Il primo posto del Cittadella, a punteggio pieno, ha stupito tutti, meno che loro, i protagonisti. Società, giocatori e allenatore, infatti, sono consapevoli della bontà del lavoro svolto, e chi semina raccoglie, sempre. Stare in vetta, poi, non dà fastidio a nessuno: ci sono abituati da mesi, dalla Lega Pro dove hanno guardato tutti dall’alto verso il basso dallo scorso Natale in poi. Ma il momento magico del Cittadella quanto può durare? Nessuno si pone limiti, lo dice Roberto Venturato: «È difficile fare pronostici, piuttosto speri che tutto giri sempre per il verso giusto. Le basi sulle quali poggiamo il nostro lavoro, però, sono solide: abbiamo la consapevolezza di avere una società seria e organizzata alle spalle, e una squadra che ha valori tecnici, morali e professionali importanti. Speravamo quindi di cominciare bene il campionato, poi ti devi confrontare con la realtà delle cose». Il segreto del successo granata? «Lo ripeto sempre ai ragazzi: godetevi ogni singola tappa, siate contenti delle vittorie, ma azzerate subito tutto. Non si vive sugli allori, e in serie B con tante partite ravvicinate devi pensare immediatamente all’incontro successivo, e rimetterti in discussione, ogni volta». I nove punti conquistati finora, dunque, servono soltanto per le statistiche. «Mancano 39 gare alla fine, un’eternità – spiega Venturato – Non costruiamo quindi ipotesi inutili, bensì guardiamo avanti con grande entusiasmo, consapevoli che c’è ancora tanto da fare perché il Cittadella può migliorare molto». Vercelli ha restituito segnali positivi a 360 gradi: dalla forma fisica al modo di stare in campo, dalla capacità di adattarsi a un terreno di gioco – sintetico – mai calcato prima, fino al cambio di interpreti rispetto alle precedenti uscite senza alcuna ripercussione sulla partita. Un allenatore non può chiedere di più: «In effetti devo dire brava alla squadra, che ha imparato a muoversi sul terreno di Vercelli senza perdere troppo tempo. Soltanto nel primo quarto d’ora non abbiamo giocato benissimo, poi è emerso il vero Cittadella, propositivo e aggressivo. Ci sta concedere qualcosa all’avversario di turno, in campo non ci siamo soltanto noi. Lavoreremo per ridurre al minimo gli errori, le ingenuità che possono verificarsi nel corso della gara. È questa la prossima sfida del Cittadella». Paradossalmente si sta faticando meno in serie B che in avvio di Lega Pro, merito di un gruppo che si conosce a memoria al pari del proprio allenatore. «È vero, abbiamo fatto un percorso di lavoro con tanti giocatori attualmente in rosa che ci permette di essere avvantaggiati rispetto ad altri, ma la parte più difficile comincia adesso». Già, perché il primo posto oltre che attirare l’attenzione degli addetti ai lavori farà drizzare al massimo le antenne degli avversari di turno. «La vetta della classifica non ci spaventa. Le pressioni che comporta sono tutte positive, ma aumentano anche le difficoltà: sappiamo che si parlerà molto di noi in questi giorni, e chi ci affronterà vorrà dimostrare di esserci alla pari o superiori». Certo che allenarsi senza pressioni rappresenta un ulteriore vantaggio. «Un po’ le avverti sempre, anche a Cittadella: per fare meglio di adesso bisogna fare di più. Le avversarie ci guardano, ci analizzano, si preparano, e noi dovremo essere sempre un passo in avanti rispetto a loro». In un contesto ben definito anche i nuovi si inseriscono in maniera naturale. «Il calcio si gioca in undici e la formazione varia in base a tanti fattori: faccio un plauso a chi ancora non ha giocato per la professionalità sempre dimostrata, arriverà anche il suo turno».
(Fonte: Gazzettino)