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Ore 22.10 – (Gazzetta di Mantova) Un’inchiesta dell’Espresso sta suscitando un certo allarme nel mondo del calcio professionistico. Il settimanale ha infatti scoperto che decine di club di Lega Pro (ma anche Sampdoria, Bari e forse altre società di categorie superiore), fra i quali il Mantova, si sono rivolti per le fideiussioni necessarie all’iscrizione ai campionati alla compagnia d’assicurazione Gable, che ha uffici a Londra ma sede legale nel Liechtenstein (e la sua holding alle isole Cayman). Bene, ora questa Gable è in difficoltà, tanto che il suo titolo è sceso del 90% sul mercato (da 24 a 2 sterline) e che la stessa società ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla Borsa di Londra. Se a questo si aggiunge che il bilancio della Gable del 2015 segna una perdita di 25 milioni di sterline, si capisce il perché ci sia preoccupazione per le garanzie prestate dalla società ai club calcistici italiani. Per quanto riguarda il Mantova, a spiegare la posizione ufficiale del club è il direttore generale Matteo Togni: «Noi abbiamo la formale comunicazione della Commissione criteri legali, economici e finanziari della Figc che il Mantova Fc ha adempiuto ai criteri per l’iscrizione al campionato e dunque siamo tranquilli». E se la Gable dovesse saltare? «Se un giorno – risponde Togni – la Lega dovesse chiedere sostituzione della fideiussione vedremo, ma al momento mi sembra un’ipotesi remotissima. Anche perché la Gable ha dichiarato comunque di avere mezzi per garantire le fideiussioni rilasciate». E perché il Mantova si è rivolto proprio a questa società? «Perché era la più veloce nel rilasciare la documentazione e non è un caso che tanti altri club abbiano fatto la stessa scelta».
Ore 22.00 – (Gazzetta di Mantova) Chi è abituato a seguire le peripezie societarie dell’Acm negli ultimi anni è rodato a tutto e ora al suo “curriculum” potrà aggiungere l’ennesimo, inimmaginabile colpo di scena regalato da chi occupa le stanze di Viale Te. Quella che sembrava fino a ieri una rottura insanabile fra i soci del Mantova sembra ora infatti prendere le sembianze di un nuovo inizio. Abbiamo scherzato? Ma sì, del resto non è la prima volta e magari non sarà l’ultima che nel Mantova Calcio le certezze granitiche dell’oggi si capovolgano nel giro di 24 ore. E così, dopo essersene dette di tutti i colori per giorni, i proprietari dell’Acm si sono riuniti per tre ore a Verona nello studio del commercialista Quaglia (tuttora membro del cda di Viale Te) e al termine del vertice hanno affidato al direttore generale Matteo Togni questo messaggio per la tifoseria: «C’è la volontà di andare avanti insieme». Ma partiamo dall’inizio, con lo specificare che alla riunione di ieri era assente Serafino Di Loreto. A rappresentare l’ala bresciana dell’Acm c’era il presidente Sandro Musso, per quella romana Enrico Folgori e Marco Claudio De Sanctis, per quella mantovana l’avvocato Carlo Pegoraro e l’ex dg Maurizio Ruberti. «Una prima fase della riunione è servita ai necessari chiarimenti fra le parti per quanto successo negli ultimi giorni – spiega Togni, unico delegato a parlare dopo l’incontro -. Si è capito così che ci sono stati diversi equivoci fra le parti e si è arrivati a un reciproco chiedersi scusa, per poi confermarsi la stima e la volontà di procedere insieme nell’avventura». Insomma, nessuna delle parti ha dato seguito alle minacce dei giorni precedenti di mettere all’angolo l’altra e magari ci si è ritrovati a pensare che tutti hanno bisogno di tutti per arrivare in fondo a questo campionato. Sia come sia, la volontà espressa è quella di andare avanti insieme. Come? A spiegarlo è sempre Matteo Togni: «Domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà un tavolo tecnico, nel quale tutti i soci saranno rappresentati, per studiare una forma di governance condivisa. Quale? È tutto da stabilire, tanto per fare un esempio potrebbe esserci l’obbligo di doppia firma sugli atti o altre formule per far sì che effettivamente la società venga gestita di comune accordo. Riassetto di quote? No, quello non è all’ordine del giorno». Dunque alla cordata romana resterà il 75% del Mantova, ai bresciani il 15% e ai mantovani il 10% ma la gestione sarà comunque condivisa. Sollecitato in merito, Togni spiega inoltre che «nel tavolo tecnico sarà approntato anche un piano finanziario dettagliato, in modo che non ci siano più equivoci al riguardo. Si discuterà inoltre di cariche, deleghe e quant’altro riguarda la gestione di una società di calcio professionistica». Una volta che il tavolo tecnico avrà “partorito” questa proposta di governance condivisa, la stessa verrà sottoposta a un’assemblea plenaria dei soci: «Sì – aggiunge Togni – e questo avverrà a brevissimo termine. Credo che l’assemblea ci sarà mercoledì (domani, ndr) o al massimo giovedì. I soci – conclude quindi il dg – mi hanno pregato di riferire che che questa scelta è stata fatta da tutte e tre le componenti del club per garantire stabilità e operatività al Mantova e dunque nell’interesse della società, della squdra e della tifoseria». Così è se vi pare.
Ore 21.40 – (Gazzetta di Modena) Cinque punti in cinque giornate: una vittoria, due pari e due ko. Il Modena viaggia al ritmo di un punto a partita, troppo poco anche solo per entrare nell’ampia zona playoff, che arriva fino al decimo posto. I canarini sono quindicesimi, con alle spalle le 5 squadre attualmente in zona playout e retrocessione: tra queste ci sono due delle tre contro le quali il Modena ha fatto punti, Maceratese e Teramo, oltre alla prossima rivale, l’Ancona. Fissati i recuperi: martedì 4 ottobre Reggiana-Santarcangelo (20,30), martedì 11 ottobre Samb-Padova (14,30) e Albinoleffe-Maceratese (18,30). Il Modena si rimetterà al lavoro oggi allo Zelocchi dopo il giorno di riposo concesso da mister Pavan. Le scorie lasciate dalla sconfitta nel derby, tra la rabbia per il grave torto arbitrale subìto ed il rimpianto per una ripresa da incubo, andranno subito trasformate in energie positive per cercare un immediato riscatto sabato ad Ancona, un esame contro l’ultima della classe che i canarini non potranno permettersi di fallire. Il leitmotiv sarà il solito: andare avanti con il 4-3-3 o, sfruttando il pieno recupero Basso, Schiavi e pure di Laner, puntare sin dall’inizio sul 4-2-3-1?
Ore 21.30 – (Gazzetta di Modena) Problema fideiussione per il Modena? A lanciare l’allarme è un’inchiesta recente del settimanale L’Espresso, ripresa ieri dal sito Calcioefinanza.it, che grazie ad un file di documenti riservati ha scoperto come ad una piccola compagnia di assicurazioni chiamata Gable, sull’orlo del fallimento, si siano appoggiati più di venti società professionistiche italiane per ottenere la famigerata garanzia fideiussoria prevista all’atto dell’iscrizione al campionato, regolarmente consegnata ed accettata dalla Figc. Tra le società interessate ci sono la Sampdoria in serie A, il Bari e probabilmente altre in B, oltre a ben venti club di Lega Pro: Akragas, Arezzo, Casertana, F. Andria,Fondi, Lupa Roma, Maceratese, Matera, Melfi, Mantova, Messina, Olbia, Pordenone, Reggina, Siena, Santarcangelo, Siracusa, Taranto, Venezia e, come detto, anche Modena. La compagnia di assicurazioni ora in gravi difficoltà si chiama Gable ed una settimana fa ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla Borsa inglese. Le venti società di Lega Pro si sono affidati a Gable, per un totale di 20 polizze del valore di 350 mila euro ciascuna. Gable holding, capofila del piccolo gruppo finanziario, batte bandiera di un paradiso fiscale caraibico, le Isole Cayman. La società che vende le polizze, invece, ha uffici a Londra ma la sede legale si trova a Vaduz, in Liechtenstein. In Italia però, gli organi di controllo della Figc non hanno avuto nulla da obiettare di fronte al boom di polizze targate Gable. Eppure, a maggio, la compagnia aveva lanciato un primo segnale d’allarme. Gable non venderà nuove polizze, ma ha dichiarato di essere in grado di onorare gli impegni con gli assicurati. Sul mercato però la fiducia è al minimi e a questo punto in tanti si chiedono quale valore possano avere le garanzie prestate da una società con i conti così disastrati. Il problema fideiussione aveva già riguardato il Pisa ed un paio di club di Lega Pro che si erano affidati al broker bulgaro Nadejda, vedendosi costretti a cambiare banca o assicurazione dopo l’iniziale bocciatura della Figc. La stessa operazione servirà al Modena ed agli altri club coinvolti in caso di Gable.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Modena) Spuntato il Modena, ancor più l’Ancona. Sarà una sfida tra due squadre affette dallo stesso problema quella in programma alle 14,30 di sabato allo stado del Conero. I canarini, che soltanto una settimana fa sono riusciti a trovare le prime reti in campionato dopo un digiuno di 333 minuti, vantano il terz’ultimo attacco del campionato con appena tre gol, l’ultimo dei quali è arrivato su gentile concessione del difensore della Reggiana Minel Sabotic nel derby perso domenica. C’è però chi sta addirittura peggio: una squadra di queste è la Maceratese, già affrontata dai canarini al Braglia in una gara ovviamente terminata 0-0, l’altra è proprio quell’Ancona che sabato riceverà la visita del Modena. Due soli gol segnati per entrambe le squadre marchigiane in 5 gare, le uniche a vantare uno score realizzativo inferiore a quello della formazione di Simone Pavan. Se la Maceratese, così come il Modena, era però squadra con una delle difese meno perforate, lo stesso discorso non vale per i biancorossi guidati da Fabio Brini, che ha già subito 8 reti nonostante 4 di queste siano arrivate in una sola gara, contro la Reggiana. Tornando al problema del gol, i marchigiani non potranno contare sui loro due bomber per risolverlo: Cognigni si è infatti gravemente infortunato e sarà costretto a restare ai box fino al nuovo anno, Momentè è invece stato espulso sabato scorso contro il Venezia. Brini, dunque, in settimana dovrà individuare chi possa essere la spalla ideale di Ndiaye Samb nel 4-4-2 sul quale sembra avere ormai puntato. E il Modena? Il momento nel quale lo si è visto più quadrato e pericoloso, ad eccezione di un paio di situazioni al debutto contro il Parma, è stato quando mister Pavan ha rivisto il 4-3-3 per passare ad un 4-2-3-1 capace di esaltare tutti gli interpreti in campo in quel momento, a Teramo, e di portare alla doppietta di Schiavi.
Ore 21.10 – (Gazzetta di Modena) Tra i tanti rigori negati nella storia del calcio, quello che l’arbitro Robilotta non ha concesso al Modena nel derby potrebbe entrare tranquillamente nella top ten. Nel fermo immagine che pubblichiamo accanto è evidente come il portiere granata Perilli entri col piede sinistro sulla tibia di Loi travolgendo l’attaccante gialloblù. Un fallo nettissimo con il fischietto di Salerno che aveva tutta la visuale libera per poter giudicare correttamente. Ricordiamo cos’è accaduto. Corre il terzo minuto quando Mogos effettua un retropassaggio a Perilli che si produce in un maldestro controllo coi piedi. La palla gli scappa lontana e viene intercettata da Loi che la fa passare accanto al portiere per andarsela a riprendere e metterla dentro. Intenzione stroncata dal brutale intervento dell’estremo difensore della Regia che scalcia e travolge l’attaccante canarino. I due sono completamente soli sul limite dell’area di porta e tutto lo stadio attende il fischio dell’arbitro a sancire il penalty e la conseguente espulsione del portiere di Colucci. Invece nulla e nonostante le proteste dei gialli e del popolo gialloblù, Robilotta lascia correre. Dopo tre minuti il Modena avrebbe potuto trovarsi con un rigore da trasformare e in vantaggio di un uomo per quasi tutto il match. La rabbia dell’ambiente canarino è quindi giustifica, ma guai a trasformare in un alibi un episodio negativo anche se ha dell’incredibile. Perchè poi il Modena, giocando un buon primo tempo, il vantaggio lo aveva comunque trovato e anche ben gestito fino all’intervallo. Al ritorno in campo, scattano le colpe della sconfitta. C’è subito l’errore clamoroso di Manfredini su un tiro a lunga gittata e senza pretese di Giron. Tre minuti dopo Popescu sbaglia un disimpegno intercettato da Calvano che mette in mezzo da destra. Tutti in ritardo su Guidone che gira di prima intenzione trovando il tocco galeotto di Marino che trasforma la conclusione del granata in un beffardo pallonetto. Due dormite e micidiale uno-due della Regia. Negli oltre 40 minuti che restavano da giocare, il Modena ha offerto il peggio denunciando una disarmante impotenza. Giocatori senza attributi? È la risposta più facile, ma a volte gli attributi saltano fuori se la squadra è ben sistemata in campo. Come è accaduto a Teramo, quando modificando il modulo dal 4-3-3 al 4-2-3-1 la rimonta arrivò con tanto di gol e vittoria. Pavan, invece, ha cambiato in favore di un 4-4-2 che ha spento il Modena ed esaltato una Reggiana che nel primo tempo era sembrata una squadra normalissima. D’accordo sull’errore di Robilotta, ma il Modena deve recitare un bel mea culpa. Tornando ai moduli: il 4-3-3 non produce nulla, il 4-4-2 è un disastro, il 4-2-3-1 ha fatto centro alla prima occasione. Con Olivera basso al fianco di Giorico, Tulissi, Schiavi e Basso sulla trequarti avversaria e una punta centrale di riferimento il Modena, che ha una buona fase difensiva, potrebbe sfruttare in trequarti tre giocatori rapidi e di spunto offrendo a Giorico qualche riferimento in più che non i soliti palloni laterali ai due esterni bassi. Come dicono i vecchi saggi, i giocatori non debbono essere schiavi del modulo, semmai il contrario. Soprattutto quando non puoi comprare chi vuoi, ma chi puoi.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Reggiana ai campi di via Agosti anche nella mattinata di ieri, all’indomani della vittoria nel derby di Modena, per un allenamento leggermente diverso dal solito infatti si è trattato di defaticante, per coloro che sono scesi in campo allo stadio Braglia, mentre il resto del gruppo ha svolto le consuete manovre atletiche e tattiche. Ieri ai campi si respirava un’atmosfera rilassata, con i giocatori che hanno scherzato tra loro e con l’allenatore: dopo la vittoria nel derby non poteva essere diversamente. Da segnalare nel primo gruppo l’assenza di Manconi e Calvano (per lui problemi di crampi durante l’ultima partita che lo avevano costretto al cambio) per un affaticamento dovuto alle precarie condizioni del terreno di gioco modenese mentre tra gli altri si è rivisto Pedrelli calciare il pallone nel “torello” iniziale e partecipare alla fase atletica prima di essere dirottato sulla cyclette. E’ un buon segnale per un suo imminente reintegro coi compagni. Terminata la seduta Leonardo Colucci ha concesso ai suoi uomini un giorno di festa fino a domani pomeriggio, in pratica il classico quarantotto ore in stile naia, quando si inizierà a preparare la sesta di campionato e quando il derby del Braglia sarà ormai acqua passata. Può sembrare atipico il giorno di pausa al martedì ma è bene ricordare che il prossimo impegno col Sudtirol ci sarà lunedì sera (Città del Tricolore, ore 20.45, con diretta su Rai Sport) pertanto la settimana lavorativa rimarrà invariata con gli usuali cinque giorni a disposizione per studiare l’avversario. Nei prossimi giorni si capirà quale formazione metterà in campo contro gli altoatesini mister Colucci, che ha una rosa ampia e competitiva e non disdegna dunque di rimescolare le carte (tanto più che siamo all’inizio e molti giocatori devono ancora essere messi alla prova).
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) Una notizia cattiva e una buona. Quella cattiva è che Ettore Marchi, uscito per infortunio all’8’ del primo tempo del derby del Braglia, ha rimediato un’importante distorsione alla caviglia sinistra, come era subito apparso evidente. Quella buona è che i legamenti del ginocchio non sono stati però lesionati. La risonanza magnetica, eseguita ieri pomeriggio a Villa Salus, nel reparto di ortopedia diretto dal dottor Rodolfo Rocchi, consulente ortopedico del club granata, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutto l’ambiente granata. L’esame strumentale ha infatti escluso qualsiasi ulteriore interessamento del ginocchio, anche se ha confermato come detto i problemi alla caviglia. «L’evoluzione dell’articolazione dell’attaccante granata – hanno comunicato dalla società – verrà costantemente valutata dallo staff medico del club stabilendo il percorso di recupero migliore per l’atleta». Da via Mogadiscio non si sbilanciano sui tempi del recupero. È ragionevole attendersi che l’attaccante salterà due partite, quella di lunedì con il Sudtirol e la trasferta di Lumezzane. Da valutare l’eventuale convocazione per il recupero del 4 ottobre con il Santarcangelo. Il recupero del bomber non sarà comunque forzato, tanto più che l’ex Vercelli sarà sostituito nel ruolo di prima punta da un attaccante come Marco Guidone, già autore di due reti in campionato. Sempre a proposito di infortunati non è ancora stato ipotizzato quando potrà rientrare il centrocampista Alessandro Sbaffo, infortunatosi a un gomito in allenamento. Sulla via del rientro il terzino sinistro Daniele Pedrelli, che ieri ha svolto parte del lavoro tecnico con la squadra: potrebbe tornare a disposizione tra una decina di giorni. Infine c’è il capitolo Alessandro Cesarini, il talento spezzino molto atteso dai tifosi. Il giocatore ha concluso la riabilitazione ed ha iniziato il lavoro che lo porterà a calcare nuovamente il campo. Al fantasista manca tutta la preparazione e dunque non è ipotizzabile che possa essere convocato prima di fine novembre. Per fortuna la rosa della Reggiana quest’anno è ampia d iqualità e riesce a fare fronte ad assenze pesanti: Marchi e Cesarini sono due pedine importanti, ma non si può dire che Guidone, Manconi o Raffaele Nolè siano dei rincalzi.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) «La vittoria del derby la attribuisco a tre componenti. La squadra, perché non si è mai abbattuta e sono rientrati in campo con una voglia incredibile e questo è un aspetto sul quale io non avrò mai dei dubbi perché sono ragazzi straordinari. Il mister perché nell’intervallo è stato fantastico, di una lucidità estrema cambiando anche modulo. Il pubblico perché giocare con una curva così alle spalle ti da una carica incredibile». Per il direttore sportivo Andrea Grammatica queste sono state le chiavi della vittoria conseguita a Modena, dove la Reggiana è tornata a casa con tre punti pesantissimi, utili per restare agganciati alla testa della classifica e per continuare a lavorare con serenità. Il ds Grammatica ha seguito la sfida di domenica da bordo campo, confermando il suo affiatamento con tutto lo staff tecnico. Direttore, partiamo dai minuti finali di Modena. Ci aspettavamo l’ingresso di un difensore in più. Invece il mister non si è coperto. «Probabilmente non voleva dare la sensazione di abbassarsi troppo, anche perché grosse avvisaglie di pericolo non ce ne erano state. L’atteggiamento di questa squadra passa anche dal suo coraggio». Il terreno di gioco del Braglia era davvero in pessime condizioni… «Sappiamo che abbiamo commesso degli errori e su questi dobbiamo lavorare. Abbiamo gioito il giusto proprio perché siamo consapevoli che dobbiamo crescere ancora. L’aspetto più negativo del campo è stato l’infortunio a Marchi». Qualche giovane può essere stato condizionato dal colpo d’occhio entrando in campo, visto che C’erano quasi 2.300 tifosi della Reggiana? «Sì, anche io ho avuto questa sensazione. Di solito il pubblico condiziona chi caratterialmente non è subito pronto a un impatto del genere ed esalta chi ha già vissuto questi momenti. Quello che mi preme sottolineare è il carattere dei ragazzi che hanno giocato meno, come Calvano che era all’esordio da titolare in campionato, come lo era Sabotic la settimana scorsa. Un grande plauso per questo va a tutto lo staff». Come ha vissuto la partita dalla panchina? «Tendenzialmente sono abbastanza freddo, cerco di farmi un’idea, analizzare ed essere poi lucido in settimana avendo un rapporto quasi viscerale con la squadra e il gruppo di lavoro. Credo che dal campo si raccolgano sensazioni anche emotive diverse rispetto alla tribuna». Sul finale Marchi è tornato in panchina con i compagni. «E’ un ragazzo con qualità umane straordinarie e un riferimento per la squadra. Ha dato consigli e incitato i compagni anche se aveva un dolore tremendo». Potrà mancare la sua leadership? «No perché sarà con noi quotidianamente e poi non c’è un solo leader in questa squadra, in più c’è un allenatore, uno staff, una società e i tifosi. Le assenze pesano solo quando le squadre sono deboli e non sono composte da uomini». In tribuna si è visto Cesarini. «E’ arrivato a Reggio e adesso sarà con noi, verrà valutato quotidianamente dal nostro staff medico anche se credo che prima di 4 o 5 partite non potrà essere a disposizione del mister». Il campionato è ancora più equilibrato di quello che pensava? «Sì, credo che non scapperà nessuno anche se il Venezia ha preso un buon ritmo. Questa squadra ha potenziale, deve ancora esprimerlo e quindi dobbiamo guardare solo a noi stessi». Quali sono le squadre che potrebbero rubare punti? «Al di la dei nomi ci sono campi complicati, come Fano soprattutto di sera, San Benedetto del Tronto, il campo di Ancona, sono tutte insidie perché sono ambienti che hanno calore. Si aggiungono poi le venete, il Lumezzane e il Sudtirol che credo abbia le potenzialità per fare qualcosa in più». I tifosi reggiani però stanno sognando. «E’ giusto così, credo che i tifosi e il presidente Mike Piazza debbano essere entusiasti di questa squadra, mentre io e il mister non faremo mai proclami per mantenere la testa dei ragazzi sul quotidiano».
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Millenovecento sono stati i tifosi neroverdi che sabato sera sono accorsi al Bottecchia per sostenere i ramarri. L’ufficio stampa assicura che si tratta di record di presenze «amiche». Se da Parma fossero arrivati gli 800 previsti (anziché in 300) sarebbe stato il primato per i ramarri in LegaPro. Non record assoluto, però. Quello assoluto, registrato il 20 maggio del 1979, resiste ancora. Era il giorno di Pordenone-Montebelluna. In quel magico pomeriggio, tremila persone occuparono completamente il prato (non c’erano le gradinate) e la tribuna del Bottecchia, gradini e spazi di fuga compresi, per accompagnare i neroverdi del presidente Super Ugo Caon e di Adriano Buffoni (tecnico) in C2 con 90′ di anticipo. Si scomodò persino Giorgio Lago (allora caporedattore dello sport), mitico direttore del Gazzettino, giunto al Bottecchia per firmare la cronaca della gara con il Monte. «È un risultato – scrisse Lago, celebrando la promozione dei ramarri – che fa storia, senza precedenti, tale da intensificare l’esaltante momento del calcio friulano, in C con il Pordenone e verso la A con l’Udinese. Dopo una partita molto equilibrata e giocata con 31 gradi, è stato il colpo di testa di un biondino di centrocampo, Rossano Del Frate (ancora lui, ndr), a deporre in rete il morbido pallonetto di Ezio Vendrame». Lo ricorda Dario Perosa nel libro “La storia dei ramarri”. Fu festa grande, quella sera a Pordenone. I fedelissimi tornarono a casa verso le 2 del mattino, rievoca ancora il volume, dopo aver consumato benzina, batterie e voce nel tradizionale carosello che segue ogni promozione. La meta preferita dei tifosi era Cordenons, davanti alla villa del presidente Ugo Caon, nella quale i dirigenti, l’allenatore e i giocatori con le rispettive famiglie festeggiavano la promozione. Di tanto in tanto la folla invocava il nome di qualcuno dei protagonisti della promozione in C2. Lo stesso Caon e Buffoni erano i più gettonati. Alla fine i neroverdi non riuscirono a sottrarsi all’affetto dei supporter, uscirono e la festa continuò sul piazzale antistante la villa.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fideiussioni affidate a una compagnia di assicurazioni che ora rischia di naufragare: c’è anche il Pordenone nel “caso Gable”. È la società con sede legale nelle Isole Cayman, noto paradiso fiscale offshore. La Gable Holding è la «madre» della costola assicurativa, che ha invece casa a Londra, dov’è pure quotata in borsa. A questa società si sono affidati una ventina di club professionistici, dalla Sampdoria in A (il club di Ferrero ha chiesto una garanzia sui debiti da calciomercato pari a circa 12 milioni di euro) al Pordenone in LegaPro (ma ci sono anche Venezia, Modena, Mantova, Macerata, Bari e molte altre), per ottenere la fideiussione necessaria all’iscrizione al campionato (350 mila euro a testa). Tutto legale, nessun illecito. Oggi, però, la Gable naviga in pessime acque: ha chiuso l’ultimo bilancio con una perdita di circa 30 milioni di euro e in borsa ha visto polverizzarsi il suo valore azionario del 90% in un anno. È in corso una disperata ricerca di capitali, per ora portata avanti senza successo. E ora ci si chiede che valore possano avere le fideiussioni garantite dalla società anglo-caraibica. Il Pordenone però è tranquillo. A spiegare la situazione è il presidente Mauro Lovisa: «Il Pordenone paga tutte le sue scadenze in modo regolare – precisa il patròn neroverde – e non avrà il minimo problema. Se poi ci diranno di affidarci ad altri lo faremo, ma non temiamo alcuna conseguenza». Di certo, però, il campanello d’allarme sulle società «esotiche» è già suonato.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Parma è già alle spalle. Sia nel tempo, ormai, che in classifica (8 punti). Davanti ora c’è il Venezia di Pippo Inzaghi (11, uno in più di Pordenone e Gubbio), che sarà al Bottecchia fra 11 giorni, l’1 ottobre. Prima di pensare al derby tutto neroverde però Stefani e compagni dovranno andare all’Helvia Recina (l’antica denominazione latina del sito dove sorge oggi lo stadio) di Macerata. La «rata» (così viene chiamata dai tifosi dei biancorossi) ha 3 punti in classifica (ma una gara da recuperare in casa dell’Albinoeffe), frutto di una sconfitta (1-2 con la Samb) e altrettanti pareggi (0-0 a Modena e 0-0 con l’Ancona). L’ultimo, imposto all’Euganeo al Padova (1-1), ha inguaiato ulteriormente Zamuner e Brevi. Tedino e i suoi ragazzi hanno cominciato a preparare la trasferta nelle Marche ieri pomeriggio. Oggi doppia seduta, sempre al De Marchi, alle 10 e 15.30. Domani e giovedì Stefani e compagni si alleneranno soltanto di pomeriggio, alle 15.30. Venerdì, infine, rifinitura al mattino (10.30) a porte chiuse. Poi partenza per Macerata. La gara all’Helvia Recina di sabato inizierà alle 16.30.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non piace a Mauro Lovisa il progetto di riduzione delle società professionistiche di Carlo Tavecchio. Il presidente nazionale della Figc ieri mattina a Radio Sport Anch’io, su Rai RadioUno, ha ribadito la sua volontà: «Dobbiamo arrivare a una serie A di 18 squadre, a una B di 20 e a due soli gironi di LegaPro di 20». IDEA – Il progetto di riduzione – ha provato a spiegare Tavecchio – favorirebbe l’aumento del tasso tecnico delle rose e porterebbe più gente a seguire il calcio negli stadi. «In queste settimane – parole sue – darò una sorta di “gentile” ultimatum alle Leghe affinché comincino a lavorare in questo senso. È ovvio che non sarà immediato e semplice arrivarci. Potrebbero varare un piano quadriennale o quinquennale, in modo da sviluppare il calcio professionistico e quello dilettantistico ognuno nel proprio ambito. La serie A ha bisogno di meno piazze, ma tutte grandi. Il Meazza – Tavecchio, che è interista, era presente al Derby d’Italia – era stracolmo. Scontri continui fra squadroni come Juventus, Inter, Napoli, Roma, Firenze e Bologna (non ha citato il Milan, ndr) creerebbero più interesse intorno al calcio italiano, con conseguenti benefici economici e d’immagine». CRESCITA PER MERITI – È un Lovisa doppio, quello che commenta a caldo le esternazioni del presidente federale. Il primo, quello che piace al popolo neroverde, attacca subito: «La riduzione a due dei gironi di Terza serie non ci riguarda, perché noi fra quattro anni saremo in B». Il secondo è il consigliere di Gabriele Gravina, presidente di LegaPro. «Il Consiglio – riprende Lovisa – si riunirà proprio domani (oggi per chi legge, ndr). Ovviamente parleremo anche di questo. Indipendentemente dalla ristrutturazione dei campionati e da come verrà fatta, io non credo che i criteri da usare per determinare la partecipazione ai tornei più prestigiosi debbano essere legati alla popolazione delle varie piazze o alla popolarità in Italia e all’estero delle varie società. Se così fosse il Sassuolo, tanto per fare un nome, non sarebbe mai arrivato in Coppa Uefa o Europa League, come si dice adesso. Contano invece i valori sportivi, i risultati raggiunti e la serietà aziendale ed economica mostrata dai club». VICENDE – «Non dimentichiamo – invita re Mauro – i casi della Lazio di Cragnotti. O, senza andare tanto lontano, del Parma che abbiamo incontrato sabato, sparito dalla serie A e ripartito dalla Lega D. Contano i progetti seri e quello del mio Pordenone – conclude con orgoglio Lovisa – ha dimostrato, sta dimostrando e dimostrerà di essere molto serio». Chiusa infine la campagna abbonamenti con un boom: sottoscritte 440 tessere (l’obiettivo era 400), più del doppio delle 200 del 2015-16.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone chiude la propria campagna abbonamenti con una cifra record. Sono 440 le tessere sottoscritte quest’anno, più del doppio della scorsa stagione (200) e più del quadruplo della prima avventura in Lega Pro, visto che nel 2014-2015, nonostante il campionato e lo scudetto di categoria vinto, furono solo 100 i tifosi a legarsi alla società per tutta l’annata agonistica. É dunque decollato l’amore nei confronti dei neroverdi da parte della città, sebbene dieci giorni fa il presidente Mauro Lovisa non si sia dichiarato così soddisfatto del pubblico presente nella gara col Teramo (quasi 1.000 spettatori). I dati al momento testimoniano una buona affezione, soprattutto se si considera che Pordenone non ha la storia calcistica di altre piazze presenti in Lega Pro come Reggiana, Modena, Parma e Padova. Soddisfatta la società per questo risultato: adesso si cominciano a raccogliere i frutti di un lavoro partito ormai molti anni fa, ancora quando i neroverdi militavano in serie D. Nell’ultima parte del campionato vinto il numero degli spettatori aumentò, ma fu con la gestione Rossitto in Lega Pro che si ebbe la prima, vera, esplosione di pubblico, arrivando a registrare anche più di 2.000 spettatori in una gara (con l’Albinoleffe nel match valido per evitare i play-out). La scorsa stagione, con la cavalcata verso i playoff, il record del tutto esaurito nell’incontro con il Padova: ma è di sabato scorso il “vero” primato, nei 90’ contro il Parma (nella foto), 2.200 tifosi e per la maggior parte neroverdi, anche in virtù dell’installazione della nuova tribuna. Col Padova, invece, si arrivò a registrare il massimo perché dalla città del Santo scesero quasi 800 supporters biancoscudati. Adesso si aspetta la partita col Venezia, in programma sabato 1° ottobre alle 20.30. Probabile che in quella circostanza si possa arrivare a 2.500 presenti: già circolano infatti le prime richieste per avere i biglietti e la prevendita dovrebbe partire a breve.
Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) Elongazione al vasto mediale: questo il piccolo infortunio che ha accusato il difensore del Pordenone Andrea Ingegneri e in seguito al quale sarà monitorato in questi giorni. L’obiettivo dello staff neroverde è recuperarlo per gli ultimi due allenamenti della settimana e poterlo così schierare sabato a Macerata, dove la squadra affronta il team locale per la sesta gara del campionato. Il centrale romagnolo, classe ’92, ha già saltato la gara col Parma e la sua assenza si è sentita. Parodi, per quanto sia un giocatore promettente, per la giovane età (19 anni) non è ancora ai livelli del ragazzo di Lugo, decisamente tra i migliori interpreti del ruolo in categoria. Tedino ha fretta di recuperare Ingegneri anche perché, in difesa, non gode di un’abbondanza come in altri reparti. Tanto che, la scorsa settimana, a causa dell’infortunio occorso a Pellegrini (ora guarito) il tecnico ha dovuto schierare per tre volte di fila De Agostini, che ha risposto alla grande ma a cui poteva concedere un turno di riposo a organico completo. A proposito, in settimana si attende anche il pieno recupero di Paolo Marchi: il centrale lombardo dovrebbe rientrare in questi giorni in gruppo, visto che l’infortunio alla spalla è ormai un ricordo. Si aspetta solo l’ok del medico. Intanto il Pordenone ha ripreso ieri ad allenarsi in vista del match con la Maceratese. Nessun amichevole in settimana, oggi doppia seduta (10-15.30); mercoledì e giovedì solo pomeridiana (15.30) e venerdì mattina rifinitura a porte chiuse (10). In questi giorni sarà valutato anche Cattaneo, che ha saltato le ultime tre gare per colpa anche lui di una elongazione. Salvo sorprese sabato l’attaccante sarà a completa disposizione del tecnico.
Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) C’è anche il Pordenone tra le venti società di Lega Pro che – secondo un’inchiesta pubblicata dal settimanale L’Espresso – potrebbero avere dei problemi legati alla fideiussione depositata nel momento dell’iscrizione del campionato. La società neroverde, per quanto riguarda la suddetta garanzia, si è affidata a una compagnia di assicurazioni ora sull’orlo del crac, vale a dire la Gable, compagnia che ha sede a Vaduz, capitale del Liechtenstein. Il gruppo aveva venduto i suoi prodotti in Italia grazie all’intervenuto di alcuni intermediari ma, adesso, sta per ritirarsi dalla borsa inglese, dove nell’ultimo anno il titolo è crollato del 90%. «Il Pordenone – precisa a riguardo il suo presidente, Mauro Lovisa – non ha alcun problema. Se dovessero sorgere dei problemi in relazione a questo aspetto ci affideremo a un’altra compagnia assicurativa». É la Gable holding la capofila del gruppo, che batte bandiera di un paradiso fiscale caraibico: le Isole Cayman. La società che vende le polizze ha uffici a Londra, ma la sede legale si trova appunto nel Liechtenstein. A questa si era anche affidata la Sampdoria (che ha fornito la garanzia su debiti di calciomercato per 12 milioni di euro), il Bari (in serie B) e venti società di Lega Pro: oltre al Pordenone, alla Gable si rivolti tra le altre il Mantova, Messina, Modena, Reggiana, Siena, Santarcangelo, Taranto e Venezia. L’oggetto erano appunto le polizze dal valore di 350 mila euro ciascuna relative alla fideiussioni necessarie all’iscrizione al campionato. Da quanto si apprende sarebbero stati gli stessi organi del calcio italiano ad aver dato l’ok ai sodalizi di cui sopra per sottoscrivere polizze con la Gable. Quindi tutto assolutamente legale e lecito. Fa scalpore però il fatto che la società con sede a Vaduz ora stia passando un brutto periodo, considerato che ha chiuso l’ultimo bilancio con una perdita di circa 30 milioni di euro e ha visto il suo valore in borsa polverizzarsi nel giro di un anno. «Domani (oggi, ndr) avremo riunione di Lega Pro con il presidente Gabriele Gravina e parlerò di questo – chiude Lovisa –. Non credo ci siano problemi e, ribadisco, qualora sorgessero cambieremo compagnia. Noi siamo una società seria che non ha assolutamente nulla da nascondere».
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Parlare di crisi è del tutto fuori luogo, ma nelle ultime due partite qualcosa si è inceppato nella macchina perfetta che aveva spinto il Bassano ai confini con la vetta del girone B del campionato di Lega Pro. Pari interno col SudTirol e ko a Lumezzane, due campanelli d’allarme da non sottovalutare, questo nonostante Francesco Grandolfo sia entrato in forma, segnando tre gol nelle ultime tre partite. Per un attaccante il gol è sacro e mette le ali, per il resto la missione è quella di cancellare in fretta questo mini ciclo negativo. «Sono contento per la rete – ammette l’ex centravanti della Fidelis Andria – sono più rammaricato però del fatto che non sia servito per portare punti a casa. Abbiamo concesso due tiri nel corso della gara e ci hanno punito, abbiamo avuto diverse occasioni ma avremmo dovuto capitalizzarle meglio. Ora affrontiamo la prossima settimana con convinzione, siamo un gruppo forte e questa sconfitta non ci deve demoralizzare. Nel corso di un campionato ci sono momenti buoni e momenti meno buoni, sta alla squadra saperli digerire e metabolizzare». E così, mentre Luca D’Angelo preferisce guardare alla prestazione della squadra (tutt’altro che negativa, nel complesso) e non al risultato, Roberto Candido fa buon viso a cattivo gioco, forte di un rientro in squadra anticipato rispetto alle previsioni: «Ora è tutto alle spalle – sorride il centrocampista giallorosso – sono rientrato in anticipo rispetto ai tempi previsti. Peccato per il risultato, ma questo è un campionato difficile e in partite come queste, non basta l’80 per cento di possesso palla. Dobbiamo imparare ad essere più concreti e decisi, continuando con l’umiltà e l’entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto. Questa sconfitta non deve però cancellare quanto di buono abbiamo fatto finora. Ora ripartiamo da qui».
Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano proverà a rialzare la testa contro un Santarcangelo ancora imbattuto. I gialloblu, che vantano con 6 reti uno dei migliori attacchi del girone, hanno finora superato Feralpi Salò e Fano nelle prime due giornate impattando poi a reti bianche col Parma ed acciuffando il Teramo nel tempo di recupero grazie al gol di Sasha Cori, giocatore che si sa distinguere per la gran mole di sportellate, discese ed assist per i compagni. Ad allenare la formazione romagnola è l’ex centrocampista Michele Marcolini, già in forza tra il 2001 e il 2003 al Vicenza e tecnico del Real Vicenza nella stagione 2014-2015.
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Quell’Andria di D’Angelo era una specie di bunker antiatomico. Lo scorso anno seconda miglior difesa di tutti i principali campionati professionistici d’Europa. E il primo comandamento del trainer pescarese una volta insediatosi da queste parti era replicare per quanto possibile quell’exploit realizzato in Puglia. Ecco perchè sino a questo momento i numeri difensivi danno contro all’allenatore che sta guidando una formazione eccessivamente vulnerabile per i suoi gusti.Troppi 6 gol in 5 gare per un integralista della fase di retrovia come il nocchiero abruzzese. È vero che di contro l’attacco si è rivelato indiscutibilmente prolifico con 7 reti, tuttavia anche in prima linea occorre maggior cattiveria.Ma l’impermeabilità difensiva è una questione spesso di sottili equilibri. Da quest’anno ad esempio, il precettore adriatico ha scelto di affidarsi a una coppia di terzini a spiccata propensione offensiva come Formiconi e Crialese e i riscontri in fase di costruzione sono stati immediatamente efficaci (Formiconi ha anche risolto situazioni scabrose nella sua area tanto con l’Alto Adige che con la Reggiana). Però è anche fatale che un baricentro più avanzato abbia anche scoperto il fianco a qualche ripartenza. Sicchè solo la perfetta applicazione da parte degli interpreti dei meccanismi voluti da D’Angelo potrà far lievitare Bassano sotto ogni voce con la progressione omogenea e continua del gruppo inseguita dallo staff.Così di buono il Soccer Team si tiene l’impennata di rendimento di Cicciogol, poiché le tre reti smazzate in una settimana da Grandolfo sono una miniera d’oro da cui proseguire ad attingere. La storia del centrattacco barese racconta che quando ha cominciato un’annata timbrando con frequenza, poi ha sempre rimpinguato il bottino. E adesso incuriosisce poter verificare eventualmente la coesistenza con Tommy Maistrello che nello spicchio col Lumezzane ha rapidamente innescato il gol del pari. Senza contare che col Santarcangelo si rivedrà in panca Cenetti, torna Laurenti e lo stesso Candido avrà almeno mezz’ora di qualità nelle gambe. Abbastanza per dare un bel giro di manovella.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sono attese per oggi le squalifiche del giudice sportivo di Lega Pro. Una certa apprensione in seno al Venezia capolista per la possibile entità delle sanzioni in arrivo per Garofalo, Baldanzeddu e Moreo, tutti espulsi con un «rosso diretto» (quindi a rischio per almeno due giornate) sabato scorso nel match vinto 1-0 in 8 contro 10 ad Ancona. Il tecnico Pippo Inzaghi (che pur essendo stato a sua volta espulso confida di cavarsela con un’ammonizione) ha ritrovato ieri pomeriggio la squadra al Taliercio, in vista dei 90’di sabato prossimo al Penzo con il Lumezzane (ore 16.30). Contro i bresciani oltre ai tre «cattivi» mancherà ancora il fantasista Fabiano, sempre sotto terapia al ginocchio destro dopo la botta subita il 3 settembre a Mantova: l’ecografia dei giorni scorsi non ha ancora consentito di fissare una data per il rientro in gruppo, l’edema tuttavia si sta riassorbendo e non ci sarebbero lesioni muscolari. La Lega Pro ha reso noto che Sambenedettese-Padova e AlbinoLeffe-Maceratese, non disputate alla prima giornata, saranno recuperate l’11 ottobre una settimana dopo Reggiana-Santarcangelo.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Caos fideiussioni in Lega Pro, anche il Venezia tra i club coinvolti ma il dg Scibilia tranquillizza: «Nessun allarmismo». È stata un’inchiesta pubblicata dall’Espresso a puntare i riflettori su presunti problemi legati alla fidejussione da 350 mila euro depositata per l’iscrizione al campionato in corso. Una ventina di società di Lega Pro, nel girone B Venezia, Pordenone, Mantova, Modena, Maceratese e Santarcangelo, si sarebbero affidate alla Gable Holding, una compagnia di assicurazioni con sede a Vaduz in Liechtenstein e alle Isole Cayman, che dopo aver garantito ora sarebbe sull’orlo del fallimento (come dimostrerebbe il ritiro dalla Borsa inglese dopo il crollo del prezzo dei titoli da 24 a 2 sterline in un anno). «Innanzitutto va detto che a giugno il Venezia si è iscritto fornendo la fideiussione bancaria da 350 mila euro emessa da un istituto italiano – corregge subito le informazioni il dg Dante Scibilia -. La Gable invece ci ha fornito, essendo stata scelta dal broker cui ci eravamo rivolti, la fideiussione a garanzia degli stipendi». In seno al club lagunare regna quindi la serenità. «Ovviamente prima di fidarci avevamo fatto le verifiche del caso, preso le nostre informazioni sulla Gable ed è risultato tutto in regola. Dopodiché anche la Figc ha effettuato un controllo di legittimità verificando come la fideiussione rilasciataci e da noi presentata a garanzia degli stipendi, ripeto non dell’iscrizione, fosse vera e autentica». Dalle informazioni sembrerebbe che la Gable non riuscisse a far fronte alle garanzie emesse. «Questo è un altro problema rispetto alla bontà delle fideiussioni presentate dal Venezia. Ad oggi non vedo assolutamente motivi per allarmarsi, presumo che se la Gable fallisse la Figc potrebbe eventualmente chiedere alle società di integrare le documentazioni con ulteriori garanzie. Ma al momento sono ipotesi del tutto premature». Alla Gable si sarebbero affidate inoltre la Sampdoria di serie A e il Bari di serie B, Akragas, Arezzo, Casertana, Andria, Fondi, Lupa Roma, Matera, Melfi, Messina, Olbia, Reggina, Siena, Siracusa e Taranto in Lega Pro.
Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sette punti in otto giorni e il primato in classifica. Ma anche le giornate di squalifica in arrivo. E in più la «grana» della fideiussione garantita da una società sull’orlo del crack. E’ stato un lunedì di passione per il Venezia. A tenere banco, rendendo incandescenti le linee telefoniche da e verso gli Usa dove si trova il presidente Joe Tacopina, è l’inchiesta dell’Espresso, relativa alla Gable. E’ una società di assicurazioni, la cui capofila ha sede nel paradiso fiscale delle Isole Cayman, mentre il ramo che vende le polizze ha uffici a Londra e sede legale a Vaduz, in Liechtenstein. Alla Gable si sono rivolte diverse società, fra cui Sampdoria e Bari e ben 20 club di Lega Pro. C’è anche il Venezia, come conferma il dg Dante Scibilia: «Ci siamo rivolti a un importante broker italiano, che ha fatto da intermediario con la Gable, per ottenere la fideiussione relativa al pagamento degli stipendi», spiega il dirigente, precisando che il Venezia non si è iscritto tramite fideiussione, ma che ha utilizzato questa formula solo per la «garanzia» relativa agli stipendi, come previsto dal regolamento. «Abbiamo effettuato tutte le verifiche del caso, non c’era alcun segnale. E abbiamo ricevuto l’ok della Lega Calcio, che ha riconosciuto la validità della fideiussione. Abbiamo utilizzato questa formula perché siamo una società con capitale all’estero – spiega il dg – e sarebbe stato complicato appoggiarci a una società italiana». Ora però dall’inchiesta emerge che Gable rischia il crack finanziario, con oltre il 90% del valore perso in Borsa in un anno. Il titolo è precipitato da 24 a 2 sterline e la società ha annunciato il ritiro dalle contrattazioni. Gable assicura che terrà fede agli impegni. Il Venezia, per ora, si dice tranquillo: «Sarà un problema della Lega, nel caso, visto che ha validato le fideiussioni. Ma per quanto ci riguarda – chiude il dg – al massimo ci verrà richiesta una nuova fideiussione. Non vedo alcun rischio». Dalle scrivanie al campo, dove il Venezia di mister Inzaghi ieri ha ripreso ad allenarsi. Felici per la vetta, gli arancioneroverdi attendono i provvedimenti del giudice sportivo dopo i cartellini rossi a Garofalo, Baldanzeddu e Moreo (più l’allontanamento di mister Inzaghi che però dovrebbe cavarsela con una multa). Il più dispiaciuto è Garofalo: «Ho chiesto scusa ai compagni, uno con la mia esperienza non può reagire anche se provocato», commenta raccontando l’episodio del contatto «proibito» con Barilaro. «Ero entrato in area con la palla, pronto per tirare, invece sono stato travolto dal difensore dell’Ancona. Mi aspettavo il rigore, di certo non sono caduto apposta». Invece il fischio non è arrivato e Barilaro ha iniziato a provocarlo: «Mi ha tirato l’orecchio, io lo ho allontanato spingendolo. Era una provocazione e ci sono cascato. Mi servirà di lezione».
Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Due temi all’ordine del giorno in casa Venezia: le espulsioni e l’allarme fidejussioni emerso per le difficoltà della compagnia di assicurazioni Gable. Ma andiamo con ordine: Garofalo, Baldanzeddu, Moreo e Inzaghi, quattro espulsi in una sola partita capita raramente. «Un giocatore con la mia esperienza, anche se provocato, non può cadere nel tranello e reagire in quel modo. Per fortuna il Venezia ha vinto, ma ho rischiato di mettere in seria difficoltà i miei compagni. Sono avvilito». Agostino Garofalo parla sotto voce ma scandisce bene le frasi, non cerca attenuanti per il gesto di reazione che ha portato alla sua espulsione ad Ancona, e ricostruisce la dinamica dell’azione. «C’era un rigore netto» spiegato il terzino sinistro del Venezia, «il difensore dell’Ancona mi ha spinto nettamente, non avrei avuto alcun motivo di cadere visto che stavo calciando in porta. Non capisco come l’arbitro non abbia potuto vedere. Quando mi sono rialzato, quello dell’Ancona mi ha tirato un orecchio e io ho reagito. Sbagliando. Deve servirmi da lezione, anche a 32 anni non si finisce mai di imparare. Mi dispiace aver lasciato la squadra in inferiorità numerica, ma è un’espulsione che mi costringerà a saltare qualche partita». Il comunicato del giudice sportivo della Lega Pro è atteso per oggi, ma saranno almeno due le giornate di squalifica per Garofalo, stessa sorte si preannuncia per Baldanzeddu e Moreo, anche loro espulsi direttamente dall’arbitro di Salerno. «Sapevamo che ci avrebbero provocato» aggiunge Garofalo, «poi il campo era ridotto in uno stato pietoso. I miei compagni sono stati straordinari, non era semplice portare a casa i tre punti nelle condizioni che che si erano create». Dalla vetta della classifica alle compagnie di assicurazione. Secondo un’inchiesta del settimane L’Espresso, la compagnia di assicurazioni Gable, con uffici a Londra, ma sede legale a Vaduz nel Liechtenstein e altre sedi nelle isole Cayman, sarebbe sull’orlo del crac. La Gable è la compagnia alla quale almeno 20 club di Lega Pro, tra cui anche il Venezia, si sono rivolti per le fideiussioni estive necessarie per ottenere l’iscrizione al campionato. «L’assicurazione della Gable è a copertura degli stipendi che abbiamo già iniziato a pagare regolarmente, per l’iscrizione al campionato abbiamo presentato una fideiussione bancaria» spiega il direttore generale Dante Scibilia, «siamo tranquilli, anche perché abbiamo avuto il via libera di tutti gli organi di controllo della Federcalcio. Se ci saranno problemi, aspetteremo che la Lega ci dia le direttive su come muoverci». Gli altri club coinvolti nella vicenda sono Akragas, Arezzo, Casertana, Andria, Unicusano Fondi, Lupa Roma, Maceratese, Mantova, Matera, Melfi, Messina, Modena, Olbia, Pordenone, Reggina, Robur Siena, Santarcangelo, Siracusa e Taranto.
Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.30 – Qui Guizza: ultimi esercizi col pallone.
Ore 16.10 – Qui Guizza: lavoro tattico per i Biancoscudati, con particolare attenzione per la fase difensiva.
Ore 16.00 – Flash di Giorgio Zamuner: “De Risio? Ha un’elongazione, quindi tra la contrattura e lo stiramento. Oggi e domani farà terapie e giovedì proverà a correre, cerchiamo di recuperarlo ma non credo che sarà a disposizione perché si porta dietro anche il problema alla caviglia. C’è la possibilità di attingere al mercato degli svincolati? Non credo, a meno che non si vada in emergenza in qualche ruolo ma non mi sto guardando intorno”.
Ore 15.40 – Qui Guizza: assente De Risio, a parte Filipe con Monteleone e Marcandella, regolarmente in gruppo Favalli.
Ore 15.20 – Qui Guizza: previsto lavoro con la palla dopo la seduta atletica di questa mattina.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è attesa in casa biancorossa per la seconda trasferta consecutiva di stasera al «Del Duca» di Ascoli, dopo la bella vittoria di venerdì a Salerno. Un 3 a 2 che ha racchiuso un po’ tutte le emozioni del gioco del calcio: l’entusiasmo iniziale, la delusione per il recupero della Salernitana da 0 a 2 a 2 a 2, e la felicità finale per il gol di Di Piazza e la vittoria. «E’ normale che ci sia soddisfazione tra di noi per un successo importante che ci ha lasciato fiducia e autostima – sottolinea Franco Lerda – un aspetto importante dopo un avvio tribolato per i tanti motivi che tutti sapete e che non voglio ripetere. E’ chiaro che adesso dovremo cercare di ripeterci, portando a casa anche da Ascoli un risultato positivo, e sotto questo punto di vista sono fiducioso perché stiamo bene e tutti hanno recuperato ottimamente». Un risultato, quello di Salerno, arrivato anche grazie a chi è subentrato, a conferma che il tecnico del Vicenza può contare anche sulle seconde linee. «Ma qui non ci sono titolari e riserve, ma solo un gruppo che lavora unito e compatto per il bene del Vicenza – spiega Lerda – per questo era fondamentale dare un segnale forte quanto prima con una prestazione come quella di Salerno, una vittoria che ci ha dato tanto anche dal punto di vista mentale». Nella scelta dell’undici che affronterà l’Ascoli l’allenatore valuterà le condizioni dei singoli, con il probabile recupero anche di Esposito. «Dal punto di vista fisico tutti hanno recuperato bene, il fatto di essere rimasti in zona dopo la gara di Salerno e di non aver dovuto subire la stanchezza del viaggio ci ha senza dubbio avvantaggiato. Per questo ritengo che non dovremo avere problemi di tenuta atletica. E’ un elemento che mi aiuta nelle scelte, perché potrò decidere valutando tutta la rosa». Lerda non lo dice, ma l’idea di fare turnover non pare convincerlo. «Non ho ancora deciso chi giocherà, come detto ho tutti a disposizione, e quindi sceglierò con calma. L’importante è restare molto tranquilli, essere molto equilibrati nel valutare le situazioni; non esaltarci e non deprimerci, anche perché sappiamo bene qual è il nostro obiettivo che la proprietà ha reso noto in estate. Dopo quattro partite credo sia troppo presto per fare bilanci e dire il nostro valore, ma di sicuro si può dire che il nostro gruppo ha ottimi valori e questo è un valore che in serie B conta molto». Ascoli sarà un bel banco di prova dopo la vittoria di Salerno, una squadra che dispone di giocatori importanti. «Sì – conferma Lerda – loro dispongono per esempio di Cacia e Giorgi che sono tra i top nei loro ruoli in serie B, e poi hanno in rosa giovani di grande prospettiva come Orsolini e Cassata. Hanno giocato una partita in meno, ma hanno sempre fatto bene e tutti noi siamo consapevoli delle difficoltà che ci aspettano. Però sappiamo che se giochiamo da Vicenza non sarà facile nemmeno per loro».
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Ancora imbattuto ma ancora a secco di vittorie. È lo strano score dell’Ascoli che ha iniziato il proprio campionato con tre pareggi, tutti e tre per 1-1. Una forma di “pareggite” anomala per la compagine bianconera, che già stasera punta a sbloccare la situazione. Certo il pareggio di Trapani non è affatto da buttare, ma ora Alfredo Aglietti vorrebbe qualcosa in più. «Sono stati tre pareggi dal sapore diverso – spiega l’allenatore – in quanto la squadra partita dopo partita ha fatto passi avanti. Siamo in crescita sul piano fisico, sul piano mentale e della personalità. Contro il Vicenza proveremo a vincere, come abbiamo sempre fatto ma non dobbiamo snaturarci. Credo che dobbiamo commettere meno errori, dobbiamo essere più cattivi sotto porta e acquisire un certo “killer instinct” nei momenti topici della partita”.In effetti anche a Trapani si era visto un buon Ascoli… «Penso – riprende Aglietti – che in alcuni momenti della partita di sabato siamo stati addirittura superiori al Trapani, giocandoci la gara a viso aperto e con personalità, essendo padroni del campo fino al loro gol».Ci si può aspettare un turnover? «Lo escludo – risponde l’allenatore – penso che cambierò al massimo 1-2 giocatori. La formazione non l’ho ancora decisa, non ce l’ho in mente. Vediamo come sta Cacia, mentre Giorgi è convocato e verrà in panchina». E il Vicenza? Che avversario sarà? «È un’ottima squadra – conclude Aglietti – che ha vinto sul campo difficile di Salerno e ancor prima aveva fatto bene col Bari. In rosa ci sono ottimi elementi come Rizzo, Galano e Zaccardo, giocatori importanti per la categoria. Mi aspetto una partita difficile, ma è molto importante che in casa ci sblocchiamo prima possibile perché, se la squadra riuscirà a non sentire la pressione di giocare in casa e di dover vincere, allora potremo vedere cose interessanti: dobbiamo giocare con la stessa personalità che abbiamo in trasferta. Siamo ancora un cantiere aperto per quanto riguarda la costruzione di quello che vogliamo diventare, resta il fatto che se abbiamo collezionato tre pareggi vuol dire che qualcosa ci è mancato».
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Non dire Gatto se non ce l’hai nel sacco. Sarà proprio attorno a Leonardo Davide, attaccante dell’Ascoli, con un recente passato nel Vicenza, che i biancorossi questa sera dovranno costruire una gabbia.Gatto, che a Vicenza non è riuscito ad emergere, tanto che nella sessione del mercato invernale della passata stagione si è trasferito alla Salernitana, con cui ha terminato l’anno, è il giocatore che ha tenuto in piedi i marchigiani nell’ultimo match con il Trapani, finito 1-1. Proprio Gatto aveva portato avanti la propria squadra, dal dischetto, al 35′ del primo tempo. Una rete, la sua, risultata vana ai fini dei tre punti, visto che nella ripresa i siciliani hanno pareggiato. Non è Gatto l’unico ex della partita. Sempre su sponda ascolana, in difesa giocherà Blazej Augustyn, l'”armadio” polacco che è transitato al Vicenza nella stagione 2011-12 culminata con la retrocessione, a cui seguì la riammissione, a Empoli dopo il ritorno dei playout. In realtà Augustyn una traccia, seppur minima, l’ha lasciata. In maglia biancorossa, infatti, il difensore ha messo a segno un solo gol, ma contro l’Hellas, nella vittoria per 2-1 con la firma finale di Elvis Abbruscato. Gioca ad Ascoli, ma al momento è un rinforzo della Primavera, in attesa di compiere il passo dell’esordio in prima squadra, il vicentino Jacopo Della Mora; il centrocampista è stato uno dei trascinatori della formazione juniores dell’Altovicentino alle finali nazionali nella passata stagione.C’è un passato bianconero anche per alcuni biancorossi. Francesco Benussi ha dato un piccolo, ma importante contributo all’Ascoli nella stagione 2001-2002, che si è conclusa con la vittoria del campionato di serie C1; il portiere collezionò un paio di presenze. Nessuna presenza e dunque parentesi sfortunata Ismail H’Maidat, girato dalla Roma, per sei mesi, al Picchio. Il marocchino, alla sua seconda convocazione con il Vicenza, è ancora alla ricerca della miglior condizione e con ogni probabilità al Del Duca si accomoderà in tribuna. Infine Nicola Bellomo, giocatore in lenta ripresa dall’intervento al ginocchio, che comunque ha già iniziato a mettere minuti sulle gambe in questo campionato, è stato ad Ascoli (12 presenze, una rete) prima di passare al Vicenza.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza affronta stasera l’Ascoli forte di una prova molto positiva contro la Salernitana che lo ha portato non solo ad avere quattro punti in classifica, ma pure a cancellare lo zero nella casella gol realizzati. Il tecnico Franco Lerda aveva creduto nel riscatto della sua squadra tanto che aveva fatto professione d’ottimismo alla vigilia della partenza e aveva rassicurato i tifosi dicendosi sicuro di trovare la quadra. Così è stato. Ora bisogna proseguire il cammino pure in terra marchigiana, ma niente facili trionfalismi, sia chiaro. L’allenatore biancorosso, da uomo di calcio, lo sa bene anche se resta convinto delle potenzialità della squadra, soprattutto dopo la bella vittoria di venerdì che, spiega, ha lasciato «Fiducia e autostima, perchè – è l’opinione di Lerda – siamo riusciti a fare sia una bella prestazione che ad ottenere un buon risultato su un campo molto difficile e questo è importante dopo un inizio nel corso del quale abbiamo avuto qualche difficoltà».E fisicamente come stanno i giocatori?Hanno recuperato molto bene, nessuno ha accusato acciacchi particolari, insomma siamo al completo e siamo pronti, poi tre giorni sono sufficienti per riprendersi a livello fisico.La prima mezz’ora contro la Salernitana è stata travolgente. Si può sperare di rivedere un avvio così?Ma noi dobbiamo cercare di riproporre sempre questo tipo di atteggiamento. Poi è chiaro che ogni gara fa storia a sé, ma quello che io dico è che non devono mai mancare la determinazione e la voglia. Noi le partite le prepariamo sempre così, poi a volte riescono meglio, altre meno, dipende anche dall’avversario.Come sempre quando di vince l’allenatore è bravo, mentre quando si perde nascono i dubbi.Sono cose che si sanno, il calcio in Italia funziona così. Invece, come sempre nella vita, ci sono alti e bassi, caso mai sono le tempistiche sbagliate, non è normale scrivere e dire certe cose anticipando i tempi anche perchè siamo ad inizio campionato ed è troppo presto per fare bilanci sia in positivo, che in negativo. Bisogna saper gestire un cammino così lungo come la serie B, altrimenti se si fa del catastrofismo diventa pericoloso.Insomma ci vuole equilibrio.Sì e lo dico anche adesso dopo la bella vittoria ottenuta a Salerno, non vanno bene né i facili entusiasmi, né le facili depressioni, guai a perdere di vista il nostro obiettivo, perchè noi sappiamo bene qual è e sappiamo anche quali tappe ci aspettano.Per non cadere nei facili entusiasmi le ricordiamo che a Salerno si sono beccati due gol su palla inattiva. Ci avete lavorato?Sul secondo gol di Rosina c’è poco da lavorare, caso mai dovrebbe lui prepararsi di meno, perchè ha tirato benissimo, a fil di palo. Mentre sì, sul primo gol avremmo potuto fare meglio: marcare con più attenzione e fare dei blocchi.La sua storia in biancorosso è iniziata sei mesi fa e la prima vittoria l’ha ottenuta proprio ad Ascoli, il 26 marzo. Cosa è cambiato da allora?Ho lo stesso entusiasmo e le stesse motivazioni, oggi però sono più consapevole dell’ambiente in cui vivo ed è un motivo in più per cercare di non deludere chi mi stima, è una responsabilità maggiore ma mi fa senza dubbio felice.Un giudizio sull’Ascoli?In questo campionato ha fatto tre pareggi, non ha avuto alti e bassi, è squadra equilibrata, ha un buon mix tra giovani bravi, come Orsolini e Cassata, ed esperti, come Cacia e Giorgi, insomma dal mio punto di vista è avversario di tutto rispetto.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Quando si vince come ha fatto il Vicenza a Salerno viene da pensare ad una conferma dell’undici di partenza. Ma c’è di mezzo il turno infrasettimanale di stasera, con i biancorossi di scena ad Ascoli (inizio alle 20,30) nella seconda trasferta consecutiva e allora Franco Lerda potrebbe anche pensare ad un po’ di turnover, considerato che poi sabato al Menti ci sarà la terza partita in otto giorni, ospite l’Avellino. Dunque in campo gli undici che hanno iniziato la sfida a Salerno oppure no? Probabile la prima soluzione. Intanto perché dei 24 partiti da Vicenza e rimasti in Campania anche dopo la partita vinta 3-2 allo stadio Arechi per il miniritiro, finito ieri mattina con la partenza per le Marche, soltanto il difensore centrale Esposito è tornato a disposizione, ma dovrebbe partire in panchina, mentre il centrocampista H’Maidat non ha ancora la condizione necessaria e dunque andrà di nuovo in tribuna. Per il resto, ricordando che D’Elia, Giacomelli e Urso sono rimasti a Vicenza per continuare la riabilitazione, il quartetto arretrato davanti a Benussi dovrebbe essere formato ancora da Zaccardo e Pucino esterni con Adejo-Bogdan coppia centrale e i mediani saranno Signori e Rizzo in un 4-4-2 che spesso può diventare un 4-2-3-1 in base ai movimenti dei laterali Vita, a destra, e Siega e soprattutto di Galano. Il vero dubbio potrebbe riguardare il ruolo di punta centrale: Raicevic o Cernigoi? Pare più probabile che a partire sia ancora il montenegrino. Dopo la partita di stasera il Vicenza pernotterà ad Ascoli e nelle Marche svolgerà anche un allenamento domani mattina prima di riprendere la strada di casa, dove l’arrivo è previsto nella serata. I biancorossi torneranno ad allenarsi a Isola Vicentina da giovedì.
Ore 12.50 – (Gazzettino) «Una prestazione indegna, non accetto figure simili. Deve essere la prima e ultima volta». Tuona Attilio Gementi nei confronti della squadra, annichilita 4-1 domenica nel derby con l’Abano. Per vedere il Campodarsego incassare quattro gol in una volta sola bisogna andare indietro di tre anni, per la precisione all’8 dicembre 2013 quando perse in casa 4-2 con il Team Santa Lucia Golosine in Eccellenza. Poche settimane prima dell’approdo proprio di Gementi come direttore generale alla corte dei biancorossi, che quando affrontano l’Abano vanno spesso in difficoltà. L’anno scorso in serie D riuscirono ad aggiustare 3-3 il risultato dopo essersi trovati sotto 3-1, mentre anche nella stagione 2013-2014 in Eccellenza cederono di schianto 3-0. Tornando all’attualità, il rospo è duro da digerire. «L’Abano aveva più voglia di noi. È stata una partita incolore in tutti i reparti, e anche se andiamo a vedere i loro sigilli sono causati dalla nostra mancanza di determinazione. A fine gara mi sono fatto sentire con la squadra, questo deve essere il primo e ultimo episodio. Si può perdere, ma con onore e dignità. Anche perché il presidente Daniele Pagin non fa mancare nulla ai giocatori. Non si può disputare una prestazione del genere: è stata imbarazzante, senza anima e senza cuore. Anche per rispetto degli sponsor che ci sostengono e dei nostri tifosi che sono sempre più numerosi al seguito della squadra». I giocatori aponensi andavano al doppio e arrivavamo sempre prima sulla palla. Un problema di condizione? «Non credo, perché nella gare precedenti ci siamo comportati bene. Ma dobbiamo ragionarci sopra velocemente dato che domenica ci aspetta un’altra sfida importante con il Mestre. Di sicuro in questo campionato non si può prendere sotto gamba alcun avversario, e se non ci mettiamo quella determinazione e voglia di fare bene che hanno sempre contraddistinto il Campodarsego, rischiamo di fare brutte figure. Potremo perdere altre gare, ma non in questo modo». C’è forse una qualche responsabilità di Cunico? «Non credo, perché durante l’appello ero in spogliatoio e ho visto la squadra carica. Poi quello che abbiamo visto in campo è stato davvero qualcosa di incomprensibile». Sottotono anche bomber Meloni, preso per fare la differenza e invece è ancora all’asciutto dopo tre gare. «Da lui ci si aspetta molto di più. Non è ancora al top, ma non è un problema di Meloni. In questo momento – conclude il direttore generale del Campodarsego – l’unico che segna davanti è Lauria e siamo un po’ in sofferenza perché mancano i gol, ma in tutto il nostro parco attaccanti abbiamo qualità importanti e il campionato è ancora lungo».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Gioca bene, diverte e sbatacchia pure i “cugini” a suon di gol. L’Abano di Luca Tiozzo è la squadra che non ti aspetti: quella che con due-tre reduci dalla stagione precedente, tutti fuori quota fra l’altro, riesce a stupire e a mettere nei guai una big come il Campodarsego, uscita dallo stadio delle Terme con 4 gol sul groppone ed un pericoloso calo di autostima. L’Abano, a dirla tutta, aveva già disputato due ottimi match con Montebelluna e Vigontina, senza però riuscire a portare a casa il bottino pieno. Due pareggi dovuti a difetti di gioventù per alcuni, al caso per Filippo Fracaro, trequartista 24enne arrivato in estate da Arzignano con un discreto curriculum, ma rivelatosi poi un incursore devastante. «Nelle prime due gare potevamo raccogliere qualcosina di più», ammette Fracaro, originario di Asiago. «Contro il Campodarsego, però, abbiamo disputato una partita fantastica, che premia il lavoro settimanale e la passione di mister Tiozzo». Il tecnico chioggiotto, a quanto pare, non usa mezzi termini per inculcare la sua mentalità: «Non posso riportare la “tipica” frase del mister», sorride l’attaccante. «Utilizzando una forma più soft, ci dice che chi non corre sta a casa. Per lui sono fondamentali l’intensità e la corsa e non tollera chi non dà il cento per cento, anche e soprattutto in allenamento». Fracaro è tra i protagonisti del buon inizio di stagione dell’Abano e contro il “Campo” ha realizzato il gol del 2-0: «Sto bene e mi piace la libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco», spiega. «Ma se riesco a dare il meglio è merito dei compagni: tutti corrono ai mille all’ora e tengono sempre alta la tensione. È per questo motivo che non dobbiamo porci obiettivi e provare a superare i nostri limiti, che non conosciamo ancora». Insomma, una vittoria esaltante per l’Abano di «Pippo» Fracaro, una batosta per il presidente del Campodarsego Daniele Pagin che, all’indomani del 4-1 di Monteortone, è tanto pacato nella voce quanto pungente nelle considerazioni: «Le partite si possono perdere, ma non così», sbotta. «Non siamo mai scesi in campo e l’Abano ha dominato. I complimenti vanno fatti anche agli avversari, certo, ma i ragazzi hanno proprio perso male». Nelle parole di Pagin c’è pure un filo di apprensione, visti gli obbiettivi (mai nascosti) della società: «Non sono tanto dispiaciuto per la sconfitta, quanto per lo spettacolo offerto agli appassionati e ai nostri tifosi venuti apposta da Campodarsego. Ci vogliono anni per costruire una società solida con delle ambizioni, un seguito e una credibilità, e dispiace non vedere grinta, determinazione, la cosiddetta “fame”. Spero sia stata solo una domenica sbagliata, non potrei tollerarne un’altra. Quello che ho visto l’altro giorno non è il mio Campodarsego». Pagin sente di escludere dalle possibili cause dell’imbarcata le eccessive pressioni: «Per assurdo, l’anno scorso ce n’erano di più perché avevo paura di retrocedere. Andavo spesso negli spogliatoi, parlavo alla squadra, assistevo al riscaldamento pre-partita e incoraggiavo continuamente i ragazzi sino al fischio d’inizio. Quest’anno, invece, cerco di lasciare l’ambiente più sereno». Domenica prossima il “Campo” se la vedrà con il Mestre, unica squadra a punteggio pieno e diretta concorrente per il salto in Lega Pro: «Se devo essere sincero, il Mestre non mi spaventa», chiude Pagin. «Il girone C è alla nostra portata: ci sono anche Triestina e Altovicentino in lizza per la vittoria finale ma abbiamo giocatori importanti, che non dovrebbero temere nessuno. Il Mestre molto probabilmente sta meglio di noi, che dovremo fare i conti pure con la squalifica del nostro stopper Beccaro ma abbiamo bisogno di far punti».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Testa-coda al Partenio. Nel turno infrasettimanale si affronteranno stasera Avellino e Cittadella, ovvero ultima e prima. Dopo quattro giornate di campionato, la differenza tra le due squadre è di dieci punti, un abisso. Quattro le vittorie della truppa di Venturato, ancora a bocca asciutta la formazione di Toscano, la cui panchina comincia già a traballare. Risultato scontato, quindi? Mai, perché nel calcio i conti non si fanno a tavolino ma sul rettangolo di gioco, e le insidie sono sempre dietro l’angolo. Certo, i due punti in classifica palesano evidenti difficoltà dell’Avellino in questo momento, ma Roberto Venturato, giustamente, tiene alta la tensione dei suoi: «Giocheremo su un altro campo sintetico, appena realizzato, tutto da scoprire per noi. L’ambiente poi è motivato, tutti si aspettano una prova di spessore al cospetto dell’attuale capolista, e sono certo che l’Avellino tirerà fuori ogni energia possibile per puntare a un risultato positivo». Scorrendo i nomi della rosa di Toscano, in effetti, ci si accorge di individualità di spessore, a cominciare dall’ex Ardemagni. «Non mancano certo i giocatori di qualità, in attacco oltre ad Ardemagni che conosciamo bene c’è anche Castaldo, da tenere d’occhio. Più in generale direi che l’Avellino è ben strutturato a livello fisico sia davanti che dietro, il suo gioco fa leva sulla prestanza atletica». La compagine irpina dovrebbe giocare con il 3-5-2. «Finora è questo il modulo scelto dall’allenatore, ma la squadra può avere altre valide soluzioni, contando su elementi come Bidoui e Verde, bravi tecnicamente, che danno imprevedibilità alla manovra oltre che velocità. Poi il Cittadella dall’alto della sua attuale posizione sarà studiato sempre di più, nei minimi particolari, per trovare i nostri punti deboli. Per questo noi dovremo essere ancora più bravi ad anticipare le mosse degli avversari». Se l’Avellino è ultimo in classifica, però, qualche problema ce l’ha. «Preferisco pensare alla mia squadra, dobbiamo tenere sempre alta la tensione. Serve la testa giusta, non pensare alla classifica». Proprio per mantenere tutto il gruppo sull’attenti, Venturato non anticipa niente sulla formazione di stasera. «Deciderò qualche ora prima di giocare», sottolineando che valuterà la condizione generale della squadra, anche in ragione degli impegni ravvicinati della settimana. «È una caratteristica della serie B, i turni infrasettimanali ci sono e ne dobbiamo tenere conto. Non sono facili da gestire, specie se devi fare trasferte lunghe come Avellino». Tra i 21 convocati figurano anche Pascali e Kouamè: il difensore era uscito nel corso della gara con il Novara per un fastidio all’adduttore, Kouamè invece aveva rimediato una botta al ginocchio destro. Probabile l’impiego di Pelagatti in difesa, sulla linea di mediana si dovrebbe rivedere Schenetti mentre in attacco a far coppia con Litteri ci sarà Arrighini, ex dell’Avellino.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Non è stato certo un buon inizio di campionato quello dell’Avellino che in quattro gare ha conquistato solotanto due punti, frutto di altrettanti pareggi interni con Brescia e Trapani, con ko a Verona e Chiavari. Al Partenio gli irpini non vincono dallo scorso 27 febbraio e la panchina di Domenico Toscano traballa. «Sono tranquillo – ha replicato ieri il tecnico – perché quando lavori seriamente e con coerenza non devi preoccuparti. Sono convinto che i risultati arriveranno». Nel consueto 3-5-2 problemi in mediana per l’assenza contemporanea di Lasik e Gavazzi. Soumarè e uno tra Paghera e Omeonga i possibili sostituti, salvo l’utilizzo del giovane fantasista Verde. Possibile turnover a sinistra e avanti Castaldo affiancherà l’ex Ardemagni.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Vien voglia di dire che è un classico testa-coda, se non fosse che non è esattamente un “classico” vedere il Cittadella lassù, in vetta alla classifica della Serie B. Eppure Iori e compagni, partiti con un volo Venezia-Napoli alle 17.30 di ieri, dopo aver svolto una blanda rifinitura alla mattina, sono lì in cima, e stasera, ad Avellino, nel primo dei sei turni infrasettimanali in calendario, proveranno a cogliere il quinto successo consecutivo di questo strepitoso avvio di campionato. Pascali e Kouamé ci sono. Ventuno i convocati di Roberto Venturato, che ha portato con sé anche gli acciaccati Pascali e Kouamé. Proprio le condizioni non perfette del centrale difensivo lasciano pensare che Pelagatti possa prendere il suo posto accanto a Scaglia, mentre Schenetti e Arrighini si candidano a rilevare Lora e Strizzolo rispetto alla gara con il Novara. «Gli impegni infrasettimanali non sono facili da gestire, soprattutto quando hai di fronte trasferte così lunghe, ma ci sono tanto per noi quanto per le avversarie», le parole del tecnico granata. «Chi gioca? Lo deciderò in mattinata dopo una sgambata sul posto, anche tenendo conto dei tre incontri ravvicinati, ma devo dire che la condizione generale è buona». «Loro motivati? Lo sono tutti». L’Avellino, fermo a 2 punti, non “espugna” il Partenio-Lombardi da 7 mesi, per l’esattezza dal 27 febbraio scorso, quando superò 2-1 il Livorno. E c’è chi sostiene che la panchina di Mimmo Toscano già traballi, mentre alla viglia capitan D’Angelo ostenta sicurezza promettendo ai tifosi: «Batteremo il Cittadella». Venturato non si spaventa: «In questo momento tutti vogliono sfoderare una grande prestazione quando ci affrontano. L’Avellino, indipendentemente dai risultati sin qui raccolti, ha raggiunto una sua identità, non per niente Toscano sta cercando con caparbietà di insistere sul 3-5-2. Ha qualche problema a centrocampo con gli infortuni di Gavazzi e Lasik, ma conta su elementi che possono sostituirli al meglio. E poi ha giocatori come Bidaoui e Verde, in grado di regalare imprevedibilità alla manovra, e che potrebbero consentirgli di variare modulo a partita in corso. Dovremo essere bravi ad interpretare eventuali modifiche di assetto». Occhio ad Ardemagni. Da una parte Arrighini, tenuto a riposo sabato scorso e in grado di sfruttare la sua rapidità nello stretto contro una difesa non velocissima, dall’altra Ardemagni. La sfida di stasera passa anche attraverso i piedi degli “ex”. E Venturato, pur senza rispondere direttamente, lascia capire che non li scambierebbe. «Ardemagni l’ho allenato a Pizzighettone: si vedeva che aveva grandi qualità, quelle che poi ha fatto vedere a Cittadella. All’Atalanta, come ha dichiarato lui stesso, non ha avuto modo di esprimersi e poi ha cambiato numerose squadre. Sicuramente ha caratteristiche diverse rispetto agli attaccanti che ho qui. Stasera credo giocherà in coppia con Castaldo, con Mokulu come alternativa: sono tutte punte che hanno una grande fisicità». Ancora il sintetico. Il rinnovato manto del Partenio-Lombardi è in sintetico. Una variabile in più da considerare, anche se il 5-1 a domicilio rifilato alla Pro Vercelli meno di due settimane fa è un precedente che conforta. «È un sintetico di ultima generazione, diverso da quello piemontese», precisa Venturato. «Non lo conosciamo e non abbiamo riferimenti per capire come sarà, ma occorrerà sapersi adattare in fretta, perché rimbalzi e velocità cambiano completamente rispetto ai manti in erba». Nove tifosi al seguito. Più di 740 chilometri separano Cittadella da Avellino, ma c’è anche chi li coprirà per tifare la capolista. È l’immancabile Giuseppe Ferronato, che partirà con il suo pullmino da 9 posti, tutto riempito.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Negli ultimi due anni le favole Crotone, Carpi e Frosinone, adesso c’è il Cittadella che sta sorprendendo tutti con quattro vittorie in quattro partite. «Ci stiamo abituando ad un campionato che riserva sorprese senza guardare troppo le gerarchie di partenza», il commento rilasciato ieri dal presidente della Lega B, Andrea Abodi. «È uno degli elementi più importanti che caratterizza la Serie B ed è un segnale interessante nel contesto di partite giocate bene e divertenti. Poi è chiaro che è ancora troppo presto per fare valutazioni». Sabato scorso Abodi era a Ferrara e ha visto l’entusiasmo attorno alla Spal tornata in B dopo 23 anni. «C’è un coinvolgimento sempre più ampio delle città», conferma a “Radio Onda Libera” . «Non c’è soltanto il calcio visto come competizione. C’è anche il ritorno del pubblico negli stadi, anche se su in questo bisogna crescere e bisogna meritare le maggiori presenze sugli spalti con impianti più accoglienti».
Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) «Sorpreso? Ma nemmeno per idea…». Quattro partite, dodici punti, primo posto in classifica a +5 sul gruppetto delle seconde. Il momento magico del Cittadella sembra non finire mai. Stasera si gioca ad Avellino ma tutto il paese crede all’ennesima impresa. Pure il sindaco Luca Pierobon fa spallucce: «Quando dico che non sono sorpreso di vedere il Cittadella lassù – ridacchia il primo cittadino – è perché qui ci sono tutti gli ingredienti per fare qualcosa di grande. C’è una società seria, un ambiente protettivo, un presidente come Gabrielli che tutti vorrebbero, un direttore e un allenatore competenti, insomma c’è tutto. Stiamo con i piedi per terra, ma è giusto anche cavalcare l’onda. E se mai dovessi andare in Serie A, prometto che farò di tutto per far giocare la squadra al Tombolato. Siamo intervenuti quando la squadra è retrocessa coprendo la Gradinata Est, vi pare che se accadesse qualcosa di così unico ci tireremmo indietro? Ai tifosi dico soltanto di venire allo stadio più numerosi, perché la squadra sta facendo qualcosa di grande». E se Pierobon carica, ma allo stesso tempo controlla bene di aver i piedi per terra, Stefano Marchetti risponde al telefono in viaggio per Avellino dall’Abruzzo, dove si è recato per vedere l’ennesima partita: «Documentarsi è la mia priorità – spiega – l’altra è tentare di costruire una squadra forte e competitiva senza dimenticare il bilancio. Non so dove potremo arrivare, io penso che sia giusto stare calmi e mantenere la nostra dimensione, altrimenti facciamo qualcosa che non è da Cittadella Da noi vige il rispetto e l’attenzione ai conti, quando dicono che il monte ingaggi è il più basso di tutta la Serie B è vero. Ma noi proseguiamo nel nostro lavoro come sempre, sul campo sta andando alla grande, ma sappiamo anche che arriveranno i momenti bui. E ad Avellino stasera sarà durissima». Le ultime scoperte di Marchetti sono l’ex di turno Andrea Arrighini e Luca Strizzolo, tre gol nelle ultime due partite, gemme da apporre in bacheca assieme a tanti altri grandi attaccanti passati per la città murata: «Gabbiadini forse è quello più forte – sorride – poi ci sono Meggiorini, Piovaccari, Ardemagni, Coralli. E non solo: il mio più grande rimpianto si chiama Simone Zaza, sei anni fa l’avevo quasi preso, anzi era proprio fatta. Poi invece andò all’Ascoli e ancora oggi non ho capito il perché e cosa sia successo. La ricetta è sempre quella: compriamo giocatori a parametro zero o che si devono rilanciare, oppure giovani che individuiamo e che riteniamo possano fare strada. E poi cerchiamo di rivenderli per tenere i conti in ordine». Andrea Gabrielli ha saltato Cittadella-Novara per impegni di lavoro ed è appena tornato dall’Austria, ma anche stavolta sono arrivate buone notizie: «La scaramanzia la buttiamo nel cestino – sorride – ha segnato Strizzolo che ha la maglia numero 17 il 17 settembre. E io non c’ero, visto che le volte che ero mancato in precampionato avevamo perso. Questo momento è bellissimo, aprire i giornali e accendere le tv nazionali e sentire che si parla di noi è una sensazione gratificante. Siamo piccoli, ma ci teniamo stretto quello che abbiamo. La nostra famiglia è grata al territorio e cerca di restituire almeno in parte tramite lo sport quanto abbiamo ricevuto. Poi, come Squinzi, Rosso, Bonacini e Campedelli per certi versi, sappiamo che in provincia ci sono meno pressioni e fare calcio è più semplice». La stretta attualità dice Avellino. Si gioca alle 20.30, non c’è nemmeno un infortunato nella lista dei convocati di Roberto Venturato. Anche questo è un segnale. Non succede, ma se succede…
Ore 10.50 – (Gazzettino) Ha avuto modo di rivedere la partita di sabato? «Indipendentemente dal risultato che poteva anche essere diverso, la mia valutazione è sempre la stessa: se avessimo vinto, sarebbe stata una prestazione sufficiente, ma non convincente. Dobbiamo crescere sotto tutti gli aspetti e soprattutto trovare continuità nei risultati. A Gubbio mi aspetto un Padova diverso come mentalità, carattere e determinazione. Se metteremo in campo questi requisiti, anche il risultato sarà differente». Sull’incontro a pranzo tra proprietà e staff tecnico si è soffermato anche il diggì Zamuner: «Abbiamo analizzato il momento in tutta serenità, perché magari a botta calda il pensiero può essere un po’ distorto. Soprattutto abbiamo cercato di capire dove dobbiamo migliorare, cercando di farlo il più in fretta possibile. La proprietà ha ribadito stima e fiducia nel lavoro che stiamo portando avanti, anche se è naturale che bisogna invertire la rotta velocemente. Sabato dobbiamo andare a Gubbio e fare una partita per dimostrare con orgoglio che siamo una squadra forte».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Quali spiegazioni vi siete dati per comprendere questa partenza stentata della squadra? «Ce ne sono tante. A mio giudizio la squadra è buona dal punto di vista tecnico e qualitativo, e può competere. Compito dell’allenatore è darle una personalità che in questo momento non è stata ancora acquisita. E si tratta anche di inculcare ai giocatori quel senso di responsabilità che devono avere per le prestazioni che fanno. Poi è una questione di amalgama, e non intendo solo quella sul campo, ma a livello di ambiente in generale: un po’ alla volta ci arriveremo perché è un gruppo di ragazzi intelligenti, e devono convincersi delle loro capacità e delle loro possibilità, puntando con determinazione su questo aspetto». Immaginiamo che per amalgama intenda anche la cena che dovreste fare in settimana. «Quella è una situazione, ma il gruppo deve stare bene insieme tutti i giorni, e non occasionalmente. Sono ragazzi che arrivano da luoghi diversi e ciascuno ha la sua personalità. Un conto è inserire nel gruppo due-tre giocatori, e un altro conto è inserire una squadra intera. Sono comunque professionisti, e hanno le capacità per saper gestire al meglio la situazione».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Abbiamo fiducia nel lavoro che lo staff sta portando avanti, e mi auguro che dia buoni frutti a breve». Se mai ce ne fosse stato bisogno, le parole del presidente Giuseppe Bergamin puntano a rasserenare ulteriormente il clima attorno al Padova, e soprattutto suonano come un attestato di incoraggiamento nei confronti di Oscar Brevi, finito nel mirino dei tifosi per i risultati poco soddisfacenti in questo avvio di campionato.
Esternazione non casuale, perché pronunciata poche ore dopo il faccia a faccia andato in scena ieri a pranzo tra il presidente, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, Giorgio Zamuner e l’allenatore. «Ci siamo trovati tra amici – spiega Bergamin – Due chiacchiere con le quali ci siamo confrontati per analizzare il momento, cercando di capire vari aspetti dell’attuale situazione che non è ottimale. Il tecnico è sereno? Lo è, ma come tutti noi è scontento dei risultati che sono arrivati in queste prime quattro partite. Comunque, ripeto, siamo tutti fiduciosi che il progetto vada avanti e ci sono buoni presupposti che possono portare a risultati diversi da quelli ottenuti fino adesso».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Biancoscudati a rapporto da Brevi ieri alla Guizza prima dell’allenamento. Il tutto è durato circa mezz’ora in mezzo al campo. Oltre a soffermarsi sulla partita con la Maceratese, il tecnico ha usato anche parole all’insegna dell’ottimismo per dare una sorta di pacca sulle spalle ai giocatori a fronte di un momento di difficoltà sul piano dei risultati. Oltre al lavoro sul campo, è stato fatto anche il punto sugli acciaccati. Tanto per cominciare De Risio, rimasto in campo pochi minuti sabato: il centrocampista non aveva alcun fastidio prima del fischio d’inizio, salvo accusare poi subito un indurimento al flessore nello stesso punto dove si era infortunato l’anno scorso, e da lì la decisione del cambio. Ieri pomeriggio ha effettuato una ecografia per vedere se c’è stata o meno elongazione, e oggi se ne saprà di più. Brucia le tappe verso il rientro Favalli, tanto da avere lavorato alla Guizza anche domenica nel giorno di riposo della squadra: se domani supererà il test nella partitella in famiglia, può essere considerato recuperato a tutti gli effetti. E si nutre qualche speranza anche per Filipe: lo staff conta di averlo a disposizione. Intanto, è ufficiale che la partita con la Sambenedettese sarà recuperata martedì 11 ottobre con inizio alle 14.30.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La sensazione, dall’esterno, è che comunque sia proprio l’allenatore il primo a necessitare di un po’ di coraggio in più: «In questo momento non possiamo attaccarci a nulla, perché i risultati ci danno torto. Sabato avevamo l’imperativo di vincere, una situazione che fisiologicamente condiziona un po’ l’ambiente intorno allo staff tecnico. La pressione è forte e la sentiamo, ma siamo convinti del lavoro che abbiamo fatto, e siamo per questo i primi ad attendere una vittoria convincente». Il confronto con i due soci, comunque, è stato utile anche per chiarire la reale situazione della rosa, dei suoi problemi fisici e, soprattutto, psicologici. «I dati ci dicono che la squadra sta bene, quindi il problema sta nella testa: se è sgombra, i giocatori corrono, altrimenti vanno più piano. Inconsciamente questa squadra vuole fare un campionato di vertice, e sente le alte le aspettative su di sé, soffrendo un po’ questa pressione: quando scatterà la scintilla, probabilmente farà vedere quel potenziale che finora è rimasto nascosto». Verso Gubbio. De Risio ieri sera ha effettuato una risonanza magnetica di controllo, e oggi si capirà se il problema accusato sabato sia una semplice contrattura o qualcosa di più serio. In vista di sabato, se non altro, Brevi dovrebbe recuperare sia Filipe che Favalli: il play brasiliano dovrebbe tornare a disposizione almeno per la panchina, mentre l’esterno sinistro domenica, nonostante il giorno libero, si è comunque allenato (da solo) senza accusare fastidi, e gradualmente nel corso della settimana verrà reinserito in gruppo.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Nessun dramma», ha spiegato patron Giuseppe Bergamin. «Dopo una settimana negativa, era giusto fare il punto della situazione tutti insieme. Roberto ed io volevamo prendere coscienza di quanto sta accadendo e provare a capire come risolvere questa situazione. È normale che ci sia un po’ di delusione, ma con il tecnico e il direttore generale ci siamo lasciati convinti che sia una situazione passeggera. Sappiamo di aver costruito una buona squadra, e siamo certi che ci sia tutto il tempo per recuperare e confermare le aspettative: non sarebbe né giusto né giustificato immaginare qualcosa di diverso da quello che stiamo facendo». La fiducia nel tecnico Brevi e nel suo staff, quindi, rimane immutata. E – almeno per ora – non è una fiducia a tempo: «Nessun ultimatum o cose simili, ci mancherebbe!», ha tagliato corto il presidente. «Andiamo avanti con tranquillità, fiduciosi che presto questa situazione si trasformerà in energia positiva». A tu per tu con il gruppo. Alle 15, quando sotto il tiepido sole della Guizza la squadra è scesa in campo per il primo allenamento, è stato poi lo stesso Brevi ad esprimere le proprie impressioni ai giocatori. Mezz’ora di colloquio, con la squadra radunata in cerchio ad ascoltare le parole del tecnico, per poi cominciare la prima seduta in preparazione alla trasferta di sabato a Gubbio. «Il mister ha provato ad infondere un po’ di fiducia nei ragazzi, in un momento nel quale siamo oggettivamente in difficoltà dal punto di vista dei risultati», le parole del d.g. Zamuner. «Anche i giocatori hanno bisogno di una pacca sulla spalla».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Avanti con fiducia, senza ultimatum ma con la speranza di una svolta immediata. Ieri, in casa biancoscudata, è stata la giornata dei “faccia a faccia”: tra la sconfitta di Fano e lo scialbo pari interno con la Maceratese l’ultima settimana ha restituito un Padova ferito, che per guarire deve trovare alla svelta le contromisure ai suoi cronici malanni psicologici. A pranzo il primo confronto ha visto la società chiedere conto al direttore generale, Giorgio Zamuner, e a mister Oscar Brevi del momento negativo della squadra. Nel pomeriggio, sul campo, è stato poi lo stesso allenatore a mettere il gruppo di fronte alle proprie responsabilità. Sabato si va a Gubbio con l’imperativo di riemergere: alla svelta, ma con fiducia. Pranzo chiarificatore. Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto si sono incontrati con Zamuner e Brevi a pranzo, dopo il giorno di riposo e giusto prima del primo allenamento della settimana. Un “faccia a faccia” schietto, nel corso del quale i due soci fondatori della Spa biancoscudata hanno voluto vederci chiaro sui perché e i percome di un Padova che ha reso parecchio al di sotto delle aspettative, nelle prime quattro gare di campionato. Brevi e Zamuner hanno spiegato le loro ragioni, per poi incassare la fiducia dei vertici societari.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si giocherà martedì 11 ottobre, con calcio d’inizio alle ore 14.30, il recupero del match tra Sambenedettese e Padova, rinviato lo scorso 27 agosto a causa dei problemi di ordine pubblico conseguenti alla violenta scossa di terremoto che aveva colpito il Centro Italia pochi giorni prima e ai funerali di alcune delle vittime celebrati ad Ascoli Piceno alla presenza di Mattarella e Renzi. La Lega Pro ha disposto che i biancoscudati giochino la sfida della prima giornata a tre giorni di distanza dalla trasferta di Teramo di sabato 9: è probabile che, a questo punto, la squadra si fermi per qualche giorno nelle Marche, senza rientrare in città tra due trasferte decisamente lunghe. Sempre l’11 ottobre, ma alle 18.30, si disputerà anche Albinoleffe-Maceratese, altro match rinviato alla prima giornata a causa del ripescaggio tardivo della società bergamasca, mentre Reggiana-Santarcangelo, in programma alla quarta giornata ma “saltata” per gli impegni europei del Sassuolo (il cui stadio è quello di Reggio Emilia), verrà recuperata il 4 ottobre alle 20.30.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) La società, nonostante qualche malumore serpeggi nell’aria, è convinta che i valori della campagna acquisti debbano emergere. Perché la sensazione è che, per una serie di motivi, sinora si sia visto molto poco del potenziale di questa squadra. Un mix di sfortuna, di errori e di negatività che hanno provocato una falsa partenza che amareggia tutti. La trasferta di Gubbio secondo tutto è fuorché agevole e in classifica ci sono già cinque punti di distacco fra le due squadre. Quali cambiamenti potrebbe proporre Brevi rispetto alla squadra vista contro la Maceratese? Forse il rientro dal primo minuto di Sbraga, che tuttavia è tutt’altro che certo, o magari se recupererà il rientro di Filipe a governare il centrocampo. Favalli dovrebbe riprendere il suo posto in squadra sulla sinistra, mentre davanti Alfageme è ancora squalificato. Sambenedettese-Padova, infine, verrà recuperata martedì 11 ottobre alle 14.30 dopo il rinvio a causa del sisma in centro Italia.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Mezz’ora di colloquio fitto. Poco lontano, il direttore generale Giorgio Zamuner, che osserva attento, in mezzo al campo della Guizza Oscar Brevi che tiene a rapporto la squadra. E a pranzo summit fra Bonetto, Bergamin, Zamuner e lo stesso Brevi. Il clima è pesante, il pari con la Maceratese ha lasciato il segno, il Padova è già in affanno e l’allenatore sulla graticola. Scene già viste più volte nel calcio a tutte le latitudini quando le cose non vanno bene, per ora la società però non mette in discussione l’allenatore e i nomi di Pierpaolo Bisoli, Mario Petrone e il cavallo di ritorno Giuseppe Pillon sembrano solo voci di sottofondo. Questo nonostante l’ondata di critiche senza precedenti da parte della tifoseria, con cui il feeling non è mai scattato, stia mettendo in difficoltà Brevi. Ad aiutare possono essere soltanto i risultati, anche se dai vertici per il momento arrivano segnali di fiducia nei confronti del tecnico milanese. Difeso da Zamuner e (pare) con il gradimento della squadra e dello zoccolo duro dello spogliatoio, Brevi ha però necessità di cambiare registro.