«Il mio primo pensiero al risveglio domenicale? Ho dovuto mettere un po’ in ordine le idee perché mi sembrava di avere giocato anch’io la partita di Gubbio, tanta era la stanchezza mentale». Bastano poche parole pronunciate da Giuseppe Bergamin 24 ore dopo la sfida vinta in terra umbra per avere un’idea sulle tossine accumulate nei giorni scorsi da chi, in campo e fuori, opera in nome del biancoscudo in un periodo in cui le cose parevano proprio non volere andare per il verso giusto. «Una gara particolare -prosegue il presidente – ma la cosa più importante è avere portato a casa il risultato». E così il gol realizzato di testa da Cappelletti a quattro minuti dal termine ha chiuso il cerchio su una settimana tutt’altro che soft, aperta, scherzi del destino, da un gol di testa quattro minuti dopo il novantesimo di Palmieri che aveva permesso alla Maceratese di ottenere un pareggio beffa. In mezzo alle due reti, sette giorni caldi, con il passo indietro paventato a caldo e poi subito ritirato dall’amministratore delegato Roberto Bonetto, i colloqui con il direttore generale e l’allenatore per venire a capo di una situazione poco felice e le brutte notizie che arrivavano dall’infermeria, il tutto in un contesto ambientale decisamente grigio. «È stata una settimana difficile. La tensione e la carica nervosa non giovano quando conta il risultato e per questo ora va colta la parte buona».
Cosa avevate detto lei e Bonetto a Zamuner e Brevi nell’incontro a pranzo di martedì? «Non ci aspettavamo che ci tranquillizzassero perché questo lo si fa solo con i fatti. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione, che era pure la loro, spiegando che dovevano convincere i giocatori sul fatto che possono competere con le avversarie di alto livello. Al di la della partita di Gubbio che può essere un punto di partenza, c’è da crescere e fare qualcosa di diverso sul piano dello spettacolo». Poi il presidente torna sull’impegno di sabato. «Una prestazione di sacrificio e non entusiasmante, magari non strameritavamo la vittoria, ma in altre situazioni è successo il contrario. Positivi o meno, i verdetti vanno accettati e quattro punti nelle ultime due gare sono giusti, ma non si può comunque dire di avere risolto i problemi. Dobbiamo ancora continuare a raccogliere quanto lasciato per strada». Anche per superare lo scetticismo dell’ambiente. «I mugugni ci saranno ancora, si potrà dire che a Gubbio non si meritava di vincere e che è stata una brutta gara. Qualsiasi critica va accettata, ma non mi metto a discuterci sopra perché guardo avanti sperando in qualcosa d’importante e continuo a essere fiducioso. In fondo -aggiunge – c’erano tante componenti, come anche il dovere utilizzare dei ragazzi al debutto, che potevano creare problemi nell’organizzazione del gioco e proprio per questi fattori la vittoria va considerata meritata».
E adesso? «Bisogna dare continuità a questo risultato che non deve restare un episodio. Le prime corrono e bisogna restare attaccati al treno, o comunque non staccarsi troppo». Sabato all’Euganeo arriva il Mantova. «Mi aspetto una conferma caratteriale e nel sapere soffrire, oltre a un risultato positivo che tolga la tensione e faccia giocare più tranquilli e con la mente libera per potere mostrare i valori tecnici della squadra». E a breve ci sarà l’ingresso dei due nuovi soci. «Con il bilancio approvato abbiamo chiuso le pendenze del passato ed entro una quindicina di giorni ci saranno novità».
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)