«Sorpreso? Ma nemmeno per idea…». Quattro partite, dodici punti, primo posto in classifica a +5 sul gruppetto delle seconde. Il momento magico del Cittadella sembra non finire mai. Stasera si gioca ad Avellino ma tutto il paese crede all’ennesima impresa. Pure il sindaco Luca Pierobon fa spallucce: «Quando dico che non sono sorpreso di vedere il Cittadella lassù – ridacchia il primo cittadino – è perché qui ci sono tutti gli ingredienti per fare qualcosa di grande. C’è una società seria, un ambiente protettivo, un presidente come Gabrielli che tutti vorrebbero, un direttore e un allenatore competenti, insomma c’è tutto. Stiamo con i piedi per terra, ma è giusto anche cavalcare l’onda. E se mai dovessi andare in Serie A, prometto che farò di tutto per far giocare la squadra al Tombolato. Siamo intervenuti quando la squadra è retrocessa coprendo la Gradinata Est, vi pare che se accadesse qualcosa di così unico ci tireremmo indietro? Ai tifosi dico soltanto di venire allo stadio più numerosi, perché la squadra sta facendo qualcosa di grande». E se Pierobon carica, ma allo stesso tempo controlla bene di aver i piedi per terra, Stefano Marchetti risponde al telefono in viaggio per Avellino dall’Abruzzo, dove si è recato per vedere l’ennesima partita: «Documentarsi è la mia priorità – spiega – l’altra è tentare di costruire una squadra forte e competitiva senza dimenticare il bilancio. Non so dove potremo arrivare, io penso che sia giusto stare calmi e mantenere la nostra dimensione, altrimenti facciamo qualcosa che non è da Cittadella Da noi vige il rispetto e l’attenzione ai conti, quando dicono che il monte ingaggi è il più basso di tutta la Serie B è vero. Ma noi proseguiamo nel nostro lavoro come sempre, sul campo sta andando alla grande, ma sappiamo anche che arriveranno i momenti bui. E ad Avellino stasera sarà durissima». Le ultime scoperte di Marchetti sono l’ex di turno Andrea Arrighini e Luca Strizzolo, tre gol nelle ultime due partite, gemme da apporre in bacheca assieme a tanti altri grandi attaccanti passati per la città murata: «Gabbiadini forse è quello più forte – sorride – poi ci sono Meggiorini, Piovaccari, Ardemagni, Coralli. E non solo: il mio più grande rimpianto si chiama Simone Zaza, sei anni fa l’avevo quasi preso, anzi era proprio fatta. Poi invece andò all’Ascoli e ancora oggi non ho capito il perché e cosa sia successo. La ricetta è sempre quella: compriamo giocatori a parametro zero o che si devono rilanciare, oppure giovani che individuiamo e che riteniamo possano fare strada. E poi cerchiamo di rivenderli per tenere i conti in ordine». Andrea Gabrielli ha saltato Cittadella-Novara per impegni di lavoro ed è appena tornato dall’Austria, ma anche stavolta sono arrivate buone notizie: «La scaramanzia la buttiamo nel cestino – sorride – ha segnato Strizzolo che ha la maglia numero 17 il 17 settembre. E io non c’ero, visto che le volte che ero mancato in precampionato avevamo perso. Questo momento è bellissimo, aprire i giornali e accendere le tv nazionali e sentire che si parla di noi è una sensazione gratificante. Siamo piccoli, ma ci teniamo stretto quello che abbiamo. La nostra famiglia è grata al territorio e cerca di restituire almeno in parte tramite lo sport quanto abbiamo ricevuto. Poi, come Squinzi, Rosso, Bonacini e Campedelli per certi versi, sappiamo che in provincia ci sono meno pressioni e fare calcio è più semplice». La stretta attualità dice Avellino. Si gioca alle 20.30, non c’è nemmeno un infortunato nella lista dei convocati di Roberto Venturato. Anche questo è un segnale. Non succede, ma se succede…
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)