le due formazioni Juniores di Belluno e Union Feltre. Nell’occasione a giocare in casa saranno i gialloblù, che anche qui inseguono i cugini. Quattro punti contro sette dopo tre giornate. Pari alla prima con il Cordenons, poi vittoria contro il Delta e sconfitta in casa del Careni per la squadra gialloblù di Gobbato, mentre l’Union di D’Alberto ha superato prima Noale e poi Mestre, prima di pareggiare con la Triestina. Si gioca alle 20 in serale al Polisportivo. E c’è da scommettersi che la cornice di pubblico sarà di tutto rispetto per un match giovanile.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Modena) Seduta interamente incentrata sulla tattica ieri pomeriggio per il Modena. Pavan ha continuato a lavorare sul 4-4-2, modulo con il quale i canarini hanno sfidato il Bassano e che dunque verrà riproposto sabato contro il Sudtirol. Esercitazioni undici contro undici a squadre mischiate e partitella finale il menù dell’allenamento, al quale non hanno partecipato Salifu, Bajner, Basso ed ovviamente il lungodegente Osuji. L’esterno ex Trapani si è limitato ad un lavoro differenziato tra palestra e bordocampo, con scarpe da ginnastica, e difficilmente sarà recuperabile se non per la panchina. Completamente recuperati Laner, Olivera e Schiavi, anche se l’argentino è stato risparmiato nella partitella finale, al pari di Besea. Preoccupazione per Marino e Ravasi, che proprio nella partitella sono stati costretti ad interrompere l’allenamento dopo uno scontro fortuito: è stato il difensore, colonna della difesa canarina, ad accusare maggiormente il colpo ma solo oggi si capirà l’entità dei due infortuni. RECUPERO. Reggiana-Santarcangelo, giocata martedì sera, è finita 0-0.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Modena) C’era una volta Ghirlandina Sport. Roberto Casari e Cpl al comando e con il 34,6% delle quote imprenditori modenesi di valore come l’ingegner Pietro Ferrari, allora presidente di Confindustria Modena, Massimo e Paolo Galassini (Usco), Gianlauro Morselli (Emiliana Serbatoi), Gino Gibertini (Esso Petroli), Wainer Marchesini (Wam). Nel gruppo anche Fabrizio Stefani (Mivebo) e Modena nel Cuore gestita da Stefano Romani. Con lo storico 0,30% di Giancarlo Guidi la proprietà era tutta modenese. Il terremoto costrinse Cpl ad uscire e l’azienda di Concordia impose a Casari di liberarsi della proprietà del Modena. I soci di minoranza capirono la situazione, ma posero una clausola all’ex presidente di Cpl, quella di non vendere ad Antonio Caliendo. Erano già al fianco di Stefano Bonacini. Detto e fatto: Casari silura Mister Gaudì e vende a Caliendo, Ghirlandina Sport si sfalda ed eccoci allo stato attuale. «Ancora oggi non riesco a capire – dichiara Pietro Ferrari – quale fosse l’interesse di Caliendo ad acquistare il Modena e quello di Casari nel venderglielo. Eravamo fermamente contrari a quella soluzione e con Caliendo non saremmo mai rimasti: Casari lo sapeva. Fosse arrivato Stefano Bonacini saremmo stati al suo fianco, avremmo avuto modenesità a non finire nella proprietà e due persone capaci nel mondo del calcio come Bonacini e Giuntoli. Il Modena sarebbe ancora dove la sua storia gli imporrebbe di stare. Invece si trova ridotto come il suo campo». Ingegner Ferrari, lei conosce bene la situazione imprenditoriale modenese: può esserci un nuovo Montagnani all’orizzonte? E Ghirlandina Sport potrebbe rinascere? «Non vedo un nuovo Montagnani e non esiste la possibilità che si riformi Ghirlandina Sport. C’è avvilimento e il mondo del calcio attuale porta tutto verso i grandi nomi e la Champions League. Al momento è così, ma ci sono dei cicli e fra qualche anno può darsi che la situazione sia differente. Bonacini era l’uomo giusto,poteva essere con noi e si evitava lo sfregio di vedere la provincia in alto e il Modena messo così». Quale soluzione per il Modena? «Che Caliendo pareggi i conti e a quel punto venda o che lo faccia fallire. Noi lo lasciammo in pareggio».

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) È una settimana travagliata quella che sta vivendo il Mantova in vista della trasferta di sabato nelle Marche, dov’è in programma (ore 16.30) un vero e proprio scontro salvezza con la Maceratese. Mister Luca Prina deve fare infatti i conti con la necessità di recuperare alcuni giocatori usciti malconci dalle ultime gare e nel contempo si trova a gestire altri acciacchi che rischiano di privarlo di altri elementi della rosa. Recuperati Marchi e Salifu, l’allenatore biancorosso ha ritrovato in gruppo anche capitan Caridi, che sarà disponibile sabato almeno per uno spezzone di partita. A parte anche ieri hanno lavorato ancora Regoli (dolore al fianco di natura infiammatoria) e Skolnik (contusione al polpaccio), ma entrambi saranno recuperati in extremis, salvo sorprese. Qui però finiscono le belle notizie e iniziano i dubbi in vista dal match di dopodomani. Ieri, infatti, è rimasto ai box Boniperti, che ha un dolore nello stesso punto in cui lo scorso anno si è operato per un’ernia addominale. L’attaccante è stato visitato da un’equipe di chirurghi che ha escluso grossi problemi, ma avverte comunque ancora dolore e dovrà sottoporsi alle terapie del caso. È molto difficile, dunque, che sabato possa esserci a Macerata. Sicure sono anche le assenze di Siniscalchi e Ruopolo, mentre un punto interrogativo si è acceso ieri su Bandini e Zammarini. Entrambi hanno accusato al termine dell’allenamento una lieve distorsione al ginocchio e stamani saranno visitati dal medico sociale Enrico Ballardini. Prina, infortuni permettendo, sembra intenzionato a riproporre a Macerata la stessa formazione che ha ben figurato a Padova sabato scorso. Dunque, davanti a Bonato, una difesa composta da Gargiulo, Carini e Cristini; Bandini e Regoli sulle fasce; Salifu, Raggio Garibaldi e Zammarini in mediana; Tripoli e Marchi in attacco. Visti gli acciacchi di alcuni papabili titolari, però, vanno considerati in preallarme Di Santantonio e Sene Pape. Oggi è in programma una seduta mattutina; domani, sempre al mattino, rifinitura.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Le lancette dell’orologio continuano a muoversi in avanti e in Viale Te è corsa contro il tempo per trovare un’intesa sul futuro societario e rispettare l’ultimatum imposto dalla Lega Pro, che entro lunedì attende risposte definitive per non inoltrare la “pratica” Mantova alla Procura federale. Com’è noto, la Lega Pro ha bocciato il primo passaggio di quote effettuato lo scorso 5 agosto a favore della Costruzioni Generali Zoldan Srl perché in merito non è stata presentata entro 30 giorni la documentazione prevista dalle norme federali. Per evitare che la cosa sfoci in un processo (la pena prevista è l’impossibilità di iscriversi al prossimo campionato), l’unica via praticabile sembra quella della restituzione delle quote alla vecchia proprietà. Ma la cordata romana formata da Marco Claudio De Sanctis, Enrico Folgori e Andrea Barberis ha più volte detto pubblicamente di essere pronta a un passo indietro soltanto a patto di rientrare subito dopo in gioco, magari con una quota di minoranza che assicuri però il controllo dell’area tecnica e magari anche un’opzione al 30 giugno 2017 per l’acquisto del club. È su questi temi che in questi giorni i protagonisti – in primis il presidente Sandro Musso e Marco Claudio De Sanctis – stanno trattando telefonicamente. I contatti sono costanti, ma alla fine per raggiungere un’intesa definitiva bisognerà sedersi attorno a un tavolo. E questo, salvo ulteriori sorprese, dovrebbe avvenire domani o sabato mattina a Roma. Ieri nessuno dei soci del Mantova è stato raggiungibile da parte della Gazzetta, per cui lo stato della trattativa è noto soltanto grazie a indiscrezioni che non possono trovare conferma ufficiale. Stessa cosa si dica per la voce che vorrebbe i soci bresciani intenzionati a offrire la presidenza del Mantova all’attuale presidente della Sdl, l’ex magistrato Piero Calabrò, in modo da avere in Viale Te una figura di garanzia al di sopra di ogni sospetto. Di certo il monito del sindaco Mattia Palazzi («la vicenda con i romani è surreale e denota un evidente grado di inaffidabilità – ha detto il primo cittadino -, ho chiesto che non ci siano altre operazioni dettate dalla disperazione») è stato chiaro e ha riassunto l’auspicio di tutti i tifosi biancorossi con la frase «il Mantova resti in mani credibili». La prossima settimana Palazzi vedrà anche i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi, per chiedere loro di restare al fianco di Musso e Di Loreto. Che però nel frattempo dovranno aver risolto la grana romana. Dopo tutto quanto è successo nelle ultime settimane – fra insulti pesanti e accuse di inaffidabilità – è davvero difficile immaginare come le due anime dell’Acm possano trovare un’intesa per andare avanti a braccetto. Ma la storia biancorossa recente ci ha abituato a colpi di scena impensabili, per cui è lecito attendersi qualsiasi cosa. Davvero.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) All’indomani dello 0-0 casalingo nel recupero col Santarcangelo la squadra granata era già in via Agosti a preparare la sfida interna di sabato sera (ore 20.30) con la matricola Fano, per la quale probabilmente verrà recuperato solamente Mattia Bonetto tra gli acciaccati. Il mediano dell’Inter ha svolto la seduta col gruppo mentre Ettore Marchi fa ancora cyclette. Seduta defaticante invece per coloro che hanno giocato coi romagnoli tranne Federico Angiulli che era a parte. Tutto ok per Raffaele Nolè, uscito anzitempo dal match. Oggi l’allenamento è previsto per le 15.30, nel quale verranno valutate le condizioni di Luca Ghiringhelli dopo la sostituzione di martedì sera. La situazione generale. Buona la prima di Alessandro Sbaffo considerando il fatto che il ragazzo era fermo da molto tempo, prima per non aver fatto un precampionato regolare e poi per l’infortunio al gomito sinistro occorsogli nei primi allenamenti alla Reggiana. Se saprà confermarsi col Fano -la squalifica di Dario Maltese gli offre una nuova possibilità- potrà essere un’arma in più per Mr. Colucci anche in questo ruolo. Oltre all’ex Avellino, nei prossimi mesi ci saranno altre nuove frecce per l’arco del trainer: l’attaccante Alessandro Cesarini ed i difensori Daniele Pedrelli e Trevor Trevisan, tutti reduci da infortuni più o meno gravi e che gradatamente si stanno integrando: il primo ieri ha effettuato il riscaldamento col gruppo per poi tornare al differenziato ma, di lui e del secondo, fermo per terapie, non si conoscono ancora i tempi di rientro mentre l’ex Salernitana già da settimane si allena ed è da considerarsi pronto. Ci sono infine alcuni atleti che hanno giocato poco come Luigi Falcone ed Hector Otin Lafuente, entrati solo nelle riprese, che quindi non sono ancora giudicabili. Lo spagnolo in particolare non sta vivendo bene questa situazione, vorrebbe maggior spazio tanto che il suo procuratore in questi giorni era in città per capire se la volontà del ragazzo è continuare in granata o accasarsi altrove alla riapertura del mercato.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Lunedì sera è tornato a vistire la maglia da titolare nella sfida contro il Santarcangelo, dopo due gare in panchina e, appena salito in sala stampa il difensore Alessandro Spanò ha preso subito le difese degli attaccanti della Reggiana, che nelle ultime gare hanno faticato nel trovare la via del gol «i nostri avversari si cono chiusi molto bene nella loro metà campo chiudendoci tutti gli spazi. Abbiamo provato in ogni modo a trovare la via del gol, ma non ci siamo riusciti. Non dobbiamo però colpevolizzare per questo gli attaccanti. Una vittoria sarebbe stata importante ai fini della classficia però dobbiamo subito voltare pagina». Quest’anno non ci sono più titolari inamovibili e, anche Spanò ha visto la panchina per due gare consecutive, cosa questa mai successa nei suoi primi due anni in granata « Doversi giocare il posto ogni giorno in allenamento è uno stimolo in più per cercare di crescere costantemente e dare sempre il massimo in ogni allenamento, senza risparmiarsi mai. Le scelte le fa il mister e noi dobbiamo metterlo in difficoltà. Siamo una rosa molto competitiva e c’è massimo rispetto tra tutti i compagni. Chi sta fuori incita gli altri che sono in campo in quel momento». Anche Spanò ha sentito qualche fischio al termine della gara «Vinciamo sabato e trasformiamo i fischi in applausi». Paolo Rozzio, compagno di reparto di Spanò lunedì sera è convinto che la Reggiana abbia giocato una buona prestazione «Purtroppo lo sappiamo che contro un certo tipo di squadre faremo fatica a trovare gli spazi, sopratutto se non riusciamo a sbloccare la partita. Il Santarcangelo si è difeso bene, avremmo dovuto sfruttare meglio i calci piazzati perchè se fossimo riusciti a trovare il gol del vantaggio la partita sarebbe cambiata, perchè loro sarebbero stati costretti a scoprirsi di più». Il centrale granata è soddisfatto per la terza partita senza subire gol «Non perdere e non subire gol è importante, sopratutto per un difensore. Adesso pensiamo al Fano».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Nel calcio, terminata una gara, bisogna essere subito focalizzati su quella successiva. E’ uno dei leit motiv preferiti del tecnico granata Leonardo Colucci e, in questo momento del campionato della Reggiana, con ogni probabilità non ci sono parole più vere. Sabato sera contro il Fano la Reggiana avrà la possibilità di scacciare subito i brutti pensieri che possono essere iniziati a sorgere nella testa dei tifosi che martedì sera, al termine della gara pareggiata contro il Santarcangelo, hanno fatto sentire qualche fischio «Li accettiamo anche se credo fossero più dovuti al fatto di non aver vinto. Noi a fine gara andremo sempre a salutare i nostri tifosi, perchè ci sostengono in ogni situazione e io dico sempre ai ragazzi che è importante metterci la faccia, sia quando si vince che quando si perde». Tre punti contro il Fano spegneranno sicuramente sul nascere quei pochi fischi che si sono sentiti martedì sera e, il tecnico granata crede che in vista di sabato ci sia un aspetto da migliorare per trovare con più continuità la via del gol «Dobbiamo riuscire a portare più uomini in area di rigore e occupare meglio gli spazi per mettere in difficoltà i nostri avversari che sicuramente si chiuderanno. Voglio che anche i nostri centrocampisti arrivino con più frequenza in area di rigore. Martedì sera contro il Santarcangelo abbiamo calciato molti palloni in area senza riuscire a sfruttarli». Per i granata sarà fondamentale ritrovare la qualità negli ultimi metri «Dobbiamo migliorare nell’ultimo passaggio per scardinare le difese avversarie. Dobbiamo lavorare in settimana su questo aspetto perchè abbiamo gli elementi per poterlo fare. Non vuole essere un alibi ma questa serie ravvicinata di partite si fa sentire nelle gambe dei ragazzi, anche se dobbiamo essere bravi ad andare oltre le difficoltà». Coluci martedì sera ha voluto elogiare la prestazione di Alessandro Sbaffo che, nonostante le non perfette condizioni fisiche è sceso in campo a causa dell’assenza di Dario Maltese, risultando uno dei migliori in campo , con ongi probabilità sarà ancora lui il punto di riferimento dei granata contro il Fano «Ha fatto un’ottima prestazione, considerando anche il fatto che era da diverso tempo che non giocava come centrocampista centrale davanti alla difesa». In casa granata c’è voglia di conquistare i tre punti sabato per dedicare la vittoria ai tifosi fino ad ora sempre in più di 6.000 sugli spalti «Vogliamo vincere per dedicare i tre punti ai nostri tifosi che ci sostengono sempre. Martedì avrei voluto vincere per dedicare i tre punti a mia mamma, che ha compiuto gli anni».

Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Il giorno dopo la sfida con il Santarcangelo, l’amministratore delegato e direttore generale della Reggiana Maurizio Franzone ha tenuto a ribadire un concetto molto chiaro «Nonostante le ultime due prestazioni non brillanti e qualche critica mossa dai tifosi soprattutto sui social network il nostro entusiasmo è immutato. Abbiamo allestito una formazione competitiva e sono certo che arriveremo nelle prime posizioni del campionato. Questo non vuol dire che vinceremo il girone, ma che sicuramente saremo nei primi posti». C’è stato un po’ di malumore dopo la partita? «Il malumore è normale che ci sia, ce l’avevamo anche noi, però credo che questo per noi sia l’anno zero, siamo ripartiti con molti volti nuovi e siamo già in una buona posizione di classifica». Qual è il margine di crescita? «Sono convinto che molte formazioni siano già al massimo delle loro potenzialità, mentre noi siamo al 60% e questo ci fa guardare al futuro con ottimismo». Un suo giudizio sulle ultime gare? «A Lumezzane abbiamo giocato male, mentre lunedì sera nel secondo tempo c’era la sensazione che il gol potesse arrivare e una vittoria avrebbe cambiato i giudizi. Non siamo rimasti contenti delle ultime due prestazioni però credo che non sia successo nulla di grave, sostanzialmente siamo terzi a 4 punti dalla vetta». Vi aspettavate 6 punti ? «Tutti speravamo di vincere con il Santarcangelo, con Mike presente allo stadio, una campagna abbonamenti importante e tanto entusiasmo tutti sognavamo una striscia di vittorie. Questo non è accaduto ma i nostri piani non cambiano». Avete prefissato un obiettivo di classifica? «Abbiamo una squadra competitiva e non possiamo nasconderci. Non abbiamo mai detto che vogliamo vincere il campionato o ammazzarlo perché credo che nel nostro girone nessuna formazione scapperà. L’obiettivo della società è quello di tentare la scalata alla serie A in 5 anni». Vi preoccupa la fatica nel creare gioco? «Abbiamo faticato nelle ultime gare, però anche Piazza mi diceva che se questo è il nostro periodo buio del campionato va bene, perché dopo sarà tutto in crescendo». I fischi vi hanno infastidito? «No, credo che sia normale un po’ di delusione perché tutti speravamo di vincere. I nostri tifosi ci hanno incitato per tutta la partita senza sosta ed è di questo che dobbiamo essere soddisfatti». Sta pesando l’assenza di Marchi? «Abbiamo costruito una squadra completa in tutti i reparti e Marchi è sostituito da un ottimo giocatore ». Come sono i rapporti con la Mapei e qual è la linea della societ? »Abbiamo rinnovato il rapporto per due anni e stiamo parlando di progetti più ampi per la gestione dello stadio. La società vuole che la collaborazione con il Sassuolo proceda con profitto». Il centro sportivo? «Stiamo valutando quello che può essere il miglior progetto possibile perchè è un investimento importante» Il motivo della lettera su facebook? «Voleva essere un rinnovo di fiducia se qualcuno l’avesse perso perchè quella di sabato è una partita molto importante».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due patròn, Rosso e Lovisa, e due modelli che da anni rappresentano l’operosità e l’efficienza del Nordest. Non è un mistero: il presidente del Pordenone – lo ha detto lui stesso – si ispira quotidianamente al «miracolo» Bassano: ne apprezza tempi e modi, gestione e risultati, nonché la continuità della presenza dei giallorossi tra i professionisti. Così è nata una storia di grandi trattative di mercato, che negli anni hanno seguito un’unica direzione: da Bassano a Pordenone senza ritorno. Il viceversa, in questo caso, non esiste. E la recente bibliografia dei campionati disputati dal Pordenone parla chiaro: se si «compra» a Bassano la qualità è garantita e la vittoria quasi una logica conseguenza. Avevano un passato bassanese anche Emil Zubin e Matteo Nichele, due dei più grandi protagonisti della cavalcata 2013-14, quando il Pordenone vinse la serie D all’ultima giornata. Come dimenticare, poi, Marcelo Mateos, arrivato dalla Virtus a stagione in corso e in seguito rimasto in società (fino a giugno 2016) come direttore di campo. Oggi la storia si rinnova e lascia che si scriva un nuovo capitolo. Il Pordenone che punta nuovamente a vincere (ma stavolta in Lega Pro) sceglie ancora il Bassano come bacino in cui pescare. L’anno scorso sono arrivati in blocco Stefani, Ingegneri, Cattaneo e Berrettoni, tutti ex che in Veneto avevano raccolto più di un frutto. Quest’anno ecco il tris composto da Misuraca, Pietribiasi e Semenzato. Una politica che ha sempre pagato.

Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se c’è una partita da vincere a tutti i costi è quella con il Pordenone». Sono le parole a inizio stagione di Stefano Rosso, presidente del Bassano, dettate dalla presenza in neroverde di ben 7 ex giallorossi. Giocatori che hanno lasciato il segno sotto le Prealpi venete come Stefani, Berrettoni, Cattaneo, Pietribiasi, Semenzato, Misuraca e Ingegneri. Un concetto appena ripetuto da Rosso, che vale ancora di più in prossimità della sfida di sabato sera (20.30) al Mercante, dove il Pordenone si presenterà da capolista. CHIAMALE EMOZIONI – Saranno emozioni forti. Tutti gli ex giallorossi ricordano volentieri l’esperienza alla Virtus per la serietà della società, la tranquillità della cittadina e perché il club è costantemente nelle parti più nobili della classifica. GIUDIZI E CORTESIE – Negli ultimi giorni si sono scambiati apprezzamenti i due presidenti. Rosso considera il Pordenone tra le favorite, Mauro Lovisa ha addirittura posto il Bassano in cima alla lista delle candidate alla promozione in B. Bruno Tedino preferisce mantenere ancora un profilo piuttosto basso, ammettendo al massimo che i suoi ramarri «possono giocarsela con tutti». Più deciso il collega Luca D’Angelo, che dopo lo 0-0 al Braglia che ha interrotto una serie di tre vittorie, dei suoi ha detto: «Questo gruppo è da primo posto. Sono tutti bravissimi ragazzi che vanno d’accordo e questa è la base per raggiungere qualsiasi risultato. A Modena non abbiamo vinto, ma abbiamo costretto alla difensiva una squadra con tanta storia e tradizione». APPROCCIO – Scalpitano gli uomini agli ordini di Bruno Tedino. Vorrebbero essere tutti in campo al Mercante, non solo gli ex giallorossi. Potrebbe essere il momento di Pietribiasi, che recentemente ha ricevuto il plauso del presidente Mauro Lovisa per la serietà e la disponibilità esibite in allenamento, nonostante il pochissimo spazio nelle partite sin qui giocate. Oggi allenamento al De Marchi alle 15. Stesso orario della seduta di domani, che si svolgerà però a porte chiuse. TERNA – Arbitrerà Emanuele Mancini della sezione di Fermo, coadiuvato da Andrea Trovatelli di Pistoia e Francesco Gnarra di Siena. C’è un precedente positivo per il Pordenone con il fischietto marchigiano. Il 2 aprile 2015 diresse la sfida con il Renate, vinta dai neroverdi (1-0) grazie a un rigore di Maccan (entrato in corsa al posto del turista Bjelanovic), assegnato da Mancini per un atterramento di Ravasi. Con quel successo, il Pordenone consegnò alla Pro Patria il fanalino di coda.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) E se fosse Stefano Pietribiasi la mossa a sorpresa del Pordenone anti-Bassano? Per il momento è più una suggestione che un’ipotesi concreta. Ma da non scartare. Soprattutto nel caso in cui Tedino decidesse di affidarsi al modulo da trasferta, ovvero il 4-4-2. È con l’assetto a due punte, felicemente utilizzato a Mantova e a Macerata, che l’ex giallorosso, colori con i quali ha realizzato 32 reti in tre stagioni di Lega Pro, sembra più congeniale (dando per scontata una maglia ad Arma). Mentre qualora il tecnico neroverde optasse per il tridente, è facile supporre la conferma del trio di sabato scorso. Con Pietribiasi pronto a cambiare la partita in corsa, se ce ne sarà la necessità. Certo di non esserci è l’infortunato Buratto. Per la sua sostituzione il nome caldo è quello di Sergio Suciu. Ma anche sotto questo versante molto dipenderà dal modulo: con il 4-4-2 Tedino potrebbe pure osare con Martignago e Berrettoni sugli esterni. Intanto, cresce la febbre del tifo neroverde per questa delicata trasferta. Il fresco primato solitario ha ulteriormente alimentato l’entusiasmo: riempita in fretta la prima corriera, il fan club Caffè Nogaredo di Cordenons sta pensando a un pullman più capiente e per questo ha riaperto le adesioni: per informazioni, chiamare lo 0434 541662.

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) La guarderà da spettatore speciale. A Bassano e Pordenone, infatti, Marcelo Mateos ha trascorso una fetta importante della sua carriera di calciatore e, successivamente, di dirigente. La scorsa estate ha lasciato i colori neroverdi per vestire i panni di team manager del Padova. E alla gara di sabato è interessato sia perché i biancoscudati puntano a inserirsi nella lotta al vertice sia perchè, per lui, sarà una sorta di derby del cuore. Sette anni a Bassano, tre a Pordenone, dove ha lasciato i ricordi migliori? «Chi fa il mio lavoro, lascia un pezzo di cuore in ogni città in cui vive. A Bassano, visti tutti gli anni trascorsi, ho lasciato anche una fetta di vita extracalcistica. E quando posso ci torno ancora. Ma pure con Pordenone il legame è ancora molto forte». Se l’aspettava la squadra neroverde lassù, da sola in testa, dopo 7 giornate? «Non mi stupisce. La scorsa stagione si erano già poste le basi per un grande progetto. E sebbene quest’estate siano cambiati diversi giocatori, è rimasto un tecnico come Tedino che è sinonimo di risultati e bel gioco. E, soprattutto, alle spalle è aumentata la voglia di vincere di una società seria e ambiziosa». A proposito, sabato sarà anche la sfida tra due modelli imprenditoriali, per quanto diversi, uniti dalla voglia di far assaporare il grande calcio a due realtà calcisticamente “freddine”. «Se non ci fossero Renzo Rosso da una parte e Mauro Lovisa dall’altra, non so in effetti dove si troverebbero i due club. Loro sono la principale garanzia per il futuro. La loro è una passione contagiosa. Penso in questo caso al Bottecchia, che ho visto anche sabato scorso pieno come non mai. Il presidente Lovisa è stato davvero bravo a risvegliare l’entusiasmo di un’intera città». In campo ci saranno tanti ex. Se potesse puntare su qualcuno, che nome farebbe? «Penso che Berrettoni, a prescindere, sia uno dei giocatori più decisivi di questa categoria. Se a ciò ci aggiungiamo pure la voglia dell’ex di farsi rimpiangere, non posso che indicare lui». E dall’altra parte, a chi dovrà prestare maggiormente attenzione il Pordenone? «Non è un ex, ma se giocherà mi guarderei bene da Tommy Maistrello, attaccante giovane (classe 1993) e completo, che vede benissimo la porta». Giocatori sulla carta decisivi, due squadre votate allo spettacolo. Che partita sarà? E che risultato si auspica? «Mi aspetto una gran bella gara. Ma spero non ci sia un vincitore. Un pari andrebbe bene al mio Padova, che sta cercando di recuperare terreno (meno 7 dalla vetta). L’anno scorso il Pordenone a dicembre si trovava a metà classifica e alla fine ha rischiato di vincere il campionato. Possiamo provarci anche noi».

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sarà pur vero, come ricorda Marcello Falzerano, che «Parma, Venezia e Reggiana sono le favorite per la promozione», ma Bassano e Pordenone non hanno alcuna intenzione di abdicare al tavolo della nobiltà del girone B di Lega Pro. L’unico che non ha ancora un dominatore. Il Pordenone capolista, peraltro, si prepara a un sabato sera di fuoco al Mercante. «Lo scorso anno — ricorda Falzerano — fu una partita molto tattica e poco spettacolare. A noi è mancata un po’ di continuità in questa prima parte della stagione, ma sappiamo anche che in campo si gioca undici contro undici: blasone e nomi non contano». Falzerano, uno dei migliori esterni della categoria, non ha ancora segnato un gol: «Ma il gol non mi manca particolarmente — spiega — al momento penso a vincere, il resto non mi interessa. Punto a fare una buona stagione ed è questa la cosa che conta di più».

Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Marcellino Falzerano consolida la felice tradizione degli esterni di qualità virtussini, da Iocolano a Furlan, da Cattaneo sino a lui e a Minesso.Quella col Pordenone capolista è una partita che si prepara da sola. Non serve nemmeno caricarla…Infatti. Non è una sfida che ci può cambiare la stagione, questo no, ma l’umore e l’entusiasmo ce lo può modificare di sicuro con una vittoria. Oltre alla classifica. Gare del genere non vedi l’ora che arrivino, funziona così.Questo Bassano va di goleada col Santarcangelo poi però non riesce a sfondare a Modena. Come mai?Innanzitutto perchè il Modena ha alzato delle gran barricate. Poi qualcosa di sicuro si è sbagliato anche noi, è evidente. Ma non è una questione di cattiveria, sennò sembra che uno vada in campo molle. Diciamo che è più una questione di concretezza e praticità. Quello che dobbiamo imparare a diventare in fretta.Che campionato vede?Sette partite sono poche per dare giudizi. Aspettiamo altre 5 o 6 giornate almeno e soprattutto qualche scontro diretto per farci un’idea vera e propria. Per ora posso dire che nonostante i numeri dicano diversamente non ci sentiamo inferiori al Pordenone leader. E se è per questo anche se Venezia e Parma sono favoritissime secondo me ce la giochiamo alla grande anche con loro. Alla fine si va sempre in campo 11 contro 11.È però un dato di fatto che contro Bassano tutte quante scelgano di difendersi a riccio per poi ripartire di slancio.Segno che ci temono e che noi siamo sempre più una realtà di punta. In effetti ci lasciano il pallino del gioco per intasare tutti gli spazi e allora stentiamo a trovare il corridoio utile. Per questo motivo lavoriamo ogni giorno per migliorare. Il tecnico tatticamente cura ogni dettaglio. Prepariamo tutto nei minimi particolari, D’Angelo ci dice anche se e quando andare al bagno… Sicchè tocca a noi credere ancora di più nelle nostre potenzialità che sono tante.Magari il Pordenone se la giocherà a viso aperto…Non lo so. Lo scorso anno qui al Mercante è stato un match molto equilibrato che noi si è vinto su rigore. Diciamo che se ci affrontano senza remore la gente si diverte. Noi rischieremmo di più in retrovia ma potremmo attaccare in modo più efficace.Al secondo anno a Bassano come si trova?È la prima volta che mi fermo così tanto in un posto e mi sto affezionando. Ora mi ha raggiunto anche la mia ragazza. E anche se non ho più l’adorato pianoforte mi arrangio con la tastiera digitale. Presto riprenderò le lezioni col maestro che ho qui a Bassano.

Ore 15.10 – Iniziato all’Appiani l’allenamento a porte chiuse.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Finora l’unica promozione della sua carriera, tre anni fa con l’Entella in serie B, l’ha conquistata in una squadra poco prolifica. Tuttavia, nonostante il precedente confortante, Stefano Moreo non sprona il Venezia – che sabato ospita al Penzo la Sambenedettese (ore 16.30) – a fare meglio in zona gol. Una necessità evidente a prescindere dal secondo posto in classifica, perché 7 gol (con un’autorete) sono un bottino da incrementare in fretta. «Se da un lato costruiamo bene le nostre azioni, dall’altro manchiamo ancora nell’ultimo passaggio – conferma il 23enne attaccante milanese -. A me è già capitato di vincere un campionato segnando poco (42 gol in 30 gare per l’Entella 2013/14, ndr) ma qui abbiamo tutto per migliorare sotto porta. Sicuramente è un’esigenza, dobbiamo accantonare i preziosismi e senza fronzoli metterla dentro in un modo o nell’altro». Nel Venezia dopo 7 giornate Moreo e Ferrari sono gli unici attaccanti veri con un gol all’attivo, come gli esterni Marsura e Fabiano (rientrato in gruppo) e i difensori Modolo e Domizzi (sabato sicuro assente mentre si è fermato ieri Acquadro). Al Penzo la Samb punterà come sempre su Mancuso, autore di 4 delle 10 segnature marchigiane. Per la cronaca lo stesso problema del Venezia sembra averlo la Reggiana (9 centri, come il Parma) fischiata martedì dal Mapei Stadium dopo lo 0-0 col Santarcangelo. «I cambi di modulo? La nostra squadra ha tanti uomini e soluzioni, a Pordenone in fase difensiva facevano il 4-3-3 ma attaccando il 4-4-2. Io posso fare molto meglio, a volte ero isolato e lontano dalla porta rispetto a quando ero più stretto con Geijo. Dispiace aver perso una gara alla nostra portata, preparata bene, sfortunata per la traversa di Marsura e decisa da una nostra disattenzione di squadra sul gol di Semenzato. Buon per noi avere subito un altro scontro diretto d’alta classifica, urge riscattarsi per non far scappare il Pordenone». Sabato al Penzo ci sarà il presidente Joe Tacopina, anche oggi a Londra per la seconda giornata del «The sport business summit» organizzato dal Chelsea a Stamford Bridge.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Migliorare sotto porta. I 7 gol segnati in altrettante giornate sono un campanello d’allarme. «E’ vero, sono un po’ pochini», conferma Stefano Moreo. E l’attaccante ha ben chiaro che l’obiettivo primario del Venezia, in questa prima fase della stagione, è proprio quello di lavorare sugli ultimi metri del campo. Quelli più importanti. «Le occasioni vanno sfruttate, vanno concretizzate. Ne costruiamo parecchie, grazie al lavoro di tutta la squadra. Poi sta a noi attaccanti concludere. Dobbiamo migliorare l’ultimo passaggio, mettendoci un pizzico di cattiveria in più», aggiunge il talento arrivato in laguna dal Teramo, ma con un trascorso importante all’Entella. «Proprio con la Virtus — ricorda — abbiamo vinto il campionato di Lega Pro segnando pochissimo ma credo che sia stata un’eccezione. Segnare è importante, più segni e più hai l’opportunità di vincere. Soprattutto se dietro sei così ben coperto come lo siamo noi, che in questo momento abbiamo la migliore difesa del girone». Motivi particolari di questo momento di «carestia» non ce ne sono, secondo l’analisi di Moreo: «Giriamo bene la palla e abbiamo giocatori con le caratteristiche adatte per i diversi moduli. Possiamo attaccare in due o in tre, non credo influiscano le diverse scelte tattiche. Dobbiamo solo essere più convinti, buttarci verso la porta e cercare di segnare in tutti i modi». L’attaccante arancioneroverde ha all’attivo un gol importantissimo segnato contro il Parma ma anche un cartellino rosso nei pochi minuti giocati ad Ancona, con il conseguente turno di squalifica. Scontata la giornata, Moreo è subito tornato titolare nella sfortunata sfida di Pordenone. «Non sono contentissimo di me, posso fare di più. Sabato scorso — ricorda — ho giocato più lontano dalla porta, mi sentivo un po’ isolato. Ma adesso voglio solo pensare alle prossime partite. Ne abbiamo due consecutive in casa e dobbiamo sfruttarle». Sabato al Penzo arriva la Sambenedettese, che in classifica in questo momento è a -1 dal Venezia, ma con una partita in meno (quella contro il Padova rinviata subito dopo il terremoto e che verrà recuperata martedì prossimo). Poi ci sarà il Teramo, sempre a Sant’Elena. «La Samb sta facendo molto bene, ma per noi è un vantaggio. E’ meglio continuare ad affrontare squadre di alta classifica — sottolinea Moreo — per tenere alta la concentrazione. E poi dobbiamo sfruttare questi appuntamenti per rimanere in alto. Non possiamo permetterci di lasciar scappare nessuno». In questo momento il Venezia è secondo con 14 punti dietro al Pordenone, che ne ha 16 e il vantaggio dello scontro diretto. Più attardate per ora sono Parma e Reggiana, entrambe a quota 12. Ieri la squadra si è allenata praticamente al completo: out solo Domizzi che sta proseguendo le terapie per il problema all’adduttore e Acquadro fermato dal mal di schiena. E’ rientrato in gruppo Fabiano, tornano a disposizione Baldanzeddu e Garofalo dopo i due turni di squalifica. Prosegue la prevendita sia per la partita di sabato con la Sambenedettese, sia per quella successiva con il Teramo.

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Venezia a caccia del gol, senza ansie o turbamenti particolari, ma solo con un maggior cinismo sotto porta. Se è vero che la difesa è una delle migliori della Lega Pro con 3 reti incassate, di cui una su calcio di rigore a Parma, i sette centri in altrettante partite (uno a testa Fabiano, Modolo, Moreo, Domizzi, Marsura e Ferrari), anche con l’aiuto dell’autorete di Allegra del Lumezzane, sono un po’ pochi per una squadra che ha un reparto offensivo composto da Geijo, Ferrari, Tortori, Marsura, Moreo, Edera e Fabiano. «In effetti sono un po’ pochi», ha ammesso Stefano Moreo, rientrato a Pordenone dopo avere scontato con il Lumezzane il turno di squalifica rimediato con l’espulsione di Ancona, «dobbiamo migliorare sicuramente sotto porta, a essere anche più precisi, più cattivi, nell’ultimo passaggio. Se vogliamo vincere il campionato, dobbiamo essere più concreti. Cominciando già in allenamento, cercando sempre il gol, quando proviamo gli schemi, quando facciamo le partitelle. Anche a Pordenone, fino al gol di Semenzato, è stato il Venezia a dettare i ritmi, ad avere le occasioni da rete». Esistono anche le eccezioni, a volte. «Sì, è vero, l’anno in cui sono salito in serie B con l’Entella non abbiamo segnato tantissimi gol, però in difesa non passava quasi nessuno». Nella stagione 2013-2014, la Virtus Entella segnò 42 reti in 30 partite (1,4 di media), incassandone solo 24 (0,80 di media). Un Venezia camaleontico sul fronte offensivo. «Abbiamo diverse armi a disposizione, a seconda del modulo che decide di impiegare il mister». Dopo il Pordenone, ecco la Sambenedettese, che sabato scorso ha fermato il Parma (2-2). «Sta facendo molto bene», ha ammesso Moreo, a segno nel match del Tardini, «dopo il passo falso di Pordenone, va benissimo un altro scontro diretto, noi vogliamo riprendere subito a correre. Ci tocca la Sambenedettese, lo avremmo fatto contro qualsiasi avversario». Squadra. Maurizio Domizzi continua a seguire il programma di terapie per eliminare il problema muscolare agli adduttori accusato a Pordenone, il centrale salterà la partita con la Sambenedettese, mentre rientreranno Baldanzeddu e Garofalo. Prosegue la marcia verso il rientro per Gianni Fabiano, ieri stop per Alberto Acquadro a causa del mal di schiena. Recuperi. La Reggiana ha fallito l’aggancio al secondo posto del Venezia non andando oltre il pareggio (0-0) casalingo contro il Santancargelo: la squadra emiliana sale a quota 12 con Parma e Bassano. Un punto sopra, insieme a Sambenedettese e Feralpisalò, si è installato il Gubbio dopo il blitz (2-1) in rimonta con l’Albinoleffe.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il primo cartellino verde della stagione è andato al biancorosso Cristian Galano. Il premio istituito per la prima volta in questo campionato in collaborazione con l’Aia, andrà ai giocatori che si metteranno in luce per gesti di chiaro fair play. Gesti come quello con cui il fantasista del Vicenza ad inizio della ripresa, con i biancorossi che stavano attaccando per raggiungere il 2-2 a Chiavari con l’Entella, ha comunicato all’arbitro che il suo tiro non era stato deviato da alcun avversario e che il calcio d’angolo concesso non c’era. Un gesto di notevole onestà sportiva anche perché, in quel momento, la partita era ancora in bilico e questo aumenta l’apprezzamento del gesto. Un riconoscimento che l’attaccante biancorosso ha ricevuto con grande piacere. «Sono contento di aver ottenuto questo riconoscimento “morale”, perché rappresenta i valori di lealtà che lo sport deve insegnare e che ho sempre sposato — ha spiegato ieri Galano — per me è stato istintivo comunicare all’arbitro che non era calcio d’angolo, è stato un gesto naturale. Rappresenta la mia persona, il mio modo di essere, come sono io dentro e fuori dal campo. Per questo mi fa estremamente piacere essere stato il primo calciatore insignito del Cartellino verde. Perché auspico che un gesto come il mio possa diventare la regola, e non un’eccezione». Un Galano che i tifosi del Vicenza si augurano che già domenica possa mettersi in evidenza per una grande prestazione, magari segnando il primo gol in stagione. Contro il Cesena sulla panchina biancorossa siederà per la prima volta Pierpaolo Bisoli che in questi primi giorni ha già fatto capire qual è il suo credo calcistico. Allenamenti a ritmi molto alti, esercitazioni con il pallone in zone ristrette con giochi a due tocchi, esercitazioni tattiche ripetute per curare la fase difensiva. Una linea arretrata che giocherà più bassa, lasciando meno campo agli avversari, con un centrocampo a rombo che in questi giorni ha visto Bellomo schierato come vertice basso davanti alla difesa con Signori e Siega interni. Il tutto in attesa del recupero di Rizzo, che Bisoli conosce bene per averlo allenato lo scorso campionato al Perugia. In attacco la novità sarà rappresentata da Fabinho che con Lerda aveva trovato poco spazio. Contro il Cesena mancherà Raicevic, impegnato con la Nazionale del Montenegro, e anche in attacco quindi si vedrà qualcosa di diverso. Presto per dire come sarà il Vicenza di Bisoli, ma è il tecnico si aspetta risposte forti dai suoi giocatori.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Alex Dall’Amico è alto un metro e 99, pesa 99 chili e ha il 46 di piede. È grande. E ha una forza d’animo che è altrettanto grande. Nello spazio di pochi mesi ha raggiunto il sogno di una vita: vestire, a soli 21 anni, la maglia del Vicenza di cui, da gennaio, è diventato il terzo portiere. Ma il sogno di Alex, che è originario di Marano, all’improvviso si è spezzato. «O ti sottoponi ad un delicato intervento al cuore, oppure rischi la vita», gli hanno detto in estate, mentre si trovava ad Andalo in ritiro con la squadra.Alex (numero di maglia 33, è nato il 3 del 3) ha abbandonato momentaneamente il suo posto sulla linea di porta, si è tolto i guantoni, ha accettato la sfida che il destino gli ha riservato.Operato al Policlinico di San Donato Milanese dall’equipe medica del vicentino Alessandro Frigiola, l’estremo difensore ora sta bene e ieri pomeriggio, per la prima volta dopo l’intervento, ha fatto visita ai compagni che si allenavano al centro tecnico Morosini di Isola Vicentina. Dall’Amico, come sta?Ho qualche dolore post-operatorio all’altezza dello sterno, ma nel complesso mi sento bene. E tornare qui, dove mi alleno e vedo allenarsi i miei compagni, è davvero bello. Quando è stato dimesso?Sono tornato a casa martedì scorso, dopo sei giorni dall’intervento al Policlinico di San Donato Milanese. Le è stato riscontrato un problema molto raro. Di cosa si tratta esattamente?In effetti a livelli sportivi importanti non ho mai sentito parlare di questa anomalia, mi è stato spiegato che il mio problema è davvero rarissimo. In pratica l’arteria coronaria sinistra del mio cuore si originava da quella destra. Il dottor Frigiola, con cui mi sento costantemente, ha dovuto sciogliere questa natura comune. Qual era il rischio?Sotto sforzo avrei rischiato di morire. Questa anomalia le aveva mai dato problemi in precedenza?No, mai. In tanti mi hanno chiesto, ma io sono sempre stato benissimo e sono risultato idoneo a tutte le visite medico-sportive. Ecco perchè quando mi trovavo ad Andalo, in ritiro con la squadra, a luglio, e mi hanno detto che non avrei più potuto giocare a calcio, è stata una botta improvvisa. E proprio per questo, tremenda. La sua vita cambierà?Fortunatamente no, anzi può migliorare perchè ho risolto un problema. Al momento non posso guidare, ma le mie giornate sono uguali a quelle di sempre. A casa seguo un piccolo iter di esercizi che mi hanno detto di svolgere per il pieno recupero fisico. Che garanzie le hanno dato sul suo ritorno in campo?Purtroppo al momento non ho garanzie. Tra un mese sosterrò delle visite di controllo e tra due un esame per verificare il flusso coronarico. E poi?Dovrò attendere qualche mese prima di poter fare una nuova visita per l’idoneità. Sarà un cardiologo dello sport a stabilire se potrò tornare a giocare a calcio. Quando le hanno imposto lo stop?Ad inizio stagione mi sono sottoposto alla visita medico-sportiva e subito qualcosa di anomalo è stato riscontrato. Ma mi è stato detto di rimanere tranquillo e fare una risonanza. È stata una tac successiva ad evidenziare che sotto sforzo avrei rischiato la vita. In pratica alla fine di luglio mi è stato detto che dovevo fermarmi. Sono salito ad Andalo con due giorni di ritardo rispetto alla squadra, e dopo pochi giorni sono sceso, abbandonando il ritiro. Qual è stato il momento più difficile?Credo dopo aver effettuato la tac, cioè quando ho saputo che non avrei più potuto giocare. Come ha vissuto i giorni precedenti all’intervento?Non vedevo l’ora di operarmi. Dopo l’intervento, invece, ho pensato subito a tornare il prima possibile in campo. Anche se non solo ci vorrà del tempo, ma non so se questo accadrà. Quando ha disputato l’ultima partita?Il 20 maggio scorso ho difeso i pali della Primavera contro l’Inter. Chi le è stato più vicino in questo periodo?Ho sentito vicine a me tante persone. Nel Vicenza, il presidente Pastorelli, che mi ha chiamato il giorno prima dell’intervento per farmi l’in bocca al lupo. E poi Benussi, il mio compagno di stanza, col quale ho un legame speciale; lo sento come un fratello maggiore. Ma si sono fatti sentire anche Brighenti, Pozzi, il vecchio preparatore dei portieri Senatore; Giacomelli mi è stato vicino, così come gli altri compagni in biancorosso e il preparatore attuale, Silvio Guariso. E poi ex compagni e dirigenti delle squadre in cui ho militato prima di approdare al Vicenza: il Marano, il Sarcedo, l’Arzichiampo, che mi ha permesso di vestire la maglia biancorossa. Ha conosciuto Bisoli?Sì, ieri. Mi ha detto di rimettermi in fretta e di… prendere un po’ di sole in faccia! Il Vicenza sta vivendo un momento particolarmente difficile. Che idea si è fatto?Manca fiducia. Il gruppo è buono, non merita l’ultimo posto. E mi dispiace per Lerda. Ora Bisoli dovrà dare la scossa, gli auguro di fare bene e di partire con una vittoria, domenica il destino gli ha messo di fronte la sua ex squadra. E io sarò allo stadio. La difesa sta subendo molti gol. Perchè secondo lei?Troppe volte sono cambiati gli interpreti in difesa e questo non ha giovato. Ha detto di aver raggiunto il suo sogno vestendo la maglia del Vicenza. Cosa sogna adesso?Di tornare in campo ed esordire in prima squadra; mi sarebbe piaciuto farlo all’ultima giornata col Perugia, eravamo salvi. Pazienza. E poi di laurearmi – inizio il terzo anno di Psicologia a Padova – Un domani spero di crearmi una famiglia. Ha altre passioni?Mangiare – mi sono dovuto mettere a dieta – Dopo l’intervento ho chiesto una pizza. E poi mi piace seguire lo sport, ogni tipo di disciplina. Le Olimpiadi mi hanno tenuto compagnia, a volte seguo il Famila a Schio. I suoi idoli?Buffon. Ma tra i portieri che sono passati a Vicenza, ho amato Sterchele e Avramov. In questa serie B, stimo Chichizola dello Spezia e Alfonso del Cittadella, che sento spesso. Conosce il suo giovane collega in biancorosso Dani?Ci ho parlato qualche volta. Ne dicono un gran bene. Dall’Amico, in bocca al lupo.Crepi, voglio tornare. Il mio contratto scadrà a giugno del 2017 e il Vicenza potrà rescinderlo, nel caso, per giusta causa. Pastorelli mi ha detto di stare tranquillo, perchè al massimo avrò un altro ruolo in società. Io però voglio guadagnarmi uno spazio come giocatore. E tornare presto a sentire il profumo dell’erba.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Presentandosi come nuovo allenatore del Vicenza Pierpaolo Bisoli ha assicurato che ci metterà tutto se stesso, anima e corpo, per centrare la salvezza. Di sicuro, fin da subito, ci ha messo le corde vocali, visto che già al secondo giorno di allenamenti, ieri al Morosini, a furia di sgolarsi per incitare i suoi giocatori la voce rimasta era poca e roca. Sul campo di Isola, sferzato da una pioggerellina gelida e penetrante, il gruppo biancorosso ha disputato una doppia seduta molto intensa, che ha dato alcune interessanti indicazioni sulla fisionomia che il nuovo tecnico intende dare alla squadra.SERGENTE INCALZANTE. Dinamismo e intensità sono i due aspetti sui quali Bisoli ha insistito costantemente. Ieri pomeriggio la squadra si è esercitata sempre in spazi molto ristretti, con il tecnico che richiamava i giocatori a far girare il pallone rapidamente, ma più ancora a correre per smarcarsi e a chiudere tempestivamente ogni metro di campo ai portatori di palla avversari. «La copertura, la copertura!», era una sorta di parola d’ordine che il “sergente” Bisoli ha ripetuto infinite volte, incalzando la truppa ogni volta che qualche giocata o movimento non lo soddisfaceva. «Muoviamoci, dobbiamo essere più rapidi, perché se state così fermi, quasi quasi, potrei ancora riuscire a fermarvi io…». Se la chiave con cui Lerda lo scorso anno era riuscito a rianimare un gruppo spento era stata quella della ritrovata spensieratezza, il suo successore, almeno in questa prima fase, sembra voler far leva maggiormente sul fervore agonistico.ROMBO IN MEZZO. Per quanto riguarda l’impianto tattico, pare assodato che il Vicenza stia preparandosi per adottare contro il Cesena un 4-3-1-2: classica linea difensiva a quattro; centrocampo a tre, con il regista arretrato affiancato da due interni; un rifinitore alle spalle di due attaccanti. Se la scelta del modulo sembra fatta, giustamente per quanto riguarda gli interpreti il tecnico tiene ancora sulla corda tutti i suoi giocatori, che hanno visto azzerarsi le gerarchie.I VERTICI. Qualche scelta, tuttavia, comincia ad emergere. Questo modulo, ad esempio, riserva un ruolo chiave a Galano, chiamato a danzare tra le linee di centrocampo e di attacco. Se il fantasista pugliese sarà il vertice avanzato del rombo, per il vertice basso si profila un ballottaggio: in lizza ci sono Urso e Bellomo, che potrebbe così tentare un rilancio dopo il lungo infortunio al crociato sinistro, dal quale Lerda non lo riteneva ancora sufficientemente recuperato dal punto di vista atletico e agonistico.INTERNI E PUNTE. Per quanto riguarda i due interni di centrocampo, sul centrosinistra pare scontata la scelta di Signori; meno certezze sul centrodestra: Siega forse è in vantaggio, ma proveranno fino all’ultimo ad insidiarlo H’Maidat e Smith. Non cercate nell’elenco delle mezzali Vita: Bisoli ritiene che il giocatore romano possa rendere meglio più avanti. È tra le punte, dunque, che dovrà cercare di trovare una maglia da titolare, competendo con Fabinho, Cernigoi e Di Piazza. Forse proprio quest’ultimo è il maggiore indiziato ad accaparrarsi un posto nel primo Vicenza di Bisoli, con gli altri tre compagni a contendersi l’altra casella disponibile. D’ELIA CI PROVA? Assenti sicuri saranno Raicevic, impegnato in Nazionale, e gli infortunati Giacomelli, Zaccardo e Rizzo, in recupero ma non ancora pronti. In difesa invece non è da escludere del tutto la possibilità di un rientro di D’Elia, che sta aumentando progressivamente i carichi atletici, pur con qualche precauzione. Se il mancino campano se la sentisse, potrebbe anche riprendersi subito il posto di terzino sinistro, con Pucino (favorito su Bianchi) a destra e la coppia centrale formata ancora da Adejo ed Esposito, in vantaggio su Bogdan. Oggi pomeriggio ulteriori prove al Morosini.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Abitualmente il tecnico Venturato afferma che ha a disposizione 24 titolari e lo sta dimostrando facendo continue rotazioni per dare spazio a tutti. Un discorso a parte merita Paolo Bartolomei, arrivato a Cittadella in concomitanza con il passaggio di Busellato alla Salernitana: il ventiseienne centrocampista di Lucca è stato schierato titolare in sei partite su sette, compresa la gara infrasettimanale di Avellino dove l’allenatore ha toccato il record di sette cambi rispetto alla formazione precedente. Unica panchina nella sfida al Tombolato con il Brescia, guarda caso l’unica partita persa fino a questo momento dal Cittadella. «Non c’entra la mia presenza in campo – si sminuisce l’interessato – ma la mentalità con la quale ha affrontato la gara. In quella partita abbiamo faticato e non è stato raddrizzato il risultato neppure nel secondo tempo quando il tecnico mi ha dato spazio. Siamo tutti importanti e, ripeto, conta la mentalità con la quale si affronta l’avversario». Arrivato in punta di piedi, l’ex Reggiana è contento di giocare con continuità. «Anche nelle precedenti esperienze il posto di titolare me lo sono guadagnato dando il massimo negli allenamenti. Spero di giocare sempre così, ma le scelte spettano al tecnico e siamo un gruppo compatto dove tutti si impegnano molto». Sulle sue caratteristiche, continua: «È importante abbinare le due fasi, quella difensiva e quella offensiva. Sono tutte e due importanti e personalmente mi sono uguali l’una e l’altra». Due stagioni nella Massese con otto gol, altrettante nel Pontedera con quattro reti messe a segno. Manca ancora il gol con la maglia granata. «Spero di sbloccarmi anche qui. È importante sia per me che per la squadra, ma la cosa più importante è che il Cittadella possa vincere indipendentemente da chi segna». Sulle aspettative personali e della squadra conclude: «Il nostro obiettivo è quello di continuare a lavorare bene nella consapevolezza che stiamo disputando un buon campionato, ma non abbiamo ancora fatto niente. Bisogna tenere sempre i piedi per terra fino al raggiungimento della salvezza. Altri discorsi per il momento sono prematuri. Ora pensiamo al Frosinone, che ha un organico di prim’ordine, è una squadra forte e organizzata che sta assorbendo la serie B dopo la retrocessione. Noi dobbiamo affrontarla con la mentalità giusta cercando di fare sempre qualcosa di più perchè gli avversari ci studiano e diventa per noi più difficile». Ieri ancora allenamento a parte per Filippo Lora e video prima del campo su alcuni aspetti specifici. Poi serata brasiliana in sala stampa con “churrascata” per tutti a base di carne fornita da alcuni amici di Lucas Chiaretti.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Uscire con i crampi non significa automaticamente aver dato tutto. Ma, nel suo caso, non ci sono dubbi. Manuel Pascali sabato a Trapani si è fatto sentire, eccome, offrendo un contributo sostanzioso alla ritrovata solidità difensiva del Cittadella. «A tanti miei compagni partite come quella non piacciono, perché si divertono solo quando la squadra riesce a proporsi più spesso in attacco, giocando in velocità. Io, invece, in gare del genere mi esalto. Le sfide in cui soffri, ma non concedi nulla, mi fanno impazzire. Lasci 8 calci d’angolo di fila all’avversario? E cosa importa se poi reggi? Incontri come quello di Trapani dicono che la squadra c’è». Intanto tranquillizziamo tutti: come sta? «Bene. Avevo avvertito un affaticamento all’adduttore con il Novara, per questo sono stato tenuto a riposo in via precauzionale con Avellino e Brescia. La settimana scorsa girava il raffreddore in spogliatoio e non mi ero sentito benissimo per un paio di giorni, forse per questo ho avvertito un po’ di stanchezza in Sicilia. Ma erano solo crampi». Occorrerà essere al meglio con il Frosinone. Le facciamo solo il nome di Dionisi: con i suoi 3,5 milioni di euro di valutazione il giocatore più costoso dell’intera Serie B. «Ci mancherebbe che non avesse mercato! Si era comportato molto bene nella categoria superiore e sono convinto possa arrivare fra i primi tre nella classifica marcatori. Ma il Frosinone non è mica solo lui. C’è Ciofani, ci sono due esterni che spingono, c’è una rosa rimasta pressoché invariata rispetto a quella che si è quasi salvata in Serie A». Una squadra, che, tuttavia, arriverà al Tombolato con il peso di due sconfitte consecutive sul groppone. «È solo questione di tempo per vederla scalare di posizioni. I due stop renderanno il Frosinone ancora più carico. Ma noi non saremo da meno». Si sbilanci: la vede come una potenziale rivale d’alta classifica? «Un attimo. Prima di capire dove potremo arrivare, aspettiamo gennaio: se saremo ancora lì, allora ci sentirete fare qualche ragionamento diverso. Per quanto riguarda le avversarie, sono convinto che Frosinone e Carpi risaliranno. Le altre? Sul potenziale del Verona c’è poco da discutere. E poi ci sono realtà che mi intrigano molto: l’Entella ci somiglia, è una squadra rognosa da affrontare; e poi c’è il Pisa, che ha il carattere di Gattuso, il suo allenatore. Tutti noi nel corso della carriera siamo incappati in una situazione societaria come quella che stanno vivendo in Toscana, l’orgoglio che mette in campo è solo da elogiare». Lora si ferma. Da due giorni Filippo Lora lavora a parte per una lombalgia: allenamento leggero e fisioterapia per il centrocampista scuola Milan. Serata churrasco. Ieri sera momento conviviale in salsa carioca. I giocatori hanno cenato fra loro nella sala-stampa del Tombolato: menù brasiliano suggerito da Chiaretti.

Ore 11.40 – (Il Centro) È alle porte un ciclo di partite che potrebbe dare un’impronta diversa alla stagione del Teramo. Il match interno di sabato contro il Padova (ore 18,30) precede infatti la difficile trasferta di Venezia del 15 ottobre, la gara casalinga contro l’Albinoleffe del 22, il viaggio a Gubbio del 29 e la sfida del Bonolis col Mantova del 5 novembre. In un mese, dunque, il Teramo giocherà tre volte su cinque in casa. Il Diavolo punta sull’effetto Bonolis per abbandonare le zone basse della classifica e rimettersi definitivamente in carreggiata. Senza dimenticare che all’inizio di novembre (probabilmente il 2) il fitto calendario di impegni si arricchirà della sfida di Coppa Italia contro la Lupa Roma. La partenza positiva del tecnico Federico Nofri, che è ancora imbattuto (5 punti in 3 gare), autorizza all’ottimismo, anche se, soprattutto nella fase difensiva, c’è ancora qualcosa da sistemare. Il primo esame di questo ciclo-verità è rappresentato dal Padova degli ex pescaresi Dettori e Alfageme. La formazione veneta ha avuto finora un rendimento un po’ al di sotto delle aspettative, ma ha una gara in meno (martedì si gioca il recupero contro la Sambenedettese al Riviera delle Palme) e un organico di tutto rispetto. «In questo girone non esistono partite facili», dice il portiere Francesco Rossi, classe 1991, «e considero il Padova una delle squadre migliori del campionato. Il Teramo deve essere bravo a sfruttare il momento positivo, provando a conquistare i tre punti davanti al nostro pubblico. Dobbiamo recuperare il terreno perduto nelle prime quattro giornate. Siamo cambiati nell’atteggiamento. Con l’avvento di mister Nofri le cose sono complessivamente migliorate e l’obiettivo è di non prendere gol. Il calo di Bolzano? Non mi preoccupa», risponde Rossi, «è normale soffrire un po’ in un finale di partita, in particolare quando c’è un avversario che spinge molto alla ricerca della rete. Sul piano fisico stiamo bene». Contro il Sudtirol Rossi ha salvato il risultato respingendo, poco prima del 90’, un gran tiro di Cia: «È stata una bella parata», dice il numero 1 del Teramo, «negli interventi mi piace essere più efficace che spettacolare, ma con le traettorie dei palloni attuali le insidie sono sempre dietro l’angolo». In vista della gara di sabato, il trequartista Federico Carraro sembra avviarsi verso il terzo forfait consecutivo. I problemi muscolari accusati nei giorni scorsi dal talentuoso ex fiorentino consigliano di agire con la massima prudenza. Ancora out il terzino Karkalis. Da valutare l’eventualità di un ritorno di Di Paolantonio tra i titolari. In casa Padova, invece, potrebbe rivedersi in cabina di regia il brasiliano Filipe (al posto di Gaiola), mentre si è di nuovo fermato la mezzala De Risio, alle prese con un problema alla caviglia. Sulla panchina veneta non ci sarà Oscar Brevi, squalificato per un turno, ma il vice Andrea Bergamo. Non sono previste variazioni di modulo, né da una parte, né dall’altra: Teramo col 4-4-2, Padova col 3-5-2. Il match sarà diretto dal 28enne Manuel Volpi (Arezzo). Un centinaio i tifosi ospiti.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Come l’ha vista dall’esterno? «Mi aspettavo sicuramente di più perché gli obiettivi sono altri e, soprattutto in casa, abbiamo perso qualche occasione, ma è ancora lunga. La classifica è bugiarda con riferimento alle gare con Albinoleffe e Maceratese in cui meritavamo di più, mentre nelle altre si è raccolto il giusto». Compreso l’ultimo pareggio all’Euganeo con il Mantova. «Quello è stato l’incontro più brutto perché noi siamo una squadra che deve sempre puntare alla vittoria. Dove possiamo migliorare? È mancato un po’ di coraggio. Quando le cose non sono andate troppo bene forse abbiamo sofferto la pressione dei tifosi, e in campo non viene quanto in allenamento riesce tutti i giorni. Il gruppo però è molto unito e ha voglia di dimostrare il proprio valore». E non sempre chi parte bene arriva fino in fondo. «A Lecce abbiamo avuto un buon inizio per poi calare, mentre a Varese in B, dopo una brutta partenza, siamo andati ai play off. Non mi preoccupa il momento, ma il fatto che dobbiamo cambiare ritmo».

Ore 11.00 – (Gazzettino) E la voglia di calpestare l’erba è facile da immaginare. «Non ne potevo più di guardare la squadra dalla tribuna. Spero di poterci essere già a Teramo, non vedo l’ora». Al tempo stesso, però, sarebbe sbagliato riporre eccessive su un giocatore reduce da un mese di stop. «Sul piano fisico inevitabilmente ho perso qualcosa della preparazione estiva, ma in questo periodo non sono mai rimasto completamente fermo e ho cercato di mantenere il livello della condizione. Magari non sarò al 100 per cento, ma sono in grado di reggere una partita intera». E i meccanismi di squadra erano già stati oliati prima dell’infortunio. «Per l’intesa con i compagni non c’è problema perchè conosco a memoria loro e i movimenti. Quando una squadra non gira – aggiunge – è sempre colpa del regista, ma chi mi ha sostituito non ha fatto male perché quello non era il suo ruolo. Sono convinto che questa squadra possa dire la sua».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Messi da parte i problemi al piede che lo hanno tenuto fuori per un mese, Filipe è pronto finalmente a dare il suo contributo alla causa biancoscudata. «Spero di potere dare subito una grande mano – sottolinea – ma è chiaro che per fare bene c’è bisogno di tutti, non solo di me». Un rientro a lungo invocato, quello del regista brasiliano, l’uomo che nei progetti di Brevi e in linea con le scelte di mercato deve regalare geometrie, tempi e fosforo a una squadra che finora si è spesso dimostrata lenta e compassata nell’impostazione della manovra. Per lui i problemi sono iniziati alla vigilia del debutto in campionato. «A causa di infiammazione, nella settimana che precedeva la sfida con l’Albinoleffe ha cominciato a sentire dolori al piede. Ho giocato la partita (solo il primo tempo, ndr) facendo una puntura, ma il problema non si è risolto». Gli esami hanno così evidenziato una fascite plantare. «A volte il problema pareva risolto, ma poi provando sul campo risentivo i dolori e avevo paura di ripartire da capo, ma adesso mi sento bene e questa settimana sto facendo tutto il lavoro con i compagni».

Ore 10.40 – (Gazzettino) E ieri sera un’analoga iniziativa per Amatrice è andata in scena a “Casa su Misura” in Fiera e ha visto protagonisti gli arcieri Marco Galiazzo e Guendalina Sartori, le pallanuotiste della Lantech Plebiscito Laura Teani e Elisa Queirolo, i pallavolisti della Kioene Sebastiano Milan e Michele Fedrizzi, il canottiere Rossano Galtarossa e la velocista Manuela Levorato. QUI TIFOSI. In vendita i biglietti per le due prossime gare esterne, in entrambi i casi sul sito Bookinshow.it o alla Totoricevitoria Casa Fortuna al centro La Corte di Mortise. Il tagliando intero della curva nord dello stadio di Teramo costa 10 euro (diritti inclusi), la curva sud a San Benedetto 13.50 euro. Saranno a Teramo gli ultras con un pullman in partenza alle 9.30 dal parcheggio sud dell’Euganeo. RECUPERO. Pareggio a reti bianche al Mapei Stadium nel recupero di campionato tra Reggiana (ora a quota 12 con Bassano e Parma) e Santarcangelo (10 punti).

Ore 10.30 – (Gazzettino) Fermo anche oggi De Risio per il riacutizzarsi del problema alla caviglia che lo aveva fermato nelle scorse settimane e lo costringerà a saltare almeno le due trasferte di sabato (ore 18.30) a Teramo e martedì (14.30) a San Benedetto del Tronto. Ieri differenziato per Mazzocco, alle prese con un leggero risentimento all’adduttore che però non pregiudica la sua presenza nelle prossime sfide, e per Monteleone che la prossima settimana potrebbe entrare nel gruppo, mentre Neto Pereira martedì ha tolto i punti al ginocchio e iniziato il lavoro in piscina. Nella consueta partitella del mercoledì Brevi ha schierato la squadra con il 3-5-2, con Filipe in cabina di regia e, nell’ottica di un possibile turn over per le tre sfide in dieci giorni, Fantacci a destra al posto di Madonna e Sbraga in luogo di Russo. SOLIDARIETÀ. Martedì la squadra, guidata dall’ad Roberto Bonetto, ha partecipato all’iniziativa “Una cena per Amatrice”, per la raccolta fondi a favore del comune laziale colpito dal sisma, che si è svolta al teatro tenda delle Padovanelle nell’ambito della manifestazione “Le Staffe Beer Garden”. I giocatori del Padova si sono improvvisati camerieri, servendo ai tavoli i numerosi presenti.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Con il suo ritorno ci si augura una svolta proprio a livello di gioco: più spinta sulle fasce, più giro palla, più intraprendenza. «Abbiamo discusso a lungo in settimana, con il tecnico e tra noi giocatori. E abbiamo convenuto che sin qui ci è mancato un po’ di coraggio: alcune cose non sono andate benissimo, perché, nonostante la squadra non abbia mai fatto brutte figure, al di là di Fano, è stata costruita per fare cose importanti e la fatica nel vincere alcune partite ha portato a galla po’ di timore». Come se ne esce? «Basta ritrovare la voglia di far gioco, la voglia di far calcio. L’errore ci sta, è nella natura di questo sport, ma se hai paura di sbagliare non ti riesce nulla. A Teramo sarà una battaglia, ma vogliamo vincerla».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Anche partendo dal primo minuto? «Me lo auguro, anche se è un po’ azzardato pensare che possa reggere per 90’ dopo tutto questo tempo. Però non è detto, dipenderà molto anche dai ritmi della partita». Come sta reagendo il piede? «Abbastanza bene, il problema adesso è solo ritrovare il ritmo-partita, anche se in queste settimane non mi sono mai fermato del tutto e ho sempre lavorato un po’». Quanta voglia ha di tornare in campo? «Tanta, non ne vedo proprio l’ora. Non ce la facevo più a guardare le partite dalla tribuna e a vedere i compagni soffrire senza poter dar loro una mano». Il centrocampo ha risentito molto della sua assenza, secondo il tecnico non c’è nessun altro con le sue caratteristiche in rosa. «Non credo di essere l’unico, penso che anche Gaiola possa fare molto bene in quel ruolo. È un ragazzo con grandi qualità, che sicuramente potrà darci una mano in una zona così importante del campo». Non l’ha visto in difficoltà, contro il Mantova, sabato scorso? «Forse l’esordio è arrivato in un momento molto particolare per la squadra, e questo non lo ha aiutato. Probabilmente quella con il Mantova non era la miglior partita per il suo debutto: ha fatto ciò che ha potuto, era un momento un po’ così e la squadra non è riuscita ad aiutarlo più di tanto. E credo che questo aspetto condizioni molto la partita di un esordiente».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Oscar Brevi non l’ha mai nascosto: uno dei maggiori problemi del Padova, per le pesanti ripercussioni a livello di gioco, è sempre stata la prolungata assenza di Filipe. Se l’impressione del tecnico sarà stata corretta, dovrà essere il campo a sancirlo, di certo c’è che le statistiche confermano quanto il Padova abbia dovuto fare a meno del suo regista. Quarantacinque minuti in campionato, con l’Albinoleffe: questa l’unica volta che lo si è visto con la maglia biancoscudata. Da lì in poi, infatti, il playmaker ha vissuto ai box una difficile convivenza con una fastidiosa fascite plantare, che l’ha tormentato per un mese. Fino ad oggi: contro il Teramo, finalmente, Filipe ci sarà, e il tecnico potrà schierare un centrocampo molto più vicino a quello “tipo” rispetto a quanto visto sinora. «Avevo male ad entrambi i piedi, facevo fatica a camminare, e da un po’ di tempo, per questo, nemmeno io sapevo dire come stessi», sorride il centrocampista brasiliano. «Ora sto bene, ho ripreso ad allenarmi e sto lavorando per migliorare la condizione fisica. Probabilmente questa è l’unica cosa che mi manca, adesso, ma spero di essere a disposizione per sabato».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A parte, invece, hanno lavorato Mazzocco, leggermente affaticato ma recuperabile per il match di sabato, e il giovane Monteleone, che lunedì, quando la squadra soggiornerà ad Ascoli in vista del recupero di martedì a San Benedetto del Tronto, dovrebbe riprendere ad allenarsi alla Guizza con maggiore intensità. Il recupero di Filipe, insomma, toglie al tecnico il problema del regista, visto che nell’ultimo mese davanti alla difesa si erano alternati – con risultati non sempre in linea con le aspettative – sia Mandorlini, che Dettori, che Gaiola. Le novità più importanti, però, potrebbero riguardare la difesa e le fasce laterali: dietro, insieme a Cappelletti ed Emerson, Sbraga contende il posto a Russo, mentre sugli esterni scalpita Fantacci, che potrebbe scalzare Madonna. Oggi allenamento all’Appiani a porte chiuse. Nel recupero di martedì, intanto, Reggiana e Santarcangelo hanno impattato 0-0.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il recupero del brasiliano Filipe è una buona notizia, ma ad accompagnarla non ci sono indicazioni altrettanto positive per Carlo De Risio. Se in vista del match di sabato a Teramo (ore 18.30, arbitrerà Manuel Volpi della sezione Aia di Arezzo) il tecnico Oscar Brevi, che in quanto squalificato sarà sostituito in panchina dal vice Andrea Bergamo, potrà tornare ad avere a disposizione il regista brasiliano, difficilmente potrà schierare anche l’ex mezzala della Juve Stabia: De Risio, dopo essersi allenato con la squadra nella giornata di lunedì, ha infatti accusato il riacutizzarsi del dolore alla caviglia che l’aveva fermato nelle ultime due settimane. Ieri pomeriggio, per questo, non si è presentato alla Guizza per la seduta pomeridiano e ha svolto solo terapie.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il tutto mentre, poche ore prima, alle 14.30 per il Padova c’è in vista un pomeriggio di fuoco a Teramo. E magari ci sarà bisogno di una punizione di Emerson per invertire la rotta. «Non stiamo giocando bene — ammette il difensore brasiliano — ma la Lega Pro è questa, ci sono squadre che quando ci affrontano fanno la partita della vita. Noi dobbiamo accettarlo e fare meglio di così. Io a centrocampo? Se il mister vuole conosco quel ruolo l’ho già fatto in passato, ma adesso tornerà Filipe e le chiavi del centrocampo sono sue. Ci darà una grossa mano». Poi ci sono le punizioni: «Quella col Mantova l’ha tirata Dettori perché è uno specialista e la palla era molto vicina alla porta, la posizione era perfetta per un tiro a giro. Quando sarà il momento tirerò pure io». E i rigori: «Il prossimo rigore lo tirerà ancora Altinier. Solo chi tira può sbagliare, non sarà certo un errore a cambiare le cose». E la condizione in crescita: «Sono contento di me stesso, non era facile dopo cinque mesi di stop per infortunio. Mi sento meglio, la condizione è tornata. E torneranno anche gioco e risultati».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Futbol bailado , divertimento e gioia di giocare a calcio spingendo la propria squadra in vetta alla classifica, oppuree chiave per uscire dalle sabbie mobili. Cittadella e Padova si affidano all’estro e al talento brasiliano: da una parte Lucas Cossenzo Chiaretti, l’uomo dell’ultima giocata, dell’assist divino, di un invito a nozze per l’attaccante di turno: Litteri, Strizzolo e Arrighini che sia. Dall’altra Emerson Borges, che a 36 anni si vuole caricare sulle spalle il Padova e portarlo fuori dalle difficoltà e Filipe Gomes Ribeiro, che tornerà a Teramo dopo 40 giorni di stop per infortunio. «Abbiamo perso la prima partita nel campionato, ripartiamo subito lavorando duramente cercando di migliorare quello che dobbiamo migliorare per il prossimo sabato contro il Trapani». Parola di Chiaretti dopo lo 0-3 casalingo col Brescia, il risultato che suonava come un allarme rosso alle ambizioni granata nonostante il primo posto fosse al sicuro. Ma non si è perso d’animo, al Tombolato era stato uno dei meno peggio anche in un pomeriggio nero, si è rimboccato le maniche ed è ripartito. Un 2-0 in Sicilia e riecco i sorrisi: «Siamo ancora lassù — ha detto uscendo dal Provinciale — abbiamo vinto di squadra. Non importa il singolo, ma noi ci siamo sempre». E così col Frosinone Roberto Venturato punterà ancora su di lui per difendere la vetta, respingendo l’assalto dell’Hellas Verona.




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