Adesso anche lei ripeterà la solita solfa: si deve pensare soltanto alla salvezza da raggiungere il prima possibile… «No, noi non dobbiamo pensare alla salvezza». Prego? «Dico che l’obiettivo non dev’essere quello, ma semplicemente la prossima gara. Dobbiamo vivere partita per partita, senza fare previsioni a lungo termine». Manuel Iori parla con la calma che gli è consueta. Sarà anche per questo che è il capitano del Cittadella: mica solo perché l’azione riparte sempre dai suoi piedi (anche con il Trapani, a leggere le statistiche del match, nessuno ha avuto all’attivo tanti passaggi riusciti quanti lui, 46 in totale), ma anche perché pure fuori dal campo detta la linea. È stato il primo giocatore a presentarsi nella sala-stampa del Tombolato dopo la sconfitta con il Brescia ed è giustamente sempre lui a parlare, adesso che il suo Cittadella ha ripreso a correre, espugnando lo Stadio Provinciale. Lo confessi: non sentite pressioni diverse prima di scendere in campo? Sono sette giornate che siete davanti a tutti. Non dirà che non siete sfiorati neanche inconsciamente dall’idea di quel primo posto da difendere… «Non possiamo permetterci di sentire pressioni particolari: la classifica dipende dai risultati e perciò dobbiamo pensare alla prossima gara, sabato sera con il Frosinone. Punto». Dopo lo scivolone con il Brescia la risposta, però, c’è stata. Su questo converrà. «Sì, ma la gara di Trapani non era un test, perché non dobbiamo pensare a fare niente più di quanto stiamo facendo. La sconfitta del turno precedente è servita a chiarire che la Serie B è questa: un campionato in cui, se non sei al 100%, qualsiasi avversario può crearti problemi. Il Brescia è stato bravo ad aggredirci e anche il Trapani ha provato a farlo, ma nella ripresa siamo riusciti a uscire palla al piede con buoni fraseggi stretti. Nei primi 45’ abbiamo sofferto, anche per il vento, che impediva al pallone di superare la metà campo sui rinvii, e poi per la spinta degli uomini di Cosmi, che ci venivano a pressare alti. Ma siamo stati bravi a non disunirci e a portare a casa un risultato di spessore. Vincere lì non è semplice, perché non è un caso se i siciliani sono arrivati in finale playoff l’anno scorso e se non perdevano in casa da 9 mesi». Di spazi, prima della sua rete, comunque ce n’erano pochi e così ha preso lei l’iniziativa, con quella bordata da una trentina di metri. «Dedico il gol alla mia famiglia. Ho visto che nessuno veniva a contrastarmi e allora mi sono allungato la palla e… ci ho provato. In rosa abbiamo diversi validi tiratori, da Paolucci a Lora, passando per Valzania, Bartolomei e Schenetti: forse dovremmo tentarle più spesso, le conclusioni da fuori, potrebbero rivelarsi una risorsa». Aveva già segnato su rigore, a Vercelli. Adesso le manca il gol su punizione. «E anche quello di testa. L’anno scorso un paio ne ho messi dentro e mi hanno regalato molta soddisfazione». Vorrà dire che ci proverà con il Frosinone… «Ci troveremo davanti una squadra tosta. Ora è in difficoltà, ma la classifica non rispecchia il suo valore. Pensate al solo Dionisi: pochi altri in questa categoria contano su giocatori come lui».
(Fonte: Mattino di Padova)