Altro che fiducia a tempo! Il Teramo ha esonerato il tecnico Lamberto Zauli e il suo staff (il vice Giorgetti e il preparatore atletico Vincenzi) e ha affidato la panchina al 46enne Federico Nofri, ex Viterbese. La decisione della società è maturata nella mattinata di ieri, proprio quando sembrava che Zauli potesse giocarsi un’altra chance nella trasferta di domani contro il Santarcangelo (ore 16.30). E invece non ci saranno prove d’appello. Il ribaltone si è consumato nel giro di poche ore. Il patron Luciano Campitelli, dopo aver dato il benservito al ds Fabio Lupo, ha licenziato anche Zauli, nel tentativo di dare una sterzata al pessimo inizio di campionato (un punto raccolto in quattro gare e ultimo posto in coabitazione con il Forlì). Sfumate le ipotesi Cari, Colomba, Parlato e Maspero. Ad affiancare Nofri, che ha firmato un contratto biennale, ci sarà il preparatore atletico Roberto Stefanelli. Non è ancora sicura la presenza in panchina dell’allenatore umbro nella gara di Santarcangelo. Se infatti, per motivi burocratici, non dovesse arrivare in tempo l’ok dalla Lega, a guidare domani la squadra sarà Rinaldo Cifaldi, tecnico della Berretti biancorossa. Si volta pagina. Sono da poco passate le 17 quando, nella sala stampa del Bonolis, arrivano Federico Nofri e il patron Luciano Campitelli. Quest’ultimo, nel presentare il nuovo allenatore, fa prima un cenno agli esoneri di Lupo e Zauli. «Sono molto dispiaciuto per la fine del rapporto con mister Zauli e il ds Lupo. È una sconfitta per me», ammette Campitelli, «e a prescindere dai risultati conseguiti finora abbiamo intrapreso la scelta di cambiare perché la strada sembrava troppo buia per arrivare ad una soluzione. Si può anche perdere, ma non vedevo più progettualità. Ho quindi deciso di fare in fretta. Avremo subito sulla nostra strada un avversario duro e in forma, come il Santarcangelo, e dobbiamo andare lì con la giusta rabbia e la voglia di fare bene. Nofri? Quest’estate c’è stato un primo abboccamento con lui. Le referenze sono ottime. Ha un carattere simile al mio, è determinato e vuole vincere. Mi ha dato la giusta motivazione e sono sicuro che ci darà grandi soddisfazioni, anche perché non sono abituato a stare in quella posizione di classifica. Si apre una nuova era». Federico Nofri prende la parola e mette subito in mostra la sua determinazione: «È una grande occasione per me. Mi appresto a vivere la prima esperienza tra i professionisti dopo 7 anni in serie D e ho l’ambizione non solo di restare in Lega Pro, ma anche di migliorare ulteriormente le prospettive future di carriera. Sono una persona focosa. Il presidente Campitelli mi ha trasmesso grande fiducia facendomi firmare un biennale. Cercherò in tutti i modi di ripagare questo attestato di stima». A proposito della squadra e del modulo, Nofri sottolinea: «Arrivo a Teramo in punta di piedi. Non conosco la categoria né la rosa che ho a disposizione. Sul piano tattico non sono vincolato ad un modulo (a Viterbo aveva iniziato con il 4-3-3, ndc), ma dovrò essere bravo ad adattarlo alle caratteristiche dei giocatori. Vedremo di partita in partita. Di certo non sono uno che cambia cinque-sei moduli nel corso di una gara. Mi piace essere coerente anche sotto questo aspetto», conclude il tecnico, «cercherò innanzitutto di trasmettere ai ragazzi la voglia di essere arrembanti e di proporsi bene, conquistando il pubblico, in primis con le prestazioni. C’è bisogno, in questa fase, di ritrovare certezze e serenità. Spero di toccare le corde giuste della squadra». Al termine della conferenza stampa, Nofri ha parlato ai giocatori per circa 30 minuti e ha poi diretto il primo allenamento della sua avventura teramana. Il Diavolo ha fretta di voltare pagina e di rimettersi in carreggiata.
(Fonte: Il Centro)
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Si è chiusa dopo appena due mesi l’avventura teramana del tecnico Lamberto Zauli e del direttore sportivo Fabio Lupo. Inevitabile l’amarezza di entrambi. Prima della presentazione di Nofri sia Zauli (affiancato dallo staff) che Lupo sono passati al Bonolis per un rapido saluto ai giocatori. «Non ho parlato ancora con il presidente, ma contano i fatti. Un allenatore o ha la fiducia o non ha la fiducia», sottolinea uno sconsolato Zauli, «perciò rimanere una partita in più non avrebbe cambiato la situazione. Se questa fiducia ci fosse stata, da parte della società, non si sarebbe arrivati a questo epilogo. Il rammarico è di non aver avuto la possibilità di aiutare i ragazzi a risalire la classifica e di lottare ancora con loro. Il mercato? Io e la dirigenza abbiamo condiviso tutto, lo ribadisco. Le responsabilità tecniche sono invece assolutamente mie». Lo sfogo di Lamberto Zauli continua: «È stata attaccata la preparazione atletica e questo mi dà fastidio. Abbiamo fatto una preparazione pesante e anche l’anno scorso, a Santarcangelo, i risultati si sono visti nel tempo». Per Zauli è il quinto esonero dopo quelli di Bellaria, Fano, Reggio Emilia e Pordenone. È ovviamente di umore nero anche il direttore sportivo Fabio Lupo, che esterna così la sua delusione: «Sono molto sorpreso del mio esonero», dice il 51enne dirigente pescarese, «perché credo che non ci fossero i presupposti per un provvedimento del genere. La trovo francamente una decisione illogica e umorale, anche se devo rispettarla, mio malgrado. Quando il presidente Campitelli dice che non mi sarei ambientato alla mentalità teramana», sostiente l’ex ds biancorosso, «mi viene da sorridere, viste anche le mie origini e il mio passato, ed è una non risposta ai motivi che lo hanno spinto a mandarmi via. Peccato. Credevo molto in questo progetto (un progetto biennale, ndc), ma non mi è stato dato il tempo di portarlo avanti». «Cosa non rifarei ? Qualcosa ho sbagliato. Probabilmente c’è stata una eccessiva condivisione di alcune scelte», conclude l’ex direttore sportivo biancorosso, «mentre in alcuni momenti, e non mi riferisco solo al mercato, avrei dovuto agire con più autonomia».
(Fonte: Il Centro)