Presidente Andrea Gabrielli, e adesso? Il suo Cittadella è lassù, in vetta alla classifica di Serie B, a punteggio pieno. Tre partite e tre vittorie: che cosa volete combinare? «Beh, lasciateci godere il momento. Niente di più, per carità, non siamo fatti per pensare oltre una gara alla volta. È vero, abbiamo ottenuto qualcosa di inaspettato, sino ad un certo punto però, perché ci poteva stare. Le neopromosse stanno facendo bene, insomma non è casuale tutto ciò. Tuttavia, da qui ad entrare nella sfera dell’euforia ce ne corre…». Il fatto è che, come sottolineato da molti, siete abituati all’alta quota, dato che ci state da 10 mesi (20 dicembre 2015), tenendo conto soprattutto della cavalcata in solitaria che avete compiuto in Lega Pro. «Ho letto e sentito, eppure lo realizzo come una conseguenza dei fatti che non come il frutto di un programma studiato a tavolino. L’anno scorso abbiamo voluto fortissimamente il ritorno nella categoria superiore, abbiamo inculcato nei giocatori la mentalità del riscatto, e siamo riusciti a centrare l’obiettivo, anche se la Lega Pro non è facile. Partendo da lì, con l’atteggiamento giusto e la capacità di Venturato e con la bravura di Marchetti, che ha mantenuto la spina dorsale della squadra, abbiamo creato i presupposti per l’ottima partenza di questo periodo. Ci godiamo le nostre tre vittorie senza esaltarci, ma tenendo i piedi ben saldi a terra. Il Citta che ammazza il campionato? Su, dài, non facciamo certi discorsi… La Serie B è un torneo dove può capitare di tutto, per carità, ma per ora abbiamo reso più agevole la strada verso la salvezza».
Va bene, proviamo a tirarla per la giacchetta comunque: la formazione di Vercelli è stata straripante, a tratti è parsa ancora più forte di quella ammirata in Lega Pro. «Fa piacere ricevere complimenti dagli addetti ai lavori e dagli osservatori. In effetti, il gioco che esibiamo diverte, piace, conquista. I tre successi di fila sono il frutto di un sacrificio collettivo e dell’applicazione dei concetti sposati dal mister, con in più una velocità nelle triangolazioni che strappa applausi. A Vercelli ne abbiamo ricevuto tanti, ma pure a Bari era accaduta la stessa cosa. Non so se nove punti in tre giornate cambino completamente prospettive alla stagione, è ancora troppo presto per dirlo, ma se proprio vuole una risposta al fatto che lei mi tira, appunto, per la giacca, gliela do così: viviamo alla giornata, non posso assolutamente pensare ad altro. Il Livorno, un anno fa, era primo da solo, poi sappiamo dov’è finito (in Lega Pro, ndr). Lasciateci vivere la nostra piccola parentesi felice, ma, ripeto, niente di più».
Essere sulla bocca di tutti dovrebbe darle qualche riscontro immediato. O no? «Spero in più abbonamenti, questo sì. Di fronte a questi risultati mi auguro che la gente si convinca a venire di più al Tombolato e che intanto si raggiunga la soglia dei 1.600 abbonamenti, sarebbe il nostro record. Non vado oltre, cerco l’equilibrio. I tifosi volano con la fantasia, li capisco, ma dico loro anche che arriveranno i momenti difficili e allora dovremo sentirli vicini, al nostro fianco, ad incoraggiarci». Al di là della bravura di Venturato e del suo gruppo, quest’anno avete impostato la campagna acquisti con largo anticipo rispetto alla concorrenza. Strategìa voluta oppure è stata una scelta casuale? «Abbiamo avuto la fortuna di vincere il campionato con largo anticipo e questo ci ha consentito di effettuare interventi mirati sull’organico della passata stagione. Marchetti è stato rapido nell’assicurarsi determinate pedine, ha sfruttato a dovere le opportunità che gli si erano presentate. Alla fine non siamo neppure andati a Milano all’ultimo giorno di mercato. Eravamo più che a posto». Per concludere, proprio nessuna promessa ai tifosi? «Abbiamo raccolto quasi il 20% dei punti che ci servono per salvarci. Va benissimo così. Per il resto, risentiamoci fra 4-5 mesi …».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)