Fano-Padova, Zamuner: “Ci siamo sentiti superiori, ma per vincere bisogna ‘menare’! E Brevi…”

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Musi lunghi, volti scuri, poca voglia di parlare. Alla Guizza, il giorno dopo la rovinosa sconfitta di Fano, va in scena un difficile “day after”. Un 3-1 di difficile comprensione non tanto per le dinamiche di gara, chiarissime, quanto per le ragioni che hanno portato il Padova a naufragare in maniera così clamorosa. «Un passo falso che mi auguro rimanga isolato», taglia corto il direttore generale Giorgio Zamuner, «L’errore maggiore è stato nell’atteggiamento. Il Padova può anche essere una squadra forte, ma deve andare a Fano con l’abito della provinciale: ci siamo sentiti superiori, su certi campi servono ben altre caratteristiche». A cosa si riferisce? «Siamo sempre arrivati secondi sul pallone, e questo solo perchè il Fano era più concentrato di noi. Il secondo gol è qualcosa che non ci possiamo permettere, ma pure il primo: Emerson fa un errore clamoroso, ma se siamo attenti c’è tutto il tempo per recuperare, vista la parata di Favaro, e andare a prendere quella respinta. Passi il bel gioco, ma per vincere ogni tanto bisogna anche “menare”: se Sbraga fa fallo, a venti metri dall’area di rigore, il secondo gol del Fano non arriva. Se pensiamo di essere più forti andando di fioretto, di partite ne perderemo ancora, perchè di squadre assatanate ne troveremo molte».

La società? «Sono giustamente delusi. Il nostro inizio di stagione, purtroppo, è una continua rincorsa: dopo esserci risollevati con due buone partite abbiamo preso una bastonata, e ora con la Maceratese siamo obbligati a fare ancora una prestazione superiore per non creare ulteriori tensioni». Il punto è proprio questo: il gioco del Fano, la prima avversaria che non ha pensato solo a difendersi, avrebbe dovuto favorirvi. Invece è arrivato un solo tiro in porta. «Troppi giocatori hanno interpretato male la partita. Salvo forse la prestazione di Madonna, Favaro e Tentardini, ma gli altri hanno sbagliato gara, giocando sotto tono rispetto ai loro standard. E non è una questione di stanchezza: speriamo sia stata solo una serata storta». Emerson fa fatica nell’uno contro uno, e senza Filipe non ha girato nemmeno il centrocampo. Spostare il brasiliano in regia non potrebbe essere la soluzione ad entrambi i problemi? «Emerson non è un problema, fa fatica se ha ampi spazi da coprire, ma nelle due gare precedenti non l’ho visto in difficoltà: anche lui, se deve uscire a centrocampo, deve pensare che è meglio far fallo, piuttosto che lasciare andar via l’uomo. Prendete l’espulsione di Alfageme: Luis prende uno strattone e una gomitata, prima di reagire. I difensori in questa categoria sono così, dobbiamo cominciare pure noi a giocare meno di fino».

E il giudizio proprio su Alfageme? «Ha commesso un’ingenuità enorme facendosi espellere, c’è poco da commentare: è stato provocato, ma questo non lo giustifica. Oltretutto a Fano ha fatto ancora più fatica del solito ad inserirsi nei meccanismi della squadra: non ha fatto vedere nulla delle sue caratteristiche, o non sta bene o non si è ancora integrato». La prima scelta in panchina era Tedino, che oggi è pure in vetta, e Brevi per questo è stato accolto con un po’ di diffidenza: ora come convivete con questa situazione? «Quattro punti sono pochi, ma l’allenatore non è in discussione. Forse Oscar non è ben visto dalla piazza, già dall’inizio sapevamo che avremmo dovuto dimostrare a tutti di saper fare il nostro lavoro. Tedino era la mia prima scelta per tanti motivi, ma rimango fortemente convinto che Brevi possa fare un buon lavoro. Da luglio stiamo rincorrendo la fiducia della piazza, spero arrivino presto 3 o 4 vittorie consecutive per rasserenare tutto l’ambiente». Sabato alle 18.30 si torna in campo all’Euganeo. Contro la Maceratese Brevi potrebbe recuperare il portiere Bindi, mentre difficilmente saranno a disposizione Filipe e Favalli. La prevendita è attiva attraverso il circuito Ticketone.

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)




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