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Ore 22.30 – Lega Pro girone B, fine primi tempi: Mantova-FeralpiSalò 1-2, Parma-AlbinoLeffe 1-0, Teramo-Fano 2-0.
Ore 21.20 – Lega Pro girone B, fine primi tempi: Mantova-FeralpiSalò 1-1, Parma-AlbinoLeffe 0-0, Teramo-Fano 2-0.
Ore 20.20 – Lega Pro girone B, fischio finale: Forlì-Sambenedettese 0-1.
Ore 19.20 – Lega Pro girone B, fine primo tempo: Forlì-Sambenedettese 0-1..
Ore 18.30 – Lega Pro girone B, fischio finale: Maceratese-Pordenone 2-4, Venezia-Lumezzane 2-0.
Ore 17.30 – Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Io ci avrei scommesso su questa vittoria. Guardando il campo, però, era più la paura di prenderlo il gol che la sicurezza di farlo… Abbiamo fatto una prestazione di sacrificio condita però da molti errori, ma questi tre punti ci danno un’importante iniezione di fiducia e possono farci svoltare dal punto di vista psicologico perché avete visto coi stessi che in campo eravamo contratti ed imprecisi. Siamo però stati bravi a gestire la tensione, ed alla fine non credo che abbiamo rubato qualcosa… Anzi, abbiamo pareggiato qualcosa che avevamo lasciato per strada!”.
Ore 17.15 – Daniel Cappelletti (difensore Padova): “Giornata perfetta? Mi sono fatto trovare pronto sia in fase di ripiegamento che nel gol, ed è ciò che serve. Finora abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo seminato, e anche la fortuna non era dalla nostra parte, ma la sorte oggi ci ha restituito qualcosa perché magari ai punti non meritavamo di vincere. Non giocavamo con la mente completamente sgombra, ma questa vittoria dà morale e ci sarà d’aiuto. Il Gubbio giocava molto basso attaccandoci però subito, e modulo diverso o meno nel primo tempo sono stati loro ad indirizzare la partita come volevano. La ripresa, invece, sapete bene com’è andata… Nella mia prima esperienza a Padova avevo lasciato qualcosa in sospeso, ora voglio rifarmi con gli interessi e farmi apprezzare dai tifosi Biancoscudati, che anche oggi ci hanno seguito spingendoci alla vittoria! Una dedica? Sarò egoista, ma mi tengo il gol per me…”
Ore 17.05 – Oscar Brevi (allenatore Padova): “E’ stata una partita equilibrata, e siamo riusciti a sfruttare al meglio una palla inattiva. Nel primo quarto d’ora abbiamo avuto delle occasioni da gol, e vorrei rivedere l’episodio su Altinier in area… Ribadisco però che è stata una partita equilibrata, e solo un episodio poteva sbloccarla. Avevamo qualche defezione e sapevamo che Germinale non poteva giocare per novanta minuti. Il cambio di modulo? Sapevamo che il Gubbio gioca molto sugli esterni, e dunque ho scelto di mettere dei giocatori di corsa per contrastarli riuscendoci a momenti alterni, ma nonostante ciò non abbiamo dato loro molte possibilità nella prima frazione. Nella ripresa siamo tornati al 3-5-2 per assorbire i tagli delle loro mezzali e per dare supporto ad Altinier. Loro nel secondo tempo erano più in fiducia di noi, soprattutto nel finale, ma l’abbiamo spuntata. E’ una vittoria importante perché ci dà orgoglio in una situazione di difficoltà. L’errore nel secondo tempo poteva costarci caro, ma è stato bravo Cappelletti a chiudere tagliando. In quel momento abbiamo perso un po’ di lucidità, ma siamo stati bravi a riprenderci. Sono contento per i punti ma anche per la prestazione, perché non era facile coi problemi che abbiamo avuto a livello di campo causa defezioni, ma abbiamo avuto lo spirito giusto. Abbiamo preso il meglio dai passi falsi precedenti. Nel calcio non si vince mai per caso…”
Ore 16.35 – Lega Pro girone B, fischio finale: Ancona-Modena 1-0, Bassano-Santarcangelo 4-0.
Ore 16.30 – Gubbio-Padova finisce 0-1, decide Cappelletti al 41′ su angolo di Emerson. Prima vittoria per Brevi in trasferta.
Ore 15.35 – Inizia il secondo tempo di Gubbio-Padova.
Ore 15.20 – Lega Pro girone B, fine primi tempi: Ancona-Modena 0-0, Bassano-Santarcangelo 2-0, Gubbio-Padova 0-0.
Ore 14.30 – Inizia Gubbio-Padova.
Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) Dopo Apolloni, Giunti. Un altro illustre ex calciatore professionista sulla strada del Pordenone. Con un passato comune: entrambi hanno vestito la maglia del Parma. Ma l’attuale allenatore della Maceratese non ha vissuto in Emilia una pagina particolarmente esaltante della sua carriera. Meglio gli è andata nelle successive due stagioni al Milan. Voluto in rossonero da un suo grande estimatore, Alberto Zaccheroni, Giunti con il diavolo ha vinto lo scudetto del 1999, quello della rimonta sulla Lazio, coronata con la vittoria finale di Perugia, club di cui lo stesso Giunti è stato una bandiera (166 presenze). Di lui, in ogni caso, i tifosi rossoneri ricordano soprattutto il gol in un derby che ha ormai fatto storia, ovvero il 6-0 del 2001, con Cesare Maldini in panchina. Sebbene arrivato ad alti livelli, per molti Giunti non ha sfruttato appieno il suo notevole talento. Eppure può fregiarsi di aver vinto un titolo sia in Italia sia in Turchia, nell’unica annata in cui ha militato nel Besiktas.
Ore 14.10 – (Messaggero Veneto) Si giocherà a porte aperte, salvo sorprese dell’ultima ora (sembra rientrato l’allarme per la mancanza del servizio steward). Ed è già una buona notizia. Perché del calore del gruppetto di tifosi che ha deciso di affrontare la lunga trasferta di Macerata, il Pordenone potrebbe avere proprio bisogno. Non soltanto per il valore della formazione marchigiana, capace di fermare sul pari nelle ultime 3 giornate Modena, Ancona e Padova, ma perché la squadra di Tedino dovrà dimostrare di aver metabolizzato la sconfitta col Parma. Contraccolpo. Cadere al cospetto di una delle corazzate del
girone non è un dramma. Ma il modo in cui si è caduti potrebbe avere lasciato qualche strascico. Almeno sotto il profilo psicologico. Perché si è passati dall’illusione allo sconforto nel giro di pochiminuti. Da un 2-0 che avrebbe potuto significare un primato ancora più solido a un 2-4 costato il sorpasso del Venezia. Sia chiaro: vincere il campionato non è l’obiettivo della truppa di Tedino. Ma se hai vissuto da “re”, tornare a essere comprimario non è così facile. È proprio questo che il Pordenone oggi (alle 16.30) dovrà evitare, ovvero pensare che il ko con il Parma lo abbia ridimensionato. Carica. La trasferta di Macerata può dire l’esatto contrario. E mister Tedino suona la carica. «Ripartiamo dalla bella prestazione col Parma – afferma il tecnico del Pordenone –, gara importante che non ha portato punti soltanto per alcuni errori di concentrazione. Non li dovremo assolutamente ripetere in casa di un avversario di livello come la Maceratese. I marchigiani hanno giocatori di buona tecnica, che muovono bene la palla come Quadri in mezzo al campo, Colombi e l’ex
Padova Petrilli in avanti. Servirá un Pordenone aggressivo al punto giusto, sempre propositivo sul piano del gioco». Formazione. Sul modulo, l’allenatore dei ramarri non fuga i dubbi dei giorni scorsi. «In settimana – fa sapere Tedino – abbiamo provato 4-3-3 e 4-4-2. È importante che la squadra li sappia interpretare entrambi, anche a partita in corso». Più probabile che i neroverdi si schierino ancora con il tridente, che dovrebbe essere composto da Martignago, Arma e Berrettoni. Con Azzi e Cattaneo pronti a fungere da jolly. In mezzo la maglia lasciata vacante da Suciu, infortunato, dovrebbe toccare a
Buratto, mentre dietro Parodi dovrebbe essere confermato nel ruolo di vice Ingegneri (ancora out). Ballottaggio tra Pellegrini e De Agostini.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Noi in campo e il pubblico sugli spalti, un corpo unico per portare insieme il Venezia sempre più in alto». È una ricetta semplice quella suggerita da Vittorio Fabris, uno dei tanti volti nuovi del team arancioneroverde – oggi al Penzo opposto al Lumezzane (ore 16.30) – subito tra i più apprezzati per le sue doti di duttilità e corsa sulla fascia destra. Non a caso mister Inzaghi di lui si limita a dire «Lui può coprirmi tutti i ruoli, da esterno difensivo a terzo attaccante». Oggi ad ogni modo la sensazione è che il 23enne di Asolo sarà regolarmente in linea con i centrocampisti, anche se è presumibile che l’idea dargli in consegna fin dal fischio d’inizio tutta la fascia stuzzichi non poco il tecnico lagunare. «Sabato scorso ad Ancona in effetti ho finito da terzino, ma d’altra parte chi poteva aspettarsi di finire in otto, a me personalmente era capito di giocare in 10 quasi tutti i 90′, ,a con tre uomini in meno non mi era mai successo prima – ci scherza su il numero 24 lagunare -. Proprio considerando questa «particolarità» è stato un bel segnale quello di aver portato via da Ancona i tre punti». Il gol Marsura ha lanciato il Venezia da solo in vetta al girone B. «Il primato ci dà carica, voglia e ci responsabilizza ulteriormente, però dal mio punto di vista credo sia più importante sottolineare il «come» abbiamo conquistato 7 punti in tre gare, ravvicinate e con due trasferte compresa quella di Parma. Così sì aumenta la consapevolezza di sè. Le note positive sono tante ma già passate, ne servono subito di nuove, e sul piano disciplinare dobbiamo dimostrare di aver capito la lezione non cadendo più nelle provocazioni». In effetti oggi mancheranno per squalifica Baldanzeddu, Garofalo e Moreo, con quest’ultimo che sarà l’unico a tornare a disposizione tra una settimana a Pordenone. «Il Lumezzane sarà un cliente scomodo, conosco bene o male tutti i giocatori da avversarie, so che possono far male nelle ripartenze e dovremo essere bravi a non lasciare troppo campo. Dopo gli anni di Salò per me è stata una piacevole scoperta un Penzo abbastanza pieno: sono sicuro che la squadra e i tifosi possono crescere a braccetto trascinandosi reciprocamente».
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Venezia, doppio obiettivo: la terza vittoria consecutiva e la permanenza al vertice della classifica. Magari senza complicarsi il cammino contro il Lumezzane, come accaduto con Reggiana e Parma (gol incassato nei minuti iniziali) o Ancona (inferiorità
numerica). Il Venezia prova a sfruttare anche il calendario che gli offre tre gare casalinghe (Lumezzane, Sambenedettese e Teramo) e una
in trasferta (Pordenone) nelle prossime quattro giornate. Venezia che
dovrà dimostrarsi più forte delle defezioni . «La nostra forza è la
qualità di tutti i giocatori in rosa» sottolinea spesso Pippo Inzaghi.
Troverà di fronte una squadra che proverà a ridurre al minimo gli
spazi, neutralizzando la spinta sulle fasce per provare a colpire in
contropiede. Ultimi due precedenti ricchi di emozioni: 5-3 (Di Bari,
Maracchi, Giorico, Cori e Calamai a segno) a Portogruaro nel
2013-2014, 1-1 (Guerra in gol) al Penzo nel 2014-2015. Inzaghi deve
far fronte alla triplice squalifica di Garofalo, Baldanzeddu e Moreo,
in aggiunta all’indisponibilità di Fabiano, che lo obbligherà a
cambiare mezza difesa: Luciani, Malomo e Fabris in lizza per la fascia
destra, Pellicanò e Galli per la corsia di sinistra. Tridente
(Tortori-Geijo-Marsura) o attacco “pesante” (Geijo-Ferrari)? Per come
si schiererà il Lumezzane (4-3-3), più plausibile la prima ipotesi con
Tortori favorito su Edera e Ferrari pronto a subentrare,
eventualmente, in caso di necessità. Il Lumezzane conta sette punti in
cinque partite, gli “scalpi” di Teramo (2-0) e Bassano (2-1, doppietta
di Bacio Terracino) e il pareggio di Salò (2-2), oltre a resistere per
82′ al Tardini contro il Parma. La squadra è allenata da Antonio
Filippini (uno dei gemelli ex Brescia), riconfermato dopo la salvezza,
è un avversario da non sottovalutare, che ruota attorno all’esperienza
del trentaquattrenne francese Genevier e alle invenzioni del tridente
d’attacco, Bacio Terracino (3 reti), Barbuti e Leonetti (o Russini).
Rispetto alla gara con il Bassano, Rapisarda dovrebbe ritornare a
destra in difesa con Bonomo, argentino con passaporto spagnolo, a
sinistra, ballottaggio tra Varas (ecuadoregno con passaporto italiano
che ha prolungato il contratto fino al 2019 a inizio mese) e Arrigoni
a centrocampo, dove giostra l’ex arancioneroverde Matteo Calamai.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto) La voglia di ripartire subito, di recuperare il tempo perduto e di cancellare la sconfitta col Lumezzane che nessuno ha mandato giù. Soprattutto per il modo in cui è arrivata, immeritata secondo i giocatori e secondo Luca D’Angelo. Il quale, si tira su le maniche e studia il modo per voltare pagina, anche non cambierà (adesso) modulo. Avanti, dunque, con il 4-4-2 di questa prima parte di stagione, che potrebbe consegnare alla squadra l’opportunità di un immediato riscatto dopo il primo ko stagionale. Il Santarcangelo di Michele Marcolini, però, promette battaglia e oggi alle 14.30 sbarcherà al Mercante con la voglia di fare risultato: «Siamo consapevoli che la nostra missione è quella di ripartire subito – evidenzia D’Angelo in conferenza stampa – abbiamo avuto un passaggio a vuoto soltanto nel risultato, perché per il resto la squadra ha giocato una buona partita. Affrontiamo una buonissima squadra, come testimoniato dai risultati ottenuti sinora e proveremo a metterla in difficoltà sotto tutti i punti di vista. Gli errori da evitare? Sono i soliti, che ci hanno fatto buttare via una partita come accaduto a Lumezzane. Avevamo il gioco in mano, abbiamo dominato, ma ci siamo troppo compiaciuti della nostra bellezza e alla fine abbiamo perso la partita. Dispiace, sono errori da non rifare, bisogna essere molto più concreti sottoporta. Abbiamo preso due gol evitabili e nel complesso è stata una partita in cui è girato tutto storto. Ma sono sicuro che oggi contro il Santarcangelo la squadra saprà reagire». Marcolini sfrutta molto gli inserimenti dei centrocampisti, aspetto questo notato e cerchiato in rosso da D’Angelo: «Loro puntano molto su questo tipo di giocata – spiega l’allenatore giallorosso – noi dovremo essere bravi a chiudere gli spazi. Quello che proprio non riesco a rimproverare alla squadra è l’impegno, perché ho visto i ragazzi dare sempre l’anima, a prescindere dal risultato ottenuto». Saranno ancora assenti Rossi, Stevanin e Guadagnin, mentre la piacevole notizie è il rientro fra i convocati di Cenetti, che tuttavia partirà quasi sicuramente dalla panchina. I dubbi maggiori sono a centrocampo, dove sono in diversi a lottare per una maglia e dove non mancano le alternative per D’Angelo. Che vuole riprendere subito a correre. E a portare a casa punti, perché il bel Bassano delle prime giornate non è soltanto un ricordo.
Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) Quota 1700 sfondata proprio sul filo di lana, record abbonamenti a portata di mano, entusiasmo a mille fra tifosi e addetti ai lavori, servizi, tg ed emittenti nazionali che invadono Cittadella per capire la portata di un fenomeno vero, quello dei granata. “Salutate la capolista” è il coro che va per la maggiore, in questo magico settembre che ha fatto impennare le quotazioni di Roberto Venturato. Che fa il promotore finanziario come secondo lavoro (o come primo, in questo caso la si può vedere da diverse angolazioni), ma che allena benissimo e ha raccolto l’eredità decennale di Claudio Foscarini come se fosse la cosa più naturale del mondo. L’aspetto più sorprendente, in vista della partita col Brescia in programma oggi pomeriggio al Tombolato che potrebbe regalare il sesto acuto di un campionato straordinario, è che Venturato ruota le pedine spiazzando gli stessi giocatori (oltre che gli addetti ai lavori) riuscendo sempre a trarre il massimo risultato. Avanti tutta, dunque, con l’ennesima rivoluzione pronta per il match del Tombolato e Pascali, Salvi, Martin, Iori e Chiaretti pronti per riprendere il proprio posto in squadra dopo il riposo di metà settimana: «Abbiamo cercato di far recuperare tutti i giocatori – evidenzia Venturato – e stanno tutti abbastanza bene. In queste ore farò le mie scelte. Ho 23 titolari e lo dico perché lo penso davvero, anche se non sembra molto entrarvi in testa. Ogni giocatore avrà moltissime possibilità, quello che vedo durante la settimana e il tipo di partita che andiamo ad affrontare determineranno le mie scelte». I dubbi odierni riguardano la difesa (Pascali favorito su Pelagatti), centrocampo (Iori, Bartolomei e Chiaretti sembrano certi del posto, Lora potrebbe spuntarla per il ruolo di mezzala) e attacco (Strizzolo o Arrighini, di gol potenziali non ne mancheranno di sicuro). Dall’altra parte della barricata ecco il Brescia di Andrea Caracciolo, solito spauracchio di ogni allenatore avversario, ancora una volta punto di riferimento imprescindibile per l’attacco di Cristian Brocchi: «L’ho conosciuto molti anni fa – evidenzia – giocava nella Juniores del Sancolombano. Ha confermato tutte le aspettative e ora ha anche molta esperienza che sfrutta a meraviglia sul campo di gioco. Non lo scopro sicuramente io, ha fatto anni e anni di calcio ad altissimi livelli sempre trovando con facilità la via del gol. Il Brescia è una squadra veramente solida, con tanti giovani interessanti e un allenatore con molta fame. Abbiamo fatto un percorso diverso per arrivare ad allenare in Serie B». L’aria di alta classifica fa bene e non c’è il rischio di soffrire di vertigini, almeno a giudicare da quanto visto sinora. Se poi arrivasse la sesta vittoria consecutiva, l’apoteosi sarebbe completa: «Sono molto felice per questo inizio di campionato – sorride Venturato – ma non abbiamo fatto nulla e dobbiamo pensare di partita in partita. Il record potrebbe far piacere ma non conta niente, dobbiamo lavorare e pedalare a testa bassa tutti uniti verso un unico obiettivo». E quale sarebbe questo obiettivo? Oggi una salvezza tranquilla, chissà fra qualche settimana, se dovesse continuare questo fantastico trend positivo che sta stupendo l’Italia intera…
Ore 12.00 – Dopo la favolosa cavalcata in Lega Pro, il Cittadella sta segnando nuovi record anche in serie B: ora sono cinque le vittorie di fila, la sesta sarebbe un’impresa mai riuscita a nessuno. I primati garantiscono visibilità, prestigio e lustro al lavoro di una squadra, ma a Roberto Venturato i numeri e le statistiche interessano fino a un certo punto. Il tecnico granata preferisce concentrarsi sull’obiettivo immediato, che si chiama Brescia. «Mi fa piacere quanto sta succedendo attorno a noi da un mese e mezzo. Il primato ci sta dando entusiasmo, consapevolezza delle nostre potenzialità, ma rimango dell’idea che quello che è stato fatto è già passato e bisogna pensare alla prossima sfida. Il Brescia è giovane, ma ha grande qualità, entusiasmo e voglia di fare. I punti vanno conquistati sul rettangolo di gioco, tutto quello che ci gira attorno ci dà coscienza e nuove responsabilità, che in questo caso sono molto belle: il primo posto dev’essere uno sprone per fare ancora meglio e migliorare sempre». Il Brescia è Caracciolo, ma non solo. «L’ho conosciuto tanti anni fa, quando giocava nella juniores del San Colombano e io ero al Pizzighettone. Era già straordinario da giovane, adesso ha in più l’esperienza di tanti anni da professionista. L’avversario è di grande valore, guidato da un tecnico che ha idee e capacità, almeno questa è l’idea che mi sono fatto di Brocchi. Sarà una partita con il coefficiente di difficoltà molto alto». Lei e Brocchi, due percorsi opposti per allenare in serie B. «La mia carriera è diversa dalla sua, lui ha un passato da calciatore importante e ha allenato le giovanili del Milan, adesso ha l’opportunità di mostrare il suo valore». Nessun problema di formazione in casa granata. «Ho convocato gli stessi 21 giocatori di Avellino. Non abbiamo avuto molto tempo a disposizione per allenarci a causa della trasferta infrasettimanale, ma i giocatori hanno recuperato bene». Martedì sera Venturato ha cambiato sette giocatori su dieci (portiere escluso) rispetto al turno precedente. Con il Brescia assisteremo a un altro ribaltamento nell’undici iniziale in quanto il Cittadella dovrebbe assomigliare molto da vicino a quello schierato con il Novara. Il tecnico però non si sbottona: «Valuterò le condizioni generali del gruppo per schierare in campo la formazione migliore. Come ripeto sempre, ho una rosa di 23 titolari e sono convinto di quanto affermo: se ho una partita alla settimana le scelte sono indirizzate in un senso, se invece devo sostenere tre incontri in otto giorni come adesso, credo sia giusto coinvolgere tutti. Indipendentemente da chi gioca, cerchiamo di essere sempre equilibrati in campo, e faccio un plauso a tutti per il lavoro quotidiano. In una stagione da 42 partite, ogni singolo calciatore sarà chiamato in causa, magari chi più e chi meno, ma tutti saranno importanti e considerati». Intanto questa mattina alle 12 si chiude la campagna abbonamenti del Cittadella, che ieri ha sfondato quota 1.720, nuovo record.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il clima è ideale per lavorare in campo e la seduta di rifinitura si prolunga mezz’ora più del previsto. I giocatori sono impegnati in una partitella ad una porta sola e a ranghi misti, solo che invece che con i piedi provano i propri movimenti lanciandosi il pallone con le mani e non devono mai eccedere nel numero dei tocchi. Infine, l’allenamento si chiude con una sessione di schemi sul rinvio dal fondo, che serve a mettere a punto, allo stesso tempo, sia l’aggressione ai difensori avversari sia la propria fase d’impostazione dal basso. Roberto Venturato non lascia nulla al caso. Come sempre. E non sarebbe cambiato nulla, nella preparazione, se la sfida con il Brescia fosse stata una gara “qualsiasi”, e non fosse impreziosita da un significato particolare, perché con una vittoria il Cittadella infilerebbe la più lunga striscia iniziale di successi consecutivi mai colta in Serie B, portandola a 6. Ci pensa, al possibile record, mister? «Questo mese e mezzo ci ha dato entusiasmo e consapevolezza nei nostri mezzi, ma ciò che è stato fatto sin qui va dimenticato. I risultati raggiunti ci hanno regalato responsabilità in più, e sono responsabilità che è bello avere, ma dobbiamo pensare solo al Brescia». Dopo il maxi-turnover di Avellino, con sette cambi, è possibile immaginare che tornerà all’antico, reinserendo i vari Pascali, Iori e Chiaretti nell’undici di partenza? «Valuterò nelle prossime ore. Posso dire che abbiamo recuperato abbastanza bene le energie. Ma in ogni caso, se affermo che ho 23 titolari, lo dico perché ne sono convinto. Poi se dobbiamo preparare una gara a settimana mi regolo per quella partita, se ne ho davanti tre in sette giorni, cerco di fare in modo che la rosa possa esprimersi per quanto vale. E c’è da fare un grandissimo applauso a tutti i suoi componenti, perché hanno saputo farsi trovare pronti». Di fronte c’è un Brescia in crescita dopo qualche balbettìo iniziale. «Sarà un esame importante, da affrontare con rispetto. Davanti avremo una squadra giovane, ma di enormi qualità. Ha ragazzi che hanno potenzialità e voglia di fare, a cui si assommano due o tre elementi di esperienza. E poi ha un allenatore che ha dimostrato di avere idee». Già, Cristian Brocchi. Lei, che ha fatto tantissima gavetta prima di approdare alla Serie B, cosa prova incontrando colleghi subito alla guida di squadre importanti, come l’ex rossonero? «Io ho seguito un percorso molto diverso dal suo, ma ciò non vuol dire che ad un allenatore che ha fatto qualche anno di settore giovanile in una squadra di alto livello e che ha alle spalle una carriera di spessore non debbano essere concesse opportunità come quelle che sta avendo. A contare sono i meriti. Certo, mi auguro che in futuro il mondo del calcio riesca anche a guardare nelle categorie più basse, dove lavorano alcuni tecnici poco conosciuti, ma capaci». In campo, fra le “rondinelle”, il talento è nei piedi di Morosini, Bonazzoli (in ballottaggio con Torregrossa, mentre in mediana mancherà l’albanese Ndoj, squalificato) e, soprattutto, Caracciolo. «Caracciolo l’ho conosciuto tanti anni fa, quando allenavo nel settore giovanile del Pizzighettone e lui giocava nella juniores del San Colombano: già si capiva che era un attaccante straordinario. Nel tempo ha semplicemente confermato quanto lasciava intuire allora, in più ha aggiunto l’esperienza e la sicurezza che offrono i tanti anni trascorsi in A e in B».
Ore – (Mattino di Padova) Da un record all’altro. Da quello da battere in campo, oggi pomeriggio, a quello già siglato in tribuna, relativo al numero di abbonati. A poche ore dalla chiusura della campagna #nonsostaresenzate, che terminerà poco prima del match con il Brescia, alle 12 di oggi, sono ben 1.742 le tessere sottoscritte dai tifosi granata, con un’impennata di 123 solo nell’ultima settimana, grazie all’effetto trascinamento seguito alle vittorie con Novara in casa e Avellino in trasferta. È il risultato più positivo di sempre, perché migliora i 1.718 abbonamenti registrati nella stagione 2009/10, portando per la seconda volta nella sua storia il Cittadella sopra quota 1.700. Se gli aficionados di lunga data hanno ritirato il proprio lasciapassare già da diverse settimane, negli ultimi giorni si sono registrati soprattutto abbonamenti di volti nuovi, sull’onda dell’entusiasmo da primato. E per “fedelissimi” e autorità da oggi, nell’intervallo del match, sarà a disposizione anche l’area hospitality, dietro la tribuna centrale.
Ore 11.00 – (Gazzettino) In attacco è emergenza. Al fianco di Altinier schiererà Germinale, Fantacci o qualcun altro? «Le soluzioni ci sono, non ho ancora deciso. Germinale? Caratterialmente è uno che dà l’anima, sono convinto che ci possa dare una mano, ma è utopistico dire che possa fare novanta minuti». Oggi conta di più il risultato o la prestazione? «Quest’ultima, perché se la fai nella maggiore parte dei casi fai anche risultato. Non si possono buttare due mesi lavoro perché abbiamo perso una gara in quattro partite. Sono importanti l’atteggiamento e la prestazione, e il risultato è una conseguenza».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il Gubbio sta bene sul piano mentale, diceva. I suoi giocatori hanno reagito positivamente dopo il pareggio con la Maceratese? Risatina, e replica: «Almeno noi della società e dello staff cerchiamo di tenerli sereni, di questo pessimismo se ne accorgono perché non sono robot, ma uomini. Però siamo sereni e convinti delle nostre possibilità, non dobbiamo dire e fare altro. Solo interpretare le gare nel modo migliore e dal mio punto di vista l’abbiamo fatto, tranne qualche situazione che fa parte però di un percorso di crescita. È normale che ci siano formazioni un po’ più avanti di noi in questo momento, oppure che hanno fatto qualche risultato diverso dal nostro. Non ci attacchiamo alla sfortuna o a situazioni arbitrali, però se fossimo stati un po’ più freddi qualche punto in più l’avremmo sicuramente». La sorprende questo pessimismo di cui parla? Ancora una risatina, poi la risposta. «Non mi sorprende, ma sono sereno e lavoro tranquillo con la squadra. Non c’è alcun tipo di problema». Passando alla formazione, sempre fedele al 3-5-2 o ha pensato a qualcosa di diverso? «Qualcosa di diverso dobbiamo farlo per forza, però dire come gioco non lo faccio. Non è un problema di modulo o di tante altre cose che ho letto. Ho le mie idee, e variare un giocatore all’interno del campo non sposta il risultato, ma di più non dico. Non è per cattiveria, però mi sembra giusto in questo momento di difficoltà non dare delle opportunità all’avversario».
Ore 10.40 – (Gazzettino) È una trasferta molto delicata quella che attende oggi il Padova, chiamato a invertire un trend finora deludente sul piano dei risultati. Se il Gubbio vive un momento magico certificato dal secondo posto alla pari del Pordenone, non altrettanto si può infatti dire per i biancoscudati alle prese con un avvio di campionato non in linea con le aspettative, che ha provocato un malumore serpeggiante in parte della tifoseria. Ecco che per allontanare critiche e scettici serve una prova di forza suggellata da tre punti. Anche se si tratta di stringere i denti, vista le importanti assenze: Neto Pereira operato ieri al menisco, Alfageme squalificato, De Risio infortunato e Filipe non al meglio. Al riguardo Oscar Brevi ostenta tranquillità: «Abbiamo qualche defezione di troppo, però ho fiducia completa nel resto del ragazzi. Qualcuno che ha giocato meno ha adesso la possibilità di dimostrare il suo valore». Vi attende una gara importante. «Non è una finale, ma dobbiamo interpretarla nel modo giusto. Dobbiamo fare la nostra partita con massima attenzione e determinazione. Il Gubbio è una squadra in salute, ha entusiasmo perché viene da una promozione e da ottimi risultati, quindi sta bene sul piano mentale. È molto bravo a ripartire, e quindi dobbiamo essere concentrati in queste situazioni sulle quali abbiamo lavorato in settimana».
Ore 10.30 – (Gazzettino) In rosa nomi poco conosciuti, ma elementi che rappresentano al meglio, in termini di atteggiamento e caratteristiche di gioco, la filosofia della lega Pro, ben messi in campo dal tecnico Giuseppe Magi. Il modulo utilizzato è il 4-3-3, con più probabile cambio degli interpreti rispetto a martedì a centrocampo dove in cabina di regia dovrebbe tornare Croce a scapito di uno tra Romani e Giacomarro. PRECEDENTI. Due le sfide finora disputate in terra umbra e anche in questo caso si va nel segno dell’1-0, con un sorriso per parte. Nel campionato di C2 1999-2000 prevalse il Padova grazie a una rete di Della Giovanna, mentre il ricordo più fresco è negativo, con il successo del Gubbio del 10 dicembre 2011: decise Graffiedi dopo una lunga serie di occasioni fallite dai biancosudati e con il locale portiere Donnarumma in giornata di grazia.
Ore 10.20 – (Gazzettino) La matricola Gubbio si sta rivelando la vera sorpresa del girone, grazie a un avvio oltre le più ottimistiche aspettative che le permette di viaggiare al secondo posto a una sola lunghezza dalla capolista Venezia. Tre le vittorie ottenute, di cui due in trasferta (a Lumezzane e Salò) e tutte per 1-0, a dimostrazione di una squadra compatta e di una difesa difficile da perforare, con un’unica stecca sul proprio campo sabato scorso, con il successo per 3-1 della Sambenedettese. A completare il quadro il pareggio per 1-1 a Pordenone con i friulani che in quella occasione sono riusciti a riagguantare la gara solo a tempo scaduto su rigore.
Ore 10.00 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Bindi; Sbraga, Emerson, Russo; Madonna, Mazzocco, Mandorlini, Dettori, Favalli; Altinier, Fantacci.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Che avversario si aspetta? «Il Gubbio è in salute, ha entusiasmo, arriva da una promozione e da un ottimo inizio di stagione, e mentalmente sta bene. È una squadra brava a ripartire, dovremo essere attenti e concentrati in queste situazioni, su cui in settimana abbiamo appositamente lavorato». Dopo la brutta prova di Fano, conta più il risultato o la prestazione? «Per me la prestazione, perché la maggior parte delle volte, se c’è quella, poi arriva anche il risultato. Non voglio mandare a monte due mesi di lavoro solo perché abbiamo perso una partita nelle prime quattro: voglio vedere l’atteggiamento giusto, il risultato ne sarà la conseguenza».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il gruppo come ha reagito a questa difficile settimana? «Sono umani, avvertono pure loro il pessimismo che li circonda, ma almeno noi, della società e dello staff, cerchiamo di tenerli sereni. Siamo convinti delle nostre possibilità: non dobbiamo fare altro che giocare le gare interpretandole nel modo migliore, come fatto sinora, a parte qualche situazione che è andata storta. Non ci attacchiamo alla sfortuna, ma oggettivamente, se fossimo stati un po’ più freddi, qualche punto in più l’avremmo di sicuro messo in saccoccia». Il pessimismo di cui parla le dà fastidio, oppure la sorprende? «Non mi sorprende, ma sono sereno. Cerco di lavorare tranquillo con la squadra, che piano piano comincia a conoscersi meglio». Sarà Germinale o Fantacci a sostituire Neto Pereira in attacco, visto che manca pure Alfageme? «Non ho ancora deciso. Soluzioni ce ne sono, ma fino all’ultimo farò le mie valutazioni. Di certo Germinale ha una gran voglia di giocare, caratterialmente dà sempre l’anima e, se lo chiedete a lui, probabilmente vi risponderà che può disputare anche 120 minuti, ma i fatti sono altri: ha fatto una buona settimana di allenamenti, e il lavoro svolto con gli altri giocatori non può diventare inutile. Sono convinto che ci possa dare una mano, ma pensare che possa reggere 90 minuti è pura utopia».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Lo stadio “Barbetti” è il teatro della prova del nove: dopo due buone partite (contro Albinoleffe e Forlì), e due decisamente scarse (con Fano e Maceratese), il Padova deve dimostrare a se stesso di non essere davvero malato. Alle 14.30 i biancoscudati giocano a Gubbio con l’obiettivo di rialzare la testa, ma soprattutto con l’imperativo di portare a casa punti da un campo difficile. Gli umbri, partiti a razzo e già a quota 10 in classifica, sono avversari tosti, e per di più le assenze non fanno che complicare il lavoro: senza De Risio e Neto Pereira, infortunati, e senza lo squalificato Alfageme, Oscar Brevi è costretto ad inventarsi una formazione d’emergenza, sperando che la sfortuna se ne stia alla larga e che la squadra, nonostante le defezioni, riesca ad incamerare un risultato che porti un po’ d’aria fresca in tutto l’ambiente. «Abbiamo qualche problema, ma ho fiducia nel resto del gruppo», le parole del tecnico alla vigilia. «Abbiamo qualche defezione di troppo, ma qualcuno che ha giocato meno avrà l’opportunità di dimostrare quanto vale, e perciò sono tranquillo sotto tale punto di vista. Dobbiamo fare la nostra gara, con la massima attenzione e una grande determinazione. Non è una finale, ma dobbiamo interpretarla nel modo giusto».
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il dubbio della vigilia riguarda il modulo. Brevi ha smentito di aver provato il 4-4-2 («Forse quello che abbiamo fatto non è stato interpretato bene»), ma comunque ha chiarito di stare lavorando su qualche modifica rispetto al 3-5-2 base: «Qualcosa di diverso faremo di sicuro – taglia corto – ma non vi dico come gioco domani (oggi per chi legge ndr) per non dare vantaggi ai nostri avversari. L’infortunio di Neto Pereira ci toglie una grande risorsa, Germinale in questo momento è utopistico pensare che possa disputare tutta la partita. Questa squadra può giocare con diversi sistemi di gioco, ma ci sono momenti e situazione che dipendono dalla partita. Per me a Gubbio è importante la prestazione perché se la fai di solito hai anche il risultato e non si può buttare a monte due mesi di lavoro. Il risultato è una conseguenza della prestazione». Brevi cammina sull’orlo del precipizio, se dovesse perdere oggi riesce difficile pensare a un esonero immediato, allo stesso tempo però si creerebbe una situazione incandescente a livello ambientale, ancor più di quanto non lo sia già adesso. L’ipotesi più probabile è che Fantacci giochi da seconda punta accanto ad Altinier, ma potrebbe scapparci pure la sorpresa. In definitiva, oggi a Gubbio sarà come sedersi al tavolo della roulette. Puoi vincere e far saltare il banco, o puoi perdere. E allora si metterebbe davvero male.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Infortuni, squalifiche, classifica deficitaria, malumore che serpeggia nell’aria. Gubbio-Padova ha tutta l’aria di essere un passaggio di fuoco per il campionato biancoscudato, già arrivato a un bivio. Oscar Brevi si presenta al primo vero guado della sua stagione con una squadra in condizioni a dir poco disastrose. De Risio e Neto Pereira non ci saranno per infortunio, Germinale giocherà sicuramente almeno uno spezzone, ma ha una trentina di minuti sulle gambe, Filipe è ancora infortunato ed è stato convocato solo per fare numero, Fantacci potrebbe debuttare dal primo minuto, Marcandella e Monteleone non sono arruolabili, Alfageme è squalificato. Insomma, un’ecatombe di situazioni complicatissime da gestire, al punto che si sono due possibilità. O la squadra, in piena emergenza, trova uno scatto d’orgoglio e riesce a ribaltare un campionato per ora disgraziato, oppure un eventuale nuovo passo falso creerebbe una deriva difficile da gestire per la piazza, già in ebollizione dopo il ko di Fano e il pari casalingo contro la Maceratese: «Stiamo cercando di tenere sereni i ragazzi – sbuffa Brevi in conferenza stampa, sforzandosi di rimanere sereno – loro non sono robot, sentono il pessimismo ma noi siamo convinti dei nostri mezzi. Dobbiamo interpretare la partita col Gubbio in maniera intelligente e non ci appelliamo alla sfortuna. Il pessimismo non mi sorprende, ma sono sereno, cerco di lavorare tranquillamente con la squadra, non c’è nessun problema».