«Non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro. Con Bergamin e gli altri soci stiamo operando per creare una società solida e cercheremo di portare avanti il Padova nel migliore dei modi». Ventiquattro ore dopo le sue dichiarazioni al termine del deludente pareggio con la Maceratese, frutto di un gol dei marchigiani all’ultimissimo assalto, con la paventata possibilità di mettersi da parte, Roberto Bonetto torna sui suoi passi e spiega a freddo il suo pensiero. «Nell’immediatezza della gara – racconta l’amministratore delegato biancoscudato – ha prevalso la mia parte più focosa e irrazionale di tifoso in un momento in cui sarebbe stato meglio stare zitti e ho sbagliato. Dormendoci sopra, torna la ragione per cui, se sabato posso avere destabilizzato, ora voglio tranquillizzare l’ambiente». Quale è la sua analisi a freddo? «Ho pensato a quanto abbiamo fatto e sono convinto che siamo nel giusto; una ricostruzione non si può fare in un mese per cui adesso occorre rimboccarsi le maniche, fare quadrato e riprendersi sabato prossimo i punti persi. In settimana vedremo di fare qualcosa con la squadra, un incontro o una cena insieme, fermo restando che i panni sporchi vanno lavati in casa e dunque giocatori, allenatore e direttore avranno modo di affrontare ogni argomento».
La delusione dei tifosi è evidente. «I fischi allo stadio fanno male, ma voglio sperare che possano innestare un moto di orgoglio e una reazione positiva nella squadra. Abbiamo allestito una formazione attrezzata, con giocatori forti ed esperti e sono sicuro che alla fine verranno fuori i reali valori». Così Bonetto sull’avvio del calendario: «Alla resa dei conti si è dimostrato più difficile del previsto, ma qualcuno dice che all’inizio è meglio misurarsi con le più forti perché devono ancora amalgamarsi e fanno una preparazione più pesante, mentre le altre possono avere la gamba leggera». Poi aggiunge: «Serve un po’ pazienza e l’ambiente può aiutare a trovare sicurezza e compattezza che in questo momento sembrano mancare, oltre a un filotto di risultati per risalire. Quanto a noi, al di là della mia uscita poco felice, siamo vicini alla squadra». Martedì il consiglio di amministrazione approverà il bilancio annuale al 30 giugno 2016. «Poi dopo una settimana e i controlli dei sindaci verrà approvato dall’assemblea con l’insediamento del nuovo cda». E così potranno subentrare i nuovi soci. «In linea di massima saranno due».
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)
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Roberto Bonetto, la notte le ha portato consiglio? «Sì, è stata utile. Sabato, dopo quel pareggio beffardo contro la Maceratese, è venuta fuori la parte vulcanica del mio carattere, e l’esternazione conseguente è stata inevitabile. Ribadisco: che io mi metta in discussione ci sta, che mi faccia da parte no. Il programma prefissato va avanti, come stabilito». Sfogo comprensibile, il suo, anche se da parte dell’a.d. ci si attenderebbe alle volte più prudenza in pubblico. Ma un inizio così balbettante da parte del Padova non se lo aspettava proprio, giusto? «Per niente. Cinque punti dopo quattro partite non me li sarei proprio immaginati. Però, qualche episodio ci è girato contro: il colpo di testa di Fantacci nel finale della gara con l’Albinoleffe e il rigore sbagliato da Altinier contro i marchigiani. Nel primo caso, se va dentro, vinciamo 2-1; nel secondo, se il centravanti fa centro dal dischetto, andiamo sul 2 a 0 e la partita si chiude. Con quattro punti in più saremmo a quota 9, e con un incontro ancora da recuperare. Potenzialmente, dunque, sarebbe stato un Padova da alta classifica. Ecco, la rabbia per le opportunità mancate mi ha spinto a quest’uscita. Ma voglio tranquillizzare tutti, anche i molti amici e tifosi che mi hanno scritto e messaggiato: con Bergamin c’è sintonia, non è in discussione l’impegno da parte mia e della famiglia. Posso sembrare arrogante, maleducato, scontroso, ma non volto le spalle a nessuno. Men che meno adesso».
Dunque, una tempesta esauritasi in un bicchier d’acqua. Qualcosa comunque va fatto perché i biancoscudati inizino a rendere come la loro qualità impone… «A Fano abbiamo sbagliato partita, l’altroieri è successo quel che avete visto tutti, il pareggio subìto agli sgoccioli dei 4’ di recupero della ripresa. Sul piano fisico ci sono degli aspetti da approfondire, ad esempio caliamo nei secondi tempi. Ci troveremo nelle prossime ore con Zamuner e Brevi e faremo le nostre valutazioni. Convengo con Bepi (Bergamin, ndr) che non si possa nè si debba gettare alle ortiche una programmazione precisa dopo 4 giornate. Tuttavia, un bel faccia a faccia fra di noi è necessario». Che idea si è fatto, personalmente, di ciò che non va? «Sino a Fano ho visto buone prestazioni da parte del Padova. Il 3-5-2 è stato espresso bene per 40’, poi, e non ne capisco il motivo, si passa ad un 5-3-2. Tentardini e Madonna, ad esempio, dovrebbero essere più alti, e concordo sul fatto che il secondo sia cercato poco dai compagni a destra. Con la Maceratese, in tutta sincerità, i primi 45’ non mi sono dispiaciuti, anche se vedere De Risio fuori per infortunio dopo poco più di un quarto d’ora non è normale. Si parla di guaio muscolare, e ciò richiama inevitabilmente alla preparazione fatta. Comunque, sentiremo che ci dicono i tecnici».
Sia sincero: con il senno di poi rifarebbe tutto ciò che è stato fatto a luglio ed agosto? «Sì, per la maggior parte ripeterei tutto o quasi. Se vuoi allestire una rosa competitiva, come hanno messo insieme anche le altre grandi del girone, devi seguire una precisa logica. Ora, con tutto il rispetto per chi abbiamo avuto in Serie D e l’anno scorso, non c’è nessuno che stia giocando in B o in altre formazioni di punta. La nostra campagna acquisti è stata importante: adesso ci servono tempo e fiducia, per recuperare». Se ne deduce che a Gubbio sabato 24 vedremo ben altro Padova, allora? «Spero di sì. Da lì deve iniziare il nostro campionato, un campionato in cui non mi sembra di individuare una squadra superiore alle altre, in grado di “ammazzare” il torneo. Dobbiamo svegliarci, e i giocatori, se sentono messo in discussione l’a.d., devono capire che non possono più concedere occasioni da gol agli avversari, com’è accaduto nelle ultime due gare. Sabato voglio vedere un Padova con gli occhi della tigre. Non aggiungo altro…».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)