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Ore 21.50 – (Il Piccolo) Pacato e tranquillo nelle parole del post partita quanto scatenato e letale in campo, con due gol – uno per tempo – che hanno stordito il neopromosso Cordenons. È una Triestina a ritmo “do Brazil” in questo primissimo scorcio di stagione, trascinata dal tridente d’attacco, con i due gol a testa messi a segno da França e Dos Santos. Mateus Ribeiro, classe ’90, condivide la sua gioia per i gol realizzati al “Bottecchia” di Pordenone. «Vorrei ringraziare Dio per questa doppietta, e soprattutto tutti i miei compagni. Siamo arrivati a questa gara umili, e abbiamo avuto la forza di ribaltare il risultato». Dove avete vinto questa partita? Siamo stati molto compatti, come vuole il mister e come dobbiamo essere sempre, abbiamo fatto molto bene. Si è vista inoltre una reazione immediata al gol subìto, è stato fondamentale. Un segnale molto positivo, vuol dire che la squadra gioca e che portiamo sul campo il lavoro che facciamo durante la settimana di allenamento, e la mentalità. Una squadra che sta bene fisicamente. Vero. Fisicamente stiamo molto bene, di certo dobbiamo ancora crescere ma lo faremo presto. Il nostro dovere è di restare sempre con i piedi per terra e scendere in campo proponendo il nostro gioco. Stiamo crescendo anche a livello di gruppo, tutti quanti, giovani compresi. E in attacco divertite gli spettatori… Devo ringraziare tanto anche França, stiamo diventando amici, allenandoci assieme tutti i giorni migliora il nostro feeling, lo stesso discorso vale per tutti gli altri compagni. Un feeling con França è fondamentale per i ricami di gioco. Carlos è un esempio da seguire, un bravissimo ragazzo che sto imparando a conoscere e spero di seguire i suoi stessi passi. Tutti affronteranno la Triestina con il coltello tra i denti quest’anno. Noi dobbiamo rimanere noi. Piedi per terra e pensare di partita in partita.
Ore 21.40 – (Il Piccolo) L’ultimo allenatore che si presentò ai microfoni con 6 punti in saccoccia dopo due turni (a parte la parentesi di Sambaldi con l’Unione Triestina 2012 che alla seconda di Eccellenza vinse “in trasferta” con il San Luigi al Rocco) fu Ezio Rossi nel campionato di C2 a inizio millennio. Quell’Unione a fine stagione conquistò la promozione in C1, era l’inizio della cavalcata che avrebbe portato Trieste alle soglie della A. Ora tocca ad Antonio Andreucci, l’allenatore di Lucca che può analizzare serenamente il secondo successo alabardato. «Fa piacere essere a quota 6 punti dopo le prime due partite. Siamo andati subito sotto, in un momento in cui non ce lo aspettavamo perché eravamo partiti bene, e va dato atto a Maccan di aver fatto un grande gol di testa. Il Cordenons – continua il tecnico alabardato – davanti ha giocatori che possono metterti in difficoltà in qualsiasi momento, l’ha dimostrato facendoci soffrire ma siamo stati bravi a riprendere la situazione per le mani. Nel secondo tempo ci siamo distesi bene all’inizio, proiettati a cercare di fare il gol del 3-1 e quando l’abbiamo trovato la partita ha preso una svolta. Sono comunque partite in cui bisogna soffrire fino alla fine». Una Triestina reinventata a centrocampo nell’undici iniziale. Risposte positive. Ho grandissima fiducia nei giocatori che mi hanno messo a disposizione, ho inserito dall’inizio quelli che si sono allenati di più nel corso della settimana precedente, Cecchi e Corteggiano erano stati costretti a fermarsi a causa di alcuni acciacchi. Chi è stato chiamato in causa ha dato risposte positive. Si è vista una squadra in forma fino al novantesimo. Uno scatto di Turea nel recupero lo dimostra. Fa piacere. Turea ha degli sprazzi importanti, secondo me deve crescere molto. La cosa che mi fa maggiormente piacere è che la squadra ha saputo vincere soffrendo, ed è importante saper gestire questo aspetto emotivo: saper reagire e portare a casa un risultato. La difficoltà sta ora nel tenere tutti con i piedi per terra. È appena il secondo atto di 34. È un campionato difficile, e penso che anche a Cordenons non sarà facile passare, non era affatto una partita semplice da affrontare. Domenica scorsa contro la Pievigina ne avevamo già avuto una prova, ogni partita fa storia a sé, ci vuole grande attenzione. A cominciare da martedì riprenderemo la preparazione, l’Union Feltre è una squadra con ottimi giocatori, alcuni dei quali li ho allenati anch’io in passato, dovremo prenderla con le molle.
Ore 21.30 – (Il Piccolo) Anche al Bottecchia il Cordenons si deve piegare alla regola del tre. Perché contro i ragazzi di Mian la Triestina cala un altro tris. Tre a zero era stato al Rocco il 21 agosto in Coppa Italia, tre a uno è stato ieri. E lo fa a ritmo di Samba dei suoi brasiliani. Ma la partita in scena nello stadio-sambodromo (pardòn velodromo) pordenonese (per motivi di sicurezza) ha per l’Unione un altro significato. Ben più pesante. Perché, nonostante l’avversario non sia di prima fascia anzi, un conto è vincere in Coppa Italia e diverso è fare i tre punti in campionato. Un conto è vincere al Rocco e un’altra storia è imporsi in trasferta dopo essere stati in svantaggio. Soprattutto la certezza è che la Triestina sta dimostrando una costante progressione nel gioco, nella sicurezza, nella capacità di creare e anche, almeno a Pordenone, di saper gestire anche i pochi momenti delicati della gara. Il tecnico Andreucci ha dimostrato di amministrare anche un assetto di partenza in emergenza. Le leggere indisposizioni di Cecchi e Corteggiano (poi entrati nella ripresa) hanno costretto il tecnico ad affidare allo stopper Marchiori un ruolo inedito da centrocampista. Ruolo svolto con diligenza anche se con inevitabili disagi vista l’altezza e il piede del difensore. Ma alla fine la differenza l’ha fatta il trio d’attacco assieme a un Turea incontenibile sulla fascia destra. I suggerimenti di Serafini, la bravura di França e la potenza di Dos Santos alla fine hanno sgretolato il timido Cordenons. Quando i padroni di casa nella ripresa hanno cercato di mettere in difficoltà a sinistra il giovane e bravo Pizzul il tecnico ha saputo correggere l’assetto con un doppio cambio (Celestri per Pizzul e Corteggiano per Frulla). La conseguenza? Partita in controllo e terza rete a spezzare le residue velleità dei pordenonesi. Prima o poi doveva arrivare il momento di vedere una Triestina in svantaggio. Ed ecco che, nonostante una partenza buona di Leonarduzzi e compagni, arriva il gol di Maccan. Tutto nasce da un disimpegno impreciso proprio di capitan Leonarduzzi, la palla viaggia a destra per Pederiva il cui traversone è deviato in porta di testa dall’esperto centravanti abbastanza libero di staccare. L’Unione però non si scompone e continua a macinare come mai aveva fatto finora nei primi 45’. Ma ci vuole un’invenzione di França per dare la scossa: Serafini serve un pallone non facile al brasiliano, stop di petto spalle alla porta dal limite e destro improvviso che fulmina Grubizza (20’). Gol così non se ne vedono spesso in D. E dopo 2’ arriva il sorpasso grazie alla forza destra di Turea, al cross di Bajc e alla capocciata su un taglio perfetto di Dos Santos. Uno-due da ko. Il Cordenons invece non si spegne anche se in difesa è timoroso e si limita a lanciare per Maccan e Zubin. Ma proprio Zubo a 1’ dal duplice fischio spara sull’esterno della rete con una difesa alabardata piuttosto sorpresa. Proprio lo “stagionato” attaccante è il più pericoloso e a inizio ripresa si mangia il pareggio. Pizzul si fa soprendere e l’ex alabardato fa partire un diagonale di pochissimo fuori dallo specchio. Con un pari il film saprebbe cambiato. Ma Andreucci appunto invece riaggiusta la difesa e trova la mossa vincente. Con Corteggiano a sinistra Pavan e Maccan hanno vita dura mentre Celestri ispira l’azione del terzo gol. Il giovanissimo serve in area França, aggancio perfetto e assist al bacio per Dos Santos che non deve fare altro che spingere in porta. Rete da ricordare per la manovra e la classe di França. Il brasiliano poi serve Serafini che si mangia il poker anche per l’intervento pronto di Grubizza e nel finale Bajic di testa coglie anche il palo. Insomma vittoria più che legittima (anche se con qualche incertezza in difesa) non solo per il risultato, en-plein che mancava da secoli e primo posto in classifica. Il miglior viatico insomma per far crescere entusiasmo e autostima in vista del prossimo match al Rocco con l’Union Feltre.
Ore 21.10 – (Gazzetta di Mantova) In casa Mantova in queste ore si lavora anche sul fronte societario in vista delle prossime scadenze economiche: venerdì sarà infatti l’ultimo giorno utile per pagare stipendi e contributi delle mensilità di giugno, luglio e agosto ai calciatori. Anche di questo tema si discuterà domani allo stadio, dove in coincidenza con la partita contro il Pordenone è in programma il primo vertice societario della stagione al quale parteciperanno i nuovi proprietari del club Folgori, De Sanctis e Barberis, i soci bresciani Musso e Di Loreto e quelli mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi. Tutti i dirigenti in causa hanno comunque più volte ribadito pubblicamente che sono pronti a fare la loro parte per versare quanto dovuto entro la scadenza (in realtà si era promesso anche un pagamento in anticipo che però non c’è stato), per cui su questo fronte non dovrebbero esserci sorprese. La liquidità dovrebbe affluire sui conti del club mercoledì o al massimo giovedì, in modo da procedere poi ai pagamenti senza affanni di sorta. Intanto oggi il Mantova sarà rappresentato dal direttore generale Matteo Togni all’assemblea delle società di Lega Pro in programma a Firenze. L’assemblea avrebbe dovuto procedere all’elezione del presidente di Lega (Gravina è in scadenza), del vicepresidente e del consigliere federale, ma non ci sarà invece nessuna votazione in quanto è stato stabilito che mancavano i tempi tecnici per organizzare una regolare campagna elettorale. Oltre all’assemblea di Lega oggi si svolgerà a Firenze anche il direttivo della Lega Pro, al quale parteciperà il patron del Mantova Serafino Di Loreto in qualità di presidente della Calcio Servizi.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Il successo sul campo della Sambenedettese è di quelli pesanti, ma il calendario impedisce al Mantova di assaporarlo come meriterebbe. I biancorossi, infatti, già ieri mattina hanno ripreso ad allenarsi in vista della sfida in programma domani (ore 18.30) al Martelli contro il Pordenone capolista. «Quella sarà la cartina di tornasole, la nostra prova del nove – sentenzia il patron Serafino Di Loreto -. Se la supereremo il Mantova sarà sicuramente protagonista di questo campionato. Io sono convinto che potremo essere la sorpresa del girone perché vedo tanti segnali positivi nell’ambiente. Questa è una squadra vera anche da punto di vista del temperamento, perché giocare in quel modo contro una Sambenedettese trascinata da un tifo infernale non era affatto facile. I nostri ragazzi hanno carattere, oltre che stoffa». Fin qui le parole di un patron sempre più entusiasta della sua “creatura”, che magari (perché no) sogna di vedere domani un Mantova vincente issarsi in cima alla graduatoria o nelle primissime posizioni.Tutto legittimo, ma a mister Luca Prina tocca lavorare sul campo e far tenere a tutti i piedi ben piantati per terra, senza per questo ovviamente porsi dei limiti. Ma il tecnico fa sicuramente bene a ricordare in ogni intervista che «l’obiettivo è la salvezza» e già subito dopo lo splendido 3-1 del “Riviera delle Palme” invitava a «non esaltarsi e concentrarsi sulla difficile sfida con il Pordenone». Una sfida nella quale Prina potrebbe ricorrere a un mini turnover per gestire al meglio le forze nel trittico di incontri che vedrà poi l’Acm ancora di scena sabato (ore 20.30) a Bergamo contro l’Albinoleffe. Capitan Caridi, ad esempio, che è uscito dal campo sabato a fine gara con un lieve fastidio al ginocchio, potrebbe riposare, regalando una chance a Maccabiti. E forse anche Romeo e Salifu potrebbero avere l’occasione di giocare dall’inizio, anche se al momento queste sono soltanto supposizioni. Ieri, infatti, i titolari scesi in campo a San Benedetto del Tronto (che dal punto di vista esclusivamente tecnico meriterebbero ovviamente una conferma in blocco) hanno lavorato in piscina e dunque non c’è stata nessuna indicazione sull’undici che potrebbe affrontare il Pordenone. Qualcosa in più al riguardo si capirà oggi pomeriggio, quando il Mantova svolgerà la seduta di rifinitura sui campi del Te. Nella circostanza saranno appunto verificate meglio le condizioni di Caridi (che già ieri stava meglio) e di Boniperti, che ha saltato anche la trasferta nelle Marche a causa del persistente dolore al piede. Ma Prina valuterà anche la condizione di tutti gli altri giocatori, chiamati a recuperare in poche ore lo sforzo fatto sabato in un match combattuto dal primo all’ultimo minuto.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Modena) Il Modena è subito tornato al lavoro, cercando di sfruttare il pochissimo tempo che lo separa dal ritorno in campo per capire come risolvere un problema del gol sempre più preoccupante. Questa mattina i canarini metteranno a punto gli ultimi dettagli prima di partire alla volta di Teramo, dove saranno di scena alle 18,30 di domani. Contro gli abruzzesi, che in tre gare hanno incassato sei gol e conquistato un solo punto, non ci si potrà permettere un ulteriore passo falso. Lo stesso discorso, però, vale per gli avversari, come ha sottolineato il tecnico Zauli dopo la sconfitta di Pordenone. Gli abruzzesi ieri hanno fatto tappa a Bellaria per spezzare in due tranche il lungo viaggio di rientro dal Friuli. FRANCIA CANDIDATO. Il Tribunale Federale Nazionale ha rinviato a data da destinarsi l’assemblea elettiva della Lega Pro che avrebbe dovuto tenersi oggi, suscitando le ire del presidente Gabriele Gravina. Uno dei tre candidati al ruolo di vicepresidente, come recita il comunicato pubblicato sul sito ufficiale, era il responsabile della comunicazione del Modena, Paolo Francia.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Modena) Rieccoci al noioso e inquietante ritornello che, dopo aver tormentato il calcio modenese per due stagioni consecutive portandolo in terza serie, si ripresenta in queste prime battute del campionato di Lega Pro che ha visto il Modena collezionare la miseria di due punti in tre partite, di cui due in casa. Doctor Jekyll o Mister Hide? Servirà ancora qualche partita per capire che volto si darà il Modena, intanto c’è un mostriciattolo calcistico che, non conoscendo bene le favole, ha fatto il percorso inverso: principino spavaldo e spumeggiante col Parma, brutto anatroccolo nel ko di Salò e in casa l’altra sera nell’inguardabile pareggio a reti inviolate con la Maceratese. Attenzione, però, l’anatroccolo potrebbe offendersi perchè l’accostamento con la bruttura dei gialli in riva al Garda e poi al Braglia, è troppo penalizzante per il pennuto delle fiabe. Due partite, un disastro completo. Nei risultati, nel gioco, nell’atteggiamento e in una fase offensiva disarmante. Il Modena non ha mai segnato in campionato, non aveva fatto centro nemmeno in Coppa Italia a La Spezia, pur giocando un ottimo match, e le uniche due reti in gare ufficiali sono state realizzate, sempre in Coppa, al Francavilla in Sinni, formazione di serie D. Mister Pavan voleva un Modena tarantolato per riconquistare il pubblico del Braglia con prove di carattere e il piglio del guerriero. Ha addiruttura cambiato la panchina per sentirsi più vicino alla curva. Uno per tutti, tutti per uno. Il giochino è riuscito nel derby col Parma, poi il dietrofront e i fischi della Montagnani che quasi quasi era tornata a crederci e che non è più disposta a tollerare squadre molli e inguardabili. Poveri e scarsi, ma mosci no. Che sia questione di modulo? Giriamo la domanda a Pavan che passando dal 4-3-1-2 a rombo al 4-3-3 ha perso per strada una squadra che non è infarcita di campioni, ma che ha comunque un potenziale in grado di proporsi in modo molto più dignitoso. Anche in attacco: il sistema di gioco attuale penalizza Diakite, a disagio nel ruolo di punta di riferimento e, Tulissi a parte (il ragazzino è una vera nota lieta), fa rimediare figure barbine a Loi, Ravasi e Schiavi che non sono esterni offensivi di ruolo. Forse sarebbe il caso di tornare al “rombo” con Schiavi, che almeno in fatto di fantasia ne sa qualcosa, in trequarti alle spalle di due punte che potrebbero essere intanto Diakite e Tulissi in attesa che Bajner trovi la condizione per essere un Big Bajner e non un uomo da sette minuti finali. Per fortuna dietro, quando c’è Marino, funziona.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) «Vicino allo stadio ci hanno fatto un imboscata: loro erano in trenta e noi in sei. Io sono riuscito a scappare mentre gli altri le hanno prese». Brutta avventura per alcuni tifosi granata che sabato hanno raggiunto per conto loro lo stadio Penzo. I tifosi hanno raccontato su Facebook quanto accaduto. In Laguna sono sbarcati quasi 500 reggiani. L’agguato, secondo quanto riferito da un testimone, è avvenuto vicino allo stadio, nella zona di Sant’Elena. Chi ha riferito l’episodio dice di non essersi fatto nulla, «mi hanno fregato una maglietta e una sciarpa», mentre i suoi amici hanno riportato «tagli nelle braccia e in faccia». Dopo questo brutto episodio alcuni dei coinvolti hanno deciso di non assistere alla partita, mentre altri sono entrati al Penzo. Nessuno comunque ha fatto ricorso alle cure mediche. Un altro tifoso ha confermato di aver visto nella zona dell’impianto sportivo alcuni tifosi di casa con brutte intenzioni. «Li ho visti, ero dalle 3 in zona Sant’Elena. Verso le 17, erano in 30 e correvano avanti e indietro per il parco giochi in cerca di famiglie». Per la quasi totalità dei tifosi reggiani quella di Venezia è stata però una bella giornata al seguito della squadra del cuore. Una trasferta documentata da tantissime foto postate sui social, dove si vedono i vaporetti colmi di bandiere granata. Per molti è stata l’occasione per poter fare una passeggiata in una delle città più belle del mondo, approfittando della giornata ancora pienamente estiva. Per tutta la partita i tifosi reggiani hanno fatto sentire il loro supporto agli undici di mister Leonardo Colucci, così come era accaduto anche a Bassano. Molto caldo anche il tifo dei veneziani, non solo di quelli in curva ma anche degli spettatori in tribuna e nei distinti: ogni decisione dell’arbitro favorevole alla Reggiana provocava una reazione molto forte da parte del pubblico casalingo.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana riprenderà ad allenarsi domani alle 16.30 ai campi di Via Agosti. Da valutare le condizioni di Paolo Rozzio, che sabato ha svolto una risonanza magnetica che ha escluso conseguenze di rilievo. La chiave è stabilire il percorso di recupero più efficace per il pronto rientro in gruppo del forte difensore centrale granata. Trevor Trevisan dovrebbe tornare regolarmente in gruppo, mentre Daniele Pedrelli inizierà l’allenamento differenziato.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) «Un punto a Venezia dà morale. Avere fatto risultato dà continuità al nostro lavoro, è un passettino in avanti nel nostro percorso». Il ds Andrea Grammatica alla fine del match al Penzo ha commentato così la prestazione della squadra di Leonardo Colucci, una formazione nella quale c’è moltissimo del suo lavoro. La Reggiana di Venezia ha mostrato due volti. Bello quello del primo tempo, meno quello del secondo. «Nel primo tempo, nei primi 35-40 minuti, siamo andati anche vicini al raddoppio. Più avanti, quando saremo strutturati, si potrà pensare di andare sul 2-0 in situazioni simili. Nella ripresa c’è stato il ritorno dell’avversario, fisiologico. Loro si giocavamo secondo me qualcosina di più rispetto a noi, anche come tensione nervosa. Essere riusciti a reggere l’impatto è importante, è una prova di maturità. Credo che Bassano ha insegnato qualcosa» Si è vista una partita con grande intensità. «Una partita di alto livello, che centrava poco con la Lega Pro. Per impatto fisico, per tecnica e per curricula dei giocatori non sembrava una partita di Lega Pro. Il Venezia ha giocatori che hanno calcato i campi della serie A e si è visto. Abbiamo sofferto un po’ il loro impatto fisico ed era normale che la loro reazione potesse essere molto veemente. Forse se gestivamo meglio qualche palla per fare qualche ripartenza potevamo spaventarli di più. Comunque ripeto, bene questo punto». La Reggiana ha molti giocatori out. Gli occhi erano puntati su Sabotic che ha sostituito Rozzio e ha fatto molto bene. «Qualcuno ha tirato in ballo le assenze ma non noi. Il campo ha dimostrato che chi ha giocato si è dimostrato all’altezza. Se riusciamo ad avere 24 titolari con lo stesso livello di tensione sarà difficile per tutti giocare contro di noi». Come descriverebbe questa Reggiana? «Non siamo la squadra che prova a gestire la partita, ad addormentarla, spezzettarla. Anche quando il Venezia ha schierato quattro attaccanti noi siamo rimasti con quattro difensori, rischiando anche qualcosa nell’uno contro uno. Ma se azzeccavamo qualche ripartenza potevamo fare male». Le ultime due partite si sono giocate sotto l’occhio attento del presidente Piazza, che è rimasto soddisfatto. «Il presidente è molto contento. Gli piace lo spirito di questa squadra, che ha un’età media giovane e sprizza energia. Quello che ci avevo chiesto in fase di costruzione della rosa». Vi ha messo un po’ di pressione? «No, ci ha trasmesso serenità. Ci ha detto che sono altre le squadra che si giocano qualcosa più di noi nei loro progetti. Ha detto testualmente: “Sono altri quelli che hanno l’obbligo di andare in serie B subito, mentre noi abbiamo altri progetti”». La Reggiana non può però nascondersi con questa rosa e questi investimenti all’orizzonte… «Il presidente Piazza, da uomo di sport, abituato a vincere, sa che per vincere ci vuole la mentalità vincente. Ha grande entusiasmo e sa che l’investimento deve andare di pari passo ai risultati. Da uomo di sport conosce le dinamiche di gruppo e ci spinge a crescere. Ed è quello che vogliamo fare».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il palleggiare in campo si protrae anche oltre il fischio finale. È una partita di ping pong a distanza, quella che giocano Mauro Lovisa e Lamberto Zauli dopo Pordenone – Teramo. Il presidente neroverde e l’allenatore ospite, ex di turno, spediscono complimenti e attestazioni di stima, con previsioni incorporate. «Il Teramo andrà ai playoff», sostiene Lovisa. Anche dando maggior rilievo all’impresa compiuta dai suoi e sbollendo la delusione per la scarsità di spettatori paganti. «Se Lovisa dice così – ribatte Zauli – speriamo che la previsione si avveri. Da parte mia faccio i complimenti al Pordenone, società e mister, per la squadra competitiva. I neroverdi possono confermare quanto di buono hanno fatto nella scorsa stagione, che già quello non è mai facile». Tutto ok il suo ritorno al Bottecchia, risultato a parte? «Con il presidente ci siamo visti e l’ho salutato. Quello che è accaduto qui due anni fa è un capitolo chiuso. Tutto si riazzera, ciò che è successo fa parte del gioco». Dai «social» già arrivano inviti espliciti per l’allenatore del Teramo. «Esonerati da solo, mister Zauli – è uno dei messaggi nella pagina Facebook della società -, e vai ad allenare la Prima categoria che è meglio per tutti». Un altro attacco è «Zauli ha molto da riflettere e lavorare. Nulla contro i giocatori, il potenziale c’è». I recenti avvii stagionali non sembrano essere i punti forti dell’ex mister del Pordenone. Domani tutto il girone B di LegaPro tornerà in campo, chiudendo la settimana sabato. Chicche da seguire, in ottica di primi posti sono Parma – Venezia e Reggiana – Santarcangelo. Da tenere d’occhio pure la classifica marcatori. Il neroverde Arma è primo (3 gol in altrettante sfide), come la squadra con le 6 reti realizzate (pari alla Reggiana). Per trovare un marcatore del Parma bisogna scendere a uno (Calaiò) ed è l’unico. Meno dei gialloblù hanno fatto solo Forlì (liquidato la settimana scorsa a domicilio dai ramarri) e Modena (avversario da affrontare domani).
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tre partite, 7 punti, seconda vittoria consecutiva, primato in classifica in coabitazione con Santarcangelo, Virtus Bassano e Gubbio. Niente male. saranno però le prossime due gare a darci una valutazione più esatta sulle reali possibilità del Pordenone di essere protagonista assoluto della stagione 2016-17. Domani i ramarri saranno di scena al Martelli di Mantova (18.30). Sabato, in notturna (20.30), gran galà al Bottecchia con il Parma dei novemila abbonati. Entrambe le formazioni al momento stanno alle spalle dei neroverdi (virgiliani a -2, ducali a -3) e non possono certo prolungare ulteriormente il loro rodaggio senza suscitare i primi mugugni. Saranno due confronti tosti, durante i quali Stefani e compagni dovranno dimostrare di avere gli attributi giusti per difendere il primato. CONTRASTO – Prima c’è la trasferta a Mantova, ma già monta l’emozione per la sfida di sabato con il Parma. Sono attesi mille supporter (solo perché questi saranno i biglietti a loro riservati) al seguito dei gialloblù. Cento in più dei pordenonesi che sabato hanno assistito al match vinto (3-1) da Stefani e compagni contro il Teramo. Pochi. Troppo pochi. Tanto pochi da minare l’entusiasmo di Mauro Lovisa. Lo scorso agosto su www.tuttopordenone.com Maurizio Mazzarella, l’opinionista dal passato neroverde più seguito sia sul web che dal vivo, aveva dichiarato: «A Trieste, dopo un secondo posto, una semifinale playoff per la promozione in B e una campagna di rafforzamento come quella fatta durante l’estate, avrebbero fatto Mauro Lovisa sindaco per acclamazione e sottoscritto subito almeno cinquemila abbonamenti. Mauro invece vuole provare a diventare grande qui, in casa sua, e far grande il Pordenone. Per quanto però?». L’affermazione dell’avvocato aveva suscitato non poche reazioni indispettite fra il popolo neroverde. Oggi tuttavia re Mauro riprende il concetto. «Per il Parma – afferma – sono certo che avremo un Bottecchia da tutto esaurito (tribunette prefabbricate da 460 posti comprese, <i>ndr</i>), ma in altre città questa squadra riempirebbe lo stadio comunque e contro chiunque. Mi aspetto che i pordenonesi vengano a seguirci non solo per curiosità in occasione delle visite delle nobili decadute, ma sempre, dimostrando il loro amore verso il Pordenone. Altrimenti – abbassa la testa – l’impegno che ci mettiamo e i sacrifici che facciamo sono veramente inutili». CRESCITA – A vincere la gara contro il Teramo dell’ex Zauli è stato principalmente il centrocampo neroverde. L’unico reparto che aveva destato qualche perplessità nei precedenti due incontri. La pausa per squalifica ha fatto bene a Burrai, che è rientrato con grande voglia, ha diretto con personalità la manovra neroverde e pure sbloccato il risultato su piazzato. Positivi anche Suciu e Musuraca, sia in fase di proposizione che d’interdizione. Bene la difesa, anche se nell’occasione Stefani e compagni hanno sofferto momenti di distrazione pericolosa. Fra i pali però un super Tomei ha evitato che venissero evidenziati troppo. Davanti, ancora Arma letale (3 gol in 3 partite), supportato dall’ottimo Berrettoni e da un Martignago pescato all’ultmo momento per l’infortunio in riscaldamento di Cattaneo. Per resistere a lungo in vetta però non bastano 11 titolari. A Mantova domani Tedino avrà probabilmente l’occasione di verificare la consistenza degli altri undici – così definiti da lui stesso – titolari.
Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Tre reti in altrettante gare e capocannoniere del girone B di Lega Pro: Rachid Arma è il nuovo idolo del Bottecchia. Lui si gode questo momento e spera di continuare, magari già da domani a Mantova. «Sono contento, per il gol, per i punti che porto alla squadra e mi fa piacere sentire l’affetto del pubblico – afferma il centravanti del Pordenone –. Arrivano risultati e ci stiamo divertendo: difficile chiedere di più». Tre reti, si diceva: l’ultima col Teramo un capolavoro. «Un gol che non mi appartiene, dal punto di vista tecnico, anche per questo motivo uno dei più belli nella mia carriera», chiude il bomber marocchino. Prima rete in neroverde sabato per Salvatore Burrai. «Un centro importante perché ha sbloccato l’equilibrio – rimarca il regista –. Sono contento per il primo tempo e per come abbiamo chiuso la gara. Dove possiamo arrivare? Non lo so, di sicuro dobbiamo prendere continuità, è la dote che ci può portare in alto. Intanto ci stiamo divertendo, e questo è importante».
Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Per la prima volta in queste tre stagioni di permanenza in Lega Pro, il Pordenone si trova in testa alla classifica. Ha 7 punti, il miglior attacco con la Reggiana (sei reti segnate), gioca, diverte e si diverte. Eppure il presidente Mauro Lovisa non è del tutto contento, denuncia una scarsa presenza di spettatori al Bottecchia (900 presenti col Teramo). A rincuorare però il massimo dirigente dei neroverdi è il neosindaco Alessandro Ciriani, che lancia un appello in vista della gara di sabato col Parma: «Andiamo tutti allo stadio – afferma –. Con i ramarri, come amministrazione comunale, abbiamo tante iniziative in mente. Noi ci saremo e sono sicuro che ci saranno anche i cittadini». Momento. Domani già si gioca, è in programma il primo turno infrasettimanale del campionato: il Pordenone va a Mantova, al cospetto dei virgiliani (il via alle 18.30). Prima della gara, ormai imminente, è giusto e doveroso sottolineare il buon momento che la squadra sta vivendo. E’ in testa alla classifica, non ha mai perso ma, soprattutto, sta alzando il livello delle sue prestazioni: più dei punti è questo che fa ben sperare per il futuro, considerato che mancano ancora 35 gare e che bisogna esprimere un certo gioco per sperare in un campionato di alto livello. Col Teramo il Pordenone ha disputato un match di spessore, forse uno dei migliori da quando è in Lega Pro: è il punto esclamativo di una crescita globale, che non a caso coincide col primato in classifica. Più spettatori. Lovisa però vuole più spettatori. Non gli basta aver fatto più del doppio degli abbonati della scorsa stagione: col Teramo voleva sperava di andare oltre quota mille, anche per giustificare gli sforzi che ha fatto un’altra volta questa estate. «Il presidente – interviene a proposito il sindaco Ciriani – ha già svolto un grande lavoro: ha fatto entrare la squadra nell’animo dei pordenonesi, quando prima era un corpo avulso rispetto alla città. Un po’ alla volta si ottiene tutto, ma io posso dirgli che gli stiamo accanto». Al vaglio diverse iniziative congiunte tra Comune e la società neroverde: zGià domani (oggi, ndr) incontrerò Lovisa – rivela -. Penso che potremmo installare un punto per la prevendita dei biglietti in centro, lanceremo degli slogan per far appassionare ulteriormente la popolazione ai neroverdi. Intanto credo che sabato si debba pensare di riempire il Bottecchia: per Pordenone sarà una gran giornata, visto che c’è Pordenonelegge, e sarebbe bello chiuderla andando allo stadio». Anche perché ci sarà il Parma di fronte, il club più blasonato di tutta la Lega Pro. «Io – chiude Ciriani – ci sarò sicuramente». Le ultime. Oggi rifinitura per la squadra a porte chiuse (alle 10). Nel pomeriggio la partenza per Mantova. Da valutare stamani le condizioni di Pellegrini e Cattaneo, assenti col Teramo.
Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Tutti a sorprendersi che Parma e Venezia, le due corazzate conclamate non siano a punteggio pieno. Ma solo chi ha un approccio superficiale e un tanto al chilo verso il calcio può stupirsi. Si tratta di formazioni rivoluzionate che richiedono tempo fisiologico per l’assemblaggio e che comunque faticheranno enormemente sul breve e sul medio periodo poichè contro di loro tutte quante rincorrono la partita dell’anno. Probabilmente centreranno l’obiettivo, ma lo diciamo sin d’ora, accadrà tra mille sofferenze e presumibilmente, da qui a giugno rotoleranno pure teste illustri e serviranno già a gennaio sontuosi ed onerosi aggiustamenti per raddrizzare la rotta. Sono invece più solide ed indiscutibilmente più pronte Reggiana e Feralpi Salò che hanno già rintracciato la quadra e nel giro di 15 giorni al massimo procederanno svelte e spedite. Così del drappello al comando le due rivelazioni Santarcangelo e Gubbio sbalordiscono fin lì: i romagnoli in panca beneficiano di un nocchiero capace e preparato come Michele Marcolini che quando viene lasciato lavorare stampa sempre una sua impronta felice. Gli eugubini, al contario, matricola immediatamente ruggente e vibrante, hanno pescato il panzer Musto al centro dell’attacco e col giovin sfondatore sottoporta (un ventenne tutto muscoli e vigore, implacabile pistolero a Lumezzane) accorciare il tragitto verso la terra promessa della salvezza è molto più facile. E allora lassù resta il Pordenone che incanta per la semplicità con la quale trova la via del gol: segnano tutti e segnano tanto, una squadra che condivide un mucchio di analogie col Bassano, non solo per aver razziato mezza squadra ai giallorossi questa estate. Ma proprio per lo spirito e la filosofia che animano e alimentano i friulani, un meccanismo perfetto che marcia a memoria e complicatissimo da contrastare. E il decantato Modena infine balbetta e non può fare altrimenti perchè sotto la Ghirlandina i problemi abitano essenzialmente fuori dal campo e finchè la società non vivrà la svolta di un cambio di proprietà invocato dall’intera piazza, in campionato è destinato comunque a traccheggiare a dispetto di un pubblico mortificato che da anni vede gli (ex) cugini di campagna Carpi e Sassuolo decollare e loro adesso incatramati in una terza serie che non gli rende giustizia.ALTO ADIGE IN ARRIVO. Ma siccome incombe la stretta attualità e domani sera alle 20.30 scende l’Alto Adige al Mercante nel turno infrasettimanale, occhio subito a Ettore Gliozzi, il pericolo pubblico numero uno dei bolzanini: questo lo scorso anno segnava a raffica, adesso invece fa altrettanto, anche l’altroieri. Due reti per lui e 3 punti per gli altoatesini (una vinta e due perse) nonostante un organico da playoff sicuri: Marcone tra i pali, Bassoli in retrovia, Sparacello (già in rete al velodromo lo scorso aprile col Padova) e appunto l’inesorabile Gliozzi illuminano il 4-3-3 di Viali. Eppure Bassano insegue un’altra notte magica.
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) La scorribanda nell’altoforno del Conero quando la conseguenza più probabile, come a Teramo, era la liquefazione molto prima dell’intervallo, significa già un paio di cose. Innanzitutto che quando gli altri scoppiano, Bassano ha ancora cisterne di birra e corre sempre più degli altri: ha vinto in rimonta e ai rigori con l’Andria, ha piegato la Reggiana in extratime e ha rovesciato in esterna la faccenda ad Ancona partendo dall’1-0 di inizio ripresa. Considerazione bis: il tris di cambi azzeccati smazzato da D’Angelo non è una botta di fortuna ma è figlio legittimo di una lettura di gara mirabile da parte del tecnico abruzzese che ha saccheggiato Ancona con le mosse in uscita dalla panchina ma che aveva già esultato con la Reggiana inserendo in corso d’opera Fabbro mentre con l’Andria in Tim Cup era toccato a Laurenti irrompere e sterzare la contesa nella ripresa con la sua veemenza a centrocampo. Abbastanza per non ritenerle più semplici coincidenze ma semmai legate a un preciso piano partita. Ma il precettore virtussino aveva indovinato anche l’assetto di partenza poichè l’inedita coppia Grandolfo-Fabbro, coinquilini nella stessa abitazione in città, ma mai in tandem dall’inizio quest’anno, ha alla lunga disorientato l’Ancona perchè gli statuari Moi e Ricci alla distanza hanno sofferto la velocità e la verve dei due scattisti. Grandolfo infatti ha bollato da bomber di razza mentre quando è entrato Maistrello il gigante Moi non ne aveva più per arginare lo strapotere fisico di Tommy che si è ritagliato un ruolo da risolutivo assist man nell’assalto del sorpasso. E il quarto d’ora di Rantier è stato da oscar della produttività: due avversari spediti a nanna come neanche Krejci nel lunch match di ieri in serie A, il servizio per Maistrello a innescare Laurenti. Un attacco alla maniera del rugby che questo Bassano possiede nelle sue corde se tesaurizza sino in fondo l’arsenale di qualità, talento e fantasia che possiede dalla cintola in su.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Grande equilibrio e nessuna squadra a punteggio pieno dopo le prime tre giornate. In vetta al girone B di Lega Pro tutti aspettavano subito Venezia e Parma, invece a comandare è sì una neopromossa dalla serie D ma si tratta del Gubbio. I rossoblù umbri, sbancando Lumezzane nel finale (gol di Musto all’84’), hanno ottenuto il loro secondo 1-0 di fila dopo quello al Sudtirol, restando imbattuti. A quota 7 c’è però una folta compagnia, a partire da quel Pordenone che dopo l’1-1 casalingo all’esordio col Gubbio ha inanellato due vittorie, a Forlì (2-0) e l’altro ieri al Bottecchia con il Teramo: a firmare il 3-1 Burrai, Arma e un’autorete. Nel quartetto di battistrada sale anche il Bassano, corsaro per 2-1 in rimonta ad Ancona (a segno Grandolfo e Laurenti dopo l’autogol di Bizzotto): i marchigiani che sabato ospiteranno il Venezia sono fermi all’1-1 della prima giornata con il Mantova, e non hanno certo riscatto il pesante 0-4 di Reggio Emilia. Ultima co-capolista il sottovalutato Santarcangelo (eliminato dagli arancioneroverdi in Coppa Italia ma imbattuto in 5 gare ufficiali) capace di fermare sullo 0-0 al Mazzola il Parma, punto pesante dopo i successi su FeralpiSalò (3-1) e Fano (2-0). Proprio i bresciani sono da soli a quota 6 punti, merito del 2-1 in rimonta nella tana del Sudtirol; al Druso decisivi Ranelucci e Gerardi e secondo ko di fila per i bolzanini fermi al successo sul Fano. In precedenza la Feralpi aveva battuto un Modena in difficoltà e che in tre uscite deve ancora segnare un gol, bloccato al Braglia sullo 0-0 dalla Maceratese come già due settimane prima dal Parma. Sabato hanno invece ottenuto per la prima volta i tre punti Padova e Mantova: di rilievo soprattutto il 3-1 dei lombardi in casa della Sambenedettese con le zampate di Carini, Zammarini e Romeo. Unica consolazione per i marchigiani il fatto di dover recuperare la trasferta di Padova contro i biancoscudati, che dopo gli sprechi con l’AlbinoLeffe (1-1) hanno sfruttato meglio il secondo match consecutivo all’Euganeo. Nel 2-0 al Forlì decisivi Altinier e Madonna. Ultimo risultato del terzo turno l’1-1 tra AlbinoLeffe e Fano 1-1, secondo punto per i bergamaschi e primo per i marchigiani. Domani sera, oltre a Parma-Venezia, spiccano Reggiana-Santarcangelo e Bassano-Sudtirol.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Allenamento defaticante ieri mattina al Taliercio per i titolari dell’1-1 con la Reggiana. Per gli altri seduta un po’ più intensa, con il solo Stulac a parte, mentre Fabiano – sicuro assente anche domani sera al Tardini (ore 20.30) – continua le terapie dopo la forte contusione al ginocchio destro subita a Mantova. Oggi la squadra partirà alle 9.45 alla volta di Parma dove nel pomeriggio effettuerà un allenamento a porte chiuse. Per il team di mister Inzaghi si tratterà della prima di due trasferte di fila, visto che sabato ci sarà la visita all’Ancona (stadio Del Conero ore 18.30) con ritorno al Penzo sabato 24 settembre (ore 16.30) contro il Lumezzane. Oggi a Firenze era in agenda il rinnovo delle cariche sociali di Lega Pro ma l’assemblea (che avrebbe portato alla rielezione del presidente Gabriele Gravina, unico candidato) è stata annullata dal Tribunale Nazionale della Federcalcio per il ricorso della società Renate e perché non sarebbe stato sufficiente il periodo elettorale. «Non è una novità. È dagli ultimi mesi dell’era-Macalli che in un modo o nell’altro è stato impedito all’Assemblea di Lega Pro di eleggere i propri rappresentanti. Stavolta con un argomento davvero singolare, se si pensa che si tratta di cariche per le quali normalmente la candidatura avviene in assemblea» è il laconico commento della stessa Lega Pro.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) In attesa dei gol degli attaccanti ci ha pensato Marco Modolo a togliere dai guai il Venezia. Contro la Reggiana il ventisettenne difensore sandonatese ha centrato quel bersaglio già sfiorato più volte nelle prime uscite, a conferma del suo essere un «valore aggiunto» quando avanza sulle palle inattive. Un gol preziosissimo e che corona un ottimo inizio di stagione per lui, senz’altro l’arancioneroverde più in palla nel reparto arretrato. «Non abbiamo avuto un buon approccio e il principale motivo di rammarico è proprio per i primi dieci minuti – recrimina Modolo -. Abbiamo regalato il vantaggio alla Reggiana? Forse io non ho accorciato bene, Baldanzeddu credo non sia accorto della situazione ed è successo quel che è successo. Dobbiamo rivederlo e lavorarci perché non succeda più». Nonostante il pasticcio iniziale il Venezia ha raddrizzato il match con un ottimo secondo tempo. «C’è stata una grande reazione, però quando giochi 80′ così bene devi per forza portare a casa la partita. Sono contento per il mio 1-1 e dispiaciuto perché poi sono andato vicino al bis, sempre di testa. Tuttavia alla fine, pur uscendone rafforzati come squadra grazie alla prestazione, il dato di fatto è che abbiamo ottenuto un solo punto e questo non può soddisfarci del tutto. Alla lunga, speriamo di no, ma i punti persi potrebbero pesare e noi non dobbiamo più correre questo rischio». Sul piano della condizione il Venezia è sembrato in crescita rispetto a Forlì e Mantova quando i finali avevano registrato un certo calo. «Ci alleniamo con il Gps e la tecnologia non mente, già a Mantova eravamo meno scarichi rispetto al Forlì e, in effetti, sul piano della “gamba” stiamo crescendo come si è visto. Difficile dire di preciso se e cosa ci manca, posso assicurare che ci stiamo dando dentro al massimo per arrivare al cento per cento». Domani sera per Modolo sfida da “ex mancato” a Parma. «Fino all’estate scorsa ero sotto contratto con il Parma, ma non ho mai giocato in gialloblù e con il fallimento della società ci ho anche rimesso economicamente. Ci aspetta una sfida affascinante, abbiamo tutto per andare lì e fare un’altra grande gara, sfruttando l’esperienza fatta sulla nostra pelle contro la Reggiana perdendo due punti che sarebbero stati meritati. Il Venezia risponderà presente anche al Tardini».
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un esame tira l’altro per il Venezia. Dopo la Reggiana domani sera sotto con il Parma, trasferta (ore 20.30) che rievoca l’ultima serie A salutata dagli arancioneroverdi proprio al Tardini il 5 maggio 2002 con un ko per 2-1 a retrocessione ampiamente scritta. «Un big match tanto affascinante quanto impegnativo, ma per entrambe le squadre – precisa il ds Giorgio Perinetti -. Se firmo per il pareggio? Certo che no, è la classica sfida «da tripla» e noi abbiamo molte chance anche se il Parma, per l’occasione, dovrebbe far giocare per la prima volta insieme Evacuo e Calaiò». Già, gli attaccanti. In tre giornate il Venezia ha prodotto solo due reti, la prima firmata da Fabiano (ora peraltro infortunato) che di mestiere non è un bomber, la seconda dal difensore Modolo. «Le nostre punte sono sì un problema, per i nostri avversari però – risponde sicuro il dirigente lagunare -. È chiaro che l’1-1 con la Reggiana mi soddisfa perché il Venezia ha dimostrato, al cospetto di un’avversaria accreditata, di aver preso coscienza della propria forza e qualità. Certo, resta il rammarico per non esser riusciti a concretizzare a dovere, però di gioco e occasioni ne abbiamo prodotti in quantità notevolissima». La prestazione è stata comunque dai due volti: nel primo tempo la prima conclusione nello specchio della porta reggiana è arrivata al 32’ (paratona di Perilli su Marsura), mentre la ripresa è stata a senso unico a favore degli arancioneroverdi. «I due volti sono stati dettati dal gol a freddo dopo 5′, che ha lasciato tutti sconcertati tant’è che ci abbiamo messo un pò a ripartire. L’insegnamento è chiaro, i nostri avversari cercano di dare tutto nella prima mezzora per poi mettersi dietro e chiudersi, quindi noi non possiamo permetterci di non essere subito pronti al fischio d’inizio». Perinetti, ieri in tribuna al Dall’Ara per Bologna-Cagliari di serie A, torna poi a pensare al Parma. «Finora non si è ancora espresso al massimo e sta faticando sul piano del gioco, contro di noi punterà tutto sulla sua coppia di punte potenzialmente micidiale. Mettendoci la giusta intensità però il Venezia non è inferiore e non deve temere nessuno, né al Penzo né fuori. Anche la crescita della condizione ci dà più fiducia per puntare al massimo con grande convinzione. Abbiamo tutte le qualità per arrivare davanti».
Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) Spenti i riflettori del Penzo, il Venezia si è rituffato in campo, al Taliercio, per iniziare a preparare il big-match di domani sera al Tardini (ore 20.30) contro il Parma. Non c’è tempo per rifiatare, soprattutto questa settimana, visto che il Venezia sabato sarà atteso da un’altra trasferta, ad Ancona. Seduta defatigante per i titolari del match contro la Reggiana, allenamento più sostenuto per tutti gli altri, lo sloveno Stulac ha lavorato a parte, mentre Fabiano sta seguendo la fase delle terapie. Il Venezia ha deciso di anticipare la partenza per Parma, che avverrà stamattina, allenamento pomeridiano e rifinitura nella città ducale, in attesa della partita di domani sera. Pippo Inzaghi potrebbe apportare qualche variazione all’undici partenza contro il Parma, che il Venezia ritorna ad affrontare a distanza di 14 anni. «Rammarico per non aver preso i tre punti, ma soddisfatti per la prestazione complessiva» ha sottolineato il responsabile dell’area tecnica Giorgio Perinetti, ieri in tribuna al Dall’Ara per assistere a Bologna-Cagliari, match dell’ora di pranzo della giornata di serie A, «dobbiamo farci trovare più pronti all’inizio, sappiamo che tutti ci aggrediranno nella prima mezzora, quando possono sostenere i ritmi alti e tenere le partite sul filo dell’equilibrio. Quando i ritmi calano, viene fuori la nostra maggior qualità, lo si è visto anche con la Reggiana. Avessimo pareggiato nel primo tempo, non ho dubbi che quella gara l’avremmo poi vinta. Senza dimenticare che Geijo era alla prima partita dall’inizio, che Baldanzeddu e Fabris erano all’esordio in campionato». Splendida, comunque, la prestazione del centrocampista di Asolo, poco preciso nelle conclusioni, ma puntuale all’appuntamento con i palloni il centravanti spagnolo, solo il terzino ha bisogno di tempo per crescere. «Ci aspetta un’altra partita stimolante, dobbiamo partire subito bene, le potenzialità fatte vedere dal Venezia nel secondo tempo sono quelle reali. La partenza anticipata? Ci consentirà di lavorare meglio, smaltendo prima la fatica del viaggio». Durante l’intervallo della partita con la Reggiana, pilotati dal responsabile del settore giovanile del Venezia Fc Mattia Collauto, sono sfilati dirigenti, tecnici e giocatori, fino ad arrivare ai più piccoli della Venezia Soccer Academy.
Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) Marco Modolo uomo del giorno. Quello che al grido “avanti le torri” sale all’attacco e va a incornare i palloni che arrivano dalla bandierina o da calcio piazzato. E fa gol, come è successo contro la Reggiana. Applausi, complimenti e guardare avanti, perchè domani si va di nuovo in campo, a Parma. Modolo e il Parma, allora. Una storia strana, un incontro senza risultato. Non può definirsi un ex, il centrale del Venezia, che domani sera giocherà in quello stadio, il “Tardini” che non è mai stato il suo, nonostante per due anni lui sia stato un giocatore sotto contratto con la società gialloblù. Zero episodi da raccontare, solo una esperienza “formativa” di rilievo, come giocatore e come uomo. Bisogna tornare indietro di qualche anno. «Un periodo nel quale il Parma prendeva molti giocatori e li mandava in prestito in varie squadre» racconta adesso Modolo «ed è stato così anche per me. Il Parma aveva un rapporto di collaborazione con il Nova Gorica, così io e molti altri compagni siamo stati mandati a giocare il campionato sloveno. Eravamo in prestito, lo stipendio ci veniva pagato dal Parma. Almeno all’inizio. Poi è successo quello che è successo, ci siamo trovati praticamente abbandonati. Non voglio parlare di soldi, anche perchè non ne abbiamo più visti. Il fallimento, tutte quelle storie incredibili di dirigenti fantasma, quel Parma, che non è certo quello attuale nè quello storico dei tempi d’oro» ci tiene a sottolineare Marco Modolo «ci ha scaricato e abbandonato». Normale che per Modolo Parma non susciti dolci ricordi. Ma quel gruppo che giocava con la maglia biancazzurra del Nova Gorica si è dimostrato una squadra di ottimi giocatori e veri professionisti. «Il Nova Gorica con noi si è comportato bene, non aveva colpa. Michele Dal Cin e i loro dirigenti hanno fatto quello che potevano, prima che il caso esplodesse». Un gruppo guidato in panchina da Gigi Apolloni, anche lui vittima del dissesto gialloblù, ma che almeno ha visto riconosciute le sue qualità venendo scelto, l’anno scorso, per la rinascita della squadra, scesa in serie D. E Apolloni anche domani sarà in panchina. «Lo riabbraccio con piacere» riprende Modolo «e sono contento che abbia avuto questa chance. Un allenatore bravo sotto tutti gli aspetti, anche per aver gestito, quella volta a Nova Gorica, una situazione che diventava sempre più difficile, giorno dopo giorno. Con lui ho sempre avuto un corretto rapporto professionale, mi ha insegnato molto, da giocatore aveva il mio stesso ruolo, gli ho mandato un sms di in bocca al lupo quando il Parma lo ha richiamato. Parma è casa sua, se lo meritava». Modolo e Apolloni, nonostante le difficoltà, hanno raccolto anche belle soddisfazioni di là del confine. Come in quella finale datata maggio 2014. «Sì, la vittoria della Coppa di Slovenia, un successo che ci apriva le porte ai preliminari di Europa League per la stagione successiva. Finale indimenticabile, a Capodistria, 2-0 sul Maribor, la squadra più forte e più ricca del campionato». Tre nomi per misurare il valore della formazione allora guidata da Apolloni: Cordaz, Lapadula e Coda. «Grandissimi. Considero tuttora Coda (oggi alla Salernitana, ndr)uno degli attaccanti più forti con cui ho giocato. Lapadula? Ha segnato tanto pur avendo all’inizio qualche difficoltà con il 4-3-3. Un ragazzo che ha dato il massimo ad ogni allenamento, la voglia di riuscire ad ogni costo. Quanto a Cordaz, un pazzo scatenato e un portiere fenomenale. In campo lo avevo dietro di me, un personaggio incredibile, ogni partita aveva sempre una decina di parenti che facevano tifo per lui. Ora è arrivato in serie A con il Crotone , un’opportunità importante, ma se la meritava già da prima. Vincere quella Coppa penso che rimarrà il traguardo massimo raggiunto in carriera. Ci andò male in Supercoppa, dove il Maribor si prese la rivincita ma la squadra si stava già sfasciando. Apolloni andà via, io poco dopo mi feci male al ginocchio». Domani Parma-Venezia, Inzaghi va sul sicuro con la coppia Modolo-Domizzi, ma dall’altra parte c’è un brutto cliente, Calaiò. «Fosse solo lui… Il Parma è una grande del campionato, ma anche il Venezia è là per dire la sua. Dobbiamo giocare al duecento per cento, con attenzione massima, domani come in ogni altra partita, poi vediamo cosa succede. Per un ragazzo come me essere un protagonista di un Parma-Venezia è una cosa stimolante, una carica incredibile. Sono quelle partite che a questi livelli tutti vorrebbero giocare. Siamo pronti per giocarla, anche con la testa». A proposito, fresco di tabellino marcatori, si confermerà Marco Modolo con i suoi tre-quattro gol a stagione, magari di testa su corner, specialità della casa? Lui che è uno dei pochi difensori ad aver segnato una tripletta in una partita? «Magari. Intanto cerco di non far segnare gli avversari, poi vediamo. La tripletta? Era proprio contro la Virtus Vecomp, saranno passati più di cinque anni, ma ogni volta che incontro Gigi Fresco, il loro allenatore, mi chiede sempre se ce l’avevo con lui…».
Ore 16.10 – Qui Euganeo: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Euganeo: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 15.40 – Qui Euganeo: prove tecniche di 3-5-2, mister Brevi mischia completamente le carte.
Ore 15.20 – Qui Euganeo: lavorano a parte Favalli, Filipe e Monteleone oltre a Dionisi ed Ilari. Assente, invece, Bindi.
Ore 15.00 – Qui Euganeo: Biancoscudati in campo per la rifinitura.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Ha la testa dura. Talmente dura, che Daniel Adejo quando colpisce e allontana i palloni alti li spedisce lontanissimi. E poi ha la testa dura perchè, per sua stessa ammissione, è uno che lavora sodo, senza farsi distrarre da voci che provengono da fuori e situazioni che accadono all’esterno. Di Adejo si avvertiva la mancanza.Adejo, buona la prima con lei di nuovo in campo.Sono contento, ma guardate che è un caso.Che cosa?Il fatto che il Vicenza abbia fatto punti nel giorno del mio rientro. Non credo alle coincidenze di un certo tipo. Mi fa molto piacere, però, essere tornato così.Le sensazioni personali al rientro?Per quanto riguarda la mia situazione fisica, erano due mesi che non mi allenavo, ho fatto giusto tre sedute con la squadra e non è stato facile per me giocare sabato dall’inizio.Eppure ha fatto benissimo.Con il cuore riesci a colmare alcune lacune fisiche e alla fine è andata bene.Lo dicono anche i numeri che la gara sua e quella della difesa è stata positiva.Non abbiamo preso gol e qualcosa significa, ma sono convinto che un singolo non faccia la squadra. Piuttosto, aiuta. Ed è quello che ho cercato di fare contro il Bari: dare una mano al Vicenza. Ma è con i miei compagni che è stato possibile ottenere un pareggio importante.Avete rischiato parecchio in un paio di occasioni.Sì, abbiamo corso qualche pericolo, soprattutto nel secondo tempo, ma anche noi siamo riusciti a creare qualche grattacapo al Bari, poi sfortunatamente noi siamo riusciti a concretizzare le occasioni. Pazienza, il calcio è questo. Adesso ci attendono due trasferte difficili. Il punto serve alla classifica ma fa anche morale ed è quello di cui il Vicenza aveva bisogno.Quanto le è costato rimanere fuori?A nessun giocatore piace mai. Non è stato semplice. Ma credetemi: ho una forza dentro che mi aiuta tantissimo. Ed è così che supero tutto, anche il fatto di dovermi fermare per un infortunio.Il Vicenza ha giocato tre partite e per tre volte è mutato l’assetto difensivo, per le assenze e le scelte di Lerda. Una volta che verrà ricostruita la retroguardia saranno terminati i problemi?Le cose potranno andare solo meglio con il tempo. Man mano crescerà l’intesa tra tutti noi e così pure l’affiatamento. Non sono molto preoccupato. Il pareggio aiuta a ripartire.Prima che uscisse per infortunio, ha giocato con Esposito. Poi il partner è diventato Bogdan. Con chi si è trovato meglio?Ancora non li ho conosciuti benissimo perchè abbiamo avuto pochi allenamenti a disposizione per formare l’intesa. Ma ritengo che entrambi siano ottimi giocatori e contro il Bari il risultato è stato positivo sia con Esposito che con Bogdan.Anche se qualche sbavatura c’è stata…L’importante è parlarsi. E il segreto, sembrerà strano, è sbagliare, perchè quando sbagli una volta, poi ti capisci meglio con i compagni.Lerda non vedeva l’ora che tornasse…Con lui mi trovo bene. Pretende molto ma quando vede che da parte tua c’è il massimo impegno ti dà tutto.Ad Andalo si era fermato per un’infiammazione al tendine rotuleo. C’è il pericolo che si fermi di nuovo?È stata piuttosto fastidiosa, ma il peggio è passato e non c’è il rischio, al momento, che il dolore torni, anche se va messo sempre in preventivo uno stop. L’importante è sempre, e comunque, esserci di testa. Anche perchè ho un altro pensiero-guida.Quale?Tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile.
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza è tornato a lottare e giocare. Dopo il blackout totale di Ferrara, dove i biancorossi sono stati sempre in balia degli avversari, contro il Bari si è vista nuovamente una squadra che ha saputo essere tale dall’inizio alla fine dell’incontro, giocandosela alla pari contro una formazione che alla vigilia del campionato è stata unanimemente indicata tra le più autorevoli candidate alla promozione in serie A.LA CHIAVE. L’avvio in questa stagione di serie B, tuttavia, è stato meno entusiasmante del previsto anche per i “galletti” pugliesi (sconfitta in casa contro il sorprendente Cittadella, vittoria di misura a Perugia). Si spiega così, probabilmente, il fatto che anche gli ospiti sabato scorso si siano presentati al Menti piuttosto accorti, dando vita ad un incontro che ha visto entrambe le formazioni più impegnate a non scoprirsi che ad attaccare. Si spiegano così i pochi tiri nello specchio della porta per entrambe le squadre (2 per il Vicenza, 4 per il Bari), che non a caso hanno registrato un indice sintetico di pericolosità, in una scala da 1 a 100, decisamente contenuto: 22 per la squadra di Lerda, 24,8 per quella di Stellone.Ne è derivato un incontro giocato prevalentemente a centrocampo, con sostanziale equilibrio nel possesso palla (51% per i padroni di casa contro il 49% degli ospiti), e valori molto simili anche nella precisione totale dei passaggi (52% Vicenza, 52,9% Bari).IN EVIDENZA. Inevitabilmente, in un incontro di questo tipo, sono riusciti a mettersi in luce più i difensori che gli attaccanti. Come a Ferrara, il più efficace in assoluto nelle file dei biancorossi è stato il portiere Vigorito, decisivo in particolare su Brienza. Da segnalare anche il buon rientro di Salvatore D’Elia, subito sugli scudi nel far ripartire l’azione del Vicenza sulla corsia mancina, come testimonia il fatto che proprio lui sia risultato il miglior giocatore di entrambe le squadre per il numero di passaggi riusciti (30), assieme al barese Valiani. Nella retroguardia della formazione pugliese si è distinto in particolare l’ex biancorosso Denis Tonucci (25 palloni recuperati), ben spalleggiato dai compagni di squadra Sabelli e Fedele, con 22 a testa. Ancora una volta il miglior “rubapalloni” del Vicenza è stato invece il mediano Giuseppe Rizzo (21): il centrocampista messinese in questo avvio di stagione è stabilmente ai primi posti in questa categoria specifica, a riprova della combattività che rappresenta senz’altro il suo “marchio di fabbrica” e per la quale i tifosi biancorossi hanno già iniziato ad apprezzarlo.
Ore 14.15 – Queste le dichiarazioni rilasciate da Oscar Brevi alla vigilia di Fano-Padova: “Il Fano? Hanno avuto due giorni e mezzo in più per recuperare, e ad inizio stagione sono tanti ma non devono esserci scusanti… Sarà una partita impegnativa perché loro sono pieni di entusiasmo dato che non giocavano tra i professionisti da un po’ di anni e sfruttano al meglio il fattore campo essendo stretto, ma noi faremo la nostra partita e metterò in campo la squadra migliore. Favalli? Dobbiamo verificare le sue condizioni, ha un affaticamento muscolare e rischiare qualcosa di grave in questo momento della stagione è eccessivo quindi non credo che sarà della partita. Filipe? Non credo che ci sarà, anche se devo ancora vederlo oggi quindi dopo l’allenamento ne saprò di più. Germinale? Ormai è completamente disponibile, anche se dovrà fare ancora qualche allenamento col gruppo. Altri giocatori in dubbio? C’è qualcuno acciaccato, ma il quadro completo ce l’avremo domani perché sono semplici problemi di carico. Io sono tranquillo, perché ho massima fiducia dei possibili sostituti e vi assicuro che non è retorica! Anche sabato col Forlì chi è subentrato ha dato il suo contributo importante”.
Ore 14.00 – (Gazzettino) Come sempre nei dopo-partita Luca Tiozzo sembra uno dei suoi giocatori. Stanco e sudato pare avere corso anche lui per novanta minuti. In realtà è un allenatore che vive con molto trasporto le partite che poi analizza con estrema lucidità. «Sono contento della prestazione – esordisce il tecnico neroverde – dispiace non aver colto i tre punti ma abbiamo affrontato una buona squadra che se l’è giocata con grande determinazione. La Vigontina San Paolo ha iniziato meglio la gara, ci hanno subito aggredito e hanno tenuto il pallino del gioco per venti minuti. Di positivo però c’è il fatto che anche subendo il loro possesso, non abbiamo concesso palle gol. Poi siamo usciti noi, creando diverse occasioni. Gol a parte – prosegue Tiozzo – dispiace non aver concretizzato in quel momento perché avremmo sicuramente cambiato la gara. Loro sono stati bravi nel finale del primo tempo a pareggiare, però potevamo essere in vantaggio con più di una rete di scarto». Nella ripresa non si è vista la brillantezza dei primi quarantacinque minuti, ma c’è una spiegazione. L’Abano è comunque parso più vivace in attacco. «La ripresa è figlia dell’inizio stagione. I giocatori non sono ancora al massimo della condizione fisica, parlo di entrambe le squadre – spiega l’ex allenatore del Mestre – e tutti hanno faticato nella seconda parte di gara. Noi in un paio di occasioni ci siamo presentati in area ma ci è mancata la precisione. Dopo l’esordio vincente in Coppa ci aspettavamo anche una vittoria in campionato – conclude Tiozzo – per ora sono solo due pareggi ma rimango contento di come stanno giocando i ragazzi e migliorando ancora arriveranno le vittorie».
Ore 13.50 – (Gazzettino) «A piccoli passi stiamo crescendo». Vincenzo Italiano riassume in questo modo il derby e il momento attuale della sua Vigontina San Paolo. «Abbiamo mosso la classifica – esordisce l’ex capitano del Padova – si tratta di una cosa molto importante. Inoltre è stata la nostra prima gara in casa e ci tenevamo a fare bella figura. Per la prima mezzora abbiamo giocato molto bene, tenendo il pallino del gioco ed esprimendo una ottima intensità. Purtroppo poi abbiamo avuto circa quindici minuti di black-out totale. Ci siamo deconcentrati e siamo stati in balia dell’Abano che ha segnato, trovato e sbagliato il rigore, ha preso una traversa e ha mancato un altro gol. Poi c’è stata la reazione, siamo stati bravi a trovare il pareggio con un’azione ben costruita». Il lavoro che il tecnico sta facendo con la squadra sembra trovare riscontro sul campo. «Nella parte iniziale della partita i ragazzi si sono mossi molto bene – spiega Italiano – discese sulle fasce con i terzini, gioco corto e veloce. Insomma quello che proviamo in allenamento. Nella gara contro l’Altovicentino avevo già visto buone cose, oggi ho avuto una ulteriore conferma. La squadra mi segue ma c’è ancora molto lavoro da fare. Nel secondo tempo si è visto che anche fisicamente non siamo al top, quando il fisico non regge si perde lucidità e le giocate non riescono. Anche lì abbiamo margini di miglioramento. Ora stiamo già pensando alla prossima sfida contro l’Arzignano. Lo spirito che vedo nei ragazzi – conclude l’allenatore siciliano – è quello giusto, inoltre c’è una buona atmosfera sia in partita che in allenamento».
Ore 13.40 – (Gazzettino) Vigontina San Paolo e Abano non decollano: finisce 1-1 il derby valevole per la seconda giornata di campionato. Punto positivo per i padroni di casa, alla prima tra le mura amiche, che muovono la classifica. Buona prova degli aponensi che però non concretizzano. Partono forte i ragazzi di Italiano che con grinta tengono in mano il gioco. Al 10′ primi sussulti con la Vigontina San Paolo pericolosa. Episcopo si muove bene palla al piede sulla sinistra, cross basso per Michelotto che però cicca il tiro, sulla respinta della difesa interviene Boccato che calcia di destro cogliendo impreparato Cottignoli. L’estremo difensore para ma non trattiene, si avventa ancora Michelotto ma il numero uno si salva respingendo con i piedi. Risponde l’Abano con Fracaro che lancia in fascia sinistra Nobile, il capitano aponense evita Amato e calcia di destro dal limite dell’area, palla che esce sul fondo alla destra di Rossi Chauvenet (18′). Ci riprova Michelotto con un destro improvviso da fuori area, sfera che lambisce l’incrocio dei pali. L’Abano alza il ritmo e su azione di contropiede Thomassen si ritrova nell’uno contro uno con Nobile, l’esterno ospite salta nettamente il difensore che dentro l’area lo stende. Rigore netto e giallo per il centrale danese. Sul dischetto si presenta Ferrante che calcia male, rasoterra debole alla destra di Rossi, tuffo del portiere e palla bloccata (25′). L’errore dal dischetto non abbatte l’Abano che piuttosto sfrutta un momento di confusione della Vigontina San Paolo. Passano pochi minuti e gli ospiti trovano il vantaggio (33′). Tescaro dalla destra tocca corto su Fracaro, palla subito al limite per Ferrante, stop e sinistro potente e preciso che si infila all’incrocio dei pali, incolpevole Rossi. L’Abano spinge ancora, la Vigontina soffre. Al 37′ Busetto da fuori area esplode un destro secco che supera il portiere andando a stamparsi sulla traversa, la respinta finisce a Fracaro che si ritrova solo con la porta sguarnita, ma si attarda troppo prima di tirare e Rumleanschi lo contrasta efficacemente. La Vigontina San Paolo sembra alle corde ma riesce a trovare la forza per rientrare in partita. Al 43′ Scarpa pareggia con un colpo di testa al centro dell’area. Il merito della rete però è da dividere con Scandilori, autore di un’ottima azione sulla sinistra culminata con il cross perfetto per lo stacco vincente del compagno. Nel secondo tempo regna l’equilibrio con tutti gli effettivi che accusano la stanchezza e perdono lucidità. Ci prova di più l’Abano con uno scatenato Nobile che in due occasioni arriva al tiro (20′ e 23′). Nella prima conclusione Rossi devia in angolo mentre nella seconda la sfera finisce di poco a lato. Entrambe le compagini non sono ancora al massimo della condizione, come è normale che sia ad inizio stagione. Quel che è certo è che sia la Vigontina San Paolo chel’Abano hanno ancora ampi margini di miglioramento.
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) «Una vittoria importante per i ragazzi e per tutto l’ambiente, che sentiva molto la partita». Il tecnico dell’Este Michele Florindo commenta così il successo sull’Altovicentino. «Era importante raccogliere i primi punti perché tra Coppa e campionato non avevamo ancora vinto» aggiunge. «La società ci teneva a far bella figura contro i tanti ex ed è arrivato il massimo risultato». Florindo vede passi in avanti sotto il profilo del gioco. «Sì, andiamo ancora un po’ a sprazzi ma sono contento dei miglioramenti. Ora dobbiamo pensare alla trasferta di Tamai: con un risultato positivo, però, è tutto più semplice». Amareggiato, invece, il trainer dell’Altovicentino Andrea Pagan: «Abbiamo preso tre gol ma l’Este, alla fin fine, ha fatto pochi tiri in porta» sbotta.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Este ed Altovicentino si ritrovano dopo due anni e sono subito fuochi d’artificio. Pur a inizio torneo, ne esce una sfida ad alta intensità e giocata a ritmo sostenuto, che alla fine vede prevalere i locali su una delle grandi favorite per la promozione diretta, infarcita pure di ex. Qualche minuto di studio e al 10′ un episodio sblocca la contesa: Longato sulla tre quarti sinistra serve Gilli, che con uno scavetto si allunga la sfera in area. Della Bernardina alza il braccio e la ferma d’istinto, e l’arbitro non ha esitazioni nel concedere il rigore: della battuta si incarica Munarini, il quale infila il portiere con un rasoterra basso. La reazione dei vicentini è affidata a Simoncelli, che prima crossa basso al centro, con Trinchieri e Carbonaro che non riescono ad arrivare alla deviazione, e dopo ripete la sgroppata sulla destra, servendo Trinchieri che in girata bassa trova la manona di Lorello, decisivo nel deviare il pallone sul palo. Al 22′ è Longato che tenta di sorprendere il portiere vicentino. La staffilata da 40 metri si spegne di poco oltre l’incrocio. È il preludio per il raddoppio giallorosso, che arriva al 24′: Dovico, oltrepassato di poco il vertice destro dell’area, fa partire un pallonetto a giro dalla parabola telecomandata, col pallone che si infila sotto al sette e non lascia scampo a Belogravic. Il 3-0, sul quale si chiude un’incredibile prima frazione, arriva al 42′. Munarini si invola verso l’area, Belogravic in uscita per non farsi sorpassare dal pallonetto lo travolge, procurando così il secondo rigore di giornata e beccandosi anche l’ammonizione. Della trasformazione si incarica stavolta Longato, con una botta a mezza altezza. Neanche il tempo di fischiare l’avvio della seconda frazione e i bianconeri accorciano le distanze. Simoncelli si conferma spina nel fianco della difesa atestina saltando due avversari, poi si presenta davanti a Lorello e serve basso al centro per l’accorrente Andreetto che di piatto non ha difficoltà a centrare la porta. La pressione dell’undici di Pagan aumenta e all’11’ una gran mischia in area giallorossa vede Guagnetti concludere oltre il montante in girata. A questo punto, i ragazzi di Florindo cercano di addormentare la gara ma non rinunciano a farsi vedere in avanti. Al 20′ Ferrara si invola sulla tre quarti sinistra e serve in profondità il neo entrato Maistrello, che a tu per tu con Belogravic si fa ribattere il tocco sotto. Nell’ultimo quarto d’ora, l’Altovicentino raschia tutte le energie residue per cercare di riaprire la contesa e ci riesce al 32′, quando Busatto atterra Carbonaro da tergo e induce l’arbitro ad indicare ancora il dischetto. Esecuzione affidata a Trinchieri che spiazza Lorello e ridà speranza ai suoi. Il clamoroso pareggio potrebbe arrivare 5′ dopo, sulla zuccata di Simoncelli che Lorello vola a togliere da sotto l’incrocio, provocando le veementi ma inutili proteste ospiti, tese a chiedere la convalida del gol. Con l’Este ridotto in 10 (rosso a Tessari), l’ultimo sussulto lo provoca Carbonaro, che in pieno recupero ciabatta la conclusione da pochi passi.
Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Gli episodi sono stati determinanti, ma sono contento della mia squadra perché ha dominato per gran parte la partita con un avversario che punta dichiaratamente alla Lega Pro e non meritavamo assolutamente di perdere». Così Roberto Vecchiato commenta a caldo la prima sconfitta in campionato, pur sottolineando la buona prova dei suoi. «Abbiamo dominato, ma non è bastato. E poi, ripeto, gli episodi hanno fatto la differenza. Noi li abbiamo sbagliati, e loro invece ci hanno puniti. Abbiamo tirato tanto, anche se poche volte abbiamo inquadrato la porta, a parte la traversa. Siamo dispiaciuti, non meritavamo di perdere». L’approccio è stato importante. «Sono d’accordo. Dispiace molto per il risultato, ma devo pensare che siamo venuti qui a Campodarsego a fare la partita con un avversario che vuole andare nei professionisti, e quindi sono orgoglioso dei miei ragazzi. Quando non si fanno punti, di solito si vedono le cose in maniera negativa. Ma non è così in questo caso». Qualcosa da rivedere nell’azione che ha portato al gol vittoria di Lauria. «Abbiamo sbagliato, dovevamo rinviare avendo la palla sul piede, l’abbiamo fatta invece sfilare e purtroppo ne hanno approfittato. Errori ne hanno commessi anche loro, e invece non siamo riusciti ad approfittarne. Quando poi nell’ultimo tentativo di Pescosta la palla esce per poco, devi accettare il verdetto e basta. Noi comunque ci siamo».
Ore 12.30 – (Gazzettino) È comprensibilmente soddisfatto Enrico Cunico per la seconda vittoria della sua squadra, in testa alla classifica a punteggio pieno. «Sapevamo che era una gara difficile con un avversario che negli ultimi tre anni ha cambiato poco, e ha qualcosa più di noi sul piano dell’amalgama. I ragazzi sono stati bravi, abbiamo concretizzato alla prima occasione e amministrato bene il risultato. Nella ripresa magari ci siamo abbassati un po’ troppo lasciando giocare il Belluno, anche se abbiamo avuto tre situazioni importanti, due con Aliù e una con Callegaro, con le quali si poteva arrotondare il risultato. Però sono contento, perché i ragazzi si stanno impegnando anche se dobbiamo migliorare». In difesa c’è qualcosa da limare. «Ma quando ti trovi squadre che giocano con due attaccanti fisici come Brotto e Corbanese, che cercano la palla in profondità, è normale che la difesa venga messa sotto pressione. Non dimentichiamo anche che avevamo al debutto Dario, il ragazzo si è espresso bene. Poi ho dovuto sostituire Buson per un fastidio al flessore e cambiare un po’ l’assetto, quindi non era facile. Però abbiamo commesso poche sbavature e sono soddisfatto del comportamento anche del pacchetto arretrato». Quindi aggiunge. «Sono contento del risultato, ma dobbiamo migliorare nella gestione della palla dato che in certi momenti dobbiamo essere più bravi nell’uscita, e avere un po’ più di personalità altrimenti perdiamo palloni anche facili. Abbiamo le qualità per farlo, però non dimentichiamo che davanti avevamo un avversario di valore».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Ancora nel segno di Lauria. Dopo aver lasciato la sua impronta nel 2-1 con il Vigasio, il fantasista ex Parma incanta anche con il Belluno firmando un pallonetto capolavoro che vale tre punti e tiene in quota la squadra a punteggio pieno. Una prova di carattere quella sfoderata da Bedin e compagni, che hanno stretto i denti per arginare il tentativo di ritorno degli ospiti. Anche la buona sorte ha dato un aiutino in occasione della traversa di Brotto con Brino ormai fuori causa. Nell’undici di partenza non c’è Meloni, mentre la novità è rappresentata dal debutto assoluto del terzino classe 1998 Tommaso Dario, prodotto del vivaio biancorosso. Nel primo tempo il Belluno tiene a lungo il pallino, anche se le occasioni migliori sono dei padovani. Il primo sussulto arriva su punizione, con Lauria dalla distanza a impegnare Borghetto in angolo. Passano due minuti ed ecco il gol. Aliù recupera palla a centrocampo e appoggia a Radrezza, verticalizzazione per Lauria che sfrutta un errore di Sommacal per infilare Borghetto con un pallonetto. Il vantaggio è un’ulteriore iniezione di fiducia per i padovani, che badano a gestire il tentativo di ritorno ospite. Anche se tremano poco prima della mezzora. Nasce tutto da un’incursione di Masoch sulla corsia destra con cross raccolto dalla parte opposta da Duravia, tocco per Brotto che si accentra eludendo la chiusura morbida di Callegaro, il tiro a giro a Brino battuto picchia contro la traversa e la sfera termina sul fondo. Nel finale di frazione il «Campo» torna a graffiare. Prima l’arbitro sorvola su un contatto in area di Masoch ai danni di Aliù, poi Lauria ci prova con un mancino a scendere che sorvola di poco la traversa. Quindi ancora Lauria, favorito da una corta respinta di testa di Granara, conclude con un diagonale alto di un metro. In mezzo anche l’infortunio muscolare a Buson, rimpiazzato da Gal: quest’ultimo al centro della difesa e Severgnini dirottato a sinistra. Nella ripresa spinge subito forte la truppa di Vecchiato. Mosca non trova la palla sulla punizione di Duravia, pochi istanti e Brotto piazza con il destro senza inquadrare la porta. Appena può, però, la squadra riparte. Il raddoppio sembra fatto quando il mancino di Aliù è smorzato da Borghetto, sfera che prosegue la sua corsa e Mosca spazza sulla linea di porta. Ora il Belluno va in forcing, anche se per Brino c’è praticamente solo lavoro nell’alzare un tiro cross di Duravia. Il tecnico di casa Cunico rinforza gli ormeggi inserendo Pignat per Radrezza, e il recupero è al cardiopalma. Borghetto nega con il piede il raddoppio ad Aliù, sul fronte opposto Brino esce a vuoto e il colpo di testa di Pescosta termina a lato d’un soffio.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Tre partite, tre vittorie. Nove punti e primo posto solitario in classifica. Numeri da grande squadra: il Cittadella domina in serie B proprio come sta facendo la Juve nella massima serie. I paragoni finiscono qui, perché i granata hanno altri obiettivi da conseguire, molto più umili, che parlano di un campionato da vivere in modo tranquillo e di una salvezza da conseguire senza il fiatone. E se è vero che negli ultimi anni tra i cadetti le sorprese non sono mancate – Crotone il caso recente, prima ancora Carpi e Frosinone – c’è da ricordare l’avvio esplosivo del Livorno un anno fa – stesso ruolino di marcia della squadra di Venturato – ma retrocesso a fine stagione. Meglio quindi assaporare le gioie del momento, e pensare che la salvezza è più vicina di nove punti. Intanto a Vercelli si è avuta la conferma che il Cittadella è “squadra” nel vero senso del termine: ben disposta in campo, sempre alla ricerca del gioco, e se Litteri è il cannoniere della B (tre gol) sabato nel 5-1 finale sono andati a segno tutti giocatori diversi, a dimostrazione che nella squadra di Venturato le soluzioni per finalizzare la manovra sono molteplici. Tra i marcatori del “Piola” figura anche Andrea Arrighini, al primo centro stagionale: «Per un attaccante il gol è sempre importante, e sapevo che lavorando bene prima o poi sarebbe arrivato. L’1-0 ha sbloccato una partita complicata per tanti motivi, per il sintetico, per il gran caldo, per un avversario che è buono, a dispetto del risultato finale». E arrivano le conferme soprattutto sulla bontà del Cittadella: «Avevamo gli occhi di tutti puntati addosso, vincerne tre di fila è davvero esaltante, abbiamo dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque». A Vercelli soltanto il primo quarto d’ora è stato equilibrato, poi la gara non ha più avuto storia: «L’allenatore ha aggiustato l’assetto nel corso della partita, mi dispiace aver preso gol per i nostri difensori, che in settimana lavorano benissimo». Un gol e un quasi rigore. «Sono stato un po’ ingenuo io, il portiere l’avevo saltato e toccandomi mi sono sbilanciato, non sono riuscito a concludere come dovevo per restare in piedi. Se mi fossi lasciato andare sarebbe stato rigore». L’1-0 è nato da un gran movimento corale. «Schenetti mi ha offerto un bellissimo pallone, io ho tagliato verso la porta, sono schemi che proviamo di continuo durante la settimana». D’obbligo le dediche per il secondo centro in serie B (il primo assoluto con l’Avellino due anni fa): «Alla mia ragazza Giulia e a Serena, mia sorella, per il suo compleanno». E la classifica? «Non dobbiamo guardarla». La guarda eccome invece Stefano Marchetti, e senza tante preoccupazioni: «Stare in vetta mi piace, in fondo ci siamo anche abituati dalla Lega Pro. E ben venga l’entusiasmo, che fa solo bene se è vissuto nel modo giusto. Detto questo, restiamo umili ma non serve nemmeno ripeterlo». Nessun giramento di testa per la vetta, quindi, ma il diggì granata è stupito di trovare solo il Cittadella a punteggio pieno? «Vincerne tre su tre è difficile, per chiunque, vuol dire che abbiamo fatto davvero bene. A Vercelli la squadra ha dimostrato che le due partite precedenti non erano frutto del caso, ma di un lavoro ben preciso che stiamo portando avanti dall’anno scorso, con profitto». Sabato la “prima” da titolari di Pelagatti e Schenetti: cambiano gli interpreti ma il Cittadella c’è sempre e ovunque. «La rosa è importante e ci sono altri giocatori non ancora impiegati. Ci saranno momenti dove qualcuno sarà più gratificato di altri – conclude Marchetti – ma ci sarà spazio per tutti».
Ore 11.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Felici di stupire, ma questi possono andare lontano”) Il Cittadella esplode cinque “botti” da far paura a Vercelli, il Padova risponde con una doppietta che vale la prima vittoria in campionato. C’è una categoria di differenza tra le due squadre, ma la realtà che conta è che ritroviamo il calcio di casa nostra di nuovo protagonista. Gli aggettivi ormai si sprecano sul conto dei granata, che, non contenti di aver stradominato nella precedente stagione in terza serie, sono partiti a razzo in Serie B, attestandosi addirittura soli soletti in vetta e guardando per ora dall’alto in basso anche le decadute dalla Serie A, il nobile Verona, il Frosinone e il Carpi. Un conto è vederli in tv, un altro osservarli direttamente dal vivo. Ebbene, sabato il Citta ci ha davvero impressionato: ha “ballato”, rischiando anche di andare sotto, per un quarto d’ora, poi, una volta riorganizzatosi e trovato il giusto equilibrio fra i reparti, ha dimostrato di che cosa è capace in questo momento. La sintesi è semplice: ritmo, velocità, corsa e soprattutto concretezza in area di rigore. Non è casuale che allo stadio “Piola” abbiano segnato cinque diversi giocatori, quattro dei quali costituiscono comunque le bocche da fuoco offensive su cui può contare Venturato. Ciò significa che è la partecipazione corale alla manovra il dato che maggiormente risalta della capolista, un meccanismo oliato dall’eccellente passo tenuto da gennaio. Partecipazione che viene esaltata da idee semplici, schemi ragionati, con palla fatta viaggiare spesso a pelo d’erba, e lanci in profondità una volta che le punte riescono a tagliare in area come si deve. La domanda, adesso, è quella che si pongono tutti, la più ovvia ma anche la più complicata: dove può arrivare il gruppo? Il presidente frena, e ha ragione, Marchetti e Venturato predicano prudenza e nessun volo pindarico, e hanno ragione, i giocatori, sorridenti e soddisfatti, sembrano perfettamente allineati con dirigenza e tecnico, e hanno ragione. Le sorprese sono sempre in agguato, e un torneo così lungo e irto di ostacoli semina il suo percorso di trabocchetti improvvisi, tuttavia sono la personalità e la coesione del gruppo a suggerire considerazioni importanti: il Citta non ha nulla da perdere, vive sull’onda dell’entusiasmo per quanto ha sin qui raccolto, vede crescere la propria autostima e dimostra, anche quando soffre, di non perdere la testa come gli era accaduto talvolta in passato. Insomma, sembra essere maturo per recitare un ruolo non da comprimario. Meglio non aggiungere altro, altrimenti ci prendiamo parole… Per un Citta che vola in B, c’è un Padova che ha rotto il ghiaccio e recuperato (pur con una partita in meno) una più degna posizione nella graduatoria del proprio girone di Lega Pro. Faticano le big (Parma, Venezia e Reggiana), e nessuno ha centrato l’en plein (tre vittorie su tre). Contro il Forlì bisognava vincere e, considerata la modestia dei romagnoli, la missione è stata portata a buon fine senza penare troppo. Adesso si entra davvero nel vivo: altre due partite in cinque giorni, contro formazioni che non sembrano irresistibili. Se, come pensiamo, il Padova tra un mese-un mese e mezzo si ritroverà nel lotto delle prime cinque, è il momento di provare a darci dentro da subito. I progressi ci sono, alcuni giocatori (Altinier su tutti) stanno confermando le loro notevoli qualità, il 3-5-2 ha trovato finalmente sfogo su entrambe le fasce (e non solo da una parte), giustificando così l’apporto di un elemento-chiave come Madonna. Il gruppo c’è, ora deve camminare spedito. Evitando, se possibile, di farsi prendere dal nervosismo. Si è grandi anche assumendosi le responsabilità del ruolo. E il Padova sa benissimo che non può finire in seconda fila.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Presidente Andrea Gabrielli, e adesso? Il suo Cittadella è lassù, in vetta alla classifica di Serie B, a punteggio pieno. Tre partite e tre vittorie: che cosa volete combinare? «Beh, lasciateci godere il momento. Niente di più, per carità, non siamo fatti per pensare oltre una gara alla volta. È vero, abbiamo ottenuto qualcosa di inaspettato, sino ad un certo punto però, perché ci poteva stare. Le neopromosse stanno facendo bene, insomma non è casuale tutto ciò. Tuttavia, da qui ad entrare nella sfera dell’euforia ce ne corre…». Il fatto è che, come sottolineato da molti, siete abituati all’alta quota, dato che ci state da 10 mesi (20 dicembre 2015), tenendo conto soprattutto della cavalcata in solitaria che avete compiuto in Lega Pro. «Ho letto e sentito, eppure lo realizzo come una conseguenza dei fatti che non come il frutto di un programma studiato a tavolino. L’anno scorso abbiamo voluto fortissimamente il ritorno nella categoria superiore, abbiamo inculcato nei giocatori la mentalità del riscatto, e siamo riusciti a centrare l’obiettivo, anche se la Lega Pro non è facile. Partendo da lì, con l’atteggiamento giusto e la capacità di Venturato e con la bravura di Marchetti, che ha mantenuto la spina dorsale della squadra, abbiamo creato i presupposti per l’ottima partenza di questo periodo. Ci godiamo le nostre tre vittorie senza esaltarci, ma tenendo i piedi ben saldi a terra. Il Citta che ammazza il campionato? Su, dài, non facciamo certi discorsi… La Serie B è un torneo dove può capitare di tutto, per carità, ma per ora abbiamo reso più agevole la strada verso la salvezza». Va bene, proviamo a tirarla per la giacchetta comunque: la formazione di Vercelli è stata straripante, a tratti è parsa ancora più forte di quella ammirata in Lega Pro. «Fa piacere ricevere complimenti dagli addetti ai lavori e dagli osservatori. In effetti, il gioco che esibiamo diverte, piace, conquista. I tre successi di fila sono il frutto di un sacrificio collettivo e dell’applicazione dei concetti sposati dal mister, con in più una velocità nelle triangolazioni che strappa applausi. A Vercelli ne abbiamo ricevuto tanti, ma pure a Bari era accaduta la stessa cosa. Non so se nove punti in tre giornate cambino completamente prospettive alla stagione, è ancora troppo presto per dirlo, ma se proprio vuole una risposta al fatto che lei mi tira, appunto, per la giacca, gliela do così: viviamo alla giornata, non posso assolutamente pensare ad altro. Il Livorno, un anno fa, era primo da solo, poi sappiamo dov’è finito (in Lega Pro, ndr). Lasciateci vivere la nostra piccola parentesi felice, ma, ripeto, niente di più». Essere sulla bocca di tutti dovrebbe darle qualche riscontro immediato. O no? «Spero in più abbonamenti, questo sì. Di fronte a questi risultati mi auguro che la gente si convinca a venire di più al Tombolato e che intanto si raggiunga la soglia dei 1.600 abbonamenti, sarebbe il nostro record. Non vado oltre, cerco l’equilibrio. I tifosi volano con la fantasia, li capisco, ma dico loro anche che arriveranno i momenti difficili e allora dovremo sentirli vicini, al nostro fianco, ad incoraggiarci». Al di là della bravura di Venturato e del suo gruppo, quest’anno avete impostato la campagna acquisti con largo anticipo rispetto alla concorrenza. Strategìa voluta oppure è stata una scelta casuale? «Abbiamo avuto la fortuna di vincere il campionato con largo anticipo e questo ci ha consentito di effettuare interventi mirati sull’organico della passata stagione. Marchetti è stato rapido nell’assicurarsi determinate pedine, ha sfruttato a dovere le opportunità che gli si erano presentate. Alla fine non siamo neppure andati a Milano all’ultimo giorno di mercato. Eravamo più che a posto». Per concludere, proprio nessuna promessa ai tifosi? «Abbiamo raccolto quasi il 20% dei punti che ci servono per salvarci. Va benissimo così. Per il resto, risentiamoci fra 4-5 mesi …».
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Davanti segnano tutti. Per un Litteri unico giocatore della Serie B ad essere andato in gol in tutte e tre le gare disputate, ci sono Luca Strizzolo e Lucas Chiaretti al primo centro nella categoria e Andrea Arrighini capace di rompere un digiuno durato due anni e di siglare la sua seconda rete fra i cadetti dopo quella infilata nella porta della Virtus Lanciano il 25 ottobre 2014, con la maglia dell’Avellino. La straripante scorribanda di Vercelli dice anche questo: in fase offensiva il Cittadella non pare proprio avere problemi. «Per un attaccante rompere il ghiaccio è sempre importante, ma sapevo che, continuando a lavorare bene come sto facendo, prima o poi il gol sarebbe arrivato», confessa proprio Arrighini. «È stato importante per me e più ancora per la squadra, perché abbiamo sbloccato la partita in una situazione difficile. Il risultato magari può far pensare che sia stato tutto semplice, ma non è stato così: un po’ per il campo sintetico, un po’ per il caldo e soprattutto per il valore dell’avversario: la Pro Vercelli a Trapani aveva lasciato un’ottima impressione». In effetti quel primo quarto d’ora non lasciava pensare ad una goleada. «Soffrivamo i frequenti cambi di gioco da terzino a terzino e scivolavamo male con le mezzali. Il mister in quella fase si è fatto sentire, facendoci capire come dovevamo muoverci, già durante la gara. Abbiamo occupato meglio il campo trovando il secondo gol e mettendo l’incontro in discesa». Sullo 0-0 le saranno fischiate le orecchie per gli strali dei tifosi, quando è rimasto in piedi nonostante il fallo di Provedel. «Non me la sono sentita di cercare subito il pallonetto e ho scelto di provare a saltare il portiere. Ci sono riuscito, ma a quel punto mi ha toccato, sbilanciandomi. Lì per lì ho pensato di proseguire, perché mi sentivo che avrei fatto gol e credevo che, se il vantaggio non si fosse concretizzato, comunque l’arbitro avrebbe fischiato il rigore. Poi mi dicono che Bani ha toccato il pallone con il braccio, ma io ero già a terra e non ho visto. Venturato non mi ha ancora detto nulla sull’episodio, lo farà probabilmente alla ripresa degli allenamenti (oggi pomeriggio, ndr), ma so da solo che sarei dovuto essere meno ingenuo». Per fortuna il gol è arrivato comunque. «È frutto di un taglio in area che fa parte del mio repertorio: sono schemi che proviamo e riproviamo in allenamento, cercando di offrire più opportunità di gioco al centrocampista che ha la palla, in quel caso Schenetti è stato bravissimo a leggere il mio movimento. Lo dedico a Giulia, la mia ragazza, che mi dà tantissima forza, e a mia sorella Serena, che venerdì ha compiuto 30 anni». E adesso siete lassù. «È bene ribadirlo: stare in cima riempie di orgoglio, ma non dobbiamo guardare la classifica, perché mancano ancora tantissime partite. Certo è che venivamo da due vittorie e avevamo gli occhi di tutti addosso, abbiamo confermato che continuando a lavorare così e mantenendoci umili possiamo creare problemi a chiunque».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Il presidente Giuseppe Bergamin, tra i candidati a uno degli otto posti di consigliere di Lega – ma le elezioni sono state di recente rinviate – tira le somme sulla doppia sfida casalinga di avvio stagione. «Con il Forlì – spiega – si è dato un segnale su quella che è la forza del Padova, per autoconvincerci che siamo una buona squadra. Stiamo crescendo, si sono viste le potenzialità in campo e ci sono giocatori che possono essere delle alternative valide per cui credo che il gruppo nel suo insieme possa ambire a qualunque risultato». Poi fa un passo indietro: «Anche con l’Albinoleffe avevamo fatto noi la partita, e se avessimo segnato subito pure quella gara si sarebbe indirizzata nella maniera giusta, fermo restando che con i romagnoli abbiamo sbagliato meno». Così sui due giorni di anticipo della partita del Fano: «Una situazione anomala, ma non credo cambi molto. Abbiamo una rosa su cui si può contare, fermo restando che, a parità di formazioni schierate, loro sono più riposati».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Così sull’avvio di campionato del Padova: «La cosa importante è la determinazione con cui abbiamo affrontato queste prime due partite, creando molte occasioni, ma al tempo stesso sapendoci difendere. Si poteva segnare ancora di più e questo mi piace molto». Sono proprio in fase di finalizzazione i maggiori margini di miglioramento? «Ci sono giornate in cui la palla decide di andare sempre dentro e altre in cui si è meno incisivi, o solo più sfortunati». E ora tocca il Fano. «Credo che non esistano gare facili, quest’anno come in passato; conta solo affrontare l’impegno con la massima concentrazione e determinazione. In generale mi aspetto da tutti noi un grande campionato». Come noto i marchigiani, avendo giocato a Bergamo giovedì, arriveranno all’appuntamento con 48 ore di riposo in più alle spalle, elemento mal digerito dal tecnico Oscar Brevi. «In questa fase – le sue parole – non trovo giusto che una squadra possa avere due giorni in più di recupero. Ci saranno state delle motivazioni che non spetta a me giudicare e non voglio certo mettere le mani avanti, ma la cosa non mi sembra corretta». Poi aggiunge: «Vincere fa sempre bene e fa accrescere l’autostima, ma noi siamo sempre stati sereni».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Buona la seconda. Dopo il pareggio con rimpianti all’esordio con l’Albinoleffe, il secondo impegno di fila all’Euganeo di sabato sera con il Forlì ha regalato una vittoria convincente, confezionata già nei primi minuti di gara, grazie all’uno-due firmato da Altinier e Madonna. Ora si attendono conferme a stretto giro di posta: domani sera (ore 20.30) la squadra sarà infatti impegnata a Fano nel turno infrasettimanale per poi affrontare sabato in casa (18.30) la Maceratese. Con il Forlì un apporto importante è arrivato da Carlo De Risio, nell’occasione schierato dal primo minuto, la cui presenza ha permesso alla squadra di esprimersi meglio rispetto al sabato precedente sulla corsia di destra di cui, insieme a Madonna, costituisce la cerniera. «Credo che il lavoro svolto in questi due mesi – replica il centrocampista – stia dando piano piano i suoi frutti e non è importante se in quel ruolo gioco io o un compagno perché tutti sappiamo benissimo cosa vuole da noi l’allenatore». Reduce da una distorsione alla caviglia, De Risio non è ancora al top: «Sento un po’ di fastidio, anche perché ci ho giocato sopra, ma l’importante è che sia riuscito a finire la partita». Intanto si è tolto lo sfizio di fornire ad Altinier un ottimo assist per rompere subito l’equilibrio: «L’ho solo messa in mezzo, poi sappiamo che Cristian è bravo a finalizzare».
Ore 09.50 – (Gazzettino) Squadra subito al lavoro ieri mattina all’Euganeo, con i titolari di sabato che hanno svolto solo una breve seduta di scarico. Da verificare le condizioni di Favalli, a rischio per l’impegno di domani a Fano per un affaticamento muscolare, difficile il recupero di Filipe e Marcandella e va monitorato pure il portiere Bindi per un fastidio al polpaccio. Questa mattina alle 10 rifinitura all’Euganeo, con successiva partenza per il ritiro marchigiano, mentre mercoledì, dopo il match, la squadra si allenerà a Padova nel pomeriggio. I biglietti per la gradinata ospiti dello stadio Mancini sono disponibili, per i soli possessori di Tessera del Tifoso (13,50 euro diritti inclusi), nel sito bookingshow.it o a “Casa Fortuna” al centro commerciale La Corte a Mortise in via Baiardi. Seguiranno la squadra con mezzi propri i ragazzi della Fattori, con ritrovo al parcheggio sud dell’Euganeo alle 15.30, mentre l’Aicb si è già mobilitato per la successiva trasferta a Gubbio di sabato 24, organizzando un pullman al costo di 15 euro comprensivo di un pasto (info al 338-4578666 e 335-7072146).
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Una situazione anomala», l’opinione del presidente Giuseppe Bergamin, «ma non credo che cambi molto, abbiamo una rosa sulla quale si può contare anche in queste situazioni di gare ravvicinate. Confido nelle scelte dell’allenatore e non credo sarà un fattore determinante nel risultato finale di domani sera». I buoni passi avanti mostrati dalla squadra sabato sera, comunque, fanno ben sperare: tra Fano domani, e Maceratese sabato all’Euganeo, i biancoscudati hanno cinque giorni per incrementare ancora il loro bottino di punti in classifica. «Tra Albinoleffe, Forlì e Fano affrontiamo in serie tre squadre ripescate, ma le prime due ci insegnano che ogni gara fa storia a sè: la partita non si vince mai sulla carta. Di certo contro l’Albinoleffe abbiamo perso due punti, e ora abbiamo qualcosa da recuperare». Bergamin, inoltre, è anche candidato come consigliere di Lega alle prossime elezioni della terza serie (per ora rinviate): «Se mi votano potrei entrare in Consiglio di Lega, Gravina mi ha chiesto di farlo: vedremo».
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Il Padova ha mostrato ampi miglioramenti, sia in avanti, dove finalmente i gol sono arrivati, ma pure in difesa, dove rispetto al match con l’Albinoleffe non ha rischiato quasi nulla. «Sicuramente abbiamo giocato una partita migliore, ed essere riusciti a sbloccarla subito ha fatto sì che si mettesse subito su binari a noi favorevoli. È andata come volevamo, abbiamo rischiato poco, e possiamo guardare a martedì con fiducia. Siamo alla seconda di campionato, e il cento per cento della forma non c’è ancora, ma gara dopo gara miglioreremo sempre di più sotto il profilo della velocità e dell’intensità. Abbiamo compiuto un altro passo in avanti, ora con il Fano non abbiamo molto tempo per recuperare, ma siamo tranquilli perchè abbiamo una rosa ampia». Bergamin con fiducia. Il Padova è sceso in campo sabato sera, il Fano addirittura giovedì, in casa dell’Albinoleffe. Un anticipo imposto dalla concomitante sfida casalinga dell’Atalanta, ma che potrebbe portare ai marchigiani un vantaggio non da poco in termini di recupero fisico.
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Alessandro Favalli, infatti, sabato sera è uscito dal campo nel corso della ripresa dopo essere rimasto vittima di un problema muscolare alla coscia sinistra. Un problema di poco conto, visto che dovrebbe trattarsi di una semplice contrattura, ma che con così poco tempo a disposizione rischia di tagliarlo fuori dalla lista dei disponibili per il match di Fano. Sarà l’ultimo provino (che in realtà è pure il primo) a chiarire definitivamente le sue condizioni. Madonna, primo squillo. Per un Favalli dimostratosi tra i migliori in campo in tutt’e due le prime gare del Padova, il match con il Forlì ha restituito a Brevi anche un Nicola Madonna pimpante e propositivo, che è riuscito anche a togliersi lo sfizio del gol che, al 21’ del primo tempo, ha di fatto chiuso la gara con ampio anticipo. «Nelle ultime stagioni ero stato un po’ sfortunato», le parole dell’esterno, al suo primo sigillo in maglia biancoscudata. «Per colpa di qualche infortunio di troppo a La Spezia negli ultimi anni ho giocato davvero poco, e non sono riuscito ad andare in rete con la frequenza che invece avevo avuto nelle stagioni precedenti. Quest’anno il gol è arrivato molto presto, e ne sono felice, ma quello che contava di più, dopo la buona prestazione con l’Albinoleffe che ci aveva fruttato solo un pareggio, era solo portare a casa i tre punti. Al di là del risultato, abbiamo fatto anche un’ottima gara, e quindi possiamo essere contenti».
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Nemmeno il tempo di tirare il fiato, nè tantomeno di godersi i primi tre punti stagionali strappati sabato sera con la convincente prova sul Forlì. Per il Padova quello di oggi è già giorno di vigilia: una marcia di avvicinamento anomala e ristretta, che a meno di 48 ore dal match dell’Euganeo costringe Oscar Brevi a pensare già all’undici da schierare contro l’Alma Juventus Fano. Domani sera, alle 20.30, il primo turno infrasettimanale della stagione in Lega Pro attende i biancoscudati alla prima trasferta di campionato, dopo il rinvio della gara inaugurale di San Benedetto del Tronto. E complici i due soli giorni di distanza dall’impegno contro la formazione romagnola, la seduta di rifinitura di questo pomeriggio, prima della partenza per le Marche, diventa per il tecnico milanese il momento per la conta dei disponibili. Oltre che verificare le condizioni di tutti i titolari che solo due giorni fa sono scesi in campo per 90’, e valutarne l’impiego domani sera, Brevi è alle prese con il rischio di dover fare a meno di uno dei suoi cardini.