«Ci servirà di lezione». Era stato con queste precise parole che Oscar Brevi aveva fotografato la sconfitta di Fano. Un 3-1 netto e inappellabile, con il il Padova che aveva “toppato” clamorosamente per carattere e personalità. Una lezione che, evidentemente, non è stata recepita sino in fondo: sabato, contro la Maceratese, la squadra ha commesso la fatale leggerezza di accontentarsi del vantaggio di Dettori, fallendo l’occasione dal dischetto con Altinier, per poi subìre il clamoroso pareggio al 94’. E se le parole di capitan Neto Pereira – «Un pari che ci servirà da lezione» – sono le medesime utilizzate dal tecnico sei giorni fa, si ha l’impressione che più di qualcosa, nella testa di una squadra senza certezze, ora vada sistemato. «L’ultimo episodio ci è costato il risultato», l’analisi del capitano, «e una squadra che vuole puntare in alto deve far tesoro di gare come queste: serve massima concentrazione sino alla fine, perché la Lega Pro è un campionato sempre difficile, nel quale nessuna squadra ti regala nulla. Nemmeno all’ultimo minuto». La lezione di Fano non è stata recepita del tutto? «Siamo qui a commentare un 1-1 che brucia, ma se valutiamo l’intera partita dobbiamo ammettere che, se avessimo chiuso sul 2-0, non ci sarebbe stato nulla da ridire. Nel primo tempo non abbiamo rischiato nulla, siamo andati in vantaggio e abbiamo avuto le occasioni per raddoppiare, come poi è stato anche nella ripresa, in occasione del rigore. Purtroppo, l’ultimo pallone ci è costato due punti. Senza quello, probabilmente adesso parleremmo di tutt’altra gara».
Dopo il vantaggio di Dettori, però, è sembrato che il Padova arretrasse invece di insistere. È d’accordo? «Non è facile tenere sempre gli stessi ritmi, in alcuni momenti bisogna anche saper soffrire. Non è stata di certo la nostra miglior gara, ma non credo che nel primo tempo ci sia stato qualcosa da correggere». E nella ripresa? «Non siamo riusciti a tenere alti i ritmi. Era prevedibile, visto che si trattava della terza partita in sette giorni: non eravamo messi benissimo quanto a brillantezza, non riuscivamo a dare velocità all’azione come in precedenza. Questa non dev’essere una scusante, potevamo comunque fare qualcosa in più». E adesso sono 5 punti raccolti in 4 partite: ben al di sotto delle aspettative. «Ci auguravamo di arrivare a questo punto della stagione con qualche punto in più, ma la classifica è questa e possiamo solo accettarla e rimboccarci le maniche. Proveremo a capire nel corso della settimana cosa non stia girando per il verso giusto, c’è da lavorare e da migliorare, e ne siamo consapevoli. Ma non c’è tempo per piangerci addosso: pensiamo subito al Gubbio». Si aspettava i fischi dell’Euganeo? «I tifosi pagano il biglietto, e hanno tutto il diritto di contestare se le cose non vanno come si aspettano. Ma ho sentito anche tanta gente che dopo la gara ci ha applaudito: evidentemente hanno capito che l’impegno da parte di tutti non è comunque mai mancato».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)