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Ore 21.20 – Oscar Brevi (allenatore Padova): “Non sono preoccupato, ma c’è molto da lavorare. Abbiamo avuto qualche problema di troppo con gli infortuni di alcuni giocatori con determinate caratteristiche. La squadra deve recuperare un po’ di caratteristiche che in questo momento ci mancano. Dal mio punto di vista nelle prime partite creavamo maggiori pericoli. Non credo sia una difficoltà di modulo o di creare gioco, il 3-5-2 è fatto per una squadra con determinate caratteristiche. Bisogna creare la superiorità numerica e non l’abbiamo mai fatto. Il palleggio non è stato adeguato, abbiamo fatto diversi errori, non siamo riusciti a mettere nelle condizioni di farlo rendere. Sono d’accordo che non siamo stati bravi a muovere palla, per quanto riguarda Gaiola, era all’esordio, non potevamo pretendere troppo da lui, ha fatto una buona gara anche se ci aspettavamo di più. Non riusciva a smarcarsi per trovare la superiorità numerica. Non abbiamo mosso la palla adeguatamente. Litigi in campo fra Germinale e Cappelletti? Non è che bisogna ricercare problemi che non abbiamo, non credo sia giusto tirare fuori questi problemi, perché non ci sono. La linea difensiva in questo momento è quella che mi offre maggiori garanzie, Emerson non l’ho spostato a centrocampo per questo motivo, per non toccare un reparto che funziona. Non ha funzionato troppo la circolazione di palla, questo bisogna ammetterlo. Gaiola non va crocifisso, non vado a cercare un colpevole. L’attacco? Altinier e Alfageme non hanno avuto una grandissima intesa, questo bisogna dirlo, si conoscono da poco, ci vuole pazienza perché riescano a sfruttare reciprocamente le proprie caratteristiche. La prestazione? Ho spiegato i motivi per cui non abbiamo brillato, non abbiamo fatto bene quello per cui in altre situazioni siamo stati più brillanti. L’espulsione? Stavo incitando la squadra e l’arbitro ha pensato che ce l’avessi con lui. Non ho insultato nessuno, spero di esserci a Teramo. L’arbitro mi ha detto che mi ha visto sbracciare ”
Ore 21.15 – Michele Russo (difensore Padova): “Ci aspettavamo una squadra che si chiudeva, abbiamo provato a scardinarli creando sei occasioni da gol ma non ce l’abbiamo fatta. Prestazione negativa? Non sono d’accordo: loro hanno rinunciato a giocare e noi siamo stati attenti ed accorti per tutta la gara senza concedere ripartenze, ma non è bastato. A mio avviso la squadra ha avuto l’atteggiamento che doveva avere, loro erano agguerriti e ne è venuto fuori questo pareggio”.
Ore 21.10 – Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Oggi non abbiamo creato molto, anzi… Mi aspettavo qualcosa di più e qualcosa di diverso, la delusione c’è. Mancano i punti e manca quella convinzione di essere squadra. È mancata la forza ed il carattere, e se devo essere sincero questo mi preoccupa un po’… Abbiamo peccato in intensità. É difficile da dire ma sembriamo deboli dal punto di vista caratteriale, e forse lo siamo. Giocare una cosa, prepararla è un’altra perché serve spirito di sacrificio e oggi non l’ho visto…”
Ore 21.00 – Riccardo Gaiola (centrocampista Padova): “Dopo la partita di sabato ci si aspettava un passo avanti, ma è mancato qualcosa. Nel primo tempo facevamo fatica ad uscire e la manovra è stata lenta. Abbiamo avuto più occasioni di loro, ma gli episodi non ci hanno girato bene. La mia prestazione? Ero in difficoltà fisicamente, soprattutto nella parte finale del primo tempo”.
Ore 20.30 – Finale all’Euganeo: deludente pareggio a reti bianche fra Padova e Mantova. Fischi di diversi settori dello stadio
Ore 18.20 – Lega Pro girone B, fischio finale: Modena-Bassano 0-0.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La sera del primo ottobre 1920 si tenne l’assemblea generale dell’Unione sportiva Pordenonese, durante la quale «si provvide alla nomina delle commissioni per lo sviluppo delle sezioni ciclismo, podismo, calcio e alpinismo». Molti fanno risalire a quella data la nascita del Pordenone Calcio. In realtà la formazione di «football» iniziò la sua attività l’anno stesso della fondazione dell’Unione, il 1913, quando si iscrisse al campionato regionale di Terza divisione proprio con il nome di Us Pordenonese. Il calcio dei grandi club stava già cominciando a conquistare l’Italia ed erano nati da poco Torino (1890), Genoa (1893), Udinese (1896), Juventus (1897), Milan (1899). Altri (Venezia nel 1907, Fiorentina e Roma nel 1912, Parma nel 1913) stavano nascendo in quegli stessi mesi. Erano tempi di grande fervore nella città del Noncello, che veniva raggiunta anche dagli abitanti dei paesi vicini per assistere alle rappresentazioni di opere, operette e commedie; per partecipare a corsi mascherati e balli; per ascoltare concerti bandistici che allietavano spesso le serate. Pordenone era conosciuta in tutta Italia anche per il campo di aviazione della Comina inaugurato nel 1910, dal quale si alzavano in volo D’Annunzio, Baracca, Salomone e Barbieri, che in città trovavano alloggio e svago. La Grande Guerra fermò tutto, campionati di calcio compresi. Già nel 1919 però, con la voglia di tornare in fretta alla normalità, l’Us iscrisse nuovamente la sua Sezione calcio alla Terza divisione. I colori neroverdi testimoniavano il legame affettivo con Venezia. Udine anche allora era considerata rivale. Il primo ottobre 1920 ecco l’assemblea generale, alla quale si fa risalire la «nascita» convenzionale di un rampollo che aveva già 7 anni. Comunque sia, auguri «vecio Pordenon». È bello festeggiare oggi il tuo compleanno proprio in occasione del derby (arancio)neroverde con il Venezia.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Con l’altra grande, il Parma (2-4), 14 giorni or sono, i ramarri persero il primato. Con la grande di oggi, il Venezia capolista con un punto di vantaggio proprio sul Pordenone, vogliono riprenderselo. Non è un obbligo, come ama ripetere spesso, Bruno Tedino, ma certamente sarà un piacere riuscire nell’intento. DERBY NEROVERDE – Miglior attacco contro difesa top. Sarà un’emozione grandissima, non solo per i tifosi rossoneri, veder sbucare dal sottopasso Pippo Inzaghi. Ancor più di quella suscitata a maggio dall’apparizione di Rino Gattuso alla guida del Pisa. Presenze che danno l’idea di quanto sia cresciuto il Pordenone di Mauro Lovisa in questi 10 anni e di quanto ancora voglia farlo crescere l’ex bomber. Il derby neroverde (più l’arancione degli ospiti) farà record d’incasso. Saranno stipati i tre settori riservati ai supporter di casa: 680 seggiolini in tribuna, 500 nelle tribunette, 900 in gradinata locali. I botteghini oggi resteranno aperti dalle 16 per vendere i pochi tagliandi rimasti. Chiusa invece la biglietteria ospiti. Da Venezia sono attese altre 300 persone. Insieme ai locali faranno 2400 presenti, record in C. BRUNO ERMETICO – Anche se gli piace sottolineare che l’eccezionalità è rappresentata dal Pordenone a un solo punto dal Venezia e non certo dal primo posto dei lagunari, Bruno Tedino questa volta non lascia nulla d’intentato pur di operare il sorpasso. Allenamenti a porte chiuse da giovedì e nessuna indicazione sulla tattica, né sulla formazione che scenderà in campo stasera alle 20.30. «Al di là di schieramento e uomini che sceglierò – afferma il tecnico – ciò che conterà veramente sarà l’atteggiamento del gruppo. Il Venezia non è una squadra normale. È sicuramente forte, con tanti uomini che trovi facilmente sugli almanacchi del calcio e in panca un mito che conosco, anche se conosco di più il fratello Simone oggi alla Lazio. Rispettiamo la capolista, ma non ci fa paura. Io – una tantum Bruno personalizza la confernza stampa pre-gara – non alleno e non cresco giocatori che hanno paura. Ne verremo fuori bene se daremo il massimo. So – confida – che tutti i miei ragazzi sono pronti a dare il 100% e anche qualcosa di più». IPOTESI FORMAZIONE – Se il mister tace, proviamo a indovinare i primi 11 che usciranno dal tunnel. Nessun dubbio su Tomei a difesa della porta. Dietro torna disponibile Ingegneri, che quindi completerà la coppia centrale con Stefani. A sinistra De Agostini, con Pellegrini che dovrebbe avere la meglio su Semenzato. Per l’ex Bassano (così come per Parodi) non sarebbe una bocciatura, ma una pausa di riflessione. A centrocampo rientrerà Suciu, con Burrai e Misuraca. Davanti dovrebbe essersi conquistato il posto Martignago. Nessun dubbio su Arma, capocannoniere del girone con 7 gol, e Berrettoni. Cattaneo e Pietribiasi saranno pronti a entrare in corsa per cambiare, se necessario, la storia del match. ARBITRA AMOROSO – Dirigerà Carlo Amoroso di Paola. Un buon precedente con lui per i ramarri: il 3-0 rifilato al Bassano (tripletta di De Cenco) il 31 ottobre del 2015. Assistenti saranno Lombardi e Mokhtar. I cancelli del Bottecchia apriranno alle 18.45. Data la grande affluenza, la società ricorda che esauriti gli spazi macchina intorno allo stadio sarà disponibile il parcheggio di via Candiani 22. COPPA – Il Pordenone disputerà il primo turno di qualificazione della Coppa Italia di Lega Pro. Il sorteggio ha stabilito l’accoppiamento con il Südtirol. Si giocherà martedì 18 ottobre al Bottecchia, con orario da stabilire. La vincente ospiterà a novembre, nei sedicesimi, il Venezia.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) C’era stato Gattuso. E gli è andata molto bene, visto che ha ottenuto il pass per la finale play-off poi vinta con il Foggia. Non poteva non tornarci lui, che con l’ex Ringhio rossonero ha condiviso tanti trionfi con la maglia del Milan. E così Filippo Inzaghi ha scelto per il suo “buen retiro” in provincia lo stesso hotel (Antico Borgo Torricella) che aveva ospitato il Pisa la scorsa estate. La tranquillità della campagna sanvitese evidentemente ben si confà sia con la grinta del tecnico nerazzurro sia con l’apparente pacatezza dell’allenatore del Venezia. Unica differenza: ieri all’arrivo del pullman che trasportava Superpippo e la sua squadra non c’era lo stuolo di tifosi rossoneri in attesa, come invece lo scorso 27 maggio per l’arrivo di Rino. Ma il motivo è presto detto. E non riguarda il maggiore affetto nei confronti dell’uno o dell’altro. Semplicemente, i tifosi del Milan che vivono a Pordenone e dintorni avevano già avuto modo di abbracciare Inzaghi nel corso delle due settimane di ritiro che il Venezia ha trascorso in Piancavallo durante l’estate. Comunque sia, potrebbero esserci altre occasioni. E fra non molto. Ieri è stato, infatti, reso noto il calendario della coppa Italia di Lega Pro. Il Pordenone scenderà in campo martedì 18 ottobre (orario ancora da stabilire) al Bottecchia con l’Alto Adige, formazione che i neroverdi sfideranno anche 4 giorni dopo (sabato 22), ma a campi invertiti, in campionato. Ebbene, se Stefani e compagni dovessero passare il turno, sulla loro strada incrocerebbero proprio il Venezia di Inzaghi, in una data variabile (per esigenze televisive) tra il primo, il 2 e il 9 novembre. E ancora al Bottecchia. Il regolamento della coppa prevede che nei primi due turni si disputino soltanto gare a eliminazione diretta e senza appello: qualora perdurasse la parità al novantesimo, si disputeranno supplementari ed eventuali rigori. La squadra di Tedino approda nella competizione di Lega Pro dopo aver provato l’ebbrezza della Tim cup, in cui ha superato agevolmente il primo turno (5-2 al Grosseto), prima di arrendersi (2-0), ma soltanto nell’overtime, alla Ternana, formazione di serie B.
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) «Il Pordenone è più avanti di noi, a livello di squadra, e il Venezia è la vera sorpresa del campionato», aveva affermato Filippo Inzaghi. Bruno Tedino preferisce non replicare. O almeno non direttamente. «Perché devo farlo? – domanda il tecnico neroverde –. Ognuno ha la sua opinione e in questo momento è anche giusto che si vogliano spostare le attenzioni sugli altri. Inzaghi è un ottimo allenatore, che non lascia nulla al caso. Un grande studioso di calcio». Poi, però, il tecnico del Pordenone entra proprio in entrambi i concetti del suo illustre collega: «Il Pordenone rispetto all’anno scorso ha tenuto il portiere, i due centrali difensivi e pochi altri. Abbiamo ancora bisogno di tempo per trovare il giusto amalgama. Quest’estate è come avessimo messo assieme tante persone di nazionalità diversa che provano a capirsi con i gesti. La passata stagione tutti sapevano in anticipo ciò che avrebbe fatto il compagno». A proposito di giocatori, Tedino si sofferma per un attimo su quelli del Venezia e ne tesse le lodi: «Sono fuori categoria. Ma non lo dico io. Lo dicono gli almanacchi. Anche per questo il Venezia me l’aspettavo in testa. E’ stato costruito per stare lì dov’è». Nessuna sorpresa, dunque. Come non stupisce il sano realismo cui Tedino ha ormai abituato la platea neroverde: «Il Venezia è una grande squadra, che, come ho sempre detto, considero, assieme a Parma e Reggiana, uno scalino sopra le altre. Anche questa gara potrà dirci se possiamo sperare di impensierirle». Rispetto al match col Parma di due settimane fa, in cui il Pordenone passò dal trionfo allo sconforto, il tecnico cittadino si augura ovviamente un film diverso, almeno nel finale. «Non dobbiamo permettere, come successo con i ducali, che la gara si metta sulla fisicità. Così perdiamo le nostre caratteristiche». Il risultato di stasera, tuttavia, non è considerato fondamentale. Anche se una vittoria neroverde potrebbe significare nuovamente primato solitario. «Sono partite bellissime da giocare – osserva ancora Tedino –, però i punti in palio col Venezia sono gli stessi di quelli con la Maceratese. Fondamentale non è la prestazione singola, ma la continuità di risultati. A questo noi dobbiamo guardare. Detto ciò, a chi non piacerebbe trovarsi di nuovo solo in vetta?».
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Stesso teatro, stracolmo come allora. Se non di più. Stessi riflettori e stessa inebriante atmosfera da sfida di altra categoria. Ma qualcosa stasera il Pordenone proverà a cambiare: il copione. Perché col Parma, cui si riferisce quell’“allora”, appena due settimane fa, fu scritta una favola per un’ora. Poi, però, arrivarono i “mostri”, calcisticamente parlando, che tramutarono il castello fatato in uno di sabbia, pronto a disgregarsi sotto i colpi di Nocciolini e Calaiò. Grandi firme. Il Bottecchia riapre a una grande. Stavolta si chiama Venezia: è la capolista, imbattuta, con un punto in più del Pordenone. E’ una big in campo, con tanti nomi illustri tra cui i due ex Udinese Maurizio Domizzi e Alexandre Geijo. Lo è ancora di più in panchina, dove siede un campione del mondo come l’ex milanista Filippo Inzaghi. Ma il Pordenone proverà a trasformare quella magnifica ora col Parma in 90 minuti e oltre. Una vittoria significherebbe sorpasso e nuovo primato solitario. La sfida. Se sarà, sarà proprio grande. Perché al Bottecchia si presenta la migliore difesa del torneo. Appena due reti al passivo. E non subite da avversarie qualunque, bensì da Reggiana e Parma, le altre corazzate del girone. Un test a dir poco severo per il miglior attacco del campionato. Stasera ci sarà proprio questo confronto agli antipodi, la macchina da gol neroverde, con Arma (7 reti su 14) nelle vesti di autentico mattatore, contro il muro che Inzaghi ha saputo elevare in laguna. Chi avrà la meglio? Fantasia. Forse l’esito della sfida dipende anche dalla risposta a quel quesito. Ma senza dimenticare il “mezzo”. Perché tra la miglior difesa e il miglior attacco ci stanno due centrocampi ricchi di inventiva. Alex Pederzoli da queste parti non ha bisogno di presentazioni. La scorsa stagione accendeva la luce neroverde. Ora i colori sono simili, la maglia no. Grazie alle sue giocate sognano i tifosi del Venezia. Quelli del Pordenone lo ricordano con affetto. Ma i loro occhi ora sono tutti per Salvatore Burrai, il nuovo geometra dell’ambizioso progetto chiamato Lega Pro di vertice. Pienone. Sono attesi in tanti stasera sugli spalti del Bottecchia. Il record della sfida col Parma dello scorso 17 settembre dovrebbe essere abbattuto. Si aspettano più di 2.300 spettatori. Tribune coperte e scoperte esaurite. Rimane qualche posto nella gradinata locali ed è per questo che (dalle 16) sarà aperta la biglietteria centrale dello stadio. Chiusa, invece, quella degli ospiti. Saranno 300 o poco più i sostenitori del Venezia. Per tutti, cancelli aperti dalle 18.45. Le ultime. Tedino non ha voluto svelare il modulo con cui si opporrà a Inzaghi. Così il dilemma resta quello di sempre: 4-3-3 o 4-4-2? A Macerata, nella gara che ha prontamente cancellato l’amarezza per il ko con i parmensi, si è optato per la seconda soluzione. Stavolta l’indiziata maggiore è la prima. Con le novità annunciate a livello di formazione, ovvero i rientri di Ingegneri al centro della difesa e di Suciu in mezzo. Solito ballottaggio Pellegrini-Semenzato sugli esterni. Il tecnico neroverde deciderà all’ultimo.
Ore 17.20 – Lega Pro girone B, fine primo tempo: Modena-Bassano 0-0.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dopo Parma e Ancona il Venezia capolista cerca un altro colpaccio «da grande» a Pordenone. Un super derby triveneto quello di stasera allo stadio Bottecchia (ore 20.30), con gli arancioneroverdi primi della classe attesi dalla loro diretta inseguitrice staccata di un solo punto. Ma Pordenone-Venezia è una sfida nella sfida per Alex Pederzoli, il regista che in estate pur di ritentare la fortuna in laguna non ha esitato a rescindere il contratto che l’avrebbe legato ai «ramarri» fino al 2018. «Pordenone è un’isola felice, un ambiente eccezionale che sul piano umano mi ha dato tantissimo, in primis per la serietà dei dirigenti e la cultura di tifosi che pensano a sostenere la propria squadra anziché a dare addosso agli avversari. Tornarci da avversario è una grande emozione – confida il 32enne piacentino -, ho fatto un’altra scelta professionale ma il presidente Lovisa è stato un signore, ha capito e non mi ha in alcun modo ostacolato». Il team di Pippo Inzaghi guarda tutti dall’alto e Pederzoli con molta franchezza ammette: «Onestamente non me l’aspettavo, perché quando costruisci da zero ci vuole tempo per trovare le giuste dinamiche di gruppo e di squadra. Siamo a buon punto e vincere aiuta a vincere, ecco perché stasera non firmo per un pareggio potendo inseguire altri tre punti pesanti». Quello del playmaker è un ruolo sempre sotto osservazione: quanto Pederzoli sente di avere già in mano il Venezia? «Innanzitutto a differenza di Pordenone qui posso anche fare il gregario, ruolo che mi va benissimo. Fortunatamente possiamo schierarci in vari modi, io ho giocato soprattutto da centrale a tre, ma è chiaro che quando ti marcano a uomo tutto diventa più complicato. Per questo mi trovo benissimo anche con Fabris in una linea a quattro». Naturalmente l’ex neroverde non è affatto stupito di ritrovare il Pordenone dove l’aveva lasciato. «Non mi sorprende sia per il mix di giocatori fortissimi, sia per la possibilità di giocare da eterni sottovalutati. Il Venezia invece sa bene che stasera affronterà una grande squadre, servirà una super prestazione aggredendoli a tutto campo per 90’».
Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sfida al vertice per il Venezia, che stasera al Bottecchia affronta la vicecapolista Pordenone. Un solo punto di distanza tra le due squadre e ambizioni simili. «Il Pordenone è una squadra solida, quadrata e, come ha detto il suo presidente Lovisa, è tra le favorite del campionato — avverte mister Filippo Inzaghi alla vigilia — siamo noi, piuttosto, la sorpresa visto che siamo una squadra totalmente rinnovata. Non era scontato trovarci subito così in alto». Miglior difesa per gli arancioneroverdi con appena due gol subiti (7 segnati in 4 vittorie e 2 pareggi), miglior attacco per i neroverdi con 14 reti segnate (8 subite in 4 vittorie, un pareggio e una sconfitta), di cui ben 7 dal bomber marocchino Rachid Arma. «Non mi preoccupo di un solo giocatore — dice Inzaghi — mi interessa la forza del Pordenone, di cui Arma è il terminale offensivo. Sono un’ottima squadra in tutti i reparti, hanno una rosa ampia che gli consente di variare il sistema di gioco». Bruno Tedino recupera il centrale Ingegneri, che rappresenta una pedina fondamentale per la difesa dei «ramarri» friulani. Inzaghi, invece, dovrà fare a meno dei due terzini Garofalo e Baldanzeddu, al secondo e ultimo turno di squalifica. La società sperava di riavere in extremis Baldanzeddu, per il quale era stato presentato ricorso, ma ieri è arrivata la sentenza negativa della Corte sportiva d’appello. «Nel complesso siamo stati molto penalizzati — commenta il ds Giorgio Perinetti — ma del resto il guardalinee ha confermato la sua versione». Di fatto Baldanzeddu era stato punito per aver «sbracciato» contro il suo avversario a gioco fermo ma nell’ambito di un calcio di punizione, circostanza che non è stata presa nella dovuta considerazione. Stasera, dunque, torneranno a coprire le fasce Malomo da una parte e Pellicanò dall’altra, a meno che Inzaghi non preferisca affidarsi alla difesa a tre: «Valuterò il sistema di gioco più adatto — dice — e, come sempre, sceglierò i migliori giocatori a disposizione». Chiusa la prevendita, oggi al Bottecchia saranno più di duecento i tifosi arancioneroverdi. Con loro anche il nuovo gruppo «VeneziaMestre 1987» che si è staccato dalla Curva Sud. Decisi infine i primi due turni della Coppa Italia. Il Venezia giocherà i sedicesimi contro la vincente di Pornenone-Sud Tirol a inizio novembre.
Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) Dopo Reggiana e Parma, ecco il Pordenone. Altra sfida ad alta quota allo stadio-velodromo Bottecchia per il Venezia che stasera prova a smorzare gli assalti della squadra di Tedino, intenzionata a scavalcare gli arancioneroverdi per riprendersi il primo posto perso a causa dello scivolone interno con il Parma. Sfida-nostalgia per Alex Pederzoli, sfida revival per D’Arsiè e Semenzato. Inzaghi non potrà contare su Ivano Baldanzeddu visto che ieri la la Corte Sportiva d’Appello Federale ha respinto il ricorso del Venezia che puntava ad annullare la seconda giornata di squalifica del terzino. Venezia che rischia di ritrovare il Pordenone anche in Coppa Italia: ieri è stato ufficializzato il calendario, i friulani dovranno misurarsi nel turno preliminare con il Sudtirol, se si qualificano scatta l’abbinamento con il Venezia, gara secca. Resterà il dubbio, almeno fino a stasera: difesa a quattro o a tre per Inzaghi? Nel primo caso dentro forse Malomo per Luciani con la conferma di Pellicanò a sinistra, nel secondo caso Cernuto e Malomo si giocano una maglia al fianco di Modolo e Domizzi. Occhio al pericolo Arma: sette gol in sei partite per l’attaccante marocchino, metà del bottino complessivo (14) del Pordenone, squadra top del girone in fase offensiva. Occhio ai primi minuti: il Venezia ha incassato i due gol al 2′ (Evacuo su rigore a Parma) e al 5′ (Nolè della Reggiana al Penzo). Dall’altra parte Tedino recupera Ingegneri, assente con Parma e Maceratese, al centro della difesa con Parodi che scala in panchina, Semenzato dovrebbe rimanere a destra, anche se Pellegrini scalpita. Il pallino del centrocampo sarà nelle mani di Burrai, l’uomo chiamato a sostituire Pederzoli, con Buratto e Suciu (o Cattaneo, che ha vinto l’Italian Sport Awards come miglior gol di Lega Pro nella stagione passata) al fianco. Martignago andrà a completare il tridente offensivo con Arma e Berrettoni. Probabili formazioni. Pordenone (4-3-3): 1 Tomei; 13 Semenzato, 4 Stefani, 5 Ingegneri, 3 De Agostini; 20 Buratto, 8 Burrai, 6 Suciu; 14 Martignago, 9 Arma, 10 Berrettoni. A disposizione: 12 D’Arsiè, 2 Pellegrini, 13 Marchi, 15 Parodi, 24 Filinski, 16 Cattaneo, 18 Broh, 21 Gerbaudo, 7 Azzi, 19 Raffini, 23 Pietribiasi. Allenatore: Tedino. Venezia (4-4-2): 1 Facchin; 5 Malomo, 13 Modolo, 6 Domizzi, 14 Pellicanò; 24 Fabris, 4 Pederzoli, 7 Bentivoglio, 17 Marsura; 9 Ferrari, 19 Geijo. A disposizione: 12 Sambo, 22 Vicario, 2 Luciani, 3 Galli, 25 Cernuto, 8 Soligo, 15 Stulac, 21 Acquadro, 11 Tortori, 18 Moreo, 20 Edera. Allenatore: Inzaghi. Arbitro: Amoroso di Paola.
Ore 16.25 – Lega Pro girone B, fischio finale: Lumezzane-Reggiana 0-0, Sambenedettese-Parma 2-2, Santarcangelo-Ancona 0-0, SudTirol-Teramo 1-1.
Ore 15.50 – (Gazzetta di Modena) Il Bassano sogna un’altra stagione da protagonista, dopo aver sfiorato per due volte la promozione in serie B. La formazione veneta poggia su basi solidissime, gestita in maniera sapiente ed ambiziosa dal fondatore del noto marchio di abbigliamento Diesel, Renzo Rosso, e dal figlio Stefano; in questa stagione ha sin qui raccolto 11 punti, frutto di tre vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta, ed è reduce dalla roboante vittoria per 4-0 contro il Santarcangelo. La vetta della classifica dista tre punti, dunque risulta chiaro con quale obiettivo i giallorossi si presenteranno al Braglia: «Abbiamo grande voglia e lo dimostreremo – ha dichiarato mister Luca D’Angelo – ma non dovremo sottovalutare il Modena, una formazione forte e di qualità nonostante le difficoltà incontrate. La classifica non conta, dovremo cercare di fare la partita come sempre, perché il Modena avrà voglia di rivalsa. Per fare punti, oltre all’aspetto motivazionale, occorre il gioco. Ho la fortuna di allenare un gruppo molto unito, che come valori umani è sicuramente da primo posto».
Ore 15.40 – (Gazzetta di Modena) Niente da fare per Schiavi, alla cui assenza si aggiungono quelle di Salifu e Calapai, poche speranze di recupero per Olivera, convocato ma destinato alla panchina. Il Modena si trova per la prima volta a dover fare i conti con una mini-emergenza che colpisce in particolare il centrocampo: se Pavan non vorrà rischiare dal primo minuto Laner, recuperato dopo due settimane di stop, e non potrà impiegare Olivera, vittima di una forte contusione al piede che solo ieri gli ha permesso di allenarsi in gruppo, le scelte di uomini e modulo saranno obbligate. Dal 4-3-3 si passerà al 4-2-3-1, con Giorico e Besea unici mediani pronti per giocare titolari. Il cambio di modulo era comunque stato già sperimentato in settimana. «Salifu – ha svelato ieri Pavan – sarebbe stato titolare», discorso identico per Schiavi, ma i due saranno costretti a rimanere ai box per problemi muscolari rispettivamente ai flessori e agli adduttori della coscia destra. È del ghanese il guaio più grave, con uno stop di un paio di settimane. Nel trio di mezze punte sarà Loi a fare compagnia a Basso e Tulissi: quest’ultimo agirà alle spalle di Diakite, rilanciato titolare nel ruolo di prima punta. In difesa tornerà Accardi sulla destra, Popescu leggermente favorito su Minarini a sinistra.
Ore 15.30 – (Gazzetta di Modena) La parola d’ordine è sempre la stessa, riscatto. Sì, ma quando? I tifosi del Modena sperano presto di svegliarsi da un incubo e poter finalmente assistere a questo benedetto riscatto, perché i risultati da mesi vanno in tutt’altra direzione. Prima la retrocessione, poi il drastico ed inevitabile ridimensionamento, ora un inizio di stagione dalle prospettive tutt’altro che incoraggianti, con una sola vittoria dopo sei gare. C’è voglia di rivedere un Modena vincente e di poter gioire al Braglia, dove i tre punti mancano da quasi 6 mesi e i canarini segnano con il contagocce. Per evitare che la situazione precipiti fino a diventare straziante serve una reazione d’orgoglio, quella che ci dovrà essere già oggi nonostante al Braglia si presenti una tra le formazioni più attrezzate e meglio gestite della categoria, un Bassano che nelle ultime stagioni ha dimostrato di poter legittimamente ambire alla serie B. Se l’assenza di risultati è davvero una semplice questione di atteggiamento e mentalità, come ormai ribadito in tutte le salse da giocatori e tecnico, servirà far capire al popolo gialloblù che le cose stanno così e i problemi, invece, non sono altri. Perché una settimana fa, prima di sfidare il fanalino di coda Ancona, si dicevano le stesse cose ed in campo il Modena non si è visto se non per il palo colpito su punizione da Giorico. È prima di tutto compito di Simone Pavan provare a far suonare la sveglia: «Ad Ancona – ha dichiarato alla vigilia – abbiamo fatto un passo indietro. Sono dispiaciuto in particolare per l’approccio alla gara, perché non mi sarei aspettato di vedere la squadra così in una partita che tutti volevamo assolutamente vincere per riscattare la sconfitta nel derby. Forse abbiamo inconsapevolmente accusato ancora il colpo dei due gol subiti in pochi minuti con la Reggiana. Nelle due gare precedenti avevo visto una mentalità molto simile a quella che sin dal ritiro sto cercando di inculcare ai giocatori, mi sarebbe piaciuto fare un passo avanti anziché indietro. È un periodo anche sfortunato, nel quale alla prima occasione subiamo gol, e questo sicuramente non aiuta. I ragazzi, però, non devono abbattersi ma continuare a lavorare come stanno facendo, pensando che ogni gara è un’occasione di riscatto. Massimo rispetto per il Bassano, una squadra molto competitiva, ma dobbiamo preoccuparci prima di tutto di noi stessi, capire che i risultati si ottengono con l’atteggiamento giusto per tutti i novanta minuti, giocando con fame, cattiveria e voglia di onorare la maglia che si indossa. Ed è stato proprio questo il compito più grande della settimana anche da parte mia: allenare la squadra sotto l’aspetto mentale ancor prima che sotto quello fisico. Se mi sento a rischio? No».
Ore 15.20 – Lega Pro girone B, fine primi tempi: Lumezzane-Reggiana 0-0, Sambenedettese-Parma 1-1, Santarcangelo-Ancona 0-0, SudTirol-Teramo 0-1.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A Modena non si scherza, parola di Luca D’Angelo. Ecco perché oggi al Braglia (ore 16.30), il Bassano cercherà di mettere sul piatto della bilancia le qualità che gli hanno permesso si spingersi sul terzo gradino del podio, in scia a Venezia e Pordenone, a loro volta avversari stasera al Bottecchia. Sulla carta è un turno che potrebbe sorridere al Bassano, anche se il Modena è squadra da prendere con le pinze: «l Modena è una formazione di qualità — sottolinea D’Angelo — il fatto che in queste prime gare abbiano riscontrato delle difficoltà è l’ennesima dimostrazione di quanto questo campionato sia difficile. La classifica però non conta nulla, dovremo cercare di fare la partita come sempre». D’Angelo poi si sbilancia, cosa che gli capita raramente: «Questo gruppo è da primo posto, sono tutti bravissimi ragazzi, vanno d’accordo tra loro e questo è la base per il raggiungimento di qualsiasi tipo di risultato. Il merito di ciò va condiviso con la società che ha scelto questi ragazzi e ai giocatori stessi per aver creato armonia».
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Il timore di finire fritto come lo gnocco, ineguagliabile specialità gastronomica di quelle parti, il Bassano deve avvertirlo, anche se sinora a farsi friggere sono andate le ambizioni di immediata risalita dei canarini, fradici e spauriti. Ma nonostante un roster da serie B dalla cintola in giù e con qualche eccellente interprete anche in prima linea (Diakite), Modena è inquieta. La curva aspetta al varco i gialloblù e aspetta soprattutto che il patròn Caliendo si levi di torno. Il successo pomeridiano non rappresenterebbe la panacea di tutti i mali ma eviterebbe una settimana di guerriglia.PARLA D’ANGELO. «Della situazione emotiva del Modena ci deve interessare zero – arringa i suoi il precettore virtussino – a me preme che i miei mettano in campo una prova di grande intensità combinando qualità ad agonismo e ovviamente provando a finalizzare come col Santarcangelo. Le sensazioni sono buone».CAMPO DISSESTATO. «Lo so anch’io che il fondo del Braglia è pessimo, tuttavia non mi piacciono gli alibi. Il campo era brutto e gibboso anche ad Ancona e spetta a noi adattarci – sottolinea – naturalmente per una squadra abituata al palleggio è negativo manovrare in quelle condizioni ma abbiamo le risorse per cavarcela. Alla fine il calcio è uno solo: recuperare il pallone il più in alto possibile e cercare la profondità subito per puntare alla porta, non ci sono soluzioni differenti. Ed è quello che tenteremo di fare anche oggi».GRUPPO DA PRIMATO. «Il legame che c’è in spogliatoio è da primo posto, un’armonia unica, posso assicurarlo – confessa – come la nostra addetta stampa Sara Vivian anche la solidità del gruppo è da numeri uno e ne sono fiero e orgoglioso».Ballottaggi Bianchi-Cenetti in mezzo e Fabbro-Maistrello sottoporta. Semplici dettagli, ora importa solo mettere il canarino in gabbia.
Ore 14.30 – (Il Centro) La vittoria in trasferta, in casa Teramo, manca da 252 giorni. Il Diavolo, di scena oggi a Bolzano contro il Sudtirol (ore 14,30), vuole finalmente sfatare il tabù esterno in coincidenza con il viaggio più lungo della stagione (623 chilometri). I quattro punti raccolti nelle prime due gare dell’era Nofri rappresentano per il Teramo una iniezione di fiducia importante per affrontare al meglio gli altoatesini e continuare la risalita in classifica. Il Sudtirol affianca i biancorossi a quota 5 ed è a secco di successi dalla prima giornata. Il tecnico Federico Nofri, però, non si fida del periodo negativo degli avversari e mette in guardia i suoi ragazzi. «È una partita che, rispetto a quella con il Fano, ha un grado di difficoltà maggiore», dice il tecnico biancorosso, «perché il Sudtirol ha giocatori bravi ed è particolarmente insidioso nel reparto avanzato. Dobbiamo giocare di squadra per conquistare un risultato positivo. Gli obiettivi? In questo momento il nostro pensiero primario deve essere la salvezza. Facciamo un passo alla volta. Quello con il Sudtirol, classifica alla mano, è uno scontro diretto e non possiamo permetterci di sbagliare». La settima giornata del girone B di Lega Pro, oltre alla sfida dello stadio Druso di Bolzano, prevede interessanti incroci al vertice come Pordenone-Venezia (20,30) e Sambenedettese-Parma (14,30). Le formazioni. Sono 21 i convocati per la lunga trasferta altoatesina. Assenti gli infortunati Carraro, Karkalis e Orlando e i baby Cesarini, Mantini e Fratangelo. Il Teramo, salvo sorprese, confermerà gli stessi titolari schierati di sette giorni fa col Fano. Non sembrano esserci dubbi sull’impiego del terzino D’Orazio. L’esterno Mirco Petrella va a caccia della prima rete stagionale mentre in mediana il 20enne Steffè affiancherà di nuovo Ilari, con Bulevardi riproposto sull’out sinistro. In avanti agiranno Sansovini (tre gol finora) e il brasiliano Jefferson. Panchina per il centrocampista Davide Petermann, ex dell’incontro. Nel Sudtirol il tecnico William Viali, sulla cui panchina inizia ad addensarsi qualche nube, dovrebbe utilizzare ancora il 4-3-3. Rispetto al ko di lunedì con la Reggiana è possibile il rientro degli esperti Obodo (ex Perugia), a centrocampo, e Tulli, in attacco. Assente il difensore Lomolino, infortunato al ginocchio. Una curiosità: l’ultima sfida tra Sudtirol e Teramo risale all’estate del 2014, in Tim Cup. La gara si chiuse 3-2 per gli altoatesini e, tra i biancorossi, doppietta di Lapadula. In campionato, invece, gli unici incroci risalgono al 2001-2002 (serie C2) e a vincere fu il Teramo sia all’andata che al ritorno. Coppa Italia. È la Lupa Roma l’avversaria della squadra di Nofri nel secondo turno (sedicesimi) della Coppa Italia di Lega Pro. La partita, in gara unica, si disputerà al Bonolis in una data (ancora da stabilire per esigenze tve) calendarizzata tra l’1, il 2 o il 9 novembre. La Lupa Roma è nel girone A di Lega Pro e ha 5 punti in classifica. La data e l’orario dell’incontro del Bonolis verranno ufficializzati dopo la conclusione del primo turno di Coppa, il 18 e 19 ottobre.
Ore 14.20 – (Alto Adige) All’assalto del Teramo per la conquista dei tre punti. L’Alto Adige non ha alternative, sotto ogni punto di vista. Tornare alla vittoria davanti al pubblico amico, è importante per scacciare i possibili incubi derivanti da una graduatoria deficitaria e, nello stesso tempo, ricaricare le pile motivazionali, lentamente scaricate da positive prestazioni ma non arricchite dal risultato. E’ venuto il momento di giocare per la “pagnotta”, ovvero giocare per i tre punti così da rilanciare quotazioni ed entusiasmi. Al Druso arriva il Teramo in serie positiva da due turni, e che nell’ultimo ha sconfitto proprio il Fano, avversario contro il quale i biancorossi siglarono l’unica vittoria di questo inizio torneo. Un bilancio, quello dei biancorossi, che bisogna assolutamente rimpinguare. “E’ l’ennesima partita importante – dichiara mister Viali – soprattutto perchè sotto l’aspetto dei punti ci manca qualcosa. Alla squadra manca soltanto il risultato perchè per il resto l’atteggiamento è quello giusto. E’ chiaro anche che la sola prestazione a questo punto è evidente che non basta…la squadra ne è consapevole ed ha voglia di togliersi le giuste soddisfazioni”. In terra abruzzese la sfida del Druso è stata presentata come uno dei tanti confronti diretti per la salvezza. Concetto un po’ prematuro ma che, alla luce della classifica attuale, potrebbe diventare un argomento di attualità . “Scontri diretti? Nelle prime quindici giornate del torneo credo che sia veramente relativo che si possa parlare di questo. Sotto esame? Chi va questo lavoro vive anche di queste situazioni. Comunque non mi sento sotto esame, anche perché sono uno che pretende molto da se stesso e quindi mi metto sotto esame da solo. In ogni caso non percepisco questo da parte della società e soprattutto da parte dei ragazzi, vivo in un ambiente dove si respira molta fiducia”. Fiducia che si respira anche in casa biancorossa abruzzese, soprattutto grazie alla “svolta” operata dal nuovo tecnico Onofri. “Al di la del percorso complessivo – spiega Viali – è significativo che con il cambio dell’allenatore hanno conquistato quattro punti. Il Teramo ha un organico di categoria superiore e soprattutto una rosa che offre molte possibilità di scelta. E’ una squadra molto forte fisicamente, ha una media di struttura molto alta è anche nel reparto offensivo hanno giocatori di qualità come Sansovini, Jefferson e Petrella. Sarà una sfida insidiosa, ma cercheremo di essere noi stessi”. Il Teramo richiede ogni attenzione, ma l’obiettivo dell’Alto Adige è quello dei tre punti. Ad ogni costo. La formazione anti-Teramo ricalcherà con ogni probabilità quella vista al Mapei Stadium, quindi con il giovane Vasco in campo sin dall’inizio, così una chance potrebbe averla il puntero Sparacello. “Ogni partita è diversa dall’altra e, di conseguenza, sceglierò i singoli in base alle caratteristiche dell’avversario. – conclude Viali – Battere il Teramo per avviare un nuovo percorso? E’ oggettivo che stiamo vivendo un periodo che non ci dice bene ma per quanto riguarda il percorso nuovo credo che sia stato già avviato, perchè quello che stiamo facendo è positivo anche se la discriminante rimane la mancanza di punti. Ogni partita rappresenta un’occasione per migliorare e portare a casa i punti che abbiamo perso in passato”.
Ore 14.00 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana oggi scenderà in campo a Lumezzane con la consapevolezza che non sarà una partita facile, ci saranno dei momenti in cui si dovrà essere bravi a soffrire e altri in cui si avrà in mano il pallino del gioco. Proprio per questo motivo Leonardo Colucci, che vuole una prestazione da grande squadra, manderà in campo chi è al meglio dal punto di vista fisico, perché ora iniziano due settimane difficili, con tante partite e la squadra deve sempre essere al massimo della condizione. Il punto sull’infermeria? «E’ ancora piena, con i soliti noti che stanno recuperando e Sbaffo che, anche se ha iniziato a lavorare con il gruppo non è ancora al massimo della condizione. A loro si è aggiunto Bonetto che non credo sarà in grado di giocare. Trevisan non è ancora al 100% ma sarà dei nostri». Che Reggiana è quella vista fino ad oggi? «E’ una Reggiana che prova a giocare la partita, perché se devo calciare la palla avanti senza idee preferisco tenerla tra i piedi, perché il pallone è uno e se ce l’ho io corro meno rischi. Non vedo perché non dovremmo fare il giro palla, dobbiamo essere poi bravi a verticalizzare. In più ci sono 4 giocatori che non ho ancora mai allenato». A Lumezzane non sarà facile. «Sappiamo che dobbiamo fare una grande prestazione, perché non basta chiamarsi Reggiana per vincere le partite e, questo i ragazzi lo sanno. E’ vero che ci sono due giorni in meno di recupero, però la prestazione di carattere voglio che venga fatta». Che partita si aspetta? «Loro giocano bene, hanno giocatori di gamba, si chiudono bene e ripartono. Noi dobbiamo fare una partita da grande squadra, avere pazienza e colpire quando l’avversario ci darà la possibilità di farlo». Ormai non ci si può più nascondere… «Sono 10/11 squadre le favorite di questo girone. Pordenone e Bassano l’anno scorso sono arrivate davanti, Venezia e Parma sono corazzate. Noi dobbiamo giocare senza pressione poi è normale che chi fa questo mestiere ha l’ambizione di provare a vincere sempre». Squadra che vince non si cambia? «I dubbi ci sono sempre e, in più ci saranno 4 partite in 13 giorni, dobbiamo anche valutare la condizione fisica dei ragazzi e il possibile recupero dei fastidi. Giocherà chi è al 100% fisicamente». Segnano gli attaccanti, i centrocampisti? «Ha segnato Angiulli però chiedo anche agli altri di arrivare in area e anche su palla inattiva dobbiamo fare gol. Finché fanno gol gli attaccanti però va bene, però poi gli puoi anche chiedere un ripiegamento in più, deve segnare la Reggiana. L’importante è farne uno in più dell’avversario».
Ore 13.50 – (Gazzetta di Reggio) Se negli ultimi due impegni di campionato erano stati i granati a giocare con addosso la pressione di dover fare risultato a tutti i costi, per non perdere terreno dalle prime sempre vincenti, oggi Lumezzane-Reggiana delle 14.30 sarà la partita apripista della giornata e consentirà agli uomini di Leonardi Colucci di affrontare i rossoblù con maggior serenità anche in virtù di un calendario che mette di fronte le prime due e la terza contro la quarta, ossia Pordenone-Venezia e Sambenedettese-Parma. Perciò, comunque vada la sfida dello stadio Tullio Saleri, i granata non potranno essere distanziati da tutte le rivali ed, inoltre, martedì sera è in programma il recupero casalingo col Santarcangelo che potrebbe proiettare Perilli e compagni nelle zone apicali della classifica. Tre punti che naturalmente la truppa di Filippini non sarà disposta a cedere. La squadra avversaria ha una rosa competitiva, come dimostra il fatto che ha 7 punti dopo aver giocato con Parma, Bassano, Feralpisalò e Venezia. Lo stesso allenatore bresciano ha parlato di match temuto dai suoi ma che si deciderà nei duelli di centrocampo. Dalle parti di via Agosti invece si continua a ripetere come tutte le gare siano ugualmente importanti, secondo Rozzio addirittura «vanno tutte considerate come derby da vincere», ma è chiaro che dopo aver fatto la voce grossa con alcune grandi del girone (escludendo l’esordio di Bassano) tutti si aspettano di approfittare di questo filotto di quattro gare più abbordabili, iniziato lunedì e che terminerà sabato prossimo col Fano, per provare a scappare. Difficile ipotizzare l’undici che si opporrà al 4-3-3 locale perché le alternative non mancano in ogni settore -Marchi è pienamente recuperato- ed il trainer ci ha abituato a fare le scelte finali dopo il risveglio muscolare della mattina ma pare intenzionato a confermare il 4-3-1-2 col trequartista, Nolè o Sbaffo, dietro alle due punte per creare maggior coesione tra mediana e reparto offensivo. Sugli spalti sarà l’ennesimo esodo di tifosi granata per far sentire la squadra ancora in casa ma, stavolta, ci sarà anche il presidente Mike Piazza, tornato in città in questi giorni per portare nuovi sponsor americani e per promuovere l’internazionalizzazione della Reggiana. La stella del baseball durante il soggiorno negli States è rimasto in costante contatto con staff e giocatori, spronando tutto l’ambiente, perché anch’egli è consapevole che l’importante futuro che tutti si augurano passa anche da gare come questa.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quella di Chiavari è una trasferta che non ha precedenti favorevoli per il Vicenza che nella scorsa stagione perse 4-1 al termine di un match in cui la squadra di Pasquale Marino, allora tecnico biancorosso, venne quasi travolta dalla Virtus Entella. Le difficoltà alla vigilia sembrano molte anche quest’anno, con il Vicenza che si presenta con assenze importanti: l’avversario gode di un ottimo periodo di forma e il sintetico ha sempre messo in difficoltà gli ospiti. Franco Lerda però, come al solito, non vuole sentire parlare di alibi e chiede ai suoi una prova d’orgoglio. «Siamo sereni, abbiamo archiviato il pareggio con l’Avellino e ci siamo preparati bene per una partita difficile come questa. La loro squadra è più o meno la stessa della scorsa stagione, con pochi innesti tipo quello di Tremolada e la conferma del blocco del gruppo determina che loro siano più avanti di noi. Inoltre, è non è una scusante, il loro campo sintetico è proprio brutto, usurato, per questo cercheremo di uscire magari un po’ prima per cercare di capire i rimbalzi del pallone e scegliere bene gli scarpini. Con questo voglio ribadire che comunque non voglio sentir parlare di alibi e scuse, noi dobbiamo pensare a giocare bene e tanto basta». Per centrare un risultato positivo a Chiavari servirà tornare al gol, cosa che al Vicenza, in questo inizio di stagione, non riesce certo facile. «Fare gol è la cosa più importante nel calcio — sottolinea Lerda — in settimana abbiamo lavorato con la squadra per trovare nuove soluzioni offensive, ma l’unico modo per tornare al gol è lavorare, altri sistemi non ne conosco. Non ho ancora deciso chi giocherà — continua il tecnico — ho un paio di dubbi che scioglierò prima della partita. Ma sono sereno perché chi scenderà in campo darà il massimo, considerato che tutto il gruppo si è preparato bene». Parlando di attacco Caputo con la Virtus Entella ha ritrovato colpi e gol importanti. «L’Entella nel suo complesso è una squadra forte, non è solo Caputo, Masucci e Cutolo. Come ho precisato hanno quasi la stessa squadra che ha sfiorato i play off nella scorsa stagione: ha cambiato poco, hanno alle spalle una società ambiziosa e quindi ci aspetta una gara complicata. Ma in serie B di partite semplici non ce ne sono, per cui siamo consapevoli che dovremo soffrire e lottare su tutti i palloni, cosa che dovrà comunque accadere su tutti i campi e contro qualunque avversario incontreremo». Per Lerda quella contro la Virtus Entella sarà la centesima panchina in serie B, con Antonio Tesoro, direttore sportivo del Vicenza, che in settimana aveva confermato la piena fiducia al tecnico dei biancorossi. «Noi allenatori siamo un po’ come gli imbianchini — spiega Lerda — se il lavoro che fai non piace è inevitabile che ne chiamino altro. Ringrazio il direttore per quanto ha detto, ma spetta a me e alla squadra fare bene. Sono sereno, sto lavorando bene con il gruppo ma nel calcio contano i risultati. E sapete bene che nel mondo del pallone se non arrivano noi allenatori andiamo a casa; ma sono cose a cui non penso, la mia concentrazione è tutta rivolta alla partita».
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Lo ha ammesso in settimana il direttore sportivo Antonio Tesoro che il Vicenza sta attraversando la sua prima fase delicata del campionato. E proprio da qui riparte la conferenza stampa tenuta ieri dal tecnico Franco Lerda alla vigilia della partenza per Chiavari, dove oggi il Vicenza affronterà l’Entella dell’ex Roberto Breda. L’allenatore biancorosso è parso tranquillo anche se consapevole delle difficoltà che ci sono, così come è sembrato sicuro del lavoro che sta svolgendo con la squadra. Uomo pratico, Lerda nemmeno sapeva che oggi per lui sarebbe scattata la centesima panchina in B, troppo concentrato su di un solo obiettivo: far rendere al meglio i suoi giocatori. Si fa notare al tecnico che il diesse Tesoro ha usato spesso il termine spensieratezza parlando del gruppo biancorosso.«Condivido in modo totale quanto ha detto: pur dovendo tutti essere consapevoli di quale campionato ci aspetta è altrettanto vero che si deve stare sereni, siamo solo alla sesta giornata, guai a farsi prendere già da facili depressioni, perchè questo ci farebbe perdere razionalità ed equilibrio».Ma che clima si respira all’interno dello spogliatoio?Molto sereno, anche perchè veniamo da un risultato positivo con l’Avellino, sappiamo di aver giocato giocato una gara non semplice, ma siamo riusciti a muovere la classifica.Ora super concentrati sulla trasferta a Chiavari?Si è lavorato veramente bene, abbiamo preparato la partita al meglio, sappiamo cosa dobbiamo fare e siamo fiduciosi di portare a casa un risultato positivo. Ovvio poi che ci sono anche gli avversari e di questo va tenuto conto. Ha studiato qualcosa per risolvere il problema che non si segna e che preoccupa tanto il presidente Pastorelli?Non ho studiato niente, ho solo lavorato e cercato di fare il meglio di quello che mi riesce, non vedo altre medicine, certo abbiamo insistito su certi concetti, su certi movimenti ripetuti.Magari avrà cercato soluzioni per far arrivare più palloni a Raicevic che a volte sembra poco servito.Mi spiace, non è così.Ci saranno cambiamenti rispetto all’undici sceso in campo contro l’Avellino?Non lo so, devo ancora decidere, qualche dubbio ce l’ho, di sicuro non ho Zaccardo, insomma anche stavolta, come sempre, tocca cambiare linea difensiva.Giocherete su un campo sintetico, complicherà le cose?Soprattutto è brutto perchè è usurato, dunque dovremo cercare di fare un riscaldamento un po’ diverso dal solito, dovremo capire subito come sono i rimbalzi e quindi adattarci in fretta. Ovvio loro sono abituati, ma niente alibi, sia chiaro.Ha studiato qualcosa per contenere bomber Caputo?No, noi preferiamo muoverci come reparto.Un giudizio sull’Entella nel suo complesso?A differenza nostra è quasi la stessa squadra dell’anno scorso, durante il quale ha sfiorato l’accesso ai playoff. Per me ha ambizioni anche quest’anno. Davanti è pericolosa, perchè sa trovare la profondità e ha giocatori di spessore come Cutolo, Masucci, Tremolada, certo Caputo è il bomber con 4 gol, e dovremo stare attenti ai calci piazzati perchè sanno sfruttare i centimetri. La conferenza stampa si chiude tornando a quella del diesse Tesoro: le ha dato più tranquillità la fiducia espressa nei suoi confronti?Io resto un imbianchino, se non vai bene ti cambiano, ma la fiducia la prendo da me stesso, ogni mattina mi faccio un esame di coscienza e io ce l’ho a posto, di sicuro non sono il tipo che cerca alibi. Ringrazio Tesoro per la fiducia che ha espresso nei miei confronti, ma ero e resto sereno, cosa può succedere? Al massimo vado a casa e continuo a tifare per il Vicenza.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Cristian Zaccardo non ce la fa. Come si era intuito nel corso della settimana, il problema muscolare al bicipite femorale sinistro che contro l’Avellino aveva costretto il terzino biancorosso a chiedere la sostituzione nel finale di partita, lo obbligherà a saltare anche la trasferta di Chiavari per l’incontro che oggi vedrà i biancorossi opposti all’Entella dell’ex tecnico del Vicenza Roberto Breda (fischio d’inizio alle 15). Nemmeno Zaccardo, dunque, ieri è salito sul pullman diretto in Liguria; a casa sono rimasti anche D’Elia, Rizzo e Giacomelli, tutti ancora convalescenti. Di questi quattro indisponibili, la sensazione è che l’ipotesi di un rientro per la prossima settimana sia da considerare forse per il solo Zaccardo, ma ovviamente se ne riparlerà da lunedì, valutando di giorno in giorno l’evoluzione del quadro clinico.Carte coperte. Prima c’è da affrontare l’insidiosissima partita di oggi, su un campo sintetico tradizionalmente “minato” per il Vicenza che non ci ha mai vinto, contro una squadra rodata nell’organico che in questo avvio di stagione ha trovato in Caputo il suo finalizzatore principe (4 gol già in carniere, capocannoniere del campionato assieme a Litteri, Maniero e Pazzini). Per opporsi a un avversario così tosto, Franco Lerda in settimana ha preferito coprire le sue carte più del solito, non schierando in nessun allenamento osservabile al Morosini una formazione titolare plausibile, provata solo nella rifinitura a porte chiuse di ieri al Menti.Modulo vintage? E allora, per cercare di ipotizzare lo schieramento biancorosso, non resta che affidarsi al poco che si è intuito mercoledì mattina al Morosini di Isola Vicentina, quando Lerda ha insistito molto sul modulo 4-2-3-1 che aveva portato ottimi risultati nel finale della scorsa stagione, ma fin qui era stato messo momentaneamente da parte perché richiede un’ottima condizione atletica soprattutto ai due mediani, chiamati ad uno sfiancate lavoro di cerniera continua tra la difesa e il centrocampo. La sensazione è che ora il tecnico piemontese consideri Urso e Signori sufficientemente pronti, a livello di gamba e di fiato, per buttarsi nella mischia a lottare con profitto, affidando poi al trio di mezzepunte il compito di dare brio alla manovra offensiva per cercare finalmente di ritrovare la via smarrita del gol.Galano rifinitore. Come si ricorderà, con questo sistema di gioco Galano diventa un rifinitore con estrema libertà d’azione e di ispirazione: partendo pochi passi dietro il centravanti, il fantasista pugliese può di volta in volta andare a dialogare con i suoi compagni di linea a destra e a sinistra (il primo dovrebbe essere Vita, in vantaggio su Fabinho; il secondo Siega) o salire per giocare in tandem con la prima punta, provando a mandare in gol il compagno o a liberarsi per la conclusione personale.Ballottaggio davanti. Per il ruolo di totem avanzato Lerda valuterà con attenzione fino alla fine le tre carte a sua disposizione: visto che, come chiarito una volta per tutte dal direttore sportivo Tesoro, fino a gennaio non si tornerà sul mercato, potrebbe essere opportuno tentare di rilanciare Raicevic, altrimenti spera di avere un’occasione da titolare come attaccante di riferimento Matteo Di Piazza, forse oggi in leggero vantaggio su Cernigoi come prima alternativa. Un ballottaggio si profila anche dietro, dato che sia Bogdan, sia Esposito nell’ultima partita si sono disimpegnati con profitto. Con il rientro di Adejo, però, solo uno dei due potrà giocare da titolare al suo fianco: probabile la conferma del giovane croato, ma non è da escludere l’idea di puntare sulla maggiore esperienza dell’ex Latina. Completeranno la retroguardia biancorossa a Chiavari i due terzini Pucino e Bianchi: il casertano potrà finalmente mettersi alla prova sulla fascia destra di naturale competenza, dopo le incertezze evidenziate adattandosi sulla corsia opposta, mentre a sinistra Bianchi conta di ripetere la convincente prestazione offerta contro l’Avellino.
Ore 12.50 – (Gazzettino) È sempre complicato ripartire dopo una sconfitta, specie se maturata dopo cinque vittorie di fila e con un secco 3-0 davanti a una nutrita platea di tifosi, nel giorno del record storico di abbonati. Bisogna resettare tutto – ma in questo caso il Cittadella dovrebbe essere abituato, gli insegnamenti del proprio tecnico sono da sempre indirizzati in questo senso – e ricominciare daccapo. Partendo, ovviamente, dai 15 punti in classifica, e dal primo posto comunque conservato nonostante il passo falso, a testimonianza che il valore della squadra c’è, eccome. Il Cittadella arriva da una settimana di normale lavoro, non c’è stato il turno infrasettimanale che ha sicuramente tolto qualcosa ai granata negli otto giorni precedenti: questa volta i giocatori si sono allenati per bene, e sono pronti a raccogliere la sfida di Trapani. «La sconfitta con il Brescia mi ha dato fastidio, ma ci può stare», le prime parole di Venturato nella conferenza stampa della vigilia. «In settimana abbiamo lavorato con grande attenzione e concentrazione ai dettagli, sapendo che solo questo è il modo corretto per arrivare pronti alla partita. C’è la giusta tensione, avere perso in casa ci deve restituire gli stimoli necessari per cercare l’immediato riscatto». L’allenatore ha più volte parlato di umiltà. «Non l’abbiamo mai persa, e questo sarà il nostro atteggiamento a Trapani, dove giocheremo su un altro campo sintetico, dovremo adattarci bene e in tutta fretta alle caratteristiche del fondo». A Vercelli prima e ad Avellino poi le cose sono andate molto bene, su campi in erba sintetica, ma Venturato preferisce parlare dell’avversario: «Il Trapani l’anno scorso ha perso la serie A in finale, ha tenuto tanti giocatori dell’ultimo campionato, è una squadra che richiede molta attenzione. La rosa, nonostante qualche defezione annunciata, è di spessore, e la formazione schierata sarà comunque competitiva». Brocchi sabato scorso ha sorpreso tutti schierando un Brescia “leggero” in attacco, Cosmi potrebbe cambiare tattica nel suo Trapani? «Sappiamo come gioca, ma cercheremo di farci trovare pronti alle eventuali sorprese, è tutta una questione di testa». Finora il Trapani non ha mai vinto, ma Cosmi è un tecnico esperto, che sa ottenere il massimo dalle sue squadre. «Non lo conosco di persona ma è un allenatore con grande esperienza e capacità. La stagione scorsa è riuscito a ottenere ottimi risultati. Giocando in casa mi aspetto un Trapani aggressivo». Venturato come al solito non lascia intendere alcuna sua scelta sulla formazione, ma tutto fa presumere che rivedremo il Cittadella dei secondi 45 minuti con il Brescia, con Pascali al rientro in difesa al posto di Pelagatti. Paolucci è favorito su Lora, Schenetti e Valzania per una maglia da titolare, in avanti Arrighini e Litteri.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Un cammino tutt’altro che brillante, specie se confrontato con la passata stagione in cui è arrivato alla finale play off, e tante assenze che costringeranno Cosmi a ridisegnare la squadra. Con questi presupposti il Trapani, cinque pareggi e una sconfitta nell’ultimo turno a Salerno, la metterà sul piano della battaglia puntando soprattutto sull’agonismo e sul fattore campo. In mediana mancheranno Coronado, Scozzarella, Machin e Raffaello, con Ciaramitaro recuperato in extremis; davanti forfait del forte Petkovic (distorsione ala caviglia). Da non escludere l’abbandono temporaneo del consueto 3-5-2. «In questo momento – ha dichiarato Cosmi – il Cittadella è il miglior avversario possibile perché ti mette di fronte alla realtà. Rispetto all’anno scorso dobbiamo tornare a mettere i jeans, o addirittura la mimetica, e ritrovare lo spirito per salvarci».
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Arriverà il settimo sigillo esterno? Già, considerando vecchia e nuova stagione, il Cittadella è reduce da 6 vittorie di fila in trasferta: nell’ordine 2-1 a Salò sulla Feralpi e 3-2 a Bolzano sul Sudtirol in Lega Pro; 4-2 a Benevento in Supercoppa; 2-1 a Bari, 5-1 a Vercelli ed 1-0 ad Avellino nelle prime uscite in questa Serie B. A Erice, in casa del Trapani di Serse Cosmi, un’eventuale affermazione avrebbe però un significato ben superiore a quello meramente statistico, perché servirebbe a far capire che lo scivolone di sette giorni fa contro il Brescia è stato soltanto un episodio. Ne è convinto anche Roberto Venturato che, dopo la seduta di rifinitura di ieri mattina e prima di partire per la Sicilia con un volo Venezia-Roma-Palermo, ha sottolineato: «Quella sconfitta ci ha dato lo stimolo per fare qualcosa in più. In questa settimana abbiamo cercato di lavorare con attenzione per approcciare la partita con l’atteggiamento giusto, sapendo che ogni gara per noi deve essere cruciale». ANCORA IL SINTETICO. Ventuno i convocati dal tecnico granata, che soltanto nella riunione tecnica prima del match annuncerà chi dovrà accomodarsi in tribuna. Probabile il rientro di Pascali in difesa, mentre la buona condizione mostrata da Paolucci nello scampolo di gara da lui giocato nello scorso turno potrebbe spingere l’allenatore a preferirlo a Schenetti in mediana. Per la terza volta in questa stagione il Citta si metterà alla prova su un campo in sintetico: gli esiti delle prime due, a Vercelli e ad Avellino, lasciano ben sperare. «Conterà la capacità di adattarsi al manto, è comunque una difficoltà in più», precisa Venturato. Che non si fida di un avversario ancora a secco di vittorie e per giunta reduce dal primo stop stagionale, per 2-0 a Salerno, dopo 5 pareggi consecutivi. «L’anno scorso il Trapani ha perso la Serie A solo in finale playoff, contro il Pescara. Ha qualche problema legato agli infortuni, ma conta su una rosa di spessore, che ha dimostrato più volte in modo concreto quanto vale. Mi aspetto che confermi il sistema di gioco adottato sin qui, un 3-5-2, anche se ci potrebbero essere variazioni, di fronte alle quali dovremo farci trovare pronti. Cosmi? Non lo conosco personalmente, ma so come lavora, ha esperienza e capacità e lui rappresenta certamente un valore aggiunto per la sua squadra. In attacco non potrà contare su Petkovic, non convocato, ma ci sono comunque Ferretti, De Cenco e Citro: è un reparto offensivo che nella scorsa stagione ha permesso ai siciliani di sfiorare la Serie A». L’ESERCITO DI COSMI. Oltre che senza Petkovic, fermato da una distorsione alla caviglia, i padroni di casa si presentano all’appuntamento con un centrocampo da inventare, stanti i forfait di Machin, Raffaello, Coronado e Scozzarella, con Ciaramitaro a mezzo servizio. Alla vigilia, Cosmi ha chiarito che squadra si aspetta: «Lo scorso campionato siamo partiti in jeans, poi nel girone di ritorno abbiamo indossato l’abito bello e sembrava quello giusto per noi. Oggi, quel vestito non va più bene. Dobbiamo tornare a mettere i jeans o addirittura la mimetica e ritrovare lo spirito per salvarci. Poi, se viene altro, meglio. Affrontiamo il Cittadella, che è primo meritatamente. Con il Brescia ha commesso errori che aveva già fatto, ma non erano stati puniti. In questo momento è il miglior avversario possibile, perché ti mette di fronte alla realtà. Per noi sarebbe stato un dramma incontrare una squadra con i nostri stessi problemi».
Ore 12.00 – (Corriere del Veneto) Mettiamola così: per una serie di ragioni, solo apparentemente difficili da capire, il Cittadella ha molto più da perdere rispetto al Trapani oggi pomeriggio sul campo del Provinciale. Si gioca alle 15, Serse Cosmi non ha ancora vinto una partita e, per la legge dei grandi numeri, prima o dopo dovrà pur riuscirci. Roberto Venturato, ovviamente, si augura che accada più avanti, il tutto mentre in Sicilia la tensione è palpabile, quasi impossibile da credere dopo che lo scorso anno venne sfiorata la promozione in serie A. «Abbiamo avuto un colloquio franco con la squadra — dice Cosmi alla vigilia del match — numericamente metterei la firma per perdere solo una gara in sei giornate, però bisogna attenersi alla nostra realtà. Il Trapani sinora non ha messo raziocinio, intelligenza, coraggio, cattiveria, non ha messo praticamente niente. Di fronte a queste non prestazioni, è normale che ci si ponga delle domande. La gara col Cittadella per noi è un punto zero, da qui si parte». E mentre Cosmi gioca a carte coperte, Venturato prepara l’ennesima rivoluzione. A rischiare il posto stavolta sono Salvi, Pelagatti, Schenetti, Lora e Strizzolo, fra questi giocatori potrebbe spuntare almeno quattro cambi rispetto alla formazione che ha perso 3-0 al Tombolato con il Brescia. Arrighini, Bartolomei, Pascali e Pedrelli sembrano in rampa di lancio ma altri scossoni potrebbero arrivare. «La sconfitta col Brescia ci ha dato molto fastidio — ammette Venturato— ma da parte nostra c’è grande voglia di riscatto già a partire da Trapani. Abbiamo affrontato la settimana con grande concentrazione, per arrivare preparati all’appuntamento. Giocheremo ancora sul sintetico, contro una squadra che ha una struttura importante sotto il segno della continuità. Non hanno ancora vinto, sembra ci siano problemi, ma la rosa è di grande spessore. Credo che Cosmi giocherà col 3-5-2, è un ottimo allenatore, ha grande esperienza e indubbie capacità, l’anno scorso ha fatto una vera impresa». I tempi però cambiano. E quindi sperare nel colpaccio è lecito, a patto di mostrare un volto del tutto diverso.
Ore 11.40 – (Gazzetta di Mantova) Tornato in Lega Pro lo scorso anno, il Padova fece subito intendere di voler ritentare la scalata nel calcio che conta. E in effetti sfiorò l’accesso ai playoff giungendo quinto. In estate la squadra ha cambiato pelle: solo 9 conferme, tra le quali peraltro l’ex bomberino di Cerese Cristian Altinier (16 gol l’anno scorso, già 2 finora), l’altro attaccante esperto (’79) Neto Pereira e il giovane talento Mazzocco (’95). Gli innesti sono di categoria, con consolidata esperienza. In difesa sono arrivati Russo (’86) dalla Cremonese, il 36enne Emerson Borges dal Livorno e Cappelletti (’91) dal Cittadella. In mezzo al campo si è puntato sul playmaker 33enne Dettori dalla Carrarese e su Mandorlini (’88) dal Pordenone, mentre in attacco a dar man forte ai già citati Altinier e Neto Pereira sono stati acquistati anche l’argentino Alfageme (’84) dalla Casertana e il 29enne Germinale dal Bassano. La rosa è dunque di assoluta qualità, affidata per questa stagione al 49enne Oscar Brevi, in campo da giocatore col Torino nella maledetta doppia finale per la serie A del 2006. Brevi è reduce da due esoneri (Spal e Rimini) e adotta solitamente il 3-5-2, parzialmente modificato in 3-4-3 nell’ultima vittoria di Gubbio (1-0). Il Padova ha disputato una gara in meno per il rinvio della prima giornata a San Benedetto del Tronto. Finora i veneti sono al decimo posto con 8 punti, frutto di due vittorie e altrettanti pareggi, con una sconfitta a Fano (3-1). All’Euganeo la squadra di Brevi ha vinto solo una volta (2-0 al Forlì), pareggiando 1-1 con Albinoleffe e Maceratese.
Ore 11.30 – (Gazzetta di Mantova) Dopo tre sconfitte consecutive il Mantova prova a frenare a sua caduta a Padova, contro un avversario sulla carta meglio attrezzato. E che alla vigilia non nasconde – attraverso le parole del suo allenatore Oscar Brevi, che i tifosi dell’Acm ricorderanno giocatore del Torino nella finale per la A del 2006 – di voler fare un sol boccone dell’Acm. «La parola d’ordine è vincere – ha dichiarato infatti Brevi sul sito ufficiale del Padova -. Rispetto a Gubbio (successo per 1-0, ndr) voglio migliorare prestazione e risultato». Ovvero vincere con un risultato largo. Dal canto suo Luca Prina non si fascia comunque la testa: «Siamo consapevoli di incontrare una delle 7 migliori squadre del campionato – dice il mister biancorosso -, ma siamo anche consapevoli che i tre ko da cui arriviamo sono frutto di episodi. E dunque siamo pronti a soffrire ma a uscire con lucidità da questo momento difficile. Mettendo in campo la giusta rabbia, ma senza per questo innervosirci». Prina ammette che finora al Mantova spesso «son mancati due soldi per fare una lira. E questo è dovuto a tanti fattori, fra i quali anche assenze che non cito mai come alibi ma che per noi sono pesanti. Poi può essere che lo spendere tanto a livello fisico e mentale nel corso della gara ci porti nel finale a non avere la necessaria concentrazione. Il che potrebbe spiegare i gol subiti con Ancona e FeralpiSalò. Insomma, dobbiamo migliorare, ma la cosa importante è che la squadra ha la sua fisionomia di gioco e le sue certezze. E che si è sempre espressa bene, tranne che nel secondo tempo di Bergamo. Dunque bisogna avere equilibrio e andare avanti, consci che nell’immediato abbiamo anche un calendario terribile, ma che non bisogna spaventarsi. Alla fine arriveremo all’obiettivo salvezza». Prina per l’occasione recupera Marchi, ma perde Skolnik e Ruopolo, oltre a dover fare ancora a meno di Siniscalchi e Caridi: «Ruopolo verrà in panchina perché lui è così e vuole stare vicino alla squadra, ma ne avrà per 15 giorni prima di poter tornare a giocare. Da Marchi, che conosco bene, mi aspetto che metta in campo la rabbia che ha dentro per l’errore che ha commesso e che gli è costato due giornate di squalifica». Le altre novità di giornata saranno Gargiulo (che ha vinto il ballottaggio con Menini) in difesa e Salifu a centrocampo: «Da Salifu, a cui manca ancora un po’ il ritmo partita, mi aspetto tanto perché è un giocatore che può veramente aiutarci. Su Gargiulo può esserci il dubbio che arriva da un calcio diverso, ma è un ragazzo serissmo, che si è allenato con professionalità e impegno. E ha grande forza fisica. Ora ha la sua chance e deve giocarsela bene». Prina, infine, non cerca alibi nella situazione societaria: «Noi dalla società finora abbamo avuto tutto ciò che serve per allenarsi al meglio e giocare al massimo delle nostre potenzialità. Poi è chiaro che nessuno si augura di andare avanti per un anno con diatribe societarie, per cui ci auguriamo che la situazione si risolva. Ma sarei un ipocrita a dire che finora queste vicende hanno influito sulla squadra». Nel Padova dell’ex Altinier (sul fronte biancorosso gli ex di turno sono invece Carini e Ruopolo), mister Brevi deve rinunciare all’attaccante Neto Pereira e ai centrocampisti Filipe e De Risio. Proprio per questo il tecnico utilizzerà come regista Emerson, che solitamente gioca da difensore centrale.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Virgiliani in crisi più di risultati che di gioco. «Sono d’accordo, nelle ultime uscite non meritavano di perdere. Con il Feralpi Salò hanno perso al novantesimo su una palla inattiva, ma stavano facendo la gara. Non dobbiamo farci ingannare più di tanto dalle loro tre sconfitte perché sono in salute». Le assenze nel Mantova di Caridi e Ruopolo sono forse più pesanti rispetto a quelle biancoscudate. «A noi mancano tre giocatori, tra cui anche il nostro capitano. Ma è inutile parlare degli assenti, abbiamo una rosa lunga e con caratteristiche diverse. Non ho mai accampato scuse su chi manca, anche se dall’inizio non abbiamo avuto purtroppo una caratteristica specifica», ossia Filipe come play davanti alla difesa. Che prestazione si aspetta? «Dobbiamo prendere spunto dalla gara con il Gubbio. Se ci mettiamo la stessa attenzione, determinazione e spirito di sacrificio, tante altre cose migliorano da sè dato che la squadra ha qualità. Anche se la manovra deve diventare più fluida».
Ore 11.00 – (Gazzettino) La novità della settimana è stata l’avanzamento di Emerson a centrocampo: proporrà questa soluzione? «È un ruolo che Emerson ha fatto molti anni fa, può essere una situazione da proporre dall’inizio oppure a seconda di come si mette la partita. Così facendo però andiamo a modificare non solo la sua posizione, ma anche la linea difensiva. Lui ha determinate caratteristiche, cerchiamo di migliorare non solo nella fase di costruzione del gioco, ma anche nell’avere un inserimento diverso delle due mezzali. Sono valutazioni che farò fino all’ultimo, anche perché abbiamo un’altra alternativa che è Gaiola o quella di partire con due centrocampisti». La certezza è rappresentata dal fatto che torna a disposizione in attacco Alfageme dopo la squalifica. «Recuperiamo un attaccante importante, e da lunedì rientreranno in gruppo De Risio e Filipe per cui potrò meglio strutturare il lavoro in vista delle prossime tre gare in una settimana». Passando al Mantova, è reduce da tre ko di fila. «Non arriva da un buon periodo e ci dobbiamo aspettare una squadra arrabbiata e aggressiva. Noi dobbiamo tenere bene a mente la sfida con il Gubbio nella quale abbiamo sofferto, ma le partite in Lega Pro sono queste. Se riusciamo a migliorare sul piano caratteriale e del saper soffrire, tante altre qualità le abbiamo. Ma quello è un aspetto dal quale non si può prescindere perché in questa categoria c’è meno tecnica e più aggressività rispetto a serie A e B».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Missione continuità. Il Padova chiede strada al Mantova oggi all’Euganeo per centrare la seconda vittoria di fila, che rappresenterebbe un’altra iniezione di fiducia per il morale della squadra e per tutto l’ambiente, nonché per la classifica. Tanto più che nello stadio di casa finora è arrivato solo l’acuto con il Forlì, a fronte delle fregature last minute con Albinoleffe e Maceratese. «Giochiamo di fronte al nostro pubblico – sottolinea Oscar Brevi – e perciò sarebbe importante dare continuità al successo di Gubbio e crescere sotto tutti gli aspetti, vale a dire del risultato, del gioco e dell’attenzione. Questa settimana la squadra era più serena perché le vittorie aiutano a lavorare in un clima diverso, anche se non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo: bisogna rimanere sempre concentrati sapendo che dobbiamo migliorare ancora su molti aspetti»
Ore 10.40 – (Gazzettino) PRECEDENTI. Limitandosi alle tre partite disputate all’Euganeo, manca all’appello il segno X. L’unica vittoria lombarda (1-0 il 7 gennaio 2001) interruppe una striscia di otto successi di fila biancoscudati, ma non impedì poi di conquistare la promozione in C1 alla truppa di Varrella. In tempi più recenti due affermazioni del Padova, sempre per 3-0 e sempre in gare disputate in ottobre. Rabito, Italiano e Cani segnarono nel 2009, mentre Neto Pereira e Petrilli (doppietta) decisero la sfida della passata stagione. TOTAL BLACK. All’Euganeo la squadra indosserà per la prima volta la terza maglia, presentata mercoledì scorso, di colore nero con il logo stilizzato del gattamelata, numeri e ornamenti in oro. QUI TIFOSI. Anche oggi è attiva la promozione “Porta un amico allo stadio” che permette agli abbonati di fare assistere la gara a una persona dal proprio settore al prezzo di 1 euro. Sarà necessario recarsi alle biglietterie sud aperte dalle 17. PLEBISCITO. In occasione di Padova-Mantova, il comitato “Sí al Plebiscito” distribuirà allo stadio un volantino per ribadire, con forza, le ragioni a sostegno del progetto di ristrutturazione dell’impianto.
Ore 10.30 – (Gazzettino) È reduce da tre ko, ma il cammino recente del Mantova – nel complesso 5 punti in sei partite – non deve trarre in inganno e fare abbassare la tensione, anche perché i ko rimediati nelle ultime due sfide con Albinoleffe e Feralpi sono arrivati immeritatamente solo sul filo di lana. In terra lombarda in questo periodo l’attenzione è rivolta soprattutto sulle vicende societarie, con la cordata romana che dovrebbe restituire alla vecchia gestione il pacchetto azionario da poco acquisito. Sul campo il tecnico Prina deve fare i conti con qualche assenza di troppo, tra cui quella del sempreverde Caridi, dell’ex Ruopolo, del difensore Siniscalchi e del centrocampista Skolnik. Squadra schierata con il 3-5-2: in avanti rientra dalla squalifica Marchi che verrà affiancato da Tripoli, in mediana Salifu, Raggio Garibaldi e Zammarini, qualche dubbio sugli esterni, mentre uno tra Menini e Gargiulo comporrà il terzetto difensivo insieme a Cristini e l’altro ex Carini.
Ore 10.20 – (Gazzettino) «Non scorderò mai la mia esperienza al Padova. Sono stati due anni fantastici». Marco Ilari si congeda così, dopo il passaggio ufficiale al Delta Rovigo. Ieri il primo allenamento con la nuova squadra, dove ha ritrovato altri due ex biancoscudati: Carmine Parlato che a inizio settimana si è insediato in panchina, e Davide Sentinelli. «Anche Davide vive a Padova, e andremo insieme in macchina a Rovigo. Ho fatto una scelta d’istinto, e l’arrivo di Parlato ha accelerato una trattativa che era già in essere. Spero di disputare un grande campionato». In biancoscudato 33 gare e nove gol nella stagione della promozione, e 25 presenze in Lega Pro. «È un bilancio molto positivo, l’anno scorso mi è mancato solo il gol che poteva essere la ciliegina. Un pizzico di rammarico? Speravo di fare ancora parte del progetto biancoscudato, ma ciascuno ha preso la sua strada, cose che nel calcio ci possono stare».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Servirà una prestazione convincente al cento per cento, o basta il risultato? «Dobbiamo appunto prendere spunto dalla gara di Gubbio, e imparare che se riusciamo a metterci determinazione e sacrificio come una settimana fa tanti altri aspetti miglioreranno da soli. La squadra ha qualità, deve solo imparare a sbagliare meno nella circolazione della palla, e spero che si liberi anche da un po’ di tensione». Emerson giocherà in mezzo al campo? «L’ha fatto tanti anni fa, ed è una situazione che ci costringerebbe, per ovvii motivi, a modificare la sua posizione in campo e pure qualcosa in difesa. Ma è un’alternativa utilizzabile sia dall’inizio, sia a gara in corso: Emerson ha determinate caratteristiche che in questo momento ci mancano, cercherò di migliorare la squadra sia nella fase di costruzione, sia di sfruttare gli inserimenti delle due mezze ali (Dettori e Mandorlini, ndr). Sto valutando, l’alternativa è Gaiola che però, insieme a Marcandella, è l’unico a non aver ancora giocato neanche un minuto». Importante, però, è il recupero di Alfageme. «Il suo ritorno dopo i due turni di squalifica è una buona notizia, ma la speranza è che da lunedì possano ritornare ad allenarsi con la squadra anche De Risio e Filipe. Quando avremo tutti i giocatori a disposizione la situazione sarà più fluida, e lo spero vivamente visto che la prossima settimana ci porterà a giocare qualcosa come tre volte in sette giorni».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) I tre punti di Gubbio hanno tolto un po’ di tensione? «È normale che la squadra abbia lavorato più serena, la vittoria ci ha permesso di vivere in un clima diverso. Ma non dobbiamo distoglierci dall’obbiettivo, dobbiamo rimanere concentrati e migliorare le cose che comunque sono andate meno bene, al di là del risultato in Umbria». Il Mantova viene da tre sconfitte di fila: che avversario si aspetta? «Non sono in un buon periodo, troveremo una squadra arrabbiata e aggressiva, ma nelle ultime gare forse hanno raccolto meno di quello che meritavano. Non dobbiamo farci illudere dalle tre sconfitte consecutive: quella di Prina è una squadra in salute, seppur in crisi di risultati, ma che esprime un buon gioco. Noi dovremo tenere bene a mente la gara di Gubbio: se riusciamo a crescere nel carattere e nella gestione dei momenti di sofferenza, potremo tirare fuori anche più qualità». Padova senza Neto, De Risio e Filipe; il Mantova è privo di Ruopolo, Caridi e Siniscalchi. Sarà una gara condizionata dalle assenze? «A loro mancano tre giocatori, e pure a noi. Neto Pereira, il nostro capitano, è importante come per loro lo è Caridi, quindi non mi attaccherei alle defezioni: abbiamo una rosa ampia e non ci sono scusanti».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Negli ultimi anni Mantova è stata la panacea di tutti i mali. Da 15 anni i virgiliani non vincono in casa del Padova, e negli ultimi quattro confronti in campionato a spuntarla sono sempre stati i biancoscudati: l’anno scorso Parlato vinse 3-0 all’Euganeo, e Pillon 3-1 in Lombardia. Questa sera, alle 18.30, il Padova di Oscar Brevi torna all’Euganeo in cerca di conferme: un’altra vittoria su lombardi, infatti, permetterebbe di inanellare per la prima volta due successi consecutivi, e dopo i tre punti di Gubbio alzerebbe l’entusiasmo di una squadra che pare si stia amalgamando sempre di più. «È una partita che giochiamo in casa, e dare continuità al risultato di Gubbio sarebbe importante perché vincere è il modo migliore per crescere, sia a livello di autostima che di gioco», le parole alla vigilia del tecnico biancoscudato. «Mi aspetto miglioramenti sotto tutti i punti di vista: quello del risultato, quello del gioco, e anche quello dell’attenzione con cui andiamo ad affrontare l’avversario».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Promozione speciale per i tifosi in vista del match di questo pomeriggio. Tutti gli abbonati, infatti, potranno presentarsi alle biglietterie dello stadio Euganeo e acquistare, nello stesso settore di appartenenza, un biglietto per un amico al costo di un solo euro. Per l’occasione, Padova-Mantova vedrà debuttare anche la nuova terza maglia, nera con numerazione e inserti dorati, che verrà indossata per la prima volta oggi. Risolto ufficialmente, intanto, il contratto che legava Marco Ilari al Padova: l’attaccante da ieri è al Delta Rovigo (Serie D). Coppa Italia: la Lega Pro ha stabilito gli accoppiamenti del primo turno eliminatorio che si giocherà in una data da decidere tra l’1, il 2 ed il 9 novembre: all’Euganeo, con orario da definire, sarà derby Padova-Bassano. La vincente affronterà una tra Livorno e Carrarese. Queste le altre partite della settima giornata di Lega Pro di oggi: ore 14.30 Samb-Parma, Lumezzane-Reggiana, Santarcangelo-Ancona e Sudtirol-Teramo; ore 16.30 Modena-Bassano; ore 18.30 Fano-Maceratese; ore 20.30 Pordenone-Venezia e Feralpi-Forlì. Lunedì alle 18.30 posticipo Albinoleffe-Gubbio.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Non ci saranno ancora una volta De Risio e Filipe, che potrebbero rientrare alla prossima: «Le assenze ci sono sia per loro ma anche per noi — osserva Brevi — però abbiamo una rosa lunga e non mi lamento. Contro il Mantova dovremo prendere spunto dalla gara di Gubbio per capire che ogni sfida è impegnativa, sbagliando meno anche in fase di impostazione». Ieri, intanto, nel tritacarne del calciomercato che prosegue imperterrito, è finito Marco Ilari. In mattinata incontro con la società e rescissione firmata, con trasferimento al Rovigo. Il club di viale Rocco ha diffuso una nota in cui ringrazia uno degli ultimi superstiti della promozione dalla D alla Lega Pro, che raggiunge Carmine Parlato. Molto complicato che possa accadere lo stesso anche a Matteo Dionisi, visto che il Delta è coperto nel ruolo.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La novità della settimana: Emerson avanzato di una ventina di metri, a svolgere le mansioni di regista basso. La certezza: nessuna, visto che Oscar Brevi mantiene vivo il dubbio della vigilia di Padova-Mantova, coprendo abilmente le sue carte. Ad esempio inserendo nel ballottaggio Riccardo Gaiola, l’enfant du pays , quello che finora non è stato ritenuto pronto per essere gettato nella mischia ma che negli ultimi giorni ha recuperato posizioni nelle gerarchie dell’allenatore. «Emerson sa fare il regista — chiosa Brevi — l’ha fatto anni fa come ruolo, può essere una soluzione attuabile sia dall’inizio che a partita in corso. Vediamo, perché può farci migliorare dal punto di vista dell’impostazione del gioco e dell’inserimento delle mezzali. Ma potremmo anche inserire Gaiola e partire col doppio centrocampista. Ci devo pensare». L’ipotesi più probabile è che si torni al 3-5-2, dopo il 5-4-1 di Gubbio, con Sbraga titolare al posto di Emerson spostato a centrocampo con ai lati Mandorlini e Dettori, mentre davanti Alfageme affiancherà inizialmente Altinier, con Germinale pronto a subentrare. «Ormai sono stati impiegati quasi tutti i giocatori in rosa — evidenzia Brevi — ma comunque si giochi l’importante è dare continuità al successo di Gubbio. Il Mantova è una squadra aggressiva, noi le qualità le abbiamo e dobbiamo migliorare sul piano della determinazione. Non dobbiamo farci condizionare dalle loro tre sconfitte perché al di là dei risultati hanno sempre espresso il loro gioco».