Live 24! Padova-Mantova, la vigilia: rifinitura “a carte mischiate”?

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Domenica la Triestina è chiamata anche a sfatare il detto del “non c’è due senza tre”. Già, perché è vero che lo scorso anno l’Altovicentino non era presente nel girone degli alabardati, ma in questi anni bui dell’Unione è capitato che, nelle due precedenti escursioni al Rocco, il suo vulcanico presidente Rino Dalle Rive se ne sia tornato sempre contento con i tre punti in tasca. Come è possibile visto che l’Altovicentino è nato appena nell’estate 2014? È presto detto: la neonata società è frutto della fusione fra Marano e Trissino Valdagno, ma a parte il fatto che le partite casalinghe si giocano a Valdagno, presidente e gran parte della dirigenza sono rimasti quelli del Marano. Quel Marano che il 16 novembre 2013, con la Triestina appena tornata in serie D, passò al Rocco per 1-0 con rete di Dal Dosso. A dire la verità, l’Unione al ritorno fece un brutto scherzo ai vicentini perché quel pareggio per 2-2 tolse forse due punti decisivi al Marano nella lotta promozione contro il Pordenone. L’anno dopo, siamo al 12 ottobre 2014, la squadra di Dalle Rive diventata appunto Altovicentino, espugna ancora al Rocco con un secco 2-0 (Giglio e ancora Dal Dosso su rigore). Anche in questo caso la Triestina si vendicherà nel ritorno superando a sorpresa 3-2 gli avversari in casa loro. Fatto sta, però, che finora per Dalle Rive il Rocco è stato sempre terra di conquista. Del resto in questi anni, mentre la Triestina annaspava tra fondo classifica e guai societari, il patron vicentino perseguiva ossessivamente la sua voglia di Lega Pro, sempre negata da un avversario di troppo. Tre anni fa sulla sua strada trovò il Pordenone, due anni fa la corazzata Padova e lo scorso anno il Parma. Dalle Rive ha sempre investito fior di quattrini per centrare l’obiettivo, ma la sfortuna di trovare sempre uno squadrone lo ha relegato a tre secondi posti. Tra l’altro, come si ricorderà, nell’aprile 2015 Dalle Rive è entrato anche in orbita Triestina: un giorno, assieme a Colino, si presentò infatti dall’allora sindaco Cosolini e oltre a sondare qualche possibilità di affari per le sue imprese, si disse disponibile a parlare di Triestina. Ma il discorso non prese quota perché, come noto, Pontrelli non voleva vendere. Quest’anno il patron vicentino ci riprova: ha costruito un altro squadrone ambizioso che punta al salto di categoria e lo ha affidato al nuovo mister Andrea Pagan, che però è già sul giro d’aria avendo raccolto due vittorie e due sconfitte nei primi quattro turni. Di certo l’attacco fa paura perché al bomber Trinchieri sono stati affiancati Aperi e soprattutto Carbonaro, ex Venezia e in procinto di vestire la maglia alabardata per tutta l’estate. Chissà, forse un Altovicentino così in difficoltà verrà a Trieste per tentare il colpaccio e riavvicinarsi alla testa della classifica. Rino Dalle Rive chiederà sicuramente il terzo successo consecutivo della sua squadra al Rocco, ma stavolta troverà una Triestina di pasta ben diversa rispetto a quella degli ultimi anni.

Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è tornato. O forse non è andato mai via. Dopo la prova incolore di sabato contro il Carenipievigina, culminata con la sconfitta 2-0, i gialloblù si sono imposti in Coppa Italia in trasferta contro il Tamai. Questa volta la prestazione, in dieci dopo una ventina di minuti, è stata assolutamente convincente. «Il Belluno è sempre stato lo stesso – commenta il difensore Nicola Calcagnotto – contro il Carenipievigina abbiamo giocato una delle partite peggiori da quando sono al Belluno, l’impatto non è stato buono e gli episodi non sono girati a nostro favore. Non deve essere però una scusa, è andata così e lo abbiamo accettato. Siamo stati bravi a reagire giocando invece un’ottima partita in Coppa Italia. Il Tamai è da sempre un avversario rognoso, mercoledì non si è mai reso pericoloso, Borghetto non ha fatto interventi decisivi, e questo penso sia merito nostro rispetto a demerito loro. Siamo riusciti a non farli giocare». Due espulsioni consecutive. Una sconfitta e una vittoria, le prestazioni della squadra gialloblù, e di conseguenza il risultato, sono state decisamente differenti, ma accumunate da due cartellini rossi diretti allo stesso giocatore. «Ho fatto un record, non mi era mai capitata una cosa del genere, anche se a mio avviso non c’erano. Contro il Tamai ho fatto un contrasto con un giocatore, che mi è pure entrato a gamba tesa e il fallo doveva essere suo. L’arbitro ha fischiato invece contro di me e ritenuto l’azione un’occasione da gol, nonostante l’avversario stesse andando verso l’esterno. Neanche quella contro il Carenipievigina per me c’era, è della stessa opinione anche mio fratello che sabato era in tribuna». Quattro punti in quattro partite: esattamente come un anno fa. «A livello di punti non cambia niente continua Calcagnotto – in questa stagione però abbiamo già perso due partite, l’anno scorso avevamo raccolto invece quattro pareggi. A livello psicologico, però, cambia molto. Non è mai facile ripartire dopo una sconfitta. Cosa ci ha detto il mister dopo sabato? Abbiamo analizzato gli errori fatti per cercare di non commetterli più. Eravamo demoralizzati ma giocare subito era l’occasione per poterci riscattare, perdere ancora ci avrebbe messo ancora più in difficoltà. È andata bene». Prossimo avversario di Coppa l’Altovicentino. Il Belluno affronterà in casa la formazione vicentina e sul terreno del Polisportivo si rivedrà il grande ex Ivan Merli Sala, pilastro della difesa gialloblù per due anni.

Ore 21.00 – (Il Centro) In vista della trasferta di domani sul campo del Sudtirol (ore 14,30) il tecnico Federico Nofri dovrebbe dare fiducia agli stessi titolari schierati sei giorni fa contro il Fano. Si va, quindi, verso la conferma del 4-4-2 con il tandem d’attacco formato da Sansovini e Jefferson e l’impiego di Bulevardi sull’out sinistro. Tutto ok per il terzino Tommaso D’Orazio, che aveva precauzionalmente interrotto la partitella a ranghi misti. Ancora assente il trequartista Carraro (problemi muscolari). La rifinitura del Teramo è in programma stamani alle 10. Nel Sudtirol non ci sarà il difensore Lomolino (infortunato) mentre è previsto il rientro degli esperti Obodo, a centrocampo, e Tulli, in attacco. Ballottaggio tra Di Nunzio e Baldan nel reparto arretrato.

Ore 20.50 – (Il Centro) La mano del tecnico Federico Nofri, subentrato a Zauli due settimane fa, inizia a vedersi ogni giorno di più. In casa Teramo si respira un’aria diversa da quando in panchina c’è l’ex allenatore della Viterbese, che finora ha raccolto quattro punti in due partite. Domani, contro il Sudtirol, il Diavolo andrà a caccia di un colpo in trasferta, che manca ormai da oltre otto mesi. Ma qual è il clima all’interno del gruppo? «C’è molta più serenità», risponde Nofri, classe 1970, «e di questo dobbiamo trarne vantaggio cercando di andare a Bolzano con l’obiettivo di centrare un risultato positivo. Vogliamo dare ulteriori segnali di miglioramento. È normale che quando ci sono le prestazioni, abbinate ai risultati, si ha più applicazione e predisposizione negli allenamenti settimanali. Il Teramo visto sabato scorso, contro il Fano, ha sorpreso anche me. Lo dico con tutta franchezza. I ragazzi hanno fatto una gara determinata sotto tutti i punti di vista, concedendo davvero poco agli avversari. Le certezze e le prerogative che stiamo acquisendo quotidianamente le dovremo mettere in campo sempre. Il mio compito è quello di trasmettere alla squadra concetti che possano durare nel tempo». A Bolzano, intanto, c’è da interrompere il lungo digiuno in trasferta. L’ultimo successo esterno del Teramo risale al blitz in casa del Pisa, lo scorso gennaio (vittoria biancorossa per 1-2). «La bacchetta magica non ce l’ho», sorride Nofri nel commentare il trend negativo lontano dal Bonolis, «ma vogliamo essere propositivi e giocarcela a viso aperto, senza essere, però, mai sprovveduti. Dobbiamo tenere bene il campo. In casa abbiamo il vantaggio di avere il supporto del nostro pubblico. In trasferta, invece, c’è bisogno di metterci qualcosa in più perché qualche piccola percentuale, rispetto all’avversario, la si può perdere». A proposito del rendimento del bomber Marco Sansovini, già autore di tre reti determinanti per la classifica del Teramo, questo il parere di mister Nofri: «Sansovini è un grande professionista ed è il tipo che parla poco e lavora tanto. Con il suo modo di comportarsi riesce a trascinare i compagni. Marco è un leader dentro lo spogliatoi,o ma anche per il sottoscritto. Per noi Sansovini rappresenta un’arma estremamente importante». Coppa Italia. È in programma stamani, a Firenze (ore 11,30), il sorteggio del primo turno della Coppa Italia di Lega Pro. Le partite, in gara unica, si disputeranno in casa della squadra estratta per prima. Il Teramo è tra le 27 formazioni reduci dalla Tim Cup. Lo scorso anno il cammino dei biancorossi si interruppe ai quarti di finale, contro il Siena, dopo avere eliminato la Lupa Castelli Romani e la Casertana nei turni precedenti.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Modena) Ancora rimandato il rientro in gruppo di Nicolas Schiavi ed Agustin Olivera, che anche ieri pomeriggio si sono allenati a parte sul campo dello Zelocchi pur tornando a lavorare con la palla. La sensazione è che entrambi siano recuperabili, resta però da capire se solo per la panchina o anche per giocare. Mister Pavan punta soprattutto sul fantasista argentino, pedina fondamentale nel passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1, mentre il centrocampista uruguaiano pareva comunque destinato ad un turno di riposo. A centrocampo, accanto a Giorico, ci sarà uno tra Salifu e Laner, dunque anche Besea tornerà ad accomodarsi in panchina con il cambio di modulo. In avanti la prima punta sarà Diakite. La seduta di ieri è stata incentrata sugli schemi su palla inattiva, alcuni dei quali assolutamente da rivedere.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Modena) Nicolò Manfredini, in qualità di capitano del Modena e soprattutto di dottore in scienze motorie, è stato protagonista della premiazione degli undici calciatori del settore giovanile canarino più meritevoli in ambito scolastico. Dopo essersi complimentato con loro e aver lodato l’iniziativa realizzata da Casa Modena, il portiere ferrarese ha parlato anche del momento non facile vissuto dalla squadra gialloblù, partendo dalla brutta sconfitta di Ancona: «Siamo purtroppo ben consapevoli della prestazione che abbiamo fatto, ci dispiace enormemente ma non possiamo fare altro che guardare avanti, voltare subito pagina e provare a dare un segnale importante ai tifosi, che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Non so spiegare cosa ci succeda quando scendiamo in campo, cerchiamo sempre di dare il massimo ma a volte non ci riusciamo. Stiamo comunque lavorando ogni giorno per migliorare e metterci alle spalle questo momento». Non è facile nemmeno per Manfredini il motivo per il quale il Modena fatichi così tanto, ma tra i tanti aspetti sui quali lavorare c’è quella mentalità tanto cara anche a mister Pavan: «Con l’atteggiamento giusto ce la siamo giocata anche contro squadre sulla carta più attrezzate come Parma e Reggiana, il vero problema è riuscire a mantenere questo atteggiamento per tutti i novanta minuti e mettere in campo la stessa determinazione anche contro squadre più abbordabili, perché spesso proprio contro queste abbiamo “toppato”. Penso dunque che sia solo una questione di mentalità, capire che ci troviamo in un campionato dove agonismo e aggressività a volte fanno la differenza più della qualità del gioco. Sicuramente dobbiamo crescere, d’altronde questa squadra aveva un percorso ben preciso da seguire: ci sono tanti giovani che devono maturare e noi giocatori più esperti dobbiamo aiutarli a migliorare e ad essere continui, mantenendo lo stesso livello di qualità per tutti i novanta minuti. Penso che con un risultato positivo, capace di restituirci un po’ di fiducia, il vento possa cambiare». Il Bassano, atteso domani al Braglia, non è senz’altro il miglior cliente con il quale vedersela in un momento simile: «Ogni partita fa storia a sé. Il Bassano è un’ottima squadra, segna tanto, ma con la mentalità giusta possiamo dare filo da torcere a tutti. Spetta solo a noi, dobbiamo prima di tutto lottare contro noi stessi per far vedere in campo quello che è veramente il Modena».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) Domani si torna in pista, la Reggiana infatti sarà impegnata alle 14.30 al “Tullio Saleri” di Lumezzane, contro la formazione della Val Trompia, per il settimo turno di andata della Lega Pro. Guardando i movimenti richiesti ieri da Leonardo Colucci a Maltese e compagni emerge come lo schieramento tattico dovrebbe rimanere quello visto col Sudtirol, col trequartista dietro alle due punte, utilizzando gli stessi uomini dato che Nolè, pur ancora lievemente acciaccato, ha svolto quasi tutta la seduta mentre Marchi è in costante miglioramento – ieri per lui anche qualche azione col pallone – ma difficilmente verrà rischiato dal primo minuto. Gli altri reparti offrono maggiori soluzioni numeriche (anche Calvano era in gruppo dopo lo stop di mercoledì) pertanto è possibile la conferma di tutto l’undici di lunedì anche se Trevisan potrebbe avere la sua grande prima chance, al fianco di Rozzio, nella retroguardia. Sempre fermo Pedrelli, continua a migliorare la situazione di Cesarini mentre per Bonetto stop precauzionale in attesa di essere meglio valutato oggi. Tra le curiosità di ieri in via Agosti va segnalata la visita di Angelo Adamo Gregucci, ex calciatore ed allenatore dei granata, affrontato dalla Reggiana l’anno scorso quando allenava l’Alessandria. Per lui tanti ricordi dalle parti della bocciofila ed un saluto speciale allo staff tecnico granata perchè non va dimenticato come sia stato compagno di squadra di Colucci nella Reggiana di Ancelotti e successivamente, sempre qua, allenatore del suo attuale vice Migliorini. Stamattina alle 10.30 è in programma la rifinitura prima della partenza per il ritiro di Coccaglio, nel Bresciano.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Spettatore d’eccezione della gara Reggiana-Sudtirol, Christian Andreoni: il terzino destro inamovibile di quel gruppo che era arrivato ad un passo dal sogno perdendo la semifinale play off ai rigori. Proprio in quei giorni una leggerezza nell’assunzione di un farmaco, risultato poi dopante pur senza procurare effetti migliorativi ad un calciatore, gli è costata una squalifica di due anni. Scadrà il 17 maggio 2017. Aveva nostalgia di Reggiana? «Sono sempre in contatto con alcuni ex-compagni e Maltese mi ha invitato a casa sua un paio di giorni così ne ho approfittato per vedere la partita e salutare gli amici». Ma del gruppo arrivato con lei da Busto è rimasto solo Spanò… «Infatti ho visto tanti volti nuovi però, alcuni degli ex-compagni rimasti avevo fatto in tempo a conoscerli nella prima parte della stagione». Segue ancora la Regia? «Soprattutto nei risultati perché venire allo stadio – ma già il solo vedere da lontano i fari che lo illuminano – mi fa venire un grosso magone. L’anno scorso avevo provato a seguire le dirette da casa ma mi prendeva questo malessere, così scendevo in strada a correre per non pensarci». Lunedì sera le è piaciuta? «Dal vivo era tanto tempo che non la vedevo però mi è sembrata una gran bella squadra, in un ambiente dove mi par di capire stia girando tutto per il meglio». Ha notato differenze rispetto alla sua Reggiana? «Fare paragoni è prematuro, magari più avanti. Giudicare da fuori non è come vivere la gara dal campo e fortunatamente quell’anno ne giocai parecchie». Per un calciatore cosa significa questo stop forzato? «Mancando la partita ti manca tutto ma mi consolo pensando che sarà ancora per poco. Inoltre conto di farmi trovare pronto: mi sono sempre allenato, seppur da solo, ma seguendo i consigli di grandi professionisti». Dopo aver rescisso il contratto è rimasto in contatto con la società? «Quando c’era la vecchia dirigenza qualche telefonata è arrivata ma ora so che è cambiato tutto». Da dove pensa di ripartire? «E’ difficile rispondere su due piedi. Purtroppo da luglio prossimo sarà difficile essere in una realtà ambiziosa come la Reggiana ma mi auguro il meglio considerando la mia situazione di provenienza, anche perché farò di tutto per essere pronto». La Reggiana sarebbe un sogno? «Sarebbe il massimo perché ritroverei tanti amici ed un ambiente che conosco bene, a partire dalla tifoseria: in cinque anni di Lega Pro non avevo mai visto una migliore». Nel frattempo può tornare per tifarla, la Regia… «La prossima volta che vengo a Reggio vorrei fare anche una visita ai campi mentre i ragazzi si allenano».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) L’azienda Olmedo ha ospitato la presentazione del nuovo sito ufficiale della Reggiana, on line da oggi. S ono stati illustrati alcuni progetti di internazionalizzazione del club che, già dalla partita casalinga contro il SudTirol ha visto tra i propri sponsor 4 marchi statunitensi. Nel pomeriggio di ieri il sito, che si presenta sia in italiano che in inglese, è stato presentato anche ai giocatori e allo staff della prima squadra. IL NUOVO SITO. L’amministratore delegato Guido Tamelli ha rimarcato quanto sia importante un nuovo sito per una società che si vuole internazionalizzare. Oggi in Italia per crescere c’è la necessità di avere capitali dall’estero e, poiché l’ambizione della Reggiana è salire di categorie, c’è la necessità di dialogare con realtà di tutto il mondo. Il nuovo sito, realizzato da Matrix Media, ha come tema conduttore il fuoco, presentando i giocatori quasi come gladiatori che devono infiammare la folla, per questo è stato ideato anche l’hastag #regiaisonfire. MIKE TESTIMONIAL. Il presidente Mike Piazza è un ottimo testimonial per tutto ciò che è il mondo granata fuori dei confini nazionali e, allo stesso tempo, può essere anche un partner importante per le aziende del nostro territorio e non solo, che vogliano aprirsi una strada nel mercato americano. Mike Piazza o la stessa Reggiana potrebbero così incassare delle royalties dai possibili introiti che le aziende italiane, grazie al mondo granata, possono ricavare nel mercato americano. Questo certamente non può avere un riscontro immediato, ma deve essere un progetto che porterà i propri risultati nel tempo. Aprendo il mercato americano alle aziende italiane, Piazza potrà così incassare dei diritti sui guadagni che garantisce e reinvestire questi soldi nella Reggiana, che quest’anno costerà più di 7 milioni di euro. SENZA CONFINI. Internazionalizzare il club significa aprire le proprie frontiere. Già dalla sfida col Sud Tirol c’erano 4 sponsor americani e altri 3 arriveranno questa settimana. La società sta parlando con un paio di aziende locali interessate a fare da Main sponsor e anche una società americana ha manifestato interesse in questo senso. L’obiettivo è avere anche un continuo dialogo e confronto con il mondo: scambi culturali con college e high school americane perché c’è la necessità di confrontarsi con un mondo del calcio che è globale. In questo senso va anche la scelta del doppio amministratore delegato; Maurizio Franzone si occuperà prettamente delle questioni sportive e della ristrutturazione di tutta la zona di via Agosti e via Mogadiscio, mentre Guido Tamelli seguirà gli aspetti economici e finanziari.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Padova si appresta ad affrontare il Mantova e mister Brevi “nasconde” la formazione facendo allenare i suoi a porte chiuse all’Appiani. Resta infatti da sciogliere il nodo del modulo tattico: riproposizione del 3-4-3 con cui i biancoscudati hanno espugnato sabato scorso Gubbio o ritorno al consueto 3-5-2? E la prova di Emerson nel ruolo di regista fatta in settimana diventerà la novità della formazione anti-Mantova? Qualcosa di più si capirà oggi, al termine della seduta di rifinitura. Di certo Brevi dovrà fare a meno di Neto Pereira, operato al ginocchio, ma riavrà a disposizione l’attaccante Alfageme, che ha scontato una lunga squalifica. E proprio l’ex Casertana (10 reti l’anno scorso) invia un messaggio a Caridi: «Mi spiace che non ci sarà, giocavamo insieme a Grosseto e siamo molto amici: è stato mio testimone di nozze». Alfageme potrebbe far coppia in attacco con il mantovanissimo ed ex biancorosso Cristian Altinier, che in questo campionato ha già messo a segno due reti.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Alla vigilia della trasferta di Padova, nella quale Luca Prina dovrà ancora fare a meno di Siniscalchi e Caridi nonché di Ruopolo, si ferma anche Skolnik, che non potrà essere a disposizione domani a causa di un risentimento al polpaccio. Il mister ieri ha tenuto a riposo precauzionale anche Regoli, che però stamani nella rifinitura dovrebbe riaggregarsi al gruppo senza problemi. Prina ha già scelto di proseguire con il modulo tattico 3-5-2, varato nell’ultima sfida con la FeralpiSalò e ha pronto l’undici da opporre al Padova dell’ex Altinier. L’unico dubbio resta in difesa, dove Romeo dopo gli ultimi errori è stato temporaneamente accantonato. A giocarsi un posto sono quindi il 19enne Menini e l’argentino Gargiulo. Per entrambi quello di domani sarebbe comunque il debutto in campionato in maglia biancorossa. Per il resto la formazione è già fatta e prevede, rispetto al ko di sabato scorso, un paio di novità: il rientro in attacco di Marchi, che ha scontato le due giornate di squalifica seguite all’espulsione rimediata contro il Pordenone e l’utilizzo dall’inizio di Salifu al posto di Skolnik. Una mediana quindi più “muscolare”, completata da Raggio Garibaldi in regia e da Zammarini come mezzala sinistra. Ricapitolando, il 3-5-2 di Prina vedrà davanti al portiere Bonato una difesa composta da Menini (o Gargiulo), Carini e Cristini; sulle fasce agiranno Bandini e Regoli (o Di Santantonio se l’ex Latina non dovesse farcela); in mediana ci saranno appunto Salifu e Zammarini al fianco di Raggio Garibaldi; in attacco la coppia Marchi-Tripoli. Questo, ovviamente, a meno di sorprese nella rifnitura di questa mattina, al termine della quale Prina scioglierà come sempre le riserve sulla formazione titolare.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) È il 5 agosto. Come un fulmine a ciel sereno in redazione arriva la notizia: la maggioranza del Mantova passa ad un gruppo di imprenditori romani. Vista l’ora tarda in cui viene diffuso il comunicato dell’Acm, la ricerca di informazioni sul conto di Folgori, De Sanctis, Barberis, De Simoni e della Zoldan srl scatta immediatamente. L’obiettivo è raccontare ai lettori chi sono i nuovi padroni del club biancorosso. Nei giorni successivi i cronisti scrivono dei fallimenti sportivi della cordata e dei problemi che i romani hanno incontrato in politica e non solo. Ma c’è un filone che la Gazzetta ha seguito per settimane e che soltanto oggi può essere reso pubblico, visto che le conferme attese da fine agosto sono arrivate. La facciamo breve: sul vice presidente Marco Claudio De Sanctis pendono circa 40mila euro di protesti. A questo punto chi legge può pensare: perché la Gazzetta lo dice soltanto adesso? Ecco, qui la questione si complica un pochino. Marco Claudio De Sanctis fino a non molto tempo fa, infatti, era soltanto Marco De Sanctis; il secondo nome è stato aggiunto di recente, evidentemente con regolare richiesta alla Prefettura di Roma (comune di nascita del nostro), tanto che il giovane imprenditore e manager ha ricevuto un nuovo codice fiscale. Il cambio di nome può impedire a chi cerca informazioni su una persona di sapere tutta la verità, questo è palese. Ma di sicuro Di Loreto e Musso si saranno informati a dovere sugli Zoldan boys prima di cedere loro il 75% delle quote del Mantova. O forse no? Ad ogni modo ciò che ora è scritto sulla pietra è che De Sanctis ha un passato recente da cattivo pagatore. Anzi, possiamo dire da pessimo pagatore. I guai del 32enne sono iniziati nell’ottobre del 2013 quando ha staccato un assegno da 4.000 euro risultato scoperto. Il mese successivo De Sanctis ci è ricascato e l’ha combinata grossa: assegno scoperto di 18.900 euro. Tre giorni dopo altra firma, stavolta di 1.550 euro. Ma i soldi sul suo conto non erano sufficienti a fare in modo che il malcapitato creditore potesse riscuotere quanto pattuito. Anche il 2014 non è stato un anno roseo per le finanze del vice presidente dell’Acm: agli atti risultano infatti cinque cambiali da mille euro non saldate. Risultato: buco di cinquemila euro. Sempre nel 2014 la penna di Marco ha siglato un assegno da 1.800 euro risultato scoperto. L’anno scorso De Sanctis ha aggiunto alla collezione altri due protesti: a febbraio per un assegno da 6.000 euro («recante firma non riferibile al correntista ma non denunciato smarrito o rubato. L’assegno presenta una firma di traenza relativa al correntista ma contraffatta e/o non conforme all’originale») e ad inizio maggio per un titolo da 4.000 euro risultata “semplicemente” scoperto. Insomma, in tre anni il manager capitolino ha avuto guai per, malcontati, quarantamila euro. La “nuova identità” di De Sanctis porta in dote anche un aspetto più leggero, lontano dalle criticità bancarie e vicino ad una rete. Non quella che si gonfia dopo un tiro preciso e angolato di un centravanti, ma quella che divide in due parti uguali un campo da tennis. Sì perché il manager è stato più che un discreto atleta con la racchetta in mano. Dopo aver ben impressionato in giovanissima età, la sua carriera inizia nel 2002 quando sulla terra rossa del Garden Open di Roma viene travolto al primo turno da David Ferrer 6-1 6-0. Una sconfitta netta, certo, ma del resto l’avversario era il campione spagnolo capace nel 2013 di arrampicarsi fino al terzo posto del ranking mondiale. L’anno successivo De Sanctis gioca e perde un solo incontro e nel 2005 arrivano altre 12 sconfitte a fronte di vittoria. L’anno successivo il bilancio è di tre vittorie e nove batoste. Infine, nel 2007, il vice presidente dell’Acm supera il primo turno delle qualificazioni del Roma Challanger prima di non presentarsi alla partita successiva. Finisce così la sua carriera sotto rete, con una percentuale di successi pari al 16,67% e un piazzamento attorno alla novecentesima posizione Atp come best ranking. Il resto è storia: dal Marco imprenditore al Marco Claudio dirigente biancorosso. Questo è quanto il vice presidente dell’Acm ha spiegato ieri alla Gazzetta di Mantova: «Tecnicamente ho aggiunto Claudio perché era il nome di mio nonno che purtroppo è venuto a mancare. Le mie aziende hanno sempre svolto attività di marketing e hanno fatto grandi numeri; poi c’è stata la crisi e le cose sono andate un po’ meno bene e quindi ho deciso di cedere le quote ma prima di farlo ho pagato tutti i fornitori, non ho un debiti, posso dimostrarlo. Ho sempre pagato tutti. I protesti? Sono tutte situazioni sanate, risultano ancora agli atti ma ho messo a posto tutto. Le cambiali le ho pagate – conclude l’imprenditore e manager romano – presto vi fornirò la liberatoria che lo dimostra».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Dal vertice fra il presidente Sandro Musso e il vice Marco Claudio De Sanctis esce una fumata bianca: la cordata romana restituirà le quote acquistate il 5 agosto, in modo da evitare che il Mantova venga messo “fuorilegge” dalla Lega Pro in vista del prossimo campionato. Poi bresciani e romani si siederanno attorno a un tavolo e valuteranno il da farsi: «I nuovi soci potrebbero restare con una quota di minoranza – spiega Musso – oppure uscire del tutto. Questa cosa è ancora da valutare. È comunque molto positivo che si sia trovata un’intesa per il bene del Mantova». E su questo punto insiste anche Marco Claudio De Sanctis: «Se avessimo fatto prevalere gli interessi personali o la ruggine emersa nelle ultime settimane in cui ci siamo detti un po’ di tutto, il Mantova avrebbe fatto una brutta fine. Ma di fronte al bene della squadra e di una città intera, abbiamo deciso che tutto doveva passare in secondo piano. E così restituiremo le quote, seguendo le indicazioni della Lega per mettere al riparo dai guai l’Acm, poi valuteremo insieme cosa fare. Se proseguire insieme nel caso in che termini». Musso, dal canto suo, tira un grosso sospiro di sollievo, ma dice chiaramente che il futuro del club è tutt’altro che già scritto: «La volontà di fare il bene del Mantova è emersa chiaramente nell’incontro con De Sanctis e, se mi chiedete se questa restituzione di quote ci costerà cara vi rispondo di no. Resta il fatto che noi avevamo ceduto il 75% alla cordata romana perché la verità è che non volevamo appesantire ulteriormente le nostre casse. Non abbiamo mai avuto intenzione di scappare, nei momenti in cui è servito ci siamo sempre stati. E aggiungo che ci siamo e ci saremo. Ma rinnoviamo la preghiera nei confronti delle forze economiche della città affinché qualcuno ci dia una mano». A questo appello, in realtà, ha già risposto il “re dei ristoranti” Piervittorio Belfanti (con lui potrebbe esserci anche l’ex presidente Di Matteo), che Musso non nega di aver già incontrato per confrontarsi sul tema: «È vero, all’appello ha risposto l’unica persona di Mantova che da anni tenta di avvicinarsi all’Acm. Mi chiedete se questa potrebbe essere la volta buona per l’ingresso di Belfanti in Viale Te? Non lo so, sinceramente in questo momento non riesco a rispondere a questa domanda. Adesso vediamo di sistemare la questione con i soci romani, poi valuteremo. Di certo – e l’ho detto anche al presidente Gravina – il sistema Lega Pro non sta in piedi, perché costringe chi ha una società di calcio a sborsare ben più di un milione all’anno». Per quanto riguarda i tempi del nuovo passaggio di quote, infine, Marco Claudio De Sanctis risponde così: «Abbiamo raccolto l’invito del presidente Gravina, accelerando i tempi al massimo. Dopo la lunga riunione con Musso, adesso sono a cena con i miei legali Giovanni e Guido Del re per mettere a punto tutto. Domani (oggi per chi legge, ndr) l’accordo dovrebbe essere pronto in tutti i dettagli e a quel punto potremo considerare il Mantova salvo. Poi l’atto notarile – conclude il vicepresidente – lo faremo all’inizio della settimana prossima, sperando nel frattempo in un buon risultato della squadra».

Ore 17.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Modena-Bassano domani per la svolta, comunque per la conferma che il Bassano non è lì per caso. Ha le idee chiare e nel treno di testa vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista, come fa capire Mattia Proietti, uno dei leader storici del gruppo: «Negli ultimi tre anni — spiega — abbiamo compiuto un processo d’evoluzione. Con Petrone abbiamo acquisito mentalità vincente e idee di gioco, con Asta abbiamo giocato con agonismo e ferocia; con Sottili abbiamo iniziato a giocare di più, imparando a gestire la manovra. Ora le squadre ci conoscono, non siamo più la sorpresa del torneo. Il Modena è reduce da due sconfitte, sarà una trasferta ancora più difficile di quella di Lumezzane».

Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Sara Vivian, capo ufficio comunicazione del Bassano è stata inisignita del titolo di miglior addetto stampa dell’intera Lega Pro. Ha messo in riga 59 colleghi, affermandosi così come la numero uno della categoria. Gran bella soddisfazione poichè il premio è giunto da una qualificata giuria di professionisti che hanno sancito come a meritarsi la corona per la stagione 2015-16 fosse proprio la voce ufficiale dei giallorossi. La consegna dei riconoscimenti avverrà lunedì sera nel corso del Gran Gala degli Italian Sport Award che si terrà a Pontecorvo, in provincia di Frosinone. Vivian, 30 anni appena compiuti, da quattro a capo della comunicazione della Virtus Bassano, ha vissuto in pieno il periodo magico del club di via Piave. Con lei saliranno sul palco anche gli altri protagonisti del campionato di Lega Pro.

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Mattia il milord è un drittone a dispetto dei suoi 24 anni, non solo il play titolare e il re della distribuzione nel cuore del centrocampo virtussino. Proietti è il tom tom che indica la strada ai compagni e alla sesta stagione di anzianità di servizio è ascoltatissimo anche dai (pochi) veterani. «Modena domani è una tappa delicatissima – attacca – loro saranno furibondi per i due ko di fila e partiranno alla grande, lo so già. Toccherà a noi farci trovare pronti ed essere reattivi sin dal calcio d’inizio. Un po’ come lo siamo stati sette giorni fa col Santarcangelo. Venivamo da una sconfitta ed eravamo rabbiosi. Al Braglia dovremo fare altrettanto e cancellare il 4-0 coi romagnoli».Che tipo di Bassano è questo?Stiamo vivendo un’evoluzione cominciata con Petrone, colui che ci ha modellato la mentalità vincente e che ci ha fornito le prime idee di calcio offensivo e non solo. Poi è arrivato Asta che ci ha plasmato il temperamento e la dimensione agonistica. Quindi, siccome rischiavamo di diventare prevedibili, Sottili ha introdotto il concetto del possesso palla sin dalla fase difensiva. E con D’Angelo?Curiamo l’aspetto tattico in maniera maniacale senza disperdere il tanto acquisito sinora. La differenza è che adesso non siamo più una sorpresa e ci aspettano tutti coperti ed allineati e non è facile sfondare. Se non avessimo sbloccato rapidamente col Santarcangelo anche con loro sarebbe stata una faticaccia. Lumezzane? Siamo stati padroni ma non così bravi da far scoccare la scintilla della ferocia per segnare. E quella ci dovrà accompagnare invece ogni gara.Dove volete arrivare?Vogliamo stare lì a ridosso delle migliori il più a lungo possibile. Dire i playoff non significa nulla. Dipende come ci si arriva. Quest’anno poi sono davvero complicatissimi. A giugno andrà in scadenza. Cosa fa, lascia o raddoppia?Bassano resta la mia prima scelta e l’ho già comunicato alla società. A parità di categoria resto sempre a Bassano e anche a fronte di un’offerta di una B non esaltante. Poi è normale che dinanzi a una proposta seria e articolata al piano di sopra, da professionista ovviamente la valuterei. Ma la B per me non rappresenta un’ossessione.Alle strette, che Bassano vede?Quelli che siamo, un po’ bosco e un po’ riviera….Prego?Una squadra versatile, via… E ride.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Quella volta che sconfissi il Venezia di Zamparini». Gli amici dell’avvocato se lo saranno sentito raccontare decine di volte. L’avvocato, ovviamente, è lui: Maurizio Mazzarella, il più amato opinionista dei bar sport cittadini, un passato neroverde da giocatore, ds, allenatore, dirigente e un presente da blogger su tuttopordenone.com. RAMARRO INGRATO – «Era il 5 ottobre dell’86 – ricomincia il suo refrain Mazzarella -. Arrivavamo dall’ennesima crisi societaria. Già durante l’estate Giuseppe Gregoris, allora presidente e maggior azionista del club, aveva dato segni di stanchezza. L’ingresso in società di Gianni Sasso non aveva prodotto che confusione. La situazione degenerò in precampionato. Poco prima dell’amichevole con il Koper il mezzo Pordenone portato da Sasso, compreso il tecnico Marino Lombardo, mollò. Restammo noi del mezzo Pordenone di Gregoris. All’esordio in panca c’era Michele De Rosa, tecnico degli Allievi. Per fortuna l’opera mediatrice dell’allora sindaco Alvaro Cardin ebbe successo e Maurizio Zamparini (allora titolare del Mercatone Zeta e presidente del Venezia, oggi del Palermo) rilevò il pacchetto azionario neroverde e lo intestò al suo dg Moreno Galletti. Con i soldi di Zamparini rinforzai la squadra. Il colmo fu che proprio la costola neroverde sconfisse al Bottecchia la casa madre quel 5 ottobre per 1-0, con gol di Zanin. Zamparini, grandissimo presidente, uomo che ti guarda sempre dritto negli occhi, mi propose subito di seguirlo a Venezia. Ancora oggi mi sto chiedendo – conclude il suo racconto – perché non l’ho fatto». TITANI AL BOTTECCHIA – Domani sera, con Mazzarella in tribuna, sarà ancora derby neroverde. «Scontro fra titani – prevede l’avvocato -, che si giocheranno la promozione sino a maggio insieme al Parma. Gara aperta. È troppo presto perché sia decisiva. Giocatori determinati? Cattaneo e Pietribiasi: entreranno in corsa e cambieranno la storia del match».

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Grande rispetto, nessuna paura»: è il motto che ha accompagnato tutta la settimana dei ramarri in attesa della sfida di domani alle 20.30 al Bottecchia con la capolista Venezia di Pippo Inzaghi. È ovviamente anche il pensiero di Bruno Tedino, che per la prima volta in stagione ha tutti gli effettivi a disposizione. Compreso Ingegneri, l’uomo più rimpianto dai supporter neroverdi (e probabilmente dallo stesso tecnico, anche se ovviamente non lo dice) durante le ultime due gare con Parma e Maceratese, in cui Tomei ha dovuto raccogliere ben 6 palloni dal fondo del sacco. PORTE CHIUSE – «Ingegneri e Suciu – precisa Tedino – sono nel gruppo, anche se non al meglio della condizione. In ogni caso – Bruno non vuole colpevolizzare nessuno – non credo che i 6 gol subiti siano tutti da attribuire all’assenza di Ingegneri. Parodi ha fatto il suo dovere. Nel mio concetto di calcio si attacca e ci si difende in 11, quindi meriti e colpe vanno condivisi». Il Venezia ha la miglior difesa del girone. Studiato qualcosa per perforarla? «Qualcosa sì – ammette Tedino -, ma è una squadra talmente forte e completa che solo facendo la partita perfetta potremmo sperare di batterla. Gli espedienti – sorride il tecnico – servono a poco». In ogni caso, ciò che i ramarri hanno studiato resta tra loro. La seduta di ieri (come quella di oggi) si è svolta a porte chiuse per tenere lontane le spie. «Più che altro – precisa Tedino – per lavorare con maggior tranquillità». Niente indizi sulla formazione questa volta. È proprio scontro al vertice. PERICOLO PEDERZOLI – Il Pordenone si riroverà davanti Alex Pederzoli, centrocampista determinante nella scorsa sragione. Sarà opportuno evitare le punizioni nella fascia dai 18 ai 23 metri. «Se fai fallo corri il rischio di subire i piazzati di Alex, se non lo fai – alza le spalle Tedino – gente come Ferrari, Moreo e Fabris, tanto per fare qualche nome, penetra in area. Vincerà chi farà meno errori». RE MAURO CURIOSO – Attende il derby arancioneroverde senza tensione Mauro Lovisa, che lunedì riceverà il premio quale miglior presidente della stagione 2015-16. «Dopo il match con il Parma – ricorda – ho detto che se puntano loro alla promozione possiamo farlo anche noi. Adesso sono curioso di vedere il mio Pordenone a confronto con l’altra supersquadra, il Venezia. Io però – conclude sorprendendo re Mauro – vedo favorito numero uno il Bassano. Subito dietro Venezia, Parma, Reggiana e Pordenone, tutte allo stesso livello».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Calma, torna «Inge». Il Pordenone aveva bisogno del «laureato» della difesa e Andrea Ingegneri si è rimesso in sesto proprio in vista del big match del Bottecchia. Tirato a lucido, negli occhi la voglia di spaccare il mondo, il romagnolo tornerà al fianco di Mirko Stefani. Ed è già carico come una molla. «Battiamo il Venezia e pensiamo in grande», dice. «Perdiamo e non cambia niente», ragiona. Ma non lascia il credo che il Pordenone ha fatto suo: «L’errore più grande – afferma analizzando il match – sarebbe quello di attendere l’avversario. Ci schiaccerebbe. Non dobbiamo subire, ma giocare come se di fronte ci fossero Maceratese o Teramo. Insomma, fare il Pordenone». Guai però a parlargli dell’essenzialità della sua figura nella difesa neroverde. «Non sono d’accordo con questa tesi – replica Ingegneri -: tutti siamo indispensabili e Parodi ha fatto bene, crescerà molto. La linea arretrata non si è comportata male». In realtà la sua assenza si è notata, eccome. «Mi ha dato fastidio non esserci contro il Parma – ammette -. Stavo bene e un piccolo infortunio mi ha fermato all’improvviso. Adesso sono a posto, pronto a tornare. Sceglierà l’allenatore». Il Venezia fa paura: «Come si fermano gli attaccanti di Inzaghi? Non lo so – sorride -, ma so che dovremo essere bravi e intelligenti per contrastarli. Solo con una prova di forza collettiva, e non esclusivamente della difesa, riusciremo a fare risultato. Geijo ha grande forza e tiro, gli esterni hanno una grande gamba. Ferrari è simile ad Arma. Noi ci affidiamo molto a Rachid: ci tiene alti e fa sembrare tutto facile. Il Pordenone credo sia già oltre le aspettative. In ritiro mi ero accorto che si sarebbe potuto costruire qualcosa di buono, ma non pensavo di partire così forte. Possiamo anche fare meglio del 2015-16. Non vedo l’ora di giocare questa grande partita. Sogno un gol, come Domizzi, sarebbe bellissimo». Infine un messaggio alla città: «L’anno scorso tornavo spesso a casa, quest’anno resto qui, nella mia seconda città».

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Pippo Inzaghi, tecnico del Venezia delle meraviglie, ha preparato con cura la supersfida del Bottecchia ed è preoccupato, anche se non vuole darlo a vedere. «Ho una rosa molto ampia e di qualità – afferma –, sceglierò i dieci giocatori migliori per questa partita e poi il sistema di gioco. Il modulo mi interessa relativamente, potremmo anche sistemarci a tre davanti a Facchin». In particolare teme Arma, 7 reti in campionato e due in coppa Italia con già tre doppiette all’attivo. «È un ottimo attaccante – dice –, sta attraversando un periodo positivo. Molto atletico, e potente, ma noi ci concentreremo su tutti i giocatori del Pordenone, non solo su di lui. È anche vero che io non lo cambierei con nessuno dei miei attaccanti». Se il Pordenone ha l’attacco più prolifico della Lega Pro (14 reti) assieme al Lecce, il Venezia ha finora incassato 2 gol, come il Pisa in serie B, l’Alessandria in Lega Pro, meglio ha fatto finora solo la Viterbese (1). «Ho sempre sostenuto che i campionati li vincono le squadre che prendono pochi gol, abbiamo lavorato molto per presentarci pronti nella fase difensiva, però la mia è una squadra che gioca molto il pallone e punta più a offendere che a difendere, salvaguardando gli equilibri, che sono fondamentali per trovare l’esatto bilanciamento tra reparti». Pordenone da alta quota. «La squadra di Tedino è tra le candidate alla promozione, non è una sorpresa. E’ reduce dal secondo posto e dalla semifinale playoff persa con il Pisa, ha cambiato poco, tenendo lo stesso allenatore. È una conferma. Credo che finora la sorpresa del girone sia proprio il Venezia, invece». Venezia che proprio in provincia di Pordenone ha iniziato la stagione con il ritiro estivo a Piancavallo. «Ci siamo trovati molto bene – ammette Inzaghi –, abbiamo trascorso belle giornate, sentendo un grande entusiasmo da parte del pubblico. Mi auguro che anche domani a Pordenone possiamo vivere una bellissima giornata…».

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Come impone il suo carattere, fermo e deciso, Alex Pederzoli va dritto al dunque: «Servirà un’impresa per battere il Pordenone». Ecco cosa deve fare il “suo” Venezia per superare la squadra neroverde, la sua fresca ex. Il regista bolognese torna per la prima volta da avversario al Bottecchia e sa che per festeggiare al termine dei 90’ – come spesso è capitato la scorsa stagione – dovrà fare qualcosa di eccezionale. «Il Pordenone è una delle squadre più forti della categoria – afferma il centrocampista –. Ha avuto la fortuna di partire già da un impianto consolidato e attorno ci ha messo giocatori forti: non mi aspettavo una partenza così, ma è arrivato lassù con merito e per noi sarà durissima». Pederzoli è un ex attesissimo: al Bottecchia ha lasciato un grande ricordo e lui in città ha vissuto bene e col club ha avuto un ottimo rapporto. «La stagione di Pordenone è stata la più bella della mia carriera – ripete il regista –: abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, con un gruppo straordinario. Solo un’offerta irrinunciabile come quella del Venezia poteva farmi lasciare una realtà simile. Non mi aspetto accoglienze speciali, di certo sarò contento di vedere tante persone a me care». Pederzoli, naturalmente, non ai sbilancia su chi vincerà il campionato. Sostiene però un concetto: «Questo Venezia è partito bene – afferma – ma manca ancora qualcosa, d’altronde siamo solo all’inizio. Se creeremo il gruppo dell’anno scorso di Pordenone potremo pensare molto in grande». Intanto il Bottecchia è pronto ad applaudire il regista, rimpianto un po’ da tutto lo stadio.

Ore 15.30 – Qui Guizza: con ogni probabilità Filipe e De Risio non saranno della partita.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo dopo una lunga sessione video. Inizia la rifinitura.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Saranno più di 200 i tifosi arancioneroverdi al seguito del Venezia a Pordenone. Entro le 19 odierne gli appassionati muniti di Supporter Card possono acquistare i biglietti per la gradinata ospiti del Bottecchia, a Mestre alla tabaccheria Atlantis (via Forte Marghera 137) e sul sito www.ticketland1000.com, mentre non è attiva la Libreria Goldoni a Venezia. Il Pordenone ha comunicato che la tribuna coperta (centrale e laterale) è già esaurita: la gradinata ospiti ha una capienza di 800 posti (sui quasi 3.000 dello stadio) ma non è prevista la vendita di biglietti ai botteghini. La società friulana tuttavia aderisce all’iniziativa «Porta un amico allo stadio», quindi i residenti in Veneto titolari di Supporter Card possono acquistare un biglietto anche per un proprio conoscente non tesserato. Gli ultras affronteranno la trasferta con mezzi propri, ritrovo dalle 18 e partenza alle 18.30 dal parcheggio del Mediaworld di Mestre (zona Auchan). L’associazione VeneziaUnited organizza invece un pullman che partirà alle 18.15 dal Tronchetto e alle 18.30 dal Taliercio (adesioni a 15 euro, info@veneziaunited.com).

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Il Venezia essendo nato da poco, e pressoché da zero, è la vera sorpresa. Il Pordenone invece è una realtà consolidata ed è giusto che si senta il più forte». Così Pippo Inzaghi inquadra il big match che domani – stadio Bottecchia ore 20.30 – opporrà le due battistrada del girone B di Lega Pro. Alla vigilia il Venezia è davanti di un punto, ma il tecnico arancioneroverde concorda con il numero uno friulano, Mauro Lovisa, che sul portale Tuttomercatoweb non ha nascosto le ambizioni neroverdi. «Il Pordenone si sta confermando sugli alti livelli dello scorso campionato, quando si era fermato solo in semifinale playoff contro il Pisa poi promosso in B – sottolinea Inzaghi -. No, non ho chiamato Rino (Gattuso, tecnico pisano, ndr) per chiedergli come l’aveva battuto. Non ce n’è bisogno perché so bene che affronteremo un team quadrato e collaudato. Arma? È un attaccante che ha fisico e velocità, ha già segnato 7 reti finora, io però non lo cambio con i miei giocatori». L’allenatore lagunare traccia i contorni di un Venezia sempre più sicuro del fatto suo dopo le tre vittorie di fila con Parma, Ancona (entrambe in trasferta) e Lumezzane. «Non era facile immaginarci subito in vetta, perché qui è cambiato tutto e per trovare i giusti meccanismi occorre sempre tempo. Le nostre idee sono chiare, ci piace comandare il gioco e tenere il pallino in mano, poi fin dall’inizio lavoriamo molto sull’aspetto difensivo perché di solito vince chi subisce meno gol. Finora ne abbiamo presi solo due, dopo 5′ contro la Reggiana e su un rigore dopo 1′ ad Ancona, ma in ogni partita bisogna confermarsi». Ad oggi il Venezia è indecifrabile sul piano tattico, dati i numerosi cambiamenti delle ultime uscite. «Il Pordenone gioca con due punte e sto pensando anche al 3-5-2, ma il modulo lo sceglierò domani, non prima di aver individuato i migliori dieci da mandare in campo. Oggi sapremo se a Baldanzeddu sconteranno una giornata di squalifica, in ogni caso in difesa Luciani ha fatto bene e Malomo finalmente è al 100 per cento non avvertendo più dolori ai tendini».

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Siamo il Venezia e a Pordenone andremo per imporre il nostro gioco, anche se loro cercheranno di impedircelo». Vigilia di big match per gli arancioneroverdi, domani impegnati a Pordenone (ore 20,30) per la sfida tra capolista e prima inseguitrice. A Marco Modolo e ai compagni di reparto sarà affidato il delicato ruolo di fermare il prolifico attacco dei friulani (14 gol in sei partite) e in particolare il bomber marocchino Rachid Arma. «Il loro attacco sta attraversando un ottimo momento, per fermarlo dovremo curare ogni minimo particolare. Abbiamo visto i video dei loro gol, segnano in tutti i modi, da calcio piazzato e su azione: dovremo prestare attenzione in ogni momento, per l’intera partita», spiega il difensore centrale. La difesa arancioneroverde ha subito finora appena due gol, di cui uno su rigore, non c’è dubbio che rappresenti uno dei punti fermi delle attuali «fortune» del Venezia. «Abbiamo lavorato molto per trovare equilibrio e compattezza ma questo non vale solo per la difesa, è un concetto che funziona se parte dal portiere fino agli attaccanti. Dal campo, la sensazione è che siamo già una squadra compatta, pur con i margini di miglioramento che ancora abbiamo». Domani la difesa potrebbe cambiare assetto, nel caso mister Inzaghi decida di togliere un uomo e affidarsi a tre centrali (Malomo, Modolo, Domizzi), optando per il centrocampo a cinque. Una scelta che potrebbe essere dettata dalle caratteristiche del Pordenone e dei suoi attaccanti. Inoltre c’è sempre da fare i conti con le assenze dei terzini, Garofalo e Baldanzeddu per squalifica, anche se potrebbe arrivare lo «sconto» in extremis per il difensore sardo: oggi intorno alle 13 si discuterà infatti il ricorso presentato contro lo stop. «A Pordenone – chiude Modolo – vogliamo fare una grande partita. Vogliamo dare un’altra soddisfazione ai nostri tifosi, a maggior ragione questa volta che ci seguiranno in tanti». Sono attesi circa 200 supporter e con loro anche una parte degli ex Curva Sud che hanno accettato di sottoscrivere la tessera del tifoso, staccandosi dal gruppo per fondare il «VeneziaMestre 1987».

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Vigilia di big-match, primato in gioco. Con il Venezia intenzionato a salvaguardare leadership e imbattibilità dall’assalto del Pordenone. Venezia anche in attesa: oggi, a Roma, in calendario l’udienza alla Corte Sportiva d’Appello Nazionale per discutere il ricorso sulle due giornate di squalifica inflitte a Ivano Baldanzeddu dopo l’espulsione di Ancona. Il Venezia sarà rappresentato nella capitale dall’avvocato Gianmaria Daminato. «Speriamo di avere anche Baldanzeddu a disposizione» spiega Filippo Inzaghi, «ma in quel ruolo siamo eventualmente ampiamente coperti: Luciani si è ben disimpegnato con il Lumezzane, Malomo adesso sta bene, è al 100%. Ho una rosa ampia e di qualità, sceglierò i dieci giocatori migliori per questa partita e poi il sistema di gioco. Il modulo mi interessa relativamente, potremmo anche sistemarci a tre davanti a Facchin». Sette reti in campionato (con l’aiuto di tre calci di rigore), altre due in Coppa Italia con già tre doppiette all’attivo, il marocchino Rachid Arma prova a spaventare il Venezia, solo il leccese Caturano ha segnato in Lega Pro come il centravanti del Pordenone. «Ottimo attaccante, sta attraversando un periodo positivo. Molto atletico, e potente, ma noi ci concentreremo su tutti i giocatori del Pordenone, non solo su Arma. È anche vero che io non lo cambierei con nessuno dei miei attaccanti». Se il Pordenone ha l’attacco più prolifico della Lega Pro (14 reti) insieme al Lecce, il Venezia ha finora incassato 2 gol, come il Pisa in serie B, l’Alessandria in Lega Pro, meglio ha fatto finora solo la Viterbese (1). «Ho sempre sostenuto che i campionati li vincono le squadre che prendono pochi gol, abbiamo lavorato molto per presentarci pronti nella fase difensiva, però la mia è una squadra che gioca molto il pallone e punta più a offendere che a difendere, salvaguardando gli equilibri, che sono fondamentali per trovare l’esatto bilanciamento tra reparti». Pordenone da alta quota. «Sicuramente è tra le candidate alla promozione, non è una sorpresa, reduce dal secondo posto e dalla semifinale playoff persa con il Pisa, ha cambiato poco, tenendo lo stesso allenatore». Il Venezia ritroverà a Pordenone anche una parte dei tifosi della curva che hanno deciso di sottoscrivere la tessera del tifoso. «Sono felice che vengano anche in trasferta, portando l’entusiasmo del Penzo anche lontano da Sant’Elena».

Ore 13.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Oscar Brevi alla vigilia della sfida tra Padova e Mantova: “Parola d’ordine continuità? Pensavo vincere! È importante dare appunto continuità a quanto fatto a Gubbio, e ci aspettiamo un miglioramento dal punto di vista del risultato e della prestazione. C’è ancora tanto da fare su tutti i fronti, ma sono fiducioso. Emerson regista? L’ha fatto tanto anni fa come ruolo, può essere una soluzione che può essere attuata sia dall’inizio che a partita in corso. Vediamo, perché può farci migliorare dal punto di vista dell’impostazione del gioco e dell’inserimento delle mezzali. Ma potremmo anche inserire Gaiola e partire col doppio centrocampista… Ormai sono stati impiegati quasi tutti i giocatori in rosa, ma comunque si giochi l’importante è dare continuità! Il Mantova? Sarà una squadra arrabbiata ed aggressiva, ma noi le qualità le abbiamo e dobbiamo migliorare sul piano dell’aggressività e della cattiveria. Non dobbiamo farci condizionare più di tanto dalle loro tre sconfitte perché al di là dei risultati hanno sempre espresso il loro gioco. Le assenze? Ci sono per loro ma anche per noi, però abbiamo una rosa lunga e quindi di certo non mi lamento. Domani dovremo prendere spunto dalla gara di Gubbio per capire che ogni sfida è impegnativa ed approcciarci a dovere, sbagliando meno anche in fase di impostazione”.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quello che affronterà domani la Virtus Entella sarà un Vicenza ancora diverso da quello che ha pareggiato sabato scorso al Menti con l’Avellino. In difesa quasi sicuramente non sarà della partita Zaccardo, bloccato da un problema muscolare, con Adejo che invece torna a disposizione dopo aver scontato la squalifica. Il tecnico Franco Lerda sarà quindi costretto a cambiare ancora il quartetto difensivo con Pucino a destra nel suo ruolo naturale e Bianchi a sinistra. Al centro Esposito, Adejo e Bogdan sono in tre per due maglie. A centrocampo non sarà disponibile Rizzo e H’Maidat andrà in panchina, non ancora al meglio della condizione fisica; il tecnico punterà probabilmente ancora su Urso e Signori. In attacco Lerda potrà scegliere se puntare su Vita e Siega sugli esterni o se dare spazio a Fabinho. Dubbi che l’allenatore del Vicenza potrebbe avere anche in attacco dove Raicevic, Cernigoi e Di Piazza di contendono il ruolo di attaccante centrale. Insomma, un Vicenza ancora con assenze importanti. «Conosco la situazione del Vicenza perché ho ancora tanti amici da quelle parti – sottolinea Roberto Breda, tecnico della Virtus Entella – ma lo temo comunque: dispone di giocatori importanti come Vita, Galano, Fabinho e Raicevic. Non sarà facile». Breda, dopo la sconfitta a Carpi, punterà sulla voglia di riscatto dei suoi. «La nostra forza è data dal gruppo – precisa – una squadra che ha mantenuto in larga parte l’ossatura della scorsa stagione e che sta dimostrando di avere buoni valori. Ma in serie B c’è grande equilibrio e di conseguenza noi dovremo curare al massimo i particolari. Il Vicenza ci renderà la vita difficile ma noi siamo pronti».

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Chi conosce o ha conosciuto Daniele Fortunato, 53 anni di Samarate ma vicentino d’adozione, sa che prima ancora che essere un ex calciatore e un tecnico, è un saggio prestato al mondo del pallone. Persona pacata, non ama alzare i toni della discussione. E nella sua vita – gli piace spesso ripeterlo – ha sempre cercato di tenere a distanza quei comportamenti e quelle persone che non gli andavano o che rispettavano il suo carattere.In merito alle sue dimissioni dal Vicenza, di cui abbiamo dato notizia il giorno dopo il pareggio del Vicenza con l’Avellino, Fortunato ha voluto rilasciare queste parole. «Sono uno che ama costruire, non distruggere. Per me che vivo a Vicenza, tifo Vicenza e sono stato un calciatore del Vicenza, era il massimo poter collaborare per la società biancorossa. Ma – ha sottolineato – le premesse, quando al termine della scorsa stagione sono stato nominato coordinatore tecnico e allenatore degli allievi nazionali, erano diverse». Qual era il progetto? «Il programma iniziale metteva al centro il territorio: il settore giovanile biancorosso doveva ripartire da qui». E poi cos’è successo? «A campionati iniziati, è stato chiesto di affrontare un discorso diverso». Che andava nella direzione di uno sfoltimento complessivo? «Esattamente. Non voglio sollevare alcuna polemica, non sono il tipo – dice Fortunato, che nella passata stagione aveva guidato la Primavera del Vicenza, prima di passare il testimone al “Toro de Sora” Pasquale Luiso – ma semplicemente sono una persona diversa e poco ho a che fare con un determinato mondo e determinati progetti. Ecco perchè ho preferito lasciare». Se il Vicenza in futuro tornasse ad avere bisogno di lei? «Io per il Vicenza ci sarò sempre, ma a certe condizioni. Ora, scusate, voglio tornare a fare il Daniele Fortunato di sempre».Facciamo un passo indietro. Che cos’era accaduto nei giorni scorsi? Sul sito del Vicenza era apparso un comunicato ufficiale, in cui veniva annunciato che Fortunato avrebbe assunto l’incarico di responsabile dell’area tecnica del vivaio, mentre Antonio Mandato avrebbe avuto la responsabilità organizzativa dell’intero settore. In realtà, scavando un po’, si era appreso che il sito aveva lanciato una notizia non vera. Fortunato, infatti, da noi interpellato, aveva prontamente smentito, aggiungendo addirittura che da un paio di giorni si era dimesso; non aveva più alcuna carica all’interno del Vicenza. In pratica la nomina di Fortunato sarebbe stata decisa dal presidente biancorosso, Alfredo Pastorelli, senza prima aver parlato con il diretto interessato.Quale sarà il futuro del settore giovanile? Intanto Antonio Mandato – che ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulla questione – è e resta il responsabile. Il Vicenza però sarebbe alla ricerca di una figura che dovrà svolgere il ruolo di responsabile dell’area tecnica del vivaio, quello che fino ad un anno fa faceva Massimo Margiotta e che nell’idea dell’attuale proprietà avrebbe dovuto fare Fortunato. La società ricadrà su una scelta interna oppure pescherà da fuori? Intanto, settore giovanile a parte, è meglio pescare una vittoria a Chiavari, domani, con l’Entella.

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Ritrovare lo spirito di squadra. Magari anche con l’intercessione dello Spirito Santo, che male non può fare. Il direttore sportivo Antonio Tesoro, nel suo intervento in conferenza stampa di metà settimana, aveva sottolineato come questo nuovo Vicenza non sia ancora riuscito a creare in spogliatoio quell’alchimia positiva, quell’entusiasmo e quella coesione granitica d’intenti che nel finale della scorsa stagione avevano costituito la componente decisiva per agguantare in rimonta la salvezza.Lo stesso tecnico Franco Lerda, negli allenamenti di questa settimana, ha cercato di ricreare quel clima più giocoso e rilassato che tanto bene aveva fatto lo scorso anno al morale del gruppo biancorosso: anche nella sessione di scarico di ieri mattina, infatti, il tecnico ha lasciato i suoi giocatori liberi nel finale di improvvisare giochi con la palla e prendersi bonariamente in giro a vicenda.Ma anche fuori dal campo, ieri sera, il Vicenza ha cercato di rinnovare il proprio spirito. Prima nel senso religioso del termine, visto che alle 18.30 la squadra è salita al santuario di Monte Berico per un momento di raccoglimento e una benedizione benaugurale: visti gli infortuni in serie di questo avvio di stagione – ci sia concessa la battuta – chissà che possa funzionare anche da esorcismo. In serata, poi, squadra e staff tecnico sono stati riuniti a tavola dal presidente Alfredo Pastorelli per una cena di gruppo. Per completare il “triduo” e rigenerare definitivamente lo spirito biancorosso adesso manca solo una cosA: una risultato positivo a Chiavari, magari un colpaccio da tre punti. E quello, di sicuro, sarebbe una vera mano santa per morale e classifica.

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Occhio al sintetico. Soprattutto a quello di Chiavari. Francesco Benussi, da portiere navigato quale è, durante questa settimana ha sottolineato un’insidia da non sottovalutare per la partita che domani pomeriggio alle 15 attende i biancorossi contro l’Entella: il fondo del campo in erba artificiale, infatti, può riservare qualche problema di adattamento a chi non ci è abituato, soprattutto nella parte iniziale della partita.CHIAVARI AVARA. In effetti, in particolare sul campo dell’Entella, il Vicenza negli ultimi anni ha incontrato parecchie difficoltà. Ovviamente la composizione sintetica del fondo di gioco è stata solo una delle componenti (e di certo non quella di maggior rilievo) per determinare il risultato, ma resta il fatto che a Chiavari i biancorossi non l’hanno mai spuntata. Dopo lo 0-0 in Coppa Italia di Lega Pro del 9 novembre 2013, primo precedente in assoluto tra due squadre dalla storia decisamente diversa (al nobile passato biancorosso si contrappongono i trascorsi prevalentemente tra i dilettanti dei liguri) si registra il pareggio per 1-1 del 2 febbraio 2014, sempre in terza serie: gol del Vicenza di Maritato su assist di Giacomelli.Una volta salite entrambe di categoria, le due formazioni in Liguria si sono affrontate altre due volte, coincise sempre con nette sconfitte per il Vicenza. Il 2-1 del 14 dicembre 2014 fu solo mitigato nel risultato dalla rete della bandiera in extremis del “solito” Andrea Cocco, ma non mise in discussione una partita dominata dai padroni di casa contro la squadra di Marino. Ben più eloquente il 4-1 con cui nello scorso campionato, il 19 dicembre, il Vicenza se ne è tornato con le pive nel sacco da Chiavari: dopo il vantaggio di Costa Ferreira e l’illusorio pareggio su rigore di Galano, i biancorossi sono stati sommersi dalla doppietta di Caputo (una rete dal dischetto) e dal gol finale di Mausucci. Peraltro proprio Caputo guida attualmente la classifica marcatori del campionato di serie B assieme a Maniero del Bari, Morosini del Brescia, Litteri del Cittadella e Pazzini del Verona: la difesa del Vicenza farà meglio a tener dritte le antenne…ACUTI E SCIVOLONI. Per quanto riguarda il rapporto recente tra il Vicenza e i fondi di gioco sintetici, possiamo prendere come riferimento i risultati dello scorso campionato. I biancorossi sono andati sull’ottovolante, alternando acuti di rilievo (su tutte la schiacciante vittoria ad Avellino per 4-1, seguita da quella di Trapani per 2-1) a pesanti rovesci: oltre al 4-1 rimediato a Chiavari, come si ricorderà il Vicenza è tornato con 4 ceffoni (a zero) anche da Novara, ha perso per 2-1 a Vercelli, mentre è riuscito a pareggiare (1-1) a Cesena.L’AMICO NEMICO. Resta da sottolineare un altro aspetto particolare della partita di domani, ovvero la presenza sulla panchina ligure di quel Roberto Breda che nel campionato 2012/13 alla guida del Vicenza non ottenne risultati lusinghieri (5 vittorie, 8 pareggi, 10 sconfitte fino all’esonero del 27 gennaio 2013), ma nonostante questo anche in seguito ha sempre testimoniato affetto e simpatia per i colori biancorossi. Nello scorso campionato, allenando la Ternana, per la prima volta Breda ha affrontato il Vicenza da ex: i rossoverdi umbri hanno avuto la meglio per 2-0 all’andata al Liberati, mentre il Lane si è rifatto al Menti (2-1, gol di Ebagua e Vita). Domani la prossima sfida con l’amico-nemico trevigiano.

Ore 11.50 – (Gazzettino) La trasferta a Trapani per la partita di domani alle 15 (arbitra Marini di Roma) è per il Cittadella la più lunga di questo campionato con oltre 1500 Km in auto e poco meno di mille con volo aereo. La squadra granata non andrà in Sicilia per accontentarsi di un pareggio per il semplice motivo che gioca sempre puntando al miglior risultato indipendentemente dall’avversario. Cinque vittorie e una sconfitta confermano questa filosofia tanto che la squadra di Venturato è l’unica della B a non aver finora diviso la posta in palio. Al contrario i ragazzi di Serse Cosmi hanno pareggiato ben cinque volte, ma il dato è puramente casuale secondo Filippo Scaglia, il centrale difensivo granata che al «Provinciale» ha giocato finora quattro volte: «Nessuno giocherà per il pari, noi assolutamente no, non lo abbiamo mai fatto e non rientra nella nostra mentalità. Il Trapani sta cercando la sua prima vittoria e in casa ce la metterà tutta per riuscirci. Nello scorso campionato ha sfiorato la promozione in serie A nei play off e quest’anno la squadra è stata costruita per fare un buon campionato. Ha giocatori importanti e buoni attaccanti, noi dovremo stare molto attenti cercando di essere lucidi nello sfruttare le occasioni che si presenteranno». Una vittoria e una sconfitta, sempre per 2-1, nei precedenti confronti per il Cittadella in terra siciliana. Scaglia c’era in entrambe le partite: «Due anni fa eravamo andati in vantaggio, poi il Trapani capovolse il risultato, mentre l’anno precedente eravamo riusciti a portare a casa una importante vittoria, che valse la nostra salvezza, con una punizione di Paolucci e un gol di testa di Djuric. Su quel campo avevo giocato altre due volte in Lega Pro con il Bassano e il Cuneo». Stavolta il match arriva dopo la sconfitta interna con il Brescia, che ha interrotto il filotto di cinque vittorie su cinque gare. Ma per l’ex torinista non ci sono motivi di rivalsa: «Non definirei questa partita in un momento particolare. Una sconfitta ci può stare dopo un ottimo inizio. A Trapani andiamo con la solita concentrazione guardando una partita alla volta e sapendo che affronteremo un avversario molto difficile. Il nostro impegno sarà al massimo per cercare un buon risultato». Sui tre gol incassati nell’ultima partita, a fronte dei sei complessivi, commenta: «Dispiace. Abbiamo analizzato la partita, è successo e non deve più succedere. Loro sono stati bravi, ma noi ci siamo difesi troppi bassi. Un errore da non ripetere». Ieri la squadra pressoché al completo ha svolto l’ultimo allenamento al pomeriggio, stamattina la rifinitura e la partenza alle 12,30 per Venezia con volo aereo alle 14,30 per Roma e Palermo.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Andrea Paolucci, lo sa che se riprendiamo in mano il tabellino dell’ultimo confronto diretto con il Trapani, che si giocò al Tombolato nel gennaio 2015, fra i giocatori del Cittadella scesi in campo siete rimasti soltanto in due: lei e Scaglia? «Mi ricordo bene quella partita, ci imponemmo con un gol di Coralli. Era molto importante per la classifica, anche se il campionato finì male. Di cose, però, ne sono cambiate tante rispetto ad allora, non soltanto nelle rose delle squadre. Pensiamo allo stesso campo di gioco che troveremo domani in Sicilia: lo Stadio Provinciale ora ha il manto sintetico». Beh, sinora giocare sul sintetico vi ha portato bene, visti gli exploit di Vercelli e Avellino. «Proveremo a continuare su quella scia. Sicuramente le condizioni sono diverse rispetto all’erba, e per preparare queste partite occorre allenare la velocità del pensiero prima ancora che quella delle gambe». Lei è il giocatore in granata da più lungo tempo e quindi ha il polso del gruppo: come avete reagito dopo lo stop con il Brescia? «Il rammarico c’è, anche perché nella scorsa stagione ci siamo abituati a vincere. L’entusiasmo, tuttavia, non è stato intaccato. Il campionato di Serie B è talmente lungo da contemplare per forza anche giornate storte come quella vissuta sabato scorso. Abbiamo analizzato la partita soffermandoci sugli errori commessi, ma a livello mentale abbiamo archiviato lo stop come un episodio, rimettendoci a lavorare a testa bassa». A centrocampo gli interpreti scelti da Venturato cambiano ad ogni gara. Sul piano personale come sta vivendo questa situazione? «Parlo per me, ma, ne sono convinto, anche per i compagni: sappiamo bene quanto sia dispendiosa la stagione, a fare la differenza sarà proprio la completezza della rosa. Da questo punto di vista credo che la nostra sia costruita in modo adeguato, la concorrenza è soltanto positiva, qualche panchina ci sta». In queste stagioni l’abbiamo vista praticamente in tutti i ruoli a centrocampo: regista, esterno nel 4-4-2 di Foscarini e mezz’ala. Quale preferisce? «Probabilmente la mezz’ala, perché mi dà la possibilità di inserirmi in area. E comunque il modo in cui interpretiamo il calcio è quello che prediligo, con passaggi rasoterra, senza puntare troppo sulle cosiddette seconde palle». Il Trapani arriva alla sfida di domani (che sarà diretta dal signor Valerio Marini di Roma) ancora a secco di successi e con un centrocampo da inventare, stanti gli infortuni di Scozzarella, Coronado, Ciaramitaro, Raffaello e Machin. «Ha assenze, ma anche gli uomini per far fronte al problema. Di sicuro ci troveremo davanti un avversario battagliero. La sua classifica attuale non deve ingannare: non è un caso se la squadra di Cosmi nella scorsa stagione è arrivata in finale playoff. Ha mantenuto la stessa ossatura e ha giocatori di livello. Uno su tutti? Petkovic, attaccante croato che ha già fatto vedere quanto vale».

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Il difficile, a Trapani lo sanno bene, è ripetersi. Dopo l’entusiasmante campionato della passata stagione, domani al Provinciale il Cittadella capolista affronterà una squadra in crisi d’identità. Per ora la casella delle vittorie è desolatamente vuota, con cinque pareggi e una sconfitta collezionati finora, in mezzo a tante partite sfortunate, nate o gestite male. Il ko di Salerno per 2-0 ha fatto infuriare Serse Cosmi, che ha ordinato alla squadra di tornare immediatamente ad allenarsi il giorno dopo il 2-0 di Salerno. Allenamenti intensi, basati sul possesso palla, con buone notizie in arrivo dall’infermeria, a cui sono usciti Igor Coronado e Matteo Scozzarella che stanno recuperando dai loro infortuni. Niente da fare per Maurizio Ciaramitaro, Davide Raffaello e Josè Machin. Roberto Venturato, che oggi interverrà in conferenza stampa, spera che la serie nera siciliana non s’interrompa proprio domani quando al Provinciale andrà in scena una sorta di testa-coda, anche se c’è chi ha fatto peggio dei siciliani. Quali novità sta preparando Venturato dopo lo 0-3 con il Brescia? Tutto top secret, al momento, ma le impressioni che emergono raccontano di un rientro più che possibile di Pascali (dal primo minuto al posto di Pelagatti) e di Bartolomei, equilibratore di centrocampo la cui assenza si è avvertita molto sabato scorso al Tombolato. Davanti scalpita Arrighini, che potrebbe anche scalzare Strizzolo, mentre rischia il posto anche Salvi, forse il peggiore della difesa con il Brescia. In settimana Venturato ha alternato molto sulla corsia destra l’ex Albinoleffe con Pedrelli, lasciando ancora in sospeso la decisione definitiva sul prescelto.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Tornando al possibile undici di partenza, per coprire in difesa il buco lasciato dall’avanzamento di Emerson l’indiziato principale è Sbraga, escluso ultimamente per scelta tecnica. Russo e Cappelletti, quest’ultimo autore del gol vittoria a Gubbio, gli altri interpreti. In mezzo al campo invece al fianco di Emerson i papabili sono Dettori e Mandorlini. Mentre in attacco a fare coppia con Altinier il candidato forte è Alfageme, che è al rientro dopo aver scontato due giornate di squalifica. Del resto Neto Pereira è ai box dopo l’intervento al menisco, Germinale non ha i novanta minuti nelle gambe e il giovane Fantacci ha poche chances di partire dall’inizio. Oggi intanto verrà ufficializzata la risoluzione del contratto con il Padova da parte di Ilari, che ha trovato anche l’accordo con il Delta Rovigo e andrà a giocare lì.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Con i virgiliani sarebbe fondamentale dare continuità in termini di vittorie dopo quella con il Gubbio. «Sabato scorso abbiamo disputato una gara da Lega Pro, nel senso che ci siamo calati nella mentalità che richiede il campionato mettendoci spirito di sacrificio e cattiveria agonistica come ci aveva chiesto il tecnico. Con il Mantova ci aspetta una partita simile: sarebbe una bugia negare che le aspettative della società e della piazza sul nostro conto sono alte dato che è stata allestita una squadra per i vertici della classifica, ma dobbiamo essere bravi a capire che in questa categoria ogni partita è una battaglia. Più che guardare all’avversario, dobbiamo pensare a noi stessi, metterci sempre l’atteggiamento giusto e fare il nostro gioco. L’obiettivo è vincere più gare possibili e per farlo servono non solo le qualità tecniche, ma anche quelle morali».

Ore 10.20 – (Gazzettino) «Giocare davanti alla difesa non è per me un problema. L’ho già fatto in passato, e sono pronto a farlo anche domani». A parlare è Emerson, il cui spostamento dal pacchetto arretrato a centrocampo può essere la novità nel 3-5-2 che affronterà il Mantova. Ieri i biancoscudati si sono allenati lontano da occhi indiscreti, ma già mercoledì Brevi ha sperimentato questa soluzione che è dettata dalle assenze prolungate in mezzo al campo di De Risio e soprattutto Filipe, che è l’interprete naturale in quella posizione avendo doti di palleggiatore. Le stesse che possiede anche Emerson.  «L’allenatore mi ha detto che voleva provarmi in mezzo al campo per vedere come si muoveva la squadra, anche perché lo sa che ho già ricoperto questo ruolo. L’ho fatto alla Nuorese e al Livorno, non ho difficoltà ad adattarmi nel giocare dieci metri più avanti rispetto a quello che faccio di solito. Ripeto, per me non cambia tantissimo perché si tratta sempre di cercare di fare gioco, oltre che filtrare le azioni avversarie. In questo momento non abbiamo centrocampisti con le caratteristiche di Filipe e il tecnico ha voluto provare qualcosa di nuovo».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’avanzamento in linea mediana dell’ex capitano del Livorno avrà innanzitutto l’effetto di liberare Dettori dai compiti di interdizione che a Gubbio, per caratteristiche proprie, è riuscito a svolgere solo in parte, e in secondo luogo sposterà il baricentro della manovra in avanti. Riportando infine – aspetto non secondario – anche Andrea Sbraga in campo dal primo minuto. L’ex Carrarese, che nelle ultime due gare aveva perso il posto da titolare in favore di Daniel Cappelletti – il quale ha ripagato la fiducia con buone prestazioni e con il gol vincente a Gubbio – dovrà prendere in mano la difesa posizionandosi, verosimilmente, al centro. Verso la sfida. In campo il Padova per la prima volta vestirà la maglia nera con il Gattamelata, svelata due giorni fa in pompa magna, ma nell’ambiente l’entusiasmo fatica ancora a decollare: ogni abbonato può comprare un biglietto per un amico al costo di un solo euro, ma fino a ieri erano solo un’ottantina i tagliandi staccati. La promozione continuerà pure oggi, nella sede di viale Rocco, e domani alle biglietterie dell’Euganeo prima del match. Con la speranza di un decollo definitivo: nei risultati e nella fiducia sugli spalti.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il rendimento della squadra nei primi 45’ di sabato scorso, però, ha convinto il tecnico milanese a tornare all’antico: contro i virgiliani spazio al 3-5-2, e a prendersi il posto in mezzo al campo dovrebbe essere l’altro brasiliano, ovvero Emerson. Cosa cambia. Dovrebbe, perché questa è l’indicazione che arriva dai campi della Guizza, ma sulla quale non c’è ovviamente ancora la certezza assoluta. Il Padova, ieri pomeriggio, si è allenato lontano da occhi indiscreti in un Appiani blindato, come ormai avviene ogni giovedì da un mese a questa parte: sarà quindi solo la rifinitura di oggi, programmata per le 14.30 alla Guizza, a sciogliere definitivamente il dubbio. Di certo ci sono alcuni dati incontrovertibili, che invitano a considerare l’ipotesi dell’immediato ritorno al 3-5-2 come vicinissima alla concretizzazione. Primo tra tutti il rientro, dopo la squalifica di Alfageme, che agirà di fianco al mantovano Altinier nell’attacco a due del Padova di domani pomeriggio, ma anche il fatto che due giorni fa proprio Emerson sia stato provato come regista di centrocampo nell’allenamento del mercoledì.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il tempo degli esperimenti è finito ancor prima di iniziare. Con gli uomini a centrocampo ancora contati, e con le indicazioni fornite dalla partita di Gubbio, in vista del match di domani sera, alle 18.30, allo stadio Euganeo contro il Mantova, il Padova torna sul sicuro. Il 3-4-3 visto nel primo tempo del “Barbetti” torna in soffitta dopo soli 45’ di utilizzo: pur senza De Risio e Filipe, Oscar Brevi riproporrà il 3-5-2. Con una variazione fino ad oggi sempre esclusa dalle possibilità, ma diventata una necessità a causa delle assenze: l’avanzamento a centrocampo di Emerson. Regia brasiliana. Dall’infortunio di Filipe, che da diverse settimane ormai soffre di un doloroso fastidio al tallone, nella zona nevralgica del campo era stato sempre Matteo Mandorlini a rilevarne le redini di regista. Una mossa che aveva portato i suoi frutti contro il Forlì, ma che contro Fano e Maceratese aveva già evidenziato le prime “crepe”. È stato anche per questo, e per colpa del contemporaneo infortunio muscolare occorso a Carlo De Risio, che il tecnico biancoscudato, in Umbria, aveva deciso di passare ad un centrocampo a quattro: sarebbe stato poco prudente inserire Mazzocco già dal 1’, confermando l’ex pordenonese come schermo davanti alla difesa, ma senza lasciare in panchina alcuna alternativa.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È ormai solo questione di ore, le ultime di Marco Ilari da giocatore del Padova. Com’era ampiamente prevedibile, il ritorno di Carmine Parlato sulla panchina del Delta Rovigo (Serie D, girone D) ha portato ad una poderosa accelerata nella trattativa che ormai da un mese si era arenata su poche migliaia di euro di differenza tra domanda e offerta. L’esterno romano si è recato ieri proprio a Rovigo, per discutere con il club e cercare una rapida soluzione, visto che Parlato ha chiesto che la trattativa, ormai intavolata da diverse settimane, si sblocchi in tempi brevi regalando alla sua nuova squadra uno dei “fedelissimi” della sua esperienza in biancoscudato. Rimangono ormai da limare solo gli ultimi dettagli: entro questa sera dovrebbero arrivare la risoluzione del contratto che lega Ilari al Padova sino al prossimo giugno e la conseguente firma con il Delta Rovigo. In biancazzurro, intanto, ieri è tornato anche Gianni Careri, il portiere del Pordenone che vinse la Serie D proprio sotto la guida di Parlato e che il tecnico partenopeo ha voluto riprendere con sé per far crescere i giovani estremi difensori della squadra. Oggi, quindi, sarà la volta di Ilari, mentre per Dionisi se ne saprà di più la prossima settimana.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Perché ha rifiutato la proposta della Casertana? «Perché, appunto, mi sono fidato del mio istinto. Non ne facevo una questione di categoria, bensì di prospettiva e stimoli. Poi a Rovigo ritrovo un amico e un punto di riferimento come Davide Sentinelli, anche lui è stato decisivo per questo trasferimento». È dispiaciuto per questo epilogo? «Nessuno cancellerà mai questi due anni. Sono arrivato per aiutare la squadra a vincere il campionato e a tornare fra i professionisti e credo di aver dato il mio contributo. Lo scorso anno abbiamo avuto qualche difficoltà, ma siamo comunque arrivati quinti, disputando un buon campionato. Quest’anno la società ha fatto altre scelte, è andata così e la vita va avanti». Parlato, Sentinelli e adesso anche Ilari. Mancherebbe solo Dionisi… «Non spetta a me decidere, la società opererà come meglio crede. Da amico spero tanto che arrivi e che possa dimostrare tutto il suo valore. Perché Matteo è un giocatore molto forte e credo che anche a Rovigo potrebbe darci una grossa mano».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In attesa di capire le scelte di Oscar Brevi in vista della partita di domani con il Mantova, stamattina si consumerà uno degli ultimi strascichi del mercato estivo del Padova. E cioè la firma sulla risoluzione contrattuale di Marco Ilari, che lascerà la città del Santo per trasferirsi a Rovigo, alla corte di Carmine Parlato, nuovo allenatore del Delta. Dopo l’addio di Nicola Petrilli in prestito alla Maceratese, un altro protagonista della storica rinascita del Padova dopo la sparizione dal calcio professionistico del luglio 2014, fa dunque le valigie. Ilari, finalmente ci siamo. Che sensazioni ha in questo momento? «Domani (oggi per chi legge, ndr) firmerò la risoluzione con il Padova. Non dovrebbero esserci più problemi, avevo un accordo con il direttore generale Giorgio Zamuner, ma poi l’amministratore delegato Roberto Bonetto aveva un po’ rallentato la questione ed ecco spiegato i ritardi delle ultime settimane». Sembra una scelta di cuore, più che un trasferimento ragionato cercando di mantenere la categoria. «E’ così, sono andato a istinto e ho cercato di scegliere quella che pensavo sarebbe stata la soluzione migliore per me. L’arrivo di Carmine Parlato in panchina ha sbloccato lo stallo, il mister è una garanzia, di solito dove va ad allenare il suo obiettivo è quello di vincere. Speriamo che anche stavolta sia così».




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